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Paralleli pericolosi. Le rivelazioni marziane di due donne del West
Il viaggio su Marte di un giovane newyorkese. Credenze conservatrici e misogine messe a dura prova dal soggiorno presso società utopiche marziane che hanno superato le discriminazioni di genere e raggiunto la perfetta armonia personale e sociale. Un romanzo coraggioso, una prospettiva sovversiva per l'epoca, una satira tagliente sulla società degli uomini. Tra incontri affascinanti e dialoghi appassionati, lo sguardo del protagonista, dapprima incredulo e scandalizzato, diventa infine maturo e consapevole. Postfazione di Alessandra Calanchi. -
Istruzioni spirituali. Dal cuore di un Maestro Mah?mudr?
Il Grande Sigillo (Mah?mudr?) è un profondo percorso realizzativo del buddhismo tibetano: un cammino spirituale che porta dalla liberazione dal dominio dei sensi e all'illuminazione. Aprire il cuore, sviluppare compassione e devozione, oltre a rilassarsi profondamente e lasciare andare ogni egocentrismo: questi sono i prerequisiti per la vera felicità e la vera liberazione di cui Gendün Rinpoche tratta nelle sue Istruzioni spirituali. Gendün Rinpoche (1918-1997) è stato un Maestro tibetano completamente realizzato di meditazione Mah?mudr?, si dedicò per molti anni a lunghi ritiri di meditazione nei luoghi sacri e remoti del Tibet. Nel secolo scorso guidò migliaia di discepoli all'illuminazione, per il loro beneficio e per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. In questo libro, Lama Sönam Lhündrup (Tilmann Borghardt), uno dei suoi più qualificati discepoli (a sua volta maestro di meditazione Mah?mudr?), ha raccolto il nettare dei suoi insegnamenti: «Trarremo grande profitto da queste pagine se, dopo la loro attenta lettura, le terremmo presenti, lasciando agire il loro contenuto, mettendolo in relazione con i nostri pensieri e le esperienze della pratica spirituale. Il vero significato delle spiegazioni si rivelerà solo attraverso la meditazione personale». Gendün Rinpoche spiega aspetti centrali del nostro sviluppo spirituale come la differenza sottile tra gli stadi meditativi, la loro progressione, gli ostacoli e gli antidoti per il loro superamento. Conclude il libro un capitolo dedicato alla preparazione della morte: meditazione fondamentale e preziosa per tutti, in modo particolare per chiunque intraprenda il cammino realizzativo del risveglio perfetto. -
La teoria di Einstein e le mutevoli prospettive del mondo
Nel 1922 Antonio Aliotta si è cimentato in una delle sfide più ardue del pensiero novecentesco: spiegare in modo accessibile uno dei risultati scientifici più complessi della storia di tutti i tempi e interpretare filosoficamente siffatta rivoluzione prospettica con lucidità e puntualità. La teoria einsteiniana è concepita nella sua originalità, ma anche ricompresa e relativizzata insieme e accanto alle teorie di più antica tradizione, secondo un'impostazione che rifiuta di assoggettare la realtà a un unico punto di vista e a una sola ipotesi interpretativa. Aliotta ha il merito di cogliere il rischio di una lettura assolutistica della teoria della relatività e di ricondurla entro una visione critica che non tace la sua portata rivoluzionaria, ma neppure la innalza a traguardo ultimo e indiscutibile del progresso scientifico. Tutti questi motivi spiegano l'intenzione di riproporre la stampa della ""Teoria di Einstein e le mutevoli prospettive del mondo"""", strumento utile per chiunque intenda avvicinarsi a tematiche di ancora stretta attualità."" -
«In America non ci sono zar». Le relazioni russo-statunitensi: «questione ebraica» e nascita della diplomazia umanitaria (1880-1914)
