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La critica psichiatrica nelle opere di Szasz e Foucault
La lettura delle opere di Foucault e di Szasz viene qui proposta per aprire una riflessione sulla teoria e soprattutto sulla pratica psichiatrica. L'attenzione è posta sulla critica delle basi epistemologiche di questa scienza, che a differenza delle altre branche della medicina opera in assenza di riscontri biologici nella maggior parte delle sue diagnosi, e sulle istituzioni psichiatriche. Di queste ultime, luoghi come i manicomi e gli ospedali psichiatrici giudiziari o dispositivi come il trattamento sanitario obbligatorio e la contenzione farmacologica, viene messo in evidenza il carattere meramente coercitivo, a partire dal ""grande internamento"""" analizzato da Foucault. Si considera inoltre il ruolo della psichiatria, come denunciato da Szasz, nella tendenza a patologizzare l'intera gamma dei comportamenti umani a scopi di controllo sociale. A fronte di queste analisi, l'Autore prospetta una visione olistica del problema della malattia mentale, promuovendo all'interno della psichiatria un dialogo che apra ad una concezione bioetica dell'individuo."" -
Chiarestelle
"Se devo dire la verità, della mia funesta infanzia mi ricordo solo i dispiaceri perché sono stati questi che mi hanno forgiato e fatto diventare quello che ero e che sono"""". Così l'autore racconta di se stesso. Dedicato ai bambini, protagonisti coraggiosi di queste storie poetiche e favolistiche, questo libro si propone di valorizzare la scrittura creatrice di vicende fantastiche come risorsa per evadere da una condizione infelice e per emanciparsi dal proprio passato." -
L' impero virtuale. Colonizzazione dell'immaginario e controllo sociale
Alcune aziende che quindici anni fa non esistevano, come Google e Facebook, oggi costituiscono la nuova e potente oligarchia planetaria del capitalismo digitale. Internet ne rappresenta l'intelaiatura, e i suoi utenti, vale a dire circa tre miliardi di persone, la forza lavoro utilizzata. Le nuove tecnologie digitali fanno ormai parte della nostra vita quotidiana, le portiamo addosso e controllano tutti gli ambienti della vita sociale, dai luoghi di lavoro ai templi del consumo. Questo libro propone una riflessione sui dispositivi attraverso i quali questa oligarchia e queste tecnologie catturano e colonizzano il nostro immaginario a fini di profitto economico e di controllo sociale. E mette in luce il risvolto di tutto ciò, ovvero l'emergere di una nuova e impercepita sudditanza di quel popolo virtuale che, riversando ingenuamente messaggi, fotografie, selfie, e desideri su piattaforme e social-network, contribuisce con le sue stesse pratiche a rafforzare il dominio del nuovo impero. Non conosciamo ancora le conseguenze sui tempi lunghi di questo ulteriore passaggio del modo di produzione capitalistico. Chiara invece appare la necessità di immaginare pratiche di decolonizzazione. -
Antonin Artaud nel vortice dell'elettrochoc
Quando Antonin Artaud, nel 1947, dopo nove anni di internamento, poté uscire dall'asilo psichiatrico di Rodez, gridò al mondo la sua denuncia. Ritenendo di essere stato vittima di un ""infame sequestro di persona"""", si scagliò contro tutti coloro che avevano voluto privarlo della sua identità. In manicomio Artaud aveva subìto innumerevoli aggressioni, testimoniate da tracce visibili sul corpo, ed era stato sottoposto, contro la sua volontà, a più di cinquanta elettrochoc. Artaud denuncia con lucidità e precisione le pratiche violente dell'istituzione psichiatrica, prima fra tutte l'elettrochoc. In questo saggio l'autrice ripercorre la storia della reclusione di Antonin Artaud che, con le sue forze creative d'uomo e d'artista, seppe trasformare il cumulo di macerie in cui era stato ridotto il suo essere in una costruzione umana e poetica unica e sublime."" -
