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L' antica Roma a tavola. Il gusto dei cesari
Ricette dell'antica Roma. -
Il monastero dei due San Giovanni
"Nonostante i venti di guerra, il Sinai rimane quella penisola magica dove l'acqua silenziosa delle rocce e l'Eterno possono sempre apparire in mezzo a un cespuglio infuocato. Due viaggiatori alla ricerca di avventure scoprono, in fondo a un'oasi, un misterioso monastero copto dedicato a una strana immagine """"bifronte"""". Qui trovano rifugio e si dissetano. Frate Giovanni, incaricato dall'igumene di prendersi cura degli stranieri, gli rivela che quel monastero è la ristretta arena dove si affrontano i due San Giovanni e i loro seguaci: quello d'inverno, quando la luce è più viva e più breve, e quello del solstizio d'estate, il Battista..."""" Questo romanzo è al tempo stesso una parabola sul dibattito teologico che oppone San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, in cui la tradizione del sacrificio del Battista legato alla redenzione di Cristo ci appare tramandata a profitto di un'altra rivelazione più segreta: la divinizzazione dell'uomo, il culto dell'uomo che si fa Dio e non di Dio che si fa uomo. E a immagine dei suoi due eroi cosi indissolubilmente legati, la scrittura di Alexis Curvers è anch'essa una mescolanza di acqua e fuoco: non meno ardente che limpida." -
Fantasma d'Oriente
Affannosa e straziante corsa contro il tempo, racconto di un frenetico pellegrinaggio di tre sole febbrili giornate alla ricerca delle tracce di un amore smarrito dieci anni prima nell'immensità di Costantinopoli, ""Fantasma d'Oriente"""", apparso nel 1892, è un capolavoro rivelazione di una sensibilità singolare e suggestiva. Immerso in un tempo onirico, è una ricerca di frammenti di passato, dell'immagine e dell'anima di una donna e una città egualmente amate, egualmente perdute, ancora presenti, già assenti."" -
Il peccato originale. Chi è l'uomo? Quale la sua storia?
Quando si pone come premessa il fatto che il principio della vera immortalità dell'uomo, considerato nella sua completezza, è l'atto vivificante e incorruttibilizzante della vivifica Trinità, e che la morte dell'uomo è dovuta al suo allontanamento dalla fonte della vita, diventa allora evidente che il cosiddetto misticismo della Chiesa greca non è un presunto elemento decorativo platonico, ma il presupposto medesimo della concezione biblica e patristica sull'uomo. Il cristiano ortodosso non è partecipe degli atti divini perché persegue l'unione con Dio secondo le indicazioni della filosofia, come se si trattasse di un contatto con un qualche intelligibile mondo platonico di idee; al contrario, il partecipare, nello Spirito, alla carne vivificante di Cristo ha il fine di espellere le forze del peccato che regna nella morte e nella corruzione, ripristinando nell'uomo il principio dell'immortalità, e di riportare l'uomo sulla via della perfezione e della divinizzazione. Una tematica simile non si pone tra gli Occidentali, dato che essi credono, in genere, che la morte provenga da Dio, che l'anima sia per natura immortale e che la destinazione dell'uomo sia semplicemente la propria, individuale felicità. Il misticismo dell'Occidente non è veramente cristocentrico. Non ha come fine la vivificazione e l'incorruttibilizzazione dell'uomo e la contemplazione, da parte dei giusti, della luce increata, ma la visione felice dell'essenza divina, cosa che i Padri greci ritengono inammissibile. -
I lauri senza fronde
Nel 1920 James Joyce consiglia a Valéry Larbaud la lettura de ""I lauri senza fronde"""", restituendo così a Édouard Dujardin quello che gli appartiene: l'invenzione del monologo interiore. Pubblicato nel 1887 ma passato sotto silenzio fino agli anni venti, questo roman sans romanesque, dalla portata innovatrice, ha il potere di collocare il lettore, fin dalle prime righe, direttamente nel pensiero del personaggio principale, Daniel Prince, di cui seguiamo dall'interno l'affastellarsi delle più intime divagazioni, il susseguirsi di gioie e delusioni. Il punto di vista di Daniel è l'unico punto di vista possibile, quello supremo, luogo privilegiato per la ricreazione del reale e per la sua trasposizione simbolica."" -
Autoscrittura
