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Il diritto di cambiare
La crisi mondiale che stiamo vivendo colpisce le persone in modo molto diseguale. A patirne le conseguenze sono coloro che già vedono meno rispettati i propri diritti fondamentali, primi tra tutti quelli alla giustizia sociale: persone con scarsa istruzione, emarginati, immigrati, contadini senza diritti sulla terra che coltivano, donne che non vedono riconosciuto il loro ruolo nella società. La “giustizia sociale” è la possibilità per ogni persona di essere concretamente inclusa nella vita della propria società, potendo partecipare ai processi decisionali che la riguardano, avendo garantito un adeguato livello di sicurezza, di istruzione, di accesso alle informazioni. Quello della giustizia sociale è un concetto ampio, che chiama in causa molti dei diritti umani della Dichiarazione universale del 1948 e altri atti del diritto internazionale. ActionAid raccoglie tutte le sfide lanciate dalla giustizia sociale, cercando di creare sempre più, in Italia come nel cosiddetto “Sud del mondo”, opportunità di riscatto per coloro che subiscono ingiustizie, che sono emarginati ed esclusi. Sono prima di tutto loro ad avere il diritto di cambiare. -
La chiamavano guerra
Come si costruisce la pace e perché “conviene” di più fare la guerra? Questo libro svela i meccanismi che oppongono la costruzione della pace alle spinte nazionaliste, dell’odio etnico, della sopraffazione e della violenza. Uno di questi meccanismi consiste nel far credere all’opinione pubblica che la guerra non esiste più. C’era una volta la guerra, quella che hanno combattuto i nostri padri e i nostri nonni, non certo ora, non qui. Il termine guerra è tenuto lontano dagli strateghi della comunicazione, vuoi per ottenere consenso nei percorsi parlamentari e dall’opinione pubblica, vuoi per non disturbare l’andamento dei mercati e delle borse con notizie troppo allarmanti. Ma anche per non risvegliare troppo quella coscienza collettiva che, se informata, si leverebbe contro ogni disavventura di conquista o scellerato progetto di intervento militare. Ed ecco che proprio loro, i militari, hanno inventato e diffuso la nuova veste della guerra: il peacekeeping… Una sorta di caserma all’incontrario. Che ti prepara all’uso delle armi del dialogo e della tolleranza. Questo è il futuro delle relazioni internazionali. Questo è quello di cui abbiamo bisogno. -
Io, noi, le altre. Donne portatrici di cambiamento in Bosnia Erzegovina, Istria e Italia
Come le donne affrontano i cambiamenti e come la positività di questa crescita renda il mondo migliore. -
La luce dell'ombra
“L’esperienza può essere trasmessa ad altri? Può essere comunicata un’esperienza che non ha linguaggio? Ci si può provare, a condizione che si abbia la volontà e l’abilità di mettere il cuore a nudo. Nel regno del cuore non si possiede nulla, tanto meno qualcuno. Non si ha nulla da insegnare, ma si ha molto da imparare. Escludo dalle finalità delle mie creazioni artistiche la volontà di lanciare messaggi e di fare progetti per cambiare il mondo. Scrivo quando mi trovo in uno stato di assoluta necessità. Altrimenti leggo, vado a teatro, curo le piante dei miei giardini, faccio altre cose. Scrivo per studiare, ascoltare, riempire un silenzio mentre se ne riapre un altro. Scrivo per fare di una esperienza una nuova esperienza”. (Alfio Petrini) Il lavoro sulle azioni fisiche applicato alla scrittura drammaturgica è il tema centrale di questo lavoro per frammenti. Presupposti fondamentali: il drammaturgo scrive per l’attore non per lo spettatore; il testo scritto è autonomo rispetto allo spettacolo; tra testo linguistico e scena esiste un rapporto di collaborazione che si concretizza in una sorta di tradimento per amore da parte dell’attore e del regista; il movimento della creazione artistica va dal fare al dire, dalla cosa al come, dal materiale all’immateriale; il luogo della creazione artistica è la contesa, dove valori opposti e contrari sono irriducibili. -
La trappola. L'odissea dell'emigrazione, il respingimento, la rinascita
