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Racconti di architettura
Dopo ""Racconti di qui"""", Davide Vargas torna a dipingere con parole e pennellate di caffè lo spazio urbano, alla ricerca del segno smarrito che sembra richiedere disperatamente di essere ritrovato. Annegate tra folle di passanti distratti, rumori e fumi di automobili, centri commerciali e scheletri di cemento, o semplicemente indifferenze, le orme di architettura resistono nella propria tenace testimonianza di valori umani. Parlano a chi sa ascoltare. E nello scambio di parole non dette, vuoti che lasciano spazio a sconosciute possibilità, ci si ritrova e ci si riconosce. Sedici quadri d'autore a raccontare un luogo che racchiude in sé più luoghi, che cambia fisionomia come """"una bolla di spazio che si dilata all'occorrenza""""."" -
Una debole allegria. Antologia poetica. Testo originale a fronte
Màrius Torres (Lleida, 1910 - Sant Quirze Safaja, 1942), uno dei poeti catalani più originali della prima metà del Novecento, fu costretto a trascorrere gli ultimi sette anni della sua breve esistenza in un sanatorio. Nonostante la giovane età e la condizione di forzato isolamento, la sua è una voce lirica straordinariamente solida e profonda, elegante e raffinata. Quella che qui si presenta è la prima traduzione italiana di una parte significativa della sua opera. -
Elogio di Carmelo Bene. A dieci anni dalla scomparsa
"Avrei voluto amplificarti, registrarti e tenerlo tutto per me, quel filo di voce, sotto il cuscino. In quell'esatto momento, mi sono sentito tuo figlio, tuo padre, tua madre, il tuo più fraterno amico. Siamo stati intimi come di più non si può. Mille gradi Celsius sono bastati a ridurti in cenere. Ma non a riscaldarti. Avevi sempre freddo, Carmelo. 'Delle mie ceneri fate quello che volete', ci dicesti una sera a cena, davanti al camino, nella tua meravigliosa casa di Otranto. 'Magari una bella crostata per colazione'. Sai una cosa? Mi viene spesso, quando sto soprappensiero, la tentazione di chiamarti. Avrei tanta voglia di farlo anche adesso. Ma non risponderesti. È mezzogiorno. Tu, lo so, a quest'ora stai ancora dormendo""""." -
Elogio del nullafacente
Manuale di istruzione dedicato a tutti coloro che nella vita hanno avuto a che fare con l'inerte inoperosità: quelli che l'hanno praticata, quelli che l'hanno giudicata, dedicato perfino a quelli che l'hanno evitata. Chi è il nullafacente? Dove possiamo incontrarlo? Quanti tipi ne esistono? Risponde a queste domande e ne insinua delle altre l'Elogio del nullafacente, il pamphlet che si dedica all'analisi di quel nulla che nulla non è, dimostrando come e quanto siano pieni gli spazi vuoti creati da chi si crogiola nel mestiere del relax. Tra un sorriso non troppo indulgente sui tempi recenti e una riflessione sui vizi inammissibili del genere umano occidentale, Luigi Piazza ripassa anche per i luoghi della sua memoria, cultore sempre in erba di una materia cui verranno negati tanti attributi, molti più di quelli che si crede, ma mai quello della serietà. Occhio attento, mirino cinico, questo piccolo volumetto si presenta, in fin dei conti, anche come un manuale di istruzione: la nullafacenza non si deve praticarla a oltranza, non si deve giudicarla, e soprattutto non si deve dimenticare di cercarla. -
Solo per danaro, solo per potere
Come il più bello degli amori che accompagna l'uomo distogliendolo dal sonno e strappandolo al lavoro, come il più fedele amico che ascolta silenzioso gli sfoghi densi di speranza e delusione, così il diario di un notaio napoletano raccoglie il lungo viaggio interiore di un uomo. Un anno di riflessione e d'impulso con cui tingere l'autobiografia di satira politica, analisi dei costumi e miti greci, dove i più pungenti aforismi del passato fermano, con la loro precisa descrizione, l'istantanea del presente e dove la storia di un singolo individuo non prescinde mai dalle vicende nazionali. Un anno di vita in cui si condensa quasi un secolo di storia, di una società che cambia soltanto in apparenza perché rimane sempre in vigore la legge del più ricco e potente. -
