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... E rimanendo lasciati trasformare
Con strumenti diversi (la lectio evangelica, la letteratura cristiana e femminile, lo yoga, l'arte), l'autrice ridisegna i contorni di una possibile sequela di Gesù fatta di stabilità e movimento. L'esortazione evangelica a ""rimanere"""" viene coniugata con la sfida a camminare senza avere """"dove posare il capo"""". Gesù è il punto fisso dell'attenzione del discepolo, ma il punto fisso da seguire, nel rischio di lasciarsi portare su sentieri ignoti. In termini yogici, infine, Gesù viene accostato alla forma dell'asana, tra immobilità e sottile movimento. Ed è qui che l'autrice rintraccia la possibilità, anche per noi, della trasformazione, perché rimanendo in lui, facendo di lui la nostra asana, possiamo prendere la sua forma e divenire, come lui, permanentemente protesi, direzionati, """"verso il seno del Padre""""."" -
Buona cosa è il sale. Vangeli domenicali nell'anno di Marco
Sotto il titolo ""Buona cosa è il sale"""" l'autore ha raccolto gli appuntamenti settimanali con i lettori di """"Toscana oggi"""" per commentare una pagina del Vangelo secondo Marco, seguendo il ritmo del calendario liturgico, ciclo B. """"Sale"""" è parola """"che dà forma all'homo sapiens: all'uomo dà un sapere ricco di sapori e di profumi, quelli evangelici appunto; uomo iniziato a una lettura della condizione umana attraverso l'identificazione con i personaggi che popolano il Vangelo"""". Questi, venuti a contatto con Gesù di Nazaret, sono testimoni di come egli sia """"al malato nel corpo e nella mente guarigione, pane all'affamato, al morto risurrezione, perdono al peccatore, al non istruito insegnamento; a una natura minacciosa calma e ai grandi problemi dell'uomo come la qualità del proprio cuore, il tempio, lo stato - il comandamento che orienta l'esistere""""."" -
Vedo un ramo di mandorlo...
"Questo è un libro di incontri. Don Giuseppe ti prende per mano e ti conduce a conoscere, a riconoscere, persone. Mai come in questo caso è opportuna la parola """"persona"""": gli ultimi, i piccoli, gli abbandonati, gli esclusi. Il tipo di umanità che il Vangelo ci ha insegnato a guardare con gli occhi del cuore e a frequentare con l'assillo del fare. È incredibile quante di queste persone compaiono, irrompono, negli scritti qui raccolti. Me lo immagino Giuseppe che cammina per le strade e guarda, si ferma, torna sui suoi passi, perché ha scorto una sofferenza, un disagio, una solitudine, o anche solo una particolarità, un modo d'essere diverso e si apre, parla, fa parlare, guarda dentro, per capire. Non è l'aiuto la prima cosa che dà, quello viene dopo. Prima di tutto, si mette a quel livello, non scende, sale verso quelle persone. Diventa, lui stesso, quella persona lì. E c'è uno scambio alla pari. I due che si incontrano si riconoscono, come se si fossero già conosciuti."""" (Mario Tronti)" -
L' ultimo volto dell'uomo. Maschere mortuarie da Shakespeare A Nietzsche
L'opera, datata 1959 e l'ultima di Max Picard, viene qui presentata per la prima volta in italiano nel cinquantesimo della morte dell'autore. Alla luce della contemplazione di una serie di maschere funerarie di personaggi celebri, nella prima parte del saggio viene esposta una riflessione sul tema del Mehr, ovvero l'Eccedente, il Più. Nella seconda parte dell'opera l'autore, descrivendo alcuni tratti delle maschere, mostra come il Più conduca l'ultimo volto dell'uomo, irrigidito dalla scomparsa del soffio vitale, ad apparire nella sua purezza, decantato dalla contingenza terrestre e ora collocato in una dimensione superiore. -
Tra le risate dell'inferno. Memoria dello sterminio e strumenti del comunicare
