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Lotta comunista. Indici cumulativi 2000-2017
Il volume contiene gli indici dei sommari, delle materie, dei nomi e dei soggetti economici dei 3.105 articoli pubblicati su Lotta comunista da gennaio 2000 a dicembre 2017 e costituisce un utile complemento alla consultazione dei volumi delle raccolte pluriennali e delle annate di Lotta comunista. -
Squilibrio italiano e vincolo europeo
Il ""secolo dell'Asia"""" scuote l'imperialismo europeo in tutte le sue espressioni, ma ritardi e fragilità politiche italiane determinano a Roma oscillazioni più ampie. È qui che si pone la questione dei nuovi termini dello squilibrio italiano. Dopo il collasso dei vecchi partiti negli anni Novanta, si è aperta in Italia una seconda stagione di trasformismo di massa, che ha cambiato i connotati alla politica romana, tra piazzate, sceneggiate e dosi massicce di cialtroneria. Una vera e propria commedia all'italiana, i cui tratti farseschi risultano però deformati dal ringhio securitario e xenofobo del governo della paura Lega-Cinquestelle. Il """"laboratorio"""" italiano vede oggi al governo l'esperimento di due partiti su cui grava l'ombra di una collocazione europea come minimo ambigua."" -
PCd'I 1921. 100 anni. 100 militanti del Partito comunista d'Italia
Un secolo corre ormai dalla fondazione, nel gennaio 1921, del Partito comunista d'Italia, Sezione italiana della III Internazionale. La ricorrenza da una parte sollecita una ricognizione su quella pagina di lotta e sul suo sfortunato epilogo, un bilancio militante rigoroso e spassionato che dalle sconfitte del passato permetta di trarre insegnamenti per il futuro. Dall'altra è occasione per trarre dal quadro vivo delle biografie di cento tra i militanti d'avanguardia del PCd'I una testimonianza della riserva di abnegazione, coraggio, passione rivoluzionaria e disponibilità alla lotta di cui il proletariato è capace. Tutto questo, insieme, arricchisce di orientamenti l'impegno di oggi e di concretezza la prospettiva per il futuro. -
L' automobile e la sfida elettrica. Guerre, crisi e battaglie dell'auto nel nuovo secolo
La storia dell'automobile può essere vista secondo due fili conduttori strettamente intrecciati l'uno con l'altro: l'evoluzione del prodotto e quella dei processi produttivi. Se il padre dell'auto a benzina è la Germania e la madre la Francia, il figlio che trasformò l'auto da prodotto di lusso in prodotto di massa furono gli Stati Uniti d'America. La motorizzazione di massa ha portato alla fame di petrolio e alle crisi energetiche e ha rivelato i limiti dell'auto a combustione interna. Lo sviluppo della tecnologia della batteria a ioni di litio e dell'elettrificazione offrono oggi la possibilità negata nel passato: l'auto elettrica. Il motore elettrico è un prodotto complesso, il cui sviluppo richiede un know-how sia scientifico sia pratico. L'auto elettrica è un catalizzatore di nuove tecnologie che coinvolgeranno tutta la società. Decisivo sarà il ruolo dello Stato nel definire gli standard, le regolamentazioni, i sussidi e l'indirizzo generale del settore auto. L'impatto traumatico sul mercato del lavoro sarà inevitabile. Ogni transizione da una forma di produzione a un'altra comporta crisi industriali, concentrazioni di capitali e nuove competenze della forza-lavoro salariata. -
Lotta Comunista. Annata 2021
Il volume raccoglie i 253 articoli pubblicati su Lotta Comunista da gennaio a dicembre 2021, corredati da una cronologia e da indici delle materie, dei nomi, dei soggetti economici. All'indirizzo www.edizionilottacomunista.com sono disponibili gli Indici cumulativi 2000-2021. -
La Russia in guerra nella crisi dell'ordine
