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La rivoluzione nella culla. Il declino che non c'è
È diffusissima l'idea, divenuta da tempo un luogo comune, che la popolazione italiana sia in declino, a causa dell'invecchiamento e della bassa natalità. Ma davvero le cose stanno così? A leggere questo libro si scopre una realtà molto diversa: in Italia non esiste un vero problema di popolazione, perché una rivoluzione demografica muove oggi i suoi primi passi. Nell'ultimo decennio la rapidità dell'invecchiamento è diminuita, malgrado il continuo aumento della sopravvivenza degli anziani, mentre la crescita della popolazione è stata superiore a quella degli anni Settanta. Le forti immigrazioni, l'aumento della sopravvivenza, la ripresa della natalità, la tenuta dei legami fra genitori e figli interagiscono tra loro in modo positivo, spingendo la popolazione verso nuovi equilibri e aprendo alla società italiana nuove possibilità. Già oggi questa rivoluzione sta cambiando la vita di tutti gli italiani. Tuttavia la rivoluzione demografica non è un pranzo di gala. Servono scelte coraggiose: politici e scienziati sociali hanno grandi responsabilità, affinchè questi mutamenti non generino nuove paure, ma aumentino il benessere e diminuiscano le disuguaglianze. -
Il gioco delle potenze. La politica mondiale del XXI secolo
L'egemonia americana ha subito una battuta d'arresto con l'avventura irachena. Se la fine della guerra fredda aveva segnato la transizione da un mondo bipolare a un mondo unipolare, l'11 settembre ha dato il via a un progetto unilateralista in Medio Oriente, Asia Centrale, Europa Orientale. Le altre potenze del mondo - Europa, Russia, Cina, Giappone, India - non sono però rimaste inerti di fronte al nuovo corso della politica estera americana. Il saggio di Buzan indaga relazioni e tensioni fra l'unica superpotenza rimasta e le grandi potenze regionali. La discussione si basa sul contrasto fra i due principi cardine della geopolitica contemporanea: polarità e identità. Secondo il primo concetto, proprio della Realpolitik, sono il numero e il peso relativo degli attori in campo a definire le strategie geopolitiche. Se una potenza si lancia in un tentativo egemonico, le altre potenze coalizzeranno le proprie diplomazie, e se necessario i propri eserciti, per cercare di ristabilire l'equilibrio di potenza. In base al secondo concetto, sviluppato dalla sociologia internazionale, la storia e la cultura politiche di un paese ne condizionano le azioni sulla scena internazionale. -
La democrazia globale. Mercati, movimenti, governi
Il mondo contemporaneo è al tempo stesso un sistema globale unico e una realtà sociale frammentata e carica di conflitti, con opportunità senza precedenti di giustizia sociale, benessere economico e democrazia politica, ma comporta anche rischi parimenti senza precedenti di guerre devastanti, disuguaglianze intollerabili e catastrofi ecologiche. Una delle contraddizioni più evidenti è quella tra interdipendenza economica e tecnologica e frammentazione politica e culturale. Non esiste in realtà una forma univoca e inevitabile di globalizzazione: la configurazione che essa può assumere e gli effetti positivi e negativi che può produrre dipendono dalle modalità di regolazione e di governo del processo stesso di globalizzazione. -
L' Italia in gabbia. Il volto politico della crisi economica
Perché l'Italia rimane intrappolata nella stagnazione economica? Quali sono le cause di una crisi che dura da trent'anni? È cambiato il sistema politico, la lira non esiste più, molti protagonisti sono usciti di scena, ma i problemi economici dell'Italia sono sempre gli stessi. Riusciremo a liberarci da questa maledizione? Il libro affronta questi interrogativi esaminando i principali nodi irrisolti del governo dell'economia nel nostro paese. L'analisi rivela che i problemi economici in realtà sono problemi politici. La crescita economica è a portata di mano. Se non riusciamo ad afferrarla, è perché la politica ha fallito. Ma non vi è un unico fallimento della politica: vi sono tanti errori sistematici, che si rinforzano l'un l'altro. Smascherarli è il primo passo per tornare a crescere. -
Ricchi e poveri. L'Italia e le disuguaglianze (in)accettabili
