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Il fiume Po scrigno della vita
Un percorso sul Grande Fiume Po sul filo della corrente che porta con sé la conoscenza del fiume legata a una vita vissuta intensamente e descritta con l'occhio del cuore, dove i sentimenti la fanno da padrona. La linea guida che si sviluppa intercalando la vita di una giornata con quelle delle stagioni e i ricordi del vissuto. Un percorso da sognatore che crede nelle persone, nel lavoro, nell'amore e nell'amicizia. Un percorso di conoscenza massima del fiume, ma anche di vita con quell'interscambio che dà forza di vivere. Il ricordo di gente che non c' è più ne è la cornice finale, è un abbraccio totale con le persone che ci hanno lasciato, un abbraccio di generazioni passate e future, dove i giovani di oggi saranno testimoni del futuro. Onde favorire la lettura, la Terza parte del libro, documenti e foto del fiume Po, vuole essere una chicca per chi non conosce il fiume o lo conosce solo in modo parziale. È un libro che abbraccia i precedenti e li completa, dove la corrente del fiume è lo scorrere della vita. -
Slogan profondi
"La poesia davvero tale, quella che si fa in questi anni o decenni, rimane più o meno sconosciuta. Per varie ragioni e irragioni caratterizzabili da frasi come 'non è più quella di prima', 'è troppo difficile', 'non è tempo di poesia, questo'... L'idea che ha partorito questa operetta nasce proprio dalle considerazioni sinteticamente esposte sin qui dalla duplice competenza di un poeta che da parecchi milioni di minuti scrive e insegna. Il titolo Slogan profondi ne può accrescere il riverbero, astutamente invadendo con una guarnigione di audaci versi propri, leggibili, eventualmente assimilabili senza troppa fatica, l'enorme campo della comunicazione scorrevole, della pubblicità, dove ci si limita a timbrare sulla faccia della gente ovvie scemenze, richiami a ciò che già sanno, spavalde insistenze affinché si compri qualche oggetto perlopiù inutile, falsotto in genere. Cosi trascurando la potenza plurivalente della lingua (usata in modo scadente o idiota da tutti gli influenzatori, fantasmi televisivi o politici che siano), la particolare energia senza limiti che scaturisce da pensiero a linguaggio e da linguaggio a pensiero e di cui la poesia è zona primaria, ricca di purezza e di spregiudicatezza insieme, distante anni luce dal denaro, dalla carriera e da ogni compromesso."""" (dalla prefazione)" -
La città dell'orto
"La città, la morte, il padre: inseguita da questi tre fantasmi, la poesia di Stefano Raimondi trova il suo battesimo. [...] qui emerge pienamente il tono inconfondibile della sua scrittura. Ritrovarlo oggi, a distanza di quasi vent'anni, è un'occasione felice per tornare ancora una volta a immergersi in questo libro insieme oscuro e luminoso, fatto di ritorni ossessivi e grandi architetture. La città dell'orto è un libro che continua a essere poroso, pieno di intercapedini, pronto a sorprendere il lettore per la sua rigorosa disposizione orizzontale. È come se le continue immagini di piazze e strade e parchi pubblici disseminate ovunque fra le pagine abbiano il potere di diventare, da oggetti rappresentati, modi per abitare questo libro, che chiede di essere attraversato e perlustrato anche nell'oscurità delle sue darsene e negli scorci intravisti da dietro una porta socchiusa, lì dove ogni attimo ha «il peso di un foglio girato». Due sono gli elementi fra loro connessi che hanno contribuito a fare de La città dell'orto un piccolo classico della poesia dei primi anni Duemila: da un lato l'evocativa stratificazione di doppi su cui è costruito, dall'altro il loro dipanarsi quasi narrativo, che ci lascia vivere un'esperienza di lettura immersiva, tutta d'un fiato."""" (dalla prefazione di Tommaso Di Dio) Postfazione di Umberto Fiori." -
Gli epigrammi. Testo greco a fronte
Epigrammi scelti e tradotti da Meeten Nasr. -
Ciao cari
