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Come fare poesia? Testo russo a fronte
"Come fare poesia?"""" fu composto tra marzo e maggio del 1926, esposto dall'autore in numerose conferenze e pubblicato in opuscolo nel luglio del 1927. Si tratta di un agile trattato a difesa della poesia come duro mestiere quotidiano e rigorosa dedizione al pubblico, un'utilissima finestra su quello che è il laboratorio creativo di chi fa versi. La poesia, come qualsiasi opera d'arte, è creazione e richiede un progetto architettonico ben preciso: studio continuo, innovazione del materiale letterario e un buon quaderno d'appunti sono alcuni degli strumenti che non devono mai mancare nell'arsenale del poeta." -
L' evoluzione divina dalla Sfinge al Cristo
In questo excursus che attraversa secoli e distanze geografiche, l'autore ci descrive l'approccio dei popoli alla vita interiore, una continua oscillazione tra un misticismo travolgente guidato dalla fede cieca e un individualismo concreto e inattaccabile che spinge gli uomini fino alla negazione di Dio. Una lotta tra due estremi che solo una volta nella storia ha raggiunto un equilibrio: con la predicazione evangelica e le prime comunità cristiane, quando non c'era più il sommo sacerdote che tuonava verità assolute dal tempio, né la sapienza razionale del filosofo, ma la voce di un uomo che predicava un messaggio di semplicità e fanciullesca purezza. -
Encomio di Elena. Testo greco a fronte
Poiché è la parola che persuade il cuore, e fu la parola a persuaderla, Elena venne costretta a prestar fede alle parole e a dare il suo consenso a ciò che veniva perpetrato. Dunque colui che la persuase operò ingiustamente come se l'avesse costretta con la forza, mentre Elena, che venne convinta, gode a torto di cattiva fama perché è come se vi fosse stata costretta con la forza del discorso. -
La Piazzetta. Racconti milanesi
Una raccolta di racconti, ambientati tra la fine dell'800 e gli anni '60 del secolo scorso, che ruotano attorno a un microcosmo milanese definito ""la Piazzetta"""", anche se nella toponomastica cittadina tale non è. Un piccolo mondo che in parte attinge alla memoria personale ma, soprattutto, rimanda alla memoria altrui e alla fantasia. In questo luogo vivono personaggi che entrano ed escono dalle storie come meglio aggrada loro, dando un piccolo o un grande apporto, secondo disponibilità. Va da sé che, mentre la Storia è supportata da documenti, la memoria possiede solo se stessa e, benché risulti ogni tanto cagionevole e fumosa, altre volte attenta e vigile, le piccole storie che tiene a mente sono resoconti più fedeli e veri di quelli della Storia con la S maiuscola, di cui diviene però complice e testimone. Per elaborare questo estremo lutto, o forse per compiere il delitto perfetto, non resta dunque che inventarsi la memoria propria e anche quella altrui. Almeno nelle intenzioni, la scrittura deve molto alla lezione di Gadda, Tessa, Perec, Soriano e alle canzoni più stranianti e strazianti di Jannacci, ed è anche un piccolo omaggio a Miracolo a Milano di De Sica e Zavattini. L'ambizione è quella di ricostruire un'atmosfera, con relativa colonna sonora, alla ricerca di un tempo perduto, quello che passerete a leggere questi racconti."" -
Un mare di lucciole
"Dedicata al marito David, questa raccolta esprime delle profonde tensioni sotterranee: è come se la memoria non accettasse la perdita degli affetti più cari e al contempo applicasse la massima del Cantico dei Cantici, per cui più forte della morte è l'amore. Esso solo riesce a colmare la distanza e a renderla un campo di energia che mantiene viva una relazione intrecciata nel tempo, tanto più dove sembra alimentarsi da un principio di amore universale. Il tu, il noi e l'io fluttuano come «un mare di lucciole» in queste pagine ricche di bellezza, espressione di un amore incontenibile e oblativo, ci battezzano con la loro discreta, diffusa e pulsante luminosità, diventano un balsamo