Tra il 1880-81 e il 1914, la questione dell'ebraismo russo divenne centrale nelle relazioni tra Washington e San Pietroburgo. Gli autori del libro trattano gli aspetti di tale fenomeno nella Russia zarista e i risvolti sempre più pesanti che finirono per ricadere negativamente sulla stabilità dei rapporti tra i due Paesi. La prima parte del volume, di Antonio Donno, analizza la progressione dei contrasti tra le due diplomazie, a partire dagli orrendi pogrom che avvennero in Russia dopo l'uccisione di Alessandro II e negli anni successivi, fino al momento in cui, nel 1913, Washington decise unilateralmente di abrogare il trattato firmato con San Pietroburgo nel 1832. Nella seconda parte del libro, Giuliana Iurlano analizza l'azione delle organizzazioni ebraiche americane, che si adoperarono per ottenere dagli Stati Uniti un impegno continuo di denuncia nei confronti dei governi zaristi sul trattamento della minoranza ebraica dell'Impero e per dar vita a un progetto di ""diplomazia umanitaria"""", volta a sostenere economicamente i correligionari russi e a facilitarne l'emigrazione negli Stati Uniti. Infine, nella terza parte, Vassili Schedrin analizza questo fenomeno dall'interno della situazione russa, nella quale gli interventi statali mostravano tutta la loro inefficacia a causa della farraginosità del sistema, dell'incapacità dei funzionari di districarsi in una legislazione aggrovigliata e della corruzione imperante. La """"febbre dell'emigrazione"""" coinvolse l'ebraismo russo a partire dal 1881-82, raggiungendo il suo culmine tra il 1903 e il 1914."" -
Introduzione alla mistica
Dopo un lungo oblio, ai nostri giorni la mistica sta riemergendo quale itinerario privilegiato verso la conoscenza essenziale, quella di noi stessi, e, insieme, come unica possibilità di lingua universale dello spirito, in mezzo alla Babele dei linguaggi religiosi. È perciò importante comprendere cosa essa sia davvero, perché il mistico non si confonda, come troppo spesso avviene, con il sentimentale, il visionario, l'esoterico - ovvero, in ultima analisi, col mistificatorio. A questo fine cerca di rispondere il presente libretto, la cui prima caratteristica è quella della accessibilità per tutti. Dopo una breve parte introduttiva, che cerca di delineare gli esatti contorni del concetto di mistica, esso consta infatti di brevi ""schede"""" (originariamente per una rubrica del quotidiano «Avvenire»), dedicate sia a temi essenziali, sia a figure importanti della sua storia, dall'antichità ai nostri giorni. Sottolineando il carattere razionale, filosofico, e quindi universale della mistica, questa Introduzione vorrebbe perciò essere innanzitutto un invito alla riflessione sui problemi fondamentali, di tutti e di sempre, e alla lettura dei grandi maestri spirituali."" -
L' isola dei fiori. Ediz. a colori
Una domanda insistente accende la sete di conoscenza e spinge una giovane donna a mettersi in viaggio. Bastano una barca, un cannocchiale e un vaso di fiori per ricondurre la protagonista fino ai tempi della Pangea: un luogo magico che unisce tutti gli uomini al loro primo, unico antenato. Isla de flores è il nome di un'isola situata di fronte a Montevideo, ed è anche il nome di una via della città, dove sfilano ogni anno i musicisti di Candombe con i loro tamburi, che aprono i cortei di Carnevale. Questo genere musicale rappresenta uno dei tanti legami tra l'Africa e l'America, simbolo di resistenza alla schiavitù e all'oppressione. Prende ispirazione dalla musica e dal folklore uruguaiano questo silent-book che illustra, con le forme nette del timbro e i tratti sfumati d'azzurro, l'interrogativo delle origini, in un'atmosfera di grande armonia ed equilibrio compositivo. Età di lettura: da 5 anni. -
Diario del sonno
Paola è una ragazza dominante, spregiudicata, dai sentimenti complessi. Dopo la laurea in ingegneria sente progressivamente emergere i fantasmi della propria adolescenza: le molestie, le violenze, gli abbandoni. Da quel momento la mente deraglia e i suoi pensieri si schiantano contro il mondo esterno. La diagnosi clinica è precisa: «assenza di controllo degli impulsi e depressione maggiore». Questo libro è la cronaca di un salto nel vuoto, dove si alternano esperienza e rielaborazione inconscia di quella esperienza, e la realtà dei fatti è sempre in bilico fra verità e menzogna. In preda a un dolore che erode i nervi, Paola percorre il labirinto della psicanalisi affidandosi alla guida di un terapeuta paziente e fedele, che la salva dai tentativi di suicidio. Da lì si snoda un percorso tortuoso verso la guarigione, raccontato con uno stile ipnotico e potente, sospeso tra prosa e poesia. Postfazione di Marco Giovenale. -