La ""Russia in guerra"""" non è un titolo a effetto, ma la sintesi di un elemento caratterizzante della politica russa nel passato quindicennio. Questo si intreccia, e a volte si attorciglia, con altri elementi: uno su tutti, la non superata dipendenza di Mosca dal settore energetico. Un altro filone riguarda la forma statale. La semplificazione ricorrente è quella dell'autoritarismo contrapposto alla democrazia occidentale. Posto che i comportamenti autoritari nel sistema politico russo sono evidenti, più utile è individuarne le determinanti. Allo scopo è sicuramente più efficace la concezione marxista, che rimanda alle """"variazioni e gradazioni"""" della democrazia. È in questo quadro che si può collocare il concetto di """"democrazia sovrana"""", come si autodefinisce la specifica forma politica russa, nella quale non va perso il nesso con le relazioni internazionali. Questo è lo Stato imperialista russo, oggi impegnato nella guerra di spartizione dell'Ucraina. Con questa forma politica la classe dominante russa cerca di far valere i propri interessi imperialistici nell'epoca di """"inedite tensioni"""" che abbiamo davanti: con quali risultati sarà il tempo a dirlo."" -
Democrazia imperialista in Cina. Dilemmi del pluralismo a partito unico
Tutti i grandi rivoluzionari attribuirono alla Cina l'importanza strategica che le spetta. Nella visione di Marx ed Engels, la collisione storica con l'Inghilterra trascinò il vecchio ""fossile vivente"""" nello sviluppo del bacino del Pacifico, convalidando l'universalità delle leggi di sviluppo del capitalismo e gettando contemporaneamente le basi dell'esaurimento del suo ruolo storico nella successione dei modi di produzione della società divisa in classi. Lo sviluppo capitalistico produceva in Cina le classi e le frazioni di classe. Iniziava in Cina la storia borghese, che è storia internazionale. Il criterio scientifico di fondo per la sua analisi è la storia del rapporto tra le frazioni borghesi e le correnti politiche, nella dialettica dei loro interessi generali e particolari. Data la dimensione continentale cinese, si tratta necessariamente di frazioni e correnti regionali. A loro volta, frazioni e correnti politiche cercano espressione nelle sovrastrutture che si trovano davanti, trasformano, riempiono e anche creano all'interno dell'involucro cinese. Si tratta allora di indagare questo processo politico con i nostri strumenti di analisi politica marxista."" -
Acqua e comunità. Contro la privatizzazione di un bene comune
L'acqua, risorsa primaria per l'esistenza umana, è un bene comune che appartiene a tutti. L'autore analizza l'ineguale distribuzione dell'acqua su scala mondiale. E vede, inoltre, che le colture agricole per prodotti da esportazione assorbono sempre più acqua nei paesi poveri a spese delle colture di sussistenza, e che ovunque l'acqua per il consumo umano è sempre più scarsa, cara e inquinata. Eppure, lungo tutta la storia, le comunità locali hanno sviluppato modi d'uso che assicurassero una corretta distribuzione di questa risorsa limitata e vitale. Il libro è estraneo ai gerghi tecnici, sociologici e politici, riafferma l'esigenza di un controllo locale e comunitario sull'acqua, un approccio pratico alle tematiche ambientali. -
Che gioia vivere. Diario perpetuo per depressi e ipocondriaci
Si dice spesso che le opere migliori non sono quelle che gli autori esibiscono in pubblico, bensì quelle che scrivono per se stessi. Ma da quando la pubblicazione di questi diari intimi è diventata pratica comune (talvolta con gli autori ancora viventi), non solo si è persa la spontaneità propria di quella scrittura, ma oltretutto si comunicano con urgenza al mondo semplici promemoria e appunti insignificanti che appaiono piuttosto la manifestazione di una incontenibile grafomania. In questo irriverente diario di viaggio nella condizione umana, scandito come un calendario perpetuo che lascia ampio spazio ad annotazioni auspicabilmente in controcanto, ogni nuova giornata offre un appunto sconsolato ripreso dai diari, tutti rigorosamente editi, di oltre centoventi scrittori - da Tostoj a Kafka, da Simenon a Dali, da Che Guevara a Twain - alle prese con le piccole noie dell'esistenza quotidiana. Un esilarante piagnisteo ""d'autore"""", in cui banalità e lamenti formano un monologo che annulla le differenze tra un autore e l'altro in una maniacale attenzione per le proprie condizioni fisiche e i propri stati d'animo. Insomma, un florilegio quotidiano di involontario umorismo nero che in realtà funziona come un potente antidepressivo a rapido effetto catartico."" -
