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Vernice. Rivista di formazione e cultura. Vol. 54: Intervista a Roberto Pazzi.
Rivista di formazione e cultura, semestrale, fondata nel 1994, si occupa di tematiche letterarie e propone nuovi testi di poesia, narrativa, teatro e testimonianze di arte contemporanea; ogni numero è monotematico e caratterizzato da un'inchiesta diffusa presso tutti gli abbonati e commentata da un autore di rilievo nazionale. -
Il contrario della notte. Buongiorno al di là del nero, per parole, immagini e spropositi
"È un'epifania: l'apparizione per immagini e per parole della luce delle cose. La luce è il sortilegio che fa apparire le cose e che le rende manifeste alla nostra mente. Con la luce prendono contorno gli oggetti che esistono al mondo, inizia la riflessione, iniziano le operazioni ideali di riconoscimento o al contrario di rinnegamento. Si accendono le luci e si dà l'abbrivio al pensiero umano, che inizia sia a ragionare sia a farneticare, tra logica e follia, realtà e fantasia. E così si mette in moto il nostro patrimonio di cultura. L'albero della conoscenza porge i suoi frutti. Con questa formula, """"Il contrario della notte"""", Luca Camberlingo intende definire à rebours - non per sinonimi, ma per contrari, in negativo - le nostre mille e mille epifanie, cioè le apparizioni che aggallano dall'oscurità della notte e che balenano alla luce dei nostri occhi come se fossero rivelazioni, cioè dei concisi messaggi che contengono nella loro lapidaria espressione l'essenza profonda della luce. Sono delle visioni. La visione rappresenta molto di più di un'immagine, perché contiene anche l'interpretazione metaforica delle cose. Anche la Divina Commedia, come bene sappiamo, è stata definita per brevità come un'unica visione di Dante del mondo sovrasensibile, perché contiene la descrizione delle immagini e l'interpretazione della loro epifania. Il poeta Andrea Zanzotto usava l'espressione Dietro il paesaggio, esattamente per indicare il valore complessivo della visione, che è la somma totale di immagine e parola. Nella visione, l'immagine e la parola si fondano in un tutt'uno e diventano qualcosa di nuovo e di diverso dalla semplice fotografia o dal dettato lessicale. Diventano un unico barlume di luce, tanto per usare un'espressione che fu molto cara a Eugenio Montale. È la festa dei colori, a principiare dai due colori fondamentali, il bianco e il nero, che alludono e che simboleggiano gli altri colori, per poi spaziare a tutti i colori dell'arcobaleno. Arthur Rimbaud, come bene si sa, scrisse la poesia Voyelles, in cui assegnò un colore a ogni vocale dell'alfabeto: A nera, E bianca, I rossa, U verde, O blu. Il poeta francese intendeva marcare il significato della sinestesia esistente tra i suoni delle parole e i colori delle immagini, che uniti insieme conducono, come si è già detto, alla visione delle cose, cioè all'interpretazione dell'universo che ci circonda. Probabilmente tra tutti gli esseri viventi, l'uomo è l'unico che riesce ad architettare il fenomeno della visione, cioè riesce a """"più vedere"""", tanto per usare una dizione ancora dantesca: vedere le cose non solo come immagini, ma anche riesce a vedere dentro di esse e a proiettare la visione al di là delle cose o delle persone. Viene da pensare ai Supereroi dei fumetti, i quali posseggono i super-poteri. Ogni uomo, quando descrive una visione, è esattamente un Supereroe che esercita il superpotere della visione. È la visione della postmodernità contemporanea. È un linguaggio visionario multi-espressivo in cui si creano collegamenti tra le differenti aree del pianeta e tra le diverse epoche o stadi dello sviluppo economico, in continuo rincorrere... -
Autentica
