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Influenze della Tendenza italiana in Europa. Il progetto urbano in Spagna
"Perché allora un giovane architetto, Francesco Sorrentino, in un'epoca come la nostra, che vede l'architettura ricorrere di nuovo ad altre tecniche, a porsi solo come una delle variabili all'interno di un sistema complesso in cui declinare insieme, attraverso il computer, nel concorso di specialismi diversi, questioni sociali, sviluppo tecnologico, arditezza statica, intelligenza urbanistica, si rivolge a quella esperienza studiandone la diffusione in Europa e, nel caso di questo testo, la sua fortuna spagnola? (...) Così come tanti giovani architetti, oltre le frivole esperienze dell'architettura attuale, con questo testo, Sorrentino appare essere alla ricerca di sensi più profondi al proprio lavoro, inteso, così come negli architetti spagnoli di cui narra, ancora denso di valori etici, della volontà di aprirsi all'altro, ai fruitori, alla società, sebbene oggi più complessa, ai luoghi, all'ambiente, alla natura. L'architettura, sembra dirci, più che nei giochi computerizzati, le geometrie parametriche, il frattalismo di maniera che egli pure conosce e sa usare, è in questa apertura, nell'interrogazione sull'abitare degli esseri, uomo e natura, e l'interrogare, sembra ancora dirci, smentendo Koolhaas, non ha mercato"""". (Alberto Cuomo)" -
Re-cycling social housing. Ricerche per la rigenerazione sostenibile dell'ediliza residenziale sociale
Questo volume costituisce il primo esito dell'attività di coordinamento delle ricerche di Tecnologia dell'Architettura sul tema della rigenerazione sostenibile del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, avviata dal cluster Social Housing costituitosi nel 2012 in seno alla Società della Tecnologia dell'Architettura (SITdA). Tale attività, alimentata dal confronto critico tra gli studiosi che hanno aderito alla rete su contesti, obiettivi ed esiti delle ricerche in corso sul tema del Social Housing, punta a mettere in evidenza e a valorizzare le competenze maturate nel corso degli ultimi anni dai ricercatori, in vista di nuove forme di sperimentazione e di operatività a livello locale e nazionale. Il volume, nella sua articolazione in ricerche, parole-chiave e casi-studio, si propone come un utile osservatorio e un ""luogo di discussione"""" capaci di registrare non solo le tendenze in atto ma anche le tensioni e le dissonanze scaturite dal confronto tra differenti approcci alla ricerca e potrà costituire, nel prosieguo delle attività del cluster Social Housing, un importante contributo per il consolidamento della rete di quei ricercatori che intendono sfruttare tutte le potenzialità e le occasioni di dialogo e di dibattito che la rete naturalmente può generare."" -
Una vita da irriducibile irrequieto
Architetto, classe 1923, napoletano doc, collaboratore di importanti architetti napoletani, quali Carlo Cocchia e Giulio De Luca, docente universitario, ha svolto negli ultimi decenni un ruolo fondamentale di polemista inflessibile sui principali temi urbanistico-architettonici napoletani e ha progettato poche, ma molto significative opere di architettura a Napoli e dintorni. Aldo Masullo ha scritto di lui: ""La """"irrequietezza"""" è l'intelligenza sciolta nel corpo, la ricerca dell'incontro e dello scontro con gli altri: inarrestabile moto della ricerca avventurosa, agitare l'aria, smuovere le acque, spostare le pietre, suscitare venti e correnti, frescure e tempeste, non lasciar che le cose restino come erano, incidere qualche sia pur piccolo ma visibile segno sulla pelle del mondo. Il perfetto """"irrequieto"""" è Gerardo. Nella sua """"irrequietezza"""" non vivono solo le ruvide virtù di un carattere irriducibile al conformismo delle convenienze, ma anche la sensibilità raffinata dell'esteta. Egli non mortifica le fondamentali valenze tecniche, intrinseche all'operare architettonico. Ma, in questa epoca in cui costruire è segnato da ricorrenti funzionalismi e oppresso da brutali condizionamenti economicistici, dinanzi all'umiliato dileguarsi delle forme e al rifiuto sprezzante degli stili, Gerardo ha l'audacia di rivendicare il primato classico della """"forma"""" e di assumere quale principio religioso del suo lavoro di architetto il monito del grande Le Corbusier..."" -