"In questo libro si parla di persone. Ne 'Il mondo visto da dentro', la lingua si piega in un'intimità dialogica con i cari estinti, cercando chiarezza, la messa in forma del lutto e del suo superamento. Sperimentare, qui, significa lasciar-essere la distanza che mi separa dai defunti, ma anche riappropriarmi di un vissuto rimosso, senza turbarlo con la violenza di costruzioni formali metaletterarie. I testi de 'II mondo visto da fuori' sperimentano con maggiore libertà, modulandosi sullo stile delle figure nominate o cogliendone ossessioni, atteggiamenti, circostanze. La pluralità del dire nasce dalla fedeltà all'oggetto, dal calco che esso produce sul canto, deformandolo, a volte sino ad annullarlo, altre volte esaltandolo. Questo significa che sublime e antisublime, liricità e prosaicità, scrittura denotativa o connotativa, si danno ogni volta da capo nel singolo testo, a seconda di variabili non previste, bensì che scaturiscono dall'incontro con l'oggetto, ne sono la conseguenza."""" (Stefano Guglielmin)" -
A piene mani
"Alice Serrao approda alla sua prima raccolta poetica in età molto giovane, ma con già alle spalle diversi anni di interesse, pratica e studio della poesia che le consentono una scrittura dotata di originalità e sicura nelle scelte stilistiche. L'intensità passionale della percezione e delle esperienze si riversa nelle tematiche più ricorrenti che si articolano nelle diverse sezioni della raccolta: la tensione affettiva nelle sue diverse espressioni - nel sentimento amoroso, nella sensualità e nei rapporti famigliari in primo luogo, declinando tale tematica nell'intermittenza della relazione, nell'alternarsi di acquisizioni e perdite, ravvicinamenti e separazioni. Domina lo scenario la forte consapevolezza di un Femminile come potenza del sentimento, oppure grazia seduttiva, corporalità vissuta ed espressa senza remore e con capacità sia di abbandono che di orgogliosa rivendicazione. Alice Serrao si aggiunge coraggiosamente e ambiziosamente alle autrici che nella tradizione del Novecento hanno fatto del corpo come entità complessa la sede dell'esperienza e della poesia, da Ada Negri ad Antonia Pozzi ad Alda Merini, aggiungendo ora, in questa valida prova, la lingua dello studio e dell'esperienza di sé e della poesia della contemporaneità fatta di legami famigliari, di sogni potenti, di sentimento assoluto e, d'altra parte, di prime sconfitte, separazioni e prime rinascite. In questo caso tornano non solo i conti dell'amore, ma anche quelli della poesia."""" (dalla prefazione di Luigi Cannillo)" -
Storia degli anarchici milanesi (1892-1925)
Cesare Lombroso sosteneva che Milano era uno dei principali centri dell'anarchia italiana. Non si sbagliava. Pietro Gori era giunto all'ombra del Duomo per tentare di ricostruire un movimento falcidiato dai processi e dagli arresti, ma fino alla fine del secolo gli anarchici saranno dei fuorilegge. Costretti a riunirsi alla fioca luce delle osterie, ma pronti a tutto per liberare il popolo da una condizione di oppressione. Come fecero Caserio e Bresci. A inizio Novecento non più clandestini della politica, si batterono per i diritti dei lavoratori, contro il governo e la monarchia, e per una scuola libera e laica come quella ideata dal catalano Ferrer. Lottarono contro il colonialismo del governo italiano. Nel momento più buio della Grande Guerra i venti rivoluzionari che sferzavano la Russia portarono una nuova speranza. Ci sarà l'occupazione delle fabbriche, il ritorno di Malatesta e una rivoluzione che ormai sembrava vicinissima anche in Italia. Ma questa illusione svanirà presto. L'attentato al teatro Diana porterà una nuova repressione della Questura, nuovi arresti, lo smantellamento del Movimento anarchico milanese e il ritorno alla lotta clandestina. Sulla scena si alternarono Vigano, Galli, Molinari, Rafanelli, Ghezzi, Filippi e molti altri. -
Piccolo dizionario musicale stendhaliano
