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Raccolto diurno
Il libro può nascondere una lima / per segare le sbarre del lettore. / Lo sanno i carcerieri / che lasciano passare solo quelli / di copertina morbida, arrendevole. / Eppure una lima può esserci lo stesso, / nascosta in mezzo a verbi coniugati al futuro.Erri De Luca addomestica le parole, che appaiono nelle sue mani come animali selvatici, solo per poco disposti a farsi ammansire. Le parole di questo artigiano della letteratura, infatti, sono sempre pronte a ribellarsi, a stringersi in forma di pugno, a mandare scintille. Si direbbe che per De Luca la distinzione tra prosa e poesia sia più labile che per altri autori: le sue scritture narrative sono condensate come poesie, le sue poesie a volte contengono racconti, storie, volti come se fossero narrazioni. Ma sono anche altro: per esempio odi minime agli elementi, come nel miglior Neruda; sono epigrafi per chi non c’è più e nostalgie di un futuro da scrivere. Sono inni essenziali alle cose del mondo, all’esserci, al resistere, al dire nonostante tutto “noi”. Sono un rendimento di grazie, una forma di gratitudine per i doni ricevuti e un modo per immedesimarsi con i deboli, i vinti e i lacerati dalla Storia, che sembrano non poter trovare pace visto che nessuno ha saputo accoglierli. Le parole e le poesie di De Luca sono un invito a scoprirsi umani, liberi, ancora capaci di amare. -
Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica. Nuova serie. Vol. 11: Raoul Schrott. L'arte di non credere a nulla.
Il numero 11 di ""Poesia"""" si apre con un servizio su Raoul Schrott curato da Federico Italiano. Erudito e carismatico, Schrott è una delle figure più interessanti della letteratura contemporanea di lingua tedesca: poeta, romanziere, traduttore del Gilgamesh e dell'Iliade, critico e docente di letterature comparate, Schrott si è guadagnato il titolo di poeta ductus per l'inestinguibile curiosità intellettuale che anima ogni sua opera. A A.E. Stallings e alla sua raccolta d'esordio Archaic Smile è dedicato un servizio dell'anglista Carla Buranello. L'ispanista Gabriele Morelli commemora il premio Cervantes 2020 Francisco Brines, recentemente scomparso, e ne traduce un florilegio di testi. La rubrica di Silvio Ramat sulla """"giovinezza della poesia in Italia"""", rivolta alle opere pubblicate nei primi quattordici anni del Novecento, è dedicata a Diego Valeri, mentre nella rubrica """"I poeti di trent'anni"""", Milo De Angelis presenta alcuni inediti di Andrea Donaera. Fabio Scotto presenta infine la giovane autrice cinese Yin Xiaoyuan."" -
Testimonianze
Come ha più volte affermato lo stesso Ritsos: ""La poesia, nella misura in cui è poesia, ci dice sempre molte più cose, e in modo molto migliore, di quanto noi possiamo dire di essa"""". Le due serie delle Testimonianze, scritte dal 1957 al 1965, sono composte da poesie brevi, spesso ellittiche, epigrammatiche, o in forma di parabola. Hanno al centro la problematica metafisica dell'uomo, la sua missione sociale e i problemi dell'arte poetica. Il poeta rivendica il diritto """"che gli venga chiesta scusa a priori, in nome della coscienza delle cose indefinite, complesse, indecifrabili e irresponsabili della vita"""", e confessa la sua soddisfazione per aver scoperto """"la profondità"""" grazie all'esercizio della sua arte. Il tono di queste Testimonianze è impersonale, quasi indifferente, niente affatto sentimentale o retorico, umile e discreto, anche quando tratta di eventi tragici o drammatici, che affronta sempre con la moderazione che gli hanno insegnato le difficili esperienze della sua vita."" -
Lince
"Quando non c'è più nulla la poesia salva"""" disse """"come un battesimo o un incendio?""""" -
I luoghi persi