"Autentica"""" è un libro di poesie che fanno bene a tutti. Basta avere il coraggio di guardare il mondo con occhi nuovi. Sono versi che suscitano domande e emozionano, ci chiedono di pensare, ci fanno immergere nella realtà, bella o brutta, gioiosa o dolorosa, hanno il dono di farci sentire partecipi, con gioia di vivere e di fare. Molto vari sono i temi affrontati, legati più alla contemporaneità o universali." -
Pancrazia
Il mondo ha avuto un'evoluzione politica diversa da quella cui siamo abituati, tanto che, in un tempo riconducibile ai nostri giorni, esiste un unico Stato: Pancrazia. Pancrazia è la democrazia ideale. Non ci sono più frontiere, confini invalicabili, mercanti di profughi: i popoli sono tutti uguali e ognuno può muoversi liberamente. A Pancrazia le guerre sono ormai solo un lontano ricordo, perché non c'è più nulla da conquistare. Questa situazione idilliaca in realtà è imposta dai burocrati, i quali, ebbri del loro potere, garantiscono l'ordine e la pace attraverso l'uso della forza militare. Ma non solo, dato che strumenti molto più sofisticati vengono applicati. I vertici dell'autoritario Governo centrale hanno compreso che, per continuare ad amministrare Pancrazia e godere dei benefici acquisiti, devono mantenere subdolamente le masse al livello culturale più basso possibile. L'equazione è semplice: meno le persone apprendono, meno saranno in grado di analizzare criticamente la realtà e meno problemi ci saranno per l'ordine costituito. -
Chi sono io tra loro?
La domanda del titolo, posta in forma di affermazione, suona come uno spunto di riflessione filosofica più che come un quesito. La voglia di sapere, l'ansia di conoscere le proprie origini che attraversa tutto il romanzo sembra acquietarsi nella pacata considerazione finale riassunta nel titolo. L'elenco dei nomi che viene sciorinato in ordine alfabetico dal narratore all'inizio del libro, con esplicito riferimento al Qoelet, l'Ecclesiaste biblico, è la trama destinata a dipanarsi di generazione in generazione con il procedere dei capitoli, scoprendo la vanità del vagare umano nel mondo in rapporto al disegno sovrannaturale che lo guida. Il protagonista stesso vi si nasconde come una particella fondamentale all'insieme delle reazioni chimiche degli intrecci individuali, sullo sfondo della Storia del Novecento. Dall'Australia agli Stati Uniti d'America, dall'Europa della Seconda guerra. L'interesse di questa particolare saga sta soprattutto nella coscienza di non essere più importante di altre, ma quanto le altre assolutamente necessaria, impossibile da tacere. L'obbligo morale di testimoniare, ancora e ancora, non abbandona un istante queste pagine e ne è la forza. -
Sulla scia del vento
«Il genere del romanzo giallo psico-etico acquista con ""Sulla scia del vento"""" una nuova dimensione. La suspense di una trama descritta borderline al compimento di un crimine, propone il tema dell'appagamento dei bisogni indispensabili tramite l'alienazione di ciò che di maggiore valore ci appartiene. Il tema è antico come la Bibbia e risale al piatto di lenticchie di Esaù (dietro c'è sempre l'artiglio del diavolo, che trasformerà in crusca la farina). L'invenzione di una trama del tutto innovativa e singolare, che prevede la sostituzione delle lenticchie con un prezioso gioiello di famiglia di antica fattura, sortisce però in una riflessione di natura più filosofica sul perdono, che oltrepassa la distinzione tra il Bene e il Male e sfocia nel processo psicologico definito """"scia del vento"""" che produce, tra identificazione e camuffamento, l'unione dell'Io e dell'Alter-Ego. In una Cagliari di inizio millennio, illustrata nell'attualità nevrotica e consumistica della vita moderna, Federico Aru ambienta una vicenda criminosa che trasforma la trama del giallo noir in una ricerca sul fascino incantatore della cattiveria umana e sul veleno che essa diffonde. [...]»"" -
Come scarnite quasar
