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L'eccezione che dà la speranza
Aldo Rossi è un ginecologo che ha reso il suo lavoro la sua stessa vita. Uomo fragile ed emotivo finirà per inserirsi all’interno di una vicenda complicata, da cui non riuscirà a liberarsi e che lo costringerà a scelte estreme. È il punto di partenza del racconto: la sua bontà sarà la sua distruzione. Abbindolato da una donna, la sua amica Clara, sarà complice di un crimine che, nel tempo, si intreccerà con altre vicende delittuose, coinvolgendo persone e destini diversi che si scontreranno inesorabilmente. È la storia di una famiglia e del suo potere, è la storia di un amore distrutto e di un altro ritrovato. Un finale toccante, due uomini e le loro scelte. E un’eccezione… L’eccezione che dà la speranza. -
Senza il cancro sarei morto
La malattia arriva sempre nella vita delle persone in modo inaspettato, sconvolgendo i piani e senza chiedere mai il permesso. Ma chi ha detto che questo porta con sé solo delle conseguenze negative? Certo, le sfide da affrontare sono parecchie e Mirko lo sa bene. La burocrazia è tanta, i giorni di sconforto si susseguono e la malattia sembra intaccare tutto ciò che una volta faceva stare bene. E la cosa peggiore è che influisce anche sulle persone che lo circondano e che cercano in tutti i modi di aiutarlo. Eppure, è possibile ritrovare il gusto di vivere proprio grazie alla malattia. Il cancro non è solo una bestia terribile, ma è anche un'opportunità per mettere in prospettiva quelli che fino a ieri sembravano problemi insormontabili. Le ansie, le frustrazioni e le arrabbiature quotidiane perdono di intensità, mentre la malattia fa ricordare ciò che è veramente importante. Pagina dopo pagina, Mirko Giudici riesce a mettersi a nudo e a rivelare la sua parte più debole per metterla al servizio di chi, come lui, sta conducendo la lotta più dura di tutte: quella della vita, quella per la vita. Prefazione Don Aniello Manganiello. -
A quattro mani
Dopo una notte di sogni agitati e a tratti profetici, un uomo si reca a un funerale incontrandovi qualcuno di cui non aveva notizie da anni. È l’inizio di un viaggio nella memoria che condurrà i lettori a varcare i cancelli arrugginiti di un liceo di periferia. A far loro da guida due estranei le cui vite stanno per intrecciarsi: l’ultrasessantenne professore Bruno Luongo e il suo alunno Luigi Caputo. Il primo, ormai prossimo alla pensione, è tormentato dal pensiero di cosa ne sarà di lui quando, dopo una vita dedicata all’insegnamento, sarà costretto a un “forzato riposo”. Il secondo, dopo un anno di vessazioni subite terminato con la bocciatura, si trova a fare i conti con i propri fantasmi e con un’onnipresente pulsione di morte in una casa vuota. Si tratta di due mondi che faticano a comprendersi ma che tanto possono dare l’uno all’altro: solo amalgamando l’esperienza dell’età e la creatività della giovinezza, infatti, diventa possibile abbracciare nuove prospettive. Il passaggio da una generazione alla successiva avviene dunque attraverso un costruttivo dialogo che, tenendo conto degli errori del passato ma anche delle sue eccellenze, porta a un presente migliore, fatto di apprendimento reciproco, e a un futuro di innovazione e di unione tra vecchio e nuovo. Simbolo di questa produttiva fusione sono quattro mani che s’intrecciano per sostenersi e scrivere insieme un altro capitolo delle rispettive esistenze. Due mani giovani e salde dotate di forza e originalità, pronte a farsi carico di ogni incombenza, e due mani segnate dalle rughe, ricche di conoscenza e di idee coltivate pazientemente nel tempo, ancora in grado di indicare alle altre la via. -
Colpi di scena
In questi corti teatrali i temi affrontati sono molteplici: morte, amore, misteri, passioni esasperanti, intrighi e peripezie… Ogni corto rappresenta una situazione diversa, con finali spesso insoliti e inaspettati. I personaggi sono molteplici, alcuni troppo passionali, e altri ignari di ciò che li aspetta, ma dovranno rendersi conto che non sempre il bene può trionfare, come nel caso del dottor Emilio, che si troverà a dover scoprire chi è stato l'artefice della sua morte improvvisa. Sono presenti anche scene di vita quotidiana, come nel corto ""Non-ho-parole"""": un marito e una moglie intenti nella loro ultima e inconsapevole conversazione, prima dell'addio definitivo del marito; leggiamo di un addio lento e doloroso, pieno di ricordi e malinconia per una vita trascorsa l'uno accanto all'altra. Scenari improvvisi, fatti di illusione, nuove conoscenze e sfide da affrontare per i protagonisti presenti nei corti."" -
Chi ha scritto Shakespeare?
