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Adecuación del Castillo del Cerrillo de los Moros. Architettura tra traccia e memoria. Linazasoro & Sánchez. Ediz. illustrata
Catalogo della mostra ""Adecuación del Castillo del Cerrillo de los Moros. Architettura tra traccia e memoria"""", promossa dal DiARC di Napoli, che raccoglie ed espone un unico progetto di José Ignacio Linazasoro e Ricardo Sánchez e che ha per genesi le tracce di un antico castello medioevale. Alla memoria viene affidato il compito di dare forma e di completare quell'unità spaziale perduta col tempo. È nella riflessione sul tempo che avviene il passaggio tra antico e nuovo, tra tradizione e modernità: temi di ricerca che sono alla base del pensiero anzitutto teorico di Linazasoro, architetto e professore ordinario di Progettazione presso la ETSAM di Madrid. Il lavoro di Linazasoro è una continua sperimentazione, una perenne ricerca sulla condizione moderna, sempre in relazione al tempo dell'architettura che """"è come le persone: nasce, cresce e invecchia. E la sua bellezza varia, nel senso che è sempre diversa, al variare del suo tempo"""". Non è un lavoro di mera ricostruzione, si tratta bensì di un progetto che tiene conto del dov'era: parte dal disegno della pianta e si preoccupa di ricomporre un'unità formale, attraverso un intervento critico. Entra poi in gioco da protagonista la costruzione che diventa qui principio ordinatore con il compito di ri-edificare un luogo, attraverso la ricomposizione dei suoi frammenti."" -
Napoli '25/'33
"È difficile - ancora oggi e anche per chi ne vive ormai fuori - scrivere di Napoli senza passione e rabbia insieme; senza rimpianto per tutte le opere distrutte, disperse e maltrattate, opere sopravanzanti il loro tempo rispetto al loro ambiente; senza l'umiliazione di constatare come tutti i grossi problemi del Meridione rimangano irrisolti e come quasi tutti i napoletani che hanno finito col rimanervi, siano stati offesi e prosciugati da una città che non è più neanche vivibile come tale; senza dolore insomma... Nel fondo - per quanto concerne le arti figurative - affezionata allo """"schizzo"""" somigliante e al falso quadro antico (se non al ciarpame dei tramonti sanguinolenti), erede di quella borghesia che ricercava Morelli e disprezzava Cammarano, che comprava Irolli e affamava Crisconio. Naturalmente le eccezioni ci sono state e ci sono; ma, proprio in quanto tali, non modificano il quadro generale e sono le prime a patirne le conseguenze."""" (Lea Vergine)" -
Quindici domande a Alberto Campo Baeza
Alberto Campo Baeza (Valladolid, 1946) dopo la formazione presso la ETSAM di Madrid, collabora presso lo studio dell'architetto Cano Lasso per poi iniziare un'intensa attività professionale, insieme a un appassionato impegno accademico presso la stessa ETSAM e come visiting professor a livello internazionale. Nei suoi progetti, sin dai primi lavori, rivela un'originale interpretazione critica del codice moderno razionalista, attraverso un elegante minimalismo formale mai astratto, in cui spazio e luce emergo quali temi centrali della poetica architettonica. La sua opera è stata premiata più volte con prestigiosi riconoscimenti internazionali ed è stata oggetto di mostre monografiche in tutto il mondo. -
Progettazione ambientale per l'adattamento al climate change. Ediz. italiana e inglese. Vol. 1: Modelli innovativi per la produzione di conoscenza.
