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La ragazza di Paul
"'La femme de Paul' fa parte della prima raccolta di racconti di Maupassant, Casa Tellier, pubblicata nel 1881. È l'inizio della fulgida carriera dello scrittore: più di trecento racconti, sei romanzi, scritti di viaggio, articoli di giornale, pièces teatrali e altro ancora, in soli dieci anni di attività letteraria. Nonostante sia la prima, questa raccolta già racchiude molti dei tratti distintivi del prolifico e magistrale novelliere, a partire dal titolo, Casa Tellier, che l'autore sceglie perché quello di un racconto per lui significativo. Prima di leggerlo, si può immaginare che la casa in questione sia un qualsiasi interno familiare dell'ottocento borghese, ma quasi subito nella lettura del racconto si scopre che si tratta di una casa chiusa e che le protagoniste sono un gruppo di prostitute. Lo stesso accade per 'La femme de Paul': all'inizio si pensa al significato più comune di femme, moglie e ci illudiamo che l'autore racconterà le vicende della moglie di un certo signore e descriverà il suo quotidiano. Ma non appena si assiste all'ingresso in scena dei due protagonisti, Paul e Madeleine, appare chiaro che non si tratta di una coppia di sposi. Viene anche detto che la ragazza è l'amante di Paul, ma in che senso?"""" (Dalla Prefazione)" -
Certi ricordi non tornano
La Fortezza è una fabbrica di liquori ormai in disuso, compressa fra il Barrio e il Fiume. Tra i palazzi del quartiere periferico svetta il civico 49, ultimo baluardo di resistenza nei confronti della Panopticon, la società proprietaria dell’impianto che vorrebbe trasformare in un moderno centro commerciale. È qui che Michele, sedici anni, viene sorpreso a scrivere una grossa O con una A all’interno su un muro dell’edificio da Alfiero, un condomino con gli occhiali alla Pertini.rnrn“L’inizio è insolitamente conradiano – un uomo cade in mare mentre un’onda si abbatte su una scialuppa. Ma subito una parola incrina, o semplicemente dissona, nell’immagine quasi sovratemporale da romanzo d’avventura di mare. È una parola ipercontemporenea: “resilienza”. Utile a leggere l’intero romanzo come una meditazione narrativa sul tema, o meglio ancora: un racconto lungo in cui lampeggia quel lemma come la chiave di un enigma.” (dalla prefazione di Paolo Di Paolo). -
Maiali e cani
Tutta la tristezza delrnmondo, danza nel miornpovero cuore.rnUn sorriso si apre sul voltorncome un crepacciornquasi che il mio nomerncontenga tutte lernpromesse di sessorndella città.rnrnUn racconto che pedina la protagonista, Candida Volpi, darkfiga strarncurata con lo sguardo Tiramaschi, ventenne di una Milano caotica, contemporanearne a tratti surreale, nella quale la notte regna anche quandornc’è il sole. La sua vita, come quella di ognuno, si scontra con i soprusi, irnveleni, i disorientamenti e la mediocrità umana.rnCandida ha un solo amico che, pur non comprendendo le ragioni dellernsue azioni, condividerà con lei l’atto finale, un assassinio presuntuoso. -
Repátria. Testo portoghese a fronte
"È un libro-volo, come spesso pare il verso, sospeso quasi in una danza mai disposto ad atterrare del tutto se non per sinuosi movimenti di nuovo in direzione dell'aria, della musica, del movimento. Anima agitata, verrebbe da dire, seguendo gli andirivieni di luoghi, di presenze, lingue, amori, paesi. Eppure c'è qualcosa d'altro qui. Sì, da alcune tra queste poesie emerge l'anima concentrata e contemplativa della poetessa, non a caso simile nella versificazione - spesso concisa - alla lezione del suo amato e studiato Ungaretti, poeta nomade e contemplativo. Anima nomade, la Cricelli, dunque, ma concentratissima in un movimento contemplativo che ne segna la diversità da molta, troppa, poesia vagabonda di documentario sentimentale che ci assedia. Intendo, infatti, per contemplazione quella attitudine che abita in ogni poeta ma che in alcuni si fa più intensa e fertile, di guardare