Questo pamphlet fa un passo decisivo nell'indagine per svelare lo scandalo letterario più intrigante della storia: le opere tra le maggiori della letteratura mondiale non sono state scritte da chi le ha firmate. Il dubbio sulla paternità nasce già alla fine del Cinquecento con la denuncia di un ""corvo parvenu che nasconde il suo cuore di tigre nella pelle di un attore… ed essendo un assoluto Iohannes factotum, crede d'essere l'unico Shakescene del paese"""" i personaggi sono due, un corvo dal cuore di tigre e un attore. Il dubbio è alimentato da grandi personalità nei secoli successivi e si rafforza fino ad oggi. Ed oggi finalmente un nome si scrolla di dosso calunnie, omissioni e silenzi. In queste pagine c'è il racconto della sua vita e sono stati raccolti tutti i documenti e le ricerche esistenti su di lui. È il grande umanista John Florio, """"Italus ore, Anglus pectore""""”, l'unico letterato, scrive Ježek, """"che calza perfettamente la scarpina di cristallo del ghostwriter delle opere immortali firmate Shakespeare"""". Ed ora irrompe uno sbalorditivo e inaspettato confronto antroposomatico che svela chi si nasconde dietro Shakespeare: si tratta proprio di John Florio. Postfazione di Masolino D'Amico."" -
Silenzi d'inverno
"Silenzi d’Inverno"""" si apre nell’autunno del 1969 ad Otranto ed ha come sfondo l’autunno caldo. La protagonista, il cui nome è racchiuso in un mito greco, cerca attraverso la musica di elaborare il lutto legato alla morte della sorella e, attraverso una composizione per pianoforte scritta dal suo maestro, imparerà ad accettare le sue zone d’ombra. In un susseguirsi di silenzi diversi, fatti di parole inespresse o funzionali alla composizione musicale, i protagonisti scopriranno che non solo l’artista, ma anche lo spettatore dell’opera d’arte, riveste un ruolo dinamico, perché chi contempla concorre alla stessa creazione. Così, mentre i protagonisti si interrogano su nodi non risolti, la grande storia si svela nel Salento e nei campi che gli Alleati costruirono per accogliere i sopravvissuti ai campi di sterminio, perché per comprendere bisogna attraversare il proprio deserto, facendo memoria di tutti i tasselli che compongono le nostre vite, rappresentate da istanti sublimi e imperfetti, tutti da custodire. Prefazione Ottavio Di Grazia." -
Elena Ferrante, chi è costei?
L'anonimato, nella letteratura, è prassi ricorrente. Ma mai nessuno è riuscito a preservare il segreto sull'identità per più di trent'anni, come Elena Ferrante. Naturale, quindi, a dispetto di quanti lo ritengono un banale pettegolezzo, che si sia sviluppata una sorta di caccia alla scoperta del mistero. Univoco il risultato: dietro la scrittrice italiana più famosa al mondo, si cela un altro scrittore affermato, Domenico Starnone. Che cosa svela quindi, di nuovo, questo libro? Aggiunge alla congerie di sospetti particolari inediti che scaturiscono dal vissuto che accomuna l'autore a Starnone e alla Ferrante, offrendo al lettore molteplici argomenti e nuovi indizi. Lino Zaccaria, che conosce perfettamente tempi, persone e luoghi di ambientazione di Via Gemito, di ""L'amore molesto"""" e di """"L'amica geniale"""", è andato a scavare tra i romanzi di entrambi evidenziando circostanze, episodi, citazioni, affinità lessicali che lo hanno indotto a una conclusione: sarebbe straordinario e persino contrario alle leggi della statistica, supporre che Starnone non abbia messo mano a """"L'amore molesto"""" o alla saga de """"L'amica geniale"""". Che poi Starnone possa essersi giovato di una """"consulenza femminile, sia anche della moglie, Anita Raja, già abbondantemente tirata in ballo, è verosimile. Prefazione di Titti Marrone."" -
Anche le cose hanno i sentimenti
Quante volte ci siamo affezionati a qualcosa? Quante volte una maglia, un diario, un pallone, hanno rievocato ricordi, emozioni? Quante volte abbiamo pianto per una foto trovata in un computer ormai dimenticato? Ecco, ogni oggetto che ci circonda conserva l’importanza che gli diamo. E se anche noi fossimo così importanti per loro? Questa raccolta di racconti, con una semplicità unica offre spunti di riflessione, ci mette in contatto con le emozioni, ci fa guardare il mondo inanimato da una prospettiva diversa e, forse, da domani non separeremo più i calzini in lavatrice! -
Azzurro