Berlusconi, finale di partita
"Guardava avanti, quella sera, Silvio Berlusconi. Aveva il volto terreo. Era assorbito da un turbinio di immagini, di grida. Non scrutava quella muraglia umana che si era formata ai due lati di via Quattro Novembre. Gli sembrava un fatto incredibile dover passare tra ali di una folla che agitava le mani, sbeffeggiava, alzava lenzuola bianche. Da lontano, arrivavano gli echi di una contestazione mai vista, ritmata dalle grida di """"buffone"""", """"in galera"""". E sul selciato cadevano monetine, lanciate a distanza, da ragazzini dal volto sudato, con gli occhi sgranati. Tanta eccitazione per vedere lui salire al Quirinale. Da Palazzo Grazioli al palazzo del Quirinale, il nastro stradale si percorre in un baleno. Ma la sera del 12 novembre 2011, era un percorso accidentato, l'Audi andava a sbalzi, malgrado la maestria dell'autista. Non poteva correre, teneva l'acceleratore pigiato il meno possibile. Il lampeggiante proiettava fasci di luce azzurrognola e blu che deformavano i volti della folla assiepata. Sembravano mostruosi sguardi pieni di ferocia. Le loro bocche erano simili a fauci pronte a inghiottire anche lui, qualcosa di mostruoso e angosciante. Aveva in mente, in quegli istanti, soltanto le battute che avrebbe recitato al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.""""" -
Cerchiamoci ancora
Tutto può finire, meno la voglia di cercarsi ancora. È scritto nel nostro Dna, è la nostra speranza. È così oggi, era così alla fine del 1943, quando l'Italia crollò. Rasa al suolo, aveva una sola speranza per ricostruirsi: darsi amore, dopo tanto odio. I personaggi di questo libro sanno che i bombardamenti, la fame, le sommosse, la morte, così come l'amore e la solidarietà, sono acqua della stessa fonte: il fluido della vita che li fa avvicinare quando tutto li allontana. E il loro stare in più punti, e mai da nessuna parte, diventa così la metafora di quel grande cambiamento epocale che fu la Seconda guerra mondiale. Un grande tsunami di amore e odio che ancora oggi avvertiamo. -
Rossa lava di fuoco. Storie d'amore all'ombra del Vesuvio e in Costiera
Napoli, Capri, Ischia, la Costiera amalfitana e quella sorrentina: sono gli scenari in cui si muovono Angelina Jolie, Jackie Kennedy, la principessa Diana, Claretta Petacci, ma anche Vivien Leigh, Liz Taylor, Anna Magnani e Ingrid Bergman. Donne innamorate sullo sfondo del vulcano più famoso del mondo, la cui sagoma addormentata evoca, con la memoria dei fiumi di lava, la sua arcana potenza distruttiva. Sirene che nel mare del mito trascurano la voce per amore, come la Callas, o la ritrovano, come Diana, nell'estate in cui racconta la sua verità, che si abbatterà sulla monarchia come un'eruzione. Ci sono destini in cui si intrecciano amore e morte, ci sono amori che nonostante divorzi e nuove unioni si proiettano oltre l'ultimo respiro. E ovunque, un tramonto che incendia una baia, il respiro del mare, un canto di fontane ricordano che queste sono le terre dell'amore. Prefazione di Ugo Cundari. -
Dal Mattino. Note per la letteratura 1989-2011
Il volume raccoglie una meditata scelta degli articoli che l'autore, docente di Letteratura inglese presso l'Università di Napoli ""Federico II"""" e rinomato studioso, ha scritto per il quotidiano """"Il Mattino"""" dal 1989 - anno in cui ha iniziato la sua collaborazione al giornale - al 2011. Benché si tratti per la maggior parte di interventi su scrittori inglesi e americani, non mancano incursioni in altre letterature (J.M. Coetzee, Yasunari Kawabata, V.S. Naipaul, Orhan Pamuk, Susan Vreeland), in cui Manferlotti mette a frutto le sue competenze - anch'esse esito di un lungo magistero - di comparatista. Numerosissimi, in particolare, i riferimenti alla letteratura italiana e a quella europea considerate nel loro insieme. Lo stile, raffinato ma mai impervio, asseconda riflessioni acute e spesso inedite sulla scrittura creativa. In tal modo la raccolta può innalzarsi al di sopra dei confini che quasi sempre chiudono analoghe pubblicazioni, proponendosi anche come una sorta di prezioso """"manuale del critico""""."" -
