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Il barocco. Cultura, miti, immagini
Barocco, ovvero trionfo dell’amplificazione, e dell’orpello, disteso su un disperato vuoto di contenuti: questo, più o meno, il senso delle condanne sommarie che si sono perpetuate senza soluzione di continuità dall’Arcadia fino a Benedetto Croce, attraverso l’Illuminismo e il Romanticismo. Il pieno Novecento, per tanti versi così simile al Seicento, per la sua natura caotica, disillusa ed effimera, appare invece in grado di coglierne l’intima essenza e di offrire del Barocco un giudizio più equilibrato. In realtà, nell’anima di questo periodo tanto contraddittorio quanto affascinante convivono due aspetti sicuramente opposti, eppure complementari. L’uno, dispersivo, risolto nel senso di incostanza e di labilità, negli esiti eccentrici e vacui, nella spettacolarità effimera, nell’amore per la profusione iperbolica; l’altro, unitario, teso a inseguire l’armonia perduta a causa della crisi dell’aristotelismo e degli scismi religiosi, e a tentare una impossibile riconquista mediante l’allestimento di enciclopedie, musei e collezioni in cui si pretendeva di riassumere l’intero sapere umano. Questo volume ha l’ambizione di illustrare entrambe le facce del periodo in questione, nella piena consapevolezza che non sia possibile comprendere per intero il Barocco limitandosi all’ambito, pur ampio, della sola letteratura. Viene quindi dispiegata una ricognizione a tutto campo – dalla pittura alla scultura, dall’architettura alla musica –, su scala europea e, in diacronia, dal Manierismo al Rococò, momento quest’ultimo indagato con grande ampiezza e con prospettive inedite anche in sede letteraria. -
Perché la tolleranza
La tolleranza è un valore universale dello spirito: affermazione oggi addirittura scontata in teoria, pacificamente accettata com’è da tutti, eppure in pratica estremamente difficile da attuare, tanto nei rapporti quanto nelle grandi problematiche politiche internazionali. Questo libro ricostruisce la “storia” dell’idea di tolleranza, quale si è venuta definendo dal Cinquecento ad oggi; per quanto possa sembrare strano, essa nasce abbastanza di recente, nel contesto delle guerre di religione, e soltanto durante l’Illuminismo s’impone come la virtù spirituale e sociale per eccellenza: ma sempre ha dovuto convivere, e continua a farlo, con il suo scomodo alter ego negativo, l’intolleranza. Come il grano e il loglio della parabola evangelica, infatti, questi due aspetti della spirito umano crescono fatalmente insieme, tanto da costituire, probabilmente, le due diverse facce di un unico atteggiamento. Intrecciando un dialogo continuo con le sue fonti – “classiche” e moderne: da Spinosa a Locke, da Rousseau a Mill a Marcuse, per citare solo alcuni nomi –, Sassier illustra l’idea di tolleranza da molteplici punti di vista: filosofico, religioso, sociale, etico, analizzandone l’evoluzione all’interno dei diversi contesti storici e culturali esaminati. Il dibattito sulla tolleranza, vivo da oltre cinque secoli, è oggi tutt’altro che inattuale, essendo essa, in fondo, la risultante di spinte contrapposte da sempre presenti nell’animo umano: l’ordine imposto dall’esterno, l’adattamento dei mezzi ai fini, l’anelito alla libertà che non conosce ordine e scopo. Un fragile equilibrio, una sottile linea rossa separa la civiltà dai mostri della violenza e dell’irrazionale. -
Quarto memoriale contro Goëzman
Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais (1732-1799) – famoso inventore del personaggio di Figaro – deve la sua fama anche agli innumerevoli processi in cui fu implicato per tutta la vita e agli altrettanto numerosi Memoriali giuridici da lui redatti. In questo Quarto memoriale contro Goëzman Beaumarchais supera se stesso, e consegna alla storia un vero capolavoro letterario, imitato, apprezzato per la sua verve comica in tutta l’Europa dei Lumi. Voltaire ne scrisse: «non esiste commedia più divertente, tragedia più commovente, storia meglio raccontata». -
