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Gli Illuministi e i demoni. Il dibattito su magia e stregoneria nel Trentino all'Europa
Fantasmi e vampiri, la stregoneria, poteri e natura dei demoni, scienza e magia: a metà Settecento il Trentino fu al centro di una delle principali controversie sul sovrannaturale di tutto l'Illuminismo. Si stamparono trattati, si scambiarono corrispondenze. E il dibattito non fu isolato, ma si sviluppò nel contesto di una più ampia discussione europea, che ben restituisce l'essenza del messaggio dei Lumi. Uno sguardo inedito su aspetti finora trascurati, su fonti e ricezione di un dibattito che dal nord Italia si estese a tutt'Europa. -
Êthikê theôria. Studi sull'«Etica nicomachea» in onore di Carlo Natali
L'Etica Nicomachea di Aristotele è il primo trattato di filosofia morale della storia del pensiero greco. La sistematizzazione aristotelica dei suoi concetti chiave, come quelli di virtù, responsabilità, giustizia, amicizia, felicità, non ha mai cessato nei secoli di costituire il punto di riferimento fondamentale e sempre attuale di ogni riflessione e dibattito etico. I maggiori specialisti offrono in questo volume una presentazione completa e originale di questa opera e della sua fortuna, dall'epoca ellenistica al Rinascimento, alla luce delle ultime tendenze interpretative. -
Giovani
La novellistica costituisce, come ha scritto Luigi Baldacci, la «punta di diamante» della narrativa di Federigo Tozzi. Se è così, Giovani - unica raccolta approvata e licenziata dall'autore, ancorché postuma - ne rappresenta senz'altro il nucleo qualitativamente più significativo. I 21 racconti scelti allora dall'autore vengono qui riproposti in edizione critica, disposti secondo l'ordine voluto da Tozzi, con un'appendice di ulteriori tre novelle originariamente inserite nel progetto, ma poi mai inviate alla Casa Treves, che di quel volume curò la pubblicazione sul finire dell'estate del 1920, senza una previa correzione delle bozze da parte dell'autore, prematuramente scomparso pochi mesi prima. Il testo è ricostruito con criteri filologici secondo la collazione tra i principali testimoni: manoscritti e dattiloscritti, prima stampa in rivista, stampa postuma in volume. L'apparato genetico registra l'esatta evoluzione delle varianti. Della sola novella La cognata, che svela complesse e intricate vicende redazionali, si propone anche la prima stesura, molto distante dalla redazione definitiva, ottenuta attraverso la trascrizione di venti cartelle manoscritte e autografe. -
La penna interprete della cetra. I «Salmi» in volgare e la poesia spirituale italiana nel Rinascimento
La penna e la cetra sono gli emblemi di un agone poetico sospeso tra arte e fede che percorre come un filo rosso cento anni cruciali per la storia della cristianità occidentale e per la letteratura italiana del Rinascimento. Le vicende dei volgarizzamenti biblici e della censura ecclesiastica tra Riforma e Concilio si intrecciano con l'affermarsi del petrarchismo spirituale e di forme poetiche che trovano nella Scrittura il principale fattore di rinnovamento. Dai sette salmi dello Pseudo-Dante ai sonetti penitenziali di Francesco Bembo, passando per le numerose riscritture, i poeti moderni si misurano con la voce di David, «dolce cantore di Israele», in un arco cronologico che coincide con la più ampia parabola delle traduzioni bibliche in Italia. Questo libro unisce una ricostruzione della «poetica davidica» basata sul triangolo fondamentale di autore, testo e pubblico a un'indagine stilistica mirata a delineare il «ritmo della riscrittura». La prima sezione propone un esame dei metodi e degli oggetti di traduzione, parafrasi, ricreazione, insieme a una classificazione delle tipologie del libro poetico di salmi e a un profilo dei lettori. La seconda parte si rivolge alla semantica traduttiva delle forme, esplorando il rapporto dinamico tra metro, sintassi e ipotesto nelle numerose tradizioni metriche coinvolte. -
L' abate Lamennais e gli italiani del suo tempo