Una giovane donna, africana, calciatrice. Un sogno che chiama Mbeng, Europa. Il racconto di un viaggio che è una vita – settemila chilometri in otto anni. Un percorso lungo e tortuoso nel tempo e nello spazio, aggrappata al football per avvicinare l’Europa. La storia di un inganno, di un sogno – la fortezza Mbeng – che è illusione. E la narrazione di una rinascita, ritornando all’Africa. “Cara sorella e compagna di viaggio, chiunque leggerà questo tuo libro ricordi che dietro ciascuna persona che viene pestata, ammazzata, annegata in mare o umiliata, stuprata, c’è almeno una madre che la pensa, che l’aspetta. Attraverso il tuo racconto ho intravisto le donne e le ragazze che hanno viaggiato con me. Donne con nomi e cognomi, che hanno lasciato dietro madri, padri, fratelli, figli, prima che questo viaggio le spogliasse di tutto”. (Dagmawi Yimer) -
Il pasto gentile
Che cosa c'è nel nostro piatto? Quanta crudeltà e violenza si cela dietro una frittata, un antipasto di mare, una cotoletta! L'uomo addomestica la natura per favorire lo sviluppo di alcune piante a scapito di altre; con gli innesti modifica i frutti, grazie alla concimazione stimola la pianta a produrre di più. Con il supporto della tecnologia, della genetica e della chimica seleziona semi più resistenti e prodotti più gradevoli alla vista. Gli allevamenti intensivi provocano sulla terra un devastante impatto con la produzione di deiezioni, con l'elevato consumo di cereali e acqua. Che cosa accadrà se non cambiamo tutto questo? ""Nessun animale, nemmeno quello meglio trattato durante la sua esistenza nel migliore degli allevamenti biologici, desidera morire di morte violenta: di fronte al mattatoio tutti gli esseri senzienti - nessuno escluso - provano terrore e implorano soccorso. Non esistono, in quel contesto, differenze di alcun tipo. La fiaba della fattoria felice, con uomini e altri animali che convivono spensierati, è per l'appunto una fiaba, priva di qualsiasi riscontro nella realtà, se l'epilogo è l'uccisione per futili motivi di alcuni protagonisti della storia: e uccidere animali per nutrirsi o vestirsi, al giorno d'oggi, è un motivo futile, assolutamente non necessario"""". (Lorenzo Guadagnucci) """"L'attitudine di chi aderisce alla """"filosofia"""" vegana, è l'apertura: apertura al mondo, agli altri esseri umani, agli esseri viventi, alla natura che ci circonda."" -
La lingua di Ana. Chi sei, quando perdi radici e parole?
Ana, la protagonista di questa vicenda, è un'adolescente moldova catapultata in Italia che improvvisamente si rende conto di non sapersi esprimere totalmente né in italiano né in moldavo. ""C'è un detto secondo cui un uomo che parla due lingue vale due uomini. E quello che parla metà di una e metà di un'altra, vale un uomo? O ne vale mezzo?"""", si chiede Ana, un'adolescente moldova catapultata in Italia, nel momento in cui si rende conto di non sapersi esprimere totalmente né in italiano né in moldavo. Protagonista di questo libro è la lingua con il suo potere evocativo e al contempo alienante; la lingua che accoglie e respinge. L'incapacità di esprimersi si tramuta in difficoltà di esistere, ma con la possibilità di reinventarsi. Ana vive passo dopo passo il doloroso passaggio da una lingua all'altra, che non è un semplice cambio di simboli e significati, ma è una ricerca emozionale tra le ibridazioni dell'Io. """"Forse non parlare e non capire una lingua è un po' come perdere uno dei cinque sensi. O forse, più probabilmente, è come perdere un pochino di ogni senso. Come se la realtà fosse percepita solo a metà e il resto andasse perso nella confusione. Inoltre, il mio non voler parlare era anche il mio non voler vivere qui, non volermi interessare di nulla e lasciare che il mondo se ne andasse per i fatti suoi, senza che io ne dovessi fare parte..."""". """"Crescere sradicati, in un altro Paese, alieno, in una lingua sconosciuta, più che problemi umani provoca problemi sovrumani""""."" -
Me ne vado a est
Migliaia di imprenditori e cittadini italiani hanno lasciato il Belpaese per andare a vivere e a produrre a Est, nei Paesi dell’Europa orientale e balcanica un tempo oltrecortina. ""Me ne vado a Est"""" racconta le storie di chi ce l’ha fatta e di chi non ce l’ha fatta – imprenditori e manager, calciatori e veline. E, soprattutto, spiega le economie e i sistemi politici di questi Paesi con passione e semplicità, mettendo in evidenza luci e ombre di un processo che sta cambiando l’industria italiana e tutte le nostre vite. """"Me ne vado a est"""" ci spiega che l’80 per cento delle imprese italiane attive nell’Europa dell’Est lavora principalmente in quattro Paesi: Romania, Polonia, Ungheria e Bulgaria. Le aziende italiane