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Carlo Scarpa. Canova Museum Possagno. Ediz. inglese
La contiguità fra il lavoro dell'architetto e quello dello scultore costituisce il tratto più originale del museo possagnese che custodisce un sorprendente spaccato dell'arte e dell'architettura italiane fra Ottocento e Novecento. Sebbene pensato, almeno nelle intenzioni iniziali, come cornice per commemorare il secondo centenario della nascita di Antonio Canova, l'ampliamento scarpiano della Gipsoteca canoviana di Possagno, edificio «grandioso anche se piccolissimo», realizzato tra il gennaio e il settembre del 1957, si rivela, sin da subito, come uno dei più sensibili interventi museografici del dopoguerra, affermando la propria autonomia artistica. A Possagno Scarpa riesce a toccare un vertice altissimo nella sua produzione, mettendo a punto quel raffinato sistema di interazione poetica tra figure, superfici e materiali che diventerà, negli anni a seguire, una caratteristica distintiva della sua architettura. In questo locus felix, l'architetto veneziano accoglie con delicatezza l'elegante fragilità delle figure canoviane, per le quali non si limita a progettare delle ben calibrate sale espositive ma definisce uno spazio intimo e ideale insieme, quasi disegnandolo come un pittore farebbe sulla tela e costruendo una scenografia fatta su misura. -
Carlo Scarpa. La fondazione Querini Stampalia a Venezia
Una tra le più straordinarie opere di Carlo Scarpa a Venezia fotografata dall'obiettivo attento e sensibile di Prosdocimo Terrassan. Oltre 150 fotografie d'autore per documentare l'intervento di riordino del piano terra e del giardino del palazzo cinquecentesco voluto da Giovanni Querini Stampalia quale sede della sua Fondazione a Venezia. L'opera, realizzata da Carlo Scarpa tra il 1961 e il 1963, restituisce la ricchezza di dettagli e materiali che caratterizzano l'aula delle conferenze e il giardino della Fondazione. Un repertorio di ricercate soluzioni che vanno dai pavimenti in marmi policromi ai riquadri di cemento lavato, dalle pareti in lastre di travertino tagliate di testa alle superfici in cristallo, dalla struttura in ferro, ottone e teak della passerella d'ingresso agli inserti in oro del blocco in pietra d'Istria che separa l'aula dai camminamenti, alla vasca marmorea scolpita a labirinto del giardino. Il volume è completato da una selezione di disegni e schizzi di studio elaborati da Carlo Scarpa per gli interni e il cortile dell'edificio. -
Carlo Scarpa. La casa sul Canal Grande. Ediz. illustrata
Il volume è dedicato alla storia emblematica della casa sul Canal Grande e dei modi in cui Carlo Scarpa realizzò questa 'boîte à miracle'. Scarpa restaurò la casa tra il 1964 e il 1968, per Loredana Balboni, collezionista e mercante d'arte, vedova di Francesco Pasinetti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e sorella di Letizia, moglie di Michelangelo Antonioni, che ne fece un ritrovo per letterati, artisti e registi, da Paolini e Maselli, da Visconti a De Kooning, e uno scrigno di opere d'arte, con capolavori di Ernst, Viani, Tancredi e Bacon. L'architetto attrezzò per gli ambienti e le opere uno straordinario cannocchiale luminoso che collega il fronte sul giardino della casa a quello sul Canal Grande. Si avvalse di materiali lapidei modellati con cura estrema e di rivestimenti parietali realizzati ricorrendo a tecniche tradizionali e ai più dotati artigiani veneziani. Dopo la scomparsa di Loredana Balboni, nel 2008, la casa è entrata a far parte delle disponibilità di un nuovo proprietario, che ne ha promosso il necessario restauro. I lavori compiuti hanno permesso di conoscere ogni singolo aspetto della costruzione, di mettere in luce tutte le soluzioni utilizzate da Scarpa, di restituire gli spazi alla loro mirabile lucentezza e trasparenza. La storia emblematica di Casa Balboni è messa in luce da Roberta Martinis sulla scorta di accurate ricerche archivistiche, che hanno portato alla pubblicazione di molti disegni sconosciuti, mentre Francesco Magnani e Trudy Pelzel hanno spiegato, avvalendosi di un'ampia documentazione fotografica, come sono intervenuti per restaurarla. -