Cattolico bresciano di simpatie moderniste, seguace di Murri e interventista democratico nella Prima guerra mondiale, Guido Zadei (1883-1934) conobbe Gobetti attraverso Augusto Monti. Di Lamennais - cattolico liberale francese approdato poi a posizioni democratico-radicali e sostenitore della libertà di coscienza, insegnamento, stampa e associazione - Zadei mise in rilievo soprattutto la vena separatista e antitemporalista riguardo ai rapporti tra Stato e Chiesa e l'ispirazione evangelica nella richiesta di più eque condizioni per le classi popolari. Il saggio, pubblicato nel 1925, faceva trasparire anche l'opposizione al processo di avvicinamento tra Mussolini e la Chiesa e fu recensito molto favorevolmente da Luigi Sturzo. I successivi lavori di Zadei su Manzoni e Lamennais furono apprezzati da Francesco Ruffini, che ne lodò la figura di storico non accademico. Postfazione di Francesco Traniello. -
Prolegomena a una nuova edizione del «Trecentonovelle» di Franco Sacchetti
Il volume presenta i risultati più importanti di un ampio riesame a cui i due autori, in modo indipendente ma concorde, hanno sottoposto la tradizione testuale del ""Trecentonovelle"""" di Franco Sacchetti, con discussione puntuale delle scelte compiute dai precedenti editori, e proposta di un nuovo stemma codicum, che sviluppa, in base alla «filologia delle strutture», le acquisizioni di Michele Barbi. L'analisi dei manoscritti conferma di regola la superiorità della lezione stabilita nel codice fatto copiare nel 1550-1559 da Vincenzio Borghini, e la derivazione da esso, diretta o indiretta, di tutti i testimoni. Il confronto con la lunga tradizione editoriale (dal 1724 al 2014) e con i saggi di Franca Ageno indica i luoghi in cui il testo tràdito appare ragionevolmente erroneo o dubbio, suggerendo i necessari emendamenti."" -
Donne e Inquisizione
Il volume prende spunto dal Seminario di studi L'Inquisizione e le donne organizzato nel 2014 dall'Università di Roma La Sapienza insieme all'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede presso l'antico Palazzo del S. Uffizio (Città del Vaticano). La tematica affrontata è del tutto originale, in quanto prima non era stata mai oggetto specifico ed esclusivo né di trattazione né di convegni né di studi, né di libri o articoli. Il volume intende porsi in un'ottica di genere e cogliere le differenze tra i sessi sul piano della repressione, del controllo e del procedimento giudiziario; in ogni caso riflettere su come la qualità femminile influenzasse dottrine, istituzioni e comportamenti. Avvalendosi di fonti documentarie estremamente varie, il testo raccoglie una serie di saggi che affrontano il tema del rapporto tra l'Inquisizione romana e le donne, sia in qualità di inquisite che di testimoni, in un lungo arco temporale che va dal XVI al XX secolo. -
Empoli. Nove secoli di storia
L'opera ricostruisce i nove secoli della storia di Empoli: da piccolo castello fondato dai conti Guidi nel 1119, a vivace luogo di scambio e di mercato sulla via fluviale e terrestre tra Firenze e Pisa, sino alla moderna città manifatturiera dell'età contemporanea. Una lunga storia, di cui un nutrito gruppo di studiosi approfondisce le diverse fasi e le molteplici componenti: la demografia e l'economia, la società e le istituzioni politiche e amministrative, la chiesa locale e la vita religiosa, fino alle realizzazioni artistiche e al background culturale, senza trascurare ovviamente quella che i francesi chiamano l'histoire événementielle. Empoli ha conosciuto un percorso anomalo rispetto alle altre realtà toscane. Per la maggior parte di loro l'apogeo dello sviluppo demografico ed economico si situò all'inizio del Trecento: solo nella seconda metà dell'Ottocento, a quasi sei secoli di distanza, recuperarono la popolazione di allora e cominciarono a conoscere un nuovo sviluppo. La storia di Empoli si caratterizza invece per un andamento tutto sommato lineare: prima, fra XIII e XVI secolo, un microcosmo in movimento; poi una crescita vieppiù accelerata che porta allo sviluppo industriale otto-novecentesco. Empoli assume allora il ruolo di 'capitale' del Valdarno inferiore e diventa a tutti gli effetti una città: per le dimensioni demografiche, per il dinamismo dell'economia, per la struttura sociale complessa e in continuo movimento. -
Canoni d'Arcadia. Vol. 1: custodiato di Crescimbeni, Il.