allo spazio, movimentato da mille traiettorie, come a una scena in cui il destino offre qualcosa da scoprire, un segno da inseguire, una avventura da interpretare. Le molte radici culturali e le screziate vicende biografiche della Cricelli nutrono e colorano questa attitudine. Libri come questo contribuiscono a liberare la parola contemplazione - così decisiva per la cultura che non voglia ridursi a gioco o a passatempo - da ogni paresi affettiva o da ogni astrazione intellettualistica. La ributtano nel vivo della mischia, con sincerità di voce personale e la libertà di una vita ardente."""" (Davide Rondoni)" -
Parole per la resa
"Questo libro non fa sconti né cerca lacrime tremanti sulle ciglia. Ma solo lacrime dure, intellettuali, profonde. E allo stesso modo stupori altissimi, rarefatti. La voce di Filia che parla da dentro un misterioso rapporto e da dentro una """"resa"""" ci arriva pacata e micidiale non cerca effetti. Non vuole sedurre il lettore con l'esibizione facile di sentimenti o piccole acquisizioni linguistiche. È tesa, tutta coinvolta nel sorprendere ciò che vale, ciò che può essere memorabile nelle circostanze, anche minime. Ha assunto, poeta ormai esperto, molte delle lezioni dell'ultimo Novecento italiano e delle primizie del nuovo millennio. Ma cerca la sua strada senza clamore in una concentrazione quasi da spasmo e da arte orafa sul mistero delle cose e della fine. Filosofica senza mai essere astrazione gratuita o peggio esercizio di piccoli pensieri, la poesia di Filia si presenta come"""" sfida altissima. Dal buio accecante di una fine viene la luce strana di queste parole, come se avessero toccato il limite del toccabile, e del pensabile."""" (Davide Rondoni)" -
Il buio e l'ibisco. Parole per la fiasca rotta del maestro di Forlì
"M'apparve il dipinto a una svolta della notte, una svolta della vita. Fu la sua bellezza più lacerante. L'ignoto che cela il nome del suo autore - benché io abbia una mia idea, maturata durante un viaggio in Spagna - e che nel buio che circonda l'immagine si fa per così dire vivo e quasi feroce, me la offerse come una corda lanciata in mare al naufrago, una strana scialuppa. E non son forse questo certi capolavori, come insperati fari, diceva Baudelaire, fiaccole sui monti, grido di cacciatori perduti nei boschi così che si possa rimediare un sentiero, o segnali sulle onde?"""" (Davide Rondoni)" -
Per vederti fiorire
"Questo libro intensissimo e di violenta bellezza porta la voce di una nuova poetessa, originale nel comporre i misteri di vicende quotidiane, di legami soliti e speciali, con visioni vertiginose e senso concreto dei dettagli. Voce abitata da un senso sacro dell'esistenza, dei gesti, delle occasioni, come in un percorso di iniziazione dove entrano le inquietudini e i tremori di giovane donna che sta trovando il suo posto nell'esistenza. Non a caso, tra le citazioni che denotano fame precisa di lettrice, compare il nome di Giovanna Sicari, amica compianta che ritengo la migliore poetessa italiana del secondo novecento. Una poesia della materia vivente e della ricerca, dell'abitare il mondo senza censura di nessuna dimensione, dove grandi questioni e figure e dettagli sono occasione di netto stupore."""" (Davide Rondoni)" -
I narratori della modernità
Un saggio sull’aurora della modernità attraverso lo sguardo dei suoi padri letterari: Balzac, Flaubert, Zola e Maupassant. Un viaggio riccamente citazionista nei tanti volti di quella modernità da cui siamo nati e da cui, soprattutto oggi, siamo abitati, più fortemente che mai.rnrnBalzac, il titanico autore della Commedia Umana, il primo narratore della nuova società borghese dominata dal denaro e plasmata dalla comunicazione.rnrnFlaubert, il maestro di stile che con paziente e rigorosa lentezza ha dipinto l’immortale ritratto della piccolo borghese media, quella Madame Bovary che ancora oggi si dibatte fra le nostre mura.rnrnZola, l’esperto d’immagine la cui opera costituisce l’affresco più spettacolare della Francia moderna. Dagli splendori delle cortigiane dell’Opera alle miserie delle miniere, dal trionfo della società dei consumi dei grandi magazzini fino al dominio degli astratti imperi finanziari.rnrnMaupassant. Il geniale allievo che ha messo a nudo l’irrimediabile solitudine, l’alienazione e la follia dell’uomo moderno, anticipando la discesa agli inferi di quell’inconscio che deflagrerà nel ’900. -
