Sfoglia il Catalogo feltrinelli030
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6661-6680 di 10000 Articoli:
-
Architettura e spiritualità. Contributi critici e sperimentazioni progettuali per la casa dell'Uno
Il volume affronta il tema del confronto e del dialogo fra diverse religioni, che la storia ci segnala come uno dei più urgenti per la nostra società e sul quale anche l’architettura può dare un contributo. Il volume è strutturato da un lato con una serie di contributi di alto livello specialistico sulle tre religioni e sulle specifiche esigenze liturgiche poste da ciascuna di esse; dall’altro con progetti, delle aree critiche nelle città di Napoli, Avellino e Salerno, allo scopo di innestare la progettazione in zone urbane degradate o sottoutilizzate in cui delineare delle ipotesi di riqualificazione. Diversi esperti, teologi e rappresentanti delle comunità cristiana, ebraica e islamica, insieme ad architetti, docenti e studiosi hanno illustrato le esigenze spazio-funzionali di chiesa, moschea e sinagoga, hanno chiarito gli aspetti simbolici dei tre diversi edifici liturgici e, nello stesso tempo, hanno sollecitato a comprendere e concepire in che modo un dialogo e un confronto dialettico fra diverse religioni potesse trovare corrispondenza in un dialogo e un confronto dialettico fra diversi edifici. I progetti hanno disegnato un unico complesso architettonico, concepita come una casa di preghiera aperta alle tre religioni, dove le specificità delle tre diverse culture religiose trovassero il luogo di esprimersi. -
La civiltà architettonica e le città del Barocco
Due saggi di un piccolo classico, ancora particolarmente utili e attuali per una visione delle città del Barocco. Un excursus per comprendere la complessa tematica fin dalle origini del termine ""barocco"""" alle sue declinazioni nel rapporto tra architettura e città. Gli autori affrontano i nodi storiografici e metodologici essenziali alla lettura della città artistica barocca."" -
César Portela. Estremo Atlantico
La sensibilità protesa alla natura identitaria dei luoghi e l'inclinazione verso una cultura topologica più che tipologica dell'architettura hanno consentito a Portela in larga misura di distinguersi da altri della sua generazione che cercavano di produrre un'architettura d'avanguardia. Nonostante l'originalità di questi temi e il loro potenziale portato, anche in termini di riflessione teorica, Portela ha avuto minore fortuna critica di altri architetti iberici. Ma forse è lo stesso architetto galiziano che ha scelto di lavorare in una dimensione più intima e raccolta, nei suoi luoghi di origine o forse, semplicemente, non c'è oggi ancora la giusta distanza critica per valutare l'influsso della sua opera e del suo pensiero su altri. Questo libro non intende dunque rivendicare per lui un qualche magistero ma affermare che egli è stato un allievo eccellente, che merita maggiore fortuna critica e considerazione poiché straordinariamente capace di fare sintesi delle lezioni dei suoi maestri: dalla poetica spaziale di Oiza, all'arquitectura del humo di Bonet, fino al razionalismo esaltato di Rossi. E in fondo si può sostenere che studiare gli allievi è un altro modo, forse più interessante, per confermare il valore dell'opera dei maestri. -
La costruzione della periferia. Napoli 1945-1986
Il volume affronta la costruzione della periferia napoletana nel dopoguerra, inquadrandola nel più vasto Piano di costruzione delle periferie della città del Novecento che sono state luoghi di criticità, di riscatto, di sperimentazione. La loro nascita non è omogenea e si sviluppa secondo contraddittori percorsi in cui i campi del sociale, dell'economia e dell'abitare si saldano e, in tanti casi, si contrappongono fra loro in maniera anche conflittuale. In Italia la nascita delle periferie può essere fatta coincidere con il Programma di Ricostruzione lanciato all'indomani della conclusione del Secondo conflitto mondiale. Il 1945 segna la fine e l'inizio: la vita riparte, molti interventi si realizzano sulle macerie della guerra mentre si annunciano le scelte per una ""nuova"""" architettura che avrebbe dovuto favorire la comunicazione fra le persone. """"Comunità"""" e stata una parola chiave, anche in aderenza al movimento promosso da Adriano Olivetti nella prospettiva utopica di una radicale riforma del sistema politico."" -
