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Maestri. Un alfabeto di civiltà
In tempo di pandemia, tra emergenza sanitaria, crisi economica, sociale, politica, l'opera di grandi maestri non solo di critica letteraria, ma di rigore scientifico, coerenza, impegno civile, servizio alle istituzioni, responsabilità, rispetto delle regole può farci riflettere anche sulle condizioni dei giorni attuali e sul dovere di trasmettere il loro insegnamento a giovani che non hanno avuto il privilegio di ascoltarli nelle aule universitarie. Da Vittore Branca a Edoardo Sanguineti, da Ezio Raimondi ad Enrico Ghidetti, Maria Luisa Doglio ripercorre le tracce di italianisti, filologi e critici, tra i maggiori del secondo '900 e, proprio per i loro interessi letterari, traccia anche il profilo dello storico Franco Bolgiani e di Vera Comoli, architetta, storica dell'architettura. Tutti da conoscere, scoprire, riscoprire, leggere, rileggere, ritrovare. -
Attraverso lo specchio. Cina, andate - ritorni
In questo volume, l'autrice risale alle radici del suo complesso rapporto con la Cina, paese per il quale ha maturato un'appartenenza, pur nello sdoppiamento identitario e linguistico, e che continua a seguire per costruire ponti di comunicazione lanciati già negli anni '50 dai genitori, corrispondenti a Pechino, e da Piero Calamandrei a capo di una delegazione culturale italiana nel 1955 in Cina. Silvia Calamandrei ricostruisce le radici familiari dell'""incantamento"""": dal soggiorno nella Pechino da poco liberata, dove frequenta la scuola elementare cinese e partecipa alle mobilitazioni dei bambini nelle prime campagne maoiste, alla Cina della sua giovinezza, quando assiste all'ultima fase della Rivoluzione culturale. Il tracollo del maoismo innesca un desiderio di approfondimento e di messa in discussione delle certezze ideologiche, e la tragedia di Tienanmen del 1989 sollecita un contatto più diretto, mentre assiste alla grande trasformazione della Cina in potenza globale. Una meditazione nel corso della pandemia partita da Wuhan, nell'anno che doveva essere quello della cultura e del turismo italocinese."" -
Giovanni Papini
«In ogni coppia di amici c'è una vittima, c'è un incubo e un succubo. Nel contrasto che nasce c'è uno che vince e uno che perde (...) Uno, il succubo, perde gran parte di se stesso, l'altro, l'incubo, che gioia ed orgoglio deve provare a ritrovarsi fra i piedi una persona che non è più una persona, un essere che gli somiglia fin troppo, un vinto che non seppe difendersi». Con queste parole Giuseppe Prezzolini lascia intendere la natura del rapporto controverso ma intensissimo che intrattenne con Giovanni Papini e che coinvolse i due protagonisti in importanti imprese culturali, prime tra tutte la fondazione delle riviste «Leonardo» (1903) e «La Voce» (1908). Ne emerge un ritratto insolito e ironico, che senza dubbio rende merito allo scrittore Giovanni Papini, ingiustamente dimenticato e che sembra, a tratti, una «resa dei conti fra amici, in bilico fra reticenza e sfogo» (Dalla Postfazione di Mario Isnenghi). -
Del regno di Christo
Nel 1585, al termine di un lungo viaggio europeo che da Firenze lo portò a Parigi, Londra, Basilea, Anversa e Cracovia, il polemista e teologo fiorentino Francesco Pucci (1543-1597) giunse a Praga dove abiurò le sue eresie nelle mani del nunzio apostolico. All'indomani di questa decisione, egli redasse il Del Regno di Christo, un lungo poema in lingua volgare destinato a rimanere manoscritto, di cui si offre qui per la prima volta l'edizione critica. Oltre a ricostruire il contesto praghese nel quale il poema in ottave venne composto e suggerire una fondata ipotesi riguardo alla datazione del testo, l'introduzione offre le chiavi di lettura per comprendere il tentativo di Pucci di trovare nel Vecchio Testamento una legittimazione delle sue proposte millenariste e delle sue aspirazioni universalistiche. -
Similitudini, metafore e allegoria nel «De opificio mundi» di Filone di Alessandria
