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Le incantazioni
Uno degli aspetti centrali della cultura rinascimentale, riscoperto nel Novecento, è costituito dalla magia e, in questo ambito, dal problema degli incantesimi. Pietro Pomponazzi intervenne in questa amplissima discussione con un testo memorabile nel quale si sforzava di dare, su basi naturali, una spiegazione scientifica degli eventi di carattere soprannaturale. Testo 'maledetto', anche per i corrosivi elementi di critica religiosa, è rimasto lungamente clandestino fino agli ultimi decenni del Novecento, quando ha riconquistato il ruolo centrale che gli spetta se si vuole comprendere la cultura rinascimentale nella pluralità dei suoi elementi costitutivi. In questo volume Vittoria Perrone Compagni ne presenta una traduzione accuratissima corredandola di tutte le notizie necessarie al lettore per entrare in un testo tanto complesso quanto profondamente affascinante. -
Eugenio Garin-Ugo Spirito. Carteggio (1942-1978)
Si è cominciato a studiare la filosofia italiana della seconda metà del XX secolo da nuovi punti di vista, emancipandosi dalle ricostruzioni dei protagonisti nelle quali vibrava, comprensibilmente, una forte nota di carattere autobiografico. Questo lavoro - che ha già dato notevoli risultati, dissolvendo miti storiografici assai resistenti - è stato reso possibile, oltre che dall'accrescersi della distanza storica, dalla possibilità di disporre di nuovi documenti, sia pubblici che privati. Fra questi ultimi spiccano i carteggi che permettono in molti casi di vedere cosa si agitava dietro le quinte delle discussioni e dei rapporti pubblici, consentendo di individuare la genesi complessa, talvolta tormentata, di lavori che oggi ci appaiono nella veste di classici, quasi estranei al tempo in cui nacquero e in cui vollero invece collocarsi anche come momenti di una battaglia filosofica e culturale, di cui oggi si sono perse le tracce. Il carteggio tra Eugenio Garin e Ugo Spirito è, in questo senso, uno strumento prezioso per la capacità che ha di gettare luce su una lunga, intensa stagione della cultura filosofica italiana attraverso le lettere di due dei suoi principali protagonisti. -
Ritratto di Tocqueville
La democrazia in America di Alexis de Tocqueville rappresenta uno dei grandi classici della democrazia e, per la novità del suo approccio e del suo argomento – gli Stati Uniti d’America –, essa fu oggetto di discussioni assai vivaci fin dal primo apparire, nel 1835 del primo libro, nel 1840 del secondo. Fra i critici più attenti si distingue senza alcun dubbio Charles-Augustin Sainte-Beuve che interviene a più riprese sull’opera di Tocqueville in maniera assai acuta estendendo l’analisi, secondo il suo metodo, anche alla personalità dell’autore della Democrazia, presentata in pagine nelle quali si intrecciano ammirazione, da un lato, distacco, e anche disincanto critico, dall’altro. Tradotte per la prima volta in italiano, queste pagine contribuiscono a gettare luce su due dei massimi protagonisti della cultura europea del XIX secolo capaci, con i loro scritti, di parlare anche al nostro tempo storico. -
Vita di Pascal
Sulla vita di Blaise Pascal, semplice e al tempo stesso tormentata e complessa, sono state scritte molte opere cercando di gettare luce sul singolarissimo intreccio di scienza matematica e di profondissima fede cristiana che fu il sigillo di tutta la sua esperienza umana. Già i contemporanei, e perfino i parenti più stretti, furono turbati e colpiti da una vicenda così singolare e sua sorella, Madame Périer, nella Vita cercò di sciogliere il nodo di questa esistenza presentandone in modo feriale i momenti principali. -
Leon Battista Alberti
Leon Battista Alberti è stato insieme a Giovanni Pico l’’autore’ di Eugenio Garin. Fin dal suo esordio scientifico Alberti fu infatti un suo interlocutore essenziale ma con toni molto diversi e talvolta distantissimi, segnati anche dalla diversità delle situazioni storiche. C’è infatti una notevole differenza fra l’interpretazione offerta nella fase dell’umanesimo civile e quella che egli venne elaborando negli ultimi decenni della sua vita, quando presenta Alberti come un interprete tragico della storia e dell’uomo. Sono scritti che restituiscono un’immagine del Rinascimento dai toni drammatici e anche tragici, più corrispondente a quella che fu la storia effettiva dell’Italia in quel periodo, distanziandosi da immagini oleografiche, o addirittura retoriche, che non hanno ormai nulla da dirci. -