con più di 2,5 milioni di euro di fatturato annuo attive in questi quattro Paesi sono 4.000 e rappresentano un quinto della presenza imprenditoriale italiana nel mondo. Sommando le aziende italiane attive in Serbia, Bosnia, Macedonia e altri Paesi, le cifre sono ancora più sorprendenti. Ancora più straordinario è il fatto che il numero di imprese italiane presenti nell’Europa dell’Est è quattro volte superiore a quello delle aziende, sempre italiane, attive in Cina. Se tenessimo conto anche delle piccole e piccolissime imprese, la proporzione sarebbe ancora più accentuata. Idem per l’import-export: importiamo dall’Europa orientale tre volte e mezzo quello che importiamo dalla Cina; esportiamo a Est un flusso di merci otto volte superiore a quello diretto verso il Dragone. Me ne vado a Est prova a colmare un grave vuoto di conoscenza e a tracciare un’analisi dei Paesi di destinazione e a spiegare le ragioni, le delusioni e le difficoltà che spingono a varcare la frontiera."" -
I lavori di Ester
Una donna, Ester, e uno scrittore, forse lo scrittore del libro, sono i protagonisti di un’opera d’autore densa d’erotismo in cui la letteratura diventa motore della passione. Il libro è una storia di specchi in cui realtà e letteratura si completano intimamente in un’eccitante vicenda fatta di sentimenti, amore e sesso. Le scene esplicite non sono mai volgari, anzi rappresentano pagine alte di letteratura, nel solco dei migliori romanzi erotici spagnoli e canari. È un’eccitante festa dei sentimenti e della passione questo libro in cui vita vissuta e letteratura si fondono nella storia parallela di due donne. Ester è finzione è realtà, è passione e tradimento, è gioco erotico e dolore dell’abbandono. Il suo alter ego, Irene, scrive le vicende di Ester sognando di sostituirsi alle sue esperienze amorose, finché un giorno, dopo aver lasciato Madrid ed essere arrivata sulle Isole Canarie… -
L'uomo nel confessionale
Un giovane filosofo finisce per caso in un confessionale e, scambiato per prete, conosce in confessione quella che lui crede la donna della sua vita. Lui la vorrebbe e fa di tutto per starle accanto ma di mezzo ci sono don Coppi, il prete locale, e… Un succulento spaccato di provincia in un libro scritto con stile vivace e con un sapiente uso del dialetto nei dialoghi. -
Mister sei miliardi. I giovani, la scuola, il lavoro, la salute, il futuro della Bosnia Erzegovina
"C'era una volta, in un luogo affatto lontano, non molto tempo fa come oggi, un Paese in cui bambini e giovani parevano non avere speranza. Era, quello, un posto in cui i """"signori"""" di una terribile guerra avevano ucciso, violato, cancellato ogni diritto, annientato sogni, azzerato speranze. Un luogo, potete bel capirlo, in cui per quattro anni il buio aveva catturato, ogni mattino, la forza buona della luce, nascondendola in un forziere alla fine di un arcobaleno che da allora in avanti nessuno ha più veduto. Oggi, in quel Paese affatto lontano, i giovani sono costretti a frequentare scuole in cui bambini e ragazzi di una religione non possono convivere in classe, giocare a ricreazione e crescere con bambini e ragazzi di un altro credo. In quel Paese per niente lontano anzi molto vicino, i programmi scolastici sono scritti dai nazionalisti non per insegnare e unire ma con lo scopo di dividere e contrapporre; e per i ragazzi che cercano un lavoro la risposta è quasi sempre no. Di questo luogo in cui chi non ha lavoro non può avere un'assistenza sanitaria decente, in cui chi è diversamente abile lo è almeno due volte di più che altrove, in cui la forbice sociale è stata divaricata in tempo di pace oltre ogni limite."""" Prefazione di Riccardo Noury. Introduzione di Predrag Matvejevic'. Postfazione di Gianluca Paciucci." -
Pregiudizio di casta
