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Ladro di minuzie. Poesie scelte (1969-2009)
Nelle cinque raccolte di poesie pubblicate da Alberto Nessi nell'arco di quarant'anni, ""sguardo chiaro, ampio respiro e cuore"""" (sono parole di Maurizio Cucchi) convivono con una """"fermezza opaca e allucinante, una precisione quasi micidiale"""" (Giovanni Raboni). Nessi è un osservatore di minuzie, ma anche un """"ladro"""" di voci, un narratore attento alla vita e alle storie degli altri. Da qui la sua poesia a un tempo lirica e narrativa, profonda e leggera, come richiesto da quel senso di fraternità che attraversa tutta la sua opera e che ne costituisce uno dei motivi, o meglio degli impulsi fondamentali. Insieme a una scelta dalle sue raccolte precedenti, questa antologia d'autore propone un'ampia sezione d'inediti raccolti sotto il titolo """"Se luce non splende""""."" -
Enrico l'egiziano
Questa è la storia di un uomo dell'Ottocento e della sua vita spezzata in due: da una parte la Svizzera, con i suoi costumi e la sua tradizione protestante, dall'altra l'Egitto negli anni della costruzione del canale di Suez. Due paesi, due donne, due famiglie. Cosa c'è nel mezzo? Quali segreti nasconde la vita di questo contemporaneo di Gottfried Keller, l'autore del grande romanzo di formazione ""Enrico il verde""""? È ciò che vorrebbe sapere, oggi, il narratore di questo """"Enrico l'egiziano"""", trisnipote di quel Heinrich Bluntschli di cui la sua famiglia va tanto fiera, sulla scorta di pochi aneddoti e di un ritratto a olio di dubbia attribuzione. Di fatto, le notizie su Heinrich Bluntschli sono lacunose e contraddittorie, puzzano di leggenda, ma trovano alcuni riscontri proprio laddove non ce lo si aspetterebbe. Passando da un archivio all'altro e ritornando sui luoghi della vera o presunta vita del suo antenato, confidando nelle voci e nelle visioni offertegli dalla propria immaginazione, il narratore ci coinvolge in un'esperienza di archeologia familiare in cui la malinconia si alterna a momenti di pura ilarità, grazie a quello humour tanto pacato quanto infallibile che i lettori di Markus Werner ben conoscono."" -
Costruire per gli zar. Architetti ticinesi in Russia (1700-1850)
La Fortezza dei santi Pietro e Paolo è uno dei monumenti emblematici di San Pietroburgo, anzi rappresenta sin dal nome il nucleo germinale del grande progetto urbanistico di Pietro il Grande. La sua costruzione è soprattutto opera di Domenico Trezzini. Ma chi era costui? Come arrivò in Russia? E quale curriculum poteva vantare per guadagnarsi un incarico così importante? Partendo dal caso di Trezzini, Nicola Navone ripercorre la storia degli architetti e delle maestranze ticinesi che per oltre un secolo e mezzo hanno contribuito in modo a volte determinante a una delle imprese edilizie più ambiziose e per certi aspetti anche più forsennate di tutti i tempi: la costruzione, nell'estuario della Neva, della nuova capitale della Russia. Ecco allora emergere altre figure note agli studiosi dell'architettura: da Luigi Rusca alla famiglia dei Visconti a quella degli Adamini. Senza dimenticare Domenico Gilardi, protagonista della ricostruzione di Mosca dopo la vittoria su Napoleone. Ma insieme alle persone e alle reti familiari si trasferiscono da un paese all'altro anche i modelli di riferimento, le conoscenze tecniche e il modus operandi fuori e dentro il cantiere. Questo allora non sarà solo un contributo alla storia della cultura architettonica italiana in Russia, ma uno strumento utile per capire meglio il fenomeno delle migrazioni qualificate nell'Europa dei secoli scorsi. -
Sessualità
"Cerco di immaginarli: Michele, Laura, Erika. Erika non l'ho mai vista, non so come si muove, come parla. Ma anche Laura, dopo tanti anni, potrebbe essere diversa. Il volto di Michele. Scaccio con rabbia il bambino di tre anni che ritorna sorridente, con insistenza velenosa, puzza di colpa. Michele di spalle, in quell'ultimo giorno in cui lo andai a salutare, ma non osai entrare nella stanza, giocava seduto su un tappeto circolare, scuro. La solitudine mi era sembrata l'unica via di scampo"""". In una Ginevra ventosa e straniera, tra identità in bilico e paure inconfessate, i personaggi di Pierre Lepori cercano di risalire il tempo per ritrovare il bandolo della propria storia." -
Francesco Borromini. Il mistero e lo splendore