Tempus fugit, si sa, senza apparente rimedio: ma Umberto Piersanti, con l'ostinazione dell'amore, nel suo libro forse più compiuto e commovente, insiste con tenacia a cantare - per dirla con Carlo Bo - le sue personali Georgiche (per nulla elegiache), celebrando con la forza della poesia i ""luoghi"""" delle origini, nel tentativo di salvare le umili """"cose"""" della campagna delle Cesane (e le persone amate, la memoria della nonna su tutte) dalla furia devastatrice del tempo. Come il miglior Pascoli, anche Piersanti, narrando di sé e delle sue esperienze familiari, parla in realtà di tutti noi, almeno in parte: il percorso poetico alla ricerca delle origini appenniniche e contadine dispiegato nei Luoghi persi con passione e vitalità per nulla idillica, mira a ricordare (e ricordarci) la speranza che le cose, per quanto inevitabilmente travolte dall'inesorabile scorrere dei giorni, se recuperate dall'esercizio della memoria poetica, non siano semplicemente state, ma restino incise nel nostro sangue oltre che nel ricordo, non come semplici fantasmi ma in qualche modo immortali."" -
Non piangere la Grecia
Atene, 21 aprile 1967: il golpe della giunta dei colonnelli instaura in Grecia la dittatura militare. I campi di concentramento vengono riaperti per accogliere gli oppositori al regime. Tra di loro si trova anche il grande poeta Ghiannis Ritsos. Nel frattempo, a Parigi, il giovane Antoine ha perso le tracce della studentessa greca di cui è innamorato. Impegnato nella preparazione di un Libro nero della dittatura, Antoine sperimenta personalmente gli orrori del regime dei militari. Partendo alla ricerca del poeta greco e dell'amica scomparsa, riuscirà però a ritrovare sé stesso... Alternando il racconto della vicenda di Ritsos, deportato sull'isola di Leros e qui detenuto in condizioni disumane, alla ricerca della verità di Antoine, Bruno Doucey ci racconta una storia commovente di grande forza e impatto, che non può lasciare indifferenti. ""Non piangere la Grecia"""" fa inoltre riscoprire un periodo oscuro e ormai dimenticato della storia della Grecia, e tratteggia la figura di un grande poeta rimasto a testa alta di fronte ai suoi persecutori."" -
Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica. Nuova serie. Vol. 12: Costantino Kavafis. Poesie e prose.
Il numero 12 di ""Poesia"""" si apre con un servizio dell'anglista Massimo Bacigalupo, dedicato ai versi del Premio Nobel per la Letteratura Louise Glück. Il lusitanista Federico Bertolazzi presenta ai lettori una scelta dei bellissimi sonetti di Camoes, che il sommo poeta Eugénio de Andrade ha definito il libro più affascinante della poesia portoghese. Andrea Bajani conduce i lettori alla scoperta della poesia di Adelelmo Ruggieri. La rubrica di Silvio Ramat sulla giovinezza della poesia in Italia è dedicata a Carlo Vallini. Al lavoro poetico di Hilda Hist è invece dedicato un servizio di Valentina Cantori. Nella sua rubrica """"I poeti di trent'anni"""", Milo De Angelis presenta alcuni inediti della poetessa Gaia Giovagnoli. Alle poesie di Alessandro Ricci, importante autore del secondo Novecento, e ingiustamente dimenticato, è dedicato un servizio a cura di Marco Vitale."" -
Vento nelle mani degli uomini
"Un esordio musicale, questo di Alessandro Santese, che scrive una vera e propria sinfonia notturna: la notte è presente con tutti i suoi volti e tutte le sue tensioni, dal sogno al dormiveglia, al sussurro serale, al ricordo infantile, all'inno o all'invocazione tenebrosa. Sembra che tutto parta da lì e che tutto converga lì: il buio diventa creatura vivente e chiama tra le sue ombre, ci rivela presenze disseminate in ogni stagione, ci suggerisce soprattutto il risvolto segreto di ogni evento, la verità che si nasconde in qualche abisso della nostra esperienza e dal fondo più remoto ci manda i suoi messaggi con l'urgenza delle cose a lungo taciute, sul punto di scomparire, di perdere interamente la voce."""" (dalla Prefazione di Milo De Angelis)" -
Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica. Nuova serie. Vol. 13: Erri De Luca. Raccolto diurno.
