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I poeti e l'accademia. Le «rime degli Arcadi» (1716-1781)
Ripercorrere la storia del primo secolo di vita dell'accademia dell'Arcadia attraverso la sua produzione poetica ufficiale, consegnata ai quattordici volumi di Rime pubblicati a Roma fra il 1716 e il 1781: tale è l'assunto di questa monografia, che oltre a documenti e carteggi inediti mette a frutto, indagandone peculiarità e aspetti tecnici e stilistici, un ingente e trascurato materiale poetico (quasi seimila componimenti di circa cinquecento verseggiatori, appartenenti al Bosco Parrasio di Roma e alle molte colonie periferiche). Dalla fondazione nel 1690, con le istanze del razionalismo promosse da G.M. Crescimbeni, alle tensioni sollecitate dallo ""scisma"""" di G.V. Gravina, dalla crisi delle poetiche nella prima età dei Lumi alle sperimentazioni di una moderna poesia didascalica e scientifica la ricerca arricchisce il quadro di una consolidata interpretazione critica, ed offre per la prima volta una catalogazione e un'indicizzazione completa delle Rime. Si delinea così il quadro della storia del sodalizio, capace di diffondere un gusto letterario comune e di coinvolgere, con la nobiltà degli intenti e il fascino dei rituali accademici, personalità come Goethe e Voltaire."" -
Tre studi sul «De mulieribus claris»
Questi tre studi sono la prima monografia in italiano sul ""De mulieribus claris"""". Nel primo saggio si analizzano i testi classici e i florilegi medievali di figure muliebri. Questi testi possono essere stati ispiratori del """"De mulieribus"""". La raccolta di biografie femminili offre poi molti punti di contatto e analogie con le novelle del Decameron. Tramite intertestualità, analogie e gemmazioni degli stessi sottotesti letterari, i rapporti tra le due opere si stringono, dimostrando che la vocazione narrativa e la disponibilità all'affabulazione di Boccaccio non viene meno neppure nelle opere latine ed erudite, come il """"De mulieribus claris"""". In quest'opera ogni biografia è trasformata in una piccola novella. Questo è l'argomento del secondo saggio. Grazie ad una realistica caratterizzazione psicologica delle sue protagoniste, Boccaccio offre una nuova immagine di donna: """"La donna umanistica"""" al centro del terzo saggio. Cambia il modo di vedere e rappresentare le donne: non sono più astratte immagini simboliche e stereotipiche bensì nuovi esempi vitali, reali, in cui identificarsi."" -
Psicologia giuridica e realismo. Leon Petrazycki
Che cosa sono i fenomeni giuridici? Si tratta di fenomeni fisici ed esterni al soggetto (come comandi o condotte altrui)? Si tratta di fenomeni esterni, ma psichici (quali volontà o stati emotivi altrui)? O si tratta, ancora, di fenomeni che risiedono in un mondo terzo, né fisico, né psichico? Leon Petra?ycki (1867 - 1931) sostenne che fossero esclusivamente fenomeni psichici e interni al soggetto, e che solo illusoriamente sono creduti essere esterni rispetto a ciascuno di noi. In questo libro viene presentata, discussa e integrata criticamente la teoria psicologica del diritto petra?yckiana. Fittipaldi affronta tale teoria in modo puramente teorico. La finalità è proporre lo psicologismo giuridico petra?yckiano come un necessario presupposto per la sociologia e l'antropologia del diritto. Il giusrealismo psicologista petra?yckiano viene confrontato e integrato, quando necessario, con l'alternativa di matrice scandinàva sostenuta da Axel Hägerström, Karl Olivecrona ed Enrico Pattaro. La specifica concezione petra?yckiana della dogmatica giuridica viene poi illuminata con un confronto serrato con la dottrina pura del diritto di Hans Kelsen. In generale Fittipaldi sostiene che il giusrealismo petra?yckiano richiede di essere integrato (i) con varie forme di Grundnorm che incorporino, fra l'altro, il concetto weberiano di Letzte Wertaxiome. -
Porta, Bertati, Da Ponte. Don Giovanni. Ediz. in fac-simile del libretto di Nunziato Porta per Praga del 1776