Sulle strade di Miguel
Sei ragazzi, un sogno, una corsa, l'Argentina. Una storia incompleta, un finale da riscrivere: un giovane maratoneta scomparso nel nulla, i suoi diari come briciole a tracciare un viaggio alla ricerca di un'utopia, la speranza di farcela, una verità perduta negli anni bui dell'America latina, fra squadracce militari e madri coraggio di desaparecidos. Un romanzo di formazione lungo una linea non sempre retta di chilometri sudati. La corsa di Miguel parte da Roma e finisce fra le baracche di Buenos Aires; sospira negli amori di sei adolescenti che percorrono strade già tracciate eppure vergini, in una maturazione intima urlata, meravigliosa e disperata. Si cresce un po' con Lavinia, feroce e appassionata, con Emiliano e Alessandro e i loro sogni di giustizia, con Federica e Arianna, frenetiche e fiduciose, e con Luca, che si crede cinico ma ha soltanto paura. E Miguel. Miguel che sopravvive agli orrori, che respira e rivive a ogni passo, un piede dopo l'altro, in questa corsa che ogni anno lo celebra non solo a Roma, dando il via a un andare commovente, il traguardo della vita ad aspettare. -
Un salto al buio
Una mattina di aprile, una manciata di ore e tutto cambia. Via Monicelli, davanti al numero 106. Tommaso è un padre stanco, si è seduto sul cornicione e tiene la figlia Caterina per mano. Caterina è una ragazzina consapevole e innamorata. Nazario è un mediatore, sta facendo una lavatrice quando viene chiamato per soccorrere un potenziale suicida. Benedetto ha salutato il padre Nazario per andare al liceo. Attilio è un poliziotto dallo sguardo attento, puntato verso il terrazzo del settimo piano. Un forse è la distanza tra un fatto e un miracolo. Forse Tommaso si butterà dal terrazzo, forse Nazario lo fermerà, forse Caterina e Benedetto lasceranno crescere un amore, forse Attilio riuscirà a intravedere il frutto delle possibilità. E poi c'è Birillo, il cane della portinaia... -
Rara natura
"Una voce senza fronzoli, magnetica e scabra, si avventura visionaria, inventiva, febbrile nel mistero dell'amore e del destino. I versi sono misurati, concentrati, serrati da una urgenza di messa a fuoco che nulla lascia alla ricerca dell'effetto sentimentale. La rara natura di una vicenda di legame imprime e riconosce un senso al tempo, alla coabitazione coi morti o a particolari apparentemente insignificanti (un bacio, uno sguardo, un toccare la pelle...). Nel libro, percorso da stupori e da brividi, da chiaroveggenze e da timori, una dura gratitudine rintocca: la vita di un padre con la sua donna e le creature rilegge nel segno della speranza l'universo a dismisura d'uomo."""" (Davide Rondoni)" -
La nave di vetro. Redburn: la sua prima avventura
Le avventure del giovane Redburn, «ovvero le confessioni e i ricordi di un mòzzo che era figlio di un gentiluomo», come precisa il titolo originale '-de La nave di vetro, Herman Melville dichiarò di averle scritte solo «allo procurarsi i soldi per comprare un po' di tabacco»; il che non che questa opera fosse, a ragione, considerata un capolavoro da lettori di gusto raffinato, questo romanzo, pubblicato nel 1849, il celebre autore di Moby Dick di Biìly Budd attinse ampiamente alle esperienze fatte dieci anni prima nel corso di un viaggio attraverso l'Atlantico a bordo di un mercantile. Un grande romanzo di mare e di formazione che entusiasmerà gli amanti del genere e non solo. Abbondano ne ""La nave di vetro - Redburn: la sua prima avventura"""", mirabili pagine di descrizione della natura e dei costumi del tempo alle quali, dopo esserci appassionati alla vicenda umana del giovane Wellingborough, si torna con desiderio. Prefazione di Dario Pontuale. Postfazione di Biancamaria Rizzardi."" -