Il vento contrario. Cambiamenti di prospettiva
Dodici storie, quasi tutte al femminile, di esistenze caratterizzate da un'assoluta, quanto apparente, normalità. Fino a quando la forza di un vento contrario obbliga a un cambiamento di prospettiva, a una messa in discussione di sé e delle proprie relazioni. Mutare direzione diventa, così, un passaggio obbligato per poter continuare a camminare. Anche quando ciò comporta la necessità di sfidare la potenza di una corrente non favorevole. L'adolescenza, l'esperienza della malattia, la consapevolezza della crescita e delle trasformazioni che essa implica, l'accettazione dell'abbandono, l'incontro con la morte: il sopraggiungere di queste tempeste nelle tranquille esistenze di ogni giorno dà luogo a delle narrazioni in soggettiva che assumono, così, una portata emozionale capace di consentire un'immedesimazione istantanea nell'altro, di tracciare la strada che conduce a se stessi, seguendo il naturale scorrere della coscienza, senza forzature. -
Alzati, fai dei chilometri. Storie di alleanza e resilienza nelle relazioni di cura
In questo libro vengono presentati racconti sbocciati sul campo di quelle alleanze relazionali che nascono nelle vicende terapeutiche. Filo conduttore sono le risorse: la memoria delle origini, la consapevolezza dell'ambiente in cui si vive, l'esperienza delle cadute e della stanchezza durante il percorso; ma anche la grande forza della relazione e dell'alleanza con altre persone, la tenacia nelle avversità, l'autonomia e l'altruismo; la tolleranza e la flessibilità; l'adattamento, il sogno, l'immaginazione, la creatività. E, per finire in bellezza, l'abilità di chiedere aiuto, gustando l'umorismo e l'autoironia come ciliegine sulla torta. Pagine utili ai professionisti della cura, ma anche a chi vuole cercare delle strategie efficaci per scoprire che dietro ad ogni problema c'è un'opportunità. -
L' inferno di Pianosa. L'esperienza del 41 bis nel 1992
"Nel 1992 alcune centinaia di persone vengono prese e deportate nelle carceri del circuito di Alta Sicurezza - cinquantadue solo a Pianosa - e vengono sottoposte a trattamenti inimmaginabili. La parola chiave di quella esperienza, giustificata istituzionalmente come 'lotta alla mafia' e regolata dall'applicazione dell'articolo 41 bis dell'Ordinamento penitenziario, può essere sintetizzata come pratica della tortura, reato che ancora oggi non è previsto nei codici italiani. Rosario Enzo Indelicato è una di quelle centinaia di persone a cui è toccato vivere l'inferno quotidiano, che va molto aldilà delle restrizioni formali a cui fanno riferimento gli articoli di legge e getta i detenuti in una condizione di non vita, nell'indifferenza delle istituzioni e di molti cittadini. Indifferenza e non ignoranza, come si evince dalla testimonianza dell'autore, che ha scontato, in attesa di giudizio, cinque anni in quella terra di nessuno dove i diritti più elementari vengono cancellati dalla prepotenza e dalla violenza della polizia penitenziaria, alla quale è affidata consapevolmente la gestione delle carceri""""." -
La pedagogia di don Gallo
Il risultato di una ricognizione bibliografica, sostenuta dall'esperienza dell'autore all'interno della Comunità San Benedetto al Porto di Genova. Si evidenzia il processo culturale e collettivo che ha condotto al particolare approccio pedagogico della Comunità. -
Sensibili ai riflessi. Poesie degli allievi Scuola media Fermi di Burolo e detenuti della Casa Circondariale di Ivrea
