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Il palpito del mondo
La poesia di Walter Chiappelli si colloca in modo eccentrico rispetto alla produzione letteraria contemporanea e non solo per la novità dell'impasto linguistico, sebbene, nel suo caso, non si possa parlare di ricerca sperimentale, quanto, piuttosto, di una pulsione verbale di origine emozionale. Bisogna, infatti, tenere anche conto di quel qualcosa di eccedente nella dimensione interiore dell'autore, così prossimo all'ardore di un mistico, che, mentre mira a un'assolutezza incandescente, guarda le cose del mondo con quella concreta e ferma, a volte quasi feroce, sensibilità morale che distingue nettamente il bene dal male. Tra dolente consapevolezza, ironia, sdegno, Chiappelli mette a nudo l'erranza di un processo conoscitivo che, separato dalla presenza del mistero, non riesce a leggere il senso segreto degli eventi. Per il poeta, di fatto, non esiste apprendimento del mondo che non sia stupore di fronte al bello, riconoscimento dell'impronta divina in ogni creatura vivente e negli stessi sentimenti buoni e nobili dell'uomo, finanche nell'eros se motivato da slancio autentico verso quel tempio di carne-spirito che è il corpo dell'amato/a e non solo. -
Un nuovo giorno
Il tema centrale in cui s'incentra il lavoro poetico di Antonio D'Elia è quello dell'amore, declinato in tutte le sue infinite sfumature, dall'amore di una donna a quello della natura, per la vita in genere e per il prossimo, che in certi momenti diventa pressante. Fedele alla sua indole di sognatore, in una perenne resistenza al trascorrere del tempo, con una fiducia indelebile nella scrittura, i suoi testi svolazzano leggeri nell'aria, impregnando dei suoi pensieri ogni cosa. A volte brevi sussulti, trepide emozioni, frammenti del vissuto che diventano specchio dell'anima, del sentire interiore, in un riecheggiare di immagini, di sensazioni che amplificano il senso della vita. Una poesia limpida, cristallina, dal taglio epigrammatico, come un segno della propria presenza e della indiscussa tenacia: la scrittura è soprattutto costanza e continuità, oserei dire ossessione, desiderio di esserci ed amplificare a dismisura le proprie sensazioni. -
Satori weekend
Il momento dell'illuminazione può arrivare in un weekend di agosto quando l'intero vissuto si discioglie come ice nello Sbagliato in riva al mare il fascino dei caruggi, lo stridio dei gabbiani, i Subsonica nell'auricolare e l'eco del caos festaiolo dei Navigli di Milano che evapora l'anima nell'alcol, i sogni di una promessa da rincorrere domani come un runner dentro la gabbia per cavie Leonardo e Raphael con Sara ed Elena corrono nei fumi e nei fiumi di alcol e visioni, tra Milano e il mare Ligure. -
Un mondo di stramberie
Ci sono sette sezioni nel libro di poesia ""Un mondo di stramberie"""". Verrebbe automatico pensare che questa ricostruzione ebdomadaria del mondo abbia qualcosa di biblico, che demandi al libro della Genesi: i sette giorni della creazione. A ben guardare, le sezioni avrebbero potuto essere tre oppure nove, comunque un ammiccamento cabalistico, se non proprio biblico, è di certo nelle corde del poeta, il quale ama i numeri e più ancora le misurazioni, il conteggio metrico, anzi la metrica della Poesia: Mario Rondi è un poeta in rima. Lui rima con esteta: alla bellezza della forma ci tiene. Sembra quasi ci sia una deriva aristotelica, per cui è la forma che determina la sostanza, nel senso che è la forma a fare sì che un cane sia altra sostanza da un cavallo, che altrimenti sarebbero indistinguibili."" -
Primo Levi (1919-1987). L'uomo, il poeta
Il libro Ad ora incerta, cui ho fatto riferimento per questo mio lavoro, è l'edizione finita di stampare da Garzanti il 12 marzo 1998, che riproduce quella del 1984 con l'aggiunta di una serie di poesie scritte tra il settembre 1984 e il gennaio 1987, alla voce Altre poesie. Tengo a precisare che questo libro non ha le caratteristiche del saggio accademico, non presenta le note a piè di pagina né la bibliografia a fine libro. Potrebbe essere piuttosto un manuale adatto agli studenti che, negli ultimi anni grazie alle visite scolastiche ai vari campi di sterminio, sono venuti a conoscenza direttamente, più che sui banchi di scuola, di ciò che è stato e potrebbe ripetersi... Lo temeva già nel 1985 il regista francese Claude Lanzmann, che iniziò il suo lunghissimo film Shoah con la frase: ""L'azione continua ai giorni nostri""""."" -
Blu cobalto
