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Il re dalla maschera d'oro e altri racconti. Testo francese a fronte
Il libro presenta una significativa scelta di racconti tratti da ""Le roi au masque d'or"""", pubblicato nel 1893 presso l'editore Paul Ollendorff, in grado di offrire alcuni esempi rappresentativi della narrativa di Schwob e sottolineare i caratteri principali della sua scrittura: lo sperimentalismo linguistico, il rigore formale, la raffinata strutturazione interna della pagina. """"Il re dalla maschera d'oro"""", il libro per cui Schwob è maggiormente ricordato nella letteratura fantastica. Questi racconti celebrano il trionfo della letteratura come finzione. Schwob è ossessionato dall'amore degli specchi, dall'ambiguità della maschera: la maschera di un personaggio, nella vita; la maschera di uno pseudonimo, su un libro; la maschera di una documentazione falsificata, nel testo; la maschera di una struttura dalle accurate simmetrie e dagli effetti calcolati, sulla pagina. Se al pubblico della fine dell'Ottocento questi racconti offrivano soprattutto il piacere della lettura di temi macabri e il gusto della sensazione rara e inaspettata, il lettore moderno ne potrà apprezzare, invece, quelle eleganti geometrie dell'intelligenza, quel gusto magico e ironico della finzione, che sono gli ingredienti che la letteratura fantastica ha posto alla base dei suoi specifici stilemi."" -
Poesie artiche (Poemas árticos). Testo spagnolo a fronte
"Poesie artiche"""" comprende quarantatré testi, per lo più brevi e quasi tutti intitolati con una sola parola: """"Casa"""", """"Notte"""", """"Nuotatore"""". Sono come istantanee verbali che descrivono fatti che non sono mai accaduti o che potrebbero accadere nel mondo reale. La struttura delle poesie e il linguaggio di questo libro è completamente innovativo per il tempo in cui sono state scritte (1917-18). Testimoniano, peraltro, l'importanza del passaggio di Huidobro a Madrid e la sua influenza sulla giovane poesia spagnola, in particolare sul movimento chiamato Ultraismo." -
L' aur'amara (L'aria crudele). Testo provenzale a fronte
"È cosa nota, a chi si interessa veramente di poesia, che Arnaut Daniel appartenga a quella categoria di poeti 'indispensabili' alla poesia di tutti i tempi. A cominciare da Dante, che lo 'incontrerà' nel Canto XXVI del Purgatorio, e che lo immolerà con la definizione di 'miglior fabbro del parlar materno' che attraverserà i secoli per arrivare, con Eliot e Pound, fino a noi. Tuttavia, affrontando la traduzione di queste poesie, in verità più una 'rilettura"""", ho tralasciato di proposito l'aspetto strettamente filologico, senza dimenticarlo, chiedendo invece all'autore una ragione di poesia con cui confrontarsi e capace di offrire un 'aiuto"""", perché la grande poesia ha bisogno di se stessa per ripresentarsi sempre come nuova. Tradurre un poeta comporta la necessità sia di un 'rigore scientifico"""", sia di un 'rigore poetico"""". Quest'ultimo è il solo a resistere nel tempo anche dopo che sono mutate le condizioni storiche che l'hanno prodotto (nel caso di Arnaut Daniel, sono la civiltà feudale, i suoi riti e le sue particolarità)."""" (dall'introduzione di Piero Marelli)" -
La dea Siria. Testo greco a fronte
Con un'aderenza alla lingua e ai modi narrativi di Erodoto che orienta decisamente per l'attribuzione a Luciano, l'operetta si articola in sezioni: il viaggio da Sud a Nord nella Siria del II secolo d.C., attraverso le città e i santuari di Tiro, Sidone, Biblo, fino a Hierapolis (1-9); la descrizione di Hierapolis e del suo Santuario accompagnata dai diversi miti di fondazione e di origine del culto della dea Siria (10-16); la costruzione del tempio a opera di Stratonica, sposa del re Seleuco e poi del figlio di lui Antioco, e di Combabo, fedelissimo del re e iniziatore della pratica