che può riempire le faglie più profonde del dolore nella condivisione gratuita dell'agape."""" (Dalla prefazione di Alessandro Ramberti) """"La poesia di Luisa Puttini Hall è modulata su toni molto delicati, che riflettono senz'altro la gentile personalità e la particolare visione prospettica dell'autrice. Gli agapanti sono Luisa e David, sono un participio presente plurale, coloro che vogliono essere iniziati d'amore, siamo potenzialmente noi tutti nel momento in cui riconosciamo di essere bisognosi dell'altro, offrendo la nostra vita. [...] ecco l'agape, l'agapare, la comunione, l'essere una cosa sola pur nell'integro rispetto delle identità. Un miracolo. L'oggetto della poesia di Luisa è l'espletarsi di questo miracolo."""" (Dalla postfazione di Alberto Fraccacreta)" -
La direzione del silenzio
"Scopro la perdita della parola, il suo esaurirsi nell'inaccessibile, l'impervio suo utilizzo che dissolve la vena creativa e porta al silenzio totale, afono di significato, algido di suggestione. Ho sofferto così la perdita del canto, lo smarrimento poetico che non trova più il senso, l'arido deserto che conserva solo l'asciutto isolamento. Mi occorre una parola nuova, talmente posseduta da risvegliare gli sguardi smarriti lungo percorsi di torrenti asciutti che credevano di confluire in mare. Occorre risparmiare parole inutili per dare valore a quelle necessarie [...]. Un tenue barlume distinguo e con esso la scoperta che per essere poeta non è necessario scrivere versi, basta lasciarsi andare alla sorpresa dei lemmi, accarezzarne l'incanto, ritrovarne l'enigmatica semplicità."""" (L'autore). La raccolta presenta inoltre note di lettura di Agnese Coppola, Anna Maria Curci, Cinzia Marulli, Luigi Cannillo, Antonio Fiori e Giuseppe Vetromile." -
Il tempo dei rumori
"In questa nuova raccolta tutto ritorna, ma con rinnovata sorpresa e incanto, che Vittoria Fonseca sempre ci ha regalato, da sapientissima alchimista quale è, che raggiunge i fini più alti della sua arte trasformando tutto in luce e la varietà di luce, sappiamo bene, nelle sue dipinte apparizioni è illimitata. [...] si dona ancora di più svelando, ovviamente in parte, alcune componenti della sua felicità poetica [...]. La rima, l'ingrediente per lei più magico, più incantatorio, più levitante, tutte le rime, a partire dalle predilette rime baciate e poi alternate e rime al mezzo e quasi rime; rime che si susseguono in una danza, in una rincorsa come bambine nei verdi prati, accenti di una memoria primordiale [...]. Rime come accenti di un arcaico prima che aleggia intorno alla fonte originaria della vita, pura energia di suoni da cui sempre nasce la poesia e da cui è nato l'intero mondo. Per questo la poesia può davvero ri-generarlo, il mondo, riportarlo a un primordio di albedo che promette e protegge i colori [...]. Ancora una volta, l'opera al bianco di Vittoria Fonseca, in armonia anche con il cielo, è perfettamente compiuta."""" (Dalla prefazione di Grazia Sterlocchi)" -
Teatro da camera e altri poemi
Con teatro da camera si evoca una drammaturgia poetica concepita per uno spazio scenico non tipicamente teatrale. Come la musica da camera, predilige una rappresentazione per pochi intimi in ambiente raccolto. Riducendo le distanze fisiche che separano pubblico e attore aspira a un impatto emotivo più intenso e coinvolgente. Idealmente l'opera letteraria, espressa in forma di poema, necessita di una correlazione con l'ambiente stesso dove ha luogo l'azione. La scrittura lineare è qui rielaborata in chiave ortofonica, ponendo così l'attore interprete del poema sonoro strutturato in partitura. Ciò che il teatro da camera celebra e rappresenta nella sua essenza e nella sua formula estetica è la messa in scena del poema fattosi phoné, maschera timbrica e armonica, movimento ritmico e piano agogico. Come la poesia sonora, appartiene a quel settore della ricerca artistica che si colloca tra letteratura, musica, arti figurative e teatro. [...] ""Teatro da camera"""" è dunque poesia sonora, è quadro scenico, è re-citazione, è luogo di incontro alchemico e sperimentale dove la melomania dell'attore può prendere il sopravvento. I riferimenti storici richiamano il teatro greco in versi con valenza di rito, la tradizione del poema epico, l'affabulazione di racconti e miti, il teatro di narrazione e di ricerca popolare."" -
