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Arsenio Frugoni Arnaldo da Brescia, Giovanni Miccoli Fra Dolcino
Nel Novecento Arsenio Frugoni e Giovanni Miccoli sono stati due dei maggiori conoscitori del Medioevo su cui hanno pubblicato lavori che oggi si presentano con la fermezza e il tono dei classici. Fra essi spiccano questi studi su due grandi figure di riformatori religiosi, entrambi in opposizione frontale alla Chiesa ufficiale e alle sue gerarchie, ma anche ai poteri 'laici' per le vaste implicazioni sociali delle loro dottrine. Stanno qui i semi di posizioni destinate a una larga fortuna nel mondo moderno e anche contemporaneo, fino ad appassionare pensatori socialisti come Antonio Labriola che a fra Dolcino dedicò pagine memorabili. Questo volume si propone di mostrare come fra Medioevo e mondo moderno si siano variamente intrecciati, talvolta in modo tragico e anche a prezzo della vita, progetti di riforma religiosa e aspirazioni al rinnovamento politico e sociale. -
Il mito della cristianità
Fra i più autorevoli storici italiani della seconda metà del Novecento, Giovanni Miccoli ha contribuito con una lunga e profonda indagine a una rinnovata interpretazione della funzione e del significato del cristianesimo nel mondo moderno e contemporaneo. Questo saggio è uno dei momenti centrali di tale ricerca e rappresenta il coronamento di una lunga stagione di studi, iniziata alla fine degli anni Sessanta. Esso si propone - e lo sottolinea Daniele Menozzi - di mostrare come il richiamo al mito della cristianità medievale sia servito per formare gli orientamenti politici e sociali del mondo cattolico a tutti i livelli: nelle istanze gerarchiche, come sul piano politico e culturale, dall'età della reazione alla Rivoluzione francese fino al Concilio Vaticano II. -
Oroscopo di Francesco Guicciardini
Uno dei maggiori contributi degli studi rinascimentali nel XX secolo è stata la scoperta dell’importanza della magia, dell’alchimia, dell’astrologia, che nei secoli precedenti o sono inabissate dall’Illuminismo, oppure vengono ridotte a pure superstizioni, residui del passato, senza alcun valore critico.rnGrazie al lavoro di insigni studiosi, come Burdach, Warburg, Garin, Yates, è ormai acquisita l’importanza che queste tematiche hanno avuto nell’età umanistica e rinascimentale, anche in autori a prima vista lontani o estranei alla astrologia o alla magia, come conferma questo Oroscopo di Francesco Guicciardini, opera di Ramberto Malatesta. Nel leggere queste pagine – tipiche della ‘scienza’ umanistica – chi abbia presenti i Ricordi può rimanere stupito, ma sbaglierebbe: l’astrologia è una chiave di accesso fondamentale per comprendere la ricchezza e la complessità dell’epoca umanistica e le sue differenze dalla ‘modernità’, alla quale pure è connessa da una molteplicità di fili. La storia – anche quella del pensiero filosofico e scientifico – è interessante proprio per la sua imprevedibilità. -
Le epistole. Libro 1°
Orazio nelle Epistole dichiara di voler abbandonare gli scherzi della giovinezza per concentrarsi sulle riflessioni morali che potranno essergli utili in una vecchiaia percepita ormai come imminente. Ritiratosi, dunque, in una dimensione di ricerca interiore, abbandona i metri lirici e torna all'esametro, il verso con cui aveva esordito al tempo delle Satire; e scrive lettere a destinatari illustri, come Mecenate o il futuro imperatore Tiberio, oppure meno noti, come il suo fattore o giovani amici intraprendenti. Il risultato è una forma letteraria, quella dell'epistola in versi - del tutto nuova nell'antichità - destinata a grande fortuna fino all'età moderna. Essa serve a Orazio per ripensare la propria esperienza personale (anche di poeta), affrontare importanti temi filosofici, concedersi riflessioni acutissime sui beni e i mali del mondo e dell'animo. -
Lo stile e l'uomo. Quattro epistole letterarie di Seneca (Sen, epist. 114; 40; 100; 84)
Nella raccolta delle Epistulae ad Lucilium Seneca riflette a più riprese su questioni di natura letteraria: la corruzione dell'eloquenza, i caratteri dello stile filosofico, la funzione dell'imitazionernrnLo sguardo filosofico con cui affronta tali tematiche gli consente di giungere a idee nuove e originali rispetto al contemporaneo dibattito retorico. Dietro il modo di parlare o di scrivere, e dietro lo stile, Seneca vede l'uomo: l'istanza etica e l'interesse prevalente per la dimensione morale e umana sono la marca peculiare del suo approccio alla questione dello stile. Attraverso lo studio e il commento puntuale delle quattro epistole più significative della raccolta - che trattano di questioni stilistiche e letterarie - il presente volume contribuisce alla definizione del pensiero di Seneca su questa importante materia. -
Sofocle per il teatro. Vol. 1: Elettra e Filottete tradotti per la scena.