Memory cache. Urbanistica e potere a Napoli
È la testimonianza delle difficoltà che ostacolano a Napoli l'affermazione di un'urbanistica pienamente indipendente da altre competenze, ma soprattutto dal mondo politico. Come nella memoria artificiale (memory cache), il ricordo 'nascosto' dell'attività di formazione, d'insegnamento e di ricerca dell'autore, all'interno dell'Università, riemerge nell'intreccio sofferto con l'azione delle forze sociali e politiche nella città. Vengono ripresi innumerevoli episodi di governo del territorio disseminati lungo l'intera seconda metà del Novecento e dei primi anni del Duemila: il Centro Direzionale, il Centro storico e il Regno del Possibile, Neonapoli Monteruscello, il Piano regolatore, Bagnoli, Scampia, il Piano Territoriale Regionale, il Piano Strategico. All'interno di questo complessivo scenario il variegato rapporto sapere urbanistico-potere vissuto dall'autore acquista il senso più profondo. L'intero racconto è sospinto da un avvolgente soffio di autoironia. Accompagnano il testo le vignette satiriche sull'autore disegnate da Paolo Ceccarelli. -
Natura e ragione. Scritti di architettura
Natura e ragione: Napoli, e la sua natura talmente potente da vincere sulla ragione dell'uomo che la vive. Per chi si occupa di architettura e di costruzione urbana, il rapporto tra luogo geografico (natura) e insediamento umano (ragione) è uno dei dati più interessanti da indagare, quello che si lega all'individualità del carattere urbano, ed è sicuramente uno degli aspetti più forti ed emergenti della città di Napoli, come del suo territorio. Quello che tuttora ne supporta la struttura formale e ne rende ancora riconoscibile l'immagine complessiva. Quello che dovrebbe essere elemento qualificante delle trasformazioni urbane future. Questo libro raccoglie una serie di scritti che riguardano temi del progetto urbano per la città contemporanea, con ragionamenti su Napoli e il suo territorio, svolti attraverso letture, narrazioni e interpretazioni progettuali. -
Benevento. Architettura e città nel moderno. Ediz. a colori
Dall'Italia postunitaria agli anni Duemila, Benevento definisce un percorso di rifondazione della città aprendosi alla campagna e al paesaggio. Il passaggio dalla dimensione conclusa a quella aperta della conformazione urbana si accompagna a diverse stagioni dell'architettura che seguono i cambiamenti della società italiana del Novecento. Questa città ha coniugato negli anni incisive trasformazioni, coltivando la cultura del Piano moderno attraverso un dibattito che ha interessato protagonisti assoluti della scena italiana: Piccinato, Samonà, Zevi. -
Farequartiere. Studi e progetti per la periferia
C'è un colpevole abbandono da parte dello Stato delle periferie novecentesche delle nostre città, eppure il nostro futuro passa proprio da lì. Se sapremo farci carico del fardello lasciatoci in eredità dai moderni e trovare i modi di un efficace programma di riqualificazione-rigenerazione, e di stimolanti politiche di welfare, avremo fatto un grande passo in avanti per il miglioramento del vivere urbano. I moderni hanno dato una casa a tutti, ma non hanno saputo costruire un ambiente di qualità fuori casa, ed è questo che dobbiamo fare: completare il loro lavoro di innovazione della città. Trasporti e spazio pubblico sono strategici per la rigenerazione delle periferie, ma non meno importanti sono l'adeguamento delle attrezzature pubbliche e le risposte alle questioni ecologiche. Anche il progetto di architettura ha bisogno di rigenerarsi; serve meno autorialità e più democrazia, più spazio alle relazioni con gli abitanti e meno ai progetti fatti in studio. In fondo serve solo un'attenta cura a questa parte trascurata della città. -
