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Foss'anche un romanzo
Come ogni Vita che si rispetti, anche la mia adesso ha un prima e un dopo in cui mi sono partorita senza gravidanza, così, d'emblée in un pomeriggio d'agosto dimentico del compleanno di luglio della prima nascita. Sono nata in un obitorio mentre chiudevo gli occhi di mia madre. Mi sono fatta carne e spirito nuovi. Ho urlato e pianto di rabbia come chi vede la luce per la prima volta. Il suo funerale il mio battesimo. Sono morta e nata lo stesso giorno, nello stesso istante. E ora so che le parole servono come l'aria. A me e a chi saprà farne buon uso da questa lettura. -
Sport, amore e fantasia. La fiaba dei Girasoli della Locride campioni di inclusione
"... Regalami i silenzi, i sorrisi, le attese e i miei occhi sapranno al di là della luce di che profumi è fatto il tuo arcobaleno..."""" Età di lettura: da 7 anni." -
Calabria. Bagliori oltre la siepe. Con CD-ROM
L'obiettivo di questo lavoro è presentare un'opera ""divulgativa"""" utile a coloro che intendono conoscere, in termini qualitativi e senza particolari dati statistici complessi, il """"Sistema Calabria"""" in tutte le sue criticità strutturali ed in tutte le sue potenzialità di sviluppo, focalizzando i principali problemi che hanno caratterizzato l'immobilismo di questa regione e i grandi mali """"antichi"""" e """"moderni"""" che hanno rallentato, in modo significativo, il suo sviluppo strutturale e la sua mancata crescita in senso sociale, economico e culturale. Seguendo tale logica, abbiamo cercato di presentare una carta d'identità della regione, organizzando, in una dimensione qualitativa e descrittiva, la realtà calabrese quale risultante di una dinamica mediata di dati statistici, con particolare riferimento all'ultimo trentennio. Il fine è quello di evitare informazioni fuorvianti basate su indicatori quantitativi singoli, riferiti al breve periodo, assolutamente inadeguati a presentare le vere debolezze di una regione che, in particolar modo in questi ultimi anni, sta regredendo, sempre più, verso la periferia della povertà relativa ed assoluta."" -
Fil rouge. Storia di un vissuto e di un sentire
1877. Analfabetismo e miseria dilagano nel sud d'Italia. Stefano Jacini apre un'inchiesta sulle terribili condizioni delle campagne. Claudio è il colonello inviato a comandare il presidio sulle rive dello Stretto. Qui conosce Giulia, una donna idealista reggina di trent'anni più giovane di lui e sua futura moglie. Nel Piemonte sabaudo, terra natia dell'uomo, qualcuno sconvolgerà la vita della donna: lo psichiatra e anarchico milanese Valeriano Ferrari. Proprio lui farà cadere, agli occhi di Giulia, la maschera di falso perbenismo del colonnello, uomo senza scrupoli e senza morale, consumato dalla perversione. Tra gelosie e laceranti introspezioni, i due vivranno intensi momenti storici: il fallito attentato ai danni di Umberto I del 1897, l'Esposizione di Torino, i moti di Milano, il secondo e mortale attentato al Re e, molti anni dopo, l'esperienza dannunziana a Fiume, Città di vita. Legati da un fitto filo che si annoda senza mai diventare groviglio, ma composita matassa impenetrabile, il loro fil rouge comporrà l'ordito della narrazione. -
Un tempo a colori. Il mio viaggio con Tommaso
"Come la vita, queste pagine narrano momenti difficili e momenti sereni, ci conducono in luoghi lontani e ci riportano nella nostra regione, utilizzano il flashback assecondando il ritmo della memoria, non nascondono il rimpianto per certi comportamenti dovuti forse all'impulsività dell'età meno saggia. In tal modo acquistano in sincerità e inducono chi legge a ritenere che nel momento in cui si mette su carta tanta parte della propria vita, quale che sia stata, ci si riconcilia con essa e nello stesso tempo si accettano anche i dolori più grandi, come quello della perdita del compagno di una vita"""". (Prefazione di Francesca Neri)" -
Pentidattilo 1686. Il grido del falco
Il rapimento che ho sempre provato visitando il borgo di Pentidattilo ha quasi del soprannaturale. Non è certo difficile essere suggestionati dalla storia d'amore e di morte che aleggia sopra i resti del castello, dalle case sventrate, sovrastate dalla gigantesca mano di pietra che il vento penetra urlando e piangendo all'unisono con il gracchiare dei corvi, come un lugubre lamento funebre. Una forza misteriosa mi ha spinto ininterrottamente in questo luogo, mi ha rivelato voci, volti, stanze... Sono state le voci sospese in questo borgo, nell'assordante silenzio di questa valle, che hanno scritto questa storia, per poter svelare questo paesaggio di una bellezza quasi pungente, dolente. La bellezza della terra di Calabria. -