Il 29/10/1787 andò in scena a Praga il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte. In breve tempo, dal palcoscenico praghese fu catapultato nella leggenda, divenendo l'Opera delle opere. Si è sempre ritenuto che l'autore di quel libretto abbia il debito più grande nei confronti di Bertati, passando sotto silenzio il ruolo che Porta ha storicamente, drammaturgicamente avuto. Non condividendo questa valutazione critica, propongo una serie di riflessioni partendo dall'analisi drammaturgica comparata, prima dei tre libretti di Porta e poi, di quello di Bertati, evidenziandone le tracce che saranno successivamente presenti nel libretto ""sommo"""" di Da Ponte. Prima di affrontare l'analisi dei libretti, ritengo comunque utile soffermarmi sull'ambiente nel quale i personaggi vivevano, tracciandone un profilo che ponga ciascuno di loro in relazione con l'altro, per meglio cercare di capirne gli umori, le contrapposizioni, le inimicizie ed i comportamenti conseguenti. Ricacciare quei personaggi nella mischia può forse aiutarci a capirne meglio le debolezze, dandoci un'idea più disincantata e verosimile della complessa precarietà della loro esistenza quotidiana all'ombra delle luci della ribalta."" -
La nozione di «Bildung» nel primo Hegel
L'analisi della nozione di Bildung ('educazione', 'formazione', 'cultura') rappresenta uno dei fili conduttori dell'intera riflessione hegeliana. Il tema viene affrontato sia nelle opere pubblicate sia nelle lezioni universitarie. Un significato particolare deve essere attribuito agli 'scritti giovanili'. Qui non solo il concetto viene indagato a fondo, ma ha luogo il passaggio dall'interpretazione pedagogico-morale della Bildung elaborata dalla cultura illuministica alla concezione teoretico-speculativa che caratterizzerà il pensiero hegeliano maturo. Il presente studio si propone di comprendere le motivazioni che hanno spinto Hegel a compiere questa fondamentale operazione. Vengono analizzati gli scritti del periodo 1785-1800, in modo da coglierne le problematiche di fondo e i maggiori debiti teorici. Ne emerge una riflessione estremamente ricettiva nei confronti delle questioni pedagogiche poste dall'Illuminismo, ma allo stesso tempo insoddisfatta delle risposte che questo è stato capace di offrire. La nozione di Bildung cui Hegel perviene al termine del suo apprendistato filosofico intende dare alle stesse domande una risposta più soddisfacente e metafisicamente fondata. -
Autotraduzione. Teoria ed esempi fra Italia e Spagna (e oltre)
Fenomeno linguistico e pratica culturale antichissima, solo negli ultimi tempi l'autotraduzione ha richiamato da parte degli studiosi quell'attenzione che indubbiamente merita. Basti pensare che fino a poco tempo fa numerosi erano gli autori che, da differenti prospettive e per distinti motivi, negavano la sua stessa esistenza o, nei migliori dei casi, la consideravano una pratica tanto rara quanto casuale e, per tali ragioni, non degna di studio. Il presente volume ha lo scopo di fare nuova luce su questo interessantissimo fenomeno linguistico, culturale e letterario. Gli studi che in esso si raccolgono, risultato della penna di molti dei principali specialisti del tema, presentano, secondo diverse prospettive, una ricca varietà tematica che si è ritenuto utile suddividere in tre sezioni: la prima, introduttiva e propedeutica, affronta lo studio dell'autotraduzione da una prospettiva esclusivamente linguistica. La seconda, invece, analizza alcuni casi concreti del fenomeno, in un ambito geografico ben delimitato - Italia e Spagna - e in un periodo di tempo anch'esso ben preciso - i secoli compresi tra l'Umanesimo e il Barocco - fondamentali per la storia della cultura europea. La terza parte, infine, si spinge ""oltre"""" e presenta l'analisi di pratiche di autotraduzione, in tutta la ricchezza delle sue manifestazioni, in Francia, Croazia e Stati Uniti, in un periodo di tempo che si avvicina alla contemporaneità."" -
I fratelli Goncourt e l'Italia