Agostino Renna. La forma della città-The form of the city
Il presente volume ""Agostino Renna. La forma della città"""" raccoglie un insieme di contributi originali sull'opera e il magistero culturale e di ricerca di Agostino Renna a oltre venticinque anni dalla sua prematura scomparsa. La raccolta di testi qui pubblicata ha l'ambizione di contribuire all'approfondimento scientifico dell'approccio analitico al progetto e di rivalutare il suo contributo collocandolo a pieno titolo tra i protagonisti del dibattito teorico-critico e della rifondazione disciplinare operata a cavallo degli anni Sessanta e Settanta nelle Scuole di architettura italiane. Scomponendo secondo molteplici registri la figura di Renna si è giunti a ridefinirne la vicenda intellettuale e umana. Si è tentato, in altri termini, di riformulare una riflessione scientifica su un'opera e un contributo, troppo a lungo trascurati, rilevanti sia per lo spessore teorico nell'ambito dell'architettura e degli studi urbani, sia per i progetti e l'impegno civile riassunti nel progetto di Monteruscello che la Tesi del 1965 aveva inaugurato."" -
Franco Purini. Tauns_2015. Ediz. illustrata
Gli 11 disegni che costituiscono Tauns 2015, mostra sul tema della città, determinano una significativa apertura teorica e concettuale a fronte della sua evidente compattezza e dimensione minima. Si tratta di planimetrie teoriche, espressioni morfologiche di una ragione urbana considerata come manifestazione di una necessità. Esse propongono un processo ricorsivo fra componente teorica, disegno e progetto avendo la capacità di utilizzare la riflessione teorico-grafica sull'architettura per esprimere punti di vista teorici sulla città stessa nella sua componente di fondazione, di atto generativo. -
Tracciati di ferro. L'architettura delle ferrovie e l'invenzione del paesaggio moderno
I profondi tagli prodotti dall'avanzare del treno nel territorio non sono solo l'esito di uno straordinario sforzo tecnico della modernità per adeguare lo spazio abitato alle necessità della civiltà industriale, ma anche l'opportunità per ridefinire profondamente l'immagine del paesaggio, scoprendo luoghi sinora irraggiungibili e guardando con occhi nuovi quelli già conosciuti. La dismissione di una parte consistente del patrimonio ferroviario più antico, costituito da migliaia di chilometri di binari e un sistema stupefacente di opere che hanno fatto la storia dell'ingegneria, pone oggi la questione di una riconversione compatibile con la salvaguardia dell'identità dei luoghi, evitando la banale omologazione che sembra oramai caratterizzare ogni parte del territorio. Se si rifiuta l'idea che il paesaggio debba ridursi a un'immagine statica e astratta al di fuori del tempo, la riqualificazione delle ferrovie dismesse non può certo proporsi di ricostruire le condizioni originarie, come se l'abbandono e i suoi segni non fossero mai sopravvenuti. Il progetto deve invece fare qui i conti anche con ciò che di non programmato, di spontaneo, talvolta di non gradevole e poco rassicurante si è sovrapposto alle condizioni originarie e usarlo come una risorsa positiva. È questa una condizione nuova per l'architettura, che richiede approcci e strategie più sofisticate che in passato. -
Oswald Mathias Ungers. L'uno e il molteplice
Rispetto a una tendenza che spinge il progetto in una dimensione sempre più tecnica, che lo vuole da un lato sciolto nella liquidità dei sistemi digitali, dall'altro funzionale a stringenti logiche di mercato, così che si configuri come ""prodotto"""", destinato a rispondere al pari degli altri beni di consumo a una domanda complessa e diversificata, la lezione di un maestro dell'architettura come O.M. Ungers risulta quanto mai attuale [...] Ungers è un tedesco e come tale incarna una duplice dimensione, da un lato quella della ragione, la ragione dei filosofi, del pragmatismo industriale ed economico, e la