Il romanzo traccia una istoria singolare fatta di buchi, sì, ma anche di bianchi di memoria. Una storia si riscrive sul divano dell'analista. Memoria cancellata, tracce della lingua che affiorano come un rebus. Tra poesia e ironia, Céline Menghi si addentra, non senza il pudore del ben dire, per dare una testimonianza preziosa della devastazione e dell'abisso che una donna può incontrare quando l'""architrave"""" della vita vacilla."" -
Amari versi
Negli Amari versi del poeta torinese Franco Sorba c'è l'immediatezza espressiva dell'attualità e dei tempi moderni, con la trattazione delle tematiche che vediamo ogni giorno fare capolino sui giornali ossia l'emigrazione, le guerre nel mondo, la violenza metropolitana, l'inquinamento dei mari e del cielo. Il linguaggio poetico impiegato è quello dei cantastorie popolari di antica memoria e di grande efficacia, parole semplici e concrete, che a quel tempo venivano organizzate in endecasillabi rimati in ottave e ottavine, da cui è successivamente disceso il filone dei grandi poemi cavallereschi della nostra letteratura di Ariosto, Boiardo e Tasso. Franco Sorba esprime la voce dell'uomo comune che vive in una qualsiasi media metropoli dell'Unione Europea, nel caso specifico si tratta di Torino, il capoluogo padano più attorniato dalle Alpi. Un omaggio alla Città è già espresso nella prima poesia, concepita in lingua piemontese e poi tradotta in italiano. Come bene si sa, il dialetto piemontese, in verità, è una vera e propria lingua, perché possiede una sua letteratura scritta, anche se è assai differenziata l'espressione fra i diversi ceppi linguistici diffusi sul territorio. -
Se una notte d'inverno una donna
Il titolo del libro di Natino Lucente demanda chiaramente al metaromanzo di Italo Calvino ""Se una notte d'inverno un viaggiatore"""" ove si racconta la vicenda di un Lettore e di Ludmilla i quali tentano vanamente di riuscire a leggere lo stesso romanzo comprato dal libraio. Dopo avere scorso poche pagine si rendono conto che non si tratta del libro giusto, perché la vicenda continua in modo totalmente scollegato rispetto all'incipit. Allora, tornano dal libraio e si fanno dare una nuova copia che non sia fallata. Questa volta l'inizio è diverso rispetto al primo libro, ma nuovamente si verifica l'errore di impaginazione, perché a un certo punto della lettura di nuovo si ripete la scollatura della vicenda. Per dieci volte si recano dal libraio e cambiano dieci nuovi libri, ritrovando sempre storie diverse e lo stesso difetto di discrepanza della vicenda tale da impedire la continuazione della lettura."" -
Camelot
Negli Stati Uniti d'America la parola Camelot ancora oggi viene impiegata per indicare simbolicamente la breve, ma luminosa epopea della presidenza di John Fitzgerald Kennedy: quell'epoca idilliaca, denominata nuova frontiera, è divenuta uno dei miti più inossidabili non solo del sogno americano, ma in generale di chi viaggia verso la civiltà d'Occidente. Proprio Camelot, città ideale, rappresentava l'Occidente. Nel 1984, uno dei più raffinati cantautori italiani della fine dello scorso secolo lancia la magica canzone Viaggiatori d'Occidente, nella quale si stende un ponte ideale (e d'amore!) tra la Grecia e Bleeker Street, a Manhattan (Lei pensa alle terre greche / e a una maggiore fortuna / mentre in fondo a Bleeker Street / lui sta aspettando quella luna). Adelfo Forni è il viaggiatore d'Occidente che si porta nel cuore le terre greche. Il suo Camelot è il timbro di una nuova frontiera di speranza, ma è anche un viaggio a ritroso nel cuore della sua vita privata e nella pancia della civiltà occidentale. Libro da cui ci si lascia rapire e incantare con malia e dolcezza. -
Le pietre di Virginia
Un creativo omaggio a Virginia Woolf. La scrittrice londinese rappresenta il Prometeo al femminile della liberazione del genio delle donne dall'ingombrante maschilismo non solo vittoriano, ma in genere esteso a tutta la cultura occidentale, sia a Est che a Ovest delle Colonne d'Ercole. Prometeo ha liberato gli uomini dalla soggezione agli Dei regalando loro il fuoco. Virginia Woolf ha liberato le donne dalla soggezione verso gli uomini regalando all'altra metà del cielo il flusso di coscienza: cioè il continuo contatto con la loro intimità di pensiero e di sensualità. Se proseguiamo nel gioco dei miti paralleli - come lo sono le vite di Plutarco - necessita dire che entrambi, Prometeo e Virginia, sono finiti tragicamente, secondo un finale di partita che appare d'obbligo nella cultura occidentale per chi incarni la figura del redentore. -
Come un romanzo
