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Teatri e sfera pubblica nella società globalizzata e digitalizzata
Qual è il ruolo del teatro nella società contemporanea? Come è cambiata la funzione sociale della performance nell’epoca della realtà virtuale? Quali nuovi spazi ha acquisito e quali nuove funzionalità sono emerse? Le riflessioni disciplinari che compongono questo volume emergono da dati teorici ed empirici orientati ad ampliare la visuale sociologica estendendola alle funzioni sociali della performance e alla potenzialità trasformativa e politica sprigionata dalle forme artistiche, in questo caso il teatro. Il senso e il valore di questo volume risiedono nel presentare una pluralità di riflessioni teoriche e ricerche che manifestano la potenza di coinvolgimento sociale della performance, non come mero intrattenimento, ma come forma terapeutica collettiva, come spunto per la riflessione a diversi livelli, sia scientifico che culturale e per la resistenza civile. Ulteriormente, emerge dai testi la necessità di riscoprire il valore delle istituzioni culturali per ripensarle alla luce di una urgenza sociale molteplice: sia per la costruzione del tessuto collettivo che per il ruolo istituzionale di mediazione, ascolto e restituzione in termini creativo-culturali delle necessità del contesto sociale del quale sono espressione. -
Storia dell'integrazione europea. Nuova ediz.
L’unificazione dell’Europa si è avviata dopo la seconda guerra mondiale a partire da forme di integrazione economica. Sono diverse le fasi che hanno scandito tale processo: dalla messa in comune del carbone e dell’acciaio alla moneta unica, fino ai tentativi di costruire l’unione politica e di far parlare l’Europa con una sola voce sulla scena internazionale. Una necessità che si è resa urgente, in particolare, a seguito degli avvenimenti in Afghanistan e Ucraina. Morelli e Sondel-Cedarmas descrivono l’evolversi dell’integrazione europea alla luce del confronto tra l’approccio sovranazionale, diretto a limitare la sovranità degli Stati e a riconoscere poteri effettivi alle istituzioni comuni, e quello intergovernativo che, al contrario, ha voluto difenderne le prerogative sovrane. La decisione di unificarsi è stata una necessità derivante dalla constatazione dell’incapacità degli Stati di affrontare divisi le sfide da fronteggiare: la ricostruzione post-bellica, la crescita economica, l’aiuto ai paesi in via di sviluppo, le relazioni con le superpotenze. Nonostante contraddizioni e limiti, l’Unione europea è una delle realizzazioni più rilevanti nella storia del continente in quanto ha garantito la pace, consolidato la democrazia, assicurato un ragguardevole livello di benessere ai cittadini. -
Il valore pedagogico della divergenza
La «pedagogia della divergenza» rappresenta un costrutto teorico originale che intende valorizzare gli strumenti interpretativi, progettuali e metodologici sviluppati negli ultimi anni nell'intervento educativo in contesti della marginalità e della devianza sociale. Parallelamente, affonda le proprie radici teoriche negli studi postcoloniali, intersezionali e sulla liminalità, nella epistemologia della complessità, nella pedagogia critica e problematicista, nell'approccio dell'empowerment. Questa nuova prospettiva intende dare consistenza alla volontà di considerare gli elementi di differenza, su cui vengono costruiti processi di discriminazione, in quanto opportunità, per valorizzarli come risorse e non più come ostacolo all'inclusione ed emancipazione dei soggetti. Recentemente, l'approccio pedagogico ha affiancato quello delle scienze sociali e psicologiche nello studio della devianza e si sono moltiplicate ricerche e pubblicazioni, grazie alle quali si è andato via via costituendo un paradigma di studio specifico e una definizione accurata degli ambiti di intervento. Questo volume, dunque, è un primo tentativo di consolidare il valore pedagogico della divergenza come campo epistemologico, nel quale la pedagogia può dare un contributo trasformativo rivolto alle pratiche, oltrepassando l'analisi dei fenomeni, per dispiegare il proprio potenziale sia nell'intervento sociale sia sul piano generativo. Prefazione di Pierangelo Barone. -