Il bianco, il nero e il jazz
Vita e morte di una band di giovani scapestrati, The Pleasure. I sacrifici per la costituzione del gruppo e una passione condivisa e da condividere, fino all'agognato debutto in città. Il pubblico sembra apprezzare, le speranze farsi più chiare all'orizzonte, eppure qualcosa non va per il verso giusto. Quando l'amore si mette di mezzo, ogni altra aspirazione, illusione o sogno non può che farsi da parte. Un appartamento a scandire le tappe del sempre tormentato passaggio dall'adolescenza all'età adulta, un mondo popolato di allegri e bizzarri personaggi, situazioni al limite del surreale e una lievissima vena malinconica e romantica a nascondersi dietro la dura maschera few indie rock. C'è Say, giovanissima voce del gruppo, e c'è Jacques, bassista francese e bohémien; e poi Deb e il suo eterno fidanzato, atterrito all'idea del matrimonio, ed Elli, chitarrista della band, eccentrica e fuori dagli schemi, figlia di un hippie fuori tempo. Ci sono gli immancabili muffin a riempire ansie e dolori, ci sono i vestiti sgargianti, le stelle osservate dal terrazzo, il tè verde bevuto in cucina, tra cuscini e candele; c'è il bianco e nero di una dolce vita in musica, sotto il segno delle note di Miles Davis o dei Beatles, a scandire anni e respiri. Una dolce apologia dell'amore, in cui paure, errori, abbagli, ritmi e tempi sfuggono alla partitura scritta e al dominio delle regole universali. -
Io e il rock
Quando la sua vita sembra prendere una piega che non desidera, fatta di odiosa routine, accanto a una donna con cui non va più d'accordo e un lavoro che non ama, Francesco Normanno corre al riparo guardando indietro, lasciandosi coccolare, nutrire e divertire da un passato ancora pieno di speranze e sogni. Attraverso i suoi ricordi parte un viaggio in musica, con protagonisti indimenticabili e indimenticati: Bob Dylan e i Beatles, i Rolling Stones e i Led Zeppelin, Jimi Hendrix e gli Area, passando per Lucio Battisti, Fabrizio De André e Franco Battiato fino ad arrivare ai Queen e agli U2. Come in un refrain proustiano, attorno a lui rivivono vecchie fiamme e lotte politiche, governi rossi e neri, la beat generation e le bandiere sotto i cui colori sdoganare la propria dissidenza e il proprio grido di emancipazione. Una musica che lega mondi apparentemente lontani come l'amore, la passione politica, l'amicizia. In un juke-box dell'esistenza che tarderà a farsi scordare. Prefazione di Edoardo Bennato. -
L' anello stregato di Mozart. Divertissement
Un divertente carosello che indaga, attraverso l'epistolario della famiglia e le opere di Mozart, la personalità del genio di Salisburgo in relazione alla società del suo tempo. La formula è quella del divertissement, declinato in tutte le sue varianti, giocando tra ironia e comicità, sensualità e trasgressività. Tanto è stato detto sull'enfant prodige, che a quattro anni già suonava e a cinque componeva; ma c'è dell'altro, riconducibile forse all'anello stregato del titolo, di cui già scrisse Stendhal in un'appassionata monografia. Il volume, che ripercorre in maniera umoristica e introspettiva insieme la vita di uno tra i più grandi geni di tutti i tempi, si connota per il parallelismo con il mondo musicale: molti capitoli, infatti, sono aperti da introduzioni che richiamano le varie forme dell'arte dei suoni: si va dall'ouverture al tema e variazioni, passando per un delizioso minuetto, il tutto scandito da un intermezzo. Uno zibaldone, sillabato da un afflato amoroso per il salisburghese, che squaderna al lettore drappi e cortine, in un teatrino di uomini e cose, figurini e figurine del Settecento, al ritmo delle danze dell'epoca. Con flair e allure. -
Francesco Mastriani. Un escluso
