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La domatrice del fuoco
Nel piccolo villaggio di Rivarossa, la vita procede tranquilla e placida, finché Gunther, un giovane e ingenuo pastore, non trova un bracciale misterioso e bellissimo. Spinto dall'eccitazione per la scoperta, lo indossa, senza nemmeno immaginare cosa quel gesto all'apparenza innocuo costerà a lui e all'intera Punta Meridionale. Nel frattempo, sulle montagne, la giovane guaritrice Queith si trova davanti a una febbre di origini misteriose che miete molte vittime. La ragazza deve inoltre affrontare un'inquietante realtà: il fuoco reagisce ai suoi stati d'animo e, tra le fiamme, le appare il volto di uno sconosciuto. Sola e spaventata, cercherà di capire chi può aiutarla, mentre un mago e una sua simile si mettono sulle sue tracce, disposti a tutto pur di prendere lei e il bambino con cui viaggia, che ha un potere allettante agli occhi avidi della Fortezza dei Maghi. Isabella invece è un'incantatrice rinnegata, che porta con sé i fantasmi del suo passato. Viene assoldata per una missione di estrema importanza. La comparsa di suo padre sulla scena la mette in crisi, rendendo il suo compito ancora più arduo, facendo vacillare la sua lealtà anche nei confronti dei suoi migliori amici. -
L' interpretazione del dolore. Storie di rifugiati e di interpreti
Gli interpreti e i mediatori linguistici ascoltano e traducono le storie dei richiedenti asilo. Storie di vita caratterizzate necessariamente dalla sofferenza, poiché si sceglie di sfidare la sorte attraversando deserti e mari diventati negli anni cimiteri di propri simili soltanto quando nessun'altra via sembra percorribile. Questo libro vuole raccontare queste storie, quelle di donne e uomini che vengono da altri Paesi e da altre lingue e ci chiedono aiuto. Ma narra anche il percorso di vita di chi, il più delle volte reduce da esperienze analoghe, offre le proprie sensibilità e competenze non solo linguistiche con il lavoro di mediazione culturale. Sono gli interpreti del dolore fatto parola di chi ha deciso di intraprendere il viaggio verso una terra che, nell'attuale assetto mondiale, dovrebbe offrire maggiori opportunità, se confrontata con la povertà e la violenza dei luoghi di partenza. -
Di terra e di mare. Donne e uomini nelle migrazioni
Questo libro propone sedici storie di uomini e donne che hanno attraversato terre e mari e sono giunte, chi per caso e chi per volontà, in Italia. I loro percorsi e gli oggetti simbolici che hanno conservato ci parlano di altri Paesi, di altre culture e stimolano in noi un'apertura della mente, ma anche dell'anima, verso le differenze. La narrazione emozionale dei viaggi, delle esperienze talvolta drammatiche, consente un'immedesimazione nell'altro e ci invita ad aprirci a un'accoglienza che questo Paese fatica a praticare. Donne e uomini che ci propongono una domanda: se le rondini un giorno avessero bisogno del permesso di soggiorno, non esisterebbe più la primavera? -
Storie partigiane. Letteratura e memorialistica della Resistenza
Questo libro propone un percorso critico-analitico attraverso alcuni romanzi più o meno direttamente appartenenti alla narrativa sulla Resistenza. Nella prima parte sono presentati ""De profundis"""" di Satta, """"L'Agnese va a morire"""" della Viganò, """"I piccoli maestri di Meneghello"""" e """"L'ora del ritorno"""" di Tassinari. La seconda parte è dedicata alla scrittura di Renato Romagnoli, partigiano gappista bolognese. La riflessione sul rapporto tra individuo e società, tra l'azione individuale e i fatti storici emerge pressante dagli scritti degli autori presi in esame. I loro romanzi mettono in evidenza il rapporto fra esperienza diretta, memoria e scrittura. Con stili e caratteristiche del tutto peculiari e perciò differenti, ci restituiscono l'esperienza resistenziale e ciò che ha significato per chi l'ha vissuta, a partire dalla messa in discussione del potere e dell'autorità e, più in generale, della politica, ripensata e partecipata direttamente. L'autore sottolinea il carattere altamente formativo della Resistenza, in quanto processo storico-politico popolare e di massa."" -