Carlo Scarpa. The House on the Grand Canal. Ediz. illustrata
Il volume è dedicato alla storia emblematica della casa sul Canal Grande e dei modi in cui Carlo Scarpa realizzò questa boîte à miracle . Scarpa restaurò la casa tra il 1964 e il 1968, per Loredana Balboni, collezionista e mercante d'arte, vedova di Francesco Pasinetti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e sorella di Letizia, moglie di Michelangelo Antonioni, che ne fece un ritrovo per letterati, artisti e registi, da Paolini e Maselli, da Visconti a De Kooning, e uno scrigno di opere d'arte, con capolavori di Ernst, Viani, Tancredi e Bacon. L'architetto attrezzò per gli ambienti e le opere uno straordinario cannocchiale luminoso che collega il fronte sul giardino della casa a quello sul Canal Grande. Si avvalse di materiali lapidei modellati con cura estrema e di rivestimenti parietali realizzati ricorrendo a tecniche tradizionali e ai più dotati artigiani veneziani. Dopo la scomparsa di Loredana Balboni, nel 2008, la casa è entrata a far parte delle disponibilità di un nuovo proprietario, che ne ha promosso il necessario restauro. I lavori compiuti hanno permesso di conoscere ogni singolo aspetto della costruzione, di mettere in luce tutte le soluzioni utilizzate da Scarpa, di restituire gli spazi alla loro mirabile lucentezza e trasparenza. La storia emblematica di Casa Balboni è messa in luce da Roberta Martinis sulla scorta di accurate ricerche archivistiche, che hanno portato alla pubblicazione di molti disegni sconosciuti, mentre Francesco Magnani e Trudy Pelzel hanno spiegato, avvalendosi di un'ampia documentazione fotografica, come sono intervenuti per restaurarla. -
Carlo Scarpa. The Querini Stampalia Foundation in Venice. Ediz. illustrata
Una tra le più straordinarie opere di Carlo Scarpa a Venezia fotografata dall'obiettivo attento e sensibile di Prosdocimo Terrassan. Oltre 150 fotografie d'autore per documentare l'intervento di riordino del piano terra e del giardino del palazzo cinquecentesco voluto da Giovanni Querini Stampalia quale sede della sua Fondazione a Venezia. L'opera, realizzata da Carlo Scarpa tra il 1961 e il 1963, restituisce la ricchezza di dettagli e materiali che caratterizzano l'aula delle conferenze e il giardino della Fondazione. Un repertorio di ricercate soluzioni che vanno dai pavimenti in marmi policromi ai riquadri di cemento lavato, dalle pareti in lastre di travertino tagliate di testa alle superfici in cristallo, dalla struttura in ferro, ottone e teak della passerella d'ingresso agli inserti in oro del blocco in pietra d'Istria che separa l'aula dai camminamenti, alla vasca marmorea scolpita a labirinto del giardino. Il volume è completato da una selezione di disegni e schizzi di studio elaborati da Carlo Scarpa per gli interni e il cortile dell'edificio. -
Guida ai padiglioni della Biennale di Venezia dal 1887. Ediz. illustrata
La nuova edizione della Guida ai padiglioni della Biennale di Venezia dal 1887 accoglie la documentazione delle Vatican Chapels, il padiglione della Santa Sede creato nell'isola di San Giorgio Maggiore in occasione della 16ª Mostra Internazionale di Architettura del 2018. Questa nuova sezione integra l'edizione del 2014 - a sua volta, un aggiornamento e ampliamento del volumetto dedicato allo stesso tema pubblicato nel 1988, conservandone l'impostazione ma introducendo alcune sostanziali modifiche. Nell'introduzione si è scelto di integrare il racconto della crescita dei padiglioni costruiti nei Giardini di Castello con sintetici cenni sull'utilizzo da parte della Biennale degli spazi dell'Arsenale e, in generale, della città. Dalle 'case d'arte' dell'inizio del secolo ai moderni 'contenitori' per esposizioni, i giardini della Biennale sono oggi una straordinaria collezione di architetture espositive unica al mondo. Il volume documenta progetti e opere di: Aalto, Basile, BBPR, Boderg, Cellini, Cirilli, D'Aronco, Dardi, Del Giudice, De Maria, Donghi, Fehn, Finzi, Giacometti, Mancuso, Kahn, Rietved, Scarpa, Stirling. Il progetto della copertina è di Tassinari/Vetta. -
Guide to the Pavilions of the Venice Biennale since 1887