"Il saggio Francesco Mastriani: un escluso nasce da una rivisitazione finalizzata a dimostrare e a ribadire, nell'economia della trattazione, la collocazione dell'appendicista napoletano fuori dalle istanze naturalistiche e realistiche. Quali le motivazioni? L'assenza dei requisiti peculiari della narrativa verista, che proclama: """"l'opera d'arte deve sembrare essersi fatta da sé"""" sulla scorta di indagini scientifiche, di alterazioni fisiologiche, patologiche, ereditarie, storiche, ambientali. A queste tesi, di taglio lombrosiano e zoliano, per carenza di informazione e formazione pertinente, non attiene il Mastriani, il quale, anche se con connaturata indignatio, arringa: """"II verismo l'ho inventato io"""", rimane sostanzialmente un osservatore triste e malinconico di Napoli e dei suoi fuorviati. Figure truculente e sanguigne non sono sbozzate con l'approfondimento fisicochimico del narratore naturalista, ma con l'ottica del socialismo francescano, con gli stimoli del filantropismo, aduso, senza tralasciare il concetto di imparzialità della giustizia, a commiserare devianze e malversazioni di ogni genere. Delitti, omicidi, violenze, prostituzione sono la fisionomia e la voce dei vicoli, nei quali non attecchisce la nozione di letteratura interrelata con politica, economia, diritto, filosofia, arte, religione."""" Postfazione di Francesco d'Episcopo." -
Diario di prigionia. 23 settembre 1943-24 settembre 1944
Carlo Starace, napoletano, allora trentottenne, fu rastrellato a Teano il 23 settembre 1943, dove erano sfollati la moglie e i due figli. Il suo racconto si apre con la scena della razzia di uomini. Quel giorno partirono da Teano 6 camion carichi, circa 350 furono gli uomini deportati dal centro, altri 250 circa furono razziati nelle frazioni. La stessa scena avveniva contemporaneamente in tutti i paesi e cittadine della Campania e del Basso Lazio. Si tratta di una storia poco nota e poco raccontata, che emerge invece attraverso immagini evocative di straordinaria efficacia nel testo di Carlo Starace. Dopo l'episodio del rastrellamento il diario ci conduce sul carro bestiame fino alla prima fermata, Memmingen in Germania, poi nel campo di prigionia in Polonia, narra la dura vita nel campo, il freddo, la fame, la violenza ma anche la solidarietà tra i prigionieri, infine con grande onestà rievoca la difficile discussione che avvenne fra gli ufficiali sulla scelta della collaborazione o del rifiuto. Con la maggior parte degli ufficiali prigionieri Carlo Starace rifiutò di firmare l'adesione alla Repubblica Sociale in quanto militare. Rivendicò, però, la sua condizione di smobilitato, venne considerato ""lavoratore civile"""" e destinato al lavoro in una fabbrica di Dresda."" -
«Le ragioni narrative» 1960-1961. Antologia di una rivista
Sono scaduti i cinquant'anni dalla pubblicazione della rivista ""Le ragioni narrative"""", che segnano il decisivo passaggio dagli anni Cinquanta ai Sessanta in una Napoli, affollata di scrittori di sicuro respiro nazionale e avida di portare il proprio contributo all'acceso dibattito europeo sulle """"ragioni"""" della narrativa, sul suo presente e futuro. L'antologia, che qui si propone, mira a enucleare alcuni fondamentali percorsi critici proposti dalla rivista, facendo risaltare, oltre l'indubbia preparazione degli scrittori, la loro onestà intellettuale, in una solida congiunzione di attività creativa e impegno critico. Era giusto che la rivista, nella riproposta antologica, ritornasse all'editore napoletano che l'aveva promossa, nel segno di una continuità culturale che la capitale del Mezzogiorno rispetta e testimonia quotidianamente nelle sue grandi famiglie di librari-editori. In qualche modo, quel gruppo di scrittori rappresentò una schiera autorevole, che ha contribuito a scrivere pagine della letteratura italiana destinate a durare. Al loro significativo contributo civile e culturale è dedicato questo libro, che, ancora una volta, intende riaccendere il culto della memoria e ricordare a una città, spesso impermeabile, coloro che più l'hanno amata e raccontata con spirito europeo, segno distintivo della sua storia di sempre."" -