Aveva un desiderio. Percorsi di crescita nella diversità
Spesso pensava che se ""Villa Azzurra fosse tutto il mondo"""" la mamma non avrebbe avuto nessuna colpa, lei avrebbe potuto sentirsi tranquilla con suo fratello, la diversità sarebbe stata la normalità, la danza dei minuscoli esseri avrebbe rilassato tanti altri bambini, tutto sarebbe stato più semplice e soprattutto nessuno l'avrebbe commiserata per essere la sorella di Riccardo. Aveva anche sognato tutte le sue compagne di classe, ognuna con un problema diverso: c'era chi non camminava, chi non parlava, a Cristina mancavano le braccia e Silvia assomigliava moltissimo a Claudio. Nel sogno giocavano insieme ed erano felici, per nulla preoccupate di come apparivano; forse per la prima volta si divertivano veramente. La realtà era un'altra: esistevano due mondi, che non avevano intenzione di incontrarsi, di conoscersi, di amarsi."" -
La mia vita con Lady Park. Camminare con una compagna di viaggio imprevista. La malattia di Parkinson
L'esperienza di una malattia può essere vissuta come momento di crescita personale. È quanto ha scelto di fare l'Autore che, con una scrittura ironica e puntuale, ci presenta Lady Park, per farcela conoscere e aiutarci ad averne meno paura. Dal giorno della diagnosi, gravido di ombre e di dubbi, fino all'accettazione dei cambiamenti nella conduzione della propria vita che si rendono necessari quando i sintomi si affacciano e portano il loro carico di fatica, sono qui proposti quattordici anni di convivenza con la malattia di Parkinson: la dimensione spirituale con la quale sono stati vissuti, ma anche la progressione dei sintomi e le terapie adottate per continuare il proprio percorso nella maggiore autonomia possibile. La singolarità della testimonianza consiste anche nella descrizione dell'esperienza diretta di tutte le possibili cure, dalla terapia farmacologica alla neurostimolazione cerebrale profonda (DBS), passando per l'infusione duodenale continua di Levodopa e l'apomorfina. -
Quale poesia. Livida è la notte nell'inferno del mondo
Viviamo in una realtà in cui troppe cose non vanno per il verso giusto e anche la poesia deve fare la sua parte; non può restare indifferente alla sofferenza di un mondo dilaniato da mille contraddizioni e ragioni di dolore. La creatività si indirizza così ""naturalmente"""" verso l'impegno, dalla parte di un'umanità tormentata da un sistema che alimenta e moltiplica sempre più le occasioni di alienazione, sfruttamento, discriminazione e sopraffazione. Questa poesia nasce dall'indignazione che immediatamente spinge all'agire, alla lotta, con i mezzi che si hanno a disposizione; e la scrittura è uno di questi, in mano a chi crede che le parole, a volte, sappiano essere macigni lanciati nella livida notte dei tempi."" -
La rivolta del riso. Le frontiere del lavoro nelle imprese sociali tra pratiche di controllo e conflitti biopolitici
I risultati di un cantiere di socioanalisi narrativa sulla condizione di chi lavora nelle imprese sociali, voluto e autogovernato da lavoratori del settore provenienti da varie città e regioni. Dovendo dare un titolo all'esplorazione compiuta, si è scelto di utilizzare una delle storie raccontate: la piccola rivolta di un gruppo di ragazzini ai quali, in un Centro diurno, era stato dato da mangiare del riso immangiabile. In quel caso, l'operatore sociale è stato indotto a sedare la rivolta, ruolo di controllo che non era previsto esplicitamente nel suo mandato, rivolto piuttosto