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Faber in fabula. Casi di intertestualità artistica nella letteratura italiana
Il volume raccoglie ventuno saggi scritti da studiosi di diverse università europee che in occasione del XX convegno AIPI, organizzato da Peter Kuon e dai suoi colleghi di Salisburgo, dal 5 all'8 settembre del 2012, su ""L'Italia e le arti. Lingua e letteratura a dialogo con arte, musica e spettacolo"""", hanno scelto le sezioni """"Pittura e letteratura dalle origini al Novecento"""" e """"Oggetti d'arte, fotografie e architettura nella letteratura italiana"""", coordinate rispettivamente da Franco Musarra e da Ulla Musarra-Schroder. I contributi escono ora riuniti in un solo volume, come era l'intenzione iniziale dei due curatori. Nei vari saggi si studiano campi e modalità del dialogo tra letteratura e arti figurative, dalla pittura alla fotografia, all'architettura, alla scultura e all'illustrazione. Molti contributi analizzano le interferenze artistiche nelle opere narrative e poetiche di noti scrittori e poeti italiani, altri sono incentrati su testi letterari e artistici forse meno conosciuti, altri infine trattano tematiche più generali dalla storia letteraria al pensiero critico filosofico e all'editoria. Nell'insieme del volume si possono distinguere vari orientamenti critici e metodologici, tematici, strutturali, stilistici e ispirati alla filosofia e alla semiotica. I curatori hanno conservato, per quanto possibile, la diversità di stile e di genere d'approccio dei partecipanti, rispettando così la vivacità e la spontaneità dell'incontro a Salisburgo."" -
Poesia sulla poesia. La «Vita Nova»: una scuola d'amore «novissimo»
Dopo l'edizione in lingua tedesca esce in Italia lo studio sulla ""Vita Nova"""" di Dante di Winfried Wehle. La """"Vita Nova"""" è la prima opera di sicura attribuzione a Dante, presumibilmente allestita tra il 1292 e il 1293 anche se lo stesso Alighieri parla già di una stesura di alcuni testi databile intorno al 1283. Certamente si tratta di un'opera dalla gestazione lunga riunita sotto il titolo di """"Vita Nova"""" a partire dal 1290, anno della morte di Beatrice. Lo studioso tedesco, tra i maggiori dantisti viventi, propone una lettura assai innovativa dell'opera dell'Alighieri, da lui considerata dal principio alla fine, un libro dell'amor cortese. Wehle, necessariamente, sia dal punto di vista storico che da quello poetologico, vuole svincolare innanzitutto la """"Vita Nova"""" dalla """"Divina Commedia"""" e analizzarla in base alla sua particolare costituzione storica e letteraria. È quindi un'opera di poesia, ma è al contempo poesia sulla poesia - poetica e metapoetica in uno. Pur mostrandosi perfettamente inserita nella tradizione del suo tempo, la sovrasta, con l'esibizione di un'ardita, addirittura azzardata modernità contemporanea."" -
Cultura e politica nell'America italiana
Questa antologia presenta otto densi saggi definibili, in senso ampio, di critica letteraria - ma i loro autori costituiscono la punta di diamante di un più ampio impegno politico-culturale di quel mondo americano di origine italiana che sfiora ormai i venti milioni di persone. Un mondo che, attraverso la sua letteratura, ha prodotto nei decenni un ricco patrimonio di pensiero critico sia sulla società ospitante che sulla propria comunità d'origine. I temi trattati in questi saggi abbracciano infatti l'intera esperienza italiana in America: dal difficile inserimento in una cultura dominante spesso ostile ai conflitti inter-etnici, dai rapporti di classe alle relazioni di genere e ai conflitti inter-generazionali, dalla difesa (e spesso la perdita) della lingua madre al grande progetto politico-culturale di una rifondazione dell'identità italiana/americana su basi nuove, in grado di dialogare con - e perfino in alcuni casi di egemonizzare - la società ospitante. C'è insomma più politica in questi saggi di critica letteraria, più materiale politico (esperienze, riflessioni, analisi, proposte) che in tutte le (poche) pubblicazioni accademiche sulla ""politica italo-americana"""". Essi delineano, talvolta al di là delle stesse intenzioni soggettive degli autori, un vero e proprio """"manifesto politico"""" dell'America italiana. Un libro di grande attualità anche per il pubblico italiano alle prese con la trasformazione multietnica del nostro paese."" -