di autocastrazione dei Galli, sacerdoti della dea (17-27); la descrizione dettagliata delle architetture e delle statue del tempio, dei riti di ascesa, dei Fallobati, della statua semovente di Apollo, dei sacrifici offerti (28-44); la descrizione del lago e dei pesci sacri che vi vengono nutriti, dei riti di discesa, katabasis, al lago e al mare, delle feste del fuoco, dell'evirazione e della sepoltura dei Galli, dell'offerta dei capelli dei bambini nella piccola urna argentea (45-60). Luciano, con il gusto_di uno storico dell'arte e con la penetrazione di un antropologo, ci accompagna a ritrovare le meraviglie antiche, lo splendore di una città e di un centro di culto. Prefazione di Anna Beltrametti. -
Un Robinson Crusoe alla borsa di Londra. «The villainy of stock-jobbers» (1701) e «The anatomy of exchange alley» (1719) di Daniel Defoe. Testo inglese a fronte
Nell'anno in cui consegna alle stampe Robinson Crusoe (1719), Daniel Defoe pubblica un pamphlet, nel quale mette impietosamente a nudo le gravi malversazioni che vede verificarsi sulla borsa londinese, scagliandosi, con toni a tratti sarcastici, a tratti veementi, contro le pratiche speculative del tempo. Così come i cannibali di Robinson Crusoe si avventano sulle loro povere vittime, allo stesso modo gli stock-jobbers devastano il mercato, manipolandolo. Il testo del 1719 ha un antecedente in un altro libello del 1701, dai toni analoghi. I due testi non sono stati oggetto di recenti edizioni critiche, né di commenti approfonditi. Nessuno dei due libelli, inoltre, risulta mai pubblicato in Italia, nonostante il loro indubbio valore e interesse storico-scientifico. Da questi due piccoli capolavori, emergono temi che, ancora oggi, sono dibattuti da chiunque si interroghi sui principi e sulle regole che dovrebbero presiedere al corretto ed efficiente funzionamento dei mercati finanziari. -
Beethoven al chiaro di luna
«Le parole sono il tessuto dello spazio interposto tra le creature che abitano i racconti di Alessandra Distefano. Parole che dai personaggi promanano e che ad essi tornano in una vibrazione pulviscolare di pronunciamenti lievi, ma inesausti. Sono magiche parole silenziose che si muovono senza sosta a definire la particolare natura del mondo immaginato dall'autrice. Come se tutto ciò che esiste, fosse capace di esistere unicamente nel suo dirsi, in un mormorio a fior di labbra animato da aliti cosmici. Come se Lucrezio si fosse fatto narratore. Come se il fischio pattuito da Montale con l'adorata moglie per segnalarsi l'un l'altra e ritrovarsi poi insieme nell'Aldilà, avesse assunto parvenze di vita vera in un quotidiano oltremondo costituito di cose, ambienti e circostanze. Come se un seducente e melanconico panteismo laico fosse il credo celebrato in questo libro. Tutto è organico e compresente. Vita senza interruzione, tanto nel tempo quanto nello spazio, è il composto di questi racconti, che solo all'apparenza sono più d'uno. In realtà, vale per il nostro libro una frase del commediografo William Saroyan: ""Ogni drammaturgo crea una specie umana"""". E qui c'è una specie umana. Un paesaggio che non esiste altrove, solo in queste righe, ma a testimonianza di quell'altro paesaggio vero e concreto in cui ciascuno di noi è accolto e vive.» (Dalla prefazione di Giuseppe Manfridi)"" -
Poesie del tempo che fu-Poésis d'antan
"Ci sono ancora (per fortuna, direi) nella scrittura poetica situazioni ineffabili che non si possono spiegare, un residuo di mistero, un qualcos'altro che non smette di mormorare alla coscienza insoddisfatta del poeta, alla verità incompleta della sua ragione. Questo qualcos'altro è la dimensione profonda della realtà, richiamata in diverse pagine di 'Poésies d'antan/Poesie del tempo che fu' da un'autrice capace di rendere l'absconditum manifesto, capace di inebriarci con una scia lunghissima di nostalgia per opporre la parola sostanziale alla parola vuota, al balbettio ripetuto, all'afasia congenita di questo mondo che corre da fermo. Gli intimi rimorsi dell'io, le sue inquietudini e dolenti cerebralità vengono rovesciati in in'aura diffusa e rarefatta, in una dialettica ascendente che non mancherà di attrarre e sedurre anche il lettore più sprovveduto e distratto."""" (Dalla prefazione di Donato Di Stasi)" -