Primo di due volumi, questo libro raccoglie le traduzioni dei drammi di Sofocle messi in scena dal Gruppo Teatrale della Scuola Normale tra il 2014 e il 2015 (""Elettra e Filottete""""). Attori, traduttori e registi hanno lavorato insieme per dare a Sofocle una nuova voce pensata per la scena, ma capace di mantenere il rigore della migliore tradizione di studi della Normale. Il progetto si rivolge contemporaneamente a due diverse categorie di lettori: """"practitioners"""" di ogni livello (da allievi delle scuole secondarie fino a compagnie teatrali professionistiche), e studiosi della performance e della fortuna dei testi antichi."" -
Dal frammento al trattato. Gino Severini: trascrizioni, ricette e note tecniche, progetti di opere
Negli anni in cui scrive il trattato ""Du cubisme au classicisme"""", uscito nel 1921, Gino Severini inizia una riflessione profonda e uno studio attento sulle tecniche artistiche, raccogliendo le sue osservazioni in numerosi quaderni e taccuini. Questi documentano l'elaborazione pratica e concettuale di un gruppo di nature morte, seguite in tutte le fasi dell'esecuzione: la preparazione delle tele, la miscela dei colori impiegati, la composizione-impianto geometrico, il calcolo degli effetti di giustapposizione dei colori fino alle osservazioni sull'equilibrio d'insieme elaborate a posteriori. I quaderni, densi di inserti e ritagli, e arricchiti da trascrizioni da altre letture, con ricette o note tecniche, condensano il significato che ha il mestiere per un pittore formatosi durante il primo decennio del secolo, e sempre intento a imparare, con una tendenza spiccata all'autonormatività. Essi rivelano l'interazione fra un approccio sperimentale alla materia e un'attitudine all'ordine e alla geometria."" -
Il Libro discepoli e pigione del tintore Giunta di Nardo Rucellai (Firenze, 1341-46). Ediz. critica
Il ""Libro discepoli e pigione (1341-46)"""", conservato nell'Archivio Salviati della Scuola Normale Superiore, è la più vecchia contabilità salariale di una bottega fiorentina mai ritrovata e l'unica per il periodo anteriore alla Peste del 1348. Tenuto dalla tintoria di Giunta di Nardo Rucellai, imprenditore e figura di rilievo nella Firenze di quegli anni, il registro costituisce una testimonianza preziosa per la storia del lavoro salariato in una delle principali città tessili dell'Europa medievale. Dietro la forma, a prima vista inestricabile, della scrittura contabile, il """"Libro discepoli e pigione"""" contribuisce a far conoscere la vita lavorativa (e non solo) di una categoria di uomini generalmente anonimi: gli operai salariati."" -
Idealismo
Negli ultimi tempi si è riacceso un forte interesse per l'idealismo e anche per il neoidealismo italiano di Croce e di Gentile, che viene ora studiato distanziandosi da antichi pregiudizi ideologici. Questo libro di Jonathan Salina ha due obiettivi: mostrare la fortuna dell'idealismo nella filosofia occidentale; mettere a fuoco il significato e la presenza delle posizioni idealistiche nell'ambito del dibattito filosofico contemporaneo. -
De Christiana religione
Il «De Christiana religione» è un testo importante per molti motivi: è la prima opera personale resa pubblica a stampa da Ficino, sia nel testo volgare che in quello latino; intende rivolgersi a un pubblico più vasto dei 'litterati' o dei sodali dell'Accademia; esprime con notevole chiarezza le idee religiose dell'autore e la sua concezione della 'pia philosophia', destinata ad avere larga influenza sulla cultura europea del Quattrocento e del Cinquecento. Nonostante il grande lavoro di insigni studiosi, come Cesare Vasoli che ne illustrò con sapienza le fonti, mancava però una edizione critica che consentisse anche di entrare nell'officina di Ficino. È il compito che si è assunto Guido Bartolucci, dando un contributo importante agli studi sulla cultura filosofica del Rinascimento. -