La modisteria. Autobiografia breve
L'autore del libro è persona tanto nota da suscitare curiosità da parte degli studenti e degli amici, ma non tanto quanto basta a conoscere i suoi aspetti di vita privata, illustrati in questa sede. La modisteria è il luogo di origine del lavoro familiare e tipico sito dell'artigianato e commercio napoletano dall'ottocento ad oggi; cosicché il parlarne costituisce una pagina della vita e del costume napoletano. Oltre la narrazione delle vicende del protagonista e a quella dei suoi parenti, le parole Chiaia, Toledo, via dei Mille rievocano efficacemente tale pagina. Il saggio ricorda inoltre gli anni della guerra, l'occupazione degli alleati, i continui cambiamenti di domicilio, il periodo delle vacanze, il ruolo giocato da Posillipo. Nel dopoguerra avviene la scissione: parte della famiglia sceglie di abitare in collina, altri restano fedeli alla strada di Chiaia, per un verso plebea, per un'altra nobilissima. -
Gino Avena. Architetto 1898-1979
La figura dell'architetto Gino Avena (1898-1979), figlio del più famoso Adolfo, viene qui analizzata attraverso la raccolta e la catalogazione delle sue opere prodotte negli anni che precedono e seguono la Seconda guerra mondiale. Uomo formatosi professionalmente da una sensibilità eclettica di stampo paterno, personalità poliedrica e originale, dotato di una certa ironia, prolifico progettista sensibile al cambiamento del gusto, Gino Avena si può annoverare fra le figure di spicco che hanno contribuito a dare alla città di Napoli un'immagine architettonica del tutto nuova all'interno del suo panorama cittadino, non soggetta ad alcun formalismo politico e orientamento di gusto spesso soggetti a volubili cambiamenti nel corso del tempo. Molte sue opere pubbliche, andate purtroppo perdute, coprono tasselli temporali che, seppur dimenticati nell'ambito della cronologia storica, sono di fondamentale arricchimento d'informazione anche per la ricostruzione di vicende sociali e culturali della città. L'attenzione della critica si è soffermata soprattutto su alcuni suoi lavori più noti e ne ha rivalutato l'importanza sul finire del Novecento, inserendoli tuttavia solo come parziale citazione all'interno di un discorso architettonico più ampio e generico e in un contesto temporale limitato e di settore. Nel 2009 un suo edificio al quartiere Vomero, progettato in via Morghen nel 1935, è stato dichiarato dalla Soprintendenza di Napoli Bene Culturale particolarmente importante da tutelare. La valorizzazione della figura di Gino Avena è l'obiettivo primario di questa pubblicazione, che mira ad analizzare tutti i diversi aspetti della sua intensa attività professionale. In particolare, il volume descrive l'originale personalità e le capacità creative dell'architetto grazie all'analisi di alcune sue opere più riuscite, quali: palazzi, ville, alberghi, cine-teatri e negozi, illustrate non solo nella loro qualità formale, ma anche nell'ambito della loro storia costruttiva, nei loro ambienti interni e nell'insolita innovazione dei caratteri tipologici adottati di volta in volta per ogni singolo intervento. La documentazione, in gran parte inedita, si avvale di disegni originali e fotografie d'epoca provenienti da diversi archivi pubblici e privati, fra cui anche quello dello stesso architetto. Alcune immagini a colori di numerose soluzioni d'arredo interno completano un apparato illustrativo ricco e di particolare rilievo. -
In limine
