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Gabbie
Chiusi nelle paure e nei pregiudizi, anche se liberi; soli pur essendo continuamente connessi col mondo; a volte infelici per compiacere gli altri. Le gabbie sono tante, reali o invisibili. Crescono dentro se non combattute. Ma ""Gabbie"""" sono anche racconti, poesie e disegni che rendono liberi gli autori e l'illustratore attraverso un obiettivo unico: creare percorsi rieducativi e di riscatto in carcere. Come già con """"Favolare"""", il primo libro della serie, MdS ha dato ali ai detenuti della casa circondariale Don Bosco di Pisa che, dopo un anno di laboratori di scrittura, hanno affidato alle parole le loro paure e speranze aprendo le mura spesse della detenzione. Nel libro sono stati coinvolti giornalisti, scrittori e appassionati lettori che hanno regalato i loro pensieri per realizzare un volume folle e unico. Anche per questo secondo progetto i diritti d'autore saranno devoluti proprio ai detenuti che hanno chiesto palloni, qualche gioco ma anche quaderni e penne per riscrivere la propria vita."" -
Cento di questi giorni. Viaggio tra i generi letterari
Questo libro è un affettuoso ricordo di Giorgio Manganelli persona gentile e schiva che ha attraversato il Novecento letterario con profondità e leggerezza, fuori da ogni accademia ma dentro la materia letteraria. Formidabile lettore e critico letterario, traduttore prolifico, Giorgio Manganelli è stato uno dei più importanti scrittori della seconda metà del '900, ingiustamente dimenticato. Questi cento racconti, in omaggio a Centuria, distribuiti su 25 generi letterari e su un grattacielo di altrettanti piani sono un viaggio nel quale sarete guidati dal Lettore Supremo e dove troverete sorprese a non finire, ma anche consigli utili per la lettura di ogni tipo di libro. L'editore ha inteso fornire non solo un testo da leggere per il puro piacere della lettura, ma anche un utile strumento di studio e di lavoro per studenti insegnanti. -
Amori
Amore è attrazione fisica ma è anche rispetto, calore, intesa reciproca, progetto comune di vita. Quelli che sono qui ironicamente denominati amori non sono tali; sono carceri esistenziali in cui individui incoscienti e distratti si rinchiudono senza accorgersene, anelando a qualcosa di imprecisato ma incapaci di prestare attenzione ai concreti dettagli del quotidiano, e infine lasciandosi invischiare come in una trappola quando i dettagli, impietosamente, presentano il conto. In controluce, si profila l'immagine di un rapporto valido e compiuto, la cui perfezione solo sognata carica di maggiore agonia i detriti di irrisolta, patetica speranza vissuti dai personaggi di queste piccole tragedie e dà loro quel briciolo di dignità che ne illumina il tentativo e il fallimento. -
Testimoni d'accusa. Manuale di confessioni involontarie
"Testimoni d'accusa. Manuale di confessioni involontarie"""" è un'antologia di racconti diversa dalle altre. A tenere insieme le storie che la compongono, infatti, è il loro dialogare con le pulsioni più profonde, con quei moti dell'animo che affondano negli abissi dell'inconscio per poi affiorare in superficie sollecitati da un incontro, un'immagine, una parola. Sono proprio loro, i racconti, i """"testimoni d'accusa"""", e le vicende che racchiudono strumenti di confessione, impronte rivelatrici di dubbi, paure, desideri e turbamenti che per la loro essenza universale e l'appartenenza ad una coscienza collettiva alimentano un dialogo costante tra l'autore e i suoi lettori. Cartina di tornasole di questa dialettica sono le quattro sezioni-Collisioni. Divagazioni. Inquietudini. Perversioni-in cui l'opera è divisa, evocative di umori, pulsioni, declinazioni del sentire; espressione di punti di vista diversi con cui raccontare la stessa realtà, perché, come scrive Bartelloni, """"a volte per trovare il colpevole è sufficiente guardarsi allo specchio.""""" -
Pa ra papà!