Negli ultimi due decenni si è parlato poco di disuguaglianza, rispetto, per esempio, alla crescita, al debito pubblico, agli andamenti finanziari e, ovviamente, alla crisi scoppiata a fine 2008, che solo molto indirettamente viene collegata a essa. Certo è stato detto che la disuguaglianza è alta, ma poco altro: non si è mai discusso se sia accettabile, quasi che possa essere soltanto pesata e non valutata. Il punto importante è invece proprio analizzare e discutere, a livello culturale e politico, le disuguaglianze accettabili. Il libro lo fa, con riferimento all'Italia anche in confronto con altri paesi, ripercorrendo in modo rigoroso, documentato e accessibile i cambiamenti intervenuti nella distribuzione dei redditi negli ultimi anni e i meccanismi più profondi del fenomeno, inclusa la trasmissione intergenerazionale della disuguaglianza; fornendo dati assolutamente inediti sulla percezione e l'atteggiamento rispetto a essa, e indagando le ragioni per cui le alte disuguaglianze non generano le reazioni che ci si potrebbe aspettare. -
L' Africa cinese. Gli interessi asiatici nel continente nero
Che cosa ci fanno centinaia di operai edili cinesi ammassati in cantieri-dormitorio organizzati come piccole Chinatown nel bel mezzo del deserto della Dancalia in Etiopia? E perché diventa sempre più frequente incrociare lo sciamare ordinato di funzionari di Pechino e businessmen di Shanghai negli hotel di Lagos o sulle rotte per Luanda? Il governo di Pechino sta estendendo la sua influenza nei paesi in via di sviluppo, esportando un modello organizzativo, sociale ed economico alternativo a quello dei paesi occidentali proprio a partire dal Continente Nero. Negli ultimi dieci anni l'Africa è diventata l'obiettivo strategico primario di Pechino e il vero banco di prova della capacità cinese di esportare, adattare e ripensare continuamente il proprio modello di sviluppo. Attraverso un percorso che si snoda sulle piste sabbiose del continente dal sottosuolo più ricco di materie prime, in questo libro viene analizzato in tutte le sue straordinarie contraddizioni l'impatto di un paradigma economico-sociale con il quale tutti sono chiamati a confrontarsi: il ""Beijing Consensus""""."" -
Libro bianco sulla creatività. Per un modello italiano di sviluppo
Il ""Libro bianco sulla creatività"""" è il risultato del lavoro svolto dalla Commissione di studio ministeriale, incaricata di elaborare un Rapporto sulla creatività e produzione di cultura in Italia, che ne stimasse, tra l'altro, il valore economico. Il libro si propone due obiettivi. In primo luogo, delineare il profilo essenziale di un modello italiano di creatività e di produzione culturale, nella convinzione che si debba ritrovare appunto la creatività, per aiutare lo sviluppo del paese. In secondo luogo, offrire un contributo alla conoscenza e alla definizione del macrosettore delle industrie culturali, che per diffusione, trasversalità e immaterialità di molte sue componenti non ha nel nostro paese un'identità statistica chiara e ben percepita. Per contribuire al successo dell'industria culturale italiana il """"Libro bianco"""" traccia, inoltre, alcune strategie di azione coordinate per i diversi settori: le città creative, il design e la cultura materiale, la moda, l'architettura, l'economia della conoscenza, la pubblicità, il cinema, la tv, la radio, l'editoria, l'industria del gusto, l'arte contemporanea, la musica e il patrimonio culturale."" -
Fannulloni si diventa. Una cura per una burocrazia malata
"Il giudice Borsellino era un dipendente pubblico, il professor Biagi anche, così come gli uomini della scorta del giudice Falcone. E questi sono gli eroi. Enrico Fermi era un dipendente pubblico, così come lo è la maestra di mio figlio, che ha fatto un lavoro importantissimo e straordinario. E questi sono i campioni. Anche l'impiegato che ha accumulato centoventi giorni di assenza in un anno è un dipendente pubblico, così come lo è quello che si fa timbrare il cartellino dal collega compiacente. E questi sono i fannulloni. Come possono convivere nelle organizzazioni pubbliche persone tanto diverse? Semplicemente, non possono"""". Il libro descrive, con ampi riferimenti alla realtà, la situazione delle organizzazioni pubbliche e illustra alcune fondamentali proposte per il cambiamento delle stesse, nell'ambito del nuovo quadro di riforma del lavoro pubblico delineato dalla """"legge Brunetta"""" (Legge delega 15/09). Un libro destinato a far discutere, che si inserisce a pieno nel dibattito sulla pubblica amministrazione, con una prospettiva però capace di superare gli stereotipi e, soprattutto, di concentrarsi sulle cose che si possono e si devono fare." -