L'architetto ticinese Francesco Borromini è stato uno dei grandi protagonisti del Barocco italiano. Tra le sue opere si annoverano capolavori quali l'Oratorio dei Filippini, il Convento di San Carlo alle Quattro Fontane e la Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza. Ma Borromini fu anche un uomo schivo e violento, ossessionato dalle sue creazioni e spesso in conflitto con le autorità politiche del suo tempo. Lo scrittore Etienne Barilier racconta in questo libro la vita dell'artista, conclusasi tragicamente la notte del 3 agosto 1667. E poiché la vita di Borromini coincide in gran parte con la sua architettura, i lettori troveranno qui anche un'appassionata introduzione alle sue opere più belle e significative. In particolare, Barilier dimostra come Borromini abbia saputo interpretare lo spirito barocco in modo assolutamente originale e abbia dato prova di tutta la sua genialità proprio laddove le imposizioni dei committenti sembravano porre vincoli insormontabili. -
La speranza, nel frattempo. Una conversazione tra Arundhat Roy, John Berger e Maria Nadotti
È freddo il 15 settembre 2009 a Torino e il buio è sceso presto. Davanti al Carignano decine e decine di persone aspettano in fila sotto la pioggia che il teatro apra le porte. Di lì a poco Arundhati Roy, formidabile scrittrice e attivista indiana, e John Berger, stupefacente narratore, artista, critico dell'arte europeo, si incontreranno per ragionare con Maria Nadotti su vari aspetti del loro lavoro, del loro impegno artistico e civile. Durante la serata ""l'impulso dell'ospitalità"""" che per Berger sta al cuore della scrittura, il suo """"avvicinarsi alla verità attraverso continui errori e correzioni"""", si intrecceranno alla sofferta lucidità con cui Arundhati Roy invita a """"guardare a lungo"""" per """"far vivere la speranza"""". Questo volumetto, un 'libro parlato' accompagnato da immagini dell'incontro, è insieme la traccia di un appuntamento memorabile, un invito e una proposta. L'invito è rivolto a chi quella sera non era con noi. La proposta è quella di una lettura attenta, appassionata, rivolta non a consumare parole e pensieri, ma a trasformarli in pazienti, modesti atti di cambiamento."" -
Viveversa. Letteratura. Vol. 4
La forte personalità di Jacques Chessex, la scrittura inquietante di Fleur Jaeggy, i libri e il successo di Martin Suter, il lavoro tra memoria e paesaggio di Christian Haller, la ricerca della leggerezza di Anne-Lise Grobéty, l'astro nascente della letteratura romancia Arno Camenisch. E ancora gli universi di un intenso poeta croato, un poema greco del XV secolo, una satira di uno scrittore ed ex musicista punk giapponese, scovati e tradotti rispettivamente - da Dubravko Pusek, Gilles Decorvet e Thomas Eggenberg. Nel quaderno di inediti, le sorprendenti lettere d'amore di Mikhail Shishkin, le poesie oscure di Leopoldo Lonati, il mondo enigmatico di Mary-Laure Zoss e la prosa sensibile di Melinda Nadj Abonji. Infine, l'annata letteraria svizzera 2009: le pubblicazioni e gli avvenimenti principali recensiti da un gruppo plurilingue di esperti. -
Pathopolis. Riflessioni critiche di un architetto sulla città e il territorio
È qui raccolta per la prima volta in forma di libro una scelta di scritti dell'architetto Tita Carloni. Non si tratta di scritti teorici sull'architettura, bensì di osservazioni e riflessioni sulla città e il territorio che qualche volta sconfinano nel racconto. Il punto di partenza è quasi sempre un latto o un'occasione concreta, anche minima, come il progetto di una rotonda a Lugano lo spostamento di quindici metri di una casa. Carloni osserva le trasformazioni della città e del territorio e ne interpreta lucidamente le incoerenze, le derive e le patologie, grazie alla sua lunga esperienza, sì, ma anche grazie a una buona dose di humour e all'affetto che lo lega ai suoi luoghi. Luoghi che tuttavia non sono solo suoi, perché sono lo specchio di un'epoca e di una condizione che, a ben guardare, concerne gran parte del mondo contemporaneo. -
Rivista per le medical humanities (2011). Vol. 18: La speranza
La speranza è vitale, come risulta evidente in ogni gesto di cura, ma i professionisti della salute sanno quanto si corra il rischio di alimentarla oltre misura. Quali sono, allora, i tempi e i modi adeguati per condividere e affrontare l'incertezza? Tra gli altri argomenti discussi in questo numero: l'evoluzione della medicina intensiva, con l'intervista a Peter Suter, e la medicina di base per emigranti non regolari, con uno studio condotto presso l'ospedale San Paolo di Milano. -
Viceversa. Letteratura. Vol. 5