Lo sviluppo di misure di adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano rappresenta un tema chiave su scala globale e locale. I processi di trasformazione devono essere attuati attraverso strategie di progettazione adattiva e di governance in grado di ridurre la vulnerabilità del patrimonio costruito in rapporto agli scenari climatici attuali e futuri. Il volume presenta gli esiti della prima fase del progetto di ricerca ""Metropolis - Metodologie e tecnologie integrate e sostenibili per l'adattamento e la sicurezza di sistemi urbani""""(PON R&C 2007-2013), orientato alla costruzione di un quadro condiviso di conoscenze multidisciplinari per promuovere l'innovazione nel campo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico verso gli attori dei processi decisionali, approfondendo le potenzialità offerte da un approccio """"climate-oriented"""" alla progettazione ambientale nei processi di rigenerazione urbana delle città metropolitane."" -
Abitare la condivisione. Un confronto divulgativo sul tema dell'abitare e della condivisione
Il volume è l'ultimo risultato della ricerca ""Cohousing. Programmi e progetti per la riqualificazione del patrimonio esistente"""" svoltasi nel Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi Roma Tre e delle riflessioni scaturite nel Laboratorio di Laurea """"Spazi dell'abitare"""" svoltosi nello stesso Dipartimento negli anni accademici 2015-16 e 2016-17. """"Abitare la condivisione"""" è quindi il risultato di un confronto divulgativo tenuto da studiosi e professionisti sul tema dell'abitare e della condivisione."" -
Lectiones. Riflessioni sull'architettura
"Lectiones. Riflessioni sull'architettura"""" raccoglie i contributi di Antonio Monestiroli, Uwe Schröder, José Ignacio Linazasoro, Carlo Moccia e Luciano Semerani: cinque importanti architetti e docenti impegnati nella ricerca sul progetto e attraverso il progetto, anche nelle rispettive scuole di appartenenza. Si tratta di autori di diverse generazioni e provenienze, i cui contributi mostrano gli elementi delle rispettive formazioni intellettuali, aderiscono a posizioni articolate ma convergenti, si misurano con numerosi exempla e interessanti sperimentazioni e inquadrano il rapporto fra teoria e prassi in termini non strumentali ma proponendo un processo ineluttabilmente ricorsivo." -
Le stagioni delle case popolari a Napoli. Un secolo di interventi pubblici in periferia. Con DVD video
Che la periferia del Novecento abbia bisogno di riparazioni e sviluppo non c'è alcun dubbio così come è evidente la sofferenza sociale causata dalla cessazione di adeguate politiche abitative statali, dal degrado della periferia e dalla mancanza di alloggi a basso fìtto per i poveri. Possedere una casa stabile e decente è stato per un secolo un forte desiderio sociale che lo Stato ha spesso esaudito ai meno abbienti secondo le sue diverse politiche e sensibilità sempre improntate a mitigare una discriminazione sociale non accettabile. Dare una casa a tutti, è stato l'obiettivo ideologico perseguito durante il secolo scorso ed è stato anche un importante tema architettonico incentrato sul miglioramento dello spazio domestico e sulla creazione fìsica e psicologica di condizioni civili per lo sviluppo sociale e comunitario, col quale si sono misurati grandi architetti e urbanisti. Dal rione Vittorio Emanuele III alle Vele di Scampia, il percorso delle case popolari a Napoli ha fatto grandi passi quantitativi ma pochi passi nella direzione del miglioramento abitativo e relazionale. Il racconto di ciò che è avvenuto nel Novecento nel campo dei quartieri serve non solo a capire meglio il rapporto architettura/società, con tutti i populismi e la xenofobia di oggi, ma anche a progettare efficacemente riparazioni, trasformazioni e sviluppo necessario, con una nuova attenzione a una partecipazione sociale che appare diffìcile ma indispensabile. -
Principi insediativi e progetto ambientale. Conoscenza e indirizzi per la valorizzazione del sistema dei vuoti del centro antico di Napoli
