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Rime
Gregorio d'Arezzo, frate, medico e fisico (XIV sec. in.-1365 ca.), epigono del suo illustre concittadino Guittone, è poeta che vanta una produzione meritevole di attenzione nel panorama, pure ad oggi ancora in buona parte da esplorare, dei rimatori minori del Trecento. Questo volume presenta la prima edizione critica dell'intero corpus di rime attribuitegli, tra le quali si segnalano canzoni indirizzate a figure di rilievo come Francesco Petrarca e Sennuccio del Bene, un poemetto allegorico in cinque canti rimasto fino ad oggi completamente inedito e due sonetti ritornellati. La sua produzione poetica si distingue per un rigoroso contenuto morale e non trascurabili spunti di specifico interesse storicopolitico, sempre celati sotto un vivace, articolato e spesso arduo linguaggio figurato, all'insegna del 'trobar clus' più oscuro. -
Studi e capricci sui mistici tedeschi
"La tua via è stata l'ignoranza, la tua strada una rinuncia, la tua opera uno scavo. Quello che gli altri, i materialisti della Divinità e i mercanti della Grazia, cercano nel Paradiso dei Cieli, tu l'hai trovato qui in terra, nel luogo che c'è più prossimo, perché è proprio nel tuo stesso intimo più intimo. Tornare a Dio significherà: tornare a te stesso""""." -
Galleria novecentesca. Incontri da Soffici a Zanzotto
Diciannove ritratti di personalità letterarie e artistiche nati dall'incontro tra personaggi noti e meno noti del secolo scorso e Mario Richter, uno fra i maggiori esperti italiani di poesia moderna, per un trentennio professore di letteratura francese a Padova. Ne viene fuori una vivace galleria i cui protagonisti, raffigurati con penetrazione psicologica, emergono nel loro particolare rapporto umano con l'autore. -
Fissazioni liberali
«Revisione totale del liberalismo», importante anche se non del tutto coincidente con l'idea della «rivoluzione» gobettiana, Fissazioni liberali uscì nel 1924. Raccoglie gli scritti di Papafava sulla crisi dell'assetto liberale e l'avvento del fascismo comparsi su «La Rivoluzione Liberale» e su «L'Unità» di Salvemini, e si chiude con una riflessione sulle elezioni politiche del 6 aprile 1924, premessa della fascistizzazione del paese. Al centro del libro la necessità di un liberalismo aperto nei confronti del socialismo riformista e del popolarismo democratico e l'urgenza di una comune difesa della Costituzione e dello Stato liberali. -
L' uomo la bestia i cieli. Critiche all'antropocentrismo nel Sei-Settecento
Nell'età moderna, l'incontro con altri popoli e altre culture a seguito delle scoperte geografiche, la conoscenza di una varietà di animali tramite i racconti dei viaggiatori, in particolare delle scimmie antropomorfe, mettono in crisi antiche certezze. La mutata visione astronomica, che presenta un universo non più geocentrico, sottrae all'uomo la sua posizione di centralità, inducendo a riflettere sulla pluralità dei punti di vista che guardano la realtà. In quest'ottica, si studia la natura e ci si interroga sugli animali, forse mossi non solo dall'istinto, ma dotati, come l'uomo, di intelligenza e, secondo alcuni, di anima. Si delinea così una varietà di voci e posizioni da riscoprire nel quadro di un intenso dibattito che anticipa temi e argomenti dell'età contemporanea. -
Antologia dei poeti catalani contemporanei (1845-1925)
A Cesare Giardini (1893-1970) studioso, narratore e traduttore si deve molto, non ultimo il fatto di aver portato in Italia, con il titolo ""Gatsby il Magnifico"""", il capolavoro di Fitzgerald. La curatela di questa """"Antologia dei poeti catalani contemporanei"""" ha, tuttavia, il valore di un'azione politica necessaria: quando viene data alle stampe, nel 1926, il dittatore Primo de Rivera ha appena soppresso l'autonomia amministrativa delle province catalane e proibito l'uso del catalano nell'istruzione e nella vita pubblica. La selezione poetica di Giardini propone così un percorso che, dalla metà dell'Ottocento agli inizi del Ventesimo secolo, pone in evidenza il tentativo storico di rivendicazione dell'identità catalana contro la volontà accentratrice prima della Corona, poi delle dittature spagnole novecentesche."" -
Agli albori delle democrazie moderne. Filippo Mazzei (1730-1816)