Il nostro amico Amadeus
Milano, scuola media Giuseppe Panini, due allievi incontrano nella vecchia Sala professori un ospite bizzarro che tratta il luogo come fosse casa sua: è Mozart, che quattordicenne soggiornò nel precedente edificio. Era allora la Foresteria del Convento di San Marco e Mozart vi arrivò con il padre durante il suo primo soggiorno milanese alla ricerca di prestigiosi incarichi musicali. Forse è un fantasma, ma per i due ragazzi diventa subito un amico curioso di ritrovare luoghi ed emozioni. Come ricompensa al divertente tour tra spartiti, spinette, videogiochi e incontri strambi sui Navigli, Amadeus regalerà loro la gioia di amare la musica. Età di lettura: da 9 anni. -
Portolano del corpo
"Il viaggio nel quale ci conduce Nicola Dal Falco è disegnato su carte geografiche del desiderio non solo perché ci parla di un continente - il corpo - che rimanda alla brama, alla pulsione, agli appetiti, ma perché ogni pellegrinaggio è animato da un sentimento che spinge ad appagare un bisogno fisico, spirituale, esistenziale: un desiderio, appunto, ovvero l'Eros che, già nel suo significato più antico, è un'esperienza dei sensi, una specie di """"festa percettiva"""", secondo la convincente definizione della grecista Froma Zeitlin."""" (Dalla prefazione di Raethia Corsini Levi)" -
Rime spurie / rime corrive
"Un succoso inizio, il primo poemetto del libro 'Rime spurie / rime corrive', in cui emerge l'intenzione dell'opera, e la lingua scintillante ne fa brillare solforinicamente lo spirito, che inscena in realtà solitudine, difficoltà di vita dal gruppo primario della famiglia alla comunità della storia e del mondo. Una messa in scena della famiglia e dei suoi rapporti, una commedia in cui l'autore si diverte amaramente con una lingua volutamente coltogoliardica e eufuistica: divinità qui non solo Ariosto, ma lo Shakespeare eufuistico, il genialetto university wit. Zero lamento, assenti languori, nostalgie, e anche l'ironia è muscolosa, non seclusa. A Paolo Bonfiglio non interessano i meandri o le zone buie del linguaggio, ma il racconto. Il racconto, il narrare, che è nerbo di tanta poesia di primo piano, e si pone all'opposto del prosastico, della poesia minimalista o peggio. 'Il magistero delle madri' è una delle poesie che spiccano per originalità, drammaticità, e per la particolare commistione di ironia giocosa e profondo dolore che segnano i versi di questo autore che si inscrive, con canonica quanto rara commistione, nel non frequentatissimo girone, o capitolo, dei poeti tragoludici. Ma esiste anche un Bonfiglio puramente lirico, che invoca la notte, che abbandona il suo felice e caustico caleidoscopio per ridiscendere alla lingua primeva del bambino prima che divenisse ragazzo, e che il poeta adulto ascolta, culla e raccoglie."""" (dalla prefazione di Roberto Mussapi)" -
Il codice dell'alleanza