Invettive contro una signora inglese (Hester Thrale Piozzi)
Due anni prima di morire a Londra, nel 1788, Giuseppe Baretti pubblicò sull’«European Magazine» tre invettive contro Hester Thrale, colpevole di aver tradito la venerata memoria di Samuel Johnson e, soprattutto, di aver sfidato le convenienze sociali sposando in seconde nozze il musicista italiano Mario Piozzi. Scritte in un inglese vivace e colorito, le invettive barettiane sono state tenute sempre in disparte, come manifestazioni “scorrette” di violenta misoginia. Note finora a una cerchia ristretta di studiosi, le Strictures vengono qui finalmente pubblicate nel testo originale, con traduzione a fronte. -
Poesie e prose
Il volume appartiene alla serie “blu” de “I Diamanti” dedicata ai grandi classici delle letterature straniere. Raccoglie l’opera completa di Rimbaud, in versi e in prosa, e una selezione di lettere di argomento letterario, che permettono di cogliere tuttoi il fascino, l’ambiguità e il mistero di uno dei protagonisti della panorama letterario europero dell’ Ottocento. Corredano l’edizione un’ampia Introduzione incentrata sulla questione della traducibilità di Rimbaud, e accurate note di commento. -
Lettere a Fiammadoro
«L’oro è ancor dolente o è già liscio e lene?», chiede in un biglietto Ariel premuroso a Fiammadoro, ovvero Gabriele D’Annunzio alla nobildonna milanese Margherita Besozzi di Castelbarco, nata Keller, dopo un incontro al Vittoriale.Il loro carteggio – pressocché inedito, e ora per la prima volta pubblicato qui per intero – offre ai lettori non solo un puntuale documento della storia ultraventennale intrecciata dai due protagonisti, ma anche una preziosa testimonianza della vita italiana nel primo scorcio del Novecento. -
Leopardi
«Sempre caro mi fu quest’ermo colle/ e questa siepe, che da tanta parte/ dell’ultimo orizzonte il guardo esclude»: l’eco dei versi leopardiani ci accompagna dai banchi di scuola e talora può capitare di soprendersi a risillabare suggestivi passaggi di liriche immortali, da “A Silvia” all'”Infinito” al “Sabato del villaggio”, patrimonio insostituibile di ogni persona di cultura, anche fuori d’Italia. Eppure, il reale profilo di Giacomo Leopardi (1798-1837) sfugge a ogni tentativo di facile definizione: poeta del pessimo e del dolore? Cantore della negazioe e del vuoto esistenziale? La presente monografia – la prima pubblicata da molti anni a questa parte – risponde proprio all’esigenza di un ripensamento organico della figura leopardiana, alla luce degli apporti più significativi degli ultimi studi in materia. Scrittore miltiforme e asistematico, Giacomo trova la sua cifra più caratterizzante in un’attività prodigiosamente prismatica, di cui Tellini segue con tocco elegante le molteplici manifestazioni, che poi ricompone in un quadro unitario: ecco allora il poeta degli idilli, delle canzoni e dei canti primi e secondi, che fu al contempo autore delle “Operette morali” e dello “Zibaldone di pensieri” – quindi prosatore e diarista -, e ancora filosofo, erudito, traduttore… Esercizio difficile, eppure affascinante, che consente infine – afferrati i fili spesso contraddittori e seguiti i percorsi per nulla lineari dell’officina leopardiani – di cogliere in profondo la preziosa identità del cristallo da cui irradiano tanti e diversi fasci di luce. -
Cristianesimo contro Islam. Una storia di rapporti falliti