Il rapporto dei fratelli Goncourt con l'Italia, spesso considerato marginale dalla critica, rappresenta il nucleo intorno al quale si organizza il volume di Federica D'Ascenzo. La ricerca sviscera innanzitutto il ruolo preminente svolto dal viaggio in Italia del 1855-1856 nella formazione estetica dei due letterati; studia le varie espressioni di scrittura odeporica palesate in quell'occasione; ne vaglia l'incidenza nella determinazione dell'usus scribendi goncourtiano, e le pone in relazione con le scelte formali e tematiche che caratterizzeranno il loro percorso letterario, dal romanzo realista fino agli esiti decadenti della narrativa di Edmond. La bibliografia ragionata della fortuna dei Goncourt in Italia viene invece a colmare una lacuna sostanziale all'interno della francesistica e degli studi comparati e intesse un accurato e suggestivo profilo del contesto, dei supporti e dei protagonisti della ricezione italiana dell'opera dei due scrittori. Muovendo da metodologie duttili e prospettive d'indagine sofisticate e diversificate, lo studio di Federica D'Ascenzo si addentra nella morfologia del lavoro intellettuale di Edmond e Jules de Goncourt, risale all'origine di stilemi e opzioni strutturali e si configura come una tessera inedita nell'esegesi della loro produzione. -
Enlaces. Studi dedicati a Mariarosa Scaramuzza
Questo piccolo volume è un affettuoso omaggio scientifico al magistero della professoressa Mariarosa Scaramuzza nell'ambito della linguistica applicata all'insegnamento dello spagnolo come lingua straniera, campo che ha inaugurato - e animato con passione per più di un ventennio - presso la sezione di Iberistica dell'Università degli Studi di Milano. Raccoglie i contributi di Giuliana Calabrese, Raúl Díaz Rosales, Elena Landone, Daniela Rigamonti e María del Rosario Uribe Mallarino: ognuno, con la sua personalità e il suo stile, racconta come ha percorso le vie scientifiche che Mariarosa Scaramuzza ha aperto. Alcuni temi coesionano questi interventi: l'avvicinamento critico alle tecnologie nella didattica dello spagnolo come lingua straniera, gli studi acquisizionali delle lingue, la formazione dei docenti e le innovazioni metodologiche. E tutti rimandano, in ultima istanza, alla consapevolezza e all'autonomia come matrici di qualità nei processi glottodidattici. -
Riscritture dell'eden. Poesia, poetica e politica del giardino. Vol. 7
I lettori appassionati di studi culturali e interculturali, di semiologia, della storia delle arti e del gusto, continuano a trovare nei giardini che popolano i testi con cui si confrontano un'infinita varietà di stimoli, come se le fontane reali e metaforiche, i labirinti e i viali, i fiori e le piante di cui sono costituiti, e le parole, i concetti, gli archetipi che li rappresentano, non esaurissero mai la loro capacità di offrirsi come segnali di ampia risonanza, che rimandano a simboli prismatici, di grande suggestione. I saggi raccolti nel presente volume indagano campi epistemologici distinti ma limitrofi, omogenei e complementari, esercitandosi nell'analisi di intersezioni, sovrapposizioni, alleanze, sintonie tra le costruzioni della nostra mente, i tentativi di dare ordine al caos, rivaleggiando col Creatore dell'Eden, la fenomenologia delle più varie forme di scrittura e la riflessione sui valori del tempo e dello spazio. È con vero piacere che il curatore ha coordinato i contributi dei colleghi che con tanto entusiasmo hanno risposto alle sue sollecitazioni. Sollecitazioni che, ci si augura, giungeranno ai lettori di rimando, in un affascinante gioco di sponda, sia come spunto per una serie di ennesime variazioni sul tema, sia come ripresa e ulteriore approfondimento dei motivi dominanti, dei nuclei più densi, degli intrecci più sofisticati, dei successivi livelli del palinsesto. -
Verona e gli artisti veronesi nelle «Vite» di Giorgio Vasari
Le ""Vite"""" di Vasari sono una fonte particolarmente importante per l'arte veronese del Rinascimento. Le frammentarie informazioni sull'argomento disseminate nella prima edizione sono riviste e aumentate in modo considerevole nella seconda. Il nuovo materiale radunato da Vasari attraverso l'aiuto di alcuni informatori o raccolto nel corso del suo breve soggiorno in città nel maggio del 1566 confluisce nella biografia dell'architetto Michele Sanmicheli e alimenta un ampio capitolo intitolato """"Vite di fra' Iocondo e di Liberale e d'altri veronesi"""" che, riunendo le biografie di ben quindici artisti attivi tra il Quattrocento e la prima metà del Cinquecento, si può considerare il primo tentativo di tracciare un profilo della storia artistica cittadina. Il libro presenta una rilettura criticamente aggiornata di quest'ultimo testo. Una specifica attenzione è riservata al patrimonio di notizie, precisazioni, ipotesi di ricerca prodotto in quasi due secoli e mezzo di commenti al testo di Vasari; tale materiale è ordinato all'interno di un """"Commento secolare"""" che offre l'opportunità di ripercorrere agevolmente la ricezione di questo capitolo delle """"Vite""""."" -