Il volume nasce dagli esiti di una linea di ricerca sviluppata da gruppi di lavoro del Dipartimento di Architettura dell'Università di Napoli Federico II su interventi pilota nel Centro Antico di Napoli e maturata nel corso degli ultimi anni in vari studi quali la Riqualificazione sostenibile degli spazi pubblici nell'ambito del Grande Progetto del Centro Storico di Napoli sito UNESCO, il progetto SNECS - Social Network delle Entità dei Centri Storici nell'ambito di DATABENC S.C.a R.L. - Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali, lo Studio per la regolamentazione dell'occupazione di suolo pubblico per attività di ristorazione all'aperto finalizzata alla riqualificazione ambientale e urbana sostenibile del Centro Storico di Napoli sito UNESCO. I contributi proposti sono incentrati sull'apporto che l'ambito disciplinare della Progettazione ambientale può fornire all'interpretazione e alla valorizzazione dell'antica Neapolis, individuata come sistema complesso di valori coesistenti e interagenti, nonché manifestazione della cultura materiale di una società complessa e stratificata nel corso dei secoli che, attraverso un processo di longue durée, ha resistito fino ai nostri giorni pur attraversando processi di trasformazione che hanno introdotto nuovi assetti di carattere funzionale, tipo-morfologico, costruttivo, ambientale, socio-economico. I sistemi di relazione tra ambiente naturale, ambiente costruito e comunità costituiscono un elemento centrale degli indirizzi strategici per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale, rappresentato nei suoi tratti essenziali dalle evidenze del principio insediativo, degli edifici e dei complessi di valore storico-documentario o monumentale, ma anche dalle molteplici attività e dalle comunità con il portato culturale da esse espresso. -
Cultura architettonica e politiche urbane a Napoli dal Risanamento all'Alto Commissariato
Il volume analizza l'attività urbanistica e architettonica svoltasi a Napoli negli anni successivi al Risanamento e fino all'insediamento dell'Alto Commissariato per la Città e la Provincia di Napoli, con un'attenzione programmaticamente rivolta non solo agli aspetti qualitativi - quali l'avvicendarsi degli stili, le evoluzioni del linguaggio architettonico, le vicende costruttive e urbanistiche - ma anche a quelli quantitativi degli interventi e ai risvolti sociologici ed economici delle trasformazioni urbane, al fine di favorire una lettura complessiva e trasversale della storia dell'architettura e dell'urbanistica cittadine di quegli anni. All'interno di questo studio di più ampio respiro, si è posto l'accento in particolare sul periodo compreso tra la fine della Prima guerra mondiale e l'insediamento dell'Alto Commissariato, una fase non sufficientemente conosciuta e indagata della storia edilizia e urbanistica della città, per molti versi classificabile come un periodo di passaggio, caratterizzato da interessanti trasformazioni sociali e urbane e, in campo strettamente architettonico, da un complesso intreccio di riferimenti stilistici, in bilico tra tardo eclettismo, ultimi esiti del floreale ed esperienze protorazionaliste. L'aspetto più propriamente quantitativo della ricerca ha trovato il suo approdo principale nell'analisi approfondita delle pratiche edilizie custodite presso l'Archivio del Comune di Napoli relative al periodo 1920-1923, che è divenuto poi base statistica per ragionamenti più approfonditi e via via più raffinati sull'attività edilizia e architettonica e sull'espansione della città in quegli stessi anni. -
Carlo Moccia. Tra le torri. Ediz. a colori
" La mostra 'Tra le torri', ideata da Federica Visconti e Renato Capozzi, promossa dal Dipartimento di Architettura di Napoli, espone la ricerca progettuale di Carlo Moccia sul tema della città aperta al territorio e alla natura attraverso interventi urbani in cui gli edifici - nella loro mixité tipo-morfologica di grandi corti urbane, di cortine continue o di torri - determinano una misura dello spazio, traguardando il territorio e costituendo dei chiari riferimenti come nel caso delle torri, visibili da molteplici punti degli insediamenti e dei luoghi in cui sono collocate. Carlo Moccia, architetto e professore ordinario di Composizione Architettonica e Urbana al Politecnico di Bari, dove coordina il Corso di Studi in Architettura e il Dottorato di ricerca in 'Progettazione per il Patrimonio', rappresenta una personalità di spicco all'interno del panorama architettonico italiano, non solo accademico. La sua vasta produzione teorica e progettuale è sempre stata interessata da un costante e dialettico rapporto tra teoria e prassi, in cui il progetto urbano assume un valore