Conflitti culturali a Venezia dalla prima età moderna ad oggi
"Fin dall'antichità la storia della cultura europea è stata dominata da polemiche intorno alla lingua, all'arte, alla letteratura, alla religione e alla morale. Oltre alla Francia, Venezia è, fin dal Rinascimento, sede privilegiata per questi conflitti estetici, letterari, politici e sociali. Solo per citarne alcuni, a mero titolo di esempio, basti ricordare la polemica sulla parità dei sessi nel tardo Rinascimento, con i testi di Lucrezia Marinella, Moderata Fonte ed Arcangela Tarabotti o la controversia teatrale tra Carlo Goldoni e Carlo Gozzi o anche quella tra lo stesso Gozzi e Pietro Chiari sul romanzo nel XVIII secolo, o, quella sul melodramma, fino ad arrivare a dispute che hanno coinvolto istituzioni contemporanee come la Biennale. Dai contributi di questo volume, che raccoglie gli atti del convegno internazionale che si è svolto a Venezia dal 16 al 18 maggio 2013, l'esempio di Venezia verrà dunque analizzato come modello per chiarire il problema fondamentale del processo di genesi di norme e regole sociali, religiose, estetiche e morali attraverso l'interazione tra le arti, la letteratura e la società. La prospettiva storica sarà la chiave necessaria anche per cercare di comprendere processi che si sono sviluppati ai giorni nostri, quindi ora particolarmente attuali, di conflitti culturali e sociali."""" (dall'introduzione di Rotraud von Kulessa)" -
Un mondo fuori chiave. Il fantastico in Pirandello
L'intento di questo lavoro è quello di presentare una disamina ampia e complessiva del fantastico in Pirandello. Si è scelto di esaminare le opere più rappresentative del fantastico dell'autore, dalle poesie giovanili al suo ultimo dramma, ""I giganti della montagna"""", sature dei motivi del meraviglioso, del magico, dello spiritismo, del perturbante, del sogno, del doppio, della follia. L'arte pirandelliana non ha ignorato nessun ingrediente del fantastico. In modo tutto particolare essa si ispira a un fantastico umoristico che presenta tante diramazioni e tante novità. L'originalità di Pirandello consiste persino nell'abilità di riscrivere vecchi argomenti della letteratura fantastica, temi, luoghi comuni, canoni, ecc., con uno approccio tutto nuovo, ricco di alta poesia; ecco perché l'autore viene considerato un maestro anche da grandi scrittori del postmoderno fantastico (Landolfi, Buzzati, Borges, Tabucchi ecc.). Il carattere postmoderno di Pirandello sviluppa un discorso metafantastico che si ramifica in tante direzioni - nello sperimentalismo avanguardistico dei mezzi della scrittura e della poetica del personaggio, nella commistione e ricerca di nuovi linguaggi - arrivando a realizzare opere in cui tutti i personaggi si trovano a viaggiare in una foresta di misteri."" -
Roma pagana e Roma cristiana nel Rinascimento. Atti del XXIV Convegno Internazionale (Chianciano Terme-Pienza 19-21 luglio 2012)