Architettura e Psicoanalisi, al di là delle evidenti differenze, riconoscono un legame già dagli inizi dell'Ottocento, comprovato dal fatto che il concetto freudiano di ""perturbante"""", come metafora di uno stato di labilità nel vissuto tra persone oggetti e spazi, sia sempre più parte anche degli strumenti linguistici del progettista e in particolare nella fase ideativa del lavoro. In modo più o meno consapevole è un dato di fatto come molte espressioni dell'architettura contemporanea, senza necessariamente riferirsi al manierismo tecnologico imperante, riflettano questo stato di spaesamento e di difficoltà di relazioni. Difficoltà di sentirsi a casa ma anche necessità di ridefinire i propri confini armonici. Il testo, raccogliendo i contributi di 8 architetti e 8 psicoanalisti, tenta una forma di dialogo a distanza e sulla traccia metaforica del limite, considerato non come barriera ma come luogo dell'attraversamento, tenta di sollecitare punti di riflessione, linee di ricerca, piani di consapevolezza. Nel confronto emerge come l'interesse comune si manifesti attraverso la narrazione in un transito emozionale tra segnali sparsi di progetti accettati come futuro ma affondati nel passato. Con scritti di Antonio Angelillo, Andrea Califano, Vito Cappiello, Marta Capuano, Paolo Cotrufo, Virginia De Micco, Paola Galante, Sara Marini, Vincenzo Maria Mattanò, Enrico Pinna, Marco Sarno, Cosimo Schinaia, Sarantis Thanopulos, Sisto Vecchio."" -
Lo spazio della corte. Dalla evocazione della radura alla permanenza del tipo
Il volume intende indagare la corte nella sua accezione di formazione spaziale primaria appartenente al campo disciplinare dell'architettura. In tal senso, la corte rappresenta l'ipostasi di una cultura dell'abitare millenaria e arcaica che continua ad essere tutt'oggi oggetto di riflessione così come lo è stata nell'esperienza del Movimento Moderno. Tale operazione è condotta attraverso l'adozione di un punto divista sull'architettura che assume l'archetipo, nello specifico quello naturale della radura, come valore imprescindibile su cui edificare la struttura analitica ed ermeneutica dello studio, rivolto a scoprire sia i caratteri inemendabili e costituenti il tipo nonché le numerose manifestazioni sensibili in cui è rinvenibile lo spazio della corte: dal Palazzo di Cnosso al Museo per una piccola città di Ludwig Mies van der Rohe, passando per un cospicuo numero di exempla che completano la trattazione. -
Composizioni tonali. Lo spazio nelle architetture di Luigi Cosenza
La figura di Luigi Cosenza e la sua opera, per l'elevato grado di esemplarità nella tradizione del Moderno, continuano a suscitare interesse, riconoscendo l'indiscusso valore fondativo per la cultura architettonica partenopea moderna e non solo. Il presente volume tenta di ricostruire i fili di un pensiero, quello di Cosenza, profondamente radicato in una visione della modernità in cui convivono tre grandi tematiche: il Razionalismo come metodo, il Classico come aspirazione e il Mediterraneo come luogo in cui rinvenire una comune idea di abitare. Interrogare l'eredità di questa esperienza significa dunque ""ridestare l'eco dell'originale"""" ovvero rintracciare i frammenti di un discorso interrotto che ancora oggi è in grado di costruire un ragionamento sull'architettura, sulle sue origini e le sue finalità. In tal senso la scala tonale degli spazi, tema principale del volume, risulta essere lo strumento d'elezione prelevato dalla teoresi dell'ingegnere in ponti e strade ancora capace di costruire inediti scenari metodologici e disciplinari, con cui attuare una sostanziale revisione non solo della sua opera, ma soprattutto del nostro modo di intendere la prassi architettonica."" -
Fiabe e racconti popolari dell'isola di Procida
Questo libro nasce dal profondo desiderio di restituire ai procidani un tassello della cultura tradizionale, fatto di brevi narrazioni, aneddoti divertenti, fiabe, storie della paura, credenze, e al contempo di fare rivivere le voci dei narratori intervistati nel corso di una lunga ricerca sul campo iniziata nel 1980. Oltre quaranta anni fa, infatti, la Soprintendenza ai B.A.A.A.S. di Napoli commissionò ai curatori di questo libro e ad altri ricercatori una rilevazione del patrimonio folklorico procidano in tutti i suoi aspetti, dalle cerimonie religiose a quelle magiche, dalla narrativa di tradizione orale ai canti. I testi raccolti mediante interviste agli anziani dell'isola furono depositati nel 1980 presso il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari di Roma e la Soprintendenza di Napoli. Le trascrizioni dei testi qui riportati comunicano in modo quasi fedele la modalità espressiva e la spontaneità degli informatori intervistati. Tali narrazioni possedevano un tempo un grande valore pedagogico e una funzione 'terapeutica' all'interno della cultura popolare dell'isola; inoltre esse venivano spesso raccontate in occasioni di narrazioni collettive. Le illustrazioni di Alessandro Mautone, famoso artista e ceramista campano, particolarmente sensibile al linguaggio metaforico del mito e della fiaba, sembrano cogliere in profondità, attraverso il gesto artistico, il senso ultimo del racconto, il suo messaggio più intimo e cifrato. Il suo tratto disegna un passato ancestrale in cui le fiabe, le narrazioni e i miti hanno ancora una forte valenza simbolica ed esplicativa della realtà. -