Personalità poliedrica, mercante e memorialista, Filippo Mazzei rappresenta un tramite essenziale tra età delle riforme e delle rivoluzioni del tardo Settecento e l'Ottocento italiano. La sua figura è qui indagata in dieci saggi che ne illustrano le funzioni di mediatore culturale e politico tra le due sponde dell'Atlantico e in Polonia, scandite fra la partecipazione diretta alla Rivoluzione americana e la radicalizzazione sociale e ideologica della Rivoluzione francese. A Parigi ebbe compiti d'informazione al servizio di Stanislao Augusto Poniatowski, re di Polonia, in una fase delicatissima per la storia del paese, e, agli inizi degli anni Ottanta, era tornato nella patria d'origine - la Toscana - dove riportò le novità americane al granduca Pietro Leopoldo d'Asburgo-Lorena, dal 1790 imperatore Leopoldo II. I contributi raccolti delincano il quadro internazionale della vicenda cosmopolita di Mazzei, i rapporti con figure e circoli eminenti della Francia prerivoluzionaria, gli interventi sulla stampa periodica e l'opera di difesa e propaganda della società americana svolta nei quattro volumi delle ""Recherches historiques et politiques sur les États-Unis de l'Amérique septentrionale"""" del 1788, cui contribuirono Thomas Jefferson e Condorcet. Ne risultano valorizzati molti aspetti meno noti dell'attività di Mazzei, quali i legami con la massoneria, l'apporto critico al dibattito sull'abolizione della schiavitù e la riflessione su moneta, finanze e credito al chiudersi del XVIII secolo."" -
La politica europea e italiana di Piero Malvestiti
In questo volume, gli autori promuovono una riflessione sull'azione e sulla presenza di Piero Malvestiti (1899-1964) nelle istituzioni italiane ed europee. In questi saggi vengono affrontate la fase italiana e quella europea dell'azione del politico lombardo, dagli incarichi di sottosegretario e ministro nei governi De Gasperi e Pella alla sua presidenza dell'Alta Autorità della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio). -
Un'oscura presenza. Machiavelli nella cultura politica francese dal Termidoro alla Seconda Repubblica
Mentore di tiranni e disvelatore delle loro trame, ispiratore di governanti senza scrupoli e guida per i popoli, cinico teorico del successo e geniale scienziato politico: Machiavelli e i suoi molti volti hanno permeato la storia del pensiero politico moderno rivelandosi in tutta la loro straordinaria fecondità in modo particolare nei momenti di cesura e di svolte epocali. In questo volume l'Autore analizza commentari e traduzioni delle opere machiavelliane, ricostruisce le interpretazioni di intellettuali di diversa ispirazione, indaga l'incidenza delle letture e degli usi di Machiavelli nelle dinamiche politico-istituzionali francesi, affrontando così da una diversa prospettiva alcune delle questioni più complesse della Francia post-rivoluzionaria. -
La filologia in Italia nel Rinascimento
Il volume intende offrire un quadro ampio sulla filologia in Italia nel Rinascimento. In questi saggi, scritti dai maggiori specialisti della materia, si approfondiscono i casi più significativi relativi all'attività filologica condotta nel corso del Cinquecento sui testi volgari: dalle cure riservate a Dante e Petrarca nelle celebri aldine curate da Bembo, al lavorio intorno alle edizioni di Boccaccio e di Ariosto; dalla tradizione delle opere di Guicciardini e Tasso a una serie di contributi mirati all'incrocio tra le questioni filologiche e il dibattito linguistico che corre lungo tutto il secolo. -
Erodoto sulla Scizia e il lontano Nord-Est. Contributo all'interpretazione del cosiddetto «logos» scitico
Se gli Egiziani erano per Erodoto portatori di una esotica e antica sapienza, gli Sciti lo affascinavano per i loro costumi selvaggi. Egli non viaggiò in Scizia (lo fa capire egli stesso), ma ascoltò eccellenti informatori e tentò di conoscere e descrivere questa realtà geografica e sociale decisamente «altra». Le informazioni contenute nella sua opera sono una fonte preziosa per gli studiosi moderni della società e della cultura scitiche. Delle ricerche compiute in questo campo Benedetto Bravo ha fatto ampio uso, in primo luogo di quelle pubblicate da studiosi russi e ucraini. Tuttavia i suoi sforzi si sono concentrati sul testo erodoteo stesso. Egli ha cercato di interpretare esattamente singoli passi, di mettere in luce la struttura del cosiddetto logos scitico proponendo l'espunzione di passi ritenuti interpolati, di capire l'intenzione e l'orizzonte della ""historie erodotea"""", di ricostruire, partendo dal testo, ciò che l'autore presupponeva noto al suo pubblico o ciò che i suoi informatori devono avergli detto, ma che egli non ha compreso."" -