Incrocio di sguardi. Conversazione su matti, precari, anarchici e altre pecore nere
Snodando il filo del proprio percorso biografico in una narrazione ricca di aneddoti, provocazioni, idiosincrasie, amori, battute, Ascanio Celestini, grande affabulatore del nostro tempo, esce allo scoperto. Così, questo libro parlato e vivissimo, frutto delle conversazioni con Alessio Lega, cantautore e intellettuale disorganico, diventa un altro spettacolo in cui Ascanio si fa ancora una volta voce plurale, racconto corale attraverso una voce sola. Ma questa volta il personaggio narrato è proprio lui: Celestini Ascanio, figlio di Nino e di Comin Piera... In un continuo rincorrersi di temi e di personaggi, questa storia in prima persona ci consente di cogliere in presa diretta la sua straordinaria poetica del quotidiano, quell'attenzione alle piccole cose della vita di tutti i giorni con cui ci dice che un altro mondo non solo è possibile, ma già c'è. -
Etnologia del Natale. Indagine su una festa paradossale
Il Natale è uno straordinario evento ciclico che ci permette di indagare in profondità nei miti e nei riti dell'Occidente. Quale altra festività genera infatti una mobilitazione sociale e un marketing così giganteschi, che al tempo stesso si richiamano a legami familiari dal sapore ancestrale? Proprio questa festa paradossale è qui rivisitata come ""oggetto antropologico totale"""" in una narrazione lieve e colta che ci parla della società dei consumi e del nostro inconscio, della solitudine e della famiglia, del divino e del triviale. Viene così ricostruita la storia di una festa pagana, quella del solstizio d'inverno, che viene lentamente trasformata in uno dei momenti topici del cristianesimo, per diventare infine l'attuale potlach postmoderno, sfacciatamente consumistico, rappresentato più da un personaggio laico come Babbo Natale - re-inventato dalla Coca-Cola a fini pubblicitari - che dal presepe o dalle liturgie religiose. Una lenta trasformazione dal sacro al profano che testimonia come questa festa rimanga saldamente inscritta nell'immaginario contemporaneo."" -
Una morale per la vita di tutti i giorni
La morale quotidiana si forma in quegli spazi in cui gli individui danno senso ai fatti della vita improvvisando accordi inediti che poi diventano ritmi, abitudini, rielaborazioni nel ""qui e ora"""" di saperi come l'arte di gioire, soffrire, stringere relazioni, immaginare futuri. Che regole ci si dà quando si vive in uno stesso luogo? Osservando la vita quotidiana in Sicilia come in Nuova Guinea, nei villaggi tribali come tra chi usa il telefonino, ci si accorge che esistono forme di accordo non scritte su cui si costituisce una reciprocità. Una forma di morale, elastica, che sfuma in un'arte del vivere. Se questa morale manca, o si perde, come accade nelle società in crisi, allora l'idea di legge, di etica, di diritti umani, rimane senza presa. Le società sanno produrre le proprie regole di convivenza e sono capaci di cambiarle e adeguarle alle trasformazioni che le investono. Una conoscenza antropologica e una visione non umiliante della vita quotidiana - una visione che non crede all'individuo isolato e nemmeno al potere supremo delle istituzioni - ci apre un affresco colorato e vivo di come la gente se la cava nel convivere e nel costruire i propri giorni insieme."" -
Sfida laica all'islam. La religione contro la vita