Cristianesimo e Islam, ovvero, come recita il sottotitolo di questo importante saggio di Ludwig Hagemann, «una storia di rapporti falliti»: una storia millenaria – qui ripercorsa nelle sue varie stazioni – , fatta spesso di scambi culturali, ma più spesso di guerre, massacri, campagne militari, conquiste e riconquiste. Entrambe le religioni – nonostante le affinità che le legano – hanno inteso confrontarsi con la “rivale” per imporre la propria supremazia in campo ideologico, militare, politico e culturale. L’intolleranza, specialmente in un tragico passato, ha regolato brutalmente i rapporti tra cristiani e musulmani, convinti assertori, entrambi, di una “verità” ritenuta unica e del tutto inconciliabile con altre posizioni. Da qui, e su ambedue i versanti, la proclamazione della “guerra santa” contro l’infedele, che – nella cultura occidentale – ha nutrito un filone letterario fiorentissimo quale quello delle chansons de geste. Oggi, la questione è ancora ben lontana dall’essere risolta: in un’epoca di rapide trasformazioni e di nuove migrazioni, in cui ci troviamo a fare i conti con una società sempre più multietnica, il problema dei rapporti tra cristianesimo e islamismo è quanto mai di scottante attualità e riguarda da vicino ognuno di noi. Questo libro, invitando alla tolleranza, esorta ad avvicinare la realtà islamica senza pregiudizi, nella convinzione che una pacifica e fruttuosa convivenza possa passare solo attraverso la conoscenza reciproca: ovvero, come scrive Franco Cardini nella sua Presentazione, attraverso «la forte coscienza della propria irrinunziabile identità», indispensabile presupposto per il rispetto di quelle altrui. -
La Raffaella, ovvero Dialogo della bella creanza delle donne
Un giocos invito ai piaceri femminili della vita. In questo libretto scandaloso per l’epoca in cui venne alla luce, due donne – l’anziana Raffaella e la giovane Margherita – vi discutono di vestiti, belletti, gioielli e infine di come procurarsi un amante e goderselo, senza turbare i sonni del marito e le convenzioni sociali. -
Poeti del Risorgimento
Poeti di grido, letterati grandi e piccoli, anonimi appassionati convergono nel dare testimonianza di un grande momento storico, quello della formazione della nostra Unità nazionale. Cantano fatti ed espongono ideali, lanciano invettive ed esprimono speranze, fondano una nuova mitologia nazionale. Il vasto panorama qui raccolto e minuziosamente commentato, che comprende opere di Rossetti, Mameli, Poerio, Dall’Ongaro, Mercantini, Tommaseo e ben 19 testi anonimi, consente di ripercorrere gli eventi decisivi del secolo e di misurare l’insospettata vitalità dei sentimenti e l’attualità delle tematiche di fondo della poesia che da questi scaturisce. -
Viaggio pittoresco in Algeria
Il “Viaggio pittoresco”, finora mai tradotto in italiano, racconta un’esperienza esotica maturata da Théophile Gautier (1811-1872) negli anni 1845-1846 e del suo procedere da una Algeri ormai semi-francese al cuore oscuro di un’Africa rappresentata come il teatro folle e crueno di una conturbante e spettacolare barbarie. L’Algeria diviene così il luogo del diverso, del bizzarro: una realtà goticamente impastata di normale e mostruoso, di lecito e illecito, che proietta e rimuove assieme i desideri più segreti, le pulsioni più incoffessabili del viaggiatore occidentale, malato di noia e di normalità. -
Commedie
Il celebre commediografo italiano (1707-1793), autore del passaggio dalla commedia dell’arte alla commedia basata sul copione scritto, ironico osservatore della vita della borghesia veneziana del Settecento. -
Gesù. Tradizione e interpretazione
Questo «Gesù» si rivolge tanto agli studiosi quanto a tutti coloro – credenti e non credenti – che desiderino approfondire le loro conoscenze in merito a una delle figure più importanti e “rivoluzionarie” della storia dell’umanità. Herbert Leroy ha inteso proporre – in quest’opera frutto di anni di intenso e appassionato lavoro – una ricostruzione e un’analisi dei documenti storici sulla vita e le opere del Cristo, che individui i punti nodali della sua biografia, lo stato della ricerca in proposito, i metodi critici più attuali e rafffinati destinati a far luce su un tema così affascinante. Il libro è strutturato in due parti fondamentali: “Gesù di Nazareth” è una sezione tutta dedicata alla presentazione e alla discussione delle testimonianze storiche sul Nazzareno, prevalentemente