L' emporio delle ridondanze
Vite che finiscono, vite che iniziano. Quelle che iniziano trascorrono come al bordo del nido, tra desiderio e paura di spiccare il volo. Quelle che finiscono lasciano impronte profonde, nell'assenza e nell'evocazione del ricordo. Il bordo del nido è una Calabria al passaggio nella modernità, un calderone in cui si mescolano incolpevoli malignità e luci di comprensione. Il volo ha per destinazione l'India, quella sognata, quella che è qualcosa di più e, delle volte, è anche troppo, quella che ti avvolge con il senso di morte e l'impressione di essere stranieri e abbandonati lì dove è ingombrante e terribile la presenza di Dio. In mezzo ciò che di solito riserva la vita tra asfissianti afosità e tragicomiche leggerezze. Tutto, ricordi e sensazioni che si agganciano uno all'altro, minuzie, rivelazioni, desideri e una domanda che è sempre la stessa: riuscirò a mettere i miei luoghi in ordine? -
Il fenomeno metropolitano nell'Europa occidentale. Una visione integrata multidisciplinare
«L'assetto istituzionale degli enti territoriali è una questione oggetto di antiche discussioni mai sopite, dato che l'evoluzione sociale e tecnologica modifica continuamente il rapporto tra collettività sociali e territorio. Per un verso le reti telematiche rendono il lavoro ed i rapporti sociali avulsi dal territorio, per altro verso i bisogni di prossimità e le questioni urbane si declinano secondo coordinate territoriali. In questo contesto profondamente mutato le tradizionali definizioni giuridiche non riescono a spiegare fenomeni profondamente diversi. Le modifiche costituzionali del nostro ordinamento, attuate nel 2001, colgono il problema indicando una linea riformatrice in cui la mera denominazione degli enti territoriali (Stato, Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni) non costituisce un vincolo per l'attribuzione delle funzioni, che possono essere differenziate in nome dei principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. Vi è insomma la consapevolezza che una rigida definizione delle funzioni per singoli enti è un vestito che non si adatta indifferentemente a tutti i Comuni o ad ogni Provincia. Il senso di tale modifica è l'adeguamento dell'esercizio dei poteri pubblici alle effettive esigenze dei territori e dei cittadini, secondo una tradizionale definizione che risale a Giannini, secondo cui vengono prima le funzioni, su cui conformare l'assetto degli enti.» (Dalla Prefazione del prof. Francesco Manganaro) -
Le strade vive della filosofia. Percorsi politici per l'oggi
«Per diretta ammissione del curatore e autore di tale progetto editoriale, il filo rosso che lega i contributi presenti nel volume è il concetto di ""Terza Via"""", una nozione politica ed economica che negli ultimi mesi è tornata ad assumere un certo interesse, complice anche il quadro politico ed economico congiunturale che sembra aver scosso alcune convinzioni rivelatesi tutt'altro che incontrovertibili [...]. Iniziamo con il dire che per """"Terza Via"""" non si rinvia ad un partito o comunque ad una eventuale inedita posizione ideologica ipostatizzata in qualche forma associativa. La """"Terza Via"""", così cara all'economista svizzero-tedesco Röpke e ripresa dal futuro presidente della Repubblica Luigi Einaudi, sul fronte della cultura politica liberale italiana, e da Alcide De Gasperi, su quello del popolarismo legato alla teoria politica di Luigi Sturzo, può esprimere ancora un approccio fecondo e produttivo nella misura in cui mostrerà di sapersi innestare nella contingenza e di portare quel buon senso e quel pragmatismo che costituiscono uno stimolo fondamentale al successo del processo democratico, il cui asse portante sia la dignità della persona umana, dell'""""uomo medio"""", non dell'eroe e neppure del martire, per usare un'espressione ed un argomento sviscerati da Luigi Einaudi nella rappresentazione dei caratteri del """"buon governo"""".» (Dalla Prefazione di Flavio Felice)"" -
Il sogno di Annibale