Il musulmano non ha una patria reale nel mondo contemporaneo: è incastrato tra un ""non più"""" e un """"non ancora"""". Ed è in questa assenza che si dispiega tutta la sua rabbia e frustrazione. La pensa così Zanaz - laico rigoroso in un contesto culturale che non concepisce la laicità - in questa critica a tutto tondo dell'islam e della sua pretesa di islamizzare l'esistenza dei popoli musulmani tanto nella sfera pubblica quanto in quella privata. Un'invadenza religiosa verso la quale la cultura laica occidentale gli appare troppo arrendevole e compiacente, forse perché teme di essere tacciata di razzismo e di neocolonialismo. Ma una critica serrata anche nei confronti della terza religione monoteista, per rivendicare la separazione tra Ragione e Rivelazione, è l'unica strada che può portare le società musulmane a uscire dal vicolo cieco in cui le ha condotte il totalitarismo religioso. Hamid Zanaz ha dovuto lasciare l'Algeria per le sue posizioni radicalmente laiche e dal 1993 vive in Francia. Docente di filosofia all'università di Algeri, oggi lavora come giornalista per la stampa indipendente araba e in particolare per la rivista """"Al Awan"""" della Lega dei razionalisti arabi. Prefazione di Michel Onfray."" -
Il post-anarchismo spiegato a mia nonna
In questo ""autoritratto con bandiera nera"""" Onfray rivendica la sua appartenenza a un anarchismo """"non devoto"""" che si affranca dal catechismo rivoluzionario del Novecento. Convinto che questa concezione eretica del mondo sia un potente motore del mutamento sociale, comincia a mettere ordine in questo cantiere in cui si accatastano idee e pratiche, tracciando una vera e propria genealogia della rivolta. E lo fa distinguendo nettamente tra la tradizione hegeliana di un Bakunin o di uno Stirner e la tradizione pragmatica di un Proudhon o di un Reclus. È proprio quest'ultima che a suo avviso si salda con quella riflessione filosofica denominata French Theory, le cui intuizioni hanno fecondato l'anarchismo classico dando vita a un pensiero libertario contemporaneo. Il risultato è appunto quello che l'autore definisce post-anarchismo, ovvero un anarchismo per il ventunesimo secolo - immanente, contrattuale, pragmatico - la cui potenza politica libertaria appare più che evidente anche alla nonna di Onfray."" -
Lo Stato. Breve storia del leviatano
Come mai lo Stato è riuscito a conformare non solo lo spazio sociale ma anche quello immaginario tanto da apparire ""universale"""" ed """"eterno""""? Barclay ripercorre gli ultimi cinquemila anni di storia per individuare le cause molteplici che hanno concorso alla comparsa del Leviatano, ovvero di un'istituzione gerarchica basata sul rapporto comando/obbedienza e in grado di rivendicare l'uso esclusivo della violenza legittima. E di converso rintraccia anche la comparsa della """"servitù volontaria"""", descritta da Etienne de la Boétie, che era invece sconosciuta alle società egualitarie. Ma proprio perché lo Stato ha un'origine, ci dice Barclay, come per tutte le cose umane se ne può prefigurare anche la fine."" -
Gramsci è morto. I nuovi movimenti dall'egemonia all'affinità
La gramsciana logica dell'egemonia, il suo corollario di partito, organizzazione di massa e conquista del potere, va esaurendo la sua presa sulle pratiche e sull'immaginario dei movimenti sociali contemporanei (anti-sessisti, anti-razzisti, indigenisti, anti-capitalisti, altermondialisti), tra i quali va sempre più affermandosi una logica dell'affinità di matrice anarchica. Il potere è una rete, e la rete è anche la multiforme resistenza al dominio. Le lotte radicali della post-modernità mostrano come l'idea di una liberazione cosmopolitica sotto un unico segno sia una fantasia modernista e, di fatto, totalitaria. Per sostenere la sua tesi, Day esamina a livello globale - con un occhio attento al ""laboratorio Italia"""" - le tante e originali forme di organizzazione autonoma, dando una nuova lettura dell'anarchismo, filtrata dal post-strutturalismo e dal post-marxismo."" -
Oltre il potere e la burocrazia. L'immaginazione contro la violenza, l'ignoranza e la stupidità