In una fase di vivace ripresa degli studi sull'Arcadia, gli studi raccolti nel volume, che rielaborano le relazioni presentate all'omonimo Convegno internazionale di studi tenutosi a Roma dal 6 all'8 giugno 2018, intendono verificare, partendo da un riesame dei canoni proposti nelle opere teoriche ed esegetiche più rappresentative, quali autori e quali testi furono assunti a modello dall'accademia nella sua prima, decisiva stagione, analizzandone le modalità di riuso e risemantizzazione. Una delle istanze fondative dell'Arcadia fu il recupero del classicismo rinascimentale, in opposizione alle poetiche barocche della prima parte del Seicento. Il ritorno ai classici latini e volgari, e in particolare alle teorie e alle pratiche del Cinquecento, fu una risposta non soltanto alle opere di Marino e Achillini, di Preti e Lubrano, ma anche all'attacco nei confronti dell'intera tradizione culturale, che era soprattutto quella italiana, sferrato dalla Francia con la Querelle des Anciens et des Modernes. Il rinnovato classicismo proposto dall'Arcadia di fine Seicento e inizio Settecento assunse però diverse fisionomie, in rapporto sia ai generi letterari privilegiati sia alle scelte culturali e politiche compiute dai protagonisti della nuova accademia. -
Sul «Mondo nuovo» di Aldous Huxley
Ironico, dissacrante, visionario: ""Il mondo nuovo"""" rappresenta ancora oggi, a quasi novant'anni dalla sua pubblicazione, una miniera ricca di suggestioni per guardare al nostro presente e al nostro futuro con lenti acute e spirito critico. Non a caso Michel Houellebecq, il più mediatico e provocatorio fra gli scrittori francesi contemporanei, ha scritto: «Sotto tutti i punti di vista - controllo genetico, lotta contro l'invecchiamento, ottimizzazione del tempo libero - per noi 'Il mondo nuovo' è un paradiso, è esattamente il mondo che ci sforziamo sin qui invano di raggiungere"""". Sette saggi per indagare l'attualità della riflessione di Huxley, la migliore introduzione esistente, come afferma Richard Rorty, a uno dei problemi eterni della filosofia politica, quello della libertà e dei suoi costi, ma anche una lettura indispensabile per il terzo millennio, che si apre sotto il segno delle biotecnologie e all'insegna dell'utopia della salute perfetta."" -
Una tipografia del Seicento fra Roma e Bracciano: Andrea Fei e il figlio Giacomo
I tipografi romani del Seicento sono stati studiati molto meno di quelli dei secoli precedenti. I Fei, padre e figlio, Andrea e Giacomo, sono interessanti in parte perché utilizzarono i servizi di almeno venti librai durante il lungo periodo della loro attività (1600-1682), in parte perché lavorarono anche per i Duchi Orsini nel castello di Bracciano. Stamparono inoltre le opere di vari compositori, quali Palestrina e Bonifacio Graziani. Almeno due loro pubblicazioni, G.P. Olina (1622) e Christopher Scheiner (1630) sono magnificamente illustrate. -
Araneus seu de providentia dei
"L'Araneus seu de Providentia Dei"""" (1544), che si ripubblica integralmente in versione latina con traduzione italiana a fronte, rappresenta una delle prime significative opere del piemontese Celio Secondo Curione (1503-1569), in cui elementi del pensiero di Erasmo da Rotterdam e di Huldrych Zwingli si fondono con quelli eterogenei di Francesco Zorzi e di Juan de Valdés. Il commento e le note critiche di Damiano Mevoli, risolvendo complesse problematiche di carattere linguistico e storico-esegetiche e individuando le fonti dell'operetta di Curione, chiariscono alcuni nodi religiosi coevi, facendo di questa edizione un punto fermo nella storia della critica sulla letteratura dei riformati italiani. Le fasi editoriali che hanno portato alla costituzione del testo sono inoltre ripercorse minuziosamente. L'edizione comprende, per questo, anche il testo integrale dell'""""Aranei encomion"""" del 1540. Il puntuale confronto fra le due opere di Curione mette in evidenza varianti e innovazioni che testimoniano un profondo ripensamento sia sul piano formale sia sugli aspetti più significativi del suo pensiero teologico, il che porta a escludere definitivamente che l'""""Araneus"""" del 1544 sia una ristampa, pur riveduta e corretta, del testo del 1540. Prefazione di Luca D'Ascia e postfazione di Lothar Vogel." -