"Un foglio bianco, un lembo un po' ripiegato. Una luce radente vi disegna ombre ignote, con cromatismi via via diversi, come se volesse riprodurre l'universo circostante, riflettendolo nel suo divenire di tonalità digradanti, ora nell'infinito sfumanti, ora interrotte da cesure bordi intagli nericanti"""". Inizia così, quasi con un balbettio ritmato, il viaggio disperato di un artista postmoderno che, nell'ansia smodata di affermare se stesso, finisce per diventare la vittima della società nella quale vive. In due racconti talvolta laceranti l'autore tenta di descrivere la superficiale disperazione dell'uomo contemporaneo, con uno stile di scrittura sperimentale che sembra divenire la cifra più caratterizzante della sua opera letteraria." -
Il concetto di modello. Introduzione ad una epistemologia materialistica della matematica
"La riedizione, arricchita da una lunga prefazione, di un libro pubblicato nel 1969 e da trent'anni diventato introvabile. È la trascrizione di due conferenze previste all'epoca in un contesto al contempo impegnativo e mondano: il """"Corso di filosofia per scienziati"""" (""""Cours de philosophie pour scientifiques"""") organizzato da Louis Althusser. La prima conferenza ebbe luogo, nel 1968, verso la fine del mese di aprile. Due settimane più tardi, era l'inizio del Maggio '68: quello al quale, per ordine del nostro attuale presidente, dovrebbe essere posta fine """"una volta per tutte"""". Noi, giovani filosofi, siamo allora passati improvvisamente e violentemente dalle raffinatezze formali della teoria pura al più radicale attivismo politico. Servivamo le strutture, è stato necessario servire il popolo; e con quale determinazione! La seconda conferenza è stata annullata.""""" -
Una modesta proposta per risolvere la crisi dell'euro
Con le élite europee allo sbando, volte a negare la realtà con le teste sotto la sabbia come gli struzzi, la sinistra deve ammettere che, semplicemente, non siamo pronti a colmare il baratro che un capitalismo europeo al collasso aprirà, con un sistema socialista funzionante, capace di creare benessere condiviso per le masse. Il nostro obiettivo deve quindi essere duplice: portare avanti un'analisi del corrente stato delle cose che i non-marxisti, ossia gli europei sedotti in buona fede dalle sirene del neoliberismo, possano trovare condivisibile. E dar seguito a questa solida analisi con proposte per stabilizzare l'Europa - per porre fine alla spirale recessiva che, alla fine, rinforzerà solamente gli intolleranti e incuberà le uova dei serpenti. Ironicamente, noi che aborriamo l'Eurozona abbiamo l'obbligo morale di salvarla! Questo è quello che abbiamo cercato di fare con la nostra ""Modesta proposta"""". Prefazione di Stefano Fassina."" -
La Grecia ferita. Cronaca di un waterboarding spietato
Al vertice del G20 a Cannes nel 2011, quando l'euro è andato molto vicino alla rottura, sul tavolo c'era la soluzione della crisi greca. E il culmine della tragedia è la scena in cui il presidente americano Barack Obama prende il sopravvento e dice agli europei cosa devono fare, facendo scoppiare in lacrime la cancelliera tedesca Angela Merkel: ""Ich bringe mich selbst nicht um."""" """"Non voglio suicidarmi"""". Questo è stato uno dei tre episodi in cui senza misure drastiche, l'eurozona si sarebbe frantumata. Questo libro racconta come i problemi non sono stati risolti ma aggravati quando, invece, di seguire le proposte che il Fondo monetario voleva imporre, cioè un piano di austerità, un taglio ai creditori del 30% e un prestito per facilitare l'aggiustamento, si è seguito il piano deciso dall'Europa, dove i prestiti ci sono stati e anche l'austerità; quello che è mancato è stato un taglio del debito del 30%, che avrebbe portato il rapporto debito/Pil al 100%..."" -
La new workforce. Il movimento dei freelance
Per tutto il Novecento i lavoratori autonomi, in particolare quelli delle professioni regolamentate (avvocati, medici, notai ecc.), si sono identificati con la parte più stabile del ceto medio, finanziariamente solida ed indispensabile al funzionamento della società, in un ruolo di sussidiarietà nei confronti dello stato. La graduale frammentazione della borghesia occidentale in seguito ai profondi cambiamenti del mercato globale, all'avvento delle tecniche digitali e all'emergere dagli Anni 70 in poi di molte 'nuove professioni' non regolamentate nel campo intellettuale, tecnico e creativo, hanno prodotto un diverso atteggiamento ed un diverso senso d'identità di classe. Da un'iniziale fiducia nel potere emancipatorio del mercato sono passati ad un comportamento conflittuale, in particolare a causa della loro emarginazione dai sistemi di sicurezza sociale, che sono stati pensati dal legislatore in funzione esclusiva del lavoro salariato. Sono nate quindi delle esperienze associative e sindacali di tipo nuovo, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa, in Italia in particolare. -
