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La mia vita in parrocchia al tempo del Coronavirus
"La """"Preghiera dello sportivo al tempo del Coronavirus"""", che mi ha permesso di conoscere il vulcanico parroco, accoglie al suo interno il significato della vita, ricca di vittorie per cui gioire e di sconfitte da dimenticare. La partita più importante, le comunità di Roghudi e Marina di San Lorenzo, l'hanno disputata nei tre mesi scorsi: il virus in vantaggio e pronto a colpire ancora, e la popolazione spersa e costretta ad organizzarsi. Quando Don Giovanni ha scelto di scendere in campo e vestire i panni del trascinatore, è arrivata la svolta. La preparazione giornaliera con le preghiere per tenersi in """"allenamento"""", la forza del gruppo a fare la differenza, la vittoria sul virus come naturale conseguenza di un atteggiamento di fratellanza e unione. Merito di Don Giovanni Zampaglione, parroco tifoso e innamorato della sua gente"""". Dalla prefazione di Alberto Gervasi Tuttosport." -
Coronavirus. Calendario di una crisi
«L'interessante e graffiante riflessione che Filippo Veltri fa in questo suo libro sull'uso di una notizia scientifica con ricadute catastrofiche in vite umane e sulla economia mondiale, è importante per comprendere il ruolo dei mass-media e il grande palcoscenico dei social dove tutti possono essere protagonisti dispensando consigli, elaborando teorie complottiste, sminuendo la gravità dell'evento o enfatizzandone in modo drammatico le ricadute. Da Donald Trump all'industriale bergamasco o al proprietario di uno stabilimento balneare, ognuno ha un suo interesse nell'affrontare la Pandemia da Covid-19 in rapporto alle proprie esigenze politiche o economiche, pretendendo che la scienza si adegui alla propria visione. E noi? Credo che dobbiamo vivere la Pandemia senza superficialità né angoscia, ma con una paura razionale che ci ha permesso di sopravvivere nel corso dei millenni e di essere ciò che siamo. È evidente che il Covid-19 ha dimostrato all'opinione pubblica mondiale, ancora una volta, che la tutela della salute non è una monade a se stante, ma che esiste un forte intreccio tra salute e economia, basta ricordare la peste bubbonica del 541/42, la prima di questo tipo attestata in tutta la storia, che partendo dall'Etiopia, si diffuse dall'Egitto via linee di comunicazione marittima in tutte le parti del mondo mediterraneo, dalla Spagna alla Persia provocando la morte di almeno la metà della popolazione e immensi danni alla potenza occidentale dell'epoca che era l'Impero bizantino. Per arrivare al XX secolo è sufficiente rammentare la spagnola, portata in Europa dall'esercito americano durante la Prima guerra mondiale che provocò circa 40 milioni di morti. L'uomo dimentica facilmente la ciclicità di queste pandemie, il ruolo dei ""determinanti sociali di salute"""", quali la povertà, l'analfabetismo, la disoccupazione, gli stili di vita, la desertificazione prodotta da politiche scellerate in spregio all'ambiente, che contribuiscono a questi drammatici eventi ciclici senza, fino al momento attuale, aver saputo o voluto dare giuste risposte.» Dalla Prefazione di Rubens Curia"" -
Sulla scacchiera della vita. Racconti come pedine
La memoria ed il ricordo si alleano in questo racconto per contrastare lo scorrere inesorabile del tempo con la rievocazione della piccola vita di un paese delle Serre Aspromontane negli anni '50 del secolo scorso con quella immensamente più grande, ma ad essa complementare, delle grandi migrazioni italiane di inizio secolo verso gli USA. La scrittura passa dal registro lirico proprio dell'infanzia a quello tragico e talora ironico dell'età adulta in un compendio di voci e situazioni universalmente umane. -
Lo stretto indispensabile