Nell'opera del pensatore ebreo Filone di Alessandria (I sec. a.C.-I sec. d.C.), metafore e similitudini hanno specifico significato filosofico e rappresentano lo strumento che egli elabora per trovare una nuova forma di convivenza tra il mondo ebraico e quello greco-romano. Alcuni dei più rinomati esperti del pensiero filoniano si concentrano sul De opificio mundi, opera nella quale il rapporto con la tradizione giudaica risulta imprescindibile. Prefazione di Angela Longo. -
Padre Cosimo Berlinsani. Parroco, fondatore e maestro spirituale nella Roma del XVII secolo
P. Cosimo Berlinsani (1619-1694), beatificato nel 2019, fu prima nominato parroco a S. Maria in Campitelli e fondò poi, con Anna Moroni, la Congregazione delle Oblate del Bambino Gesù. La documentazione raccolta dalla Commissione storica apre squarci inediti sulla biografia del Berlinsani, sulla gestione del suo istituto religioso e sul suo ruolo di maestro spirituale, contribuendo anche a gettare nuova luce sulla vita ecclesiastica nella Roma del Seicento. -
Aristotelismo, libertinismo, erudizione nell'Italia del Seicento
Aristotelismo, libertinismo, erudizione sono correnti che attraversano l'intero Seicento italiano, con esiti che non possono essere racchiusi in precise definizioni. Muovendosi sullo sfondo di eventi epocali - come la condanna di Galileo Galieli - e solcando le tracce sottili di intellettuali e filosofi - in particolare Fortunio Liceti e Gabriel Naudé - l'Autore restituisce un affresco inedito della Roma seicentesca nei suoi rapporti con i centri di cultura italiani e transalpini. -
Il problema della normatività nel pensiero antico. Sei studi
Il presente volume contiene in versione rivista e ampliata per la stampa le cinque relazioni che sono state presentate al Seminario annuale della Società Italiana di Storia della Filosofia Antica (SISFA), svoltosi a Genova nelle giornate del 24 e 25 gennaio 2020, con l'aggiunta di un sesto contributo, che ne completa e arricchisce il quadro. Il tema proposto dal Direttivo e accolto favorevolmente dall'assemblea dei soci nel corso del Seminario del 2019 è quello della norma o legge (nomos) nel pensiero antico. Si tratta dell'ottavo volume di Atti di questo importante appuntamento annuale della Società. Dopo aver dedicato l'incontro annuale a protagonisti o a scuole filosofiche, dai presocratici al Neoplatonismo, la Società ha rivolto la sua attenzione a temi che assumono una certa rilevanza nel pensiero filosofico antico, iniziando da logos e proseguendo con nomos, argomento del volume che qui presentiamo. I sei studi in esso contenuti affrontano il tema della normatività in autori dei secc. V e IV (dai pitagorici ad Aristotele), con la sola eccezione dell'ultimo saggio, che è dedicato alla lettura dello scetticismo da parte del filosofo novecentesco Giuseppe Rensi. -
Il sigillo di Benvenuto e altri scritti celliniani
Appassionato studioso dell'artista fiorentino Benvenuto Cellini (1500-1571), Calamandrei è stato anche protagonista di un ritrovamento d'eccezione in campo antiquario, il disegno del sigillo dell'Accademia del disegno, miracolosamente scampato ai bombardamenti della guerra. In occasione del 450° anniversario del Cellini, gli scritti di Calamandrei tracciano un affascinante profilo dell'artista e ne celebrano l'estro arroventato'. -
«Botteghe oscure» e la letteratura statunitense
«Botteghe Oscure» è stata definita da molti una delle riviste italiane più internazionali del dopoguerra. Fondata nel 1948 da Marguerite Caetani, la rivista nei venticinque numeri usciti fino al 1960 pubblica tutti i più importanti scrittori italiani, europei e statunitensi. E proprio con gli Stati Uniti, oltre che con l'Italia, «Botteghe Oscure» aveva un rapporto particolare: del resto la sua fondatrice, Marguerite Caetani, era nata nel Connecticut e proveniva da una delle famiglie più influenti di quello Stato. Questo volume di Cristina Giorcelli, recuperando e indagando centinaia di lettere inedite, ricostruisce i rapporti intercorsi tra la rivista - Marguerite Caetani nello specifico - e gli autori statunitensi; tra i più importanti: William Carlos Williams, Marianne Moore, E. E. Cummings, Wallace Stevens, W. H. Auden, Saul Bellow, Robert Lowell. Si tratta di un capitolo fondamentale della storia culturale italiana e della ricezione della letteratura statunitense nel nostro paese. -
Propaganda fide. Vol. 1: congregazione pontificia e la giurisdizione sulle missioni, La.