Il numero 13 di ""Poesia"""" si apre con venti sonetti di Aldo Nove, anteprima della nuova raccolta dello scrittore di Viggiù. Paolo Galvagni conduce i lettori alla scoperta del poeta ucraino Vasyl' Holoborod'ko, costretto per quasi vent'anni ai lavori forzati. La rubrica di Silvio Ramat sulla """"giovinezza della poesia in Italia"""", rivolta cioè alle opere pubblicate nei primi quattordici anni del Novecento, è dedicata ad Ardengo Soffici. Ai Sonetti Romagnoli di Olindo Guerrini, pubblicati postumi nel 1920 con lo pseudonimo di Lorenzo Stecchetti, e che costituiscono uno dei canzonieri più rilevanti della poesia dialettale italiana, è dedicato un servizio a cura di Lorenzo Babini."" -
Poesie
Vate del sole e dell'amore, del mare e del rimorso, nella sua lunga vita Odisseas Elitis ha sperimentato vari stili e maniere: dal Surrealismo declinato in chiave ""mediterranea"""" a una scrittura più meditativa incentrata sulla morte, il male e la bellezza; dagli accenti biblici dell'ambizioso poema lirico """"nazionale"""" Dignum est fino alla complicata introspezione di Maria Nuvola e alla fantasmagoria linguistica e visionaria delle ultime raccolte. L'antologia Poesie raduna testi scelti da tutte le raccolte pubblicate da Elitis, da Orientamenti (1940) alla postuma Da vicino: come cangiante è lo stile del poeta, così plurale è la voce italiana che assume: se infatti un paio di testi sono tradotti da Nicola Crocetti, il grosso deriva dall'inedita antologia allestita molti anni fa dal grecista Filippo Maria Pontani, rivista, aggiornata e ampiamente integrata da suo figlio Filippomaria. Alcune poesie sono tradotte in italiano per la prima volta, ma soprattutto vi è l'intento di presentare l'intera parabola di un percorso poetico accidentato ma sempre fedele all'amore, all'arcipelago, e alla «lingua sulle spiagge di Omero»."" -
Pietre ripetizioni sbarre
Le poesie di ""Pietre Ripetizioni Sbarre"""" sono state composte tra il 1968 e il 1969, negli anni in cui Ghiannis Ritsos era confinato nei campi di concentramento sulle isole di Ghiaros e Leros, e poi agli arresti domiciliari a Karlòvasi, sull'isola di Samo. Nel suo consueto dialogo con il Mito e con il passato, Ritsos racconta la memoria che resiste e che parla attraverso le pietre delle statue morte e delle colonne spezzate. Nei gesti che si ripetono da sempre, incessantemente, ritroviamo echi del passato che diventano immagini di un presente fatto di sbarre di carceri, di ricerca di una libertà definita dal poeta """"immensa, estatica orfanezza"""". Nella sua solitudine, simile a quella degli eroi antichi, Ritsos conserva integra la sua dignità e la speranza nell'uomo, e afferma la sua fede nel potere di redenzione della poesia."" -
Serie fossile
Serie fossile è un poema sull'amore, dal miracolo della sua nascita allo strazio della fi ne. È un amore che rifonda il mondo, ha il potere di illuminare e generare luce dall'interno di un corpo che si scuote dal ripiegamento su se stesso, torna alla vita, sboccia in un'Alba. E poi si ritrae, lasciando tracce incastonate in fossili, incancellabili, ma di pietra, non più vivi. Chi ancora ama può soltanto offrire un ultimo dono, che è un'estrema speranza: la visione di due galassie gemelle individuate nel 2013 dal telescopio spaziale Hubble della Nasa. Sono scientifi camente inseparabili, abbastanza vicine da avvertire l'una la forza di gravità dell'altra, senza disturbi gravitazionali visibili, per ora, ma destinate a fondersi tra qualche centinaio di milioni di anni. -
Odissea
Un patrimonio linguistico prezioso destinato a scomparire, ma che Kazantzakis ha salvato tramandandolo ai posteri.«Nicola Crocetti si è imbarcato nell'impresa dell'impresa: tradurre questo folle volo e folle sequel» - Robinsonrn«L'Odissea di Kazantzakis è un monumento immortale alla lingua greca, una Babele linguistica di dialetti e tradizioni che collega idealmente la lingua di Omero al Novecento. Un inno alla vita che assume i toni di un'esortazione alla ricerca della libertà» - Stefano Malosso, BresciaoggirnL'Odissea di Nikos Kazantzakis, ""il più lungo epos della razza bianca"""", come lo definì il suo autore, è la prosecuzione fantastica dell'omonimo poema omerico. Fu portato a termine dopo 13 anni e mezzo di lavoro (dal 1925 al 1938) e sette stesure autografe. Nella versione definitiva si compone di 33.333 versi (la penultima redazione contava 42.500 versi) suddivisi in 24 canti, lo stesso numero delle lettere greche e dei canti dei poemi omerici. In quest'opera dall'estensione fluviale – tre volte l'Odissea di Omero – Kazantzakis riversò tutte le sue esperienze intellettuali e spirituali, sviluppando una dottrina ascetica sincretistica, basata sui principi di diverse religioni e di grandi, utopistici ideali politici. La narrazione delle straordinarie avventure di Ulisse dopo il ritorno a Itaca celebra soprattutto la mente libera dell'uomo. Quello di Kazantzakis è anche un avatar dell'Ulisse dantesco assetato di conoscenza, oltre che un alter ego del poeta stesso, alla disperata ricerca di una nuova visione di Dio e della salvezza del mondo. Poema di grande complessità, l'Odissea è anche un'arca di Noè linguistica, in cui Kazantzakis ha imbarcato e salvato dall'estinzione migliaia di termini popolari raccolti dalla bocca di pastori, contadini, pescatori e abitanti spesso analfabeti di isole e villaggi dell'Egeo. Un patrimonio linguistico prezioso destinato a scomparire, ma che Kazantzakis ha salvato tramandandolo ai posteri."" -
Quegli ultimi rumori...