Compartimento 11
Nel corso della sua infanzia, il piccolo Danny è costretto a fare i conti con un gravissimo trauma, che minerà la sua intera esistenza. Un passato che nasconde tragiche verità e una sofferente reclusione in orfanotrofio segneranno la sua vita. Danny alimenterà bizzarre passioni e, vittima dei fantasmi della sua mente, si avvicinerà al mondo del crimine. Isabel, il Copista, Altro, Emma e il Professore saranno irrimediabilmente protagonisti dell'esistenza di Danny e lo condurranno a un destino ineluttabile. -
Ritorno a Zanzibar
Julius Applemayer, alla ricerca di Noname, sua schiava fuggita, va nella sua storia d'amore di scoperta in scoperta, una più stupefacente dell'altra, inseguendo le sue chimere attraverso l'Europa e soprattutto attraverso il Corno d'Africa. Alchimia di un'avventura singolare, dalla Piazza Arthur Rimbaud di Gibuti al Python Regius, dal Viaggio nell'altrove alla Femmina dell'alchimista, dalla Rift Valley all'Orgasmo, ""Ritorno a Zanzibar"""" schiude al lettore altrettanti universi che il protagonista attraversa nella sua ricerca."" -
Elogio della «bella cosa»
Nella collana ""elogi"""" scrittori e intellettuali italiani si divertono a elogiare con sincerità o sarcasmo, ma sempre con leggerezza, fatti, idee, personaggi."" -
Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti. La scena di Little Italy
"Storia e letteratura degli italiani negli Stati Uniti"""" è la nuova edizione in più volumi, sensibilmente ampliata e aggiornata, di """"Italoamericana"""", una vasta opera che, edita da Mondadori nel 2001 e nel 2005, fu salutata a suo tempo come """"una bomba atomica nel campo degli studi italoamericani"""" (Robert Viscusi). Ancor oggi, in effetti, essa resta, a livello mondiale, l'unico repertorio completo della civiltà letteraria fiorita in quella specie di vago """"altrove"""" che furono, nei decenni della grande emigrazione otto-novecentesca, le numerose Little Italy d'America. Francesco Durante ha ora diversamente aggregato i molti materiali da lui raccolti in decine di biblioteche e archivi sulle due sponde dell'oceano Atlantico; non pochi di nuovi ne ha aggiunto; ha provveduto a colmare molte delle lacune documentali che ancora caratterizzavano la prima edizione del suo pionieristico lavoro. Il risultato è un'opera sostanzialmente nuova, molto più ricca. Il volume che la inaugura è il sesto del piano dell'opera, ed è quello che raccoglie uno dei frutti più cospicui della tradizione italoamericana, vale a dire la letteratura prodotta dentro e intorno ai teatrini e ai café chantant di Little Italy, e non di rado affidata a una lingua selvatica e inaudita, irresistibilmente espressiva, che era il risultato della contaminazione dell'americano con la pronuncia e il lessico dei dialetti d'Italia, specialmente quelli meridionali." -
Madrid, romanzo urbano. Topografie letterarie nella «novela» spagnola contemporanea
Il volume analizza il ruolo assunto da Madrid nel romanzo spagnolo contemporaneo, dal 1990 fino ai giorni nostri, tracciando alcune tappe della singolarissima storia urbana della città e delle sue tante coniugazioni narrative. La rappresentazione della capitale, che già dalla fine dell'Ottocento trascende la condizione di mero sfondo per legarsi alle vicissitudini dei personaggi che la popolano, oscilla oggi fra tradizione e post-modernità, consacrandosi come città-nazione, crocevia e immagine più autentica di un intero Paese. Questo lavoro offre una suggestiva topografia letteraria di Madrid e, allo stesso tempo, un ampio e inedito profilo della narrativa spagnola contemporanea, un profilo che attraversa le opere di autori quali Juan José Millas e Juan Manuel de Prada, Rafael Reig e David Trueba, Clara Sánchez e Julio Llamazares, Javier Marías e Belén Gopegui, Rafael Chirbes, Antonio Muñoz Molina e molti altri ancora.