De antiquissima italorum sapientia
La presente edizione critica di tre operette vichiane, il De Antiquissima Italorum Sapientia (1710) e le due Risposte (1711 e 1712) al «Giornale de' Letterati d'Italia», applica il metodo filologico-ecdotico già prospettato dallo stesso Placella nello studio del 1978 che impostava le linee guida, per la riedizione di tutte le opere di Vico progettata da Pietro Piovani, rispondenti alle esigenze della nuova filologia applicata alle opere moderne. In varie imprese ed eventi culturali Placella aveva approfondito e sviluppato tali esigenze, ad esempio nel Congresso Internazionale da lui organizzato su I moderni Ausili all'Ecdotica (Salerno 1990, Atti Napoli 1994). La metodologia suggerita da Placella è stata seguìta nella maggior parte delle edizioni realizzate all'interno del Centro di Studi Vichiani di Napoli, in particolare in due esemplari monumenti di ecdotica: le edizioni critiche della Scienza Nuova del 1730 e di quella del 1744, a cura di Cristofolini e Sanna. Nella presente edizione per la prima volta viene offerta anche una trascrizione critica degli importanti Articoli del «Giornale de' Letterati d'Italia», conosciuti finora soltanto attraverso gli adattamenti di Fausto Nicolini. La nuova impresa consente di offrire, grazie anche alla fedeltà ai testi, uno strumento per la conoscenza della lingua italiana del giovane Vico che nel presente studio viene esaminata e per la prima volta anche raffrontata alla lingua profondamente diversa delle tre edizioni della Scienza Nuova. -
La divina tragedia
Henry Wadsworth Longfellow (1807-1882), traduttore di Dante negli Stati Uniti e prolifico poeta, ebbe una straordinaria fortuna anche in Europa, soprattutto nell'Inghilterra vittoriana. ""La divina tragedia"""" mette in scena la vita di Cristo dalle tentazioni alla resurrezione, unendo a situazioni e persone del Nuovo Testamento personaggi d'invenzione letteraria. L'idea di riprendere una buona traduzione italiana apparsa nel 1902 fu di Vito Giuseppe Galati, esponente calabrese del popolarismo di sinistra, che aveva pubblicato con Gobetti Religione e politica. Per le Edizioni del Baretti, Galati la corredò di un'ampia introduzione, nella quale traccia la biografia di Longfellow, analizza i valori estetici e i limiti dell'opera e auspica che La divina tragedia contribuisca a rendere vivo il messaggio evangelico anche per i cattolici più «frettolosi». Postfazione di Gregory Dowling."" -
Il popolo e i suoi rappresentanti
Democrazia, rappresentanza, elezione, sovranità popolare. Quattro concetti 'abusati' di cui Sabino Cassese traccia una rapida genealogia, concentrandosi in particolare su quello di rappresentanza. L'elezione serve a rappresentare la volontà popolare o è «designazione di capacità»? Chi valuterà le capacità del rappresentante e secondo quali criteri? La crisi dei partiti e la loro scarsa democrazia interna sono alcune delle ragioni delle attuali difficoltà della rappresentanza e della sfiducia verso la politica. Con in appendice pagine da Vittorio Emanuele Orlando, Silvio Spaventa, Sidney Sonnino, Giovanni Giolitti e Benedetto Croce. -
Una biblioteca, un bibliotecario e tre maestri