«Si è sentita l'esigenza di riprendere in mano il ""canzoniere dialettale"""" di Piero Costa edito nel lustro 1999-2004, perché non andassero perduti i testi, divenuti ormai quasi introvabili e custoditi in poche librerie nazionali e comunali. Si è deciso di approntare questa nuova edizione con assoluta fedeltà dei testi originari licenziati dall'autore a suo tempo. Rispetto alle edizioni originali, sono state, tuttavia, abolite le note a piè pagina, redatte dallo stesso autore, ma che fornivano unicamente dei lumi sul lessico dialettale, senza nulla aggiungere all'interpretazione dell'atmosfera di poeticità o di scelta del linguaggio. Similmente si è deciso di riprodurre, fra tutti i commenti pubblicati nelle prime edizioni, solo quelli di Camillo Brero e di Gioanìn Magnani, per la straordinaria testimonianza di vicinanza a Piero Costa espressa da questi due eminenti cultori del dialetto piemontese.»"" -
Menotti Lerro. Tra drammaturgia e narrativa
Menotti Lerro è un autore, che tenta la tradizione, la sfida per andare oltre. Egli scardina così i miti di personaggi consolidati, provando a riproporli in una chiave diversa, tutta sua, attivando una fantasia, a volte, bizzarra, blasfema, reintroducendoli in un dibattito, sociologico e psicologico, tutto contemporaneo, che ne proclami le ragioni più superficialmente profonde, avrebbe detto Nietzsche. Importante, per lui, non è tanto sorprendere o, addirittura, scandalizzare, come si sarebbe appunto superficialmente indotti ad immaginare, ma dare forma e sostanza a fantasmi interiori, che egli però, si badi bene, evita, ancora una volta, accuratamente, di rendere autobiografico, anche se, a volte, la forza originaria dell'autobiografia resiste a questa deliberata operazione di depistaggio e slittamento, come ne Il gorilla, comunque pervaso da una tensione emotiva ed espressiva, che da un lato lo ricongiunge a una sorta di teatro dell'assurdo, dall'altro non può fare a meno di rivelarsi un tributo d'amore nei confronti del proprio genitore. -
Appennino rosso. Una storia da non dimenticare
L'azione si svolge nel 1975, negli anni di piombo della realtà italiana, in cui imperversano le Brigate Rosse. La parola d'ordine, illustrata dal cattivo maestro Mario Moretti - uno dei tanti sciagurati mostri della cultura progressista - consiste nell'affermare ""Cari compagni, la nostra possibilità di valutazione è esaurita e irripetibile"""" e di vantarsi di avere realizzato l'annichilimento del libero pensiero umano. Il protagonista Marco, attraverso il sogno e le facoltà paranormali di una medium, giunge a rivivere, proprio in quegli anni di tenebra e di orrore nazionale, l'assassinio atroce dello zio, trent'anni prima caduto vittima delle atrocità partigiane nel 1945, a liberazione già avvenuta, nel paese di Gaggio Montano, sull'Appenino, vicino a Bologna."" -
D'orod'argentod'ombra
Con D'oro d'argento d'ombra siamo di fronte alla più vasta e profonda riflessione compiuta da Edith Dzieduszycka sul tema misterioso del tempo. Ci introducono al libro le due citazioni collocate in epigrafe, rispettivamente tratte da Fernando Pessoa e da Tadeusz Ró?ewicz, delle quali va subito notato il carattere di marcata specificità novecentesca. Pessoa è sicuramente un monumento di ineguagliata grandezza della Poesia europea, che ispirò l'intero secondo Novecento, con un anticipo di svariati decenni, essendo morto nel 1938. Tadeusz Ró?ewicz, poeta e drammaturgo polacco, devastato dall'esperienza tragica della Seconda Guerra mondiale, si portò dentro il ""vizio di scrivere poesie"""" quasi come una colpa inspiegabile agli occhi di chi aveva vissuto in epoca contemporanea agli orrori di Auschwitz-Birkenau, la """"fabbrica della morte""""."" -
Ca' del vént. Parole nell'aere
Il vento è il filo conduttore della silloge, immagine del soffio vitale, ma anche del tempo interiore e dell'ispirazione poetica che lo esplora. Al medesimo archetipo sono legate tutte le altre citazioni. Ca' del vént, che nel nome sembra evocare qualche località delle colline oltrepadane, è un locus immaginario, ove soffiano memorie e poesie. Il vento suggerisce inoltre l'idea della musica e della danza: e le parole, i versi, i testi si susseguono infatti in una sorta di flusso danzato (spesso cromatico). -