Sofocle per il teatro. Vol. 2: Edipo re e Aiace tradotti per la scena.
Secondo di due volumi, questo libro raccoglie le traduzioni dei drammi di Sofocle messi in scena dal Gruppo Teatrale della Scuola Normale tra il 2016 e il 2017 («Edipo Re» e «Aiace»). Attori, traduttori e registi hanno lavorato insieme per dare a Sofocle una nuova voce - una voce pensata per la scena, ma che mantiene il rigore della migliore tradizione di studi della Normale. Il progetto si rivolge contemporaneamente a due diverse categorie di lettori: ""practitioners"""" di ogni livello (da allievi delle scuole secondarie fino a compagnie teatrali professionistiche), e studiosi della performance e della fortuna dei testi antichi."" -
Umanisti artisti scienziati. Studi sul Rinascimento italiano
Ultimo libro pubblicato da Eugenio Garin sull'Umanesimo e il Rinascimento, Umanisti artisti scienziati colpisce per la novità con cui sono ripensati i tratti fondamentali dell'epoca alla quale aveva dedicato studi che si sono imposti sia in Italia che nel mondo. Alla base del volume sono i rapporti tra umanisti e scienziati, e l'individuazione delle radici umanistiche della Rivoluzione scientifica moderna. Nel libro si stagliano le pagine su Galileo, nelle quali Garin si interroga sulle ragioni che hanno bloccato in Italia lo sviluppo del rinnovamento avviato dagli umanisti, e - proprio alla luce della vicenda di Galileo - le identifica nella presenza e nell'azione della Chiesa romana che spezza nel nostro paese il rapporto tra «scienza» e «vita» avviandolo a una lunga decadenza. Prefazione Michele Ciliberto. -
Voluptas. La filosofia del piacere nel giovane Marsilio Ficino (1457-1469)
Il volume di Ebgi presenta un'analisi organica del giovanile progetto ficiniano, gettando luce su uno dei più significativi e sorprendenti capitoli della filosofia umanistica.Gli insegnamenti di Epicuro, insieme alla lezione di Lucrezio, suscitarono un profondo interesse nel giovane Ficino, influenzando in modo originale la sua concezione della 'voluptas'. Esteso alle opere di Platone e di Aristotele, è un interesse visibile nei testi risalenti alla prima fase del suo pensiero e nel progetto di una ""filosofia del piacere"""" da cui poi Ficino si distaccò. Ma esso attraversa tutta la sua riflessione, come conferma il fatto che nel settembre del 1497 egli abbia ristampato, per i tipi di Aldo Manuzio, il «De voluptate» composto alla fine del '57 quando aveva 24 anni, a conclusione di un volume che comprende alcune delle sue più importanti """"traduzioni""""."" -
Pro Ligario-Pro Marcello-Pro rege Deiotaro (Orazioni cesariane). Volgarizzamento di Brunetto Latini
Il testo critico, fondato sull'intero testimoniale, è accompagnato da un ampio e puntuale commento che, oltre a fornire un supporto al lettore per le questioni interpretative, offre annotazioni di natura storica, linguistica ed ecdotica, con particolare interesse per i problemi e le difficoltà della traduzione. Il volume è chiuso da un glossario, pressoché integrale, e dagli indici.Il volgarizzamento a opera di Brunetto Latini delle tre orazioni cosiddette «Cesariane» (Pro Marcello, Pro Ligario, Pro rege Deiotaro), pronunciate