Dai presocratici a Platone. Cinque studi
Nuovo volume della collana dedicata alla storia della filosofia antica, questi studi intendono affrontare aspetti specifici della dottrina dei presocratici mettendola in relazione col pensiero di Socrate e l'influenza che essa ebbe nello sviluppo delle correnti filosofiche successive. -
Il problema italiano-Pregiudizi economici
Interventista, decorato nella guerra mondiale, Arcangelo Di Staso fu liberista convinto, collaboratore di «La Voce», «l'Unità», «Lacerba», «Il popolo d'Italia». Su «La Rivoluzione Liberale» nel 1922-23 scrisse sui problemi dell'agricoltura e nelle raccolte ""Il problema italiano"""" e """"Pregiudizi economici"""" polemizzò vivacemente contro il protezionismo doganale che ostacolava la modernizzazione dell'agricoltura meridionale, dichiarò la sua delusione per la politica economica del fascismo, difese, contro i socialisti, la proprietà privata e l'economia di mercato. I suoi libri si inserivano così nel filone dell'attività gobettiana per la rinascita del Mezzogiorno che produrrà l''Appello ai meridionali' del dicembre 1924. Postfazione di Sergio D'Onghia."" -
Commedia in versi da restituire a Nicolò Machiavelli. Edizione critica secondo il MS. Banco rari 29. Ediz. critica
Alla fine del '700 venne alla luce un manoscritto autografo di Machiavelli che conteneva una commedia in versi senza titolo. Nel 1892 fu rinvenuta una copia della stessa commedia autografa di Lorenzo Strozzi, amico e protettore di Machiavelli, il quale ne attribuiva a sé la paternità. Da allora quella che ancora oggi è conosciuta negli studi come Commedia in versi è stata ritenuta opera di Strozzi. In questo volume si pubblica per la prima volta criticamente il testo della commedia, nuovamente attribuita a Machiavelli a seguito di un'accuratissima indagine storica, filologica e stilistica, che ha anche evidenziato le ragioni per cui Strozzi se ne sarebbe appropriato. L'interesse del volume è anche nel metodo dell'indagine, che col sussidio di strumenti informatici ricostruisce tutti i fili che legano la Commedia in versi alle altre opere di Machiavelli, determinando un riassetto critico dell'intera sua attività di drammaturgo. -
Il giovane Leopardi, la chimica e la storia naturale
Indagando sul ruolo della cultura scientifica nella formazione giovanile di Leopardi, il volume ricostituisce l'unità del ""Saggio di chimica e storia naturale"""". Il confronto con il contesto scientifico coevo e lo studio delle fonti impiegate per preparare il saggio, organizzato da Monaldo Leopardi il 20 Luglio 1812 per un pubblico scelto di nobili ed ecclesiastici, mette in luce come al futuro poeta la natura si riveli in una dimensione gerarchica e classificatrice che privilegia l'uomo tra gli altri animali, senza interrogarlo o esserne interrogata. Una veste ancora ingenua, eppure presupposto, a lungo trascurato, del rovesciamento filosofico della maturità, quando l'uomo leopardiano assisterà, ormai in platea, da spettatore e protagonista inerte, al perdersi del finalismo cosmico."" -
L' eredità dell'Ottocento
Inquieto intellettuale cattolico siciliano, il poeta e critico Pietro Mignosi (1895-1937) elaborò una teoria dell'arte come rivelazione del divino e criticò l'estetica di Croce. Aderì al Partito popolare di Sturzo, dopo aver inizialmente sperato nel fascismo e nell'idealismo gentiliano, che contrastò poi da posizioni neotomiste. Collaborò nel 1925 con «La Rivoluzione Liberale» e «Il Baretti», e, più intensamente, con «Conscientia» di Giuseppe Gangale. Nelle pagine di ""L'eredità dell'Ottocento"""" ripercorre le maggiori figure della letteratura italiana da Leopardi a Manzoni e Verga, da Carducci a Pascoli e D'Annunzio, cercando la cifra religiosa dell'«Ottocento immortale» che è ai suoi occhi l'anima del Risorgimento."" -
Manganelli legge Shakespeare