Per molti italiani la prima parola associata a notaio è casta, termine che evoca due concetti: potere e inaccessibilità. Eppure, dati alla mano, solo 18 figli di notaio ogni cento seguono le orme del genitore. Più dell’82% dei notai in Italia non è figlio di notaio. Nessuna casta nel senso tradizionalmente inteso si auto-riproduce in modo tanto scarso. Senza dimenticare che, tra le professioni investite di pubbliche funzioni, il notariato è stata la prima ad ammettere le donne tra i suoi ranghi. E attualmente quelle che superano il concorso pubblico sono pari agli uomini. Ancora: se il notaio è un professionista che può vantare in media un reddito elevato, è anche vero che per garantire l’accessibilità al servizio in tutto il territorio nazionale, è tenuto a essere presente anche in zone che offrono possibilità di lavoro e di guadagno decisamente limitate. Il notariato latino, cui appartengono i notai italiani, è presente in 80 Paesi del mondo. I predecessori dei notai italiani, nell’Antica Roma, erano i tabelliones, che rispondevano dell’illiceità dei negozi giuridici ed erano sottoposti a severissime sanzioni. La figura del notaio attraversa l’epoca medievale costretta in corporazioni e caratterizzata da scarsissima mobilità sociale, ritrovandosi intrappolata in quello stereotipo di professione chiusa ed elitaria che è giunto sino ai giorni nostri. Resta però la domanda: oggi i notai sono una casta? Leggendo questo libro lo scoprirete. Insieme a molte altre cose insospettabili… -
Trans-Iran
Milioni di persone sono rimaste folgorate dalla bellezza sensuale dell’Iran, dai suoi posti, dalla sua gente. “Trans-Iran” è un viaggio oltre le barriere linguistiche, oltre i pregiudizi, oltre i luoghi comuni. Per imparare a conoscere e ad amare un Paese, l’Iran, che non è come ci viene raccontato dai giornali e dalla politica ma molto di più, molto meglio, decisamente molto altro… Dalla letteratura al cinema, dalla poesia alle donne, questo libro vi racconta e spiega che cosa è l’Iran e perché non ne possiamo fare a meno. -
I diritti dei bambini. Come aiutare noi e i nostri figli a diventare adulti migliori
Il bambino può essere vittima sia di violazioni di diritti che gli spettano in quanto tale (ad esempio, il diritto all’istruzione e quello al gioco), sia di violazioni di diritti che appartengono a qualsiasi essere umano. Sia in Italia che nel mondo siamo ancora lontani dal raggiungere un’adeguata affermazione dei diritti del bambino. Il libro di Scarpati c’illumina su quanto ci sia ancora da fare e sul come farlo, lanciando un monito fondamentale a tutti gli adulti affinché leggano, si documentino, si adoperino e si battano per difendere i diritti di tutti i bambini. Farlo vuol dire difendere i diritti d’ogni essere umano, quindi di noi tutti. -
Italia. Tredici bambini alla ricerca di un sogno
Chi legge ""Italia – 13 bambini alla ricerca di un sogno"""" si lascia dolcemente guidare dalla mano di tredici bambini in un viaggio meraviglioso, dove il sogno è la nave che li porta a lasciare l’America per conquistare l’Europa. Il viaggio diventa una poesia che si converte in sensazioni. La fantasia dei bambini, provenienti da un continente così lontano e diverso, interpreta la quotidianità italiana sotto punti di vista del tutto nuovi e inaspettati. La “loro” Italia è ricca di spazi magici, di nuove scoperte: il viaggio diventa giorno per giorno un abbecedario di esperienze, meraviglia e ammirazione. La curiosità è rappresentata da un insaziabile appetito di vivere l’amicizia e il calore che ogni città italiana dona loro. Il ritorno in Colombia regala ai bambini un orizzonte ricco di ricordi e nuovi sogni che l’Italia ha impresso nella loro innocenza. """"Italia – 13 bambini alla ricerca di un sogno"""" dimostra che i sogni, quando nascono dal cuore di un mondo che parla più lingue, si possono realizzare! Insegna a crederci con fede ed entusiasmo, senza limiti d’età, e ad apprezzare tutto ciò che ci circonda, vivendo ogni momento con semplicità e curiosità. Dimostrando che dall’incontro di più culture possono nascere esperienza meravigliose!"" -
La forza delle mie mani. La fabbrica, la lotta politica, la macrobiotica: storia di una rinascita
"Dalla cascina dei nonni nel cuneese al collegio; dal difficile rapporto col padre alla 'fuga' in fabbrica, alla Fiat di Torino. Sono gli anni delle lotte operaie, degli amori mancati, della musica e della paura. Sono gli anni di piombo, e in fabbrica ci sono i germi delle BR. Gioacchino incrocia, e se ne allontana, i gruppi terroristici. E trova la salvezza all'altro capo del mondo, negli Stati Uniti, nello studio. E nell'incontro con grandi maestri che gli apriranno le porte della sua seconda vita..."""". (Maria Meini). Prefazione di Oliviero Toscani, introduzione di Maria Meini, con testi di Antonio Bertoli, Franco Cracolici, Barbara Martini, Valter Yugen Umelesi." -
(Pensio)nati nel 1952 e dintorni. Riforma Fornero: troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per ritrovare lavoro