ragione dell'oggettività bauhaussiana, dall'altro la dimensione della """"passione"""", la passione del Romanticismo, del dionisiaco nietzschiano. Questa duplicità, la coincidentia oppositorum di Nicola Cusano, non diventa mai conflitto, è il luogo in cui tesi e antitesi coincidono, in cui la varietà convive nell'unità, cosicché se vi è un'identità della cultura occidentale essa consiste per Ungers nella sua capacità di fondarsi sul molteplice, sul superamento dei contrari in una «unità complementare». Se la cultura occidentale passa anche attraverso le sue città, il loro essere palinsesto, continuo sovrapporsi di strati differenti, risulta ancora necessaria una riflessione in ambito architettonico su quel periodo della cultura progettuale che ha accomunato due contesti tanto nevralgici, come quello italiano e quello tedesco, che affrontarono per la prima volta, dopo il Moderno, il problema della città come fenomeno essenzialmente umano e culturale. Tanto più che la città oggi pone ancora problemi da risolvere, ai quali l'attuale progetto sembra rispondere con eccessiva debolezza di fronte alla velocità con la quale agiscono i processi finanziari che innescano le maggiori trasformazioni delle realtà urbane. La città, come Ungers ci mostra, vive nella tensione tra gli opposti, tra globale e locale, tra istanze di recupero e di innovazione tecnologica, tra ecologismo e sviluppo, isolamento e condivisione comunitaria dello spazio, una molteplicità che è essa stessa materia e occasione di progetto."" -
Fabrizio Caròla, opere e progetti 1954-2016
Il libro, in forma di ""racconto monografico"""", ripercorre la vita professionale di Fabrizio Caròla attraverso un'ampia e ben documentata selezione di opere realizzate il 1954 e il 2016. Allo scopo di restituire al lettore una visione esaustiva del contesto storico e delle vicende che hanno contrassegnato la realizzazione di queste opere, nella sezione """"antologia degli scritti"""" alcuni saggi dello stesso Caròla danno conto del suo punto di vista sulle opere selezionate. Archi, volte e cupole sono gli elementi del lessico costruttivo attraverso il quale Fabrizio Caròla sperimenta un uso innovativo di materiali e tecnologie tipiche della tradizione mediterranea. Le sue architetture sono armonicamente e dialogicamente integrate a luoghi - Mauritania, Mali, Ghana - contrassegnati da una """"natura dominante"""". La tecnica costruttiva alla quale Fabrizio Caròla ricorre si fonda sull'uso del """"compasso"""", uno strumento che recupera dalla tradizione costruttiva nubiana e dall'esperienza condotta negli anni Quaranta del secolo scorso dall'architetto egiziano Hassan Fathy."" -
Eduardo Vittoria. Studi ricerche progetti. Ediz. illustrata
Nel panorama della ricerca architettonica italiana la figura di Eduardo Vittoria è ricca e complessa. Vittoria si forma negli studi in architettura a Napoli negli anni del Secondo dopoguerra in cui alternò impegno culturale e militanza politica collaborando, dopo la laurea, con Luigi Piccinato, poi con Luigi Cosenza e con Adriano Olivetti in un percorso di una straordinaria esperienza dai risvolti professionali e umani. Negli anni Cinquanta e Sessanta l'attività progettuale lo porta a frequentare l'ambiente culturale milanese e a intessere una solida amicizia con Marco Zanuso. L'esperienza di docenza universitaria, iniziata alla fine degli anni Cinquanta, lo ha condotto a insegnare fino agli anni Novanta in diverse sedi universitarie quali Milano, Venezia, Pescara, Napoli, Roma e Ascoli Piceno. Napoli ricorda Eduardo Vittoria a nove anni dalla scomparsa con una Mostra dal titolo ""Eduardo Vittoria. Studi Ricerche Progetti"""" e con la pubblicazione di questo catalogo sull'attività svolta a partire dagli anni Cinquanta, in un momento fondativo e di sviluppo della Tecnologia dell'Architettura nel panorama del rinnovamento dell'insegnamento nelle Scuole di Architettura. La Mostra è stata curata in maniera originale e innovativa da Pietro Nunziante e Massimo Perriccioli, sulla base di ricerche su materiali inediti della larghissima produzione di documentazioni e progetti sui quali è iniziato un lavoro di sistematizzazione e di archiviazione critica per ricondurre all'attenzione degli studiosi una figura centrale nel dibattito architettonico dagli anni Cinquanta agli anni Novanta."" -