Che cos'è il coraggio? Questa è la domanda che accompagna Nino per tutta l'estate. Che non è un'estate qualsiasi: è quella della sua maturità, il momento delle scelte che cambiano il corso della vita, per chi ha il coraggio di affrontarle. Riflessivo, scientifico, abituato a sviscerare ogni situazione da qualunque punto di vista prima di agire: Nino la scelta per il suo futuro l'ha già fatta, ma ancora è solo nella sua testa. Come trovare il coraggio per dirla a voce alta e affrontare l'inevitabile distacco che comporterà? Il distacco dagli amici, da quel tutti e quattro o nessuno che si sono promessi tra i banchi di scuola; il distacco dalla famiglia, dalla sua Reggio, da tutta una vita. La risposta è più vicina di quanto Nino immagini, e deflagra in tutta la sua potenza in una calda notte d'agosto. -
Progetti di gioia quotidiana
Ci sono momenti nella vita in cui la comunicazione di un'esperienza è di vitale importanza per chi la vive e per chi la riceve. Le parole sono il nostro tutto e il nostro niente. Sono segno che brilla di luce propria, come stelle in un cielo diventato scuro e impenetrabile. Altre volte, travaglio sofferto della fragilità e dell'impotenza di chi così è nato e di chi si scopre tale. Le parole mute, imbavagliate e sole, trovano nella sorellanza la forza sovversiva del dirsi e del narrare, intrecciando l'un l'altra il sostegno della gratitudine e la gioia del dono. -
Ultimi canti da Shangri-La
«Poeta irruente, dalla fantasia eccitabile, sa riunire in un tutto organico e scattante le rivolte e le grida d'angoscia che risuonano, come in una stanza vuota, da un capo all'altro del continente. Nelle burrascose intemperie sigillate da oscuro sangue e fatica, egli combatte quella lunga teoria di ingiustizie. Un intellettuale che diventa tribuno, capace di assorbire rigurgiti, caos, tumulti, delineando un modo concreto di concepire l'arte e il mondo, di fronte ai continui rivolgimenti sociali. [...] Niente giunge all'uomo se egli non ne patisce la croce. Luigi Mamone è vicino ad Emilio Argiroffi nell'intuizione dei motivi profondi dell'inquietudine e della sofferenza dei popoli. [...]» Dalla Prefazione di Maria Frisina -
L' invenzione del ribelle. Vita tortuosa di Bruno Misefari (1892-1936), cosiddetto «anarchico di Calabria»
Bruno Misefari è stato disertore della Grande Guerra ed anarchico in Svizzera. A Zurigo, con un centinaio di «correligionari», incappò in una montatura giudiziaria per la quale patì sei mesi di carcere preventivo. Nell'Italia del 1° Dopoguerra riprese, tra ininterrotte vessazioni poliziesche, gli studi di ingegneria a Napoli e continuò la sua militanza politica; conferenziere facondo, si distinse nella campagna contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti e in una brevissima esperienza di direzione sindacale a Taranto. Laureatosi nel 1923, dismise i panni del rivoluzionario e si dedicò a due progetti industriali: una vetreria a Villa San Giovanni e una industria quarzifera a Davoli. Progetti megalomani e dall'esito infausto nonostante l'ex anarchico, per perseguirli, abbia intrecciato complessi e indecorosi rapporti con le gerarchie fasciste, anche supreme, ed abiurato il proprio credo nella mani di Guido Leto, sbirro fascista di fortunata carriera conclusa a Salò. -
Hopper si fermò ad Archi
«Nanni Barbaro è un cristone, la prima volta che lo incontro zoppica, si appoggia su un bastone per camminare e avvicinandosi mi dice che gli è caduta una bara sul piede mentre preparava l'interramento. Lo dice con un sorriso ironico spiegandomi che quel tipo d'incidente fa parte degli inconvenienti del suo mestiere, perché lui fa il custode al cimitero di Archi. Mi fa ridere pensarlo mentre scrive i suoi racconti, tra un morto e l'altro. Mi mette di buon umore l'idea che, mentre scrive, il panorama davanti a sé sono le tombe di quel piccolo cimitero di paese.» (Dalla Prefazione di Mimmo Calopresti) «E due. Chi si è lasciato tentare dal divertimento del primo ""Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso"""" sa come stringere a due mani questo delizioso secondo libretto, seguire la propria bramosia di lettore dentro le sue pagine incalzanti e farsi trasportare dalla medesima libido narrativa. L'effetto, come in ogni impresa letteraria che si rispetti, piccola o grande che sia, è di farti entrare in un mondo... ...un mondo raccontato con la leggerezza, solo apparente intendiamoci, del linguaggio comico, oppure intessuto dai fili della rievocazione che seleziona secondo le sue misteriose attitudini e che, sovente, si accompagna alla tenerezza con cui si guarda alle cose che non ci sono più.» (Dalla Postfazione di Giuseppe Mate)."" -