Corpo mondo
Corpo Mondo. Certamente è un titolo rotondo, intero che non smette di suscitare, quando lo si pronunci ad alta voce, una dimensione quasi farsesca; eppure perfetto per chi avesse avuto occasione di conoscere la poetica di Lara Braconi. Per lei potrebbe quasi essere il titolo di un manifesto, che affonda le radici nelle condizioni imprescindibili della pratica artistica. Dove risiede infatti, se non nella corporeità, la nostra dimensione estetologica, la nostra capacità di vedere e sentire? E non è forse il corpo nella sua fisicità (corpus) ciò che si sottrae agli orizzonti biologici ad essere struttura di intreccio, di connessione sostanziale e apertura col mondo? -
Dalla stessa parte. Uomini contro la violenza sulle donne
"L'impegno richiesto agli autori è andato oltre i canoni estetici e tematici usuali della scrittura poetica. Tuttavia abbiamo ritenuto che il momento storico richiedesse un impegno in prima persona, anche da parte di chi è solito esprimersi e affrontare la realtà con lo strumento della parola. Nel mondo che ci appartiene, o che crediamo ci appartenga, c'è la questione di genere che investe la sfera culturale del Paese da ormai troppo tempo. A consuntivo, ci siamo resi conto in modo più adeguato di quanto sia complesso per noi uomini essere parte attiva nel processo di comprensione dell'universo femminile e di quanto non sia affatto facile giungere al pieno rispetto, prerogativa di ogni essere umano. Certamente abbiamo raggiunto una maggiore consapevolezza di quanto sia ancora accidentato il percorso e di quante insidie presenti il superamento dei luoghi comuni che lo pervadono. Si è accresciuta la nostra coscienza su quanto ancora occorre modellare la sensibilità per essere veramente al fianco e dalla stessa parte delle donne, in tutti i ruoli che rivestono. [...] vogliamo pensare di avere posato una prima pietra verso quel percorso di consapevolezza da svilupparsi in atti e azioni concrete. E la poesia, così come la intendiamo, vuol essere anche ciò. Tra luci e ombre dell'iniziativa, non può che considerarsi positivo il risultato, che ha conseguito il merito di portare alla ribalta un argomento e soggetti che dovrebbero riscuotere l'attenzione di una platea più vasta possibile."""" (dall'introduzione dei curatori)" -
Spuma d'onde e scogliera di stelle
"Scrivere poesie, soprattutto poesie d'amore, non è uno sfogo intimista, ma corrisponde a uno stato di necessità, alla sostanza profonda del mare dell'essere, dove gli istinti devono fare i conti con la coscienza. Per Antonia Pozzi o Alda Merini, che hanno composto splendide poesie d'amore, lo scrivere non è mai una compensazione, non offre ripari dallo sfinimento della passione, è solo un modo perché trascorrano alla coscienza, rendendola più forte ma non meno sofferente. La tigre-assenza ferisce e va imprigionata per divorarti ed esprimersi. Il dio è sempre altrove, il nostro Dioniso delle estasi piene, dell'estate colma. Come il giovane povero che si intrufola nel banchetto e cerca di agire con astuzia per soddisfare il proprio appetito, Eros, stracciato e bellissimo, è adorabilmente descritto da Platone nel Convito. È la rappresentazione che abbiamo di Amore più conforme alla verità. Ricordiamo che nei Dialoghi platonici, che sono stati studiati dalle voci più alte della poesia contemporanea, nell'amante, e non nell'amato, è il genio dell'amore."""" (dalla prefazione dell'Autrice)" -
Bashö zakki. Note sparse su Bashö. Testo giapponese a fronte