di centralità operativa ma anche strategica all'interno dei processi di modificazione del territorio e della città. La mostra, curata in maniera efficace da Gennaro Di Costanzo e Mirko Russo, riguarda i progetti per l'Area dell'Expo a Milano, per l'area Scalo Farini a Milano, per l'area di Milo a Catania, per il Linkeroever ad Anversa. Tutti i progetti sono incentrati sui temi urbani, pur se nelle differenti declinazioni dettate dalle specifiche condizioni dei luoghi. L'esposizione dei progetti, allestita nell'Ambulacro della Biblioteca del Dipartimento di Architettura dell'Università di Napoli Federico II, documenta l'esperienza progettuale di Carlo Moccia sulla città contemporanea e costituisce un'occasione di dibattito e riflessione su di essa, sui temi attuali che la interessano e sulla possibilità di approfondire una certa idea di architettura che non cede a tentazioni formalistiche e che si colloca in continuità con il progetto moderno, ancora capace di restituire un'idea alternativa di città."""" (Mario Losasso)" -
Il primo Mies. Dalla casa alla grande città
Tra i maestri più studiati e dibattuti del secolo scorso, Mies continua a essere, attraverso la sua opera architettonica e teorica, oggetto di innumerevoli analisi sia di tipo storico-critico che compositivo. Ma soprattutto resta, forse più di altri architetti a lui coevi, riferimento costante per chi si accinge oggi ad affrontare un progetto di architettura, che sia alla scala architettonica o urbana. Rispetto a questa molteplicità di studi e analisi critiche, questo libro si propone come contributo parziale e non esaustivo, prevalentemente composto da tre parti, riferite al periodo berlinese. Una prima parte ripercorre le tappe fondamentali biografiche e professionali dell'autore, sottolineando i temi compositivi, tipologici e costruttivi che emergono dalle opere e dai progetti di quegli anni. L'attualità del primo Mies viene riletta all'interno di un rapporto di continuità con la storia e alcune figure di riferimento, tra cui Karl Friedrich Schinkel e Peter Behrens. Tale rapporto emerge soprattutto rispetto al tema della casa unifamiliare, di cui vengono qui analizzati nove esempi realizzati a Berlino tra gli anni Dieci e Venti. Un altro aspetto indagato riguarda la dimensione urbana dei primi progetti ideati per Berlino, che rivelano l'interesse per le questioni tipologiche dell'edificio pubblico e per una ricerca di forme elementari in grado di radicarsi ai caratteri specifici del luogo. Questa lettura contestuale dell'opera di Mies diviene un tema centrale per considerare i riflessi della sua opera sulla pratica progettuale di alcuni protagonisti dell'architettura contemporanea. -
Egon Eiermann. Il futuro della modernità
Un piccolo libro su un importante architetto del secolo scorso di cui si ammira il lavoro, per quelle «affinità di spirito in relazione alle forme» di cui ha parlato Henri Focillon nel descrivere il concetto di ""famiglia spirituale"""". Uno studio senza alcuna pretesa di esaustività che, attraverso la disanima delle architetture più rilevanti di Eiermann, ritenendole, evidentemente, lezioni in grado di offrire soluzioni e modalità di approccio del tutto operanti per l'oggi, si offre soprattutto ai giovani architetti e agli studenti. Lezioni di metodo e un vasto repertorio di soluzioni tecnico-formali, quelle dell'architetto tedesco, rinvenibili soprattutto nelle opere, esatte e concise, caratterizzate da un estremo rigore compositivo, e non soltanto nelle teorie che le hanno presupposte. Opere """"operanti"""", anche in quanto emblematiche più che paradigmatiche, di un complessivo punto di vista sull'architettura, sul suo farsi a partire da alcuni riconosciuti princìpi teorici che appunto verificano o emendano o ampliano. La figura di Eiermann e la sua ricerca, sulla modernità e il suo """"futuro"""", per troppo tempo trascurate ma recentemente riconsiderate da Frampton, mettono in luce e in questione una singolare relazione tra le forme della costruzione, a volte esibite a volte celate ma mai tradite, e il sistema rappresentativo figurale dell'architettura. Forme del carattere che metaforizzano l'atto costruttivo senza mai scadere nelle scocche pellicolari di questi anni ma tenendo sempre chiaro e in vista una essenziale propensione tettonica. Presentazione di Dietrich Fink."" -