all'aiuto. I ""non detti"""" che determinano il lavoro nel sociale emergono qui, insieme alla necessità di ridefinire il ruolo effettivo che le imprese sociali, al di là dei loro miti originari, svolgono effettivamente dopo la liquidazione dello Stato sociale. Sono presi in esame alcuni momenti critici dell'esperienza lavorativa: la soglia d'ingresso, il mandato, l'impatto con gli utenti-clienti, gli affidamenti. E sono, infine, esplorate l'implicazione personale delle lavoratrici e dei lavoratori, la loro torsione etica, le istanze istituenti e le domande che si aprono sull'incerto futuro di questo settore."" -
Il diritto di vivere
Anila, a quindici anni, viene in vacanza in Italia, ha un piccolo incidente, va in ospedale e le viene diagnosticato un cancro alle ossa del braccio sinistro. I suoi genitori parlano soltanto albanese e perciò i medici lo dicono a lei, e a lei tocca informare sua madre. Scaduto il suo permesso di soggiorno, gli ospedali romani le dicono che deve pagarsi la chemioterapia, necessaria per prepararsi all'intervento chirurgico. Un anonimo benefattore le permette di risolvere questo problema, ma ne sorgono rapidamente altri, come trovare una casa per il periodo che intercorre tra una chemioterapia e l'altra. Anila affronta i suoi giorni ricorrendo alla scrittura, talento che coltiva sin da quando era bambina, e ci fa dono in queste pagine della sua toccante esperienza. -
Dal mito iperboreo all'uomo abbandonato
L'autrice di questo libro racconta l'esperienza di un laboratorio teatrale nato nel centro diurno di un ex manicomio italiano e la contestualizza su due versanti: analizzando il Lohengrin di Richard Wagner e proponendo alcune pagine del suo diario intimo. È prestata particolare attenzione alla problematica del compito - in questo caso assegnato dal regista - e al concetto di interdetto, caro a molte leggende di differenti culture. La tesi dell'autrice è che l'interdetto esista per essere trasgredito, e questo valga anche per il compito: il suo superamento, ottenuto attraverso il lavoro, attraverso la costruzione di uno spazio, un tempo e un corpo, come presupposto necessario per il processo creativo. È proposto anche il concetto di non-separazione, che con Wagner ha rappresentato una rivoluzione nell'ambito del linguaggio musicale. -
Dannate esclusioni. Campi rom e campi di concentramento
Questo libro propone documenti e riflessioni sull'esclusione sociale. I progetti inclusivi delle ragazze che vivono nei campi rom portati avanti da Vania Mancini con il gruppo Chejà Celen e l'associazione Zingare spericolate, i laboratori didattici organizzati a Roma con i bambini rom, si confrontano con uno dei lati più bui della storia recente: cinquecentomila tra Rom e Sinti sterminati nei campi nazisti nell'Europa del Novecento, e migliaia di essi passati per i campi di concentramento allestiti in Italia, fra i quali quelli in Molise. Si porta l'attenzione sulla persecuzione degli zingari considerandola paradigmatica dei processi sociali e dei rischi che accompagnano l'esclusione. Si esclude qualcuno perché diverso, per mere convenienze politiche, ma soprattutto per ignoranza. Perciò il primo passo non può che essere quello di avviare percorsi di conoscenza, con la mente aperta, per costruire relazioni basate sul reciproco rispetto. -
Il sacco di Genova. 1849
L'armistizio di Vignale (23 marzo 1849) aveva suscitato sconcerto e, soprattutto, indignazione presso larga parte dei patrioti genovesi. Inoltre, circolavano voci e sospetti che, in base a clausole segrete dell'armistizio, la cittadella di Alessandria come pure le varie fortezze di Genova sarebbero state provvisoriamente occupate da guarnigioni austriache. Fu proprio in tali circostanze che ebbero luogo, a Genova, i moti popolari dell'aprile del 1849, durante i quali la popolazione insorse, conquistando provvisoriamente il potere, subendo, infine, la terribile repressione dei militari comandati dal Generale La Marmora. -
