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La Signora delle vigne e Grecità
"Passano i giorni recando sul capo cesti d’uva. Svoltano nella pineta – neanche li senti andare. Si lasciano dietro un suono immoto d’acque sospese. Non senti neppure il suono, perché sul tuo grembiule la cicala accorda il suo violino, sulle tue mani i peschi gettano i loro fazzoletti e le ciliegie splendono, minuscoli fanalini rossi, sulla tua strada vespertina.""""" -
Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica. Nuova serie. Vol. 19: Maureen N. McLane. La voce avvertita dell'America fluida
"Una 'bella giornata', niente è successo, e niente doveva succedere, il vento ha agitato foglie, che non sono cadute, la barca all’ormeggio non è uscita, e la pioggia è caduta, sull’erba noncurante, tutto era pieno, anche il bicchiere vuoto."""" (Maureen McLane)" -
La fidanzata di Achille
“La fidanzata di Achille!” sussurrano ammirati i compagni e le compagne di lotta della Resistenza greca vedendo passare la bellissima quindicenne fidanzata del capo partigiano, valoroso come l’eroe di cui porta il nome. “La fidanzata di Achille!” esclamano ancora i compagni quando la ragazza arriva a Tashkent, nelle steppe dell’Uzbekistan, per ritrovare finalmente il suo grande amore fuggito dalla repressione fascista. Ma nella città russa Elena vive una dolorosa delusione politica e personale: la realtà è troppo diversa da quella dei suoi sogni, e la giovane deve dare un nuovo senso alla propria vita. Ormai donna, si rifugia a Parigi, con la comunità dei greci esuli dalla patria oppressa dalla dittatura dei colonnelli, e tenta di riannodare i fili della sua esistenza. Celebrando con amore e delicatezza la memoria dei numerosi amici perduti, accompagnata dall’affetto di quelli presenti e vicini, la protagonista esorcizza i fantasmi del passato narrando la sua storia personale, la lotta e la resistenza del suo martoriato Paese. -
Viaggi in Giappone e in Cina
Nel 1935 Nikos Kazantzakis realizza un sogno: visitare l’Estremo Oriente. Dopo una traversata in nave, che tocca anche Ceylon, Singapore e Hong Kong, lo scrittore viaggia in treno, attraversa le città a piedi o in risciò. Vuole “far pascolare” i suoi cinque sensi in piena libertà, assorbire suoni esotici, colori sgargianti, profumi delicati e odori nauseabondi, e soprattutto toccare quel mondo così lontano. In Giappone esplora le origini del teatro No, la perfezione dei giardini, la cerimonia del tè, l’eroismo dei samurai, la grazia delle geishe e lo squallore dei quartieri della prostituzione. Ma dietro all’incanto dei fiori di ciliegio, con sottile inquietudine Kazantzakis riconosce la forza di un Paese in pieno sviluppo industriale, che si affaccia con orgoglio e prepotenza sullo scacchiere mondiale. Nel “formicaio giallo” della Cina resta impressionato dall’immensità del territorio e dal caos sociale. Nella Città Proibita riflette sulla vanità del tempo: dinastie e imperi passano, la Cina resta, eterna. È un mistero ancestrale, forza ribollente pronta a esplodere dietro al sorriso più mite, terra di antinomie, caratterizzata da una bellezza più ruvida e terrigna del vicino Giappone. Ovunque Kazantzakis dialoga con vecchi e giovani, persone semplici e intellettuali, monaci e mandarini, imprenditori e geishe, un’umanità variegata che gli restituisce il sapore di una saggezza antica. -
Sulla riva dei corpi e delle anime
"Il poeta, nella sua affilata percezione, affronta a viso aperto il dualismo vita/morte. Quest’ultima pulsa nelle vene in un continuo epilogo, in un verso caustico, graffiante, tetragono. Gabriele Galloni ha dimestichezza con la finitudine umana, ma non entra mai in una dimensione sociale di condanna, in una posizione ideologica. Ogni poesia è calibrata, limpida, nell’imprevedibilità dei contrasti di un tempo irreprensibile che si riproduce nei particolari. Il tema della mortalità ha sullo sfondo il luogo istantaneo che si tramuta in uno spazio assoluto sulla riva dei corpi e delle anime. Sia perché il dolore è tradotto in scrittura, sia perché l’assenza intravede un amore ancora avvertito nella sacertà. Questa poesia emette luce che circola nel mistero della creazione. È una sorgente che avvicina e allontana: dai bagliori emergono le cicatrici e spunta il profilo di un orizzonte, di un’avventura nel realismo dantesco. Gabriele Galloni sfida la precarietà umana e cerca un mantra attraverso il suo prezioso recinto poetico."""" (Alessandro Moscè)" -
Alle isole via terra. Testo inglese a fronte