La nuova edizione della Guida ai padiglioni della Biennale di Venezia dal 1887 accoglie la documentazione delle Vatican Chapels, il padiglione della Santa Sede creato nell'isola di San Giorgio Maggiore in occasione della 16. Mostra Internazionale di Architettura del 2018. Questa nuova sezione integra l'edizione del 2014 - a sua volta, un aggiornamento e ampliamento del volumetto dedicato allo stesso tema pubblicato nel 1988, conservandone l'impostazione ma introducendo alcune sostanziali modifiche. Nell'introduzione si è scelto di integrare il racconto della crescita dei padiglioni costruiti nei Giardini di Castello con sintetici cenni sull'utilizzo da parte della Biennale degli spazi dell'Arsenale e, in generale, della città. Dalle 'case d'arte' dell'inizio del secolo ai moderni 'contenitori' per esposizioni, i giardini della Biennale sono oggi una straordinaria collezione di architetture espositive unica al mondo. Il volume documenta progetti e opere di: Aalto, Basile, BBPR, Boderg, Cellini, Cirilli, D'Aronco, Dardi, Del Giudice, De Maria, Donghi, Fehn, Finzi, Giacometti, Mancuso, Kahn, Rietved, Scarpa, Stirling. Il progetto della copertina è di Tassinari/Vetta. Edizione in inglese. -
Somaini e Milano. Ediz. italiana e inglese
Il volume è il catalogo della rassegna dedicata a Francesco Somaini, allestita a Milano dal 1° luglio all' 11 settembre 2022 in tre sedi: Palazzo Reale, Museo del Novecento e Fondazione Somaini. Una mostra diffusa, che ripercorre l'opera del maestro conosciuto a livello mondiale, a partire dagli anni della formazione e fino all'ultima stagione, dando conto dei vari ambiti della sua multiforme ricerca creativa, talora condotta in collaborazione con protagonisti della cultura milanese, come Lucio Fontana e Luigi Caccia Dominioni. La plurale articolazione della mostra è restituita e ulteriormente sviluppata nella pubblicazione che si propone come un'approfondita monografia, più che un tradizionale catalogo. I tre nuclei espositivi si ritrovano in tre principali affondi storico critici, a firma di Francesco Tedeschi, Fulvio Irace e Alessandro Del Puppo, a loro volta completati da una serie di approfondimenti monografici su specifiche vicende della carriera dello scultore e opere particolarmente rilevanti come il celebre Monumento ai Marinai d'Italia. Tali cammei monografici sono a firma di Paolo Campiglio, Giovanna Calvenzi, Danka Giacon, Emanuele Greco, Marco Sammicheli e Chiara Rampoldi. La pubblicazione è poi completata da una ricca sezione di apparati. Edizione bilingue italiano e inglese. Traduzione di Richard Sadleir. -
Jan Fabre nella Cappella di San Gennaro. Per Eusebia. Il numero 85 (con ali d'angelo). Ediz. italiana e inglese
Jan Fabre torna a Napoli con due nuove installazioni permanenti, veri e propri omaggi alla tradizione e alla spiritualità della città partenopea tradotti nel linguaggio simbolico e poetico del grande artista fiammingo. Dopo aver realizzato quattro sculture in corallo per il Pio Monte della Misericordia, in dialogo con il capolavoro di Caravaggio Sette Opere di Misericordia, Fabre è chiamato ora a misurarsi con due luoghi estremamente importanti per la città e per i suoi abitanti: la cappella di San Gennaro e la chiesa di Purgatorio ad Arco. Il corallo è protagonista anche in questi due sorprendenti nuovi lavori, che attingendo alla tradizione locale della lavorazione di questo materiale spingeranno ai massimi livelli il suo utilizzo in arte contemporanea. Il libro raccoglie saggi critici su questi nuovi lavori di Jan Fabre e contributi storico-artistici sui due luoghi di culto e la loro storia, nonché un'ampia documentazione fotografica delle opere allestite, rivelando il suggestivo dialogo con particolari architettonici e scultorei della Cappella di San Gennaro e della chiesa del Purgatorio ad Arco. -
Scritti