A ventisei anni Giorgio Manganelli inaugura il primo dei cinque quaderni di Appunti critici. È il 1948 e il giovane laureato in Scienze Politiche ha deciso di leggere alla rinfusa, voracemente, i grandi libri della letteratura europea e subito ne scrive con l'acuta percezione dell'adepto entusiasta ed esigente che coglie al volo l'emozione intellettuale, lo splendore visionario, la bellezza formale. Gli scritti inediti sul teatro di Shakespeare, disseminati nei quaderni in date diverse, fino all'ultimo del 1956, qui formano un corpo unico - unico per la novità e lo slancio della scrittura. Più vicino ai romantici tedeschi che ai critici italiani e inglesi di quegli anni, Manganelli continuerà a riflettere e a scrivere su Shakespeare ""perfetta canaglia"""" anche negli anni successivi. In una pagina di vorticose note su Romeo & Juliet, Shakespeare è detto """"parzialmente umano, forse anche subumano. O subdivino. Caso e mostri. Universo cunicolare""""."" -
Filelfo, le Marche, l'Europa. Un'esperienza di ricerca
Maturata in seno al progetto FIRB 2012 dedicato alla figura di Francesco Filelfo, l'esperienza di ricerca che il volume 'racconta' si contraddistingue per la sua apertura e per la volontà di coinvolgere, all'interno del gruppo di lavoro, studiosi esterni, operanti in campi diversi, capaci di dare - proprio per la diversità delle loro prospettive e delle loro competenze - un apporto determinante alle linee di indagine individuate. Ne risulta così un'opera dal taglio fortemente interdisciplinare ma al tempo stesso organica e coesa. I dodici saggi qui raccolti trattano vari aspetti della biografia, della produzione letteraria, della biblioteca e dell'iconografia filelfiana, soffermandosi in alcuni casi anche sugli ambienti legati al percorso intellettuale compiuto dall'umanista di Tolentino. Contributi di carattere storico, archivistico, letterario, codicologico e storico-artistico si incontrano, generando un coro di risposte ad alcuni degli innumerevoli interrogativi che la figura del Filelfo pone, risposte originali, latrici di importanti novità scientifiche, e, al contempo, aperte a ulteriori sviluppi. Completa l'opera un notevole corredo di tavole. -
Nono contributo alla bibliografia vichiana (2011-2015)
Il Nono Contributo alla Bibliografia Vichiana (2011-2015) testimonia, ancora una volta, il grande interesse che il pensiero di Giambattista Vico suscita nella comunità scientifica mondiale, oltre che l'impegno sostenuto dall'Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico Moderno nell'indagarlo e nel diffonderlo. Le molte attività promosse dall'Istituto, il progetto di edizione critica delle opere di Vico, il «Bollettino del Centro di Studi Vichiani» insieme alla stessa collana di «Studi Vichiani» sono infatti, ancora e soprattutto oggi, uno dei principali veicoli di divulgazione del pensiero e dell'opera del filosofo napoletano, e consentono di raggiungere ed aggiornare un pubblico vasto e lontano, come testimonia l'eterogeneità e il numero dei titoli raccolti in questo lavoro bibliografico. -
Metodo terapeutico. Ediz. critica. Vol. 1-2
Il ""Metodo terapeutico"""" di Galeno, opera in quattordici libri che riassume l'intero sistema galenico, ha rappresentato per tutto il Medioevo e il Rinascimento uno dei testi fondamentali per l'insegnamento della medicina. Vito Lorusso presenta qui per la prima volta in edizione critica i libri I e II del trattato, nei quali il medico di Pergamo riflette sull'attività curativa da un punto di vista epistemologico e accompagna il lettore nel laboratorio dove sono stati elaborati i capisaldi sui quali, per oltre tredici secoli, si è basata l'arte medica. «E se in questo modo tutti quanti i medici avessero cercato di dire qualcosa a proposito del metodo terapeutico, certamente sarebbero anche stati d'accordo tra di loro proprio come i matematici, i geometri e i logici». Il 'modo' cui Galeno si riferisce è 'more geometrico', e questo passo testimonia l'importanza che egli accordava al criterio dimostrativo ai fini della scoperta della verità. Seguace della teleologia aristotelica e del modello euclideo, per Galeno dunque la conoscenza poggia su alcuni principi (archai) riconosciuti da tutti e accessibili attraverso l'evidenza (endeixis); i due pilastri di una buona pratica medica sono pertanto l'esperienza (peira) e il corretto ragionamento (logismos).""