Un modo di definire un classico – uno dei molti – è la sua attitudine a contenere moltitudini. Pur rimanendo se stesso, continuerà a mutare e trascendere la sua epoca, diventando cose diverse, in luoghi diversi, per diverse persone. Oppure potremmo dire che dentro il monumento di un autore classico è spesso nascosto uno specchio, qualcosa che restituisce un’immagine del suo lettore, chiunque esso sia. Questo volume ripropone precisamente un simile riflesso letterario; ma è anche la storia di uno specchio che, alla fine, è andato in frantumi. [...] Scrivendo di Bashō, di un classico che non smette di sedurlo e tormentarlo, Akutagawa ha creato un ritratto erudito e teso del grande poeta in cui, però, come riflettendosi nel buio lucido del suo inchiostro, continua a scorgere anche se stesso. -
Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro. Testo tedesco a fronte
"La Differenza tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro"""" è la tesi di laurea in Filosofia di Karl Marx, conseguita il 15 aprile 1841, a Jena. Il testo della dissertazione ha avuto un destino particolare, perché rimase inedita per quasi un secolo. Fu pubblicata infatti per la prima volta nell'edizione delle opere complete di Marx ed Engels (Karl Marx- Friedrich Engels historisch-kritische Gesamtausgabe) a Francoforte nel 1927, edizione poi conclusasi a Mosca, dove il lavoro editoriale venne trasferito a seguito dell'ascesa al potere di Hitler. Il testo riproduceva un manoscritto articolato in quattro quaderni rinvenuto nell'Archivio della socialdemocrazia tedesca. Oltre alla dissertazione, vengono pubblicati i temi di tedesco, religione e latino per la licenza liceale." -
L' oroscopo di Cristo. Testo latino a fronte
Pubblicando, nel 15 54, una delle opere più controverse riguardanti la figura di Gesù Cristo, il matematico e filosofo Gerolamo Cardano fece una scelta a dir poco azzardata: disegnarne il tema natale prendendo come coordinate temporali e geografiche il 25 dicembre dell'anno 0, ore 00, a Betlemme, in Giudea, in linea con la tradizione cristiana. Dando per buona una data stabilita per convenzione dopo l'editto di Costantino e un orario dedotto dalle generiche notizie sui pastori ""che vegliano di notte"""", oltre che per il suo carattere di rottura con il pensiero teologico medievale, che rinnegava la possibilità che Dio si manifestasse nella Storia in base a leggi naturali e astrologiche, questo trattato rivoluzionario fece guadagnare al suo autore una prevedibile accusa di eresia."" -
Schiaccianoci e il Re dei topi. Ediz. illustrata
"Schiaccianoci e il Re dei topi"""" è, tra le creazioni fantastiche di Hoffmann, una tra le più fortunate, tanto da venire adattata da Alexandre Dumas padre e poi trasformata in un balletto di grande successo, musicato da Čajkovskij. Al pari del Canto di Natale di Dickens, la storia di Schiaccianoci e il Re dei topi è un classico di grandissima forza nel suo carattere simbolico e quasi archetipico. Nel racconto della guerra tra giocattoli e topi durante i giorni del Natale, Hoffmann orchestra magistralmente, con il distacco ironico e l’umorismo che sono il suo marchio di fabbrica, il contrasto tra il mondo dell’infanzia e quello degli adulti, tra il mondo dell’immaginazione e quello comunemente considerato reale, tra forze del Bene e forze del Male, coinvolgendo il lettore nel ritmo incalzante di un avvicendarsi di colpi di scena e di estremi. La nuova traduzione di questa appassionante favola non solo per bambini è accompagnata dal contrappunto visivo spiritoso ed eccentrico dei disegni dell’artista Carla Della Beffa, che cercano di dare corpo alla potenza visionaria dello scrittore romantico." -
Manuale. Nella volgarizzazione di Giacomo Leopardi
«Ricórdati adunque che se tu reputerai per libere quelle cose che sono di natura schiave, e per proprie quelle che sono altrui, t’interverrà di trovare quando un ostacolo, quando un altro, essere afflitto, turbato, dolerti degli uomini e degli Dei.» Introduzione di Paolo Barbieri. -
Elettra. Testo greco a fronte