Sull'onore nostro. Saluti da Platì, Aspromonte
Platì, una forra nel cuore dell'Aspromonte, febbraio del 1926. La neve va e viene intervallata dalla tramontana. Tra le vie del paese i mocciosi Nando e Rocco Poeta girano affamati e sporchi, un vecchio scomunicato se ne burla mettendo loro paura; Ciccio Poeta e Cata per la prima volta siedono accanto, i rispettivi genitori convengono sposeranno a dicembre dell'anno corrente, ma i preparativi per il gioco bizzarro delle coincidenze rallentano. Il Cigno e Don Giosofatto l'aristocrazia agraria, baroni incontrastati ma padroni a tempo, finché Dio vuole e finché vuole l'onorata società che brama a spodestarli. Pasquale Tre Quarti è mulattiere, stenta a campare famiglia, non gli resta che farsi battezzare membro dell'onorata società. La veggente Nnuzza Noè solleva e abbassa le corde a malocchio e fatture, sventura e fortuna Nnuzza se ne sente depositaria. Il maresciallo Musarò tutto controlla e di tutti dispone servendosi di Ntoni dei Giurati, questi membro dell'onorata e doppiogiochista all'ombra del capo anziano Francese. Francese, uomo di poche parole, inflessibile alle violazioni del codice d'onore, la scuola gliela aveva fatta il predecessore Ciampa. Anche Nunzia e a uso consumo del maresciallo, femmina disonorata nonostante figlio e marito. L'onore muove le vite dei platiesi: le femmine da consegnare vergini all'altare, quelle sposate non si toccano e manco si guardano, ai proprietari si ruba ai poveri mai, la parola data da rispettare a costo della morte. Poi il subisso dell'alluvione, Pasquale Tre Quarti moribondo di febbre acuta, dalla sua branda finisce sul letto del fiume Ciancio che lo consegna al Mar Jonio e, mentre si contano i morti, a Ntoni dei Giurati il capo Francese gli notifica l'ultima sentenza. -
Metodo quantico mnemonico
Imparare a imparare. O meglio: apprendere come apprendere. Il successo di un esame, di un concorso o anche di una semplice interrogazione non dipende da quanto ma da come si è studiato. Questo libro ce lo spiega chiaramente, fornendoci un metodo per ottenere, col minimo sforzo, il massimo profitto dalla propria attività, facendoci sfruttare al meglio le nostre capacità mnemoniche, per risultati sempre più sorprendenti. -
Pandemie e paradossi. Le alternative della Comunità ACE-Medicina Solidale
"La de-colonizzazione dell'immaginario dal dominio tecno-scientifico generatore di pandemie è destinata alla sterilità se l'impegno culturale e politico non verrà rideterminato considerando la dimensione sistemica del reale. L'interdipendenza e la complessità dei fenomeni obbliga a riconoscere, in una prospettiva di mutamento dei rapporti, la necessità di interventi coordinati su diversi livelli. Il risultato finale di queste azioni può esprimere un'organizzazione in cui l'ordine e le gerarchie dei valori precedenti possono risultare profondamente modificati. L'approccio civico appare il migliore interprete di questo tipo di impegno con la sua tensione a mantenere un giusto equilibrio tra le legittime esigenze economiche, i bisogni delle comunità, la salvaguardia dei beni comuni, gli effetti sociali e sul contesto ambientale. Il recupero della dimensione sistemica non costituisce solo una soluzione metodologica alla gestione della complessità ma può diventare ispiratore di pratiche politiche di rovesciamento dell'esistente. - La Medicina Solidale e Integrale della Comunità ACE è stata spesso descritta con termini quali miracolo, sogno o utopia. Si tratta di scelte linguistiche che rimandano al mondo dell'impossibile ma ciò che si intende rappresentare non appartiene al dominio della fantasia. Piuttosto, l'immaginazione è stata necessaria per determinare una diversa combinazione di regole così da dare concreta realizzazione a un altro ordine. La Medicina Solidale e Integrale è un luogo reale che ha la forza di sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che regolano l'attuale sistema pandemico delle disuguaglianze e della povertà diffusa. Non è un consolatorio prodotto della fantasia destinato a naufragare sugli scogli di un'impossibile terra promessa ma un vascello che naviga sicuro dell'approdo in luoghi da colonizzare. È speranza che si fa realtà. È il luogo della felicità di tutti, nessuno escluso. È la gioia della scoperta che un mondo più giusto è possibile.""""" -