Trattato sul governo di Firenze
Il Trattato sul governo di Firenze di Girolamo Savonarola è uno dei testi più importanti e significativi del pensiero italiano del Quattrocento. Paragonato addirittura alla Repubblica di Platone, esso presenta pagine folgoranti contro il tiranno – storicamente Cosimo il Vecchio de’ Medici – e sviluppa una delle concezioni più interessanti della democrazia moderna, incentrandola su un rapporto vitale tra ben vivere civile e vivere cristiano. Destinato ad una vasta fortuna, e ad essere ripreso e riproposto lungo i secoli moderni, esso si impone – oltre che per la profondissima dottrina imperniata su una salda conoscenza di Tommaso –, per il vigore dello stile e la capacità di coinvolgere il lettore in un discorso lucido e appassionante. -
Filosofie della Praxis
Quando in Italia si parla di filosofia della praxis si pensa, immediatamente, ad Antonio Gramsci e alla sua concezione del marxismo. Ma nel nostro paese sono state presenti, ed influenti, altre concezioni della praxis, differenti da quelle ispirate da Marx anche se in rapporto fecondo con il suo pensiero. Giulio Preti, uno dei principali filosofi italiani del Novecento, è forse il più eminente rappresentante di questa corrente, aperta a un confronto serrato anche con concezioni della prassi completamente estranee al marxismo, come quella di John Dewey. Obiettivo di questo volume è mettere a fuoco questa situazione, delineando un quadro della filosofia italiana della seconda metà del XX secolo assai più ricco ed articolato di quello consegnato dalle interpretazioni correnti. -
Ope ingenii. Esperienze di critica testuale
Sono qui selezionate e classificate alcune esperienze di critica testuale. Analizzate a fondo e 'messe sotto pressione', esse costituiscono un ideale museo di emendamenti grazie ai quali alcuni importanti testi greci e latini sono stati nel tempo depurati da corruttele e criptocorruttele. Al lettore è proposto un campionario di intelligenza critica dove si fanno ammirare i più istruttivi interventi di alcuni filologi classici, antichi e moderni. Un museo da ammirare, dunque, ma anche una palestra in cui si fa scuola di filologia. La procedura è quella empirica, secondo cui si impara a fare vedendo fare. Da un esempio, anzi da una serie di correzioni magistrali, si può estrarre un metodo. E alla fine metodo apparirà essere proprio la via già una volta percorsa. -
I discorsi di Nicolò Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio (1584)
Negli anni Ottanta del Cinquecento a Londra vengono pubblicate alcune delle opere più significative di Machiavelli con la falsa indicazione ""In Palermo, Appresso gli heredi d'Antoniello degli Antonielli"""". È la testimonianza più precisa della forte presenza della cultura italiana nell'Inghilterra rinascimentale e anche della notevole conoscenza della lingua italiana da parte della élite inglese, a cominciare dalla Regina Elisabetta. In occasione delle celebrazioni machiavelliane del 2013 le Edizioni della Normale, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, hanno deciso di ripubblicare l'anastatica dei Discorsi editi da John Wolfe nel 1584, mettendo a disposizione degli studiosi uno strumento prezioso per comprendere aspetti importanti delle relazioni culturali e politiche tra Italia e Inghilterra nel Rinascimento."" -
Forme del legno. Intagli e tarsie fra Gotico e Rinascimento. Ediz. illustrata
Il volume, ampiamente illustrato a colori, deriva da un incontro di studio organizzato in Normale, con l'intento di accostare due momenti cruciali nelle arti del legno: la tarsia prospettica, che Chastel mise al centro dell'arte del Quattrocento, e l'intaglio, che trovò grande sviluppo fra l'età tardo-gotica e il Cinquecento classicista, con profonde articolazioni regionali. I saggi riguardano alcuni protagonisti di quelle vicende (il senese Antonio Barili; i fiorentini Giuliano da Maiano, Baccio d'Agnolo, Battista del Tasso; l'itinerante Giovanni da Verona; il bergamasco Capoferri, collaboratore di Lorenzo Lotto); singoli 'monumenti' (a Orvieto, Loreto, Staffarda, San Romano a Lucca); situazioni territoriali di particolare rilievo (da Mantova a Parma, dall'Umbria all'arco alpino occidentale). -