Il volume raccoglie il corpus completo degli scritti di Giuseppe Penone, elaborati nella sua lunga carriera e, per la prima volta, pubblicati in Italia. Parole, queste dell'artista, che aiutano a entrare nel processo-pensiero di un'opera già di per sé in progress. ""Gli scritti di Penone, vero e proprio intimo trattato bio-botanico, accompagnano di pari passo la sua opera. Iniziano quando inizia il suo lavoro e seguono un parallelo di svolgimento e continuità con esso. Un lirismo panteistico vicino allo stordimento: si entra dentro una sorta di prosa poetica per addizioni, per accrescimento come gli anelli vegetali"""", scrive Francesco Stocchi, curatore della raccolta. Sempre immersa nella storia, la pratica di Penone si organizza dalla costante unione della scultura con l'osservazione della natura. Scolpendo il tempo, l'artista sostituisce il tempo del proprio atto arbitrario e performativo al tempo lento e inesorabile della natura. Il dialogo che istituisce con la natura è una conversazione intima, sussurrata: la consapevolezza di Penone di una fratellanza con i sassi o con le piante (come scriveva Klee, l'uomo """"è la natura, un pezzo di natura nell'area della natura""""), la sua disinvolta familiarità con l'Antichità lo fa dialogare alla pari con l'albero e il ruscello, e con le loro divinità tutelari, prese in prestito principalmente dal pantheon greco-romano. Il volume, con una quarta di copertina disegnata per mano dell'artista, può essere letto come una raccolta di storie mitiche, di parabole fondatrici, volgendo lo sguardo verso la magnificenza delle rovine romane: la pubblicazione è edita in occasione del progetto """"Idee di pietra. Giuseppe Penone a Caracalla"""", dove l'artista ha scelto di inserire quattro opere nel percorso di visita delle Terme di Caracalla a Roma."" -
Cocteau A-Z
"Il più grande capolavoro della letteratura è solo un dizionario fuori posto."""" (Jean Cocteau, Le Potomak, 1919) Jean Cocteau ha attraversato il Novecento con grazia inusuale e leggerezza incommensurabile, ritrovandosi fatalmente in tutti gli incroci più rilevanti, senza mai diventare istituzionale. Romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, cineasta, performer, disegnatore, uomo di moda e costume, autore di articoli, canzoni, testi per il cabaret, ma soprattutto poeta. A questa personalità caleidoscopica che ha attraversato, innovato e plasmato le arti del Novecento, Electa dedica il quinto volume della collana Enciclopedia A-Z, dopo Rodari, Savinio, Steinberg, Woolf. Il volume ripercorre, attraverso 124 lemmi, la libertà, la vita, le arti e l'unicità di Cocteau. Cocteau raccoglie su di sé un'infinità di ruoli in tutte le arti, con una voracità che è già postmoderna, nel tentativo di ridefinire personaggi e identità. Il primo reagente della sua sensibilità è la danza e, subito dopo, la performance. In scena è attore di se stesso, non soltanto un personaggio della sua scrittura scenica, ma il portavoce del suo verbo, la più vera incarnazione di sé, inseguita per tutta la vita. Cocteau A-Z racconta aspetti noti e altri meno frequentati dell'esistenza dell'artista: le corride, il giornalismo, la boxe, a fianco di Panama Al Brown, il teatro, Edith Piaf e Coco Chanel, l'opera, la danza, la provocazione, fino all'assunzione nell'ufficialità, al momento di diventare accademico di Francia, seppur insignito con una favolosa spada ornata di gioielli disegnata da lui stesso e da Cartier. Non si contano le opere, i progetti, le mostre: un vortice creativo che esplode a inizio secolo e si dipana nei decenni successivi. Il volume è arricchito da illustrazioni e fotografie, talvolta rare, per narrare uno dei protagonisti """"inevitabili"""" per definire lo sviluppo delle arti del Novecento." -
Colosseo. Ediz. francese e spagnola
Guida illustrata al Colosseo, con approfondimenti storici e architettonici. Tutto quello che serve per comprendere la nascita e la storia del monumento, la vita dei gladiatori e il funzionamento della complessa macchina scenica. Le origini dei giochi gladiatori e, infine, la nascita e il protrarsi del mito del Colosseo dal medioevo in poi. -
Arte veneta. Rivista di storia dell'arte (2021). Vol. 78