Cento poesie tratte dall’opera di Denise Levertov (1923-1997), voce importante del canone poetico nordamericano del secondo Novecento. Una scelta che intende presentare la varietà di forme espressive e tematiche della sua opera, dal registro liricoautobiografico a quello di ispirazione etico-religiosa, dalla testimonianza civile alla riflessione sul lavoro poetico. Connotata fin dall’esordio negli anni Quaranta da una forte impronta filosofica, la poesia di Levertov, ancora poco nota in Italia, si afferma con le raccolte degli anni Sessanta-Settanta, in cui tendono a prevalere la voce pubblica e la testimonianza civile nei confronti della guerra del Vietnam. Nelle ultime raccolte questa voce si attenua a favore di un tema profondo e pervasivo di tutta la sua opera: l’osservazione del mondo naturale e l’empatia con animali, alberi, montagne, laghi, creature viventi e senzienti, sempre più minacciate dall’opera di distruzione dell'uomo. Motivo che rende la sua opera poetica particolarmente vicina alla sensibilità dei lettori del XXI secolo. -
Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica. Nuova serie. Vol. 20
Il numero 20 di “Poesia” si apre con un servizio dell’anglista Massimo Bacigalupo su Robert Frost uno dei maggiori poeti americani del Novecento di cui Adelphi ha recentemente pubblicato tutte le poesie. La rubrica di Silvio Ramat sulla “giovinezza della poesia in Italia”, dedicata alle opere pubblicate nei primi quattordici anni del Novecento, presenta Arturo Onofri, poeta romano in bilico tra metafisica e crepuscolarismo, che fondò la rivista “Lirica” e collaborò con “La Voce” di De Robertis. Nella rubrica “I poeti di trent’anni”, Milo De Angeli presenta alcuni inediti di Emanuele Franceschetti. -
Racconti di Sarajevo
Lo sguardo limpido di Andrić racconta piccole e grandi storie della Sarajevo a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, città-mosaico di popoli e religioni, culture e tradizioni, tra imperi morenti e stati nascenti, crocevia tra l’Oriente più prossimo e l’Occidente. -
Ambiguità. Racconti liminari
Dove non esiste il confine tra realtà e sogno è sempre difficile inoltrarsi. E' così per i territori della nuova narrativa, abitati da fantasmi e da lemuri, da ombre folli o da livide proiezione della mente, talvolta sotto l'apparenza della più banale quotidianità. Sia il lettore stesso a farsi un idea, leggendo i dieci racconti presentati, e stia ben attento a non smarrirsi, o ad abbandonarsi ai vagabondaggi prodigiosi, sulle orme dei pellegrini incantati. -
Una donna sbagliata
Ambientato a Trento durante il fascismo, negli anni che precedettero lo scoppio del secondo conflitto mondiale, il romanzo narra l'adolescenza e la giovinezza di una ragazza anticonformista, in fuga da una famiglia piccolo-borghese ed alla ricerca della propria autenticità. Il rapporto con le bambine di una scuola elementare - presso cui la protagonista supplisce un'insegnante allontanata in quanto ebrea - e il sodalizio con un'anziana affittacamere le fanno prendere coscienza della generale soggezione femminile nei confronti di padri/mariti latitanti ma dispotici. Scopertasi incinta d'un gerarca di origine ebraica proprio alla vigilia della guerra, la donna decide di portare a termine la gravidanza. -
Incarnazioni. Poesie del corpo, corpi di parole
L'antologia raccoglie i testi inediti di poeti indiani, russi e italiani. E siano le poetesse indiane, nelle quali ammiriamo la freschezza di una parola così nuova nel cantare le tematiche femminili; o siano i russi, con il loro mondo di rassegnazione e di rinuncia, l'invocazione, talvolta, a una sorda divinità, e le loro chimere abbattute in volo; o siano, infine, i poeti italiani, che propongono alcuni testi esemplari del loro modo di intendere la vita e il fare poetico, si coglie in tutti, con più o meno intensità, la forza della parola, che assume una sua autentica ""fisicità"""", una valenza in certo senso riformatrice del reale."" -
Gli esiliati. Undici racconti di narratori italiani
L'antologia comprende racconti di autori più o meno noti, scelti in varie aree geografiche, che per lo più interpretano il tema dell'esilio da un punto di vista metaforico. Le loro storie parlano di esilio dell'anima, di solitudine, di vite lacerate dalla crudezza di un tempo che è forse già di per sé esilio. Troviamo allora il musicista jazz dall'esistenza sempre ai margini (Albinati), l'universo claustrofobico dell'Allievo di De Carlo, la romerìa, ovvero il pellegrinaggio del vagabondo di Morganti. Ma troviamo anche l'esilio vero, quello dei profughi, dei rifugiati, la loro infinita malinconia (Cirillo), o quello del ""Due Iulie"""", la figlia e la nipote di Augusto, che scrivono dal loro meno noto esilio a un altro esiliato illustre, il poeta Ovidio (Cardona)."" -
Quando scriviamo da giovani
I primi tre racconti del libro hanno come sfondo campi di calcio, aule di scuole, aule di università. Sono luoghi dove i protagonisti vivono immersi nella loro realtà e al tempo stesso come sospesi in altre dimensioni. L'ultimo racconto, che dà il titolo al volume, è la storia di un'amicizia, ripercorsa dopo molti anni: è un bilancio di furori e delusioni della giovinezza, fatto nel periodo della vita che dovrebbe essere quello dell'equilibrio e che spesso invece è soltanto quello del cinismo, o del rimpianto, o della dimenticanza. -