Lacan. Immaginario, simbolico e reale in tre lezioni
Lacan è stato probabilmente uno degli psicanalisti tra i più amati e nello stesso tempo tra i più avversati del secolo scorso. Ciò probabilmente per l'oscurità del suo insegnamento, per il suo carattere eccentrico e per l'aura esoterica che caratterizzò i suoi famosi Seminari. Ancora oggi, tuttavia, il suo pensiero è presente nel dibattitto contemporaneo e viene sovente citato con una reverente cautela. Emiliano Bazzanella si chiede allora se sia possibile davvero comprendere Lacan sino in fondo e se la sua riflessione possa essere in qualche modo approcciata attraverso un'applicazione del suo insegnamento all'analisi della realtà contemporanea. A fronte di numerosissime ""introduzioni"""" e di approfondimenti dal punto di vista della clinica, questo testo cerca infatti, attraverso la descrizione delle due condizioni fondamentali dell'epoca contemporanea (la società dello spettacolo e la società dei consumi), di """"addomesticare"""" Lacan e di renderlo comprensibile anche per il lettore più disarmato e lontano dalle sue suggestioni."" -
L' arte e il grido. Percorsi filosofici tra pittura e cinema
Attraverso un percorso poliedrico, che si snoda facendo incontrare varie discipline (filosofia, pittura, cinema), il saggio ""L'arte e il grido"""" si propone di indagare, con atteggiamento filosofico e intento divulgativo, le principali trasformazioni artistiche del '900 per giungere a una possibile ridefinizione della funzione dell'arte nella contemporaneità. Mettendosi sulle tracce dei filosofi che hanno maggiormente incrociato la loro ricerca con quella di alcuni pittori e utilizzando il cinema come ulteriore terreno di esemplificazione e di confronto, l'autore ha individuato nell'arte quell'urgente necessità di smascheramento delle illusioni e salvaguardia della complessità che si accompagnano da sempre anche alla ricerca filosofica più autentica. Capitolo dopo capitolo, passando senza soluzione di continuità dagli oggetti, alle immagini e, infine, al corpo, si fa strada la possibilità di uno sguardo nuovo sull'enigma del mondo ed emerge la centralità tragica di quel nucleo temporale che è ineludibile nell'essere umano."" -
La crisi capitalistica, la barbarie che avanza
Nell'attuale dibattito sulla crisi due sono i filoni interpretativi principali che si richiamano a Marx e che proclamano una sua rinnovata attualità. Il primo, proposto da quegli autori che si vogliono marxisti ""ortodossi"""", è quello che legge la finanziarizzazione come conseguenza della caduta tendenziale del saggio del profitto, e in quest'ottica individua una lunga tendenza alla stagnazione che comincia negli anni Sessanta/Settanta del Novecento. L'altra interpretazione, prevalente per lo più in quei marxisti influenzati dal keynesismo e dal neoricardismo, fa riferimento alla tendenza alla crisi da realizzazione, ovvero da insufficienza da domanda. Questo secondo filone evidenzia come, dopo la controrivoluzione monetarista degli anni Ottanta del Novecento, siano avvenuti profondi mutamenti nella distribuzione del reddito con la caduta della quota dei salari, e sostiene che in un mondo di bassi salari la ragione di fondo della crisi sia l'insufficienza della domanda di consumi. In entrambi i casi, la crisi attuale coverebbe da molto tempo, e sarebbe la crisi di un capitalismo che si può ben definire asfittico. Ritengo che un'interpretazione marxiana della crisi non possa essere sganciata dalla caduta tendenziale del saggio del profitto, ma che questa vada interpretata come una sorta di meta-teoria della crisi, che ingloba al suo interno le altre e diverse teorie della crisi quali si possono trovare o derivare dal Capitale."" -
La crisi globale, l'Europa, l'euro, la Sinistra