I ""nati nel 1952"""" che danno il titolo al libro (ma anche quelli del '53 e del '54) sono la metafora di coloro che s'erano iscritti a una gara sui 1.500 metri piani e ora si ritrovano a gareggiare sui 5.000 metri a ostacoli. Troppo giovani per poter andare in pensione, troppo vecchi per ritrovare lavoro. La riforma non risparmia neppure i giovani, colpiti dalla crisi globale e stremati dalle ricette """"tecniche"""", imprecise e antipopolari che distruggono lavoro, progetti di vita e futuro. """"(Pensio)nati nel 1952"""" è un libro di denuncia, con una trama punteggiata da storie reali: dall'operaio alla catena di montaggio alla single disoccupata, al top manager della multinazionale, all'imprenditore dell'azienda famigliare. Il ricavato dalle vendite di questo libro è devoluto a un fondo istituito presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Voghera (PV) a favore dei disoccupati over 50."" -
L' esecutore. Francia, 1981. Il boia racconta la fine dell'era della ghigliottina. Con DVD
"Per due secoli, un solo uomo, il boia, è stato padrone della vita di centinaia di altri. In questo libro + dvd, contenente l'omonimo documentario 'L'Esecutore', la storia, vista dalla parte di chi abbassa la leva e dà la morte, della 'macchina' inventata da un medico, Joseph-Ignace Guillotin, che ha terrorizzato decine di generazioni. Che cosa si prova a essere l'unico autorizzato a commettere legalmente un omicidio? Che cosa si prova a essere 'l'esecutore?' Alla barbarie di un'esecuzione quasi improvvisata come quella di Saddam Hussein, si contrappone la barbarie delle meticolosissime procedure che regolavano ogni aspetto delle esecuzioni in Francia. A vedere 'L'esecutore', ho provato eguale orrore e indignazione. Spero siano gli stessi sentimenti di tutte le persone che lo vedranno e che questo cofanetto accompagni, come continuo con orgoglio a fare io, gli sforzi di Amnesty International per mettere la pena di morte nel posto dove merita di stare: nella pattumiera della storia dell'umanità'."""" (Alessandro Gassman) Patrocinio di Amnesty International sezione italiana." -
Carceri, lo spazio è finito. Emergenza sovraffollamento nelle prigioni italiane
L'8 gennaio 2013 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per il trattamento inumano e degradante di sette carcerati detenuti nei carceri di Busto Arsizio e di Piacenza. La Corte accusa l'Italia di violare i diritti dei reclusi tenendoli in celle in cui hanno a disposizione meno di tre metri quadrati a testa. Il nostro Paese deve pagare ai sette detenuti un totale di 100.000 euro per danni morali ma, soprattutto, nel testo della sentenza della Corte europea dei diritti umani si legge chiaramente l'invito al nostro Paese a porre rimedio subito al sovraffollamento carcerario. Da anni sappiamo che le prigioni italiane sono sovraffollate e il sistema carcerario nazionale è allo sbando, con continue violazioni dei diritti dei reclusi. Le cifre parlano chiaro: 206 istituti penitenziari per adulti e una capienza di 45.817 posti sono i dati essenziali sulle carceri italiane. Che però ospitano oltre 21.000 persone in più, circa 15.000 delle quali in attesa di primo giudizio. Senza dimenticare che a oggi, in prigione, vivono oltre 50 detenute madri con più di 50 bambini sotto i tre anni. -
Diritti umani e polizia in Italia. Guida per educatori e docenti
I diritti umani e il ruolo che istituzioni chiave come la Pplizia giocano (o hanno giocato) nel tessuto sociale del nostro Paese sono al centro di questo libro, pensato per lavorare con ragazzi dai 16 anni in su e basato su metodologie partecipative. L'esercizio della libertà di associazione e di manifestazione pacifica; la tutela delle persone in custodia dello Stato e la tortura; l'impunità; la responsabilità e il ruolo che ogni persona, anche giovane, può svolgere per provare a cambiare le cose quando ritiene che non vadano come dovrebbero sono i temi affrontati da questo nuovo lavoro di Amnesty International, che ci ricorda come le questioni dei diritti umani non hanno a che vedere solo con i fatti, ma anche con le vite reali e quindi con le emozioni. Proprio per questo tra gli obiettivi del percorso vi è quello, ambizioso, di favorire nei ragazzi, anche attraverso l'identificazione con persone vittime di violazioni dei diritti umani, una nuova consapevolezza e un processo autentico di riflessione e di crescita personale.