provenienti dal Nuovo Testamento, ma anche da fonti apocrife o non cristiane; “Il problema del Gesù storico”, invece, elenca le tappe principali della ricerca storiografica su Cristo e ne individua le tematiche irrisolte, attinenti soprattutto ai metodi di raccolta dei dati. Completano il volume una Postfazione di Anne Dawson e Michael Lattke dedicata allo stato attuale della ricerca sulla figura di Gesù, con particolare interesse all’ambiente anglosassone, e una scrupolosa Bibliografia, aggiornata al 1998. Un “quaderno” agile ed esaustivo, che offre una sintesi, rigorosa ma pienamente leggibile, di secoli di ricerche e di riflessioni intorno ad un protagonista indiscusso del pensiero e della cultura degli ultimi due millenni. -
Pòstuma
Tanto popolari quando, nel 1877, uscirono a stampa, quanto poi o dimenticati o sporadicamente ricordati, i Postuma di Lorenzo Stecchetti (pseudonimo del bolognese d’adozione Olindo Guerrini) mai sono stati fatti oggetto, fino ad oggi, di un commento integrale e continuo: solo pochissime delle più note poesie in essi comprese (il Canto dell’odio, soprattutto) sono state accolte in questa o in quell’antologia, e, in quella sede, rapidamente e parcamente illustrate. Eppure, i Postuma hanno inciso non superficialmente nella letteratura italiana tra fine Otto e inizio Novecento, contribuendo in maniera determinante alla sua “europeizzazione” e a un suo ringiovanimento, senza per questo rinnegare le origini culte della nostra poesia; ed è per tal motivo, appunto, che in queste liriche vediamo sapientemente armonizzarsi le migliori voci della poesia europea, da Heine a Hugo, da Baudelaire a Verlaine, con i maggiori italiani, da Guittone a Dante, da Petrarca a Leopardi. Né questo volume vale solo per la sua funzione storica: le 85 liriche che lo compongono (sonetti, in prevalenza) hanno, indipendentemente da quella funzione, un loro ben sapido sapore, una loro signorile eleganza, una loro inconfondibile cifra fatta di sorridente ironia e di consumatissima sapienza letteraria. Elementi, questi, illustrati con ampiezza e puntualità tanto nel ricco commento a piè di pagina, che esplora tutte le valenze del variegato mondo guerriniano, quanto nei “cappelli” introduttivi alle singole poesie, dove si dà più spazio alle notazioni di ordine tecnico-formale. Così, dietro la fittizia parabola umana di Lorenzo Stecchetti – giovane poeta che vagheggia l’amor cortese ma avverte in pieno tutta la seduzione dell’amor carnale, e muore infine di tisi – si celano in realtà un raffinato esercizio letterario e una schietta ispirazione, che il tempo ha ingiustamente obliterato.La presente edizione recupera quest’opera importante corredandola di preziosi strumenti esegetici: l’Introduzione, naturalmente; un ampio ritratto biografico di Olindo Guerrini; una ricca Bibliografia guerriniana; una Nota testuale, che dei Postuma fissa il testo critico; una Tavola metrica e un Dizionarietto delle figure retoriche citate nel commento. -
Il serraglio del gransignore
L’audace ambasciatore veneziano Ottavio Bon (1552-1623) rischiò la vita, quando si introdusse, nei primi anni del Seicento, nel palazzo del sultano di Costantinopoli, per carpirvi i segreti dell’harem e illustrarli al mondo occidentale. In poche e magistrali pagine, Bon riesce a condensare tutto il fascino degli splendori orientali di un luogo esclusivo, descrivendo all’Europa entusiasta non solo i tesori e le meraviglie che incontrò, ma anche la complessa realtà politico-sociale che si nascondeva dietro le porte della “città proibita” ottomana. Un singolarissimo “taccuino” che è un vero unicum nella letteratura italiana. -
Montale