L’Elettra di Euripide (di datazione incerta: si può collocare fra il 422 e il 416 a.C.) ripropone la storia della vendetta compiuta da Oreste contro la madre Clitennestra e l’amante di lei, Egisto, colpevoli di aver assassinato suo padre Agamennone, di ritorno dalla guerra di Troia, in una chiave innovativa fin dall’ambientazione, insolita e volutamente marginale: una modesta casetta nella zona di confine tra l’Argolide e la Laconia, dove abita il povero contadino al quale è stata fatta sposare Elettra, la sorella di Oreste, che attende ansiosamente il ritorno del fratello vendicatore, immersa in un dolore inconsolabile. La vendetta, inesorabilmente, si compirà, ma l’effetto straniante di queste vistose alterazioni del tessuto mitico spinge il pubblico ad approfondire la riflessione sui punti più inquietanti di una vicenda, che la collocazione in una sfera quasi quotidiana fa risaltare con maggior vigore. Le storie e i personaggi del mondo eroico perdono la loro grandezza quando sono proiettati in una dimensione meno remota, dove la loro incongruità finisce per portare alla luce le contraddizioni insite in un patrimonio di valori etici e culturali forse non più totalmente adeguato alle esigenze di una società in profonda evoluzione. -
Canti indiani del Nord America
Canti iniziatici, storie d’amore e di guerra, racconti poetici della fusione completa tra uomo e natura: con questa selezione corale di voci di nativi americani si scava un solco nella sensibilità di un popolo travolto dalle incursioni occidentali, con un patrimonio di tradizioni divorato dalla sterile fame di conquista dell’Uomo Bianco. Nei loro canti ci sono i sogni, il rispetto per la Madre Terra e per la vita, ma non mancano dolore e cupa tristezza per la perdita di ciò che è stato loro sottratto. Uno sguardo non filtrato su una storia spesso dimenticata o alterata dalla visione occidentale, un’eredità lirica e visionaria di rara bellezza attraverso la quale possiamo ascoltare il grido taciuto di chi ha cercato di resistere con tutte le proprie forze alla cancellazione culturale. -
Gli anni belli
Un gruppo di ex compagni di liceo si ritrova, inaspettatamente, a causa di un delitto: un poliziotto, un avvocato, uno sfasciacarrozze, un commercialista, un commesso di un negozio di calzature. Gli anni della scuola fanno nascere rapporti e sentimenti indelebili. In quel periodo, che solo una retorica superficiale può dipingere come il più bello dell'esistenza, possono crearsi forti amicizie, ma anche odi. È il loro caso. E pesa, tra loro, un altro meccanismo inesorabile che segna la storia di chi ha fatto parte di una classe: in quel tempo di vite acerbe, a ognuno viene assegnata una maschera. C'è chi comanda e chi deve subire. Poi ciascuno - di fronte all'avventura della vita - cambia, viene cambiato. Ma chi comandava allora pretende che quelle vecchie maschere valgano sempre... -
Urne
«Nel medesimo campo delle urne cinerarie romane della costa d'Amalfi e di Salerno, già studiato dal padre per gli aspetti storici e archeologici, Giovanni Bracco, con la sensibilità del poeta, si cimenta sugli aspetti umani: mira a farsi interprete dei sentimenti, a mostrarsi solidale nel dolore che la morte genera. Per entrare nel groviglio di un'intimità spirituale così remota, può, certo, avvalersi delle raffigurazioni scultoree che integrano i testi, interrogarle nel loro significato narrativo e simbolico. (...) Al grande caleidoscopio di metafore, simboli, immagini che un tale corredo contiene, Bracco ha potuto avvicinarsi come al sacrario - ancora intatto nel suo significato d'origine - del mistero del grande viaggio. Si è avvicinato con passo lento, e l'animo teso a cogliere ogni espressione del dolore pagano, i singhiozzi e il rimpianto, i timori e le attese. La sua capacità di immedesimarsi, di condividere, d'interpretare, la sua forza di penetrazione è quella consentita solo nell'animo d'un poeta.» (dalla prefazione di Mario Mello)