"Nell'ambito delle opere recenti di maggior spicco dedicate a Stendhal """"Dilettante"""" (nel senso etimologico del termine, NdT), questo Dizionario Musicale Stendhaliano, che il suo autore - Annalisa Bottacin - qualifica modestamente come """"piccolo"""", si presenta quale insieme di erudizione e di piacevole diletto. In effetti, il piccolo dizionario consente di addentrarsi, attraverso le varie note relative agli interpreti e ai danzatori citati dal """"Dilettante"""", nel ruolo fondamentale svolto dalle arti della musica e della danza sui principali palcoscenici europei, dalla metà del XVIII secolo a quella del secolo seguente, e di seguirne in tal modo le trasformazioni più salienti. L'indagine di Annalisa Bottacin suscita ammirazione. La studiosa dimostra di conoscere assai bene il suo Stendhal. E infatti l'insieme dell'opera del grenoblese a essere esplorata: in primo luogo gli scritti sulla musica, ma anche le Oeuvres intimes (Souvenirs d'Egotisme, Vie de Henry Brulard, Journal, Journal littéraire, Correspondance Générale), gli articoli di Stendhal giornalista, tra cui in particolar modo il Courrier Anglais, i Mélanges (di letteratura, pittura e musica), i racconti di viaggio (in Italia e in Francia), L'Histoire de la Peinture en Italie, senza dimenticare i romanzi, i racconti, le novelle e il trattato De l'Amour."""" (Dalla Prefazione di Suzel Esquier)" -
La sera della prima. Mozart, Da Ponte, Casanova e la nascita di Don Giovanni
Il 29 ottobre del 1787 veniva rappresentato a Praga il dramma giocoso in due atti intitolato ""Il dissoluto punito"""", musica di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte, basato su un mito popolare rappresentato in teatro e in musica e divenuto per antonomasia il ritratto del libertino impunito. Ma tutti i Don Juan che precedettero quello mozartiano - da Tirso de Molina a Molière (per non dire di quelli che lo seguirono, da Balzac a Baudelaire a Brecht) - convergono e derivano dalla figura che giganteggia nelle parole e nella musica di quel """"Dissoluto punito"""" di Praga. Al quale mise mano anche un suo doppio e alter ego come Giacomo Casanova, presente anch'egli quella sera magica in cui Don Giovanni trovava la sua definitiva e insuperata collocazione nell'orizzonte dei miti moderni. Questo saggio racconta la cronaca di quei giorni in cui Mozart, Da Ponte e Casanova si radunano e si attraggono intorno alla figura di Don Juan, a cui finalmente, come in un'alchimia prodigiosa, Praga fa da fonte battesimale e l'ultimo dei grandi miti moderni celebra la sua apoteosi e la sua nascita."" -
Il fantasma di Canterville. Ediz. italiana e inglese
"Il fantasma di Canterville"""" è un racconto umoristico scritto nel 1887. Hiram Otis, un uomo politico nordamericano, compra l'antica tenuta di Canterville Chase, nella campagna inglese, e vi si trasferisce con la famiglia, per nulla spaventato dal fatto che la proprietà sia abitata da un fantasma. Lo spettro di sir Simon, infatti, comparso nel 1584 dopo avere ucciso la propria moglie, per tre secoli ha terrorizzato gli abitanti di Canterville, spesso fino alla follia. Ma gli Otis sono pratici americani, fiduciosi nella natura, nel progresso e nel denaro, perciò inutilmente sir Simon mette in atto con loro tutti i trucchi del suo lugubre repertorio: la famiglia è divertita dallo spirito dell'antico padrone di casa e i figli più piccoli lo prendono di mira con trappole e scherzi, che lo umiliano e lo convincono a non farsi più vedere. Solo la quindicenne Virginia, sensibile e affettuosa, si commuove per il suo infelice destino e decide di aiutarlo a trovare finalmente pace nell'Aldilà. Con il suo """"Fantasma"""" Oscar Wilde scrive una divertente parodia dei racconti dell'orrore in voga nell'Ottocento. La sua profonda ironia coinvolge anche la società: sia l'Inghilterra vittoriana, con il suo attaccamento alle tradizioni aristocratiche, sia gli eccessi del materialismo americano. Il lieto fine suggerisce che tra queste due opposte visioni del mondo è possibile un compromesso, fondato sull'empatia e la comprensione dell'altro." -
Il corvo. Testo inglese a fronte
Il corvo fu pubblicato per la prima volta il 29 gennaio 1845, sul ""New York Evening Mirror"""". Famoso per la sua musicalità e l'atmosfera sovrannaturale, narra la cupa vicenda di un amante ancora in pena per la sua amata morta, che, mentre medita su un grande volume, a mezzanotte """"con grande strepitio d'ali"""" riceve la visita di un corvo che non farà altro che ripetere monotonamente """"Nevermore"""" (""""Mai non più""""), tracciando, verso le ultime strofe, l'apice del dolore nell'amante. Il linguaggio, le allitterazioni, le rime interne e il lessico arcaico creano un'atmosfera gotica e hanno portato all'elaborazione di numerose parodie. È ricordato soprattutto per il suo vario ma ripetuto"" -