Giacomo Giannone è esempio solare delle virtù virili che debbono appartenere a ogni uomo civile: l'alacrità, la temperanza, il servizio e il rispetto rivolto alle istituzioni, il coraggio di fronte alla sventura, il desiderio sconfinato di apprendere, la disposizione a insegnare e trasmettere cultura, la venerazione per la famiglia, l'amore condiviso verso la donna amata più di sé stesso, il sentimento di carità verso i più deboli. Sono le nove virtù fondamentali su cui si poggia la definizione e il merito di essere virile nella società progressista. Si tratta dell'anti-maschilismo espresso dall'uomo civile, protagonista delle società avanzate contemporanee. Le nove virtù elencate sono tutte presenti nella ricapitolazione poetica che l'Autore compie nel suo libro di Poesia Come un romanzo. Volutamente il titolo demanda a una narrazione di fatti e di sentimenti, anziché a una lirica interiore. -
A chiare lettere
L'autentico trionfo di Lella Buzzacchi è l'inno elevato alla vita come dono inestimabile della creazione, cantato a chiare lettere nelle otto sezioni del libro che sa affascinare il lettore per la luce immediata e colorita del linguaggio poetico, così armonioso e ricco di echi, con assonanze, armonie, distacchi e distonie, sempre capaci di sorprendere e incuriosire anche il lettore più esigente. -
Dovunque il guardo giro. Art and poetry Cconvention
L'obbiettivo primario del ""Dovunque il guardo giro. Art and poetry Cconvention"""" è quello di contribuire a illustrare l'incanto della vita. Proprio in ciò l'arte e la letteratura diventano uno strumento utile e bello: nell'intonare un inno alla vita e alla gioia di vivere. Fondamentale è dirigere lo sguardo """"dovunque"""": cioè verso ogni forma vita e di felicità che in essa si possa trovare. E poiché è fondamentale per la cultura umana riconoscere che anche la morte fa parte essenziale della vita, abbiamo voluto rappresentare anche il definitivo Viaggio in termini di felicità, ovvero di felice morte o di eutanasia che dire si voglia. Toccherà al pubblico ascoltare, capire e decidere se condividere e dibattere le proposte elaborate dai convegnisti."" -
L' altra metà del mondo
Il libro entra subito nel pieno della vicenda e presenta il protagonista, Orazio Bosso, che compie la traversata dell'oceano Atlantico con destinazione New York, dove sull'Isola della Libertà è stata appena collocata l'anno prima l'omonima Statua regalata agli Stati Uniti da Napoleone III. Siamo nel 1887, in Italia è appena salito al governo Francesco Crispi, coi suoi sogni di gloria coloniale. L'Italia è povera e contadina, schiacciata dalla Francia e dall'Impero austro ungarico. L'America attira emigranti da tutta l'Europa. Orazio è un contadino del torinese che sa meritoriamente leggere, scrivere e fare di conto. Il podere è troppo piccolo per mantenere tutti, per cui non gli resta che cercare l'avventura nel nuovo mondo. A New York, tra le braccia della bella Camilla, vivrà il dolce amaro di una storia d'amore che ricorda la vicenda di L'amante di Lady Chatterley. -
Elegia per me solo
Il verseggiare di Rodolfo Vettorello consiste in un'ambientazione poetica del racconto: c'è sempre una vicenda, nascosta tra le pieghe della poesia, ma è comunque ""poeticizzata"""": è resa sfuggente quasi ai limiti dell'ermetismo ed è marcata con la forza dell'espressionismo e dell'imagismo, nel solco caldo e profondo, ubertoso e fertile, della migliore poesia del Novecento, di cui Vettorello rappresenta sicuramente un autore di riepilogo e di rilancio, di ripresa e di rifioritura. Si noti anche la bellezza e la naturalezza del verso libero, sempre sviluppato intorno a un naturale ronzio della metrica contenuta nei paradigmi dell'endecasillabo, talvolta spezzato, talvolta alternato a versi brevi, raramente imbrigliato nei gorghi della rima o dell'assonanza, come uccello finito nella rete dell'uccellaio, per gioco volutamente lieve e quasi canzonatorio, per poi lasciarlo di nuovo riprendere il volo della libertà, come appare nella poesia """"A noi che siamo un animale strano"""", forma di omaggio affettuoso e paziente rivolto alla persona amata, e contemporaneamente valido anche come abbraccio lanciato a un """"Tu"""" generico che rappresenta l'intero genere umano [...]"" -
Insufficienti armonie