Fondata nel 1947 - sotto la presidenza di Giuseppe Fiocco e la direzione scientifica di Rodolfo Pallucchini - ""Arte Veneta"""" è divenuta nel tempo tra le più importanti pubblicazioni specialistiche di storia dell'arte. Apre il presente numero il contributo di Andrea De Marchi, dedicato alla ricerca delle origini di Stefano da Verona; seguono i temi di ambito rinascimentale trattati da Giulia Altissimo, Matteo Ceriana e Milena Dean con la presentazione del Crocifisso di San Francesco della Vigna e da Miyuki Suami, che rilegge in modo nuovo la pala di Tullio Lombardo per la cappella Bernabò in San Giovanni Crisostomo a Venezia. Vi è inoltre, per il periodo rinascimentale, il documentato excursus di Genevieve Verdigel sull'uso del gesso rosso nel disegno veneziano tra la metà del Quattrocento e il 1540. Il volume prosegue con interessanti saggi di ambito sei-settecentesco - di Gianni Peretti, sull'attività, finora trascurata dagli studi, di Alessandro Marchesini per Augusta, e di Bozena Anna Kowalczyk, che ricostruisce la storia di un'importante veduta di Milano di Bernardo Bellotto. Chiude la sezione dei saggi, l'approfondimento di Roberto De Feo con novità su Francesco Hayez, Giuseppe Molteni, Michelangelo Grigoletti e Ludovico Lipparini. Segue la sezione delle Segnalazioni, con inediti ritrovamenti e attribuzioni - fra cui una lunetta assegnata a Bartolomeo Buon da Elena Cera; un Padovanino proveniente dalla chiesa veneziana di San Giorgio, presentato da Amalia Pacia, e un notevole busto firmato da Alessandro Vittoria del Musée des arts décoratifs di Parigi - e in chiusura, per le Carte d'archivio, il contributo di Elisa Puppi che ricostruisce la figura di Francesco Zen, e quello di Alberto Perez Negrete, che rende note indite tracce documentarie per Juan Marin, ingegnere militare tra Venezia e Spagna. Tutti i contributi sono corredati da un ricco apparato iconografico."" -
Giacinto Bosco. Doppio sogno. Ediz. italiana e inglese
Il volume è il catalogo di una mostra allestita dall'11 giugno all'11 settembre 2022 sulle sponde del lago d'Iseo dove trovano collocazione circa 40 opere in bronzo, tra cui alcune di dimensioni monumentali (la più alta raggiunge infatti i sei metri), ma si propone anche come una sorta di piccolo vademecum al percorso artistico dello scultore siciliano. Giacinto Bosco, nato ad Alcamo nel 1956 ma milanese d'adozione, è uno degli scultori figurativi più riconoscibili e accreditati del panorama artistico italiano attuale, e la sua opera si colloca pienamente nella scia della tradizione classica del Novecento. La produzione di Giacinto Bosco è caratterizzata dall'interesse per il mito e dalla sua conseguente riscrittura in chiave moderna, che in questa occasione si concretizza in una serie di opere incentrate sulla rappresentazione del sentimento per eccellenza: l'amore. La pesantezza del bronzo, materiale prediletto dall'artista, trova un contraltare nella leggerezza con cui le sue figure, novelli Orfeo ed Euridice, incarnano di volta in volta le sfumature più intime e intense della passione amorosa. Accanto a questo tema, un altro si impone per la sua costante presenza nel ""canzoniere"""" dell'artista, ed è quello della luna, cui ha dedicato negli anni veri e propri """"piccoli idilli"""", anch'essi costantemente ispirati da reminiscenze culturali che spaziano da Ariosto e Leopardi a un immaginario decisamente più pop, come può esserlo quello legato ai film di Frank Capra. Edizione bilingue italiano / inglese. Traduzioni di: Gordon Fisher, Liquid Translations, Glasgow; Donatella Esposito (per il testo a p.9)."" -
Marco Cornini. Wonder of love. Ediz. italiana e inglese
Fra gli ultimi esponenti di una lunga tradizione italiana e nello specifico lombarda, Marco Cornini mostra di possedere una grande sapienza manuale e artigianale che trova i suoi maggiori riferimenti in artisti quali Martini e Sironi, e con la quale dà corpo alle sue sculture, spesso modellate in terracotta, poi successivamente colorata. Nato a Milano nel 1966, Marco Cornini si è diplomato presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Scoperto giovanissimo da Mario De Micheli, ha continuato ad avere un grande riscontro critico, affermandosi come uno dei più riconosciuti scultori figurativi della sua generazione. Ossessionato dalla forma, Cornini concepisce le sue opere come variazioni di quello che potremmo definire un