Quanta storia in mezzo
L'opera rappresenta una tappa fondamentale del progetto ""6 settembre 1943. Un futuro per la memoria"""", nato dalla collaborazione tra l'Associazione Solidal'è e la professoressa Donatella Arcuri. L'obiettivo del progetto è quello di dare nuova luce a una vicenda misconosciuta, il cannoneggiamento tedesco che ha avuto luogo nella cittadina della Piana di Gioia Tauro, a ridosso dello sbarco e dell'avanzata angloamericana in Calabria, l'unico eccidio nazista di civili nella regione, che provocò la morte di 17 persone e di 23 feriti: una strage di civili innocenti, di cui undici ragazzi. Un impegno condiviso, dunque, per ridare importanza, valore e una funzione alla memoria, in un piccolo paese del Sud Italia, affinché le giovani generazioni possano essere testimoni della propria storia, e per costruire una nuova e rinnovata coscienza civile. """"Superare lo stadio del ricordo individuale, magari condiviso con qualcuno, ma certo non generalizzato, andare oltre le suggestioni personali, oltrepassare la frammentazione delle singole esperienze, ricostruire il quadro d'insieme di una comunità, sono questi gli obiettivi che si è assunta Donatella Arcuri offrendoci oggi questo lavoro a metà strada tra il romanzo e il saggio storico, tra la memorialistica e la cronaca, tra il diario e la testimonianza. Rimettere insieme, ricollegare e riunire i tanti frammenti e le tante piccole storie ricomponendo così il mosaico degli avvenimenti che si collocano tra febbraio e settembre di quell'anno, è ciò che è riuscito a fare questo piccolo libro...""""."" -
Sei nelle mie radici
In una Calabria amata, tradita e traditrice, si intrecciano nel tempo le storie dei due protagonisti, Nina e Pietro, e del loro amore molesto. Sullo sfondo, le vite dal passato di personaggi difficili da dimenticare e quelle di una società moderna impossibile da perdonare. -
FCS. Fantastica avventura
L'FC Sudtirol esiste da appena 25 anni, eppure ormai non è più possibile pensare all'Alto Adige, terra di sportivi, senza la sua unica squadra di calcio di livello professionistico. La forza granitica dell'FC Sudtirol va ben oltre i confini del mondo dello sport. La generazione fondatrice di questa squadra ha infatti capito molto bene che il successo a lungo termine sarebbe stato possibile solo quando tutti gli altoatesini - di lingua tedesca, italiana o ladina che siano - avessero sentito il ""progetto FC Sudtirol"""" come proprio. Non è stato semplice arrivarci, ma con questo approccio l'FC Sudtirol ha dimostrato che anche un club sportivo può contribuire con la sua semplice esistenza all'integrazione fra gruppi linguistici diversi. Senza voler paragonare l'FC Sudtirol al FC Barcellona, ma analogamente a quanto ha fatto il FC Barcellona in Catalogna anche l'FC Sudtirol si è ritagliato qui una posizione speciale all'interno della società: questo club rappresenta l'intera provincia e grazie al buon lavoro sul vivaio e alla competenza e serietà del management incarna un'identità regionale con la quale tutti possono convivere. A proposito di vivaio: da circa 20 anni spesso ai giovani talenti dell'FC Sudtirol riesce il salto verso squadre delle massime serie nazionali e internazionali. Anche questo può essere interpretato come un segno dell'efficacia del lavoro sui giovani dell'FCS ma anche di tutto il mondo calcistico altoatesino. Evidentemente la scena calcistica nazionale e internazionale osserva con attenzione cosa accade nell'FC Sudtirol e nella