La bella vita
Dopo alcuni anni di silenzio, Antonio Turolo torna alla poesia con una raccolta insieme fulgida e crudele, in cui l'inchiostro sembra sgorgare direttamente da una ferita. Turolo riprende e rielabora alcune sue ossessioni tipiche, quali la malattia, le dipendenze, il disagio psichico e i ricoveri ospedalieri, alternando episodi della propria storia familiare e inquietanti fatti di cronaca. Un peso decisivo ha il rapporto, sempre ambivalente, con la città di Treviso e con il Veneto, come pure la dimensione del viaggio, più immaginario che reale. Nella sezione finale del volume emerge invece una singolare tensione religiosa, innescata da ricordi infantili o adolescenziali, che rivela al lettore un risvolto inedito e inatteso della poesia di Turolo. Premessa di Flavio Santi. -
Versi perduti senza collare. Detti proverbiali e fraseologici d'oscura o controversa provenienza
Il volume riempie i campi d'ombra creati dalla rapidità con cui la materia linguistica si forma e nel contempo si trasforma. Molti versi, frasi di uso comune, passano nella conversazione come se non avessero autore né storia. Per opera del moltiplicarsi delle comunicazioni si assiste sia al recupero di versi, frasi del mondo storico, agricolo, artigiano che hanno perduto contatto con l'uso, sia all'arrivo di forme linguistiche recenti che provengono da nuove fonti: cinema, televisione, sport, scienza, fumetti. Una miriade di forme di paremia circola nei telefonini dei ragazzi dentro i messaggini, o si ferma nei loro diari come promemoria, regole di vita. Queste pagine riempiono la terra di nessuno che va dall'Adelante, Pedro, con juicio! all'Elementare, Watson! a Siamo in missione per conto di Dio! È la prima raccolta sistematica d'un materiale ancora inedito né analizzato in questa forma di repertorio pratico. Oltre a un'opera di ricognizione piacevole e di colta lettura, è un completamento ai dizionari di modi di dire, di proverbi, di detti di fraseologia. -
Novantanove volte Firenze. Un viaggio in una città sorprendente
Il nuovo libro di Mauro Bonciani è un viaggio curioso ed appassionato. In queste pagine c'è quello che le guide non dicono, storie, leggende, dettagli, tradizioni, curiosità su una città unica al mondo e spesso sconosciuta anche ai fiorenti ni, non solo ai tanti visitatori che arrivano da ogni parte del mondo per vederla. Piccoli-grandi racconti attraverso Firenze, i suoi capolavori e monumenti, personaggi famosi e meno noti, animali mitici e reali, le sue feste più importanti e genuine ma anche la sua anima irriverente che non è mai cambiata, in un mosaico affascinante proprio perché sorprende anche chi crede di conoscere tutto della città del Giglio. Novantanove ""quadretti"""" - il centesimo lo deve comporre il lettore - per itinerari inconsueti, anche quando si sovrappongono alle rotte del Grand Tour e del turismo di massa, in un agile libro che, grazie anche a tante illustrazioni e fotografie, è molto più di una guida. Ma che diventa guida indispensabile per chi ama, o vuole scoprire e riscoprire, Firenze ed il patrimonio sterminato della sua cultura, camminando e perdendosi tra strade, piazze, chiese, colline."" -
La Grande Madre. Meditazioni mediterranee