La scuola di architettura a Napoli. I maestri e le opere. Dalla fondazione al dopoguerra (1927-1945)
Il catalogo raccoglie gli esiti della prima mostra del ciclo ""Radici_La Scuola di Architettura a Napoli: i maestri e le opere"""", ospitata nella sua sede storica di Palazzo Gravina, che intende focalizzare l'attenzione della comunità scientifica, degli studiosi e, più in generale, della città, sulle 'radici' e le matrici culturali che hanno dato vita e carattere alla Facoltà di Architettura di Napoli dalle origini a oggi. Il primo volume """"Dalla fondazione al dopoguerra (1927-1945)"""", riguarda il periodo che va dalla fondazione della Regia Scuola di Architettura (poi, Facoltà, dal 1935) al primissimo dopoguerra, e che ha avuto come figure centrali Alberto Calza Bini, Roberto Pane, Marcello Canino, Ferdinando Chiaromonte, Giulio De Luca e Carlo Cocchia. In questa come nelle successive mostre del ciclo, vi è uno spazio dedicato alla figura di Luigi Cosenza che, pur non essendo stato docente della Scuola di Architettura, ne ha sempre rappresentato la 'coscienza critica' e un forte riferimento esterno."" -
Narrate case le vostre storie. Ediz. illustrata
Disegni di Diego, racconti di Mauro. Quali dei due nascono prima? È evidente! I disegni delle case. Nasce prima la casa: è sempre stato così. L'uomo prima pensò a mettere su casa in una caverna, poi la scarabocchiò con i graffiti, poi imparò a leggere e a scrivere. Una sera d'estate al tavolino esterno di una vineria, messo sul marciapiede lungo una strada signorile della nostra città, che non ha niente di panoramico o di monumentale, è seduto pacificamente Diego. Ha davanti a sé un bicchiere di vino. Non ricordo bene perché mi trovassi a quell'ora da quelle parti e con mia moglie. Ricordo però che ero disperato per la difficoltà di parcheggio. Alla fine, fermo la macchina in divieto di sosta davanti a un cancello a pochi passi da Diego e gli raccomando: ""Guardami la macchina!"""" Ritorniamo e, sempre lasciando l'auto in posizione assai precaria, ci sediamo accanto a Diego a farci un goccetto. Curioso come sono, chiedo dare uno sguardo ai cartoncini che ha davanti. Sono una trentina di disegni. Case. Una per cartoncino. Case, case fiabesche, case ammiccanti, case ridenti, case arrabbiate, case sexy, case anoressiche, case bulimiche, case con gli occhiali, case che fumano, case che fanno sberleffi, forse caricature di case. """"Bellissime! - dico - Viste così, l'una dietro l'altra, sembrano illustrazioni di una fiaba non scritta!"""" Diego beve un sorso di vino e mi fa: """"Perché non la scrivi tu?"""" E io l'ho scritta. E le case raccontano le loro storie."" -
Michelangelo, i gesuiti e il mistero del Gesù
La collaborazione fra Michelangelo e la Compagnia di Gesù ci è nota solo da alcuni frammenti di lettere di Sant'Ignazio e relativi ad un primo progetto per la chiesa del Gesù di Roma (1554) - mai realizzato, né mai esplicitato nei contenuti dalla storiografia gesuita - cui segue la condanna di eresia per i criteri di rappresentazione del Giudizio della Sistina, comparsa su ""La Civiltà Cattolica"""" nel 1992. Episodio contraddittorio sembra invece a Napoli la trasformazione del quattrocentesco palazzo Sanseverino di Salerno nella basilica del """"Gesù Nuovo"""", di evidente stampo michelangiolesco, ma sempre accreditata dalla Compagnia come opera di maniera del 1584 di un architetto interno all'Ordine, semplice imitatore di Michelangelo, mentre un documento dell'archivio Sanseverino, confermato oggi da numerosi altri indizi a corredo, testimonierebbe il passaggio della proprietà del palazzo nelle mani dei gesuiti già nel 1551. Il volume affronta entrambi gli argomenti, ma in particolare il tema sulla reale paternità architettonica dell'episodio napoletano, con un ricco apparato bibliografico ed iconografico. Alla presenza di un mito latente, una significativa analogia legherà alla fine l'opera realizzata per il Gesù di Roma dal Vignola-Della Porta, con il """"Gesù Nuovo"""" di Napoli del Valeriano-Dosio e con una pregnanza identitaria tale, da poter ipotizzare entrambe fra le molte opere perdute di Michelangelo."" -