nostra provincia. Ma non accade che solo giocatori da qui facciano il salto verso leghe superiori, ma anche che molti giocatori dell'FC Sudtirol dopo aver fatto esperienza altrove facciano ritorno alla loro associazione amatoriale di riferimento. In questo modo il livello complessivo del calcio in Alto Adige è costantemente migliorato. Questo scambio continuo a tutti i livelli è di fondamentale importanza e mi auguro che l'FC Sudtirol mantenga e rafforzi anche in futuro questo ruolo di faro per il mondo calcistico di tutto l'Alto Adige. Le pagine di questo libro """"FCS Fantastica Avventura"""" rappresentano il primo momento editoriale di contestualizzazione storica dei vari momenti che hanno caratterizzato il primo quarto di secolo dell'FC Sudtirol."""""" -
FCS. Ein tolles Abenteuer
Den FC Sudtirol gibt es zwar erst seit 25 Jahren, aber dennoch kann man sich das Sportland Sudtirol ohne den einzigen Profifußballklub des Landes nicht mehr vorstellen. Die Strahlkraft des FC Sudtirol geht weit uber den Sport hinaus, weil es die Grundergeneration des Klubs verstanden hat, dass langfristiger Erfolg nur moglich ist, wenn alle Sudtiroler, also deutsch-, italienisch- und ladinischsprachige Einwohner unseres Landes, am ""Projekt"""" FC Sudtirol teilhaben können. Das war keine Selbstverstandlichkeit und der FC Sudtirol hat mit dieser Grundhaltung bewiesen, dass auch ein Sportklub die Integration zwischen den Sprachgruppen maßgeblich fordern kann. Ohne den FC Sudtirol mit einem Klub wie dem FC Barcelona vergleichen zu wollen, aber ahnlich wie in Katalonien der FC Barcelona hat sich hierzulande der FC Sudtirol eine einzigartige Position in der Gesellschaft erarbeitet: Der Klub gilt als Reprasentant des ganzen Landes und verkörpert durch die gute Nachwuchsarbeit und das seriose Management eine regionale Identitat, mit der alle Sudtiroler gut leben konnen. Apropos Nachwuchsarbeit: Seit etwa 20 Jahren schaffen immer wieder junge Talente den Sprung vom FC Sudtirol zu erstklassigen nationalen und internationalen Vereinen. Das kann als eine Auszeichnung fur die Jugendarbeit des FCS aber auch fur den gesamten Sudtiroler Fußball verstanden werden. Ganz offensichtlich werden der FC Sudtirol und unser Land von der nationalen und internationalen Fußball Szene beobachtet. Aber es wechseln nicht nur Spieler zu höherklassigen Vereinen, sondern es kehren auch viele Spieler des FC Sudtirol nach ihrer Ausbildung zu den heimischen Amateur-Stammvereinen zuruck. Dadurch hat sich das Niveau in Sudtirol insgesamt verbessert. Dieser Austausch auf allen Ebenen ist enorm wichtig und ich wunsche mir, dass der FC Sudtirol diesbezuglich seine Rolle als Leuchtturm in der Sudtiroler Fußballwelt weiter ausbaut. Auf den Seiten des neu erschienenen Buches 'FCS ein tolles Abenteuer' werden zum ersten Mal die pragenden Ereignisse der 25-jahrigen Geschichte des FC Sudtirol beleuchtet. Damit schließt der Autor Filippo Rosace, dem ich zu seinem ehrgeizigen Werk gratuliere und den verdienten Erfolg wunsche, eine sportdokumentarische Lucke."" -
Il colore del silenzio
Del protagonista del romanzo, scopriremo il nome solo alla fine. E c'è un motivo. Nel frattempo, con un espediente narrativo geniale si svolge una trama sorprendente che prende la sua via maestra all'irrompere della sensuale Chloée, una donna straordinaria (rende bene l'idea il protagonista accostandola alla Fanny Ardant di Truffaut), conosciuta tra i colori, i sapori e i suoni di Arles, la cittadina del Sud della Francia che fu dimora di Vincent van Gogh, l'unico artista al mondo in grado di dipingere il silenzio. La sua presenza lo pone inevitabilmente in uno stato di sudditanza intellettuale, sia per la sua competenza in materia di arte (è proprio van Gogh il loro galeotto), musica (è una pianista di enorme talento), cocktail (Bloody Mary in primis) o crostacei (i percebes, preistorici eroi), sia per la sua profonda concezione filosofica del primato della memoria sulla vita dell'uomo. Con colpi di scena, il romanzo si dispiega tra il percorso di apprendimento musicale che il nostro protagonista intraprende grazie alle rivoluzionarie teorie di Chloée e le geometrie del biliardo intese come astrazione esistenziale di un uomo incapace di ascoltare i suoni. -