Amilcare e il figlio Annibale, hanno un sogno: distruggere Roma. Il loro sogno è anche quello di Alessandro il Macedone che mira a unificare il mondo Mediterraneo. In questo romanzo tra realtà e fantasia, Annibale vagheggia di sradicare la tracotanza di Roma da tutto il Mediterraneo e di costruire un ordine nuovo con Capua capitale e Roma relegata a semplice provincia. Vuole dare ai popoli italici la possibilità di vivere, una volta liberati dalle catene di Roma, sulle terre del Mediterraneo, con le proprie leggi, i propri commerci, i propri costumi. Sono i popoli italici a non fare proprio il sogno del Cartaginese. Annibale si ritira nei suoi castra maris nel Bruzio (l'attuale Castella, dove tradizionalmente si riscontrano le tracce del suo soggiorno), nei pressi di Crotone, e attende che la sorda Cartagine invii gli aiuti richiesti e che le genti italiche accettino quel suo sogno e comprendano che la libertà e l'autonomia si possono conseguire solo con l'annichilimento di Roma. Protagoniste del romanzo anche le donne amate dall'eroe: Himilce, la sposa iberica di Annibale, e la misteriosa Iride. Al dissolvimento del sogno di Annibale concorrono due personaggi: Quinto Fabio, il princeps senatus, che fomenta contro di lui le popolazioni italiche bollandolo come straniero, alienigenae, e Scipione, il giovane tribuno che dall'alto del ponte diruto sul Ticino lancia un'occhiata di sfida ad Annibale e si allontana con una turma di reduci dal campo della disfatta di Canne. Scipione ha studiato a lungo il suo avversario e, complice l'infedele Himilce, ha scrutato la sua anima e emulato ogni sua tecnica. A Zama lo surclasserà, adoperando le medesime manovre militari con cui Annibale aveva distrutto a Canne l'esercito romano. Di Annibale emergono le furbizie e le tecniche militari, ma anche le debolezze del grande condottiero, che provoca uno scontro fra due diverse civiltà, che difficilmente avrebbero potuto compenetrarsi. -
Incondizionatamente
«Urgenze affettive verso la natura (""Piuma di uccellino""""), atmosfere rarefatte (""""Il tempo delle ciliegie""""), orizzonti sconfinati, dolori laceranti (""""Il quarto giorno di novembre""""), odi struggenti, amori disincantati sono la materia prima di cui è impastata questa silloge insolita. Tra rabbia (""""L'ingigantirsi di certi nani"""") e disincanto (""""Aldilà del mio bene"""") il torrente dei versi scorre coinvolgente. Nel suo sentire Nirta interpreta la natura con sensibilità empatica, rendendo la sua materia poetica particolarmente evocativa, carica di emozioni e memorie sedimentate nelle profondità dell'animo umano. Il poeta non dimentica il ruolo dell'uomo nel mondo, ben conoscendo le società tradizionali in cui il legame tra uomo e natura era inscindibile. Tanto è il bisogno di esprimere le sue convinzioni e condividere le sue esperienze che, in calce alla silloge, arriva a porre degli scritti (o scritticini come ama definirli) che più che lezioni di vita appaiono come vere e proprie lezioni di umiltà.» Dalla Prefazione di Franco Arcidiaco."" -
Al diavolo l'anima
"Menga guarda con sottile ironia, non esente da una profonda vena di dissacrazione, alla diuturna fatica con cui l'individuo instaura relazioni, si sforza di mantenerle in vita, tenta di giustificarne il rilievo, vi attribuisce valore.""""" -
Quello che rimane
«L'eziologia della sofferenza è nella vita priva di ogni sorta di avarizia e di accumulo perché - come dice un verso di Carducci - il poeta, o vulgo sciocco, un pitocco non è già... Il nostro poeta è dunque un uomo generoso. Come Benedetto Mallamaci, come suo padre. Consegna sé stesso a tutti noi lettori e fruitori di cose belle, buone, e profonde. Ma la generosità - la vera generosità - è un morire a sé stessi affinché tutti possiamo avere sovrabbondanza di vita. È per questo che lo ringraziamo.» (dalla Prefazione di Antonino Monorchio) -
L' irreplicabile rosa dell'infanzia
Mai il vento domanda il nome ai fiori... Sale lungo il sentiero e li scompiglia! Il dolore la gioia la primavera il vento non ci lasciano mai nel luogo dove ci hanno trovati. Essi hanno come timoniere un capitano di lungo corso: la forza sconfinata dell'amore cui abitualmente noi non crediamo, ma che spesso ci viene istintivamente incontro ci soccorre ci prende per mano. Non c'è amore che non ferisca, che non dia dolore, che non lasci segno. E tuttavia, nell'ampia apertura di compassi culturali e problematiche sociali che il romanzo di Attilio Scarcella offre, l'Amore è la vena interiore che scioglie da ogni immobilità il passato, si pone nel presente come Gioia, orienta e conduce in direzione del futuro la rotta della nostra esistenza. Un romanzo in sintonia con le generazioni di donne e di persone che hanno fatto dell'emancipazione femminile il punto fermo da cui partire per giungere a una più autentica crescita e a un tangibile rinnovamento dell'odierna società. -
Tre scrittori per sempre. Francesco Perri, Corrado Alvaro, Mario La Cava. Con CD-ROM