Azzurro, il titolo di questo racconto, è un colore capace di compiere miracoli sociali da quasi un secolo, di trasformare ordinari individui, dalle più disparate estrazioni, in una vera famiglia, per novanta minuti o poco più. L'azzurro, come il mare, lambisce i cuori di una città in trepida attesa di poter esplodere nei festeggiamenti di uno scudetto oramai davvero a portata di mano. Il protagonista senza nome si fa portavoce dei sentimenti di un popolo intero, da sempre presente sui gradoni dello stadio dove, con religioso trasporto, si invoca l'apparizione di un gol. Ereditando la passione per la propria squadra dal padre per poi tramandarla al proprio figlio, regala al lettore diversi scorci di un amore pervasivo che inonda le strade cittadine travolgendo tutti, al punto da domandarsi ingenuamente come sia possibile che il calcio non sia stato ancora in grado di regalare la pace tra i popoli. Eppure, c'è un'altra faccia della medaglia capace di insozzare questo gioco, gli sfoghi di tifosi violenti che nulla hanno compreso dei valori dello sport. Ad ogni modo, questo non può offuscare la magia del momento: è l'ultima partita dell'anno. Nessuno è più in grado di celare i sorrisi, gli occhi lucidi, le grida di gioia. Nella città vestita a festa rimbombano fragorose esultanze e niente sembra più impossibile, ogni riscatto è conseguibile. Così il protagonista è condotto, quasi in trance, davanti alla porta della moglie che non vede da un anno. Il suo sorriso riaccende la speranza di un perdono, un altro miracolo del Napoli. -
Tralci nel vento
Dove il mare e il cielo si sposano, è li che lo sguardo ricerca gli occhi di un amore incondizionato. La fiamma è delicata e vacillante: un soffio la estinguerebbe ed una scintilla la riporterebbe in vita. Labbra impresse su quelle di un amore eterno, ad assaporare la piacevolezza del “per sempre”. Le ore portano tedio, i giorni malinconia e gli anni nostalgia. Tralci nel vento è una collezione di “riflessioni” sull’amore e sull’importanza che ha nella vita di una donna. Circa 80 componimenti in verso libero, che raccontano una ricerca di relazione con l’altro. Scopo dell’espressione/riflessione lirica è cantare il proprio sentimento affinché il coro dei lettori ne attinga coraggio e ne reinterpreti, con un proprio stile, le parti che toccano la comune sensibilità. -
2+2
Non basterebbe una vita per interrogarsi, investigare, conoscere e comprendere tutte le questioni che riguardano il nostro universo. 2+2 ce ne mostra la grande vastità, accompagnando il lettore in un viaggio senza inizio e senza fine alla riscoperta del mondo che ci circonda. Lo spirito del libro non è quello di indicare la meta del viaggio, ma suscitare nel lettore la voglia di continuare a viaggiare nel dedalo infinito della conoscenza umana, alternando il piacere della ricerca a quello della scoperta. -
Un eroico scugnizzo
Se dessimo fiducia e lavoro al popolo, si comporterebbe da “fuorilegge”? Disoccupazione, fame e delinquenza sono problemi che da sempre attanagliano il popolo meridionale. Ma i “guagliuni”, gli “scugnizzi”, la gente onesta subisce e al contempo affronta con le poche, ma decisive, armi a sua disposizione: bontà d’animo, senso di giustizia e sete di libertà. Sono queste che rendono Bianchino l’eroe di se stesso, capace di trovare un posto nel mondo, in una società malsana della quale rinnega soprusi e violenze. -
Cani al museo
Questo libro è per tutti i cinofili che, pur comprendendo le giuste ragioni che motivano i divieti alla presenza del cane nei musei e complessi monumentali, tuttavia non si rassegnano. L'animale, privato del diritto di comparire in carne e ossa (e pelo), è infatti largamente testimoniato nelle opere d'arte. Talvolta sbuca, semplice comparsa, in mezzo alla folla; oppure corre dietro a una preda durante una scena di caccia, sul fondo di un'immagine più complessa. Quando accompagna i protagonisti è in primo piano, ma ogni tanto è egli stesso protagonista assoluto del quadro. In questo libro gli autori hanno rintracciato la sua costante, fedele presenza, nelle collezioni degli Uffizi e di Palazzo Pitti e in alcuni affreschi di complessi fiorentini. -
L' isola dei tesori. Testimonianze archeologiche nei musei della provincia di Firenze-The island of treasures. Archaeological testimonies in the museums in the ...