NapoliGuida. Percorsi sacri tra Vomero e Arenella
Questa guida è il risultato di una ricerca sia bibliografica sia direttamente sul territorio alla riscoperta dei complessi religiosi a Napoli tra il Vomero e l'Arenella, alcuni dei quali sorti già tra Cinquecento e Seicento negli antichi borghi rurali di Antignano, Vomero Vecchio e Arenella, per secoli estranei alla città di Napoli, che soltanto alla fine dell'Ottocento ne entrarono a far parte a pieno titolo. I percorsi sacri comprendono 6 itinerari nei quali sono descritte in dettaglio 34 chiese. Specifici capitoli sono poi dedicati alle cappelle private, alle edicole votive, derivazione di quella pietà popolare tanto sentita dai napoletani, sorte in gran numero in città fin dalla metà del Settecento, alle tradizioni sacre, molte delle quali scomparse. -
A colloquio con l'urbanistica italiana
A partire dalla fase del ""miracolo economico"""", in una società che si apre ed è attraversata dal flusso della cultura internazionale, Bernardo Secchi, Francesco Indovina, Luigi Mazza e Pier Luigi Crosta evidenziano un impegno comune nell'affrontare e nel trasformare la tradizione ereditata, cercando di rintracciare le molteplici provenienze dei tanti saperi """"praticati"""" e accolti in oltre mezzo secolo. Essi svolgono un'azione """"cumulativa"""" fortemente interconnessa, presidiando posizioni ben distinte ma tutte indispensabili a definire una sorta di urbanistica """"polifonica"""" basata su apporti essenziali e imprescindibili per una moderna cultura disciplinare."" -
Quarantacinque domande a Paolo Mendes Da Rocha
L'architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha (1928), uno dei protagonisti dell'architettura latino americana e vincitore del Pritzker Price nel 2006, è una delle figure più interessanti nel panorama dell'architettura mondiale. Cattedratico alla Facoltà di Architettura e Urbanistica di San Paolo, è autore di opere tra cui la Palestra del Clube Atlètico Paulistano (1961), il Padiglione del Brasile all'EXPO di Osaka (1970), il Museo Brasiliano di Scultura (1987), la ristrutturazione della Pinacotec di Stato di San Paolo (1993-97) vincitore nel 2000 del Premio Mies van der Rohe per l'America Latina, il Museo delle Carrozze di Lisbona (2009), il complesso Cais das Artes di Viteria do Espirito Santo (2011) e il progetto del Campus Universitari di Cagliari (2007). La sua opera è stata esposta all'Architectural Association School of Architectur nel 1999 e alla VII Mostra di Architettura della Biennale di Venezia nel 2000. Leone d'Oro alla XV Biennale di Venezia nel 2016. -
Culture mediterranee dell'abitare. Ediz. italiana e inglese
L'intento da cui il libro muove, a valle di un convegno internazionale tenutosi nel febbraio 2014, è proporre una riflessione scientifica sull'attualità delle forme e delle culture dell'abitare nei paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Se da una parte l'idea di mediterraneità ha trovato una sua sistematizzazione grazie ad una serie di formulazioni teoriche tra cui quelle di Braudel e Matvejevic, dall'altra in architettura, a partire da Schinkel, Hoffrnan, e Loos, fino al dibattito razionalista, il novecento ha visto una chiara ricorrenza, figlia del ""mito"""" mediterraneo, di tentativi di legare il progetto della casa ad una riflessione critica sulle architetture cosiddette vernacolari. Modus operandi evidente nell'opera di Giuseppe Pagano, di Edoardo Persico, di Giuseppe Terragni, nelle architetture di Luigi Figini e Gino Pollini, di Adalberto Libera, nel lavoro di Dimitris Pikionis, in quello di Hassan Fathy, nelle ricerche e nei progetti di Luigi Cosenza e Bernard Rudofsky nel golfo di Napoli. Un filo rosso che individua una chiara linea di pensiero, Il libro mette a confronto studi e ricerche in corso in diversi paesi appartenenti a questo ambito geografico, nei quali, in continuità con questa linea di pensiero, si intende attualizzarne il percorso metodologico."" -