"La letteratura calabrese, che intreccia il suo sviluppo con lo sviluppo della letteratura nazionale, ha bisogno di essere conosciuta e diffusa. Poiché non si tratta solo di una battaglia culturale, ma soprattutto di una battaglia meridionalista, intesa a ridare alla Calabria il suo volto di territorio colto e ricco di sapere. Per questo sono stati prodotti i tre documentari su Francesco Perri, Corrado Alvaro e Mario La Cava racchiusi in questo cofanetto multimediale."""" (Pasquino Crupi)" -
Storia e storie del Mezzogiorno d'Italia. Studi in onore di Giuseppe Caridi
Il volume accoglie i contributi che colleghi e componenti della Deputazione di Storia Patria per la Calabria hanno voluto dedicare al Prof. Giuseppe Caridi in occasione del compimento del settantesimo anno di età e della conclusione del suo insegnamento presso l'Università degli Studi di Messina, nonché del ventesimo anno di presidenza della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. -
L' amore che ti aspetti
Imperfetto l'amore nelle sue tante accezioni. Imperfetto perché i sentimenti sono guidati dal cuore, che spesso agisce e reagisce in modo arbitrario. C'è amore nel voler creare una famiglia perfetta, nella protezione del nido familiare, nell'accettare la sorte - ma anche la Provvidenza - nella tenacia di resistere come all'albero l'ultima delle foglie. C'è amore in ognuno dei personaggi di questo romanzo e nella scrittura delicata, che trasuda tenerezza nel ricreare atmosfere di altri tempi, a tratti ironica, ma mai banale. Sullo sfondo campagne e paesini abbarbicati all'Aspromonte, «le acque blu viola del Tirreno» e il fascino delle nostre terre. Ne ""L'amore che ti aspetti"""" gli avvenimenti fanno capire quanto si è fortunati a poter vivere la vita, «insignificante nella sua semplicità, apparentemente simile a molte altre, in realtà unica e preziosa». Malgrado «terremoti, alluvioni, guerre, si reagisce sempre, si ricomincia, perché la vita è più forte di tutto»."" -
Alba pratàlia aràba. L'incanto di una letteratura infinita
La letteratura è ricco patrimonio culturale, è materia vivente che dialoga con tutte le forme artistiche; è continuamente rivisitata, scandagliata, riedificata con sempre più nuove formule, in una rete dagli innumerevoli intrecci e biforcazioni che si allarga in ogni direzione e, pertanto, è infinita. Per le sue specificità tiene bene il passo rispetto alla rivoluzione tecnologica che, con l'avvento del digitale, ha cambiato il modo di comunicare e di stare al mondo. Sicuramente siamo di fronte a una rivoluzione mentale, o addirittura a una mutazione genetica; l'homo novus è l'homo digitalis, ma niente può oscurare il valore e l'utilità della letteratura. -
Il pappagallo silenzioso
Bruno Gemelli, uno dei decani del giornalismo calabrese, sovente trasporta nei suoi libri fatti storici e di costume di cui è a conoscenza, episodi che quasi sempre occhieggiano nei suoi articoli dove non possono trovare il giusto spazio ma che servono a rendere i suoi pezzi intriganti e solidi e a respingere sardonicamente politici arrembanti che si presentano nel panorama regionale calabrese come innovatori convinti che la Storia non abbia nemmeno un A.C. ma inizi con loro. Si tratta di storie quasi sempre misconosciute che concorrono a formare un genere letterario ibrido, una commistione di fatti storici e di costume con incursioni narrative e frammenti di saggio e pertanto particolarmente godibili, scritti con la leggerezza di un stylo rapid propria del giornalismo. Dopo aver dato alle stampe per ultimi ""Il grande otto"""", """"Lo strano delitto"""" e """"L'ape Furibonda"""", quest'ultimo scritto a sei mani, ci consegna adesso """"Il Pappagallo silenzioso"""", undici nuove storie che al pari delle precedenti hanno come sfondo la Calabria."" -
Catanzaro città perduta
Come tutte le città che faticano a inseguire la sfida della modernità e vivono il lento e progressivo incedere della decadenza e della perdita di ruolo e di credibilità verso i suoi cittadini, c'è una Catanzaro della memoria. Spesso cancellata dal vento di tramontana che si incanala per i vicoli e le viuzze del vecchio centro storico e c'è la Catanzaro del grigio procedere quotidiano, segnato dal panteismo onnivoro della politica, dalla pervasività barocca della burocrazia, dal languido sfiorire della sua borghesia orfana di circoli e salotti. Dalla esile consistenza della sua classe dirigente e dalla cupida crescita smisurata e avida di un'imprenditoria di seconda generazione. Dallo sguardo smarrito di manovali e artigiani gelosi depositari di antica maestria e arguzia intrisa di vissuta saggezza.