da Cicerone tra il settembre del 46 a.C. e il novembre dell'anno seguente, ebbe fin da subito ampia fortuna, tanto che risulta tràdito da un gran numero di codici, databili per lo più fra Tre e Quattrocento. I motivi di interesse del volgarizzamento sono molteplici: sotto il profilo stilistico e linguistico, innanzitutto, poiché l'opera costituisce un mirabile esempio di prosa d'arte, con Brunetto che plasma il volgare fino a competere per rigore e raffinatezza con l'originale ciceroniano, così che la sua lingua acquista, come ricordava Cesare Segre, «una forza interiore piena di fermenti»; ma anche dal punto di vista culturale, dal momento che la traduzione delle tre orazioni si origina e trova giustificazione nel mutato contesto comunale fiorentino, nel quale del resto, proprio a partire da quegli anni, si assisterà all'affermarsi della grande stagione dei volgarizzamenti dei classici. Nell'Introduzione ai testi si passa in rassegna la fortuna del volgarizzamento, indagando gli ambienti culturali in cui fu letto e copiato, per poi affrontare le questioni legate all'attribuzione e alla datazione dell'opera. Nei capitoli successivi, dopo aver presentato un approfondito esame della tradizione latina nel tentativo di individuare la fisionomia dell'examplar di traduzione utilizzato da Brunetto, si analizzano nel dettaglio le tecniche traduttive messe in campo dal notaio fiorentino. La Nota al testo offre le schede codicologiche, provviste di tavole del contenuto, di tutti gli oltre trenta codici del volgarizzamento, e cerca di far luce sull'intricata tradizione, proponendo una razionalizzazione dei rapporti fra i testimoni. -
Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre). Offerte di armi dal santuario urbano di Punta Stilo
Scavi vecchi e nuovi, da Paolo Orsi a oggi, hanno restituito 185 armi dedicate nel santuario di Punta Stilo: armi di bronzo, di ferro e di terracotta, datate tra il IX-VIII e il III sec. a.C. Il numero non è modesto nel panorama noto per l'Occidente greco e per giunta sottostimato perché le tracce di esemplari non più leggibili sono numerose. Lo studio, condotto secondo quattro linee di ricerca portanti - quantitativa, tipologica, contestuale e rituale -, ha permesso di individuare casi di peculiarità, di coincidenza o di differenza formale rispetto ad armi rinvenute nella Grecia propria e in Italia meridionale. La disamina dei contesti di rinvenimento e la lettura dei possibili rituali d'offerta hanno contribuito poi ad arricchire e ad articolare il quadro di conoscenza del santuario già reso noto nei precedenti volumi di questa stessa serie (Kaulonía, Caulonia, Stilida (e oltre), I-IV, 2001-2017). -
Speciale Normale. Gli anni di Pandora
Premi Nobel, medaglie, presidenze... La Scuola Normale Superiore di Pisa è uno degli atenei più prestigiosi e importanti d'Europa. Ma che cosa si nasconde dietro questa alta reputazione? È un caso per Misterius, il programma creato da Leo Ortolani per indagare i misteri della scienza. Scopriamo così che la Normale è stata fondata perché Napoleone non sapeva come ordinare al bar, che il Direttore della Scuola vive in un armadietto e che il mondo è vittima di un temibile complotto ordito da una potentissima quanto insospettabile lobby... Leo Ortolani (Pisa, 1967), inventore di Rat-man e autore di punta del progetto Comics&Science, approda alla Normale di Pisa per raccontarla con l'ironia e la sagacia per cui è noto. Ne nasce un affresco dolce e divertente, che si mescola alle testimonianze di allievi, ex allievi, docenti e Direttori. Un'immagine inedita della Scuola Normale, che senza dimenticarne il glorioso passato la proietta verso un futuro entusiasmante. -