Sensibili ai riflessi nasce da un'idea di Giuliana Airoldi. I suoi allievi della Scuola Media Inferiore Fermi di Burolo (TO), nell'Anno Scolastico 2014/2015 hanno iniziato a corrispondere con i detenuti della Casa Circondariale di Ivrea, redattori del giornale L'Alba. Sono state presentate agli studenti e ai detenuti delle fotografie, scattate dall'ideatrice del progetto, con soggetto i riflessi nell'acqua, invitando gli uni e gli altri a scrivere i ""pensieri"""" poetici suscitati dalle immagini. La partecipazione è stata significativa e proficua. Gli allievi sono venuti a contatto con una realtà che non immaginavano potesse esistere e continuano a corrispondere con i componenti della redazione. Si vuole, con questo libro, valorizzare un incontro tra diverse sensibilità e dimostrare che è possibile una corrispondenza fra giovani che si affacciano alla vita e persone che dalla vita sono state segnate."" -
La sacerdotessa del tempo
Le isole sono luoghi misteriosi che conservano la memoria degli antichi scontri magici. Quando Merissa risveglia una Creatura sopita da millenni, la sua vecchia vita va in pezzi. Costretta a fuggire e a cercare aiuto presso gli incantatori, si trova catapultata in un viaggio sulla distante e leggendaria Mezzaluna, alla disperata ricerca di un talismano che possa fermare l'avanzata del Fiore della Notte. Al suo fianco si schiereranno amici improbabili, ognuno con un passato pronto a schiacciarlo, con un futuro incerto all'orizzonte. Samidra invece è una domatrice dell'Acqua costretta a fuggire dai maghi e dai poteri della Mezzaluna a causa del suo dono. Quando fallisce nel compito affidatole dalla sua migliore amica, un'incantatrice indipendente e scostante, si trova proiettata in un'avventura per salvare l'universo che conosce dai perfidi Argentei. Si confronterà con le diverse sfaccettature dell'amicizia, che non sempre è facile come si vorrebbe. -
Felice Orsini 1819-1858
La vita di Felice Orsini (1819 - 1858) attraverso lo studio delle sue epistole e delle principali fonti secondarie, dalle quali emerge una profonda avversione sia verso i poteri dominanti la scena italiana, soprattutto quello pontificio, sia verso i fallimentari metodi dei rivoluzionari democratico-repubblicani, divisi da antagonismi, dissidi e ambizioni personali. La sua è una posizione di ""romantico"""" rifiuto delle diverse """"guide"""" politiche e ideologiche dei moti risorgimentali. Il tragico attentato a Napoleone III, che pose fine alla sua esistenza e attività rivoluzionaria, si spiega come elemento determinante: se l'attentato fosse riuscito secondo i piani, vi sarebbe stato un cambiamento del regime """"dispotico"""" francese in quello di una repubblica democratica, con auspicati sconvolgimenti dell'assetto europeo in fasi successive. L'epilogo di tale impresa temeraria e di stampo romanticamente individualistico denota, fra l'altro, il contrasto stridente fra una visione """"dottrinaria"""" piuttosto ingenua da un lato, e la concreta realtà storica del momento dall'altro."" -
Clandestino italiano. Dialoghi e monologhi su colonialismo e immigrazione
Un testo teatrale, poetico e saggistico allo stesso tempo, nel quale l'autore ripercorre i crimini compiuti durante la colonizzazione italiana in Africa e nel corso delle due guerre mondiali, ""perché quei crimini ci hanno permesso di diventare uno dei Paesi più ricchi e potenti del mondo"""", e propone riflessioni critiche sul modello di sviluppo del nostro Paese. I dialoghi e i monologhi proposti, in maniera semplice e diretta, raggiungono il cuore del problema: """"Il capitalismo moderno, la nostra ricchezza, il predominio occidentale sul mondo... tutto è cominciato con la tratta degli schiavi neri. (...) Abbiamo maggiore progresso, maggiore cultura, maggiore rispetto dei diritti umani, dei nostri diritti umani. Liberté, égalité, fraternité. Sì, per noi, ma non per gli altri. Gli altri possono pure crepare in mare: sono nostri schiavi. (...) Abbiamo conquistato il mondo, abbiamo rubato tutto quello che era possibile rubare (e lo facciamo ancora), abbiamo reso schiavi i suoi abitanti e li abbiamo messi gli uni contro gli altri, acutizzando le rivalità esistenti o fomentando nuovi odii. (...) Tutti noi traiamo beneficio da queste atrocità. Noi consumatori."""""" -