Dopo ""Le ore e i giorni"""" e """"Lettere a un guaritore non ferito"""", con questo libro Isabella Vincentini riprende e approfondisce i temi diaristici del viaggio nell'anima e dell'anima, «Quale anima parla nel sogno, quale il sogno dell'anima?». Una geografia intima, come scrive Sotirios Pastakas, intrecciata a una presenza potente dell'Ade e dei morti, che irrompono da ogni parte e rendono ancora più vulnerabile e indifeso lo slancio d'amore e il respiro di Venere sul lettino psicanalitico: «La morte entrò in terapia ma non si assopì sul divano». Versi alti e ispirati con l'acutezza consueta di certi interni come in Allegorie, Supplica, l'amore come ammirazione, i sassi che ripetono il suo nome, lo struggente finale. Un'opera tesa e affilatissima in cui luoghi, mito e psiche si affastellano e confondono nell'esprimere slanci e dolori, nello sforzo continuo di rimanere fedele ai sogni, di non sottrarsi alle prove della vita. «Non volevo che interpretassi/i miei sogni, ma che mi aiutassi a sognare»: di fronte a versi come questi non si può che restare incantati e tremanti, ha scritto Riccardo Emmolo: «Tramato dai viaggi nelle terre del mito occidentale, questo libro è in realtà un viaggio dell'anima come avventura di fuoco, un combattimento all'ultimo sangue. Poche volte vita e letteratura sono parse così consorelle. Poche volte in modo così febbrile, entusiasta, carico di vita fino a scoppiare, trasposto in immagini esatte, in ritmi felici e in metafore illuminanti come in questo libro». C'è un dialogo serrato e sotterraneo tra le epigrafi, i capitoli e i singoli testi, un filo raziocinante e meditativo, lo stesso retaggio critico da cui scaturisce questa nuova scrittura, intessuta di versi lunghi e sequenze ritmiche inframezzate da slanci lirici. Una tormentata Alleanza terapeutica, divisa e smarrita tra poesia e pensiero in viaggio o in esilio, in un Mediterraneo che riluce di memorie, nonostante le lacerazioni della storia. Prefazione di Sotirios Pastakas. Postfazione di Elio Grasso."" -
Perché non vadano mai via. Corale per Laigueglia
Un oratorio sacro. Un insieme di storie dove la dura realtà sa farsi favola. Una Spoon River ligure. Il romanzo di un borgo di mare e della sua gente. Il tentativo, insieme disperato e amoroso, di riannodare i fili di una vicenda plurisecolare che non si vuole finisca. Pietas e leggerezza, curiosità e ironia, incanto e affabulazione costruiscono un libro in equilibrio tra prosa e poesia. -
Le fate ingorde
"Donne come fate, ma fate ingorde che, dopo millenni di silenzi costretti, rivelano la loro """"ingordigia"""", ossia le loro vere attese, i loro riposti pensieri. Spingono e rendono necessario ogni componimento una volontà e un bisogno di far chiaro, che portano alla causticità, fin quasi all'asprezza. Ne deriva che il corpo femminile, troppo a lungo cacciato nel peccaminoso o sollevato alla santità, è sentito e visto e riconosciuto nelle sue voglie, nei suoi umori. Senza smettere di appartenere alla grazia e alla leggerezza. Come per costruire una dignità sempre negata. Superare il rancore e la rabbia, pretendere un nuovo modo di esistere, sostituire agli artigli, necessari per combattere, ali di farfalla. La scrittura come ritrovamento di un sé amabile e contento. L'amore, la sensualità goduta, anche sofferta. E, dopo la liberazione, lo scioglimento; e i piaceri e le sofferenze di chi ama e nell'amore attende, pretende, si delude, s'affanna e chiede ancora."""" (dalla prefazione di Elio Pecora)" -
Martina va al parco giochi
Nei libretti della serie di ""Martina"""", destinata ai più piccoli (0-3 anni), ogni bambino ritroverà le proprie esperienze di vita quotidiana. La presenza dei simboli facilita l'interesse e sostiene l'attenzione del bambino. Il testo in rima rende più piacevole l'ascolto. Questo libro è un inbook. È un libro tradotto in simboli che nasce con lo scopo di facilitare la possibilità di ascolto della lettura ad alta voce di libri illustrati per bambini e ragazzi. Il modello inbook è curato dal Centro Studi Inbook, csinbook.eu, che ne è garante della coerenza e dello sviluppo. Età di lettura: da 2 anni."" -
Vi affido alla Parola. Evangeli festivi dell'anno C secondo il rito ambrosiano