Il bacio dell'orco
Un giornalista conduce un'inchiesta sulla scomparsa e sul rapimento di minori che apre uno scenario inimmaginabile sul mercato dei bambini e sulla mancanza di risposta adeguata da parte delle istituzioni. Viene raggiunto per e-mail da un uomo che dall'""Inferno"""" in cui si trova racconta la storia di un ex poliziotto che lavorava sotto copertura a cui è stata rapita la nipote e che, infiltrandosi nel mondo della pedofilia, riesce, rischiando la vita, a ritrovarla e a salvarla, anticipando il lavoro di una polizia costretta a seguire un protocollo non adatto alla rapidità con cui, in certi casi, occorrerebbe muoversi. Il nonno ex poliziotto incontra tanti personaggi degni di un film pulp, alcuni terribili e bestiali, altri disperati e commoventi che lo porteranno alla fine a una conclusione """"aperta"""" e imprevista."" -
Curcuma e cardamomo
Lillo, giovane siciliano diciottenne, lavora in Sicilia, verso la fine degli anni sessanta, come animatore in un Club turistico. Lorenza, laureanda in archeologia, giunge al villaggio per una vacanza. Tra i due scatta una forte curiosità che si trasformerà nel tempo in amore. Tra fughe, ritorni e viaggi di nozze e poi ancora fughe, i due attraverseranno quegli anni, lei calcando scene del teatro d'avanguardia, lui trascinato a Torino a vivere con lei presso una Comune d'artisti e a lavorare come operaio in una fabbrica di elettrodomestici, poi come fattorino ed infine a compilare orari e tabellini cinematografici presso il giornale cittadino sotto le ali protettive del Direttore Spettacoli che lo prende in simpatia. Matrimonio e viaggio di nozze, tra un colpo di scena e l'altro si rivelano un fallimento e i due si perderanno per sempre. Passano quarant'anni e il vecchio amico direttore ottantenne muore. Divenuto responsabile d'una rivista di moda a Milano Lillo si reca al funerale dove, tra equivoci e incontri, ritrova Lorenza. -
Quattro sorrisi per una vita
Il filo conduttore del romanzo è la ricerca dei valori profondi della vita. Fabiano inizia a gustare il lavoro, il successo, l'ebrezza della velocità, della moto, le dolcezze avventurose e contrastate dell'amore insieme a Francesca. Un episodio drammatico lo riduce in una condizione di totale impotenza. Quando sembra che la sua vita sia condannata a consumarsi lentamente e inesorabilmente fino a spegnersi, avviene un autentico miracolo che gli consente di riguadagnare terreno poco alla volta, uscendo dalle tenebre per ritornare alla luce, nel rinnovo del piacere e delle attrattive della vita, che saprà ora gustare in modo armonioso. Accanto a Marina avrà i figli Roberto e Lucia. La sua vita sarà lunga, ma non priva di sofferenze, perché conoscerà la solitudine della vedovanza. Un nuovo amore, ancora più felice, lo attenderà al fianco di Alice. La vicenda si spinge oltre i confini della vita del protagonista, il cui ricordo è mantenuto vivo dai due figli. Il romanzo è scritto tra il sogno e la realtà, tra il documento e la narrativa e più di tutto tra la prosa e la poesia. -
Avanti fino in fondo
"Di Renato Greco si dovrà parlare di eclettismo poetico, per la varietà delle forme e degli stili che la sua poesia contiene. Si va dal sonetto in versi liberi, composto senza la cantilena della rima ma nel rispetto della metrica dell'endecasillabo, per giungere fino alla prosa poetica, che trasferisce totalmente il criterio della poeticità dalla forma delle parole al contenuto delle cose che le parole esprimono. L'uso di un differenziato registro degli stili e delle forme è prova non solo della versatilità del Poeta e del suo sconfinato patrimonio di letture, ma più di tutto dell'equivalenza creatrice delle espressioni, una sorta di sinestesia delle parole, che risultano comunque orientate al magnetismo della Poesia, quale che sia il criterio formale del dettato""""." -