La forma (dis)continua dell'antico. Sulla riscrittura architettonica in ambito archeologico
Il rapporto tra preesistenze e progetto è un tema che torna costantemente nella pratica e nella teoria dell'architettura e richiede sensibilità e strumenti ancora più sofisticati laddove si tratta di intervenire in contesti archeologici. Qui l'individualità dei casi prende spesso il sopravvento sui caratteri di ricorrenza, sulle regole e sui metodi che possono essere ricavati dall'esperienza per far sì che i reperti del passato non siano più solo delle preziose testimonianze da salvaguardare e far conoscere, ma diventino anche nuove forme d'architettura per la contemporaneità. In questa direzione il libro propone alcune riflessioni che, ponendo in primo piano il valore dei reperti antichi come testi e come forme di comunicazione fra passato e presente, siano utili per delineare un percorso di sperimentazione progettuale attraverso l'interpretazione, la risemantizzazione e l'integrazione dei siti archeologici nella realtà contemporanea. Gli elementi di affinità con altre discipline, come la semiologia, lo studio dei segni e le esperienze delle arti figurative che hanno già sperimentato con successo l'uso creativo di elementi residuali - temi sui quali il testo raccoglie anche i punti di vista di tre protagonisti dell'archeologia campana, Antonio De Simone, Giuliana Tocco Sciarellì e Maria Tommasa Granese - lascia intravedere l'utilità che un approccio di questo tipo può avere sulla messa a punto di strategie d'intervento efficaci e specifiche del progetto per l'archeologia. -
Conoscenza e progetto nei quartieri d'autore. Tecnologia e ambiente negli interventi di Luigi Cosenza. Ediz. italiana e inglese
I processi di rigenerazione dell'esistente investono anche quelle architetture del Moderno che costituiscono un patrimonio consistente e rappresentativo della città del Novecento. Dalle opere di stampo razionalista ai quartieri della ricostruzione, la produzione architettonica d'autore risulta inadeguata agli elevati standard prestazionali correnti per criticità dovute prevalentemente alle caratteristiche tecnico-costruttive dell'involucro architettonico. Tuttavia, presentano alcune peculiarità espresse in quelle soluzioni morfologiche, tipologiche che ottimizzano l'impiego delle risorse naturali come 'materiale' di progetto. Il testo restituisce riflessioni sul tema della riqualificazione tecnologico-ambientale di tali quartieri. Oggetto di indagine alcuni rioni realizzati a Napoli da Luigi Cosenza negli anni della ricostruzione post-bellica. Alla luce delle istanze contemporanee di sostenibilità ambientale degli interventi sul costruito continua ad essere attuale il pensiero 'tecnico' e l'approccio moderno che sottende quei quartieri. Per Cosenza, infatti,«il progetto di architettura si radica in un luogo, assume e conferisce senso al luogo. Assume le condizioni del luogo in cui si colloca, che siano le regole della costruzione urbana o i caratteri del paesaggio naturale. Le trasforma nel momento in cui la nuova costruzione lega a sé tali regole, o caratteri di una nuova unità». È dunque dallo studio di tali regole e relazioni che legano la costruzione all'ambiente, prestabilite nel progetto moderno, che possono emergere i presupposti del progetto per l'abitare contemporaneo. In altre parole si tratta di cercare nuove regole per introdurre innovazioni in quei frammenti moderni e imperfetti della città contemporanea. -
Progettazione tecnologica per nearly zero energy building in clima mediterraneo-Technological design for nearly zero energy building in mediterranean climate
L'attuale dibattito sulla necessità di declinare il trinomio energia-ambiente-sviluppo nell'ottica di salvaguardia del pianeta, risparmio di risorse, garanzia di condizioni di comfort e sicurezza degli individui, pone in evidenza la necessità di individuare appropriate strategie progettuali e metodi di intervento in grado di cogliere l'opportunità di configurare nuovi ambienti costruiti. Si tratta di tradurre le linee di ricerca europee in ciascun contesto geografico dei paesi membri e di interpretarle secondo i caratteri locali, materiali e immateriali, degli ambienti antropizzati. In questo scenario si colloca il progetto di ricerca smart case ""Soluzioni innovative multifunzionali per l'ottimizzazione dei consumi di energia primaria e della vivibilità indoor nel