Fondata nel 1622 e tuttora esistente con il nome di Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, la Congregazione de Propaganda Fide è il dicastero della Curia pontificia preposto alla giurisdizione sulle missioni cattoliche nelle varie parti del mondo. La fondazione di questa istituzione costituisce un fattore di affermazione dell'autorità spirituale universale del papa nel contesto globale apertosi con l'espansione dell'Europa nel mondo. Giovanni Pizzorusso discute i motivi che hanno portato alla creazione di questa istituzione e i problemi geopolitici che sono sorti con le potenze coloniali nelle varie parti del mondo. Analizza inoltre la struttura burocratica interna e il funzionamento della Congregazione, anche in rapporto alle altre congregazioni soprattutto il Sant'Uffizio, e i termini della sua giurisdizione sui missionari nell'ambito delle varietà di situazioni presentate nelle missioni dal confronto tra il cattolicesimo tridentino e le diverse società e culture. Approfondisce infine il rapporto tra Propaganda Fide e gli ordini regolari protagonisti delle missioni, in particolare cappuccini e gesuiti. -
Studium florentinum: l'istruzione superiore a Firenze fra XIV e XVI secolo
A settecento anni dalla sua prima fondazione (1321), la storia dello Studio fiorentino - da cui ebbe origine L'Università di Firenze - è ripercorsa nei suoi vari aspetti, dalle condizioni originarie e le basi giuridiche della nuova istituzione al rapporto con figure preminenti della cultura letteraria del '300, quali Petrarca e Boccaccio. Ad emergere è il difficile rapporto fra Firenze, culla del Rinascimento, e l'istituzione universitaria, mai perfettamente integrata in città e infine rifondata a Pisa. -
Nel labirinto della materia. Il dibattito filosofico e teologico dalla tarda antichità all'età moderna
I saggi di questo volume indagano le stratificazioni e i cambiamenti delle teorie della materia nella tradizione filosofica e teologica e approfondiscono casi e momenti cruciali per la definizione delle diverse concezioni della materia (da Tommaso d'Aquino a Bruno, da Descartes a Diderot, da Hobbes a d'Holbach, solo per citarne alcuni), così da rendere possibile delinearne e seguirne le complesse traiettorie. Nell'esaminare le trasformazioni subite dallo statuto della materia, il volume combina lo sguardo storico-filosofico, attento alla lettura e all'interpretazione dei testi e all'individuazione di linee di continuità e fratture tra gli autori, con l'analisi teoretica e concettuale: ne emerge il carattere polisemico caratteristico dell'idea di materia che coinvolge differenti prospettive di ricerca (teologia, filosofia naturale, cosmologia, politica) e che è intimamente legato alla rielaborazione di questioni poste dal pensiero antico - soprattutto di matrice aristotelica e platonica - anche in epoca medievale e moderna. -
Atti e memorie dell'Arcadia. Vol. 10
Fin dall'Ottocento l'Arcadia ha pubblicato una propria rivista, a periodicità irregolare, e con diversi cambi di titolature. Oggi l'illustre tradizione è rinnovata dal periodico annuale «Atti e Memorie dell'Arcadia», che propone articoli inerenti a tutte le discipline proprie del contesto culturale in cui la nostra Accademia si muove, dalla letteratura alle arti e alla musica. -
Archivio italiano per la storia della pietà. Ediz. italiana e inglese. Vol. 34: Laudare, colere, praedicare Dominicum. Il culto di san Domenico di Caleruega nell'Ordine dei Predicatori-Le culte d...