Sotto controllo. Il governo internazionale delle migrazioni e le prospettive dei corridoi umanitari
È davvero possibile governare le migrazioni? Da dove nasce la nostra aspirazione a controllare un fenomeno tanto sfuggevole quanto inevitabile? Gianluca Gerli cerca di dare risposta a queste e ad altre domande, interrogandosi sulla volontà di regolamentazione di questa caratteristica umana indistricabilmente legata alla storia europea, e che affonda le proprie radici nella contemporaneità. Per comprendere come, perché e a quale prezzo si sia giunti a considerare il controllo sulla mobilità degli individui un vero e proprio obiettivo politico. Emergono così una serie di questioni centrali per la nostra epoca, in cui, in seguito alla pandemia, la vita delle persone è sempre più drasticamente condizionata da nuovi limiti alla libertà di movimento. Gli avvenimenti trattati si intersecano a doppio filo con la nascita e l'evoluzione della figura contemporanea del rifugiato, rispetto al cui ruolo il programma dei Corridoi Umanitari e la recente questione dei profughi ucraini pongono nuovi e pressanti interrogativi. -
Persuasione digitale. Come persone, interfacce, algoritmi ci influenzano online
Sentiamo spesso parlare del potere dei media digitali sulle nostre vite, ma quasi mai si va a fondo sui meccanismi, sulle pratiche di tale influenza e sulle reazioni delle persone a essa. “Persuasione digitale” analizza le dinamiche persuasorie realizzate dal digitale nel nostro quotidiano, soffermandosi su tre livelli, distinti ma interdipendenti, di azione: quello delle persone, delle interfacce e infine degli algoritmi. Scopo del libro è fornire un quadro lucido delle tante dinamiche di persuasione che viviamo nel nostro rapporto con il digitale: dal ruolo degli influencer sui social, al funzionamento delle interfacce nel condurci, più o meno placidamente, a certe scelte e azioni, fino al modo in cui gli attori che oggi si occupano di Intelligenza Artificiale lavorano per renderla uno scenario plausibile, accettabile e anche desiderabile del nostro quotidiano. Attraverso l’analisi di tali meccanismi, sono messi a fuoco alcuni fattori degli effetti dei media digitali contemporanei, ricordandoci quanto in questo processo il nostro ruolo sia fondamentale perché inserito in un contesto dinamico, interattivo e multidirezionale. Conoscere il potere dei media digitali oggi significa, quindi, individuare anche le nostre responsabilità e possibilità nel co-modellarne le direzioni. -
Didattica della scuola. Spazi e tempi per una comunità in ricerca
La didattica della scuola è quel punto di vista educativo e pedagogico sul reale che ha come oggetto della riflessione e dell'azione proprio l'istituzione scolastica, intesa non solo come sistema complesso di relazioni ma anche come oggetto fisico, reale, concreto, che prende forma a partire dall'intenzionalità educativa e formativa dei suoi abitanti. Il volume ha lo scopo di aprire un dialogo tra didattica e diritto per mettere a fuoco gli spazi e tempi della scuola, al fine di riconoscerla come una comunità in continua ricerca tra eventi da regolare, norme da seguire, ideali e valori da incarnare. L'ispirazione che guida tutta l'architettura del volume è il libro Pedagogia della scuola di Cesare Scurati, maestro e punto di riferimento umano e professionale degli autori. A venticinque anni dalla sua pubblicazione, l'attenzione si concentra oggi sul ruolo chiave della scuola come progetto aperto: «La scuola è una istituzione aperta e flessibile, una comunità culturale la cui finalità educativa opera