sistema edilizio"""" (PON R&C 2007-2013), di cui si illustrano, nel testo, i primi risultati. Nel caso specifico, il contributo dei ricercatori del Dipartimento di Architettura dell'Università di Napoli Federico II, è risieduto nell'individuazione di strategie progettuali per l'ottimizzazione dei consumi di energia primaria e della vivibilità indoor relativamente al patrimonio edilizio esistente e agli edifici di nuova costruzione agendo principalmente sull'involucro edilizio attraverso l'incremento dell'efficienza dei sistemi attivi, l'approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili e la gestione del sistema edificio-impianto in riferimento alla verifica del grado di integrabilità dei componenti progettati in termini di resa prestazionale (ambientale, tecnologica ed economica)."" -
La didattica della tecnologia dell'architettura nella formazione dell'architetto
Il volume presenta i primi esiti di un osservatorio sulla didattica della Tecnologia dell'Architettura (TdA) nella formazione dell'architetto, costruito con il contributo di tutte le sedi universitarie italiane. La prima parte raccoglie alcuni testi critici ed una selezione ragionata di progetti didattici elaborati nelle varie sedi che registrano, sia in termini quantitativi che qualitativi, lo stato dell'arte dell'offerta formativa delle discipline tecnologiche negli ultimi quattro anni accademici. La seconda parte è dedicata ad una riflessione sulla didattica della TdA che, nell'incertezza che caratterizza i processi di riorganizzazione dei percorsi formativi delle scuole di Architettura, non è ancora riuscita a trovare forme e modalità che rendano significativi e riconoscibili gli apporti disciplinari che essa può fornire. Sono affrontati temi e questioni riguardanti le criticità ed i caratteri di originalità della didattica della TdA, partendo da considerazioni sul rapporto tra teoria, metodo e progetto, e gli orizzonti possibili della disciplina alle prese con le sfide derivanti dalle trasformazioni in atto nel mondo delle professioni e nel campo del governo dei processi complessi. -
Letture della città contemporanea. Lo sguardo di nove architetti sulla città
Scopo di questo libro non è quello di tracciare per la città contemporanea, in tutta la sua complessità, una traiettoria, stendere un filo che la dispieghi in un discorso orientato. Piuttosto, la complessità della città e dei fenomeni ad essa legati è qui tradotta, come indica il titolo, in una serie di sguardi, differenti, anche contraddittori. Ciò rende da un verso la contraddittorietà stessa della metropoli contemporanea che nei suoi conflitti interni - espansione incontrollata, degrado sociale, economico, architettonico, emarginazione, sovraffollamento, dispersione, separazione, gentrificazione, disgregazione, congestione, anonimia, ecc. - risulta difficile, se non impossibile, imbrigliare in visioni di tendenza, in linee tese verso direzioni predeterminate, benché plurali. Dall'altro, la soggettività propria allo sguardo indica essa stessa una traiettoria di analisi, restituendo a posteriori - soltanto dopo l'osservazione - nella pluralità dei punti di vista un'immagine multidimensionale della città. [...] Questo libro vuole essere un invito all'osservazione, ad allenare lo sguardo, quale strumento di lettura e di comprensione della realtà che ci circonda. Prima ancora del progetto, dello studio e dell'analisi dei fenomeni urbani, che inevitabilmente finisce per dividere, frazionare e scomporre la complessità, è necessario recuperare la dimensione dello sguardo come attività non solo della mente ma anche e soprattutto dell'anima. -
Alejandro de la Sota. Frammenti di città
La relazione con il contesto, la capacità di tenere insieme tradizione e modernità, e l'utilizzo sapiente delle regole compositive sono i campi di indagine selezionati per la lettura di alcune opere dell'architetto spagnolo Alejandro de la Sota. Queste regole, attraverso un processo di astrazione e di composizione volumetrica, trasfigurano spesso elementi della tradizione in forme contemporanee, con l'obiettivo di stabilire sottili nessi con l'esistente attraverso un attento studio del volume, dello spazio, del vuoto e dell'intima relazione dello spazio con la luce. Centro dell'indagine è il disegno, lo studio e l'analisi di opere nelle quali la disoccupazione spaziale costituisce il principale