In occasione dell'anniversario della morte, il fascicolo si concentra sulla devozione a san Domenico di Caleruega - argomento ancora poco studiato - intesa in senso lato soprattutto come spiritualità e iconografia. -
Andreotti e Gorbacëv. Lettere e documenti 1985-1991
Tra il 1985 e le due importanti visite di Stato del 1988 e 1989 prende forma la peculiare posizione del governo italiano nei confronti del tentativo riformista in atto in URSS, posizione che lo distingue dagli altri componenti del G7. Ne è protagonista Andreotti, che giudicava l'evoluzione del comunismo gorbacëviano un fenomeno complessivamente positivo per la società sovietica e per la politica internazionale, condividendo in grande misura la visione moderata del «sistema di mercato» e la critica di quelle che Gorbacëv ancora chiamava le «contraddizioni del capitalismo». Soprattutto, come sottolinea Silvio Pons, Andreotti condivideva con il presidente sovietico la visione di un futuro ordine bipolare senza la Guerra fredda: una visione «legata a un mondo in dissoluzione» che faceva proprio consapevolmente «il problema di costruire un'architettura nelle relazioni tra l'Europa e la Russia/URSS», il cui fallimento corrispose alla rimozione della «coscienza stessa del problema». Passata la prova di eventi epocali come il crollo del muro di Berlino, la riunificazione tedesca, la prima Guerra del Golfo, quella sintonia e il disegno strategico di cui era espressione si sarebbero infatti infranti nella fine dell'Unione sovietica del dicembre 1991. -
Conversazione su Dante
Scritta tra la primavera e l'estate del '33 durante un soggiorno in Crimea, Conversazione su Dante è l'ultima opera saggistica di Mandel'stam e la summa del suo pensiero poetico. Rimasta inedita durante la vita del suo autore, la Conversazione acquisì notorietà solo a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta non smettendo da allora di entusiasmare specialisti e lettori per le folgoranti intuizioni sulla struttura della Divina Commedia e sulla natura della poesia in generale. Soprattutto la Conversazione rappresenta un viatico indispensabile per la comprensione della poesia dello stesso Mandel'stam, un compendio della sua complessa concezione dell'atto poetico, una chiave di lettura dell'intera sua opera: «Ogni parola è come un fascio da cui il senso si proietta in varie direzioni, e non tende verso un unico punto ufficialmente stabilito». -
L' Isola
Riccardo Artuffo (1888-1936), giornalista, scrittore, autore di drammi teatrali e di soggetti e sceneggiature per il cinema, scrisse l'""Isola"""" nel 1915 per poi pubblicarla, rielaborata, dieci anni dopo. Attraverso personaggi stilizzati e dialoghi lirico-filosofici, Artuffo si proponeva di «riportare il teatro alla sua funzione veramente religiosa» e allegorica, ispirandosi al simbolismo, in particolare a Maurice Maeterlinck, ma anche al teatro wagneriano e dannunziano: la rivisitazione di miti classici si unisce così in lui con un cristianesimo umanitario, che è consolazione degli umili e degli ultimi. «Tragedia del dolore universale (...) una delle opere d'arte più singolari della nuova generazione» secondo la «La Rivoluzione Liberale», l'Isola è documento di quella sensibilità diffusa del primo Novecento in cui interessi letterari, esoterici e religiosi confluiscono in ambizioni di opera 'totale'."" -
Vele di fortuna
Il paesaggio alpino di rocce gelide e brulle è protagonista di ""Vele di fortuna"""" quanto la calura soffocante lo è negli Ossi di seppia di Montale e il grigiore livido delle strade torinesi nelle Venti poesie di Bongioanni, tutti pubblicati nel 1925, l''anno della poesia' della Piero Gobetti Editore. Adolfo Balliano (Ottiglio Monferrato, Alessandria, 1896 - Torino, 1963) farà della montagna il tema dominante di un'abbondante produzione poetica, romanzesca e saggistica, giungendo a fondare già nel 1929, con Agostino Ferrari, il Gruppo italiano scrittori di montagna e divenendo figura di spicco del Club Alpino Italiano. In Balliano il paesaggio alpino è luogo di tormenti nostalgici, della consapevolezza della propria fragilità, del senso di perdita e di morte, talvolta con evidenti influenze pascoliane. Montagna madre, bella e terribile, quella di Balliano, spartano, estremo spazio di libertà in cui si apre il franco confronto con se stessi."" -
Ungaretti intellettuale
Ungaretti, si sa, non è stato solo poeta, ma anche traduttore, critico, saggista, e molto altro: ha esercitato insomma la sua funzione di intellettuale in più direzioni, seguite ed esplorate nei saggi qui raccolti. Il volume si concentra sull'Ungaretti professore e redattore di riviste (dagli anni egiziani a quelli del dopoguerra); e accanto a questi due focus vi sono quelli che riguardano la produzione saggistica, i rapporti con altri intellettuali (Aleramo, Saba, Conti, Paulhan, Fautrier, la Beat Generation), gli scambi con il mondo artistico, nonché le traduzioni, che si pongono come esatto punto di intersezione tra attività poetica e funzione culturale.