Quando si vuole. Boschi, banditi, progetti e carceri
Il testo è diviso in due parti. La prima concerne la tematica ambientale, la seconda il carcere. Entrambi sardi, sulle problematiche specifiche della loro terra - in particolare la salvaguardia del patrimonio boschivo e la tradizione di allevamento di suini allo stato brado - gli autori propongono anche indirizzi di orientamento, corredati da progetti dettagliati. Riguardo al carcere, essi presentano la situazione delle nuove strutture costruite in Sardegna sia dal punto di vista delle loro speculari esperienze dirette l'uno dentro e l'altra in visita - sia le inchieste giornalistiche prodotte dall'Associazione Socialismo Diritti e Riforme. Attingendo alla loro fantasia, immaginano una riqualificazione del Buoncammino di Cagliari e, rifacendosi alla loro esperienza personale, ci portano dentro alle dinamiche istituzionali attuali delle moderne prigioni. E infine ci chiedono di mettere un poco della nostra volontà per portare cambiamenti che restituiscano dignità alla terra e agli esseri umani che la abitano. -
Radici scalene
Quel che i versi di questa raccolta intraprendono è un percorso di vita che parte dalla convinzione che l'arte poetica possa aiutare quel transito dalle sofferenze causato dalle inequità di un contesto basato più sull'avere che sull'essere e che ancora deve fare i conti con le quotidiane discriminazioni delineate dal gene e dal genere. Una poesia che si allontana dalla sua forma istituzionale tornando tra le strade e tra le gente e che tenta un canto liberante senza dimenticare il vissuto e quel che ancora resta d'incompiuto di tutte quelle espressioni vitali e relazionali proprie delle radici. -
Il ritorno. Malessere della normalità e psichiatria
In seguito a un grave episodio depressivo, Nadia decide di togliersi la vita assumendo una forte dose di psicofarmaci. Viene tuttavia salvata e, dopo alcuni giorni trascorsi in rianimazione, trasferita in un reparto psichiatrico per essere sottoposta alle cure necessarie. È proprio qui, in mezzo alla sofferenza e all'alienazione, che scoprirà un nuovo mondo e tornerà ad amare la vita. Nella storia di vita proposta in queste pagine, la sofferenza che accompagna l'ordinaria vita borghese trova sbocco nell'ambito psichiatrico. Le crisi e i precipizi di questa sofferenza, infatti, si esprimono in forme che vengono assunte e gestite farmacologicamente dalla psichiatria. La solitudine e le inautentiche relazioni sociali proprie della normalità traspaiono in filigrana nella narrazione di un percorso di vita che vedrà rinascere la speranza a partire dai rapporti umani che la protagonista sente di potere e volere ancora intessere. -
Liberi dall'ergastolo. Porta un fiore per l'abolizione dell'ergastolo
Questo libro racconta l'esperienza che un gruppo, sempre rinnovato, di viaggiatori e viaggiatrici compie ogni anno dal 2011, recandosi al cimitero degli ergastolani del carcere di Santo Stefano (Ventotene) dismesso dal 1965. Un luogo simbolico che consente di vedere ciò che l'ergastolo, ancora oggi, sentenzia: la condanna di una persona a morire in carcere. Il progetto si intitola ""porta un fiore per l'abolizione dell'ergastolo"""" e il viaggio si svolge in modo ricorrente nel mese di giugno in relazione con la giornata mondiale dell'ONU contro la tortura nel mondo. Liberi dall'ergastolo costituisce una iniziativa che il gruppo ha promosso sollecitando, attraverso l'adozione di un logo, singole persone, gruppi, associazioni, enti a dichiararsi liberi dall'ergastolo e indisponibili a condividere la permanenza nel mondo di questa pena. Il libro si conclude con alcune considerazioni del curatore sui dispositivi dell'ergastolo contemporaneo come pena capitale al pari della pena di morte: se con la pena di morte lo Stato toglie la vita ad una persona, con l'ergastolo se la prende."" -