Nella provincia di Firenze sono molti i musei archeologici e molti ospitano sezioni archeologiche; numerosi sono gli scavi in corso, testimonianza di un territorio dove gli insediamenti sono stati molteplici nel corso dei secoli e dove arte e tradizione formano un connubio perfetto. Un allestimento presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze di una mostra dedicata al tema della moda, del costume e della bellezza nell'antichità è divenuto l'occasione per mettere per la prima volta in atto la proposta dell'Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze di creare una circolazione di eventi e di materiali fra le raccolte centrali e le diverse sedi espositive facenti parte della rete museale del territorio corrispondente. -
Filippino Lippi e Pietro Perugino. La deposizione della Santissima Annunziata e il suo restauro
Questo volume nasce per illustrare la vicenda storiografica e conservativa di una delle opere pittoriche più significative del rinascimento fiorentino: la pala con la Deposizione dalla Croce che Filippino Lippi iniziò per la chiesa della Santissima Annunziata ma che lasciò incompiuta e l'illustre committenza fu portata a compimento da Pietro Perugino. L'opera divenne spunto e modello per tutta una cospicua serie di pitture che ad essa si ispirarono fin quasi alla citazione letterale. E questo a dispetto di una curiosa vicenda storiografica che vide l'opera al centro di un'accesissima critica da parte dell'esigente pubblico fiorentino. Quest'opera è stata recentemente restaurata, avvalendosi delle più aggiornate metodologie e strumentazioni. -
Clotilde Peploe (1915-1997). Dalla Toscana all'Egeo-Tuscany to the Aegean. Catalogo della mostra (Firenze, 31 marzo-28 giugno 2004)
Clotilde Peploe o ""Cloclo"""", come veniva chiamata, era cresciuta nella villa di San Francesco di Paola a Firenze, nell'atmosfera di classicità suscitata dalle sculture di suo nonno Adolph Hildebrand. Senza frequentare nessuna scuola, ma seguendo gli insegnamenti della madre pittrice, Cloclo aveva cominciato presto a dipingere e la sua predilezione era andata al paesaggio mediterraneo, che doveva diventare il suo """"mondo"""" insieme visivo e spirituale. Aveva così avuto inizio un percorso coerente e tenace, che dalle forme armoniose della campagna toscana, segnata dal rapporto continuo con il lavoro dell'uomo, sarebbe giunto a quelle, ben più nude ma sublimi, di certe isole remote della Grecia."" -
Atlante dell'arte. Il Quattrocento
Questo progetto, espressamente rivolto ai ragazzi, nasce per proporre, seguendo linee tematiche particolareggiate, l'affascinante mondo dell'arte. La prima uscita propone il Quattrocento, un secolo ricco di suggestioni, per le complesse vicende intellettuali, politiche e sociali che si dipanarono in quei cento anni. Gli aspetti salienti dell'epoca sono illustrati con testi brevi e mirati, particolareggiati disegni ricostruttivi e foto. Sul retro di ogni pagina, un testo di approfondimento segue, in linea parallela, i temi della grande arte e della storia europea, collocando nel loro contesto culturale i mirabili capolavori che hanno caratterizzato quest'epoca. -
Firenze e la Toscana nelle vedute del Settecento. Disegni e stampe 1739-1803. Catalogo della mostra (Firenze, 25 maggio-25 luglio 2004)
Edit Revai ha raccolto per questa mostra cinquanta vedute: disegni e stampe realizzate tra il 1739 e il 1803 che propongono una visione idilliaca della Toscana lorenese, quella Toscana di Pietro Leopoldo ordinata e tranquilla, quasi un'Arcadia in Valdarno, che Goethe osservava nell'anno 1786. -
Palazzo Pitti a Firenze
Dopo la guida alla Galleria degli Uffizi e alla Galleria dell'Accademia, proseguono le guide ai grandi musei fiorentini pensati espressamente per i piccoli visitatori. Con questo libro, essi verranno condotti all'interno delle diverse e più significative sale dei musei di Palazzo Pitti: dal Museo degli Argenti alla Galleria Palatina, dagli Appartamenti Reali alla Galleria d'arte moderna, fino alla Galleria del Costume e ai Giardini di Boboli, le due autrici raccontano curiosità e aneddoti sui capolavori esposti. -
Maria de' Medici. Una principessa fiorentina sul trono di Francia. Catalogo della mostra (Firenze, 19 marzo-4 settembre 2005). Ediz. illustrata
Volume e mostra sono dedicati al personaggio di Maria de' Medici, moglie di Enrico IV di Francia, e al suo ruolo nella diffusione del modello mediceo nell'arte francese nei primi decenni del '600 (1600-1631) quando le arti figurative venivano messe al servizio di progetti culturali ambiziosi. Presenti in mostra tra gli altri artisti: Rubens, Van Dyck, Empoli, Santi di Tito, Cristofano Allori, Alessandro Allori, Bilivert, Gianbologna. Opere di preziosa oreficeria e altre rappresentative in generale delle cosiddette ""arti minori"""" testimoniano infine del dilagare dello """"stile fiorentino"""" che diventa stile internazionale delle corti europee, attraverso l'accorta politica matrimoniale della famiglia Medici.""