Il volume raccoglie, nella prima parte, indagini di taglio soprattutto erudito, dedicate alla Biblioteca Ambrosiana e a Pietro Mazzucchelli, che della Biblioteca fu prefetto dal 1823 al 1829. Mazzucchelli, dotto di ebraico, di greco e latino, di storia ecclesiastica, di antiquaria, di paleografia e diplomatica, si dedicò, con onestà intellettuale, modestia e salda erudizione, anche alla filologia classica e alla filologia italiana, come alcuni lavori qui riuniti dimostrano. La seconda parte il libro è dedicata a maestri come Giuseppe Billanovich, Carlo Dionisotti e Paolo Sambin che, guardando alla grande tradizione erudita della quale anche l'Ambrosiana è testimone, hanno contribuito a rendere tale tradizione viva, pulsante, capace di partecipare intensamente al rinnovamento degli studi storico-letterari. -
Bollettino del Centro di studi vichiani. Vol. 49
Fondato da Pietro Piovani nel 1971, è diretto da Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Giarrizzo e Fulvio Tessitore. Viene pubblicato dalla casa editrice dal 2007. Di impostazione interdisciplinare, pubblica ricerche filosofiche, storiche, erudite, volte a promuovere sia la conoscenza del pensiero di Vico e dell'età vichiana, che l'indagine sulla presenza ed influsso di Vico nel pensiero italiano ed internazionale. La rivista ha cadenza annuale, e comprende articoli, note, schede, recensioni, avvisi bibliografici, notizie e materiali vichiani. -
Ricerche di storia sociale e religiosa. Vol. 90
Fondata nel 1972 da Gabriele De Rosa la rivista si è da sempre contraddistinta per l'approccio pluridisciplinare e la comparazione fra diversi contesti sociali, in una prospettiva d'indagine all'epoca del tutto inedita. -
Andreotti e Gheddafi. Lettere e documenti 1983-2006
La serie ""Le Carte di Giulio Andreotti"""" intende mettere a disposizione di studiosi e lettori interessati, in edizioni scientifiche commentate, le corrispondenze e i documenti conservati nell'Archivio Andreotti. Insieme ad essi vengono proposti anche saggi che, a partire da questa straordinaria e ricchissima fonte, indagano gli aspetti più rilevanti della politica italiana e internazionale nel dopoguerra. rn«A rileggere le testimonianze pubblicate in Andreotti e Gheddafi. Lettere e Documenti 1983-2006, s'impone chiara la centralità che la Libia ha sempre avuto per l'Italia» - Lorenzo Cremonesi, Corriere della SerarnrnrnL'Archivio Giulio Andreotti, dal 2007 all'Istituto Luigi Sturzo, conserva documenti relativi alla sfera sia privata che pubblica del senatore. Esso permette di ripercorrere in modo continuativo, dagli anni Venti del Novecento ai primi del nuovo millennio, la lunga attività di Andreotti uomo di governo e di partito, studioso, giornalista e saggista. Le carte ne testimoniano infatti il ruolo istituzionale, come ministro e presidente del Consiglio, con particolare riguardo alla politica estera e comunitaria, l'attività nel partito della Democrazia Cristiana, ma anche i rapporti con istituzioni e personalità della Chiesa, della cultura, dell'arte, dello sport, sia a livello nazionale che internazionale."" -
Finis civitatis. Le frontiere della cittadinanza
La cittadinanza ha due volti: con uno sorride a chi ne ha accesso favorendo la costituzione di un'identità propria ed esclusiva, con l'altro guarda minacciosa a chi è destinato a non ottenerla. I saggi raccolti in questo volume indagano le mutevoli condizioni in cui s'interrompe, o fallisce, il meccanismo attraverso il quale un soggetto è reso cittadino «di un Paese, di una società, di una nazione». Le condizioni di transizione tra cittadino e «non cittadino» costituiscono il nucleo problematico del volume, nel tentativo di identificare, problematizzare e ridefinire i confini dell'appartenenza, da leggere in connessione con la storia del funzionamento dello Stato.