Porta libeccio
"C'è vento in questo libro. Qualcosa di vitale, lieve e impetuoso, sostiene le arcate dei versi, il respiro spezzato di andamenti quasi narrativi (è anche un racconto di perdite e scoperte) che s'allargano in golfi di immagini. Arcate attraversate da ombre e da lampi, e da un canto meditativo continuo. È percorso personalissimo di formazione, una scoperta esistenziale nel corpo vivo dell'esperienza di una ragazza che attraversa, in modo emblematico, grazie alla voce di un'arte poetica già sicura per un esordio, i passaggi fondamentali di distacco e di riappropriazione del senso della tradizione e degli affetti primari. C'è vento qui, erige una ariosa cattedrale, libera come una giovane donna, animata, antica, futura."""" (Davide Rondoni)" -
Per lei. E per tutti. Appunti su Dante e sull'amore
Il problema è il viaggio. Solo quello. Il nostro maledetto o benedetto viaggio in questo posto chiamato mondo. Il problema è se Beatrice appare dietro la porta a vetri e se entra. Il problema, come sapeva Dante, è se poi qualcosa la porta via. Quasi nessuno dice ai ragazzi che lo incontrano perché Dante abbia scritto la Commedia. Non lo dicono. Ma... -
Alba che non so
"Libro del disinganno e del patire, e pur vivacissimo d'invenzione e lingua come d'un segreto fuoco di gioia. Un barocco tragico e ardente, una addolorata sincera discesa nel proprio ìnfero. Vi è una forza nelle poesie di Anita Piscazzi che lascia a volte tramortiti e non solo per libertà di composizione, ma per la nuda sincerità mai disgiunta da una ricerca del ritmo e del vestito di parole giusti per dirla. Pronunciare le parole di una infiammata e dolente femminilità, conoscere le slogature e le ferite, e anche le cuciture, è il compito del libro. Sulla tastiera di questo pianoforte di amore e dolore si sentono le note tipiche di un Sud sempre antico e sempre nuovo. E in mezzo a tanti riferimenti colti la voce antica e bambina di una specie di sperdutissima preghiera."""" (Davide Rondoni)" -
Una notte senza dire niente nacque il mare
"Matteo Greco è poeta popolare e come ogni poeta che arriva da un popolo e a esso torna, trascina con sé molte cose, molti racconti, molte voci. Leopardi consigliava di ascoltare i canti popolari per scrivere davvero nella nostra lingua, Greco lo fa e in questo suo ennesimo libro di canto e di amore si avverte più estremo e vibrante - ma sempre con la felicità di una viva comunicazione - lo scontro con la cagna morte, con la tentazione dell'oblio. Più feroce è la contesa, come è giusto che sia nella maturità, tra la morte e l'amore. Visioni domestiche e cosmiche, attraversamenti di fantasmi in sguardi consueti, rari ma violentissimi scoppi di ira, e tensione nelle carezze (anche di quelle del linguaggio) segnano questa raccolta di belle poesie che sanno di aria, di coraggio, di lotta. Lontane dalle piccole prove di scrittura di troppi poeti libreschi, queste parole conducono, con la testimonianza della grazia di una vita impegnata, lungo i disegni del dolore del lavoro e dell'amore. E comunicano con sicuro valore poetico un senso alto del nostro comune destino umano"""". (Davide Rondoni)" -
Incantati dalla Commedia