Scritti sull'Islam
Degradate dall’uso politico e appiattite sul presente, parole come Islam e Califfato sembrano aver perduto per sempre la loro profondità storica. Più sono pronunciate o condannate, brandite o temute, meno sono comprese. Ci vengono ora in soccorso dal passato questi dieci saggi di uno dei maggiori semitisti italiani del Novecento (e uno dei pochissimi professori che rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo). Che trattino delle origini della civiltà islamica o della figura di Maometto, della diffusione del panislamismo o della nascita del nazionalismo arabo, in ognuno di essi Giorgio Levi Della Vida (Venezia 1886-Roma 1967) non solo mette la sua sconfinata erudizione al servizio dell’alta divulgazione, ma dimostra come nel passato si possano rintracciare tanto le cause del presente quanto le premesse del futuro -
La virtù eloquente. La «civil conversazione» nel Rinascimento
Hegel nelle ""Lezioni di storia della filosofia"""" guarda a Socrate e ai suoi interlocutori nei testi di Platone come a «figure plastiche della conversazione». Parole in azione: negazione della «melanconica morale». Coincidenza di conversazione e filosofia. Come ribadiscono i suoi teorici, la «civil conversatione» è essenzialmente «lingua» e «costumi» e ridefinisce, quindi, il soggetto come linguaggio e come essere morale, armonia e corrispondenza etica ed estetica di parole e azioni. Dunque, se la civilitas, la «buona creanza», lamentava Erasmo, è regione trascurata della filosofia, regione «umile» di una virtù eloquente, essa postula del pari la coincidenza di buone qualità e belle maniere: «abito della virtù». Se ne ricorderà Kant. Progetto anche ideologico, congiunge nella «dignità del moderno» ideali educativi, architettonici, linguistici ed estetici. La retorica della conversazione diviene così retorica della ragion pratica, tra natura e storia."" -
Leggere la mente degli eroi. Ettore, Achille e Zeus nell'Iliade
Ettore arrogante e sfrontato. Ettore ingannato dagli dèi. Achille eroe orgoglioso. Achille traditore dei Greci. Zeus divinità impassibile. Zeus divinità sofferente. rnIl narratore dell'Iliade non ci offre una soluzione per capire la complessità morale dei suoi personaggi. Tocca a noi 'leggere la mente' degli eroi e degli dèi, immaginare le loro motivazioni (non sempre esplicitate), ricordare i dettagli narrativi, le minacce e le promesse reciproche come e più di quanto essi sappiano e intendano fare. E per farlo dobbiamo anche capire come i Greci antichi leggevano quel testo. -
Mereology in Medieval logic and metaphysics. Proceedings of the 21st European symposium of Medieval logic and semantics
Coniato nel XX secolo dal logico polacco Stanislaw Les'niewski, il termine 'mereologia' indica la logica della relazione parte-tutto. Durante il Medioevo nessun filosofo sviluppa una vera e propria teoria mereologica, tuttavia molti filosofi e teologi riflettono sulle nozioni di parte e di tutto e sulla loro relazione, da prospettive molto diverse. Le discussioni riguardano soprattutto la logica e la metafisica, ma hanno anche importanti implicazioni per la teologia. Il presente volume raccoglie dodici saggi che offrono un contributo originale agli studi sulla mereologia medievale attraverso un attento esame delle nozioni di parte e di tutto in una vasta gamma di autori dallSinishaAntichità alla fine del XIV secolo.