Carlo Afan De Rivera e la Scuola napoletana di ponti e strade
Il volume indaga su una delle figure più interessanti e prestigiose della cultura tecnica nella prima metà dell'Ottocento: il celebrato direttore del servizio Ponti e Strade, Acque, Foreste e Caccia che i Borbone ereditarono dall'esperienza innovativa del decennio francese. I vari contributi presentati indagano diversi aspetti della versatile personalità di Carlo Afan de Rivera, cercando di inquadrarne l'attività nel contesto politico e culturale degli anni in cui visse, ma gettando lo sguardo anche alle persone e agli organismi che precorsero la sua stagione e alle figure di tecnici e intellettuali di prestigio che si formarono all'ombra della sua autorità e che diedero inizio alla prestigiosa tradizione degli ingegneri napoletani nel Regno e nell'Italia unita. -
La forma dell'invisibile. Per una ecologia politica dei territori fragili
Le sfide a cui le regioni urbane devono oggi rispondere vanno affrontate con approcci analitici e interpretativi via via più sofisticati e, necessariamente, a più voci. La ricerca in campo urbanistico vanta una tradizione di inchiesta ambientale con i territori e le comunità insediate che, per quanto minoritaria, mantiene intatto il suo fascino. Rivisitata attraverso le domande poste dalla transizione in corso, e traguardata con la lente dell'Environmental Justice, mettendo in tensione le tradizionali competenze di analisi delle politiche con gli studi di Urban Political Ecology, questo tipo di ricerca può dunque dare origine a formule di rigenerazione collaborativa fra chi commissiona e progetta piani e politiche e chi ancora resta imprigionato nel ruolo di ""destinatario finale"""" degli stessi. Rafforzare questa interazione, dando forma e sostanza a ciò che spesso rimane invisibile, ovvero le voci e le progettualità di territori e comunità locali, significa finalizzare la costruzione e la diffusione delle conoscenze all'ancoraggio delle trasformazioni innescate. Il libro porta in primo piano l'operatività di un engaged scholar che finalizza il proprio operare alla valorizzazione del territorio esplorato, inserendo narrazioni e competenze locali al cuore dell'agenda ambientale per ossigenare le fasi di costruzione del problema e configurazione collettiva delle soluzioni."" -
Materiali per l'architettura
Il volume restituisce un quadro sistematico sui materiali utilizzati nel settore delle costruzioni con l’obiettivo di stimolare nel lettore un atteggiamento critico e propositivo sull’uso delle risorse materiali e dei relativi procedimenti produttivi e di trasformazione oltre che sui processi costruttivi e di assemblaggio. Ogni materiale è descritto iniziando con un excursus storico, per continuare con definizione, composizione e classificazione, processo di produzione e lavorazione, manufatti, posa in opera, caratteristiche e proprietà, cause di degrado e interventi di consolidamento, impatto ambientale e bibliografia di riferimento. Risultato dell’esperienza in ambito della didattica e della ricerca, ""Materiali per l’architettura"""" intende supportare le discipline teoriche dell’area tecnologica poste ai primi anni degli ordinamenti didattici dei Corsi di laurea in Architettura e in Ingegneria."" -
Posillipo oggi