Un papà e il suo bambino, qualche giorno da trascorrere insieme mentre la mamma è fuori per lavoro... che cosa combineranno? Riusciranno a cavarsela senza pasticci? Ma certo e di più... trasformeranno le giornate in meravigliose avventure! Questo libro, con la delicatezza e la musicalità di strofe in rima e i mille colori di grandi illustrazioni inedite, condurrà grandi e piccini nel mondo speciale ""dei papà"""", fatto di giochi, viaggi nel paese della fantasia, piccoli gesti quotidiani e tanto amore. Età di lettura: da 6 anni."" -
Il delfino Arno
Il 31 dicembre dello scorso anno si scopre che un delfino, un tursiope per l'esattezza, ha scelto proprio le acque del fiume Arno, come residenza, preferendolo al suo habitat naturale, il mare, ed emozionando grandi e piccini con i suoi guizzi e suoi salti. Ma quale sarà la sua storia? Ovvio, nessuno lo sa, ma questo libro prova a raccontarla con delicatezza e ironia ai più piccoli, ma non solo, utilizzando i toni della favola e la suggestione delle illustrazioni. Si immagina così la magia di un incontro tra il nostro delfino e un bambino curioso e amante degli animali e del mare, passione trasmessogli dal nonno che spesso lo porta con sé in barca fino al mare dove farà un incontro che resterà indelebile nella sua memoria... Il piccolo deciderà di chiamare il tursiope ""Arno"""" e nascerà tra loro un legame speciale. Ma è giusto che Arno resti nel fiume che tanto ama e che ha scelto? Una bella domanda, una scelta importante, che comporta una grande responsabilità. Un invito alla fiaba, ma anche alla conoscenza e al rispetto profondo per gli animali, per la diversità, per l'amicizia, e per i nonni..."" -
Testelische
Con lo pseudonimo di Ezio di Nisitte, e attraverso l'uso del vernacolo che conferisce una maggiore autenticità alla narrazione, l'anonimo autore Vecchianese, mette in scena la commedia umana della piccola comunità di Vecchiano, il paese di Antonio Tabucchi. I racconti brevi ritraggono le persone nei loro atteggiamenti quotidiani non privi di ipocrisia e meschinità ma anche capaci di onestà, e grandi slanci di generosità. Con Ezio si ride amaro ci si diverte, ma anche si riflette accompagnati da uno sguardo disincantato, ma al tempo stesso indulgente. Il libro è una sorta di Spoon River dei vivi, che sul filo dell'ironia ci parla non solo del piccolo paese in provincia di Pisa, ma di come è fatto l'uomo. -
Benzina
Una storia sospesa fra il noir e il pulp, ""un romanzo che non vuole essere soltanto ciò che appare"""", come ci anticipa l'autore, """"ma che, senza la pretesa di dare risposte, induca invece a porsi delle domande. Su quanto la sorte sia artefice del nostro destino, su quanto le nostre esistenze siano figlie delle nostre scelte e non invece delle persone che incontriamo e persino degli oggetti che, in un modo o in un altro finiscono nelle nostre mani. Cose che crediamo di possedere a da cui, invece, spesso siamo posseduti""""."" -
Vite deragliate
Chi siamo, in realtà? Quanto di noi ci appartiene indissolubilmente e quanto è dato invece dalle occasioni che ci sono capitate, dagli incontri, dalle porte che si sono aperte o chiuse? Domande universali, sottese ad ogni racconto di questa raccolta, a cui Tommaso Strambi ne aggiunge una ancor più struggente: quanto può contribuire a fare ""deragliare"""" la propria vita il peso di errori e scelte non nostre? Ecco allora ricrearsi, pagina dopo pagina, scenari seguiti attraverso le righe dei quotidiani, con il piacere di riscoprirli tramite personaggi rimasti nell'ombra. Storie che da un passato recente riaffiorano alla memoria, riportando nelle vene i brividi di allora, eppure capaci di emozionare come nuove perché lette, adesso, sotto una diversa prospettiva. Dietro le notizie che l'autore ha indagato, seguendo il suo fiuto giornalistico, si nascondeva infatti una materia che solo ora emerge, perché liberata dal peso imposto dalle necessità della cronaca. Una rete di sensazioni, speranze, illusioni che non poteva essere visibile ma c'era - magari appena di lato, accanto al cono di luce dei riflettori - e attendeva solo uno spunto diverso per essere raccontata."" -
Disconnessioni
"Perché scrivere un racconto?"""" questa raccolta inizia con una domanda che l'autore, Guido Genovesi, pone a se stesso e al lettore. Trenta racconti (più uno) che fanno della """"disconnesione"""" il filo rosso che li unisce e li caratterizza, laddove disconnettersi non significa più solo scollegarsi dalla Rete, ma anche dissociarsi dalla realtà - e da se stessi -, evidenziarne certe disfunzioni in modo grottesco e surreale, dissacrarla attraverso una lente tragicomica e paradossale. """"Il racconto è una fotografia alla quale basta un solo particolare"""", ecco che questa raccolta si configura come un album di immagini: una può essere realistica, un'altra fantastica, una più umoristica, un'altra surreale e grottesca, e il tutto può amalgamarsi in un insieme. I testi sono stati """"dissezionati"""" in quattro filoni principali: disconnessioni appunto, disfunzioni, dissacrazioni, dissociazioni. Trenta racconti per quattro sottoinsiemi che, se da un lato estendono il campo semantico delle storie e dei personaggi che li animano, dall'altro li compattano attraverso una fitta serie d'intersecazioni e interconnessioni tra di loro." -