Universals in ancient philosophy
The problem of universals is one of the crucial problems of contemporary philosophy in such areas as ontology, philosophy of language and epistemology. Are there general entities? Or is the world only populated by individuals, and universals are just concepts? What role does generality play in science? What is the relationship between general terms and the world? It is not always acknowledged that such questions have been at the centre of philosophical investigation since antiquity and that ancient philosophers have come up with a range of interesting and stimulating answers. This volume reconstructs the debate on universals in ancient thought, covering a period of about a thousand years, from the Sophists to the late Neoplatonists. Besides offering contributions on Plato, Aristotle, Hellenistic philosophers and Neoplatonism, the volume also deals with some lesser known aspects of Greek thought such as ancient medicine and mathematics. -
Machiavelli, Guicciardini, le idee religiose del Cinquecento
Delio Cantimori, uno dei più importanti studiosi di storia del XX secolo, dedicò negli ultimi anni della sua vita particolare attenzione a Niccolò Machiavelli offrendone una interpretazione assai originale che ha profondamente influenzato gli studi successivi. In modo particolare Cantimori, nelle sue pagine, insiste sull'importanza della religione nella riflessione del Segretario fiorentino, sottolineando la sua funzione quale vincolo originario di una civiltà e, di conseguenza, il limite di quelle interpretazioni che la riducono a puro instrumentum regni. In occasione del V centenario del ""Principe"""", le Edizioni della Normale hanno deciso di ristampare queste pagine insieme a quelle, coeve, su Guicciardini e la vita religiosa del Cinquecento. Il volume è accompagnato da una postfazione di Adriano Prosperi che illumina il significato di questi scritti nell'itinerario intellettuale e storiografico di Delio Cantimori."" -
Contro il libero pensiero
Non tutti sanno che l’autore dei Viaggi di Gulliver fu uno straordinario polemista e che, in questa sua attività, mise la sua penna al servizio del partito conservatore. Queste pagine sono una spettacolare conferma delle capacità critiche e della abilità stilistica che Swift dispiegò svolgendo questa parte, tanto importante quanto spesso sottovalutata, della sua attività. In questo godibilissimo pamphlet se la prende, senza fargli alcuno sconto, con Anthony Collins, mettendo alla berlina, attraverso di lui, temi e motivi significativi del ‘libero pensiero’ e prendendo posizione su alcuni punti centrali del dibattito politico e culturale del Settecento inglese. Il testo è curato da Rosanna Camerlingo che vi premette una vivace e acuta introduzione. -
Emporium II. Parole e figure tra il 1895 e il 1964
In questo volume, frutto di un convegno di studi svoltosi alla Scuola Normale, è analizzato lo spazio dedicato dalla rivista Emporium alla pubblicità mostrando l'estensione e l'importanza dei collaboratori a questo speciale settore della sua attività, e l'apertura internazionale che la distingue con un'impronta fortemente interdisciplinare. Il lettore potrà così constatare il rapporto della rivista con sfere fondamentali della cultura contemporanea dall'arte all'architettura, dalla letteratura alla fotografia all'illustrazione -, individuandone anche la complessità dei rapporti con il fascismo. -
Valentino Gentile e il dissenso religioso nel Cinquecento. Dalla Riforma italiana al radicalismo europeo
Nel Cinquecento si impongono nuove concezioni delle libertà e nuovi modi di concepire il mondo indipendenti dalla divinità. Sono concezioni, e pratiche, che hanno avuto un'incidenza decisiva nel lungo e contrastato percorso che porta alla Rivoluzione scientifica, all'Illuminismo e alle rivoluzioni politiche del Sei-Settecento. In questa storia ha avuto una funzione decisiva il movimento degli eretici italiani del Cinquecento al quale Delio Cantimori nel 1939 dedicò il suo fondamentale lavoro. Rifacendosi a questa lezione, che ha ormai il valore di un classico, il volume esamina il radicalismo religioso in Italia e ne segue la circolazione europea, concentrando l'obiettivo su uno dei protagonisti più interessanti ma meno noti: Valentino Gentile. -