In tre brevi saggi viene proposta una lettura della crisi globale che va controcorrente rispetto a quelle oggi dominanti, anche a sinistra. In ""Due o tre cose che so di lei"""", la Grande Recessione dal 2007 è vista come la crisi di un capitalismo 'neoliberista' che, lungi dall'essere monetarista e stagnazionistica, è stato una sorta di 'keynesismo privatizzato'. Dominato dai money manager e spinto dalla inflazione delle attività finanziarie, il 'nuovo' capitalismo ha prodotto da un lato lavoratori 'traumatizzati', dall'altro consumatori 'indebitati'. Il lavoro è stato realmente sussunto al capitale finanziario: la 'centralizzazione' del capitale non si è più accompagnata alla sua 'concentrazione', mentre le banche centrali hanno immesso moneta per nutrire le bolle speculative. L'instabilità è stata rimandata, ma l'insostenibilità del modello è infine esplosa violentemente, prima con la crisi delle dotcom, poi con quella dei subprime. In """"Finestra sul vuoto"""" la crisi europea e del debito pubblico viene letta come l'altra faccia della crisi globale e del debito privato. Si ricostruiscono le tappe del percorso di unificazione monetaria, dal Trattato di Maastricht all'istituzione dell'euro, se ne ricordano le contraddizioni come le possibili alternative, e se ne spiega il singolare ma temporaneo successo iniziale, dovuto anche agli sbocchi forniti dal capitalismo anglosassone ai neomercantilismi forti e deboli."" -
L'Illiade o il poema della forza
"La forza trasforma chiunque da essa venga toccato"""". Questa è per Simone Weil l'essenza del contenuto dell'Iliade. Nel poema omerico non si narra tanto l'eroismo nella battaglia o le fantastiche ingerenze degli dei nei casi umani. L'Iliade è piuttosto il poema della Forza e del potere che essa ha da una parte di portare alla rovina chi la esercita e dall'altra di pietrificare e ridurre a cosa chi la subisce. Allo stesso tempo, nel dispiegarsi tragico della forza e nella dismisura della volontà che l'accompagna, la violenza e la sopraffazione trovano il loro pareggio nella pietà e nell'amore, ma non nel perdono: il greco non conosce infatti questa ambigua categoria propria della cristianità. Ed è grazie a questa cruda verità, in cui l'uomo viene riportato alla sua finitezza, che la grande narrazione fondativa dell'occidente, si mantiene nella luce del mito. L'occhio di Omero guarda e narra con imparzialità quasi divina le violenze e le alterne sventure tanto degli Achei quanto dei Troiani. Lo stesso occhio, attraverso lo sguardo di Simone Weil, osserva, in un processo di attualizzazione del mito, tanto lucido quanto partecipe, l'avvicinarsi della tempesta europea." -
Filosofie della paura. Verso la condizione post-postmoderna
La paura è un sentimento spiacevole, una passione che fa parte integrante dell'essere dell'uomo e degli animali con una sua specifica funzione biologica. Ma la paura è anche un momento strategico all'interno del cosiddetto tardocapitalismo. Da un lato quest'ultimo non farebbe che enunciare l'esigenza della sicurezza, del benessere e di una tranquillità anestetica che rasenta l'accidia e l'indolenza. Dall'altro, invece, sembrerebbe alimentare la stessa paura, diffondendola ovunque e anzi alimentandola: catastrofi, default, superbatteri, violenza, ma anche sedentarietà, obesità, dipendenza da droghe, ricerca spasmodica del pericolo, il tutto mixato in una sorta di decadente cupio dissolvi. Tutto ""deve"""" far paura e la paura """"deve"""" essere controllata e addomesticata. Bazzanella investiga questo strano paradosso correlandolo a quell'epoca cosiddetta postmoderna e all'imminente affacciarsi di un ancora indistinto post-postmoderno. Egli intercetta così autori come Deleuze e Guattari, Zizek, Derrida, Foucault, Sloterdijk, Gehlen, Heidegger e Lacan per rintracciare i primi annunci di una strategia ben precisa che ha come suoi referenti il mercato, il consumo, la società dello spettacolo."" -
Variazioni Wagner
I due saggi di Slavoj Zizek con il titolo ""Variazioni Wagner"""" sono il frutto di una lunga riflessione dell'autore sulla storia della musica moderna e sul ruolo centrale svolto in essa da Richard Wagner. Il titolo del primo saggio """"Perché dobbiamo salvare Wagner"""" - indica già il fine che Zizek si propone in queste pagine. Bisogna """"salvare"""" Wagner da una condanna che a partire dalla metà del secolo XX sembrava aver definitivamente sepolto l'autore sotto l'accusa di aver preparato la strada all'avvento del nazismo e al trionfo dell'antisemitismo. Una lunga riflessione che per tanti aspetti lo accomuna ad Alain Badiou, l'altro pensatore """"comunista"""" che ha dedicato tante pagine alla """"salvezza"""" del discusso musicista tedesco. In un quadro di riferimento legato principalmente alla lezione di Lacan e dello strutturalismo, in particolare di Claude Lévi-Strauss, Zizek cerca di svuotare dall'interno l'immagine tradizionale che ancora oggi si associa alla figura di Wagner, la cui musica va al di là di ogni sua teorizzazione scritta o di ogni sua dichiarazione ideologica. La riscoperta del """"vero"""" Wagner ci permette così di restituire a Bayreuth quella immagine di """"canone insuperabile, comparabile soltanto con le tragedie greche e con Shakespeare"""", ultimo grande """"antidoto al nuovo ordine mondiale americanizzato""""."" -