Il volume raccoglie gli Atti del XXIV Convegno Internazionale organizzato dell'Istituto di studi Umanistici Francesco Petrarca che si è svolto a Chianciano e Pienza dal 19 al 21 luglio 2012. Tema del congresso e degli atti, ""Roma pagana e Roma cristiana nel Rinascimento""""; un argomento ampio e affascinante che gli importanti letterati e storici intervenuti alla tre giorni di studi hanno trattato da diverse angolazioni, ognuna delle quali corrisponde a una sezione del volume: letteratura, storia dell'arte, filosofia, pensiero politico. Oscurata per lungo tempo da Firenze - città-faro in ambito politico, culturale, artistico dal Medioevo - nel corso del Rinascimento la città eterna torna a essere una fonte di ispirazione per le nuove generazioni di letterati, filosofi, artisti e giuristi. È in questo periodo, infatti, che rinascono in modo diffuso l'interesse e l'ammirazione per le antichità romane e le spoglie dell'antico impero diventano un modello nell'architettura e nelle arti figurative nonché oggetto di molte composizioni poetiche, sia italiane che straniere."" -
An etymological dictionary for reading Dante's «On Monarchy»
Con il ""De Monarchia"""", composto tra il 1312 e il 1313 Dante volle affrontare uno dei temi """"caldi"""" della sua epoca: il rapporto tra il potere laico (rappresentato dall'imperatore) e l'autorità religiosa (rappresentata dal pontefice). Chiara la posizione politica del poeta, ambiguo il perché Dante abbia voluto usare il latino nel suo trattato. In termini di introspezione linguistica la sua risposta così intuitiva porterebbe ad un ricorso al latino in quanto sua lingua madre. Questo, di Osamu Fukushima, è un dizionario etimologico che pone il latino e il greco al centro delle lingue indo-europee; su queste si fondano l'italiano, il francese, lo spagnolo, il tedesco e non ultimo l'inglese che sono qui comparati da vari punti di vista etimologici. L'opera è la prima indagine sulla storia, l'origine o l'etimologia delle parole del """"De Monarchia"""" di Dante. Il testo affronta in modo diffuso argomenti grammaticali e sintattici come proprietà linguistiche nominali e pronominali quali persona, genere, numero e caso, proprietà linguistiche verbali come tempo, aspetto, modo e voce ed elementi sintattici come causativi, conversioni, un accusativo con un infinito e costruzioni impersonali."" -
La parola e la sua rappresentazione
"Nell'ambito del XX Congresso AIPI tenutosi a Salisburgo nel settembre 2012 sul tema L'Italia e le arti, la sezione La parola e la sua rappresentazione, coordinata da Rosa Maria Grillo e Sebastiano Martelli, ha tentato di rispondere all'esplicito invito degli organizzatori ad ispirarsi al genius loci, in questo caso così prepotentemente presente nell'immaginario italiano: trattandosi di Salisburgo, città d'arte, di musica e, con i suoi grandi festival internazionali, di spettacolo, si è organizzata la sessione privilegiando i rapporti dei letterati - la Parola - con artisti di altri ambiti, prima di tutti musicisti, artisti plastici e visivi, registi. Infatti è stato possibile tracciare una serie di coordinate che collegano la Parola, di registro letterario ma non solo, alla sua rappresentazione che inevitabilmente la 'interpreta' e la 'traduce', adattandola all'altro codice... Semplificando e sintetizzando la varietà e la ricchezza dei testi qui raccolti per la pubblicazione, e lamentando l'assenza di alcuni validi contributi che per diversi motivi non ci sono pervenuti, possiamo senz'altro rivendicare un'intrinseca e profonda interdisciplinarità che ha reso possibile un interessante affresco del rapporto tra la Parola e un insieme variegato e irriducibile di segni che la presenta/rappresenta, sostiene, accompagna, glossa, illustra, corregge, chiarisce, traduce e tradisce..."""" (dalla premessa di Sebastiano Martelli e Rosa Marua Grillo)" -
Letteratura e cinema