Come ricordare lo Sterminio e i Lager senza confinarli nella memoria soltanto? Come collocarli dentro una storia che, pur trascorsa, interroga il presente e ogni futuro possibile? Queste pagine guardano a uno dei crimini maggiori della storia europea proponendosi la questione di comunicarla per le generazioni a venire; cercano di collocare l'insieme di quegli eventi, a tutta prima ""incredibili"""", nei suoi contesti, soprattutto quotidiani di quegli anni Trenta e Quaranta del '900 nei quali davvero l'inferno poté """"ridere"""" in terra d'Europa - il titolo è da Bonhoeffer - perché in precedenza, nel Reich nazista tedesco e nell'Italia del regime fascista, la vita quotidiana, i mondi vitali del giorno per giorno e tutte le relazioni sociali erano state invase da ideologie e visioni del mondo in cui ciascuna diversità era indicata come colpa e ogni diverso parere si considerava come reato."" -
Luminoso vuoto. Ultimi scritti
Gli scritti qui raccolti appartengono agli ultimissimi mesi, in certi casi agli ultimissimi giorni, della vita di padre Turoldo; un manoscritto in prosa, quello che qui compare come ultimo rispettando la cronologia dei testi, porta in tal senso la certificazione autografa dell'amico e confratello padre Camillo de Piaz. Le strutture portanti di molti di questi testi sono da ricondurre alla riflessione biblica, con anche momenti di straordinaria tensione linguistica. Già pubblicati nel quaderno n. 84 (novembre-dicembre 1992) di Servitium, sotto il titolo ""David M. Turoldo, frate dei Servi di santa Maria"""", sono stati ripresi dall'amico e massimo conoscitore della poesia turoldiana Giorgio Luzzi per un volume pubblicato da Rizzoli nel 2002 con il titolo: Nel lucido buio, da molti anni però indisponibile. La presente nuova edizione, mutato il titolo con un'altra espressione poetica turoldiana, """"Un luminoso vuoto"""", intende perciò colmare una lacuna, e particolarmente nella ricorrenza del centenario della nascita del poeta."" -
L' altra riva
L'altra riva raggruppa diversi testi, tra cui alcune traduzioni e relativi commenti di Upanisad, e un articolo dedicato al monachesimo hindu, alla condizione di sannyasa, scritto alcune settimane prima della morte. Con questo libro Le Saux ci offre la possibilità di seguire il suo percorso di cristianomonaco occidentale che vive in India l'esperienza dell'advaita (la non-dualità). Nessuna sua opera precedente pare aver toccato una tale profondità: il percorso infatti riferisce l'attraversamento dell'abisso che separa il mondo dell'atman da quello del brahman, il transito, appunto, sull'altra riva: quella del risveglio. In verità, non vi è nulla di quanto Le Saux ha scritto che non sia stato da lui vissuto e realizzato in se stesso. Proprio in ciò sta la bellezza dei suoi scritti, frutto del suo silenzio. Sannyasa è stata la sua ultima parola prima di essere trasportato nel suo risveglio finale fino alla ""grande Luce"""" oltre tutti i mondi."" -
Canti ultimi
"Il titolo """"Canti ultimi"""" suggerisce proprio con l'inversione dell'aggettivo una sorta di messaggio escatologico, l'attesa dei 'Novissimi', lo svelamento degli estremi misteri, dell'ignoto di un Dio qui colto nell'inedita rappresentazione della sua sofferenza per un Male scaturito, suo malgrado, dalla sua stessa Volontà che paradossalmente non può scongiurarlo. 'Divinum est pati. Dio vuole soffrire', leggiamo nella lezione di congedo di Luigi Pareyson; e non posso non considerare come Turoldo, il 'salmista' Turoldo che consegna a rotti versi il diario di una Passione non soltanto metaforica, la pulsante registrazione di un supremo colloquio senza risposte col 'Divino Nulla', si immetta qui nella vigorosa (e anche letteraria) corrente della grande mistica di tutti i secoli: dal Salmista al Qoelet della Bibbia, da Pascal a Giovanni della Croce e, prossimo a noi, al Clemente Rebora dei Canti dell'infermità. (Giovanni Giudici, 1991)." -