unico tema: lo stupore che coglie l'uomo di fronte al mondo quando per la prima volta apre gli occhi su di esso e di cui l'amore non può che essere l'espressione più alta. Il volume è catalogo della mostra allestita a Pietrasanta dal 1° luglio al 18 settembre 2022 che ha per scenario diversi luoghi della città, e testimonia per la prima volta in maniera esaustiva l'impegno dell'artista anche nel grande formato dei bronzi policromi. Inoltre ripropone quello che è il vero e proprio leitmotiv di tutta la sua produzione, e cioè la figura femminile, spesso colta nella sua sensuale nudità e che, nella riproposizione dello stesso tipo, sembra essere un riferimento all'archetipo da cui discende ogni donna. -
A Genova con Rubens. Alla scoperta della Superba
Pubblicata in occasione della mostra 'Rubens a Genova', allestita a Palazzo Ducale dal 6 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023, la guida racconta la stagione più gloriosa della Superba, tra Rinascimento, Manierismo e Barocco, tra Cinquecento e Seicento, in relazione alla vita e alle opere di Rubens, uno dei protagonisti di questa straordinaria stagione artistica. La scoperta di Genova non si esaurisce in poche ore né in pochi giorni: non basta una vita per conoscere tutti i segreti di una città dalla storia millenaria. La nuova guida si caratterizza per la grafica accattivante e dinamica e per i testi di agile lettura e fitti di curiosità, ancorati al sapere degli specialisti ma raccontati con tono lieve, grazie al quale il visitatore è pienamente ""coinvolto"""" nei racconti di fatti e protagonisti del passato che rivivono come in un lungo e coinvolgente flash back."" -
Rubens e Genova. Ediz. illustrata
Il volume è il catalogo della mostra omonima allestita a Genova presso il Palazzo Ducale dal 6 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023, una straordinaria esposizione per raccontare la grandezza del massimo pittore barocco di sempre: Peter Paul Rubens e il suo rapporto con la città. Il progetto nasce in occasione del quarto centenario della pubblicazione ad Anversa del celebre volume di Rubens Palazzi di Genova (1622). Rubens soggiornò in diverse occasioni a Genova tra il 1600 e il 1607 ed ebbe così modo di intrattenere rapporti diretti - e in alcuni casi molto stretti - con i più ricchi e influenti aristocratici della città. In mostra e nel catalogo sono presentate più di 150 opere, tra le quali hanno il ruolo di protagonisti oltre venti Rubens provenienti da musei e collezioni europee e italiane (con alcuni 'rientri' molto significativi), che si sommano a quelli presenti in città, giungendo così a un numero come non vi era dalla fine del Settecento a Genova; da quando, cioè, la crisi dell'aristocrazia con i contraccolpi della Rivoluzione Francese diede avvio a un'inesorabile diaspora di capolavori verso le collezioni del mondo. A partire dal nucleo rubensiano, il racconto del contesto culturale e artistico della città nell'epoca del suo maggiore splendore viene completato da dipinti degli autori che Rubens per certo vide e studiò (Tintoretto e Luca Cambiaso); che incontrò in Italia e in particolare a Genova durante il suo soggiorno (Frans Pourbus il Giovane, Sofonisba Anguissola e Bernardo Castello), o con cui collaborò (Jan Wildens e Frans Snyders). Disegni, incisioni, arazzi, arredi, volumi antichi, perfino abiti, accessori femminili e gioielli consentono di celebrare la grandiosità di una capitale artistica visitata da uno dei maggiori artisti di tutti i tempi e confermano quell'appellativo di Superba che fu dato a Genova. Il catalogo è riccamente illustrato e dà conto del lungo percorso di studi e approfondimenti scientifici da parte dei curatori e i saggi tematici vedono i contributi di un consistente numero di studiosi internazionali. La guida alla mostra e la guida alla Genova di Rubens, un affascinate itinerario cittadino sulle tracce dei capolavori di Rubens, completano la proposta per i visitatori e gli appassionati. -
Rubens a Genova. Guida