Tornato in Sardegna nel giugno del 1955, Ernst Jünger espresse gratitudine nei confronti della sua «seconda grande madre, il Mediterraneo», trasfigurando così il viaggio nell'estatica regressione verso una dimensione mitica, numinosa ed archetipica. «Io e Terra - Madre e Figlio»: con queste parole si può riassumere lo spirito tellurico che anima le annotazioni diaristiche sui suoi itinerari nel Mediterraneo, offerte per la prima volta al lettore italiano e gremite di epifanie che mostrano che «ovunque la terra è sacra, ovunque è un sepolcro, ovunque è un luogo di resurrezione». Di qui anche l'inquietudine crescente suscitata dall'hybris distruttiva dell'uomo moderno nei confronti degli ecosistemi. «È come se un'esplosione avesse investito il pianeta intero», scrisse Jünger nel 1978 in occasione del suo ultimo soggiorno in Sardegna: «più passa il tempo, più una luce abbagliante raggiunge ogni suo angolo». Lo scrittore registrò, pertanto, l'avanzata inarrestabile della tecnica quale strumento di una nuova forma di schiavitù (memorabile la descrizione dei primi, ipnotici, televisori) che strappa la vita dal suo fondo ctònio. Ecco, allora, la sua presaga riflessione sul fato dell'homo faber: «il nostro ruolo potrebbe essere simile a quello dello scorpione che si toglie di mezzo col suo stesso aculeo». Resta, quale fonte di consolazione nelle meditazioni saggistiche conclusive, la fiducia nell'eterna fecondità della natura: «il frassino del mondo, l'Yggdrasill, sotto la cui ombra si riunisce ogni giorno il consiglio degli dèi, non perirà assieme ad essi: sopravviverà al loro crepuscolo». -
Le terrecotte di Tell Deinit
Il volume include figurine, placchette, oggetti miniaturistici e vasi con applicazioni plastiche: il testo è corredato da un apparato grafico con piante di distribuzione, disegni e diagrammi, segue una sezione con schede di catalogo, tavole fotografiche e un riassunto in inglese, una sezione in lingua araba completa il volume. Nei primi capitoli sono presentate le figurine del periodo del Bronzo tra le quali spicca il gruppo del Bronzo Medio II. Nei capitoli seguenti sono illustrate le figurine dell'età del Ferro e del periodo persiano achemenide; si evidenziano caratteri e peculiarità tra cui una tematica musicale e la presenza di indizi insoliti quali una scialbatura di rivestimento e la frattura netta, verosimile esito di una rottura volontaria dei manufatti. La presentazione si conclude con gli esemplari attribuiti al periodo ellenistico-romano. Il capitolo conclusivo contiene un'analisi con approfondimenti di ordine generale o relativi a puntuali osservazioni. -
La liberazione spontanea. Insegnamenti sui sei bardo. Un completamento del Libro tibetano dei morti
Nella vita e nella morte, nella meditazione e nel sonno, ogni fase transizionale della coscienza, o bardo, offre un’opportunità per superare limitazioni, frustrazioni, e paure. I profondi insegnamenti di questo libro offrono le istruzioni e la conoscenza necessarie per trasformare ogni fase della vita in un’opportunità di liberazione naturale, non forzata. Come il Libro tibetano dei morti, Liberazione Naturale è un terma, un “tesoro nascosto” attribuito al maestro dell’VIII secolo noto come Padmasambhava. Il lucido commento di Gyatrul Rinpoche accompagna il testo, chiarendo il sentiero che porta all’illuminazione perfetta. Liberazione Naturale è un contributo essenziale sia per praticanti che per studiosi del buddhismo tibetano. -
La casa rurale e il paesaggio. Guida al recupero architettonico nel Chianti
Nel paesaggio rurale toscano, la casa colonica riveste un ruolo di primaria importanza: le trasformazioni dell'edificio possono perciò influire direttamente sul quadro paesistico. In quest'ottica, il libro offre un ricco repertorio di tecniche di restauro della casa rurale - sovente convertita in civile abitazione - utili anche per un recupero di seconda generazione. Fotografie e disegni di facile lettura interpretano, descrivono e invitano a recuperare gli aspetti ""pubblici"""" dell'edilizia rurale: la fisionomia della casa e degli edifici annessi; le modalità compositive dei fronti e dei volumi; le tecniche costruttive; gli intonaci, i materiali e i colori; l'ambiente circostante l'edificio e il suo rapporto con il territorio agricolo. La guida al recupero, pur facendo riferimento all'area del Chianti, indica principi e pratiche valevoli per l'intero ambito regionale. Essa si rivolge agli abitanti, ai professionisti, agli amministratori e alle maestranze artigiane fornendo soluzioni semplici impiegabili anche nell'autorecupero."" -