Finora la ricerca antropologica si è chiesta non perché la burocrazia produca assurdità, ma perché la gente lo ritenga normale. Qui Graeber va oltre e mette in discussione le istituzioni burocratiche - dagli ospizi per gli anziani agli apparati di polizia - rilevando come in ultima istanza la loro legittimità si basi sempre sulla minaccia della forza. L'iper-burocrazia, con la sua pretesa di disciplinare le relazioni umane attraverso schemi categoriali semplici, uccide la capacità di inventare nuove forme di socialità, creando ""zone morte dell'immaginazione"""" dove si installa la stupidità burocratica. Infatti è proprio questa incapacità di capire le esigenze e i punti di vista delle persone concrete che porta all'inefficienza, e dunque all'incapacità di governare i fenomeni complessi. Fenomeni nei quali certamente rientrano i nuovi movimenti radicali, di cui Graeber abbozza un'etnografia costruita da vicino e dall'interno, concentrandosi sui due maggiori aspetti simbolici: l'attività distruttiva dei Black Bloc e l'attività creativa incarnata dai grandi pupazzi. E ci spiega anche perché allo sguardo miope delle istituzioni coercitive questi due aspetti siano indistinguibili. Prefazione di Adriano Favole."" -
Individuo e comunità
A partire da una sofisticata rielaborazione della tradizione politica americana, in cui si fondono tensioni individualiste e istanze comunitarie, il ""jeffersoniano"""" Goodman affronta già alla metà del Novecento alcuni dei problemi cruciali delle società tardo-industriali, gli stessi con i quali facciamo i conti ancora oggi: crisi della democrazia rappresentativa, degrado urbano, marginalizzazione dei giovani, crescita della burocrazia, massificazione di bisogni, consumi e valori, crisi della ragione. E lo fa ricorrendo all'armamentario analitico del pensiero libertario, con soluzioni radicate nel qui e ora basate sul decentramento, la descolarizzazione, la disobbedienza civile, lo sviluppo della personalità, il potenziamento dei valori comunitari, la sperimentazione sessuale e familiare... Una miscela esplosiva che combina slancio utopico e progettualità pratica per rimodellare dal basso e in modo nonviolento la società."" -
Agire altrimenti. Anarchismo e movimenti radicali nel XXI secolo
Le riflessioni e le testimonianze qui raccolte disegnano la mappa immaginaria di un vasto arcipelago resistente - dagli Indignados spagnoli agli hacker globali di Anonymous, dai movimenti Occupy alle rivolte sulle sponde del Mediterraneo - che sfugge alle consuete categorie politiche. Nonostante le diversità di contesto, di motivi scatenanti, di aree interessate e di modalità espressive, risultano evidenti tratti comuni che idealmente concatenano le varie rivolte: niente leader e partiti, ma azione dal basso e democrazia diretta. È in atto una carica ultra-democratica basata sulla partecipazione e la condivisione deliberativa che sfugge alla regola aurea dei regimi democratici, ossia al principio di maggioranza, mettendo in crisi il principio stesso di rappresentanza. Un insieme di pratiche che rimanda alla tradizione anarchica, ma che si sta reinventando nel calore delle piazze, 'meticciandosi' con pratiche e culture diverse. -
Un'idea esagerata di libertà. Introduzione al pensiero anarchico
"Libertà"""", nel pensiero politico occidentale, è parola usata e abusata. Forse perché si presta a mille interpretazioni, comprese quelle più deboli, anzi debolissime. Ma c'è anche una concezione forte, anzi fortissima della libertà, una concezione addirittura """"esagerata"""". L'idea esagerata di libertà è, secondo Karl Popper, l'anarchismo. Non così la pensano gli anarchici, che lo ritengono invece la sua espressione più compiuta e coerente. In questa essenziale rassegna. Berti espone il pensiero anarchico classico in tutti i suoi nodi teorico-pratici e in tutta la sua ricchezza di forme: dall'individualismo più radicale (Max Stirner, ad esempio) al comunismo più radicale (Pétr Kropotkin, ad esempio). Così come merita un pensiero antidogmatico per eccellenza, proprio perché nato sulla negazione del principio di autorità in tutte le sue forme."