Il buono dell'economia. Etica e mercato oltre i luoghi comuni
Non occorre essere anticapitalisti o baciapile per cogliere l'attualità del dibattito sul rapporto tra etica ed economia, spesso viziato dalla confusione su tre ambiti che devono rimanere distinti, perché sono ciascuno cosa diversa: globalizzazione, mercato e capitalismo.Perché ci possono essere un capitalismo che non è liberale e una globalizzazione che non rispetta le regole; mentre non è mercato quello che rifiuta le regole e non si riconosce in un corpus di principi. Tale dibattito ha finito con l'arenarsi sulle secche del risentimento popolare verso le crescenti diseguaglianze, alimentato dalle iperboliche retribuzioni di manager, trascurando invece di approfondire gli aspetti fisiologici che dovrebbero contribuire a definire il sistema di mercato. In questo non si è sfruttata appieno l'occasioneofferta dalla crisi, che qualcuno ha auspicato possa trasformarsi, per la sua dimensione e il suo significato, in una sorta di ""correttivo morale"""" dei comportamenti tenuti finora. Naturalmente, il punto è: come?"" -
L'acqua e la spugna. Troppa moneta: i guasti di oggi, il controllo di domani
La crisi è anche colpa della politica monetaria delle banche centrali: è una cosa che si è detta, ma su cui non ci si è soffermati abbastanza. Questo libro lo fa, in modo documentato e con un linguaggio accessibile anche ai non tecnici. È stata creata troppa moneta, si è formato troppo credito e del sovrabbondante credito si è fatto cattivo uso, con la conseguenza che la qualità dei prestiti e dei titoli si è deteriorata, fino a ""scoppiare"""". Il libro si snoda attraverso semplici scansioni temporali: c'è un """"ieri"""" che analizza le radici di quanto è successo, raccontando liberamente alcuni avvenimenti della storia monetaria internazionale degli ultimi decenni; c'è un """"oggi"""" su come ad oggi la situazione è stata gestita dalle banche centrali e dai governi; c'è un """"domani"""", perché il ciclone non si ripeta. In tutte e tre le sezioni c'è accordo solo parziale con l'ortodossia e le idee più diffuse. È proprio l'""""ortodossia monetaria"""" che va ripensata, preservandone i punti di forza. Tra questi, va riaffermato, ma anche riconsiderato, l'obiettivo primario della politica monetaria: la stabilità dei prezzi."" -
L' idea di giustizia. Da John Rawls a oggi
Con la pubblicazione di ""A Theory of Justice"""" di John Rawls, nel 1971, ha ricevuto nuovo impulso la discussione sulla giustizia sociale, imponendosi ben presto come uno dei temi centrali nella discussione pubblica dei paesi occidentali. Ciò si deve, in larga misura, alla straordinaria influenza che il metodo e le idee che Rawls aveva presentato, dopo un lungo periodo di gestazione, nel libro del 1971, hanno avuto su generazioni di studiosi. Lo scopo di questa antologia è aiutare il lettore ad acquisire familiarità con il dibattito sulla giustizia sociale che ruota intorno alle tesi di Rawls, attraverso la lettura di alcuni articoli che sono ormai considerati classici. Al termine del volume c'è un'ampia sezione di letture ulteriori, che funge da guida elementare alla sterminata discussione sulla giustizia, prima e dopo Rawls."" -
Alfabeto italiano. Fatti e persone di una storia al presente
I problemi di oggi non possono essere affrontati se siamo inconsapevoli della storia, studiata con impegno, anche da non specialisti. È questo l'intento del libro, nato nella squadra del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia: un alfabeto che permetta di appuntare le cose essenziali, che giovani e meno giovani è giusto sappiano per ricercare un senso complessivo allo stare insieme come italiani, come italiani in Europa e come italiani nel mondo. Fuori da ogni retorica il libro, articolato in 70 brevi capitoli in ordine alfabetico, racconta l'Italia così come si è formata, con le sue spinte ideali, con i compromessi, con la qualità delle sue élite dirigenti, con i problemi che in quel contesto seppero risolvere e quelli che lasciarono al futuro. Con le incompiutezze e gli errori, che tocca a noi contemporanei affrontare. L'alfabeto, con i tanti fatti, le mille storie, i luoghi, le persone, le parole-chiave, è un contributo a trovare le ragioni per un futuro comune, da Nord a Sud, anche se la risposta alla domanda sull'esistenza di un sentimento nazionale o sulla volontà di costruire tale futuro è in ciascuno di noi. E si proietta ben oltre le celebrazioni dei 150 anni. -