Leibniz e la crittografia
Come è noto, Leibniz fu un ‘genio universale’, capace di interessarsi di argomenti diversissimi lasciando su ciascuno di essi un’orma assai profonda. Tra l’altro si interessò di un tema poi diventato centrale, specie nel mondo contemporaneo, come la crittografia scrivendo su di essa pagine che ancora oggi appaiono, oltre che suggestive, estremamente interessanti. Nicholas Rescher, uno dei principali studiosi di Leibniz, ha dedicato a questo argomento un testo importante che per la prima volta ricostruisce la macchina cifratrice progettata da Leibniz. Il volume, accompagnato da una premessa di Massimo Mugnai, arricchisce ulteriormente l’immagine di un autore che, come tutti i classici, continua a parlare anche al nostro tempo -
Sommario di istorica
Johann G. Droysen, uno dei maggiori storici tedeschi del XIX secolo, ha accompagnato al suo lavoro una profonda riflessione sui metodi e i principi della storia di cui un frutto importante è questo Sommario di istorica. Esso fu presentato per la prima volta alla cultura italiana da Delio Cantimori che lo tradusse facendone oggetto di due memorabili seminari tenuti alla Scuola Normale Superiore di Pisa negli anni 1940-41 e 1941-42. Questo testo eccezionale viene ora riproposto a cura di Giovanni Bonacina che, oltre a rivedere la classica traduzione di Cantimori, vi premette una illuminante introduzione. -
Togliatti e Gramsci. Raffronti
Togliatti e Gramsci sono stati due dei principali protagonisti della storia del Partito comunista italiano e in generale della politica e della cultura italiana del XX secolo. Dopo un lungo periodo nel quale i loro rapporti, ad opera anzitutto di Togliatti, sono stati presentati in termini essenzialmente agiografici, oggi cominciano ad apparire evidenti le differenze e anche i conflitti che li animarono in anni di fuoco e di battaglia e che trovano ormai un riscontro preciso, oltre che nelle lettere di Gramsci, nei documenti che si stanno rinvenendo negli archivi sia italiani che russi. Giuseppe Vacca, impegnato da anni in questo tipo di ricerche, riesamina questo bruciante argomento con nuovi documenti e considerazioni critiche originali. Il volume comprende anche la conferenza tenuta da Palmiro Togliatti alla Scuola Normale Superiore di Pisa il 10 marzo 1946. -
La filosofia di Marx
Uno dei momenti fondamentali della fortuna di Marx in Italia è senza alcun dubbio questa opera giovanile di Giovanni Gentile, La filosofia di Marx, pubblicata per la prima volta nel 1899 e apprezzata anche, come lo stesso Gentile si compiacque di notare, da Lenin. Si tratta di un testo decisivo sia perché contiene in nuce alcune delle cellule originarie di tutta la filosofia gentiliana, sia per la vastissima incidenza che ha avuto sulla cultura filosofica italiana e in modo speciale sul nostro marxismo, da Rodolfo Mondolfo ad Antonio Gramsci. Il testo viene ripresentato con la premessa di un giovane studioso, Jonathan Salina. -
Tarsie
"Tarsie"""" uscì in un anno difficile, il 1942. Fu il primo vero saggio di Francesco Arcangeli (1915-1974), protagonista della critica e della storiografia artistica in Italia. Scritto in poche settimane, questo breve libro resta un punto decisivo della sua maturazione. La scelta del tema risaliva però ad Emilio Cecchi, che lo mise fra i primi numeri dei suoi """"Quaderni d'arte"""", anche se furono Anna Banti e Roberto Longhi ad indirizzarlo verso il ventisettenne bolognese. Assieme all'insegnamento di Longhi, si rivelano in Tarsie le forti radici letterarie di Arcangeli: base buona anche per l'intesa epistolare con Cecchi. Dalle lettere scambiate allora, che sono al centro della Postfazione, affiora un'attenzione particolare per la 'forma' del libro, il senso della 'collana', l'efficacia critica delle fotografie. Oltre ad aprire squarci importanti sulla storia dell'editoria d'arte e sul suo pubblico, queste lettere ci danno inaspettate anticipazioni delle scelte di Arcangeli negli anni successivi."