"Se fosse la luce a tenere la penna, l'aria a respirare fra le parole, tutto sarebbe meglio.""""" -
Fuoco su Babilonia!
Fuoco su Babilonia!, uscito in prima edizione nel 2003 e da tempo introvabile, restituisce fi nalmente alle lettrici e ai lettori un percorso poetico decisivo, cominciato molti anni prima della nascita del ""fenomeno"""" narrativo Aldo Nove, la cui essenza fondamentale è interamente contenuta nelle liriche di questa raccolta. L'ironia, il nonsense, la mimesi pop – calibrate con straordinaria (e precocissima) competenza metrica e stilistica – sono le forme assunte da Aldo Nove come logica conduttrice del suo formidabile discorso poetico, sempre teso alla ricerca del vero e dell'Altro da sé, secondo l'insegnamento dei suoi maestri prediletti (in sorprendente convergenza) Nanni Balestrini e Milo De Angelis."" -
Nostalgia del presente
Antonis Fostieris è una delle voci più sensibili e rappresentative della poesia greca contemporanea. Oltre che poeta, è traduttore e saggista. Assieme a Thanassis Niarchos ha fondato e diretto per molti anni la prestigiosa rivista letteraria I Lexi (La Parola). Più di venti volumi delle sue opere sono stati tradotti nelle lingue principali e pubblicati in vari Paesi, tra cui Italia, Francia e Stati Uniti. Ha ricevuto i più prestigiosi riconoscimenti letterari greci. I testi antologizzati in Nostalgia del presente coprono un arco di tempo di oltre vent'anni, e sono trascelti da quattro delle sue dieci raccolte: Amore oscuro, Il futuro e l'imperativo della morte, Il diavolo ha cantato a tempo, Il pensiero appartiene al dolore. -
Inizio fine
Esito altissimo di un percorso poetico ormai ventennale, Inizio fine è il frutto originale e sorprendente di un lungo e attento ascolto dei grandi maestri della tradizione.Filologo e critico letterario, Daniele Piccini è una delle voci più intense e preziose del panorama letterario italiano. Esito altissimo di un percorso poetico ormai ventennale, Inizio fine è il frutto originale e sorprendente – e sempre tecnicamente provvedutissimo – di un lungo e attento ascolto dei grandi maestri della tradizione: tra lo sconcerto leopardiano per l'orribile «mistero delle cose e della esistenza universale» e la luziana pietà per l'«oscura carne» delle creature, la poesia di Piccini vuole dare voce – con fraterna dedizione – ai «lamenti dei cuori più affannati», portare caritatevole “notizia delle cose / che nell'ombra ci appaiono e nel turbine». -
Poesie
"È così facile impazzire: basta che tu strappi a chi ricorda la memoria, e il paesaggio a chi lo sta guardando, e a chi dialoga l'altro e a chi prega il suo Dio.""""" -
Zorba il greco
Un uomo vero sta a fronte alta davanti alla Necessità, e perfino a Dio: tutto questo è, e sempre sarà, Zorba il greco, mani e gambe che diventano ali nella danza leggendaria sulla spiaggia, sullo sfondo di una Creta pietrosa senza tempo. -
Timandra
Una storia d'amore senza tempo, per uomini e donne ubriachi di immortalità.Timandra è una figura di confine: corposa, perché le fonti storiche ne fanno cenno come della splendida etera che visse con Alcibiade e ne raccolse le ceneri, ma abbastanza indistinta perché un narratore di talento si prenda la sovranità poetica di farla sua creatura, specchio di un mondo che – attraverso gli occhi di lei, il suo pacato racconto – ci viene proiettato in affresco con il nitore ardente del filologo. Figure, luoghi, tempi, l'Atene dell'Agorà e dei porti, dei ginnasi e dei campi di battaglia: tutto è reale. Ma Timandra trabocca dal limite del romanzo storico. Il baricentro è l'amore: esplorato, dibattuto, codificato – come si usava tra i Greci di allora – sempre accettato come regalo e dannazione, tra riso e lacrime, a un simposio, a un rito misterico, a un minuto dalla morte.