Parole d'amore
Con un singolare rovesciamento dei ruoli fra uomo e donna, secondo un antico topos della lirica amorosa, l'innamorata porta perennemente nel cuore l'immagine dell'amato, anche quand'egli è lontano. E proprio quell'immagine, quell'intimo globo di luce, è fonte della poesia. Questa rispondenza, questo rispecchiamento di due anime, eternati dalla forma poetica, attraverso queste pagine riemerse ora dal passato, ma così intensamente vive, continuano a parlarci e a persuaderci della loro predestinata e superiore necessità. -
Ventaglietto
"In """"Ventaglietto"""" Dora Mauro ci offre una nuova chiave di lettura della sua scrittura, ma, ancor più, della sua personalità spigolosa e pur dolce, schiva e al tempo stesso socievole, interessata e partecipe quanto indifferente e quasi estranea al fluire dei giorni e degli avvenimenti. Da ogni stecca del suo immaginario ventaglio escono le istantanee, ora riflessioni personali, ora aforismi, ora pungenti satire, ora lampi di sensazioni e sentimenti che la coinvolgono nel profondo o la sfiorano appena e che spaziano dalla gioia al dolore in una vasta e profonda gamma di sfumature. Dispiegandolo a poco a poco il ventaglio rivela rime in cui le parole vibrano e si trasformano in musica o si fondono per dar vita a pennellate di colore in continua trasformazione; dietro ogni verso, dietro ogni parola c'è l'essenza dello spirito indipendente e forte di Dora che si fonde con l'intensità dei sentimenti che la permeano""""." -
Le avventure di Maurizino
Dieci racconti dedicati alla fanciullezza e all'adolescenza che è fiorita dopo la seconda guerra mondiale, intorno agli anni '50, nell'epopea del ""miracolo economico italiano"""": dieci piccole storie, come i celeberrimi piccoli indiani di Agatha Christie, simbolo di fanciullezza e di adolescenza in ogni luogo e tempo. Forni, con i suoi dieci piccoli racconti, ci porta a riflettere sulla potenza e sulla fragilità della crescita dei bambini. Quanto sono vivaci e interessati a muoversi nel mondo! Altrettanto sono indifesi e ingenui. La loro fiducia nel futuro è incrollabile: ricca di sogni, di gioiosa alacrità, di speranze. Il loro mondo affettivo si costruisce come bastione intorno a poche ma risolutive fonti: la famiglia, la scuola, gli amici. Età di lettura: da 10 anni."" -
Dire Mu
Mu si riferisce a ?, dodicesima lettera dell'alfabeto greco - detta abitualmente mi - lettera muta e silenziosa, come la h in spagnolo. Dire la lettera muta che accompagna certe parole è una porta invitante e impegnativa. Il titolo ""Dire Mu"""" è un ossimoro: dire l'impronunciabile e il silenzio, enunciare l'assenza. Scommessa decisa, rispettosa e audace fronte al silenzio: da un lato, perché evoca certi silenziamenti che non fanno bene, dall'altro, perché bisogna saper tacere fronte a certe cose, a condizione di non restare muti; e, finalmente, Céline arriva a intrecciare e annodare il silenzio dell'assenza strutturale del femminile con il suo stile."" -
Il voltolino
Una quarantina di racconti brevi da leggere in ogni momento della giornata, ma soprattutto prima di andare a dormire. Magari insieme, in famiglia, avvolti dal tepore di casa. Sulle ali di un instancabile voltolino l'autore sorvola molto di ciò che egli ha visto e vissuto fino a oggi: dalle campagne sarde, scrigni di avventurose scoperte infantili, alle coste frastagliate della Liguria, luoghi per lui di passaggio e di fervente immaginazione; dalle grandi città d'Italia, che egli descrive come frenetiche fucine di caos e di solenne memoria storica, ai pianeti fantastici che custodiscono verità, conoscenze e desideri che sanno un po' di nostalgia e un po' di desiderio. Come a dire che viaggiare attraverso la fantasia, in fondo, è una delle più serie missioni della nostra esistenza.