La competizione collaborativa. Ricostruire il capitale sociale ed economico
Ridisegnare la competizione a partire dalla collaborazione: ci vuole un nuovo modello per recuperare il tempo perduto. Il mondo occidentale si è cullato nell'idea che l'abbondanza di beni non finisse mai, fino a quando si è dovuto bruscamente risvegliare di fronte ai problemi posti dalla crisi, che hanno messo in discussione i suoi modelli di vita e di società. Le analisi ex post sono state quasi tutte di carattere economico-finanziario: quasi nessun macroeconomista si è posto il problema di quanto i fondamentali dell'economia possano dipendere dai fondamentali della natura umana. Per contro è stato forte il richiamo sociale e religioso all'esigenza di maggiore eticità nei comportamenti e alla necessità di introdurre regole più stringenti e orientate a recuperare comportamenti moralmente più rigorosi. È importante ripensare l'economia per favorire processi di crescita più rispettosi dell'equità nella redistribuzione della ricchezza, in un contesto globale dove la crescente interdipendenza richiede politiche condivise, più orientate a una collaborazione costruttiva che a una competizione distruttiva. Prefazione di Elio Borgonovi. -
La fatica dei giusti. Come la giustizia può funzionare
Si può parlare di giustizia oggi in Italia senza lasciarsi invischiare nella polemica? Si può ""raccontare"""" il faticoso mestiere del magistrato senza difese d'ufficio ma smentendo, numeri alla mano, la vulgata che vuole farne un burocrate inefficiente o un potente intoccabile? E si può provare a capire le ragioni dello """"stato d'insolvenza"""" della giustizia (con i suoi 9 milioni di processi pendenti) e a proporre soluzioni, forse imperfette, ma pragmatiche e non ideologiche? È ciò che questo libro cerca di fare. Prefazione di Ernesto Lupo."" -
La Turchia bussa alla porta. Viaggio nel paese sospeso tra Europa e Asia
Anche per via della lingua - sconosciuta a pressoché tutti gli italiani (non si dice alternativamente ""parlo arabo?"""" o """"parlo turco?"""") - la Turchia resta nel nostro immaginario collettivo un paese in gran parte sconosciuto, affidato a luoghi comuni fuorvianti. Chi meglio di Carlo Marsili, ambasciatore in Turchia dal 2004 al 2010, ha le carte in regola per farci scoprire questo paese e le sue contraddizioni? Dalle minoranze etniche alla condizione femminile; dalle contraddizioni dell'islamismo moderato alla questione armena; dalla stratificazione sociale alla classe politica e ai partiti; ai mezzi di comunicazione e alla lotta per la libertà di stampa, al ruolo dell'esercito e alla politica interna ed estera; sino ai capitoli finali, dedicati a come i turchi vedono gli europei, allo sviluppo economico, e alla presenza italiana: ricco di aneddoti ed episodi vissuti in prima persona, il libro dà finalmente un quadro realistico e privo di pregiudizi della Turchia d'oggi. E ci spiega anche perché un'Unione Europea senza la Turchia sarebbe inevitabilmente destinata a un ruolo di secondo rango rispetto non solo a Stati Uniti e Cina, ma anche a India, Brasile e altre potenze emergenti."" -
L' Occidente allo specchio. Modelli di società a confronto
La prima seria analisi e interpretazione delle caratteristiche della società europea e americana, per diversità e similitudini: famiglia, economia, istituzioni politiche, disuguaglianza, welfare, cultura, religione, forma della città. Il libro delinea un quadro della modernità occidentale nuovo e significativo: un affresco ricco e avvincente per temi affrontati e documentazione fornita. USA e UE sono spesso considerati esempi di sviluppo economico e di modernizzazione politica e culturale antitetici: i primi innovatori, la seconda tradizionalista. Ma sono in realtà due varianti della stessa civiltà. L'approccio è assolutamente innovativo; sia perché assume che i paesi dell'UE stiano sempre più formando una singola società, con tendenze convergenti e caratteristiche comuni; sia perché conclude che nonostante le diverse priorità nazionali e prospettive di politica estera, UE e USA sono obbligati non solo a competere, ma anche a cooperare. -
Il Mediterraneo degli altri. Le rivolte arabe fra sviluppo e democrazia