Sociologia e sociosofia. Dinamiche della riflessione sociale contemporanea
La sociologia contemporanea ha pensato se stessa e gli ambiti e i fenomeni di cui si occupa, lungo linee interpretative numerose e variegate. Il suo statuto come scienza tuttavia, ancora in questo inizio del XXI secolo, non cessa di alimentare discussioni: il politeismo teoretico della sociologia deve essere giudicato, sempre, solo come una palla al piede della ricerca più avveduta? Può la sociologia svincolare le sue interpretazioni dall'essere anche, in una certa misura, visioni del mondo? Attraverso quali grandi dibattiti, possiamo oggi capire e pensare proficuamente la dimensione sociale della realtà umana? E, soprattutto - questione in cui confluiscono tutte le domande precedenti su quale piattaforma di senso (teorico, pratico, culturale) riflette la sociologia del XXI secolo, dopo le vicende del XX secolo? Il testo cerca di tratteggiare il problema della riflessione sociale rispetto alle sue connotazioni fenomenologiche, epistemologiche e, in generale, culturali, confrontando le maggiori posizioni della sociologia, filosofia sociale e teoria sociale della tradizione del XX secolo, per individuare il suo senso rispetto all'evoluzione del mondo attuale. Difendendo una concezione della sociologia fondata sull'articolazione, sull'apertura e sulla cura, ossia una sociologia che si rende, almeno in parte, ""sociosofia"""", si delinea, così, un possibile percorso, lontano dall'apatica indifferenza tra teorie della società e sociologie prive di prospettiva e di autocoscienza."" -
Mundus non est fabula. Leggere Michel Serres
"Poiché abbiamo il sapere e le tecnologie di fronte a noi, siamo condannati a divenire inventivi, intelligenti, trasparenti. La creatività è tutto ciò che ci resta. La notizia è catastrofica per i brontoloni, ma è entusiasmante per le nuove generazioni"""". Poco più di mezzo secolo fa, Michel Foucault annunciava la """"morte dell'uomo"""" e, a seguire, un decennio dopo, Jean-François Lyotard profetizzava la fine dei """"grandi racconti"""". Oggi, secondo il filosofo Michel Serres proprio la sintesi neodarwiniana di alcune scienze (paleoantropologia, neuroscienze, biochimica, genetica) permette alla filosofia di annunciare la rinascita dell'uomo, di tesserne un nuovo """"Grande Racconto"""" e di ritrovarlo di fronte ad una biforcazione fondamentale e cruciale del suo viaggio millenario. Così, la filosofia potrà essere recuperata al compito di anticipare le tendenze del futuro e di contribuire a renderci consapevoli della necessità di """"dover decidere la pace tra di noi per salvaguardare il mondo e la pace con il mondo per salvare noi stessi""""." -
Confessioni di un marxista irregolare nel mezzo di una ripugnante crisi economica europea
Nel 2008, il capitalismo ha subito la sua seconda grande contrazione a livello mondiale, causando una reazione a catena che ha sprofondato l'Europa in una spirale recessiva che sta tuttora minacciando gli europei con un vortice di depressione permanente, cinismo, disintegrazione e misantropia. L'attuale crisi europea non è solamente una minaccia per i lavoratori, per gli spossessati, per i banchieri, per gruppi particolari, classi sociali o persino nazioni. No, l'attuale atteggiamento dell'Europa pone una seria minaccia alla civiltà così come noi oggi la conosciamo. Se la mia prognosi è corretta, e la crisi europea non è solamente un'altra caduta ciclica che verrà presto superata nel momento in cui i tassi di profitto aumenteranno in seguito all'inevitabile caduta dei salari, la questione all'ordine del giorno per i pensatori radicali è questa: dovremmo accogliere questo stallo totale del capitalismo europeo come un'opportunità per rimpiazzarlo con un sistema migliore? O dovremmo esserne talmente preoccupati da intraprendere una campagna per stabilizzare il capitalismo europeo? La crisi europea è, per come la vedo, gravida non di potenziali alternative progressiste, ma di forze radicalmente regressive che avrebbero la capacità di causare un bagno di sangue umanitario estinguendo la speranza di qualsiasi azione progressista per generazioni a venire.