Esperienza d'architettura. La lezione dei maestri. Hendrik Petrus Berlage, Louis I. Kahn, Aldo Rossi
Riflessioni rimaste incompiute, destinate a perdersi nelle pieghe della memoria, trovano l'occasione di essere trascritte. Nessuna pretesa di parlare di cose nuove, ma solo di rivisitare e riattualizzare, per meglio comprendere, cose già dette riguardo un'idea di architettura, quella razionale, su cui Maestri del contemporaneo da Hendrik Petrus Berlage a Louis I. Kahn fino a Aldo Rossi, seppur con sfumature diverse, hanno esercitato la propria arte del costruire. Proprio il pensiero di questi autori, che si è coerentemente espresso nell'opera costruita, si pone, per chi scrive, come premessa ineludibile alla comprensione di un'autentica esperienza d'architettura. Poiché credo che non vi sia modo migliore per capire l'architettura se non quello di studiare le opere esemplari che la storia e i Maestri ci hanno lasciato in eredità come testimonianza certa di un pensiero compiuto scolpito nell'eternità della pietra. I Maestri considerati in questo scritto hanno inteso edificare templi in continuità con quella tradizione millenaria per la quale la forma aspirava a rappresentare un mondo: quello delle idee. Questo scritto in modo palese e dichiarato si pone dalla parte di chi, oggi, crede ancora nella forma come evocazione di un'idea, intesa ad alimentare il progetto e a dare, per questo, senso e valore alla realtà. -
Procida. Un'architettura del Mediterraneo. Ediz. italiana e inglese
L'abitazione a Procida partecipa all'esperienza sorta nel vicino Oriente e lungo le sponde meridionali del Mediterraneo, trasmessa in occidente e in oriente nei propri contenuti e nelle tecniche esecutive. Una moltitudine di anonimi esecutori opera nell'unità economica, sociale e culturale di quest'ambiente marittimo, in un continuo processo ripetitivo di utilizzo degli elementi costruttivi, interpretati e spesso esaltati dalle singole capacità creative. Sono realizzati così pure a Procida, nell'attività dell'uomo diretta all'esecuzione della propria casa, gli obiettivi generali e i valori espressivi coerenti con la difesa attenta dalle condizioni climatiche, definiti dai materiali adoperati e dall'impianto strutturale. Il processo costruttivo dell'abitazione collettiva, anche in questa isola del golfo di Napoli, avviene nel tempo lungo e nel riproporsi costante dei metodi impiegati. E gli uomini, committenti o esecutori, lo affrontano con criteri estranei all'accaparramento di risorse o a procedimenti speculativi. In questa vicenda l'uomo produce quanto occorre per le proprie esigenze e il proprio ricovero; non vi è sfruttamento perché è improponibile sottrargli parte del suo lavoro. Questa condizione consente una stabile situazione di equilibrio dell'ambiente trasformato, un'ampia qualità degli spazi e la totale razionalità dei volumi. Così l'abitazione assume nel procedere storico il senso di soluzione dei bisogni reali della vita in comune. -
Invenzione della continuità. Ernesto Nathan Rogers tra avanguardia e tradizione
"L'opera di Ernesto N. Rogers, scritti e disegni, rappresenta un prezioso corpus di materiali verso cui indirizzare chi voglia avvicinarsi allo studio dell'architettura. Ernesto N. Rogers come paradigma da interrogare, più per le aporie del suo discorso e per il carattere controverso delle opere, che per quella supposta coerenza che talvolta gli si voluta attribuire. Il binomio memoria/invenzione, «rapporto dialettico tra tensioni opposte», da luogo nei suoi scritti a un ragionamento mai dogmatico e dottrinario che si configura come un intreccio che, tra avanguardia e tradizione, si dipana nei progetti."""" (dall'Introduzione)"