Una guida riccamente illustrata che accompagna il visitatore tra le sale della mostra Rubens a Genova, allestita a Palazzo Ducale dal 6 ottobre 2022 al 22 gennaio 2023. Si tratta di una grande mostra incentrata sul massimo pittore barocco di sempre, Peter Paul Rubens, e il suo rapporto con la città. Rubens soggiornò in diverse occasioni a Genova tra il 1600 e il 1607 ed ebbe così modo di intrattenere rapporti diretti - e in alcuni casi molto stretti - con i più ricchi e influenti aristocratici della città. Le opere in mostra sono oltre 150, tra le quali hanno il ruolo di protagonisti oltre venti Rubens provenienti da musei e collezioni europee e italiane (con alcuni 'rientri' molto significativi), che si sommano a quelli presenti in città, giungendo così a un numero come non vi era dalla fine del Settecento a Genova. A partire dal nucleo rubensiano, il racconto del contesto culturale e artistico della città nell'epoca del suo maggiore splendore viene completato da dipinti degli autori che Rubens per certo vide e studiò. Inoltre sono esposti numerosi disegni, incisioni, arazzi, arredi, volumi antichi, perfino abiti, accessori femminili e gioielli, che consentono di celebrare la grandiosità di una capitale artistica visitata da uno dei maggiori artisti di tutti i tempi e confermano quell'appellativo di Superba che fu dato a Genova. -
Max Ernst. Ediz. illustrata
Il volume, edito in occasione della mostra a Palazzo Reale di Milano (4 ottobre 2022 - 26 febbraio 2023), intende estendere e rinnovare le ricerche intorno al genio di Max Ernst, pittore, scultore, incisore, poeta e teorico dell'arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese. La pubblicazione è un'opportunità inedita per immergersi in un diario illustrato che documenta e scandisce l'avventura straordinaria che fu la sua vita. I saggi critici dei curatori, Martina Mazzotta e Jürgen Pech, insieme con quelli di studiosi internazionali (Yuval Etgar, Ludger Derenthal, Matteo Pavesi, Paola Stroppiana, Ursula Lindau), ne esplorano la produzione artistica in rapporto con la storia dell'arte, la memoria e le avanguardie (Dadaismo e Surrealismo in primis), con le crittografie e i temi cosmologici, con le tecniche sperimentate, con la scultura e gioielli, con il libro e la letteratura, con il cinema, con le amicizie e gli amori illustri. Tali letture sono accompagnate da schede critiche di approfondimento dedicate ad alcuni dei capolavori esposti - in un corpus di più di 400 opere -, da una selezione di scritti originali dell'artista, alcuni dei quali inediti in Italia, e da una serie di saggi storici a firma di grandi protagonisti della letteratura critica intorno a Max Ernst e al Surrealismo, quali André Breton, Georges Bataille, Paul. Éluard, Rosalind Krauss, Claude Lévi-Strauss. -
Surrealismo 1919-1969
La mostra dedicata a Max Ernst, allestita al Palazzo Reale di Milano dal 4 ottobre 2022 al 26 febbraio 2023, è l'occasione per riproporre in una nuova veste grafica, questo libro di Paola Dècina Lombardi, edito per Oscar Mondadori nel 2008 e ormai introvabile. Il volume è un importante contributo per la conoscenza e la riflessione sul movimento che ha segnato il Novecento coinvolgendo o influenzando i maggiori poeti, artisti, cineasti e intellettuali di almeno tre generazioni. Con un'inchiesta a tutto campo, condotta su documenti, opere e incontri con alcuni protagonisti, scientificamente rigorosa, e al contempo appassionante, l'autrice ricostruisce infatti il mezzo secolo di vita del Surrealismo, ripercorrendo le fasi del dibattito intellettuale e le prese di posizione - dalla poesia all'arte figurativa e al cinema, dalla psicoanalisi alla politica - senza trascurare l'eredità lasciata agli anni Sessanta. Nel libro confluiscono, ben collegati tra loro, gli aspetti teorici, le scelte di campo e le esperienze individuali, accanto ad aperture internazionali e riflessioni sul dibattito più recente. Il volume è accompagnato da una selezione di dodici capolavori del Surrealismo e da un inserto in cui compaiono fotografie e documenti. La copertina raffigura l'opera di André Breton ""La main sanglante levée est prisonnière des étoiles"""", (realizzata per 60 copie del suo Second Manifeste du Surréalisme, 1929) nella composizione realizzata dal rilegatore Paul Bonet.""