Il fuoco della parola. David Maria Turoldo (1916-1992)
Turoldo indaga nel profondo e senza sconti l'esistenza propria e quella di tutti gli uomini, cercandone l'identità, la grandezza, la qualità. Chiama in giudizio la storia, certo tuttavia che solo Dio è in grado di giudicarla con giustizia. Non cerca in Dio o da Dio risposte; Dio non è ""la risposta"""", """"Dio è la domanda"""", specie di fronte a quei mali di cui noi uomini vorremmo attribuirgli la responsabilità. Nel volume, in occasione del centenario della nascita, parlano anche voci nuove di docenti nelle Università e Centri di ricerca di Houston, Mantova, Milano, Pordenone, Roma, Udine, Venezia e Verona e ci si accorge che il pensiero di Turoldo è davvero attuale, voce profetica, libera e fedele. La raccolta comprende saggi di: L. Bruni, M. Campedelli, P. Di Piazza, M. Ferrari, F.M. Geremia, G. Goisis, M. Garzonio, R. La Valle, M. Maraviglia, M. Marcolini, P.M. Orlandini, S.M. Perrella, E.M. Ronchi, A.M. Santini, S. Scifoni, P. Stefani, F. Turoldo, G.M. Villalta."" -
Ogni cuore un roveto. Profezia, preghiera, poesia
Tre parole in particolare emergono dagli scritti di padre David Maria Turoldo, che costituiscono la nervatura del suo pensiero, della sua esperienza e attività; che ne hanno sorretto la ""tenuta"""" nelle molte prove e difficoltà; parole che hanno dato forma non solo alla sua capacità espressiva e all'incisività del suo linguaggio, ma anzitutto al suo modo di essere credente, di vivere cioè la fede e con fede, e la sua volontà di sperare anche """"contro speranza"""": esse sono la profezia, la preghiera e la poesia. Il libro raccoglie testimonianze scritte da Turoldo (e custodite nel """"fondo Turoldo"""" presso l'archivio del Priorato di S. Egidio in Fontanella) su figure """"profetiche"""", particolarmente significative nella recente storia civile ed ecclesiale; preghiere rivolte a santa Maria, in particolare, e altre scritte in forma drammaturgica, specie sul tema della pace; poesie inedite nella loro stesura, alcune delle quali sono state in parte riprese nelle raccolte pubblicate."" -
Mia chiesa pentecoste vivente. Mistero, presenza, segno
Le tre parole ""mistero, presenza, segno"""" che originano il contenuto di queste pagine hanno il sapore conciliare, non solo per la contemporaneità di alcune con quello storico evento, ma soprattutto perché ci offrono una panoramica eloquente del pensiero e del sentire turoldiano a riguardo della chiesa. Sono infatti espressione di idee intuite profeticamente e frequentate con passione e speranza da Turoldo insieme ai tanti che le hanno soffertamente e coraggiosamente anticipate. I testi qui raccolti, riproposti per la lettura sotto l'espressivo titolo «mia chiesa» intendono dare testimonianza dell'appassionato amore che padre David ha nutrito per la chiesa, il cui mistero ispirava i suoi interventi, il desiderio che ne auspicava una presenza storica più rispondente alla sua natura e la speranza che splendesse come segno visibile di unità, di pace e di giustizia."" -
Lungo il migrare dei giorni. Liturgia, ricorrenze, santa Maria
Larga parte dei testi riportati in questo volume datano del travagliato decennio ""migrante"""" di padre David, a partire dal trasferimento obbligato a Firenze, nello storico """"archicenobio"""" dei Servi alla ss. Annunziata. La raccolta è suddivisa in tre sezioni individuate da parole-chiave esprimenti motivazioni e interessi coltivati con passione da Turoldo, quali appunto l'attenzione alla liturgia, all'urgenza di una riforma di essa, anche estetica, dei linguaggi; la forza trainante delle ricorrenze che offrono spessore d'ispirazione e bellezza al """"migrare dei giorni"""". La terza sezione infine sosta in maniera contemplativa sulla Vergine santa Maria, la """"via della bellezza"""", riferimento molto amato da Turoldo, dato anche il suo legame con la prima tradizione dell'Ordine dei Servi di Maria, di cui era frate."" -