La tradizione manoscritta dell'«Encomio di Elena» e del «Plataico» di Isocrate
Dopo i fondamentali contributi della filologia tedesca nell'Ottocento e nei primissimi anni del Novecento il testo di Isocrate è stato lungamente trascurato. Nell'ultimo decennio si è assistito ad un'inversione di tendenza e ad una ripresa d'interesse, a partire dal riesame dell'importante tradizione papiracea. Il presente volume raccoglie i frutti di questo rinnovato fervore di studi e traccia un quadro complessivo delle vicende del testo isocrateo in età medievale e umanistica. La prima parte presenta un catalogo dei manoscritti, con particolare attenzione ai dati materiali e alla storia dei singoli codici. Nella seconda parte, dopo aver esaminato il passaggio dalle edizioni tardoantiche alla tradizione medievale, viene indagata in dettaglio la complessa articolazione stemmatica delle due famiglie testuali su cui si ripartiscono i testimoni, giungendo a individuare nuove fonti primarie, a definire i rapporti genetici tra i codici e a circoscrivere i principali fenomeni di contaminazione. A distanza di oltre cinquecento anni dall'editio princeps di Calcondila il volume conduce il lettore a ripercorrere le strade imboccate dal testo isocrateo tra la fine del IX e l'inizio del X sec. -
Studi sul caput XXI della Lex Rubria de Gallia Cisaplina
"Lex Rubria de Gallia Cisalpina"""" è il nome attribuito a un'epigrafe bronzea, di circa cm 54 x cm 72 e del peso di poco superiore a kg 13, che venne rinvenuta nel piacentinoa Veleia nell'aprile del 1760 ed è attualmente conservata in una sala del Museo Archeologico di Parma. Il frammento, giunto fino a noi grazie a questa scoperta, costituisce però solo una parte della legge in questione, e riporta unicamente il testo integrale di tre capitoli più quello parziale di altri due. Si tratta di una legge pubblica romana di età tardo repubblicana recante una serie di disposizioni normative destinate a trovare applicazione in una vasta regione geografica indicata come Gallia Cisalpina. Oggetto di questo volume è l'esame di uno dei capitoli pervenutici della legge, il caput XXI, dedicato al regime giuridico della tutela del creditore di una somma determinata di denaro e ai connessi aspetti processuali." -
Vita di Giuseppe Parini
Il nome di F. Reina (1766-1825) è da sempre legato a quello del più grande poeta lombardo del XVIII sec., Parini; proprio l'edizione in 6 tomi delle Opere dell'autore del Giorno, pubblicata a Milano fra il 1801 e il 1804, decretò a futura memoria la fortuna letteraria del curatore, il Reina appunto, che già si era distinto come fervente giacobino e che più tardi si sarebbe segnalato come bibliofilo e editore di testi. Fu proprio la sua Vita pariniana premessa a quella edizione a perfezionarne la fama postuma; è a questa biografia, infatti, che tutti gli studiosi del Parini si richiamano per inquadrare e ricercare più giuste motivazioni storico-culturali alla indiscussa autorevolezza che la poesia e la stessa personalità del Parini incontrarono presso i giovani scrittori della prima generazione ottocentesca. Da Foscolo a Manzoni e fino ai grandi scrittori e critici del secondo Ottocento, da De Sanctis a Carducci, la profonda stima e l'apprezzamento per l'opera pariniana, nonché per la statura intellettuale e morale dell'autore, furono in sostanza unanimi; di un tale, non ordinario fenomeno di cultura letteraria e civile la Vita del Reina non fu di certo coefficiente secondario. -
L' eroicomico fiorentino di Lorenzo Lippi