La voce scabra ed essenziale prima, poi dimessa e colloquiale, di Eugenio Montale (1896-1981, insignito del Premio Nobel nel 1975) è quella di un protagonista indiscusso della cultura contemporanea, che ha contribuito in maniera determinante al rinnovamento della poesia italiana del Novecento. Un canto duro e difficile, il suo, che si interroga sul senso dell’esistere e si avvale, specialmente nelle prime raccolte, di un linguaggio dantescamente «petroso» e «infernale»; una poesia «terrena», dunque, che fotografa una situazione di disagio esistenziale e pone l’istanza di salvezza non in un indefinibile «altrove», ma nella personale memoria, la sola in grado di riscattare il nostro passato, e quindi noi stessi, dallo scacco del tempo. Questa nuova, agile monografia ricostruisce l’intero itinerario biografico e artistico di Montale, in un intreccio continuo tra vita e poesia, sempre collocato all’interno del preciso contesto storico-sociale di riferimento e sempre con ampio ricorso a tutte le fonti documentarie disponibili. Dagli “Ossi di seppia” (1925) al “Diario postumo” (1996), l’intensa attività poetica di Montale – ma non solo: anche saggistica, di prosatore e traduttore, ecc. – viene analizzata con passione e puntualità, e ricostruita in ogni suo passaggio, così da costituire una vera «occasione» di scoperta e approfondimento. Il gioco sottile di rispecchiamenti interni condotto con sapienza dall’autrice in queste pagine permette alla fine non solo di illuminare singole strofe o singoli episodi della vita di Montale, ma di abbracciarne compiutamente, l’intero universo poetico e biografico, e di apprezzarne l’intatta affascinante complessità. -
Epistolario (1816-1817). Vol. 1: 1816.
In questo primo volume vengono pubblicate le lettere di Canova e dei suoi corrispondenti che risalgono all'anno 1816. Le missive forniscono informazioni di prima mano sull'attività creativa dello scultore e sulla sua vita privata, ma offrono contemporaneamente uno spaccato della situazione politica, artistica e letteraria del tempo. -
Misoginie. L'inferiorità della donna nel pensiero moderno. Con antologia di testo
Questo studio dell'immagine della donna, attraverso un esame critico dell'interpretazione che ne ha dato la cultura moderna, è costituito da due sezioni: innanzitutto l'autore riesamina il giudizio moderno sulla differenza sessuale in tredici saggi che rivisitano le posizioni sia misogine sia femministe, da Darwin a Virginia Woolf, da Baudelaire a Angela Carter, da Mantegazza a Simone de Beauvoir, dalle protofemministe alle tesi misogine, per poi arrivare alle pseudo-dimostrazioni scientifiche dell'inferiorità della donna. Nella seconda parte un'antologia offre al lettore le piú significative pagine che costituiscono i pilastri della misoginia. -
Lettere al padre
Il volume presenta le lettere che, tra il 1623 e il 1633, Virginia Galilei, figlia del celebre scienziato, scrisse al padre. Virginia, figlia naturale, e perciò destinata alla vita monastica, si rivolge all'illustre padre chiamandolo ""Vostra Signoria"""" e fa accompagnare le sue missive da piccoli e poveri doni (dolciumi confezionati da lei, come cedri canditi e cantucci) per ringraziarlo degli omaggi che lui le ha inviato (zucchero, coperte e vino). Dietro il velo della modesta cronaca quotidiana, queste lettere fissano in realtà uno sguardo drammatico sulla società del tempo che ebbe in Virginia monaca clarissa, col nome di suor Maria Celeste - una testimone d'eccezione."" -
Storie e canzoni. Le stampe popolari della raccolta di Luigi Giuseppe De Simone. Censimento
Il presente volume rende conto di una preziosa raccolta di varie operette (oltre 200 rarissimi libretti popolari a stampa prevalentemente dell'Ottocento conservata presso la Biblioteca Provinciale N. Bernardini di Lecce) inventariata e descritta da Luigi Giuseppe De Simone (Lecce, 1835 Arnesano di Lecce, 1902), magistrato salentino e studioso dagli interessi variegati, che gli valsero fitti rapporti con molti intellettuali nazionali ed europei. Tra questi libretti si trovano riedizioni di antichi e noti cantari, poemetti pastorali, religiosi, storici, storie d'amore, di duelli, di briganti e assassini, contrasti, canzoni carnevalesche napoletane.