Ri-scoprire l'Europa. Le radici umanistiche smarrite e il Coronavirus
L'Unione europea e le scelte che ne hanno governato l'economia e la politica sono state profondamente rimesse in discussione dalla pandemia che ne ha sconvolto vita collettiva e orizzonti esistenziali. In Europa, a differenza delle altre parti del mondo, il carattere epocale della ""crisi"""" è forse ancora più evidente, perché qui la pandemia ha messo in piena luce le premesse nascoste di un disastro prevedibile. Non è vero che l'Europa sia stata colta impreparata. Senza volerlo, senza saperlo, l'Europa si era da tempo preparata al disastro. Con le omissioni, con la superficialità, con la fede suicida nella tecnologia e nei mezzi tecnici e finanziari, con l'accettazione di una globalizzazione assolutamente imprevidente, aveva costruito le precondizioni del disastro. Precondizioni evidenti anche nella massa delle """"criticità"""" accumulate nella costruzione dell'UE, sotto i vari profili - qui oggetto di indagine - della vita politica, della sovranità, della solidarietà, del diritto, dell'economia e del costituzionalismo. In ognuno di questi ambiti della vita sociale si sono smarrite le radici profonde della costruzione europea, che sono in realtà le radici dell'umanesimo europeo. Il grande progetto europeo, concretizzatosi dopo le guerre totali del XX secolo, in primo luogo per promuovere la giustizia e la pace, può solo attraverso quell'umanesimo tornare a recuperare l'arte difficile, ma essenziale, del """"vivere insieme"""", del costruire vera comunità. L'Europa deve e può riscoprire sé stessa nelle sue matrici umanistiche e cristiane, quelle che sono alla base dello stato di diritto, del metodo liberal-democratico e dei valori sociali e universali che hanno fatto, in mezzo a mille tragedie, la storia della nostra civiltà, per uscire dalla """"selva oscura"""" in cui si è smarrita."" -
Commedia
Come già nel 1921 e nel 1965, la Società Dantesca Italiana non manca l'occasione offerta dal Centenario per fare il punto circa le ricerche e gli studi sul Poema dantesco. Alla pubblicazione della ""Commedia secondo l'antica vulgata"""", a cura di Giorgio Petrocchi (1966-67), hanno fatto seguito più di cinquanta anni di lavoro collettivo, in Italia e fuori d'Italia, che ha approfondito e arricchito l'esegesi del testo, la conoscenza della cultura dantesca, delle sue fonti nonché della tradizione, manoscritta e a stampa, grazie alla quale l'opera si è diffusa fino a diventare un """"classico"""" universale. Nel frattempo, ha avuto significativi, sia pur contraddittori sviluppi anche la riflessione su metodi e procedimenti dell'ecdotica. Era dunque necessario che l'impostazione data prima da Giuseppe Vandelli e poi da Petrocchi all'edizione del Poema fosse messa a confronto con le nuove, cospicue acquisizioni, e con la discussione metodologica più recente. La nuova edizione curata da Giorgio Inglese si fonda su una ridefinita classificazione dei testimoni, ricondotti a tre lecturae del poema formatesi negli anni immediatamente successivi alla morte di Dante. Si riconoscono, in particolare: il testo curato dal """"dantista"""" fiorentino Forese (Donati?) nel 1330-1331, noto dalla collazione Martini e dal ms. Trivulziano 1080 (1337/8); un'esile tradizione emiliano-romagnola, il cui testimone più antico e più puro è il ms. Urbinate lat. 366 (1352); una vulgata tosco-fiorentina, affermatasi ben presto come testo standard del poema, i cui rappresentanti più vetusti e autorevoli sono i mss. Egerton 943, Landiano 190 (1336) e Parmense 3285: collaterale alla vulgata, si distingue tuttavia per antichità e pregio il pisano ms. Ashburnhamiano 828 (ante agosto 1334). Entro questo ambito testimoniale, la lezione prossima all'originale si individua attraverso il confronto qualitativo fra le varianti; dove l'esame ne riconosca la pari ammissibilità o l'indifferenza, la selezione avviene su base probabilistica, prevalendo l'accordo fra i testi foresiani e il codice Urbinate, oppure fra quest'ultimo e la vulgata. Per la veste linguistica, punto di riferimento primario (come già indicato da Petrocchi) è il ms. Trivulziano 1080, rimosse soltanto le forme estranee all'uso fiorentino documentato fra l'ultimo quarto del sec. XIII e il primo del XIV."" -