"Il Malmantile racquistato"""" (pubblicato postumo nel 1676) è un poema noto soprattutto per la sua lingua. Già i contemporanei rimasero affascinati dalla ricchezza di termini gergali o dedotti dal mondo delle arti e dei mestieri, e dal contrappunto di locuzioni idiomatiche, orientate verso una paradossale espressività, al tempo stesso antiquaria e sperimentale. I lessicografi della Crusca lo sfruttarono come occasione per arricchire il vocabolario, i poeti moderni come un repertorio dal quale attingere in direzione comico-burlesca. Dietro l'appariscente impalcatura linguistica, un'attenta lettura del poema può consentire di ampliare il tradizionale panorama critico-interpretativo,svelando nuove ragioni e finalità poetiche. L'ostentata infedeltà alla nuova strada tracciata dal Tassoni affonda le radici nel dramma storico di una città, Firenze, che cerca di frenare il proprio declino dietro la maschera di un rigido conservatorismo. Solidale con questo moto di chiusura, il Lippi attua una chiara scelta campanilistica, cantando un universo di allegre brigate, sorde alla perdita di prestigio della città e alle tensioni che in quegli anni stavano cambiando il volto dell'Europa." -
Ecologia del testo. Esperienza del pensiero. Studi in omaggio a Paolo D'Alessandro
Il passaggio dall'oralità alla scrittura, i nuovi supporti di espressione, la pervasività della tecnica nell'ambiente umano, sono solo alcuni dei cambiamenti epocali che hanno visto ridefinire il modo di concepire e produrre il pensiero e l'identità del soggetto che viene richiamato a essere centro vitale di queste stesse trasformazioni. Ripartendo da quello che si può definire come un esperimento di Ecologia del Testo, in omaggio al magistero di Paolo D'Alessandro, in questo volume si cerca di offrire un florilegio di pratiche, modelli e casi significativi che passino in rassegna forme e modi del pensiero, richiamando in un dibattito filosofico contemporaneo i molteplici spettri e le diverse sensibilità che rimodulano orizzonti di sapere e mondi culturali secondo un textum che aiuti a rileggere il passato e a comunicare la genealogia di un possibile futuro. Un'impronta firmata da molti autori (Andreozzi, Baldi, Bonazzi, Ciastellardi, Di Martino, Domanin, Fabbrichesi, Franchella, de Kerckhove, Luzzi, Mazzocut-Mis, Parodi, Potestio, Ronzoni, Spinicci, Tonazzo) tramite i quali la disamina dell'ecologia del testo si tramuta in testo filosofico per una lettura ecologica del pensiero. -
Il fabliau della Vedova consolata
L'anonimo fabliau duecentesco della Vedova consolata (""Colei che si fece possedere sulla tomba del marito"""") rappresenta una deviazione originale nella secolare storia della ricezione del motivo della """"Matrona d'Efeso"""", fabula """"milesia"""" che dà le sue prime prove in Petronio (Satyricon) e in Fedro (Fabulae) e arriva ai giorni nostri passando attraverso un infinito numero di variazioni, occidentali e orientali, interessate al personaggio inquietante della """"vedova"""": tra i nomi di maggior spicco basti pensare a Marie de France, Chaucer, La Fontaine, Brantôme, Lessing, Cechov, D'Annunzio, Cocteau. Il fabliau, solo in apparenza una galéjade pruriginosa atta a strappare una risata, è in realtà un sapiente congegno che gioca abilmente con lo strumentario della parodia letteraria per abbozzare un chiaroscuro morale proteso ben oltre la pura misoginia. La riscrittura mantiene, della """"milesia"""" petroniana (conosciuta probabilmente attraverso il Policraticus di Giovanni di Salisbury), un impianto di tipo teatrale e pesca abilmente in un bacino di testi, mediolatini e francesi, straordinariamente ampio (dal Liber septem sapientum a Chrétien de Troyes), incrociando anche varî generi o modalità narrative (la fabula, la pastorella, il gab). Il libro offre una nuova edizione critica del testo, accompagnata da una versione metrica in italiano; uno studio introduttivo, che approfondisce la storia del motivo dalla letteratura classica al XIII secolo, valorizza le trame parodiche del testo."" -
Cognizione al lavoro. Interazione, pratiche e comunità
Decidendo di ripubblicare oggi l'introduzione originale e i tre saggi di Sylvia Scribner, di Julian Orr e di Seely Brown e Duguid contenuti, insieme ad altri, in un volume uscito per la prima volta nel 1995, si è voluto dare rilievo al contributo esemplare e straordinariamente innovativo che tali saggi (scritti negli anni '80 e '90) hanno avuto nell'aprire un nuovo campo di ricerca empirica sul lavoro e sulle organizzazioni. Un campo di ricerca empirica caratterizzato dall'assegnare primaria importanza alle risorse del mondo culturale di cui siamo parte e dal considerare la cognizione umana come ""pratica"""", costruita, anche materialmente, nelle azioni e nelle interazioni tra le persone. L'acquisizione di competenze, la presa di decisione, il problem-solving e così via sono descritti non come processi intra-psichici ma come pratiche realizzate interattivamente e congiuntamente, utilizzando e adattando specifiche risorse, strumenti e artefatti. Il volume è corredato da una nuova e aggiornata introduzione sulle più recenti evoluzioni teoriche, metodologiche e empiriche di tale area di ricerca."" -