Dante vede, guarda, osserva e ammira. Scrive con il corpo concetti sublimi e azioni comuni. E la sua poesia ha una rara qualità cromatica, che si intona a tutti gli aspetti dell'essere e della natura. Dante racconta un poema di uomini e stelle, di spirito e sangue, con un linguaggio dal quale germoglia l'incanto di un verso metallico e celestiale. La forza del suo carattere, con i suoi odi e i suoi amori, traspare in ogni terzina e conferisce alle parole un peso, un accento e un fremito che nessuno mai è riuscito a eguagliare. La ""Commedia"""" è il viaggio di un artista che cammina dal buio alla luce e i 33 episodi di questo libro dicono che le persone semplici amano la bellezza del capolavoro dantesco. In queste pagine sono abbozzate situazioni umane e allo stesso tempo spettacolari, nate da un faccia a faccia con le parole del Sommo Poeta, capaci di dialogare con il lettore e di rispondere alle sue domande. Dante è un osservatore, un regista, un fotografo, uno scienziato, un cronista, un pittore e un maestro in tutte le arti, perché dantescamente ragiona e in dantesco scrive. Introduzione di Matteo Renzi."" -
Degli animali. Viaggio nel bestiario di Giampiero Neri
Bandiere è un cantiere aperto di studi attorno alla poesia contemporanea. Non è un metodo, né un genere. Vuole essere l'esercizio di un'esistenza politica, giacché solo la poesia sa pensare il significato delle cose. Bandiere è una scelta editoriale affidata a poeti, critici e scrittori, votati, in piena libertà, alla ricerca della centralità della parola. Non c'è alcuna emergenza culturale da affrontare se non quella che rende la poesia una questione di necessità contemporanea. Non si accetta la negazione che sottomette: occorre semplicemente accettare ciò che ci trasforma. Bandiere è quello che ora deve essere fatto per una nazione affranta dall'invidia sociale, dal disprezzo, dal cinismo del terrore. Intende essere la costruzione di un modello rimosso, da tutti desiderato. Se davvero è, non è che la scommessa sulla dignità e sulla decenza di un folle amore per il sapere. Bandiere significa riconsegnare quello che si è capito. Ogni giorno l'uomo cura il suo campo, lo semina e lo difende. Ma sotto la tempesta occorre imparare a mietere. Ai discorsi di questo coriaceo mondo, che non sa che imporre se non la derisione, la distruzione, il sarcasmo amaro della superficialità, Bandiere dichiara che le parole dei poeti sono altre. Misericordia, giustizia, coraggio, ascolto, generosità, gentilezza: la ricerca del senso dell'io attraverso le differenze dei molti. Quello che con serietà selvaggia stiamo facendo, lo si capirà solo alla fine del viaggio. Ma il viaggio è interminabile: la poesia contemporanea, qui e ora, dovrà essere antica e futura. Un appassionante viaggio nel variegato mondo di Giampiero Neri e dei suoi animali attraverso i suoi scritti poetici e i testi in prosa. Un'indagine ricca di citazioni che indaga le connotazioni ricorrenti e le eccezionalità con riferimenti letterari, scientifici e filosofici, impreziosita dalle illustrazioni di Luciano Ragozzino. -
La forma della neve
"La forma della neve"""" è la storia di una donna di oggi ma è anche un viaggio verso il centro di sé, verso il bisogno di essere madre, di amare, di trovare un porto che la accolga senza volerla cambiare. Sembra tutto disponibile, tutto a portata di mano, eppure la vita naviga su una costante sensazione di vuoto e di fragilità. Il bisogno di amare e essere amati resta, però, un nodo cruciale." -
La casa del platano
"Il ritratto di mio padre è in parte il ritratto di questo paese, delle persone che mi hanno aperto la loro casa consegnandomi frammenti di memoria come quarzi preziosi. Non ricordo, nella mia famiglia, un pranzo o una ricorrenza che avesse in sé una patina di «normalità», come se il nostro benessere fosse rimandato a una data imprecisa e non avesse senso se distaccato dalla necessità di cambiare il mondo. «Dopo», quando tutte le ingiustizie se le fosse portate via un socialismo buono, un San Francesco senza più i panni del ricco, ecco forse allora avremmo finalmente apparecchiato e mangiato come «Dio comanda»."""" Nel suo racconto denso di ricordi e di testimonianze, Rosalba de Filippis ricostruisce, con parole di figlia, la vicenda personale, familiare e politica di suo padre Vincenzo, «il professore», in una comunità dell'entroterra molisano. Antonio D'Ambrosio inquadra tale esperienza nella storia più ampia di quel territorio negli anni del secondo dopoguerra."