Parole per la Divina Commedia
Nella fruizione dell'abisso di profondità mistica e di ispirazione poetica del Poema Sacro ""ogne lingua devien tremando muta"""". E tuttavia ho osato dire «parole», fidando nella consuetudine di diletto interiore che da circa settant'anni traggo dai suoi versi. Questo volume ne raccoglie alcune, fra le più significative di un lungo percorso di meditazione e che ne testimoniano quasi ormai la conclusione. Lo faccio con la fiducia che questa """"poca favilla"""", oltre che testimonianza del mio godimento, di altri."" -
La sindrome bizantina
"Le immagini poetiche presenti, non temono d'incidere oltre l'evocazione storica: bastano pochi versi sapienti e ben registrati e condensati tra memoria e parola, per offrire e circoscrivere un intero mondo storico. Per lo Stellitano la vita è come lento fluire della memoria storica e, il ritmo dei suoi versi nella sobrietà linguistica asciutta e rigorosa, appartiene a un non tempo letterario: è moderno, vivace, inquietamente storico e oggettivo. Attenzionata la forma, è il contenuto delle poesie di Elio Stellitano che aggredisce il lettore. La riflessione che avviluppa tutto è espressa nel titolo """"La Sindrome Bizantina"""". Secondo una non tanto velata, e di certo gratificante, tesi che l'Autore avanza, i Bizantini sono ancora fra noi; anzi noi siamo tutti """"bizantini"""""""". Dall'introduzione di Francesco Arillotta. """"L'impero è crollato nel 1453 ma ancora arriva la luce fredda della stella estinta... Stellitano con """"La Sindrome Bizantina"""" ci mostra Bisanzio dopo Bisanzio. Alarico, Narsete, Totila, Odoacre, Belisario, Giustiniano, Teodosio, Teodora, Amalasunta, Autari, Tamerlano: sono i fantasmi che sopravvivono nella lunga notte di Bisanzio, ancora egemoni in Calabria """"ultimo thema dell'impero"""". Si teme la venuta dei barbari. Ma la barbarie è dentro di noi. Sapremo uscire dalla notte oscura dell'impero?"""" Dalla prefazione di Franco Iaria." -
Indagine su un burattinaio. Il manoscritto del giudice
In ""Indagine su un burattinaio"""" il racconto si dipana attraverso una serie di vicende nelle quali trovano posto latifondisti ladroni, vescovi e magistrati accomunati da vizi privati nascosti dalle pubbliche virtù, sgherri, escort, professori che impongono codici di abbigliamento discinti alle stagiste, ai quali fa da contraltare l'umanità recuperata nella comunità di accoglienza guidata da un sacerdote sandinista, fra Kuros, un prete a metà tra Zenone, il protagonista de L'opera al nero di Marguerite Yourcenar, e il vescovo di San Salvador, Oscar Romero, ucciso proprio mentre diceva messa in un ospedale, mentre sollevava l'ostia consacrata. Dopo una serie di colpi di scena, la macchina della giustizia si mette finalmente in moto, restituisce dignità alle vittime e smaschera i complotti dei potenti. È un racconto leggero, un thriller sociale che si legge tutto d'un fiato, in cui la caratura grottesca dei personaggi rende la narrazione più gustosa. Al fondo c'è questa concezione della centralità della giustizia come unico argine possibile per «imbrigliare il Leviatano». Una giustizia che si prostituisce ai potenti e che apre ferite spaventose nella carne viva delle vittime del potere. Una giustizia che interviene per risanare le ferite, per riparare i torti, per liberare i deboli dal giogo dei potenti. Dalla Postfazione di Domenico Gallo."" -
Canto ad Afrodite
"Canto ad Afrodite"""" è il secondo libro di Grazia Bertucci; ancora una volta è l'amore al centro delle sue liriche. Ammiratrice della grande Saffo, dedica alla poetessa greca un capitolo del suo libro, aprendosi questa volta agli aspetti più nascosti dell'amore. Si parte così dall'amore erotico, all'apparenza effimero ma sempre intenso, per concludere con l'antico sogno dell'amore universale, spirituale, quell'amore che culla, protegge e dovrebbe durare per sempre."