Eternit. Quando i soldi si impadroniscono del cuore
Questa storia prende vita negli anni del secondo dopoguerra, quando un forte flusso migratorio si spostava dal Meridione al Settentrione industrializzato. Si svolge in tre diversi ambienti: Casale Monferrato, Reggio Calabria e Torino, ruotando intorno al caso Eternit e ai tanti morti per amianto. Per l'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Salute sul lavoro, sono almeno tremila casi l'anno nella sola Italia (centomila nel mondo), e gli epidemiologi dicono che si morirà a causa dell'amianto fino al 2040. Questo libro unisce elementi di verità storica all'invenzione di alcuni personaggi che questa vicenda raccontano. Una storia singolare e insieme universale, di persone semplici, che esalta la forza dell'uomo di rialzarsi e andare avanti nonostante le tragedie e mette a nudo la fragilità umana al cospetto del denaro. È, infatti, quando i soldi si impadroniscono del cuore che la salute e la vita stessa dei lavoratori e dei cittadini vengono sacrificate sull'altare del profitto. -
Periferie. Storia minima di Crotone e della cooperativa Agorà
Nella struttura di questo libro gli aspetti politici, sociali, economici e culturali di Crotone si sono perfettamente incastrati nel racconto della cooperativa Agorà Kroton. Hanno viaggiato quasi assieme, favorendo un momento di riflessione, di analisi e per rivisitare e/o indagare un preciso periodo storico della città. Negli ultimi trent'anni in questo territorio è successo di tutto. Dal dramma dell'eroina al tentativo di realizzare la base Nato al Sant'Anna, dalla dismissione delle fabbriche alla mancata bonifica dell'ambiente, al fenomeno dei migranti: storie minime e storie pesanti, scarsamente indagate al nostro tempo. -
Le Cayenne italiane. Pianosa e Asinara: il regime di tortura del 41 bis
Questo libro raccoglie testimonianze e memorie sull'esperienza del 41 bis nelle sezioni Agrippa di Pianosa e Fornelli dell'Asinara nei primi anni novanta del Novecento. Benché questi luoghi specifici siano stati chiusi, circa settecento persone, tuttora, sono sottoposte al regime del 41 bis, in totale spregio della Costituzione e del buon senso. E il corpo speciale, Gruppo Operativo Mobile, addestrato per gestire le sezioni a 41 bis con i metodi narrati in queste pagine, non soltanto non è stato sciolto, ma continua ad essere impegnato quotidianamente nel nostro democratico Paese. Paese che, centocinquantacinque anni dopo l'Unità, continua ad esercitare discriminazioni razziste verso i cittadini del Sud, predisponendo per loro un destino di nuove Cayenne italiane. -
Fare il morto. Vecchi e nuovi giochi di renitenza
Le nostre società sono sferzate da un vento di catastrofe: crisi economica, cataclismi ambientali, militarizzazione crescente ne rappresentano i fenomeni più appariscenti e mortiferi. La politica ""democratica"""" appare sempre più collusa e oligarchica, mentre le nostre tradizioni culturali si dibattono tra integralismo e smarrimento relativistico. I ritmi di vita risentono violentemente delle pressioni competitive e alienanti provenienti dalla produzione e dai mercati. Gli umani, e in particolare le giovani generazioni, dietro la patina luccicante dello spettacolo e i feticci consumistici, si sentono assillati in profondità da depressione, senso d'impotenza e angoscia per un futuro che si è fatto minaccia. Una possibilità di restare vivi non si potrebbe profilare quindi, paradossalmente, proprio nella nostra radicale, irrinunciabile decisione di """"fare il morto""""? Toccare i limiti dell'attivismo, provare ad oltrepassarli, praticare giochi di desistenza e renitenza, imparando a dire no a quel che il mondo ci presenta come unica forma di libertà e di vita e prova a imporsi come destino ineluttabile.""