Pochi hanno capito che cosa sia veramente successo, quali le cause delle rivolte arabe e soprattutto quale possa essere il loro sviluppo. Secoli di diffidenza fra il mondo islamico e quello cristiano non hanno facilitato una conoscenza reciproca, che sta alla base di qualsiasi circostanziata valutazione. L'analisi socio-economica da sola non è in grado di spiegare compiutamente le rivolte arabe, sia perché tale situazione dipende anche da variabili politico-culturali, sia perché, oltre a lavoro e salario, le folle nelle piazze arabe hanno chiesto soprattutto democrazia e buon governo. Il libro si propone di far conoscere questa regione a tutto tondo, analizzando fatti e avvenimenti, in modo non scontato e al di là della cronaca. Si guarda alle rivolte anche dalla prospettiva del ""vicino di casa"""", combattuto tra il desiderio di favorire l'affermazione di regimi democratici al di là del Mediterraneo, che troppo spesso abbiamo considerato mare nostrum, e il timore che il cammino verso la democrazia possa rivelarsi pieno di trappole. Prefazione di Alberto Negri."" -
Non ci resta che crescere. Riforme: chi vince, chi perde, come farle
Perché in Italia, da oltre un decennio, si fa un gran parlare di riforme finendo per fare poco nulla? La risposta è apparentemente semplice: i potenziali vincitori non hanno voce presso partiti e parti sociali, mentre i potenziali sconfitti sanno bene come far pesare la loro influenza. Eppure, mai come in questa fase storica, i costi delle mancate riforme si fanno avvertire. L'Italia è un paese a rischio di ""dolce declino"""", che ha smesso di crescere per la sua incapacità di adattare un modello di sviluppo e d'intervento pubblico nell'economia. Dal welfare al fisco, dalle liberalizzazioni alla scuola, alcuni esperti prendono di petto, con rigore e passione civile, quattro domande. Che cosa si può fare subito (e a costo zero) per rimettere in moto l'economia italiana? Che cosa nell'arco di due legislature? Quali interessi si oppongono alle riforme e come arginarli (o compensarli)? Quali interessi avrebbero tutto da guadagnare e come mobilitarli? tempi sono maturi perché ci si ponga l'obiettivo di passare dalle parole ai fatti, scommettendo sul consenso di quanti pagano i costi del mancato dinamismo, a partire da interessi diffusi, giovani, donne e neoborghesia del capitale umano."" -
Città italiane in cerca di qualità. Dove e perché si vive meglio
La qualità della vita nelle città italiane è un tema che negli ultimi decenni ha suscitato l'interesse di una molteplicità di attori sociali, in primo luogo dei cittadini e delle autorità. Basti pensare che, tra il 1990 e il 2005, sono emigrati dal Mezzogiorno in città del Centro-Nord quasi due milioni di persone con l'intento di assicurarsi migliori opportunità professionali e una più elevata qualità della vita. Oltre alle opportunità di lavoro, l'opinione pubblica manifesta una crescente attenzione verso le questioni ambientali. Oggi, da un approccio unidimensionale, secondo cui il benessere di un individuo, di una città o di un paese viene valutato in base a un indicatore monetario (tradizionalmente una misura di reddito) si è passati a un approccio multidimensionale, secondo cui viene analizzata una molteplicitàdi fattori come dimostrano, per esempio, le classifiche elaborate dal Sole 24 Ore e da Italia Oggi. Questo libro utilizza una serie di indicatori e una nuova prospettiva, ottenendo così risultati in parte diversi. -
Il riscatto. L'Italia e l'industria internazionale
Un top manager e un giornalista diventato uomo d'impresa si confrontano per offrire un contributo di riflessione e proposte per una ripresa dell'Italia attraverso un programma di nuova industrializzazione. E proprio vero che l'Italia non attrae gli investimenti internazionali? Vogliamo solo continuare a lamentarci? In realtà c'è anche un'Italia positiva. Siamo il secondo paese manifatturiero d'Europa, dopo la Germania, con una rete di imprese soprattutto medie e medio-grandi competitive, eccellenze non solo nella moda, nel design e nell'alimentare, ma anche nell'industria delle macchine utensili, nella meccanica di precisione, nella chimica. Storie di successo dell'Italia multinazionale all'estero: Fiat-Chrysler, Pirelli, Luxottica; e vicende esemplari di multinazionali estere in Italia: che cosa fanno, perché restano nonostante tutto, perché non ne arrivano di nuove? Sono tanti gli ostacoli, per chi voglia investire in Italia: burocrazia, corruzione, lentezza della giustizia, carenti infrastrutture e scarsa ricerca. Ma abbiamo anche molte potenzialità non ancora sfruttate. E la crisi può essere un'occasione positiva per riscattarci.