"Il mistico è un contemporaneo del Signore che annuncia, vive di un contatto diretto, ne fa esperienza personale, è uno sperimentatore. Ed è proprio questa la figura che oggi risulta credibile: quella di chi parla di quanto veramente sa perché ha visto, sentito, toccato. Nell'epoca della sperimentazione scientifica non c'è più spazio per i meri portavoce dell'istituzione, per le persone che riferiscono cose riferite loro da altri, senza che ne abbiano fatto esperienza in prima persona. Oggi i testimoni credibili sono solo coloro che vivono nella vita quotidiana l'esperienza spirituale di esposizione al Mistero e che insegnano ad altri con il loro esempio a fare lo stesso. È esattamente quello che fa don Giuseppe Grampa con la sua vita e la sua predicazione, di cui questa raccolta di omelie è una bellissima, quanto sobria ed essenziale, testimonianza. Non a caso egli dichiara in un'omelia di provare grande simpatia per Tommaso, il discepolo che non crede a quanto gli altri gli dicono perché vuole toccare con mano, fidandosi più del suo sperimentare che delle parole altrui. E io ritengo che il frutto più bello per chi leggerà con attenzione queste pagine possa essere proprio il desiderio di giocarsi in prima persona, divenendo a sua volta un testimone credibile perché a diretto contatto con il fuoco della novità evangelica."""" (Dalla prefazione di Vito Mancuso)" -
Ritmi e soglie. Ediz. a colori
"Due presupposti: ognuno dei 14 quadri (circa 18 x 13 cm.) è una specifica «composizione» (l'autore li definisce così), il complesso (usato anche come sinonimo di gruppo musicale) è invece un saggio sulla «variazione». Sembra naturale, addirittura banale il rimando alla musica; le parole dei titoli ripetuti (serie-ritmi-e-soglie) lo confermano. Del resto la numerazione da 1 a 14 indica che le singole opere devono essere tenute insieme, in una sequenza che non potrebbe essere alterata, credo: per esempio rovesciata, trattata come nella dodecafonia (tuttavia il termine «serie» mette una pulce nell'orecchio perché basterebbe attaccargli «dodecafonica»; se i collage fossero 12...)."""" (Lodovico Meneghetti)" -
Di vita e di amicizia. Storie di legami e tras-form-azioni, per costruire nuovi incontri senza pregiudizi
In questo volume della collana autobiografica realizzato dal Laboratorio Liberi di Scrivere del gruppo Leggere Libera-Mente, attivo all'interno della Casa di Reclusione di Milano-Opera, i corsisti affrontano con sincerità e affetto il tema dell'Amicizia. Proprio l'amicizia e il rapporto tra pari sono cruciali in ambienti di frontiera come il carcere così come nella vita e in alcuni periodi come l'adolescenza in particolare. Spesso sono l'attivatore di risorse sconosciute e impensabili. Spesso sono lo spartiacque tra chi ce la fa e chi no. Spesso sono il salvagente che ci aiuta a transitare attraverso mondi difficili, o al contrario sono il muro che ci pone di fronte ai nostri limiti. Così, partendo da racconti autobiografici, le storie dei nostri legami, le loro vicissitudini e tras-form-azioni, ricordando i momenti più belli e significativi vissuti assieme, emerge un gruppo, quello di Leggere Libera-Mente, dove la crescita intellettuale, ma anche quella spirituale, sono fortemente incentivate, così come lo è anche questa voglia di fare qualcosa e di farlo insieme. LLM quest'anno compie 10 anni, e in effetti è stato ed è come una grande cordata: insieme si può viaggiare in sicurezza e ambire allo sguardo meravigliato di mete altrimenti non accessibili. Daniela, cui il libro è dedicato, è stata preziosa nello stimolarci verso obiettivi ambiziosi. È solo con il coraggio di lanciare lo sguardo oltre che possiamo fare dei passi interessanti e nuove conquiste, compresa quella, attraverso la scrittura, di rientrare nella società rigenerati, come da dettato costituzionale. -
Dino Campana. La notte mistica e dintorni. Considerazioni a margine