"Il presente volume nasce dai lavori della sezione """"Letteratura e cinema"""" del XX Congresso dell'Associazione Internazionale Professori d'Italiano (A.I.P.I.), reso possibile dalla collaborazione con il Dipartimento di Romanistica e il Polo Arts and Humanities dell'Università Paris Lodron di Salisburgo e tenutosi presso la stessa università dal 5 all'8 settembre 2012. Si tratta di un volume alquanto composito, caratterizzato da una pluralità di approcci e da una varietà di oggetti di studio che trascende il titolo della sezione in favore del tema generale del convegno, dedicato a """"L'Italia e le arti. Lingua e letteratura a dialogo con arte, musica e spettacolo"""". Dove si noterà subito non tanto l'assenza della parola cinema - assenza di per sé poco significativa e ascrivibile a ragioni di economia lessicale del titolo quanto la necessità di un'ideale collocazione in uno spazio interstiziale, in una zona franca sospesa tra 'arte' e 'spettacolo'. È in questa condizione di apolide che il cinema si è tradizionalmente confrontato con la letteratura, tradizionalmente intesa come più antica e più nobile forma diegetica che, soprattutto nei primi decenni del secolo scorso, ha generosamente dispensato materia raccontabile e auctoritas culturale al nuovo, sciacallesco mezzo espressivo."""" (dall'introduzione di Alberto Bianchi e Dagmar Reichardt)" -
La collaborazione artistica nella letteratura italiana del Novecento
"Nei vari programmi di rivoluzione estetica lanciati dalle cosiddette avanguardie storiche del primo Novecento, un posto di rilievo spetta all'attenzione a nuove forme d'espressione interartistica che in non pochi casi sconfina nell'esigenza di superare le divisioni fra le varie discipline artistiche. L'obiettivo principale di molti movimenti d'avanguardia è di ridefinire in modo radicale le funzioni sociali e culturali dell'arte, generando le condizioni per un'arte al passo con i tempi, capace di dar voce ad inquietudini ed entusiasmi suscitati da una fase di rapida e massiccia modernizzazione che le società occidentali stanno attraversando tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento. Da un tale obiettivo generale quanto ambizioso - deriva la necessità non solo di una tabula rasa espressiva all'interno di singole discipline artistiche, ma anche un'eliminazione e una trasgressione attiva delle rigide distinzioni fra generi e settori artistici. Queste distinzioni sono percepite come il risultato di un'istituzionalizzazione accademica e sociale dell'arte che non solo costringe la creatività artistica nelle paratie stagne delle varie discipline (imponendo per l'appunto una """"disciplina"""" agli artisti), ma che impedisce all'arte anche di dare forma e voce alle complesse implicazioni esperienziali ed antropologiche della modernità trionfante."""" (dall'introduzione di Vart van den Bossche e Sarah Bonciarelli)" -
L' arte della scrittura delle vite. Contesti auto-biografici e autobiografismo nella letteratura italiana
Il volume si propone come spazio di riflessione critica su autobiografia e autobiografismo intorno alla figura e al mito dell'artista. Vi si analizzano narrazioni e testi che nell'arco della storia della letteratura italiana dal Trecento fino alla contemporaneità - progettano, inventano, falsificano, costruiscono, ricostruiscono o decostruiscono un destino artistico. In questo contesto teorico-critico, in Italia e altrove, si inquadrano gli studi intorno alla scrittura auto-biografica, alla rappresentazione letteraria delle vite degli artisti, autobiografie di artisti come narrazione storica e riscrittura della storia ufficiale, su aspetti tematici e modalità stilistiche nella auto-rappresentazione del percorso artistico individuale. sezioni: 1) Figure di artisti - auto-rappresentazioni; 2) Dialoghi auto-biografici tra scrittori; 3) Lo sguardo memoriale delle scrittici del Novecento; 4) Poeti e autobiografismo: esperienze novecentesche. -
«Chi dite che io sia?» Dante e la fede. Atti del Convegno delle scienze umanistiche (Roma, 21 giugno 2013)