Studi sul «Canzoniere» di Dante con nuove indagini sulle raccolte manoscritte e a stampa di antiche rime italiane
Michele Barbi, ""Studi sul Canzoniere di Dante, con nuove indagini sulle raccolte manoscritte e a stampa di antiche rime italiane"""" (Firenze, G.C. Sansoni, 1915) è uno dei caposaldi della moderna filologia, riproposto in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri in edizione anastatica conforme all'originale, arricchita da un'ampia introduzione del professor Corrado Bologna, della Scuola Normale Superiore di Pisa. Le ricerche di Barbi confluite in questo volume venivano come è noto a seguito della magistrale edizione della Vita Nova (1907), e nella prospettiva di porre in rilievo il valore storico delle raccolte di rime antiche all'unisono con lo studio dell'intera tradizione variantistica della lirica dantesca, venivano a fondare la cosiddetta """"nuova filologia"""": che specie dopo questo momento di svolta non fu più l'applicazione astratta di criteri estetizzanti o la pratica di un'attribuzionistica farraginosa, quanto invece attenzione al valore dell'ecdotica: quale questo si riconosceva nella collaborazione stretta tra verifica diretta delle dinamiche dei testi e studio della natura storicamente esatta di essi. Come dire, il modello di una forte e consapevole coerenza operativa di filologia e di critica, che permise a quello che fu definito l'""""ultimo solitario artigiano della grande italianistica"""" di comporre un primo canone di sistemazione delle """"rime sparse"""" di Dante nel momento stesso in cui offriva al mondo della dantistica un affresco storicamente determinato della stessa tradizione lirica delle Origini. I frutti di questa grande innovazione vengono perciò riproposti con questa riproduzione anastatica dell'edizione originale del 1915 con l'auspicio che ancora sotto il segno di Michele Barbi gli studi attuali su Dante si ispirino alla disciplina del suo lavoro critico esemplare."" -
Liber de spiritu et anima
Verso la metà del XII secolo, un ancora per noi sconosciuto autore - probabilmente un monaco cisterciense - raccolse in un libro tutto il sapere allora noto, tanto dei classici quanto della tradizione cristiana, sulla cruciale questione di cosa l'anima sia, quale sia la sua essenza, quali le sue facoltà, quale il suo rapporto con il corpo e quale quello con la sua parte più alta - lo spirito, appunto - in relazione con Dio. Per molto tempo creduto opera di sant'Agostino, di cui in effetti utilizza molte pagine, il Liber de spiritu et anima godette di grandissima fortuna, fornendo il materiale necessario alla discussione sull'anima, in un tempo in cui la nuova scienza di impronta aristotelica cominciava ad affacciarsi sulla scena culturale dell'Occidente. Come si può leggere qui nell'Appendice, lo stesso Tommaso d'Aquino lo cita, con approvazione o no, moltissime volte. Il fine che l'anonimo autore si proponeva, infatti, era senza dubbio quello di consegnare al suo tempo una sintesi delle conoscenze disponibili sull'argomento, quasi una sorta di manuale, ma anche, e probabilmente in primo luogo, quello di far presente la ricchezza di esperienza che proveniva dalla tradizione mistica monastica, cui era ben nota la realtà spirituale dell'anima, che rischiava di andare perduta. Il Liber de spiritu et anima, qui presentato nella prima traduzione italiana, è perciò di grande importanza, tanto storica, quanto filosofica. In un tempo quale quello attuale, in cui le neuroscienze ci pongono di fronte al cosiddetto body-mind problem e a tematiche assai simili a quelle affrontate in questo straordinario testo, mentre anima e spirito sembrano concetti obsoleti, il suo interesse è infatti duplice: imprescindibile sotto il profilo della storia della scienza e delle idee, ma anche sotto quello, ben più importante, della conoscenza di sé stessi. -
Oh bella libertà!