Abramo. Tragedia in Tre Atti
Tre pellegrini portano ad Abramo la notizia che, per volere di Dio, è necessario il sacrificio di Isacco, il figlio prediletto ottenuto in tarda età; Abramo si appresta senza esitazione a ucciderlo. In questa tragedia in tre atti l'autore, con un linguaggio denso e potente, riscrive il noto racconto della Genesi non per cercare soluzioni ma per sollevare problemi. Che cos'è la fede, come si manifesta Dio? Perché Abramo crede ciecamente a viandanti sconosciuti? Che cosa ha visto davvero il servitore che, precedendo il ritorno di Abramo a casa, annuncia la morte di Isacco? Dobbiamo cogliere la realtà nel sogno premonitore di Sara? Ma lo snodo cruciale è forse nell'intenzione di fondare un'etica laica. Può Dio chiedere al credente di compiere atti irragionevoli, può la fede essere superiore a ogni valore? Da dove nasce la follia di Sara, che ordina a Isacco di commettere nuove e inaudite violenze? Può essere Dio chiamato in causa per giustificare atti di assoluta barbarie, oppure l'uomo è incapace di intendere i segni del divino? -
Felice di nome e di fatto. Ediz. a colori
Felice è un nonno speciale degno del nome che porta: sempre di buon umore e col sorriso stampato in faccia, anche quando comincia a dimenticarsi le cose e a comportarsi in maniera strampalata. Prima di andare in pensione aveva un ristorante nel quale faceva il cuoco, e la sua più grande passione è sempre stata fare la pasta. La sua allieva preferita, nonché custode delle ricette segrete, è la nipotina Francesca, una bambina di 10 anni che sogna di fare la pasticcera. Nonno e nipote sono inseparabili e insieme ne combineranno di tutti colori, anche quando le stranezze del nonno prenderanno un nome preciso che all'inizio spaventa: Alzheimer. Una brutta malattia che i familiari di Felice impareranno a conoscere, accompagnando il nonno nel difficile percorso, che offre però anche momenti di dolcezza, di grande amore e perfino di ironia. Età di lettura: da 7 anni. -
Il giardinista
"Il giardinista"""" è il racconto dal backstage di un giardino attraverso trent'anni di lavoro in un'azienda che vanta oltre un secolo di vita. Francesco Mati cerca di rispondere a una domanda in apparenza semplice: che cos'è un giardino? La risposta non è scontata. In un giardino, insieme al lavoro manuale, a volte estremamente faticoso, fatto di tecnica, macchinari, conoscenze scientifiche ed esperienza, c'è storia, poesia, letteratura, iconografia. Soprattutto c'è chi lo costruisce. E qui l'autore compie uno scarto in avanti coniando un nuovo termine: """"Il giardinista"""", per indicare la specificità assoluta di un mestiere che ne comprende tanti altri e che non cessa di stupire per la ricchezza dei suoi contenuti." -
Dipendenze
"Dipendenze"""" è l'antologia che raccoglie una selezione delle migliori opere degli artisti partecipanti all'omonimo concorso letterario e artistico. Con il 2017 l'annuale concorso artistico-letterario di MdS Editore giunge alla quinta edizione, forte della crescita ottenuta grazie alle edizioni precedenti: Macchie d'acqua, TraMare, Radicamenti e nel 2016, Fuori dal tempo. Il titolo """"Dipendenze"""", come d'abitudine sintetizza in un termine in apparenza semplice un tema in realtà denso di significati, sfumature, possibili interpretazioni. La parola """"dipendenze"""", derivazione dal latino dependere, ossia letteralmente pendere verso il basso, porta infatti con sé un campionario di accezioni che spazia, secondo la definizione stessa del dizionario, da """"un rapporto di subordinazione"""" a """"un bisogno incoercibile"""", da una """"soggezione volontaria"""" all'""""avere avuto origine da"""". Difficile immaginare un essere umano che non abbia sperimentato nella propria vita una forma di dipendenza, fosse essa da un luogo, da una situazione, da una persona o da una sostanza, ma non necessariamente quella del """"dipendere"""" è una condizione subita." -
Moni