nei riguardi di tutti i soggetti che vi partecipano» (Scurati 1997). Le traiettorie che guidano verso la generazione di tale apertura e flessibilità si ordinano intorno alla progettazione condivisa del fare scuola. Si parte dal concreto: dove siamo, come stiamo, quanto ci stiamo e perché, per delineare i contorni di una scuola che si percepisce come comunità culturale in ricerca sulla progettazione dello spazio fisico in cui avviene il fatto didattico ed educativo e su una nuova organizzazione del tempo scolastico, non più affidata agli automatismi e tecnicismi imperanti ma sostanziata da profonda professionalità pedagogica. -
Riformare i vinti. Storia e critica delle riforme liberal-capitaliste
A partire dalle recenti crisi finanziarie, la parola «riforma» è entrata nel lessico comune quale immagine evocativa di austerità e malessere economico, specialmente per le classi lavoratrici e una parte del ceto medio. Ma a cosa si riferisce esattamente quel termine? Attraverso un approccio critico, che parte dalla genesi della rivoluzione industriale, il volume analizza le origini storiche del riformismo liberal-capitalista, inteso come strumento di assimilazione delle economie periferiche a favore degli interessi economici e politici delle élite e degli Stati egemonici - Gran Bretagna prima, Stati Uniti poi - tra il XIX e il XXI secolo. La riforma si configura, perciò, come uno strumento riconducibile a un chiaro sostrato ideologico, dietro il quale si celano precisi interessi di classe nonché valori politici e culturali ben definiti. Uno strumento funzionale, dunque, a promuovere istituzioni socio-economico-finanziarie, norme e stili di vita tipici di un ordine economico liberal-capitalistico, che vede nell'accumulazione del capitale, nella ricerca del profitto e nella trasformazione sociale alcuni dei suoi valori fondanti. -
Educare al mare. Riflessioni, esperienze e progetti per un'appropriazione cognitiva, affettiva e critica degli spazi oceanici
Il nostro pianeta si chiama Terra ma, nonostante il perdurante atteggiamento terracentrico degli umani, la vita su di esso dipende in gran parte dal mare. Proprio per questo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha promulgato per la decade 2021-2030 il Decennio delle scienze oceaniche per lo sviluppo sostenibile il cui scopo è quello di stimolare la ricerca scientifica sulla parte liquida del pianeta e di divulgarne la conoscenza. Promuovere la conoscenza del mare significa permettere a un vasto pubblico di farlo proprio in modo cognitivo e affettivo, stimolare il senso di cittadinanza oceanica che ci fa sentire responsabili nei confronti di quella che è la parte più estesa e al tempo stesso la meno conosciuta della superficie terrestre. Si tratta non solo di conoscere ma di educare. Il presente volume propone al lettore una serie di contributi che illustrano esempi di politiche educative, tra cui quelle possibili attraverso lo sport, l’analisi dell’efficacia di alcuni metodi didattici, la possibilità di utilizzare strumenti nati con finalità ludiche per scopi formativi e divulgativi e il resoconto di esperienze educative significative. Ciò che li unisce, infine, non è solo l’essere riferiti al mare ma anche lo spirito autoriflessivo e critico che li anima. -
Tutto è potenza. La competizione tra le grandi potenze nell'era post-bipolare