Cambiare il mondo. Lettere fra l'Italia e il Messico
In un'epoca che non riesce più a immaginare la costruzione di un sistema di relazioni diverso da quello dettato dal capitalismo, gli autori, uno in America Latina e l'altro a Rimini, si scambiano lettere sui temi del cambiamento sociale e politico. A fronte della perdita dei riferimenti propri del Novecento, con le sue ideologie e le sue rivoluzioni, essi si interrogano sulle pratiche che potrebbero sostituire i paradigmi precedenti per cambiare il mondo. Immaginare una forza istituente che, dal basso, reinterpreti la realtà e sappia orientare gli umani verso una società finalmente giusta e accogliente, sembra una necessità impellente, considerata la ferocia del sistema in cui viviamo. In questi informali scambi di idee e riflessioni molti lettori potranno riconoscere il loro smarrimento, i loro riferimenti culturali e la loro ansia di cambiamento. -
Il Meteco e il Redivivo. Salvatore Multineddu e Dante Corneli nel Novecento tiburtino
Questo libro si articola in tre parti. La prima è dedicata a Salvatore Multineddu (Tempio Pausania 1866 - Imperia 1952), professore di Belle Lettere in diversi licei italiani. Dal 1910 al 1922 insegnò al Liceo Classico di Tivoli e fu anche vicesindaco della città dal 1920 al 1922. Quando l'amministrazione comunista fu abbattuta dagli squadristi venne esonerato dall'insegnamento per motivi politici e perseguitato dal regime fascista. La seconda illustra la vicenda di Dante Corneli (Tivoli 1900-1990), dall'adolescenza alla morte, che si è drammaticamente intersecata e a tratti sovrapposta con la storia di Tivoli e con i passaggi più rilevanti (guerre, fascismo, comunismo) della storia del Novecento. Dopo un passaggio pluridecennale nei lager staliniani rientrò a Tivoli, dove scrisse e meditò sulla storia sua e su quella della città. In appendice è proposto un ritratto di Alain Bocquet, sindaco della città francese di Saint Amand Les Eaux (Nord-Pas de Calais) gemellata con Tivoli dall'anno 2000, che è tuttora, ininterrottamente dal 1978, deputato all'Assemblea Nazionale francese. -
Giocati dall'azzardo. Mafie, illusioni e nuove povertà
Questo libro offre una panoramica completa sul mondo del gioco d'azzardo: dagli aspetti storici, agli sviluppi moderni; dalla legislazione che lo regola in Italia, ai risvolti socio economici di questa pratica. Particolare attenzione è portata sul Gioco d'Azzardo Patologico, le sue fasi, le possibilità di cura. Se ne osservano le pesanti ricadute sociali, in un Paese sempre più povero, dove a fronte di un'impoverimento generale - economico e culturale - si osserva un preoccupante aumento della spesa per i giochi d'azzardo (dai Gratta e vinci alle slot machine), individuando nel pensiero cognitivo erroneo e nel pensiero magico, diffusi nella nostra cultura, i principali alleati della pubblicità ingannevole che spinge le persone a credere di poter risolvere i propri problemi giocando. Si analizza, in base ai dati statistici, l'incongruente scelta statale di legalizzare l'azzardo con lo scopo di incassare liquidità, come se questo non costituisse un'occasione di guadagno sulla pelle dei giocatori. -
Istantanee di fuga
I racconti qui proposti presentano il doppio volto della fuga: la difficoltà nella situazione in cui ci si trova e il taglio netto con il quale si parte alla ricerca della libertà. Un doppio processo di significazione del ""momento"""" che, mentre ammette l'inaccettabilità del vissuto immagina l'andar via come una risorsa. Una negazione che muove alla ricerca di un percorso possibile e, dunque, qualunque esso sia e comunque si presenti, porta in primo piano la rinascita del soggetto. Tuttavia, sebbene sia chiaro che si fugge da se stessi, da ambienti o relazioni divenute intollerabili, non sempre il modo in cui si fugge o il luogo in cui si approda rappresentano una rinascita. Succede, anzi, che questi approdi possano imprigionare e chiudere la persona in un contesto relazionale e psicologico anche peggiore di quello dal quale si è scappati. Allora la fuga rappresenta certo una risorsa, ma non può sostituire quel percorso di accettazione e di assunzione di responsabilità che la vita comporta."" -