Bisogna subito dire che questa non è semplicemente una raccolta di poesie, ma un vero ""libro"""" provvisto di una sua ratio ben riconoscibile, attraverso cui l'autore ci propone un ideale consuntivo della propria vita, dalla scoperta adolescenziale della parola poetica sino alla tarda maturità. Quasi un romanzo di formazione alla maniera della Vita nuova dantesca, alla quale si apparenta anche per il potente valore conoscitivo assegnato all'amore. E a proposito di Dante, non si può non sottolineare subito l'epigrafe che compare in apertura, tratta da un passo anche teologicamente cruciale del Purgatorio (XXII, 60-61). In questo romanzo c'è proprio tutto Bruno. Il suo lavoro di docente di lettere e la passione di letterato militante. I ricordi d'infanzia, i paesaggi familiari di Stradella e dintorni (le passeggiate con il nonno a Montalino!). Naturalmente la fede, tutt'altro che pacificata ma piuttosto tesa a un franco colloquio con un Dio a cui si può (si deve?) chiedere conto del male del mondo. E persino la politica, però interpretata soprattutto attraverso un risentito filtro morale. Prefazione di Gianni Mussini."" -
Dell'amore, della vita e altri accadimenti
Fin dai tempi del suo primo libro di Poesia, Passione della memoria, risalente al 1982, Domenico Parigini ha messo in campo un verseggiare inquieto e indagatore, arroncigliato su tematiche politiche, civili ed esistenziali, con un intento di indagine delle verità profonde e in qualche modo anche di svolgere la nobile missione d'antan del poeta demiurgo, che generosamente si spende per fare ordine nel caos delle forze sociali in competizione, con l'obbiettivo di indicare un orizzonte di speranza e di civiltà capace di armonizzare fra loro le distonie e le lotte fra le classi sociali. Nel consumo degli anni e delle pagine dei libri, voracemente divorati e poi classificati nella sua professione di bibliotecario che fu la stessa di Jorge Luis Borges - massimo poeta del Novecento - Domenico Parigini si è ammorbidito come accade ai trucioli di cui parla Camillo Sbarbaro, ma è rimasto fedele a quel cuore di ciottolo del succitato Poeta dei licheni: un DNA inconfutabile di sognatore e cantastorie, che vive profondamente radicato nel suo ambiente e nella realtà delle circostanze attuali, ma che non smette di intonare un canto libero [...] -
Piccola storia della Resistenza nel Canavese e nelle Valli di Lanzo
Il libro di Riccardino Massa costituisce un importante arricchimento agli archivi della memoria storica per quanto è avvenuto nelle aree interessate, con una dettagliata documentazione anche sulle ""storie minime"""" che riguardano l'eroismo patriottico di uomini e donne, cui è rivolto dall'autore un devoto omaggio, nel pronunciare il commosso appello per nome e cognome, in qualità di eroi nazionali. Rappresenta un'estensione del concetto di Resistenza, non più incentrato solo sulla figura del guerrigliero partigiano, ma anche esteso al sacrificio di onore e di sangue che le forze militari italiane regolari resero come contributo al futuro dell'Italia libera rimanendo fedeli all'armistizio dichiarato dell'8 settembre 1943, con la conferma della fine della partecipazione italiana alla seconda guerra mondiale. È un'accorata testimonianza della condivisione di popolo, necessariamente silenziosa e soffocata, ma altrettanto sentita e spontanea, a sorreggere e a diffondere in ogni modo possibile della Resistenza contro l'ex-alleato tedesco, il quale anziché accettare l'uscita dalla guerra dell'Italia si è trasformato da Paese alleato in Paese conquistatore."" -
Resilienze
Poesia di luminosa intensità lirica è quella sviluppata da Barbara Panelli nella raccolta ""Resilienze"""", in cui la tenacia contemplativa ed ammirativa rivolta a ogni forma di manifestazione della vita si estende, come insegnò Petrarca davanti alla salma di Laura, anche nel riconoscimento dell'estrema bellezza degenerata e ultimativa della decadenza e del degrado biologico. Il trionfo della bellezza resta impresso e luminescente negli occhi di chi ha profondamente amato la vita anche nell'attimo del baratro e della vertigine che drammatizza l'epifania della morte. Poesia di purissima espressione linguistica, con un verseggiare piano e attento all'uso sapiente e moderato dell'artificio letterario."" -
Siamo tutte Elettra
"Siamo tutte Elettra"""" è un vivacissimo lavoro teatrale che segue un modello molto caro a Mirella Berardino, quello del chiasmo creativo o se si volesse disturbare Plutarco si potrebbe dire delle vite parallele, nel senso non già di fare un confronto tra il mondo greco e quello romano, ma di inanellare una serie di convergenze parallele date da vite di donne appartenenti ad ambienti diversi, in civiltà differenti, in tempi distanti fra loro, addirittura abitanti in altri continenti eppure in un qualche modo riconducibili a una matrice ideale comune. Non si fraintenda l'aggettivo ideale col sostantivo idealista. Mirella Berardino è tutt'altro che un'idealista, perché non vive affatto nel mondo iperuranico delle idee, ma è profondamente e irrimediabilmente radicata nella realtà del suo tempo."