Dei Mali. Dieci racconti di narratori italiani
In alcuni dei racconti qui raccolti entra in scena il male assoluto, funesto retaggio d'ogni epoca e luogo. E quando ciò avviene, assistiamo a scenari dolorosamente attuali, con interi popoli sradicati, se non soppressi, o personaggi annientati dai loro drammi personali (la droga, le storie di ordinaria violenza, le ossessioni della mente). Ma per lo più è un malessere sottile a serpeggiare in queste pagine, un'uggia del vivere a cui è difficile dare un nome. Nelle pagine dei più giovani il male, il male vero, è la perdita di ogni punto di riferimento, di ogni fiducia nell'avvenire, all'insegna di un'inconcludenza che è forse il morbo più difficile da sconfiggere. -
Non io, ma il vento... La mia vita con D.H. Lawrence
È la travolgente autobiografia di Frieda von Richthofen, affascinante aristocratica tedesca legata all'intellighenzia mitteleuropea, che, incontrato lo scrittore inglese David Herbert Lawrence, decide di rinunciare al suo matrimonio e ai figli che ne sono nati, per seguirlo. L'opera evoca i momenti più importanti del legame tra Frieda e Lawrence, con uno stile asciutto che lascia poco spazio a sentimentalismi, per indugiare invece sull'essenza di un amore che la von Richthofen racconta con sapienza e discrezione, mantenendo fede a un sentimento che è sopravvissuto alla morte dello scrittore, a metà tra letteratura e mito. All'autobiografia sono aggiunti brani di racconti inediti, scritti dalla stessa Frieda in un tentativo di emulazione del marito. -
Don Alfonso 1890. Una storia che sa di favola
Si tratta di un libro-strenna ricco di immagini che intende rinnovare i piaceri della convivialità di un tempo. Protagonista del libro è la pasta, di cui la scrittrice racconta la storia nei suoi aspetti più reconditi, intrecciandola a quella della famiglia Iaccarino, dal 1890 titotale del ristorante ""Don Alfonso"""" a Sant'Agata sui due Golfi, piccolo paese di collina tra Napoli e Salerno. Don Alfonso, attuale titolare del ristorante, svela inoltre i segreti di alcuni piatti che lo hanno reso celebre dall'America al Giappone."" -
L' abbuffone. Storie da ridere e ricette da morire
Versatile attore e cuoco magnifico, Ugo Tognazzi tenne per anni gustose riunioni conviviali nella sua villa di Velletri, accogliendovi parenti, compagni di lavoro ed amici, che allietava con le sua estrosità di gastronomo e di anfitrione. Per le sue cene, ormai leggendarie, egli attingeva a piene mani dall'enorme frigorifero troneggiante in cucina, considerato come la ""cappella di famiglia"""". Questo libro nasce dalla sua passione per i fornelli e per la tavola imbandita e dalla sua esperienza di interprete del film di Marco Ferreri """"La grande bouffe"""". Alternando un ricordo di gioventù, una saporosa ricetta e il racconto degli episodi ora lieti ed ora malinconici accaduti sul set, Tognazzi mostra tutta la sua bravura di scrittore."" -
Un secolo di risate. Con Eduardo, Totò e gli altri
Rileggendo la storia dello spettacolo nel Novecento si scopre che la scena è stata dominata in larga misura dai comici napoletani, tanto nell'ambito tradizionale del teatro, quanto nei nuovi luoghi deputati del cinema e della televisione. L'autore ne rivive il percorso attraverso le biografie, il repertorio, le caratteristiche di una schiera di attori e di autori: da Antonio Petito a Scarpetta, da Raffaele Viviani ai tre fratelli De Filippo, da Totò a Massimo Troisi. Grandi interpreti, e talora scrittori altrettanto significativi, essi hanno incarnato personaggi e sentimenti del nostro tempo con le improvvisazioni, gli sketch, gli intrecci di un'inimitabile commedia umana. -
La visita notturna
Una serie di racconti popolati di personaggi inquietanti, incongrui, dolcissimi e feroci allo stesso tempo. Le ambientazioni spaziano dall'antichità al tempo presente, e sempre vi si incontrano figure grottesche, surreali, ""mutilate"""" e incredibili. Attrici indiane di Hollywood, professori universitari irascibili, morti resuscitati, pittori che entrano nei loro quadri, direttori di penitenziari attratti da ermafroditi: sono queste alcune tipologie umane che popolano il mondo di De Sica."" -
La porta del cielo. Memorie 1901-1952
Il libro presenta un testo autobiografico inedito, rinvenuto per caso dal figlio Manuel, in cui Vittorio De Sica racconta la sua vita dalla nascita fino al 1952. Sono pagine struggenti e poetiche - piene di storie e personaggi del mondo dello spettacolo della prima metà del secolo scorso - in cui l'artista rievoca le difficoltà degli inizi, le camere d'albergo non riscaldate, i primi successi teatrali, il fascismo, la guerra, l'esordio cinematografico e il trionfo internazionale dei suoi film.