Centosette haiku. Testo giapponese a fronte
Shiki ha spesso affermato che un grande maestro di haiku non scriveva durante la sua vita di poeta che duecento o trecento haiku autentici. Di quelli che sono portatori di un'intuizione profonda della realtà immediata ed evidente. Di quelli che ci permettono di sentire, di sondare l'indicibile profondità, di gustare il sottile sapore dell'esistenza umana, colta nell'eternità dell'istante presente. Di quelli che traducono, senza specificare, ma solamente suggerendo l'esperienza di distacco filosofico, poetico se si preferisce, dal mondo, quando tutto diventa semplice, luminoso, meravigliosamente evidente. Quando si percepisce, molto più che il senso, l'armonia delle cose, la loro impeccabile coincidenza. Sono proprio questi haiku che Shiki compose a essere raccolti in quest'opera. -
Medea. Testo latino a fronte
Medea è una delle figure mitologiche femminili più note. Il mito di Medea e Giasone contiene diversi elementi interessanti per i lettori che verranno esaltati dalla maestria poetica di Draconzio e dalla sua capacità di avvincere il lettore con uno stile espressivo e prezioso. Al contrario di altri autori, Draconzio non ricava Medea da un'opera precedente, ma crea una versione originale. La sua ""Medea"""" bene rappresenta il gusto di un'epoca e il modo di lavorare con i classici da parte dei letterati. Il pubblico di Draconzio doveva provare piacere nel leggere un prodotto di tradizione ma insieme innovativo, capace di riproporre una storia nota in modo gradevole e a tratti sorprendente, sia per contenuto che per stile. Il poeta-retore raggiunge così egregiamente il suo scopo."" -
L' epopea del buffone
Così come il ""pedante"""", il """"cortigiano"""" o il """"dotto"""", la figura atipica e colorata del buffone è da sempre presente nelle novelle rinascimentali. Sin dall'antichità, infatti, compito dei buffoni era di divertire, con i loro comportamenti ridicoli e grotteschi, i sovrani e i signori che li mantenevano. Utilizzando non solo attitudini personali, come la prontezza di parola e l'arguzia, ma persino menomazioni ritenute comiche o divertenti, erano per esempio destinati a quel mestiere i nani e i gobbi, o persone in qualche modo deformi come gli obesi, i buffoni dovevano attirare l'attenzione del pubblico e scatenare il riso. Ferdinando Gabotto ripercorre in questo saggio l'evoluzione della figura del buffone nella Commedia dell'Arte, soffermandosi soprattutto sul caso del Gonnella. In appendice """"Le buffonerie del Gonnella""""."" -
Poesie. Testo cinese a fronte
"Nell'opera di Lu Xun, la poesia è come un filo di seta sottile e tenace, intrecciato agli altri fili più evidenti e consistenti della narrativa e della saggistica, un filo che accompagna tutto l'itinerario creativo, dai primissimi anni degli studi a Nanchino e in Giappone, fino all'ultimo inverno a Shanghai, nell'ora buia sfiorata dal presagio dell'alba, quando già vedi 'le stelle dell'Orsa toccare l'orizzonte'. Lu Xun ha sempre considerato - o meglio, ha sempre dichiarato di considerare - la sua produzione poetica come marginale, occasionale, o troppo intima per essere offerta, tranne casi rarissimi, in lettura al vasto pubblico. Si è sempre schermito, anche sul terreno teorico, come profano in fatto di poesia. In realtà, se le sue poesie non costituiscono un corpus imponente (e il suo non è certo un canzoniere), se egli si è espresso in versi irregolarmente e quasi sollecitato dall'occasione, per lui neanche la poesia è mai semplice esercitazione letteraria o gioco elegante."""" (dall'introduzione di Anna Bujatti)" -
Ondina. Testo tedesco a fronte