Il sorprendente abbecedario di Giorgio Orelli, i viaggi colorati di Angelika Overath, la veemenza e la delicatezza di Gaston Cherpillod, l'attenzione ai piccoli gesti di Claudia Quadri, la realtà quotidiana di Ernst Burren, la scrittura luminosa di Catherine Safonoff. E poi le traduzioni di Prisca Agustoni, Vahé Godei, Irma Wehrli e le prose inedite di Anna Ruchat, Philippe Rahmy, Oscar Peer, Charles Lewinsky. Infine, l'annata letteraria svizzera 2010: le pubblicazioni e i principali avvenimenti dell'anno recensiti da un gruppo plurilingue di esperti. La letteratura svizzera è in costante movimento: sfonda barriere, viaggia libera, si nutre di curiosità. E non smette di pulsare. -
I taccuini di Filippo Franzoni. Ediz. a colori
"Lo studio dei taccuini di un pittore, quando esistono, è fondamentale per la comprensione della sua opera: partendo da questa convinzione, la Fondazione Filippo Franzoni ha ritenuto opportuno procedere allo studio sistematico, per la prima volta, dei taccuini di Filippo Franzoni. L'occasione è data dalla volontà di celebrare il centenario della scomparsa dell'artista. Dall'analisi condotta risulta che purtroppo i taccuini sono stati in passato manomessi, forse già per mano del pittore stesso, e successivamente dal fratello di Franzoni, e da chi dopo di lui ha avuto in mano questi preziosi materiali. Scopo del lavoro è stato di restituirli all'attenzione del pubblico e degli studiosi, affinché i taccuini possano rientrare a pieno titolo nel corpus delle opere dell'artista, e siano di base per gli studi futuri sul suo modus operandi. Ci si augura che i possessori di eventuali schizzi e fogli sciolti li segnalino all'attenzione della Fondazione Filippo Franzoni, al fine di poter integrare il presente catalogo; non è infatti escluso che alcuni fogli siano finiti sul mercato antiquario e siano quindi ancora da catalogare. La presente pubblicazione è stata resa possibile dalla collaborazione di diverse persone che qui si vogliono ringraziare: Micaela Mander ed Elfi Rüsch per lo studio e i testi, Marilisa Morandi per il «corpus» delle fotografie documentarie dei taccuini, il fotografo Michele Lamassa, Rodolfo Huber dell'Archivio Storico della Città di Locarno, Riccardo Carazzetti per il contributo alla realizzazione della mostra; il comitato direttivo della Fondazione Historia Cisalpina, il personale dell'Archivio di Stato del Cantone Ticino per la disponibilità, la Città di Locarno per i contributi finanziari e l'editore Casagrande di Bellinzona."""" (Dalla Prefazione)" -
Rocco e Marittimo
Sul treno della speranza che dal Sud Italia porta intere famiglie al Nord delle Alpi, due neonati vengono scambiati per errore sotto l'occhio attento ma colpevole di don Curte. Quarant'anni dopo Rocco e Marittimo hanno due paesi, due famiglie, due personalità, un unico amore. Prendendo le mosse da questo gioco del destino, Vincenzo Todisco ha scritto un vorticoso romanzo sull'emigrazione italiana: una girandola di storie comiche e dolorose, epiche e fantastiche. -
Tutto si rinnova. Testo originale a fronte
Tra le molte lingue dell'Arco alpino c'è il vallader, quella particolare variante del retoromanzo che ancora oggi risuona nella Bassa Engadina. E il vallader ha avuto, nel Novecento, una sua breve ma ammaliante fioritura nelle poesie di Luisa Famos. Poesie dirette, semplici, vigorose, che parlano di natura e di sentimenti, che si interrogano sul senso dell'esistenza, con una voce moderna che tuttavia attinge una parte della propria linfa da un sostrato di antichi canti popolari, religiosi e profani. Non sorprende allora che, come suggerisce Clà Riatsch nel saggio che completa il volume, per Luisa Famos la poesia fosse anche una forma di scongiuro, una preghiera affinché, nell'ora in cui la natura si rinnova, questo rinnovamento venisse concesso anche agli uomini. -
La qualità del senso. Su Dante, Ariosto e Leopardi
È ancora possibile dire qualcosa di nuovo e illuminante sui primi versi della Commedia, sulle ottave più conosciute dell'""Orlando furioso"""" o sull'""""Infinito"""" di Leopardi? L'impresa, apparentemente impossibile, è riuscita in modo del tutto naturale a Giorgio Orelli, attento come pochi al rapporto tra i suoni e i significati delle parole, ossia a quella che Dante, con una formula che Orelli stesso considera """"una definizione della poesia che può bastare per i prossimi millenni"""", chiamava la fabricatio vcrborum armonizatorum. In un saggio di neanche cento pagine, Giorgio Orelli ci offre una lettura di strofe e versi forse oggi perfino un po' logorati dall'uso che se ne è fatto e si continua a fare nelle aule scolastiche, e li restituisce alla loro intrinseca grandezza. Ed è proprio quando il discorso si addentra nello specifico degli esempi scelti, che il lettore paziente avrà la sensazione di avvicinarsi ai segreti del linguaggio poetico."" -