Durante la parentesi della guerra fredda, Stati Uniti e Unione Sovietica svettarono pressoché incontrastati sul sistema internazionale e diedero vita a una governance strategica concordata, il bipolarismo, in grado di creare, malgrado una contrapposizione ideologica e politico-militare totale, una forma peculiare ma funzionante di ordine internazionale. Con il collasso dell’ordine bipolare, grammatica e logica della politica internazionale iniziarono a mutare profondamente. Oggi, archiviata la ventennale parentesi unipolare di marca statunitense, una governance strategica concordata tra le tre principali potenze dominanti stenta a prendere forma. Stati Uniti, Russia e Cina spiccano quali forze interessate principalmente ad accumulare risorse della potenza per presidiare le proprie porzioni del sistema internazionale e «tenere la posizione» nella gerarchia del potere ma tutte e tre si mostrano sempre più reticenti a svolgere un ruolo egemonico, cioè di «timonieri». Unico antidoto, questo, al caos strategico globale nel quale il mondo sembra inesorabilmente precipitato e all’antropotenza, l’estinzione della specie umana a causa di una competizione sfrenata proprio tra queste potenze dominanti che tutto possono, tutto vogliono, tutto compromettono e che tutto contaminano, pur di conquistare e trionfare. -
La muerte del tango. Breve historia política del tango en Argentina
Risultato di una lunga ricerca sul campo e di una fortunata trasmissione radiofonica in onda dal 2009 su Radio Nacional de España, questo libro intende indagare uno dei più grandi miti del Novecento argentino: il tango. Qual è stato il suo contributo alla costruzione del mito dell'identità nazionale argentina? Quali gli artefici, gli adepti e i ministri del suo culto? La storia del tango finisce per confondersi con quella di un paese, l'Argentina, alle prese con i fantasmi del proprio passato, alla ricerca di una identità in costante divenire. -
L' armonioso artificio. Crisi del gusto musicale nel Settecento europeo. Estetica e poetica in Antonio Eximeno
Antonio Eximeno (Valencia, 1729 - Roma, 1808) - filosofo, matematico, letterato, musicologo - godette in vita di una breve ma intensa notorietà per la sua polemica contro la tradizione teorica del ""contrappunto artifizioso"""". In questa polemica ebbe, tra gli altri, un antagonista di grande prestigio, il francescano Giovanni Battista Martini; ma raccolse anche il consenso di Niccolò Jommelli ed altri autorevoli teorici e compositori italiani, e adesioni significative anche in Francia e in Inghilterra, dal Journal des Sçavans alla Monthly Review. Poi, cambiati in un rapido giro di anni il clima culturale e il gusto musicale, le questioni affrontate da Eximeno persero di attualità e la sua polemica fu dimenticata."" -
Come canti? Scopri la tua voce
Dopo l'entusiasmo iniziale, c'è un momento nel corso dello studio del canto in cui bisogna fare i conti con uno strano disagio. Questo si manifesta in diverse forme: il rapporto con l'insegnante diventa difficile, ci si sente insoddisfatti, si cercano nuove strade. Compaiono paure e ansie particolari. Spesso le note acute diventano il chiodo fisso di tanti. Ma anche la respirazione, l'esecuzione di passaggi di agilità; oppure l'età, l'idea di essere troppo ""vecchi"""" per poter studiare con profitto o tentare la carriera. L'esibizione in pubblico genera forti tensioni, in qualche caso vero e proprio panico. E così via. Questo succede anche ad artisti che poi si affermano e fanno del canto la loro professione. Individuare - quale condizione di base l'accettazione delle proprie caratteristiche vocali e adottare un atteggiamento mentale aperto basato sull'attenzione sistematica non valutativa, può ridare al cantante la serenità necessaria per esprimere al meglio le proprie qualità."" -
Miguel Llobet. La biografia
Quella di Miguel Llobet (1878-1938) è una figura di indiscussa importanza nella storia della chitarra. La sua biografia, tuttavia, è rimasta a lungo scarsamente indagata a causa della difficile reperibilità delle fonti, e anche il ruolo da lui rivestito nella storia chitarristica era in attesa di una adeguata rivalutazione. Il lungo e sistematico lavoro di ricerca qui presentato, condotto negli archivi e nelle emeroteche di diversi paesi, ha portato l'autore a ricostruire dettagliatamente, su base documentaria, una biografia della quale sino ad oggi si possedevano solo notizie frammentarie e incerte, sottraendo all'oblio aspetti inediti dell'itinerario umano ed artistico del chitarrista catalano: la giovinezza, i viaggi, l'attività concertistica, i rapporti coi musicisti contemporanei, la genesi delle opere. Una ricerca che intende finalmente restituire al ruolo rivestito da Llobet le giuste proporzioni, offrendo perciò al contempo un contributo per una messa a fuoco generale della storia chitarristica del Novecento. -