L' ordinaria violenza in famiglia e nella società
La violenza dei rapporti sociali di quest'epoca, nella quale sembrano azzerate le conquiste della fine Novecento, è il filo conduttore di questa scrittura sperimentale. Ci si interroga su quale nemesi storica possa aver sortito gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti: le donne relegate nuovamente a oggetti, lo statuto dei lavoratori cancellato, come se il capitalismo avesse conquistato anche l'anima della nostra società. Si indagano con particolare attenzione le dinamiche interne alla famiglia, la divisione dei ruoli secondo schemi vetusti che vogliono la donna vittima dei raccapriccianti sfoghi dell'uomo e quest'ultimo a sua volta preda dell'alienazione propria del sistema di produzione capitalistico. Si riflette sul ritorno di una cultura sostanzialmente fascista e ci si interroga sui percorsi, collettivi e paritari, che sembra urgente sviluppare per superarla. -
Il prigioniero libero. Pensieri, emozioni, considerazioni dall'ergastolo
La libertà di pensiero e la scrittura sono al centro di questo libro: un'attività piacevole e un aiuto a passare il tempo nella cella per chi scrive, un momento di riflessione e di stimolo per chi legge. ""Einstein sosteneva che la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre. Oggi, chi scrive, supportato da grande speranza e sostenuto da una discreta quantità di pazienza, grazie anche all'apertura del suo paracadute, è riuscito a mettere in atto un complicato, ma non impossibile, ossimoro: il prigioniero libero""""."" -
La donna che sognava di essere sveglia
Una donna che c'è e non c'è, che ricorda e sogna minuti particolari di una vita vuota, passata, senza futuro. Un tuffo nelle memorie frammentate e nelle vacue emozioni di un essere umano tenuto artificialmente in vita. Questa spettrale scrittura sperimentale non vuole essere autobiografica, sebbene porti con sé elementi esperienziali dell'autrice, ma vuole soprattutto invitarci a una riflessione su ciò che si può definire vita, su quanto sia lecito ridurre una persona al suo solo involucro, mantenendola in stato vegetativo. -
Come il bue di Rembrandt. Storia di un balordo dell'est
Questa è la storia di Janos, uno dei tanti invisibili che incontriamo per strada, uno dei tanti immigrati classificati con l'etichetta del ""balordo"""". Una storia che attraversa quella del popolo cecoslovacco, dalla Primavera di Praga alla normalizzazione imposta dall'Unione Sovietica nel 1968, fino alla dissoluzione del Paese, nel 1989. All'inizio degli anni novanta Janos, che ha scontato dieci anni nel carcere di Leopoldov come prigioniero politico, fugge dalla sua terra per approdare prima in Austria e poi in Italia, tra la Calabria e Roma. Dalle utopie coltivate da ragazzo alle continue e problematiche sbandate esistenziali, in un intreccio di luoghi e persone senza alcun approdo significativo. Fino all'epilogo di una morte assurda nel 2001, quando un uomo di trentasei anni, alla guida di una Volvo, lo falcia mentre sta attraversando le strisce pedonali davanti al Colosseo. Janos, nel racconto della sua vita come della sua morte, ci invita a guardare con altri occhi i migranti, incontrando la persona, la ricchezza delle sue esperienze, prima dell'etichetta con la quale cancelliamo la sua identità e il suo vissuto.""