La matrice nietzschiana del pensiero campaniano è fin troppo evidente: esistere è adesione orgiastica alla vita anche passando attraverso il dolore, condizione vera e perciò necessaria. Il crepuscolo si riconosce quindi come luogo reale dove l’esperienza materiale si inscena nel teatro tragico della vita. La realtà cromatica è trasferita su piani onirico-simbolici riverberanti il dolore elevato melodiosamente dentro la luminosità aurea dell’amore. Così il melos sostituisce il vessillo della morte baudeleriana sul cranio dell’angoscia e l’ascolto estasiato della voce infinita dello spirito dichiara l’esperienza vittoriosa della realtà come strumento necessario alla vita. È fondamentale per Campana trasmettere in poesia ciò che ha compreso in ambito filosofico; in arte si possono allargare all'infinito le corrispondenze tra la materia, la sua forma e l’Io cosciente. Dino Campana apre i ""Canti orfici"""" con un poemetto in prosa poetica. È """"La notte"""": un viaggio di andata e ritorno, un discendere e un risalire lungo un percorso di purificazione dello spirito umano per varcare il ponte della conoscenza. Il poeta ripercorre i sentieri tracciati dai grandi scrittori e filosofi della seconda metà dell’Ottocento e in particolare da Friedrich Nietzsche di cui raccoglie l’eredità lasciata nei suoi saggi sulla volontà di riscatto dalla natura istintiva e bestiale dell’uomo. Ma la poesia di Campana è soprattutto un inno all’arte celebrato per scongiurare la crisi esistenziale che la civiltà occidentale sta attraversando a causa della decadenza dei suoi valori costitutivi. Un linguaggio sperimentale nuovo orchestra in modo ascensionale e progressivo la sospensione del tempo materiale in immagini sempre più rarefatte che conducono il lettore a essere il Myste lungo la trasfigurazione oltredimensionale della realtà. L'epopteia è il tema di questo saggio: la notte mistica diventa traguardo pieno, coscienza volitiva e visionaria per portare l’uomo lungo un percorso iniziatico aldilà del bene e del male."" -
Poeti futuristi
Gli anni più veri del futurismo, dal 1910 al 1916, o tutt’al più, dal 1910 al 1920, rivisti sopra il piano storico d’una cultura che, ribellandosi alle immobili eredità ottocentesche, sentiva di poter rappresentare il proprio tempo, non possono non dimostrarsi importanti, non tanto per i manifesti, i programmi e le prove di poesia e d’arte, quanto per i fermenti d’uno “stato d’animo”, la cui fiamma rinnovatrice si rifletteva anche sopra coloro che futuristi non erano. [...] Ecco un tempo che non si dimentica, almeno per chi lo ha vissuto, pur senza averlo accettato in pieno. Un tempo che, nonostante gl’immemori scetticismi, ha lasciato un segno non infecondo lungo il corso molteplice delle poetiche contemporanee, e di conseguenza sulla liberazione di questo o di quel poeta dalle sabbie mobili del carduccianesimo, del pascolismo, del dannunzianesimo, del crepuscolarismo.rnrndalla presentazione di Giuseppe Ravegnani -
Il sogno. Testo inglese a fronte. Ediz. bilingue
The Dream (“Il sogno”) è un racconto gotico scritto da Mary Shelley e pubblicato per la prima volta sull’annuario letterario «The Keepsake» nel 1832. Era accompagnato da un’illustrazione dipinta da Louisa Sharpe e incisa da Charles Heath. Da allora è stato ristampato in diverse antologie. La riproduzione di un manoscritto olografico del racconto, conservata nella Carl H. Pforzheimer Library di New York, mostra come Mary Shelley abbia modificato la versione originale del racconto per adattare meglio il personaggio di Constance all’illustrazione di Louisa Sharpe. Ambientato in Francia intorno al volgere del XVII secolo, è la storia di una giovane donna, la contessa Constance di Villeneuve, innamorata di Gaspar de Vaudemont, figlio del nemico di suo padre. Poiché i loro padri si erano uccisi l’un l’altro in battaglia, Constance è divisa tra il suo amore per Gaspar e il senso del dovere nei confronti del defunto padre.