Discutere di Dante per parlare della Fede oggi, e specialmente della dialettica Fede-Ragione, è certo una sfida. Dante è uomo del Medioevo: che cosa ha da dire Dante alla modernità? Gli studiosi delle Scienze Umanistiche, particolarmente sensibili alla necessità di promuovere un ""nuovo Umanesimo"""" per questo terzo millennio, nell'intento di offrire un contributo alla riflessione su fede e contemporaneità, hanno pensato a Dante. Il tema del convegno tenutosi alla Lumsa nel giugno del 2013 e di cui oggi si presentano i risultati in questo volume, si colloca dunque in questa cornice: propone una riflessione su un campione della cattolicità, Dante Alighieri, uomo del Medioevo eppure radicalmente moderno che, con le opere e la vita, ha divinato i tempi avvenire, delineando con la sublimità dell'arte quella """"vita nuova"""" alla cui costruzione mira il Nuovo Umanesimo. Nino Borsellino, Giuseppe Dalla Torre, Lia Fava Guzzetta, Franco Musarra, François Livi, Deirdre O' Grady, Daniele Pegorari, Paolo Martino, Marco Bartoli e Paolo Dollorenzo; questi gli studiosi per un volume che pone l'accento sulle attese di fede non solo ai tempi di Dante."" -
Il teatro di Dario Fo tra storia, politica e società
Dario Fo crea il suo teatro a partire dalla realtà storico-politica dell'Italia dal dopoguerra ad oggi. La sua reinvenzione di fatti, costumi e personaggi trae dalle forme della comicità la forza del paradosso, mentre la sua teatralità si avvale del corpo quale vettore di sensi, di una ""phonè"""" ricca di modulazioni espressive e del dialogo con le arti plastiche. La sua drammaturgia va intesa quale pratica iscritta nella polis e performatività che pone lo spettatore al centro della costruzione del senso."" -
Giulio Salvadori nel mondo delle idee
Il volume si propone di illustrare la vicenda umana e psicologica di Giulio Salvadori, una singolare figura di poeta e di intellettuale che, dagli anni della partecipazione alla ""Cronaca bizantina"""" fino all'insegnamento presso l'Università Cattolica di Milano, ebbe modo di intrecciare il proprio profilo culturale con quello di molti intellettuali coevi, nel clima incandescente della letteratura della seconda metà dell'Ottocento, in cui l'ideale si contrappone al reale. Sostenuto da una profonda sensibilità religiosa. Giulio Salvadori si mosse nell'arringo letterario del tempo con una singolare versatilità, attento tanto all'aspetto letterario della propria formazione, quanto a quello religioso della sua sensibilità. La sua produzione poetica, che risente di influssi carducciani e pascoliani, fu coeva a quella dannunziana, entro un comune protagonismo culturale nell'ambito della """"Cronaca bizantina"""", che gli valse - per l'appunto - l'attributo di """"bizantino"""". La sua conversione religiosa rappresenta un approfondimento della propria formazione umana, oltre che un rinnovamento della coscienza, il che fa di Salvadori uno dei più singolari interpreti della cultura religiosa e, in senso lato, italiana di fine Ottocento."" -
Letteratura di vino. Un viaggio enoico tra le pagine della letteratura d'Italia
Il volume, suddiviso in due parti, propone un viaggio ""ebbro"""" tra le pagine della letteratura d'Italia. La prima parte delinea un excursus tra i versi di alcuni degli autori più rappresentativi della letteratura latina, di età imperiale. Da Virgilio ad Orazio, a Tibullo, a Marziale, la proposta dei versi enoici ambisce a guidare il lettore alle radici della letteratura italiana, evidenziando la cospicuità e la varietà delle suggestioni latine operanti soprattutto sui primi autori della tradizione letteraria italiana. La seconda parte si snoda intorno alle pagine di vino della nostra storia letteraria, dal Trecento al Novecento. Il viaggio a bordo di questo battello ebbro comincia nelle cantine ricche e povere del microcosmo umano del Decameron, accompagna nell'instancabile quête i paladini ed i saraceni di Ariosto, prosegue entrando nella grande macchina narrativa del Pentamerone, percorre i filari delle vigne manzoniane e di quelle verghiane, brunite dal sole di Sicilia; si ferma all'ombra delle tavernelle napoletane di fine Ottocento, percorre le Langhe di vino pavesiano e approda, infine, al sud di Alvaro e Scotellaro. Il vino, proteiforme creatura di Bacco, diventa lo strumento d'indagine di un mondo letterario in cui l'antico remedium doloris si fa alternativamente compagno e nemico di quel Bildungsroman che, in fondo, se ne sta tacito o urla prepotente tra le righe e i versi di ogni autore."" -