Il metodo espositivo di questo studio e l'artificio selettivo, grazie al quale in esso sono state considerate solo le cose notevoli, è stato quello di immaginare l'intero scenario di Posillipo come un grande affresco antico e restaurato, ignorando gli interventi che hanno danneggiato l'ambiente e la storia di un territorio di così straordinaria rilevanza, seguendo il consiglio di Robero Pane di non guardare in alto ma di descrivere quanto si vede, sia pure metaforicamente, dal mare navigando lentamente sotto costa. l'orografia e i nomi dei siti; i miti e leggende. Vengono esaminati i Casali sulla collina e segnatamente di S. Strato, gli sviluppi dell'età vicereale, con al centro il Palazzo Donn'Anna, le costruzioni sulla costa, le strade e le ville, le idee, i ricordi e le immagini con un cenno alla scuola pittorica. -
Umberto Riva. Mobili e luci
Questa pubblicazione analizza, per la prima volta ed in modo sistematico, il lavoro di Umberto Riva nel campo del design, dal 1959 al 2019. Tutto prende origine, infatti, dalla Poltrona a sdraio in vimini 463 per Vittorio Bonacina del 1959, alla Poltrona E19 per Giustini/Stagetti e al Tappeto Narciso per la Tacchini del 2019, passando attraverso le produzioni delle maggiori aziende italiane di design quali: Centro Fly, Bieffeplast, Francesconi, VeArt Scorzè, FontanaArte, Barovier&Toso, Acierno, Bigelli Marmi, Driade, Bellato, I.B. Office, Artemide, Montina, Morelato e Tacchini. A commento del testo sono presenti circa 110 immagini molte delle quali inedite tra disegni, cataloghi e materiale iconografico proveniente dagli archivi dello Studio Riva e dell'autore. Umberto Riva, uno dei più grandi designer europei, nel 2018, ha ricevuto la Medaglia d'oro alla carriera alla Triennale di Milano e sempre nel 2018, David Chipperfield Architects Studio gli ha riservato una mostra sulle lampade dal titolo ""Chipperfield approda a Riva: incontro sulla stessa sponda del Naviglio"""". Nel 2019 la galleria Sozzani di Milano, in occasione del Salone del mobile, gli ha dedicato una mostra dal titolo """"Forme: Umberto Riva, architetto designer""""."" -
Dialoghi partigiani. Giancarlo Carnevale e il tempo del progetto
In questa intervista-dialogo gli argomenti vanno dalle riflessioni sull'insegnamento alle trasformazioni prodottesi nella cultura e nella pratica architettonica, dalle ricerche condotte insieme - tanto applicate quanto teoriche - fino alla microstoria dello IUAV, di cui Carnevale è stato preside per alcuni anni, e alle politiche culturali esperite nel corso della esperienza didattica e istituzionale svolta dall'architetto Giancarlo Carnevale (Napoli, 1942). Attraverso domande e risposte emergono anche elementi di novità, soprattutto nella considerazione del sapere esperienziale, accantonato e stigmatizzato proprio dalla generazione cui appartiene Carnevale (gli anni del '68) e ora rivalutato come antidoto agli eccessi che l'avvento del digitale sta producendo. Viene ribadita e argomentata la tesi che non si stia soltanto trasformando lo statuto disciplinare del ""Progetto"""", ma che piuttosto stia nascendo una """"nuova disciplina"""", e la necessità di tornare al disegno come sola pratica per far emergere un pensiero progettuale (il pensiero della mano)."" -
Alberto Cecchetto. Dialoghi circolari e progetti di luoghi
Esther Giani intervista Alberto Cecchetto, architetto veneziano, che svolge attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di Architettura di Venezia IUAV, dove è professore ordinario di Progettazione Urbana e docente al Laboratorio Internazionale di Architettura e Urban Design, ILAUD di Giancarlo De Carlo. Cecchetto esplora la complessità del progetto urbano su temi e scale differenti redigendo piani e progetti urbani per varie città italiane, tra i quali il Piano Regolatore di Assisi, del Centro Urbano di Trieste, il Masterplan di Addis Abeba e delle Isole Maltesi. I piani attuativi di Porto Vecchio a Trieste, del water front di Riva del Garda e il nuovo Piano Territoriale dell'Alto Garda Trentino. Nella progettazione architettonica esplora le complesse relazioni con i luoghi nei diversi contesti. Redige più di cento progetti dal 1980 in poi. Nel 2008 riceve menzione al Premio per l' Urbanistica e la Pianificazione Territoriale Luigi Piccinato, nel 2010 il premio Festival delle città impresa, riconoscimento alla carriera oltre al premio Us Award per gli uffici e laboratori del CNR all' Arsenale di Venezia. Nel 2012 vince il Primo premio Internazionale Ischia di Architettura - PIDA, per l'Hotel Lido Palace.