La composizione del racconto dell'infanzia di Gesù in Matteo. Persone e struttura, tempi e luoghi, riscontri e messaggio (tracce per una lettura tematica)
Il proposito della presente ricerca sul racconto dell'infanzia nel Vangelo di Matteo è di offrire al lettore l'occasione di farne una lettura, con cui riconoscere, in qualche modo, a luoghi e persone, a tempi e messaggi un ruolo. Le ""madonne"""" che animano la genealogia, infatti, conservano e trasmettono le promesse fatte da Dio ad Abramo e culminano con la nascita dell'Emanuele. Il dramma vissuto da Giuseppe conferma al lettore come Dio abbia agito in Maria con la forza creatrice, che è lo Spirito santo. Nella sua veste di narrante Matteo intende dunque riferire eventi e fatti che si pongono, per un aspetto, sul limitare del genere storico e, per un altro aspetto, sono avvolti da quel misterioso evento teologicamente definito """"la venuta in persona del Figlio di Dio nella storia dell'uomo""""."" -
Testimonianze bibliche su Maria di Nazareth
"Con questo mio libro, non intendo ripetere quanto ho scritto in altri volumi segnalati specialmente nella bibliografia. Semmai vorrebbe essere una guida ai miei studi di base. Mi rendo conto che il campo biblico-mariano, come ogni altro tema della Divina Scrittura, è sterminato. Non mi illudo di aver detto tutto: sarebbe una presunzione imperdonabile! Semplicemente voglio condensare in queste pagine i contenuti dei miei 55 anni di insegnamento al """"Marianum"""" e altrove. E così sottopongo i risultati del mio lavoro al doveroso discernimento di fratelli e sorelle, con me chiamati al servizio della Parola nell'assemblea ecclesiale.""""" -
Quell'oscura chiarezza
L'""oscura chiarezza"""" di cui ci parla Colette Nys-Mazure non è tanto l'evocazione di un celebre verso di Pierre de Corneille quanto una meditazione sull'esperienza personale di invecchiare ancorati alla quotidianità del passaggio dalla terza alla quarta età tramite una scrittura che le è propria. Molti romanzi oggi mettono in primo piano profili di persone anziane, ma pochi si soffermano sulla dimensione esistenziale e spirituale. Questo libro dunque mette in evidenza l'""""oscura chiarezza"""" che sgorga dalla quarta età. Senza timore di evocare le limitazioni imposte dall'usurarsi della macchina umana, del corpo e a volte dello spirito, sotto lo sguardo malevolo di un'epoca in preda al giovanilismo e al consumismo, senza tuttavia idealizzare nemmeno un tempo di riposo decantato da riviste e crociere. Si tratta piuttosto di dedicarsi a ciò che cambia, si muove, evolve in sé e intorno a sé. Il rapporto con il tempo, la coppia, la famiglia, l'amicizia, la società, il mondo a ferro e fuoco... Ma anche per stare in ascolto delle voci di speranza verso e contro tutto, ridire il sapore della vita."" -
Il transito
Con il titolo ""Il transito"""" l'autore ha inteso riassumere il significato della sua e nostra esistenza: """"dal cielo alla terra, dalla terra al cielo"""". In un quadro così ampio l'autore si è fatto ascoltatore, talvolta anche deluso, di tanti insegnamenti, e hanno prevalso infine alcune figure di maestri che lo hanno guidato nel suo cammino di ricerca, a partire dal Gesù narrato dai Vangeli che è il Cristo di Dio. Con gratitudine ha quindi accolto riflessione dal libro Dialoghi con l'angelo, sentenze dello sciamano don Juan di Castaneda, illuminazioni di Rudolf Steiner e approfondimenti di Massimo Scaligero (per riferire gli autori più citati nel testo); ma è soprattutto dall'incontro con fra Giovanni Vannucci che ha ricavato un incisivo indirizzo di ricerca, confacente alla sua struttura interiore e alla sua sensibilità e collegato, in particolare, al simbolismo delle lettere dell'alfabeto ebraico e al pensiero mistico che ne è derivato."" -