"Ondina"""" è un romanzo romantico, scritto da Fouqué nel 1811. Si narra la storia di uno spirito acquatico ispirato dalle Ondine del folklore germanico. Ondina, figlia del Re del Mare, abbandona il suo ambiente per cercare un amore umano che le consentirà di ottenere un'anima immortale. Ritrovatasi bambina sulla terra, viene allevata da un pescatore e da sua moglie. Cresciuta, trova l'amore nel cavaliere Huldbrand, che presto sposa. La loro vita insieme sarebbe felice, ma la ex fidanzata di Huldbrand interviene a guastare l'idillio, finché Huldbrand torna al vecchio amore e arriva a trattare male Ondina. Questo segna il destino di entrambi: gli spiriti dell'acqua esigono la loro vendetta e dovrà essere proprio Ondina a uccidere Huldbrand con un bacio mortale. Composta nel periodo di maggiore successo dell'autore, questa interpretazione di """"Ondina"""" fu presto considerata la migliore trasposizione di una fiaba tedesca ed è l'opera per la quale Fouqué viene ancora oggi maggiormente ricordato. Intense le emozioni descritte. La figura mitologica e folkloristica dell'Ondina trascinerà il lettore in un mondo romantico e suggestivo." -
Mimiambi. Testo greco a fronte
Nella letteratura greca vengono detti mimiambi i mimi scritti in versi giambici. Il mimo proponeva la messa in scena di azioni che intendevano imitare gli aspetti quotidiani della realtà, con protagonisti appartenenti al ceto più umile, ed era probabilmente di origine popolare. Sebbene Eroda non possa essere considerato un autore ""maggiore"""", bisogna dargli il dovuto riconoscimento a livello artistico per avere scritto opere tra le più interessanti e divertenti di età alessandrina. In questa edizione il lettore troverà tutti i mimiambi di Eroda a noi noti (compresi i frammenti), ognuno accompagnato da una introduzione per agevolare la comprensione del testo. Questa edizione è basata su quella edita nel 1987 da I.C. Cunningham per la """"Bibliotheca Teubneriana"""". Prefazione di Michele Napolitano."" -
Il mio amico Ayrton
"Il mio amico Ayrton"""" è un romanzo liberamente ispirato alla vita del campione di Formula 1 Ayrton Senna (San Paolo, 1960 -Bologna, 1994). Dalle prime gare sui kart, dove incontra l'amico fraterno Tommaso, un personaggio frutto della fantasia dell'autrice, ai titoli mondiali che ne fecero un idolo per tutti gli appassionati di automobilismo. I duelli emozionanti contro i campioni degli anni Ottanta e Novanta sono ricostruiti fedelmente grazie ai filmati e alle cronache del tempo; alle pagine documentarie si mescola la fiction, che del pilota brasiliano restituisce l'umanità schiva, gli affetti, la ricerca interiore di una strada non sempre coincidente con l'asfalto della pista. Così, nella ricostruzione immaginaria della biografia di un grande sportivo, il """"mago della pioggia"""" diventa l'amico d'eccezione, il compagno d'avventura speciale e fragile cui volere bene." -
L' uomo che volle farsi re. Testo inglese a fronte
India, 1880. Il redattore di un giornale di provincia aiuta due singolari figuri a raggiungere il lontano Kafiristan dove -così dicono - essi saranno re. Peachey Taliaferro Carnehan e Daniel Dravot, giunti in Kafiristan, nell'Afghanistan nord-orientale, di villaggio in villaggio conquistano distese sconfinate. Fondano, a Bashkai, una Loggia massonica con tanto di tempio, rituali pseudoesoterici e annessa simbologia. E già che ci sono, forti della sostanziale ignoranza di quelli del posto, dicono di essere dei; venuti da un luogo lontano, forieri di pace e benessere. Ma i due impostori vengono presto scoperti e sono costretti a un'inutile fuga: Dravot è gettato da un ponte tibetano, mentre Carnehan è costretto a vagare per giorni attraverso le valli innevate del Kafiristan con, in un sacco, la testa avvizzita del compagno. Questo il racconto che, tre anni dopo, lo stesso redattore apprende dalle parole di Peachey Taliaferro Carnehan che, irriconoscibile, schiantato dal dolore, rievoca quell'agghiacciante esperienza parlandone in terza persona. -
La brevità della vita. Testo latino a fronte
"Vivete come se foste destinati a vivere sempre, mai vi sovviene la vostra fragilità, non badate a quanto tempo ormai è trascorso; disperdete come da una misura piena e abbondante, mentre intanto quello stesso giorno che è donato a qualche persona o faccenda forse è l'ultimo. Temete tutto come mortali, desiderate tutto come immortali."""""