"Moni"""" è il racconto di un uomo e della sua storia composta, tassello dopo tassello, dagli eventi che gli accadono intorno: perché Moni si costruisce grazie alle esperienze e agli incontri con le persone e gli animali, senza differenza. Tra le voci con cui convive ce n'è una più forte che viene da dentro di lui a causa di un'attitudine schizoide, che ha chiamato Presenza. Abbandonarsi a lei o resistere? Il romanzo è la storia di una ricerca, e Moni è l'esito di ciò che avviene. """"A volte Moni è un cane, un gatto o un uccello. A volte è loro padre o fratello. Moni è tutto ciò che respira.""""" -
Ah, l'America! Un'esplicita allegoria
In questo breve quanto denso resoconto dall'Argentina, ancora inedito, tutta la potenza della lingua di Giorgio Manganelli scardina il viaggio da Baedeker, per restituirci una Buenos Aires, caratterizzata da una doppia diversità; rispetto ai suoi fondatori europei, e rispetto alla presenza autologa. Più di un non-luogo, un luogo allogenico che trova una possibilità di comunicazione nel suo idioletto, il Lunfardo, il linguaggio che parla il popolo e che fornisce un radicamento alla sua identità altrimenti evanescente, e che in certo modo, tempera la sostanziale impossibilità di conoscere a pieno la realtà e se stessi. Il testo arricchito dal saggio di Giampaolo Vincenzi, dalla postfazione di Giulia Marchina e da uno scritto della figlia, Lietta Manganelli, e da altro materiale, è ora a disposizione dei lettori e degli appassionati di Giorgio Manganelli. -
Maledetti pisani. Storie di sommersi e di dannati all'ombra della torre
Il titolo, è appena il caso di dirlo, è un richiamo e un omaggio al celebre «Maledetti Toscani» di Curzio Malaparte. Ma se l'opera dello scrittore pratese era, in fondo, un elogio sotto mentite spoglie della razza toscana, questa antologia di racconti si pone invece il proposito di gettare uno sguardo sugli aspetti più oscuri e nascosti della città di Pisa e dei suoi abitanti. Ai dieci autori cresciuti all'ombra della torre è stato chiesto, infatti, di realizzare una sorta di osmosi tra loro e i racconti che andavano scrivendo, offrendo ai lettori un'interpretazione unica e originale del concetto di ""maledizione"""", la propria idea di dannazione cittadina. Ne sono così uscite dieci storie sospese fra realtà e invenzione, tra cronaca e storia, tra mistero e rivelazione, che abiurano l'immagine patinata, rassicurante e folcloristica della città per scivolare sulle acque scure e limacciose dell'Arno e negli abissi altrettanto torbidi e spesso insondati di chi, quella città, la abita."" -
Bianconero
Il maresciallo Pulvirenti, dopo la trasferta in Toscana, è rientrato in Sicilia, al suo paese, dalla sua famiglia, a comandare la sua caserma. Alle prese con nuovi casi, viene a conoscenza di un episodio che lo riporta bruscamente nel mondo dell'ippica, e riaffiorano ricordi ed emozioni non ancora sopite. A movimentare le sue giornate le iniziative domestiche della moglie Margherita e la comparsa di Nino, timido compagno di scuola di uno dei suoi figli, con cui stabilisce un'affettuosa amicizia. Li accomuna la passione per i cani, che il maresciallo incoraggia, apprezzando la curiosità del bambino, intelligente e sensibile, in cui si rivede quando aveva la sua età. Ma Nino nasconde un segreto, che non vuole confessare a nessuno e che lo porterà su una strada pericolosa. -
Eptagoni. Poesie e altri esercizi
L'autore cerca di esplorare i possibili utilizzi della parola scritta da varie angolazioni. Poesie, esercizi di stile, tautogrammi, racconti. Il filo conduttore che lega forme espressive così diverse tra loro è la ricerca della semplicità, dell'essenziale. Corbi sembra scandagliare gli avvenimenti e gli oggetti della vita quotidiana, esplorando ciò che si cela dietro l'abitudine e la comodità di ciò che si conosce. Un viaggio, in cerca di frasi vere. Per l'autore, ma anche per noi. -
Johnny degli angeli. Un delirio hollywoodiano
Los Angeles, 4 aprile 1958. Nella villa di Lana Turner viene ritrovato il corpo senza vita del suo compagno, Johnny Stompanato, italoamericano dai modi spicci fedelissimo del boss del gioco d'azzardo Mickey Cohen. A privarlo del suo american dream, che dai marciapiedi di Woodstock lo aveva portato fino ai tappeti rossi di Hollywood, è una coltellata al ventre, inferta, dirà la giustizia, dalla figlia sedicenne dell'attrice, accorsa per difendere la madre dall'ennesima aggressione. In molti hanno dubitato, negli anni, che sia davvero questa la verità dei fatti, ma emettere una nuova sentenza non è ciò che preme a Bigongiali. La sua urgenza è invece quella di dare voce a chi, allora e nel tempo a seguire, voce non l'ebbe mai, a quel ragazzo ombroso trasformato dai media da vittima in carnefice, e che troviamo a terra, agonizzante, in quello stato di semi?incoscienza dove ricordi, allucinazioni, ombre e fantasmi si confondono, mentre lui lotta disperatamente per proteggere, pure in punto di morte, il proprio onore e ciò che Mutis chiamava ""il pudore dei vinti"""".""