In principio era il canto. Ripristini e restauri tecnico-vocali
Da anni nel canto si assiste al fenomeno del moltiplicarsi delle tecniche vocali. Queste tecniche, quasi tutte ispirate al meccanicismo foniatrico più datato, hanno una pretesa di scientificità che è paradossalmente smentita sul nascere dalla loro violazione dei principi primi della fisica acustica e della fisiologia. Il risultato è un canto forzato, faticoso e monocorde, frutto della moltiplicazione dei controlli muscolari diretti. Al di sopra di queste forme inferiori di canto si pone il canto di alto livello dell'antica scuola italiana, che si basa al contrario sulla semplificazione degli elementi di controllo, sul rispetto dei principi funzionali di massima resa e minimo sforzo e ha come esito la purezza del suono, la risonanza libera, la facilità di emissione e la ricchezza coloristica, dinamica ed espressiva. Demolire le impalcature pseudo-tecniche che sempre di più soffocano la voce, e ripristinare l'antica tecnica vocale italiana sono diventati al giorno d'oggi i due obiettivi più importanti che deve porsi ogni serio cantante e maestro di canto. -
Mario Castelnuovo-Tedesco nel carteggio con Gangi e Carfagna (1954-1968)
La pubblicazione di questo doppio carteggio trova la sua ragion d'essere nel voler rappresentare il grande interesse di Mario Castelnuovo-Tedesco verso il mondo della chitarra, così come si presentava negli anni '50 e '60 del secolo scorso. Esso si articola in due sezioni: la prima comprende nove lettere a Mario Gangi e la seconda altrettante a Carlo Carfagna, integrate dalla riedizione della serie di scritti commemorativi apparsi su Chitarra e Musica (supplemento mensile della rivista Strumenti e Musica) subito dopo la morte del Maestro, avvenuta il 16 marzo 1968. L'arco temporale di tale corrispondenza copre quattordici anni; dall'aprile 1954 al luglio 1965 quella di Mario Gangi e dal luglio 1964 al gennaio 1968 quella di Carlo Carfagna. La maggior parte delle lettere sono spedite dalla residenza statunitense di Castelnuovo-Tedesco a Beverly Hills, due dalla sua casa fiorentina di via dei Bardi. Dagli scritti di Castelnuovo-Tedesco emerge l'aspetto professionale, mai autocelebrativo, in cui egli elenca affettuosamente la quasi totalità delle sue opere per chitarra. -
Un angelo senza paradiso. La chitarra alla ricerca di Schubert
Quella fra Schubert e la chitarra è la storia di un amore mancato. Franz a 16 anni compose una piccola Cantata per l'onomastico di suo padre per tre voci maschili e chitarra, dimostrando di saper scrivere efficacemente per uno strumento da sempre considerato un rompicapo per i compositori non chitarristi. L'anno successivo riadattò un Trio per flauto, viola e chitarra di Wenzeslaus Matiegka, uno dei migliori chitarristi presenti a Vienna in quel periodo, aggiungendovi la parte per violoncello, e così poté studiare una partitura in cui la chitarra si muove con grande estro e maestria, se mai la sua immensa ispirazione ne avesse avuto bisogno. Dunque, le premesse per dedicare alla chitarra qualcosa di importante c'erano tutte, e se non si sono realizzate, l'unico motivo non può che essere il disinteresse di Schubert per l'universo delle sei corde. Eppure in lui c'è qualcosa di affine alla chitarra: il suo carattere implosivo, la sua vita povera e borderline. Qualcosa che ha ispirato i chitarristi. Qualcosa che è appunto l'argomento di questo libro, perché, si sa, spesso anche gli amori senza storia in realtà una storia ce l'hanno. -