Letteratura, scienza e scuola nell'Italia post-unitaria. Pacoli Graf Trezza
Nel delicato passaggio che l'Italia visse subito dopo il raggiungimento dell'unità politica, fu chiaro come il sistema scolastico dovesse avere un ruolo centrale nel fondare in maniera solida le basi del nuovo stato unitario. Gli ideali del Risorgimento, che si erano nutriti di apporti culturali diversi, si scontravano con una realtà storica in cui a fatica riuscivano a diventare prassi politica, mentre nel panorama europeo nuove tendenze filosofiche si facevano strada, a cominciare dal Positivismo. La situazione italiana mostra una sua specificità e dei caratteri peculiari dovuti all'incontro-scontro, e talvolta alla contaminazione, con un hegelismo persistente e un classicismo che trovava in Carducci, e nel suo modello scolastico, il suo massimo esponente. Il volume cerca di ""raccontare"""" una parte di questa storia, a partire dalle polemiche sorte proprio intorno al mondo culturale del Positivismo italiano, coinvolgendo importanti studiosi, teorici e letterati, ma anche personaggi minori; un dibattito che ha per palcoscenico anzitutto le riviste, e che spesso prosegue nelle scritture private."" -
Percorsi linguistici tra Italia e Polonia. Studi di linguistica italiana offerti a Stanislaw Widlak
Il volume che vogliamo sottoporre all'attenzione dei lettori è stato concepito come il nostro omaggio al primo linguista-italianista del dopoguerra, fondatore della Cattedra d'Italianistica presso la prestigiosa Università Jagellonica di Cracovia, professore eminente che, sin dagli inizi della sua carriera accademica, ha saputo intrecciare con l'Italia una rete di relazioni multiple e, prescindendo dalle vicende politiche, far conoscere all'estero l'italianistica polacca. Tra gli svariati aspetti in cui si potrebbe sfaccettare la personalità del professore, quello che vorremmo privilegiare in questa sede è la figura del maestro. Infatti Stanislaw Widlak è stato, in modo più o meno diretto, maestro di noi tutti: alcuni hanno seguito i suoi corsi in aula, altri hanno ascoltato le sue relazioni ai convegni, altri ancora letto le numerose pubblicazioni; alcuni di noi hanno avuto il privilegio di avere il Professore in commissione di dottorato o tra i relatori della tesi di abilitazione; chi conosce il Professore semplicemente di vista, chi ha avuto con lui un rapporto più durevole e seguito, chi ancora, specie tra i più giovani, lo conosce semplicemente di chiara fama. A prescindere dalla modalità e lunghezza del contatto, il Professore è stato per tutti noi, italianisti polacchi del primo decennio del XXI secolo, un maestro che ci ha indicato svariate possibilità di studio, metodologie da applicare, direzioni di ricerca da seguire. -
Boccaccio e Napoli. Nuovi materiali per la storia culturale di Napoli nel Trecento. Ediz. illustrata