Prima traduzione italiana completa delle poesie di Elizabeth Barrett Browning, il libro segue la struttura dell'edizione Penguin, curata da Julia Bolton Holloway nel 1995. Oltre a tutti i poemetti (spesso d'argomento risorgimentale) e alle poesie composte in Inghilterra e in Italia, il volume contiene i due poemi maggiori: Aurora Leigh, nella traduzione canonica di Bruna Dell'Agnese, e Le Finestre di Casa Guidi (Casa Guidi Windows), nella traduzione integrale curata da Rosalynd Pio, assieme alla silloge completa dei Sonetti dalla Portoghese il cui titolo, finora travisato, è stato reso al femminile. Ogni poesia è corredata da brevi note introduttive ed esplicative dei contenuti e dei contesti, in base a una bibliografia aggiornata. L'Introduzione delle curatrici ripercorre la vita, l'itinerario poetico e la ricezione di Elizabeth Barrett Browning, nonché il suo coinvolgimento in favore dei diritti civili e libertari, e il ruolo attivo da lei assunto nel Risorgimento, ben riscontrabile nel poemetto Le finestre di Casa Guidi nel quale viene offerta una testimonianza diretta degli eventi del 1849 dalla sua casa di Firenze, città in cui scelse di vivere, costruendo un ""aureo anello"""", rimasto poi inalterato nel tempo, tra l'Italia e l'Inghilterra. Elizabeth è sepolta a Firenze nel Cimitero degli inglesi in una tomba monumentale disegnata da Lord Leighton, che volle rendere omaggio alla sua fama poetica, così come fece nel 1999 il regista fiorentino Franco Zeffirelli che l'ha immortalata nella prima sequenza del suo film Un tè con Mussolini."" -
Aida e Umberto
Grazie alla preziosa documentazione lasciata dal padre, Ivanna Rosi ricostruisce una vicenda familiare che è di fatto una microstoria toscana, e in particolare senese, tra gli anni Venti e Cinquanta. Ambienti, passioni, pregiudizi, sofferenze, ambizioni, nelle loro interferenze e conflitti talvolta drammatici con il potere fascista e con le difficoltà del dopoguerra. Al centro la bella storia d'amore di Aida e Umberto, nel piccolo mondo di Vescovado di Murlo, sotto l'occhio inquisitore dei gerarchi locali, alla vigilia della guerra. Quel lontano passato della famiglia e i successivi ricordi dell'infanzia e adolescenza legati alle due coppie dei genitori e degli zii sono filtrati da uno sguardo retrospettivo benevolo e affettuoso. Lungi dal gravare di postume riprovazioni gli errori e anche le colpe, pur non taciute, nei limiti dello spirito piccolo borghese degli anni Cinquanta, il racconto riscopre il tesoro dimenticato o equivocato e screditato, dell'amore ricevuto, la giovinezza e la bellezza di Aida, la complessità malinconica di Umberto, la vivacità capricciosa e appassionata di Silvia, la placida serenità di Palmiero. ""La mia anima - scrive Alphonse de Lamartine nelle Confidences - è come i setacci con cui i cercatori d'oro del Messico raccolgono le pagliuzze del puro metallo dai torrenti delle Cordigliere. La sabbia se ne va, l'oro rimane. Perché opprimere la memoria con ciò che non serve a nutrire, a incantare, a consolare il cuore?""""""