Rivista per le medical humanities (2011). Vol. 20
Il Dossier di questo numero è dedicato a una serie di pratiche e riflessioni riconducibili all'etichetta ""altra medicina"""", dove """"altra"""" però non significa """"alternativa"""" né tanto meno """"antagonista"""" rispetto alla cosiddetta medicina ufficiale. L'accento è messo piuttosto sulla continuità: curare significa anche saper riconoscere e ampliare le possibilità del paziente, quando la malattia per contro sembra ridurle, chiudendo e restringendo i campi dell'esperienza. Nella sezione Etica clinica continua la riflessione voluta e promossa dalla Comec sui rapporti tra le neuroscienze e la sfera morale, con i contributi di Arnaldo Benini e Bernard Baertschi. Il numero comprende un'intensa conversazione con Beppino Englaro, il padre di Eluana Englaro, e il """"Discorso ai giovani medici"""" di Max Frisch qui tradotto per la prima volta in italiano."" -
Questi erano i nostri fragili eroi. Testo inglese a fronte
Il primo libro della collana ""Alfabeti Babel"""" è la silloge poetica dello scrittore greco-americano Stephanos Papadopoulos, proposta qui in edizione bilingue inglese-italiano con in appendice un dialogo tra il poeta e il suo traduttore Matteo Campagnoli."" -
Ritratti levati dall'ombra
Intrecciando autobiografia e invenzione, storia del Novecento e memorie familiari, Pietro De Marchi allestisce in questo libro una vasta galleria di figure e personaggi. Così ad esempio nel primo e più ampio racconto, dedicato alle generazioni dei padri e dei nonni, i lettori vedranno emergere dall'ombra i volti dei protagonisti di un'umanissima epopea popolare negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale. Lo stesso accade in ""Ricordi fugaci, tenaci"""", dove una voce materna ricostruisce l'animato microcosmo di un cortile lombardo. Ma tutti e nove i racconti del libro sono così folti di luoghi, incontri ed esperienze - Milano, il Veneto, la Svizzera, le amicizie, i sogni giovanili, la scoperta della letteratura, la lontananza linguistica -, che forse non si sbaglierebbe a leggerli anche come i capitoli di un originale romanzo di formazione."" -
Caccia allo stambecco con Wittgenstein
La caccia allo stambecco è considerata una specialità della Surselva, le Alpi svizzere del Canton Grigioni. Ogni anno, all'apertura della stagione venatoria, cacciatori e bracconieri sfidano la montagna e inseguono le loro prede. Ma ci vuole vigilanza e pazienza, molta pazienza, prima che l'animale si mostri nel binocolo... A metà tra saggio e racconto autobiografico, questo libro descrive le contraddizioni di una pratica oggi sottoposta a complicati regolamenti. Con sguardo spesso ironico, l'autore riesce a dare volti e voci ai personaggi più schivi e improbabili e, soprattutto, suggerisce un significato più profondo, meno scontato forse, dell'andare a caccia. Un significato che ha a che fare con l'esperienza di sé e del mondo: ""Se vuoi imparare a conoscere una valle nei dettagli, una montagna con i suoi pendii, le sue pareti scoscese, i suoi ghiaioni, con i suoi nasi e grugni rocciosi, i suoi avvallamenti, le sue conche e i suoi ripari, vai a caccia di stambecchi in alta quota...""""."" -
Quasi un abbecedario
Giorgio Orelli è stato uno dei maggiori poeti del secondo Novecento e un critico sensibile alle ""fibre"""" del linguaggio dei classici e dei suoi contemporanei. Ora questo abbecedario, nato quasi per gioco da una proposta di Yari Bernasconi, ci appare come un breve ma appassionante avviamento alla sua opera letteraria. La forma dell'abbecedario si rivela congeniale a un autore che amava intrecciare il racconto della vita quotidiana con i più vertiginosi affondi nella tradizione poetica italiana e non solo italiana, le parole di Dante con quelle dei vecchi e dei bambini incontrati per via."" -
L' anno della valanga
Un paese di contadini nel cuore delle Alpi vive un lungo inverno sotto la minaccia di una valanga. Sul bianco di una neve che sembra voler cancellare ogni cosa, si stagliano con vivezza cinematografica i protagonisti di una storia fatta di paure ed epifanie collettive, di conflitti tra valori arcaici e moderni, di orecchi tesi nella notte ad ascoltare gli scricchiolii delle montagne, ma anche di desideri amorosi appagati in modo più o meno furtivo, tra incanti e amare disillusioni. Introduzione di Vittorio Sereni.