Il grande «rivolgimento». La genealogia di 'Adam oggi
A 97 anni, Annick de Souzenelle, autrice de ""Il simbolismo del corpo umano"""", affronta il capitolo quinto della Genesi, quello della genealogia di Adamo, e quindi dei patriarchi, da Caino e Abele fino a Noè. Dalla lettura dei testi ella ricava un'avvincente descrizione della posizione reale e simbolica occupata da questi grandi antenati. Ognuno infatti risulta essere un momento, un """"mese"""" della gestazione del feto adamitico all'interno della nostra matrice cosmica. Spiega l'autrice: «Torniamo perciò a quei sei primi patriarchi, inizialmente attenti a quanto essi ci rivelano della nostra umanità. [...] Ne darò conto finché ne ravviserò la ricchezza meditando sulla seconda parte della genealogia dell''Adam, offerta nel quinto capitolo della Genesi»."" -
Il fico sterile. Lettera aperta all'homo sapiens
La pandemia da Covid-19 ha profondamente modificato i comportamenti, le abitudini e gli stili di vita dei cittadini. Alla situazione che ne è derivata fa riferimento questo bel volume dal titolo curioso ""Il fico sterile"""", che adotta un genere letterario inconsueto, scegliendo come interlocutore l'homo sapiens e rivolgendosi a lui, non senza un velo di elegante ironia, attraverso una lunga lettera in cui si alternano a giudizi molto severi sul modello socio-culturale dominante proposte positive di cambiamento. Il volume non si limita tuttavia a rilevare i limiti e i mali della situazione presente; offre piuttosto indicazioni e piste preziose per la promozione di una alternativa, che esige per essere attivata un cambio di paradigma, sia a livello della coscienza personale che della struttura sociale. (dalla «Prefazione» di Giannino Piana)"" -
L'ultimo uomo
Il testo di quest'opera picardiana, ""L'ultimo uomo"""", è indubbiamente intriso di pessimismo, pagina dopo pagina; ma una venatura di speranza proviene da una sorta di """"controcanto"""" sostenuto dalla misteriosa figura di Veronica, che sembra fiorire nella decomposizione e cantare tra i lamenti. La dolce voce di Veronica è tinta di ingenuità, di candore, e poiché è naturale optare per lo scoraggiamento o per la speranza, non si rimane a lungo senza scegliere... Picard non propone rimedi, non mostra una via d'uscita né chiede aiuto: il libro è privo di una utilità immediata; Picard piuttosto introduce, accompagna il lettore in questa sorta di incubo da poeta, seguendo la mano, la voce, la dolce presenza di Veronica. Introduzione di Silvano Zucal."" -
Il Signore e il Satana. Al di là del bene e del male
Il grande filosofo delle religioni Mircea Eliade accosta il simbolo del serpente a quello delle scale a chiocciola, delle corse intrecciate, addirittura alle scale che richiamano quella del sogno di Giacobbe nella Bibbia; secondo Eliade, queste immagini raggiungono l'idea di asse del mondo, cioè del principio vitale che unisce il cielo alla terra, presente in tutte le tradizioni. La rappresentazione del serpente è tuttavia la più corrente e la più forte, a volte un serpente bicefalo, altre il serpente attorcigliato come quello del caduceo. Non dobbiamo confonderli. Sembra che il serpente bicefalo sia quello di cui una testa è quella del Satana ontologico, l'altra quella del Satana diabolico che Cristo, seme di 'Ishah, schiaccia sul Golgotha. Dal canto loro, i due serpenti attorcigliati sembrano esprimere fin dall'alba dei tempi l'intimità del Signore e del Satana.