Le teorie tecnico-vocali di Mario Del Monaco e Franco Corelli. Ciò che hanno detto e sperimentato del canto i due celebri tenori
Basato su precisi documenti storici, questo libro fa luce sulla formazione tecnico-vocale dei due grandi tenori e sui loro rapporti con la scuola del cosiddetto ""affondo"""", spazzando via le numerose fandonie autopromozionali e le falsificazioni storiche, fatte circolare dai fautori di questa scuola. Prima rivali e poi amici, accomunati dalla stessa passione per la ricerca tecnico-vocale, Del Monaco e Corelli dovettero entrambi fare i conti con i due idola tribus della moderna didattica vocale, la """"maschera"""" e l''affondo', due espedienti tecnici ignorati sia dal belcanto storico, sia da grandi cantanti del Novecento come Enrico Caruso e Tito Schipa. Gli alterni rapporti di amore-odio con queste due tecniche vocali furono alla base dei loro percorsi artistici e sono analizzati in questo libro in tutte le loro sfaccettature."" -
Intercambios musicales entre España e Italia en los siglos XVIII y XIX-Gli scambi musicali fra Spagna e Italia nei secoli XVIII e XIX
Spagna e Italia hanno mantenuto forti relazioni culturali nel corso della loro storia. Lo stesso Miguel de Cervantes ha viaggiato in gioventù per l'intera penisola italiana. I fruttuosi rapporti politici fra Spagna e Italia videro il loro culmine nel 1759, quando Carlo di Borbone passò da essere Re di Napoli a essere Re di Spagna, trasferendosi a Madrid. Gli scambi culturali comprendevano anche la musica, come dimostrano la presenza in Spagna del grande castrato Farinelli o di compositori come il piacentino Corselli, il napoletano Domenico Scarlatti o il lucchese Luigi Boccherini. Gran parte di questi scambi aveva una base istituzionale, ruotava cioè intorno alla monarchia, alle case nobili o alla Chiesa. Ma dopo il 1750 si assiste allo sviluppo di strade più informali, che arricchiscono tale panorama. Si aprono nuove realtà e prospettive negli scambi musicali tra Spagna e Italia, per ciò che concerne il commercio, l'editoria, l'educazione, la produzione operistica o i concerti. Il presente libro esplora i transfert musicali tra Spagna e Italia in un periodo in cui si assiste al passaggio verso la società contemporanea, ossia fra i decenni centrali del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo. -
L' uomo che non volle farsi robot e altri saggi sul canto
Da secoli ormai in tutto il mondo si riconosce la superiorità della concezione estetica e tecnico-vocale elaborata dalla scuola di canto italiana storica. Questa superiorità riguarda sia la funzionalità vocale (che obbedisce al principio ergonomico di massima resa e minimo sforzo) sia la capacità espressiva delle voci educate col metodo italiano. Purtroppo esso è venuto progressivamente alterandosi per l'influenza di una concezione vocale antitetica, introdotta dalla foniatria, che si ispira al riduzionismo meccanicistico della scienza ottocentesca. Il meccanicismo foniatrico si spaccia per scientifico, ma in realtà viola il postulato primo di ogni scienza: partire dalla realtà com'è e non come si immagina che sia in base ai propri pregiudizi ideologici. Ripristinare i principi da cui è scaturita la grande scuola di canto italiana è l'obiettivo di questo libro e presuppone un lavoro che è insieme di natura tecnico-vocale, di natura estetica e di natura gnoseologica. Questo in ossequio all''equazione' di Schopenhauer: ""I gradi di coscienza sono gradi di realtà""""."" -
Gli abissi sotto i piedi. L'arpa a pedali e il mito del temperamento perfetto
L'eterna querelle fra musica teorica e musica pratica, questa volta incarnata nella polemica tutta francese fra i sostenitori dell'arpa a pedali a movimento semplice (e del temperamento equabile) e quelli dell'arpa a doppio movimento di Sébastien Erard (e dell'accordatura pitagorica), nel pieno del periodo romantico.