I modelli di equazioni strutturali. Temi e prospettive
I modelli di equazioni strutturali costituiscono una delle tecniche più utilizzate per l'analisi dei dati nelle discipline psicologico-sociali. Si tratta di modelli di analisi statistica multivariata che consentono di esaminare la plausibilità di relazioni di influenza tra variabili latenti. Lo sviluppo e la disponibilità di programmi per computer che permettono di tradurre in un linguaggio non matematico le operazioni che ne sono alla base, ne ha facilitato enormemente la diffusione e l'utilizzo. Mentre nella letteratura in lingua inglese sono presenti molti testi dedicati a questa tecnica sono pochissimi i libri in italiano che la trattano. Il presente volume vuole presentare agli studenti e ai ricercatori italiani alcune delle tematiche più importanti che riguardano questa tecnica di analisi statistica multivariata. Il testo si articola in due parti. La prima tratta alcuni dei temi di base cruciali nello studio e nel dibattito sui modelli di equazioni strutturali. La seconda tratta alcune fondamentali applicazioni avanzate. Il testo è corredato da esempi applicativi e da materiale online relativo alle applicazioni con alcuni dei software più diffusi (Lisrel, Mplus, EQS). -
Game-based learning. Il ruolo del gioco nella progettazione di percorsi formativi
La formazione è qualcosa che il formatore fa con le sue azioni di insegnamento, didattica e trasferimento di informazioni e conoscenze; eroga per mezzo di metodi più o meno attivi o passivi come la lezione, la discussione di gruppo o le esercitazioni; fa fare ai formandi mediante role-play, simulazioni e giochi. Questo libro tratta della funzione del gioco nella formazione degli adulti. Per gioco intendiamo proprio il gioco da tavolo. Quali sono i presupposti perché un gioco siffatto possa assumere una valenza formativa ed essere inserito in un percorso formativo? Come può essere perseguito un obiettivo formativo tramite un gioco da tavolo? Come si può tradurre un percorso formativo, o parte di esso, in un gioco da tavolo? Quale ruolo conviene che assuma il formatore che decidesse di introdurre un gioco da tavolo in un percorso formativo? A queste ed altre domande il testo dà delle risposte. Cercando nel contempo di porsi come uno strumento tecnico che faccia capire l'importanza di pianificare adeguatamente l'inserimento di un gioco da tavolo in percorsi formativi, e di come il gioco debba essere progettato affinché assuma valenza formativa e non risulti una perdita di tempo. -
La fragilità della democrazia. Manipolazione istituzionale ed eversione nel colpo di stato oligarchico del 411 a.C. ad Atene
Nel giugno del 411 a.C. ad Atene fu abbattuto il regime democratico ad opera di una congiura oligarchica che da mesi aveva preparato il conseguimento di tale obiettivo. La democrazia fu scardinata dall'interno, tramite un ricorso limitato ad azioni di violenza e mediante piuttosto un sapiente sfruttamento delle istituzioni cittadine, tanto quelle ordinarie, quanto quelle d'emergenza. In questo modo, la volontà popolare fu manipolata tramite una molteplicità di tecniche, che si differenziano sia per grado di legittimità, sia per sede in cui vennero esercitate: propaganda, ricorso a slogan particolari come quello dell'emergenza, intimidazione, corruzione, azioni di disturbo del dibattito nelle sedi istituzionali, pressioni esercitate sui votanti in contesti deliberativi ed elettorali. L'analisi di tali strumenti di lotta politica mostra che la tutela della democrazia, sistema fragile ed esposto alla manipolazione di chi meglio ne conosce i meccanismi e le dinamiche, non risiede unicamente nel rispetto formale di procedure e istituzioni, bensì anche nel versante più sostanziale del rispetto dei suoi principi fondanti.