dispositivo compositivo che produce spazi cavi intesi come elementi intermedi capaci di catturare la luce e portarla in profondità all'interno dell'edificio, e di creare al contempo un filtro tra l'esterno e l'interno, tra pubblico e privato, tra spazio collettivo e spazio intimo. La sottrazione della massa si configura come dispositivo in grado di gerarchizzare, e di costruire la complessità spaziale attraverso l'utilizzo dello strumento della sezione. Nei progetti analizzati, lo spazio cavo si riflette direttamente all'esterno, modifica il volume, costruisce cavità, ma soprattutto viene utilizzato alternativamente nella composizione di singoli edifici o di pezzi di città, di piante o prospetti. Indagare questa grammatica può aiutarci a comprendere come alcuni elementi e principi compositivi della tradizione, attraverso un'operazione di trasformazione e astrazione, possano evolvere in nuove forme basate sull'attenta osservazione del proprio tempo, e sull'utilizzo di materiali e tecnologie innovative. -
Chi ben comincia... la didattica del progetto nei primi due anni
Questo libro documenta parte delle attività didattiche svolte nei laboratori di progettazione nei primi due anni del corso di laurea in Scienze dell'Architettura della Federico Il. Tema centrale è il progetto della residenza (La tipologia dell'edificio residenziale, La triplice scala della residenza, Il progetto della residenza in diversi contesti, Il progetto urbano). Le differenti sezioni sono state curate dagli architetti Tiziana Fusco, Adelina Picone e Aniello Barbarulo. Un libro che esce con molto ritardo e diventa una sorta di testimonianza a posteriori. Oggi l'insieme delle attività documentate sarebbe improponibile: i laboratori di progettazione hanno visto un sostanziale ridimensionamento dei crediti con la conseguente contrazione delle ore di didattica frontale ed è impietoso Il confronto con quelle a disposizione dei corsi di Progettazione dei precedenti ordinamenti. E se è vero che quantità e qualità non sempre sono direttamente proporzionali è innegabile che la diversificazione delle esercitazioni favorisce la crescita dello studente-architetto stimolandolo a comprendere e ad affrontare le molte facce del progetto; come è vero del resto che a progettare si impara progettando. Con scritti di Aniello Barbarulo, Tiziana Fusco, Adelina Picone. -
Dall'alloggio alla città. Comporre gerarchie dello spazio aperto per il progetto di rigenerazione dei quartieri residenziali pubblici
"Oggi, in un'epoca in cui accanto a un'intensificazione delle relazioni immateriali fra le persone si assiste a una progressiva individualizzazione e frammentazione della società, lo sforzo di recuperare attraverso l'architettura il valore della prospettiva comunitaria che una città è in grado di esprimere rappresenta un'azione di rilievo culturale e di impegno civile nello stesso tempo; ciò può avvenire, ad esempio, proprio promuovendo la qualità dello spazio pubblico - che è sempre uno spazio di confronto e di incontro tra le persone - e immaginando modi più soddisfacenti per abitarlo. Può essere utile riscoprire a questo proposito la lezione di Hannah Arendt quando sosteneva che: """"(...) il termine 'pubblico' significa il mondo stesso, in quanto è comune a tutti e distinto dallo spazio che ognuno di noi occupa privatamente. Questo mondo, tuttavia, non si identifica con la terra o la natura, come spazio limitato che fa da sfondo al movimento degli uomini e alle condizioni generali della vita organica. Esso è connesso, piuttosto, con l'elemento artificiale, il prodotto delle mani dell'uomo, come pure con i rapporti tra coloro che abitano insieme il mondo fatto dall'uomo. Vivere insieme nel mondo significa essenzialmente che esiste un mondo di cose tra coloro che lo hanno in comune, come un tavolo è posto tra quelli che vi siedono intorno; il mondo, come ogni in-fra (in- between), mette in relazione e separa gli uomini nello stesso tempo». Focalizzare l'attenzione sugli spazi aperti della residenza collettiva e sugli spazi di relazione e di bordo tra l'alloggio e la città - cioè sugli spazi tra le case (e le cose) più che sulle case stesse - è anche un atto di fiducia verso la dimensione pubblica del nostro abitare il territorio; di questo, sia l'architettura che le nostre città hanno oggi forte bisogno."""" (Dalla Presentazione di Roberto Vanacore)"