Questo libro s'inserisce in un programma di ricerca triennale che è durato dal 2011 al 2013 e si è ispirato all'idea che si potesse studiare un ""Boccaccio angioino"""". Sotto questo titolo si è infatti iniziata la serie di attività scientifiche che, prendendo spinta dalla Seconda Università di Napoli, hanno messo insieme i colleghi di tutti gli Atenei pubblici campani, dall'Università """"Federico II"""" a """"L'Orientale"""" fino all'Università di Salerno con la sua sede di Fisciano. Atenei che hanno stretto una convenzione finalizzata a promuovere e sostenere gli studi dedicati alla cultura meridionale del s. XIV e in particolare a quella più direttamente collegata alla presenza di Giovanni Boccaccio nella capitale del Regno, così da inserire l'autore di origine toscana dentro il più ampio contesto culturale, storico, politico e artistico del complesso mondo angioino del Trecento. In vista delle celebrazioni per il VII Centenario della nascita (1313-2013), nel 2011 sono stati organizzati un Seminario e un Convegno internazionale, al quale hanno partecipato studiosi provenienti da settori diversi: dalla storia della letteratura, dalla linguistica e dalla filologia fino alla storia dell'arte, della musica e della scienza. I primi risultati sono stati pubblicati a Bruxelles, presso Peter Lang, con il titolo di """"Boccaccio angioino"""". Da quella prima esperienza è emerso un gruppo di ricerca che ha poi animato le celebrazioni del 2013, i cui lavori si pubblicano adesso sotto il titolo di """"Boccaccio e Napoli""""."" -
Le mie memorie
Florin Lozza (1870-1919), montanaro del Surmeir nel cantone dei Grigioni, di lingua madre surmiran, emigrante a partire dai sedici anni come cameriere in Spagna e Francia, ha tenuto con regolarità un diario-autobiografia nell'italiano scritto appreso alla scuola primaria di Marmorera. Si tratta di tre quaderni inediti, fitti di annotazioni interessanti dal punto di vista umano, sociale, antropologico-culturale e linguistico, che documentano dal basso la drammatica condizione di un migrante, fatta di xenofobia, povertà, malattie, fatica, solitudine e disperazione. Florin è un personaggio originale che vive consapevolmente il suo tempo: a Parigi, per esempio, nota il contrasto violento tra il lusso e l'eleganza della Belle Époque e la miseria sua e degli altri migranti. Tornato in patria, durante la prima Guerra mondiale, si tiene al corrente degli eventi abbonandosi a quotidiani svizzeri in lingua francese. Il multilinguismo è un altro tratto tipico di Florin: parlava e scriveva senza problemi il romancio, l'italiano, il francese, lo spagnolo e il tedesco. Questa eccezionale competenza multilingue trova frequenti attestazioni nelle sue Memorie, nei fenomeni caratteristici dell'interferenza linguistica, i prestiti e i calchi, nel suo italiano scolastico. -
Se nulla cambiò. I garibaldini a Prizzi
Il saggio vuole essere una rilettura dell'impresa garibaldina dalla prospettiva della microstoria, per risalire da questa alla macrostoria raccontata dagli Storici nazionali. Avviando l'analisi dal celebre aforisma gattopardiano ""Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"""", il saggio ricostruisce il progetto della spedizione garibaldina, a partire dall'idea leggendaria di Garibaldi stesso. Sono documentati i numerosi sbarchi in diverse parti dell'isola, a supporto e accanto a quello dei Mille, e sono analizzate la prospettiva insurrezionale e le atrocità fratricide di guerra civile, evidenziando le motivazioni sociali tradite che portarono all'eccidio di Bronte. A riprova della diffusione di rivolte anti-garibaldine, oltre a quella di Bronte di recente riscoperta e alle numerose altre note, si commenta l'insurrezione abortita di Prizzi, paese al centro della Sicilia sicana, ante litteram rispetto a tutte le altre. Ne segue la pars construens avvenuta nel paese, ovvero l'analisi da un punto di vista socio-economico della partecipazione popolare alla conquista dell'isola. Viene infine analizzato l'organigramma dell'amministrazione comunale di Prizzi, con un raffronto sinottico e analitico tra l'anteriore struttura consiliare borbonica e la nuova nata dall'annessione e insediatasi con il governo savoiardo. Corredano il percorso le schede dei garibaldini prizzesi e una bibliografia certamente nuova nel contesto delle recenti celebrazioni unitarie.""