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Con la paura ci mangiamo la notte
In una Milano dissolta in particelle solitarie, Giulia, Yumiko, Elena e Roberta affrontano il nodo emotivo che le ha condizionate per tutta la vita. Insoddisfatte nel profondo, arrabbiate ma arrese al pantano dei loro giorni, si sfiorano in incontri all'apparenza superficiali, senza rendersi conto della rete che comincia ad avvolgerle, costringendole a riemergere e a fronteggiare se stesse. In una notte rischiarata dal raggio livido di una luna piena, la sopraffazione insensata su un essere indifeso, il cane di Amedeo, spezza le ombre lunghe della loro paura. L'odio e il dolore per un'ingiustizia efferata si propagano tra le maglie della rete che si stringe senza scampo attorno a loro e irrompono nel vuoto di sogni: con la paura ci mangiamo la notte. -
Il figlio perfetto. Nuova ediz.
Germania, 1939. Due bambini osservano i loro genitori mentre vengono inghiottiti dagli sconcertanti meccanismi del potere. Sieglinde vive nella agiata ignoranza della borghesia berlinese, il lavoro di suo padre è censurare i libri asportandone le parole proibite (‘promessa’, ‘amore’, ‘pietà’). Erich è un figlio unico che vive nella campagna rigogliosa vicino a Lipsia, all’ombra di inquietanti domande senza risposta. I bambini si incontrano mentre le speranze della Germania per un futuro glorioso cominciano a crollare, e trovano temporaneo rifugio in un teatro abbandonato, in mezzo alle macerie di Berlino. Là fuori, bianche lenzuola sono appese alle finestre; in tutta la città la gente parla della resa. I giorni che Sieglinde ed Erich trascorrono insieme determineranno il resto delle loro vite. A osservarli c’è un bambino, il misterioso narratore della loro storia. Vede ciò che loro vedono, sente ciò che loro sentono, eppure la sua voce arriva dal profondo delle rovine del sogno di una nazione. -
Scrivere con gli archetipi. Nuova ediz.
Che cosa unisce Amleto e Sherlock Holmes, Edipo e il tenente Colombo, Pandora e Kay Scarpetta? Perché alcuni personaggi di letteratura e del cinema ci rimangono impressi per tutta la vita e altri li dimentichiamo? E perché alla fine certe storie funzionano e hanno successo più di altre? La risposta sta dentro la natura stessa dei protagonisti, una natura così potente che riesce a fare da modello di riferimento attraverso i millenni. E può anche servire a conoscere meglio se stessi. Scrivere con gli archetipi è un vero e proprio manuale di scrittura creativa, uno strumento prezioso per costruire i personaggi con fantasia ed efficacia. Un manuale operativo che è anche riflessione teorica, oltre che un'esperienza immersiva nella propria coscienza. -
Il figlio
Tommaso ha preso dal padre – Ottavio Manfrè, il grande attore – gli occhi prodigiosi e la passione per la recitazione. Da sempre vive nella luce abbagliante che avvolge la figura pubblica, amata e incensata, e nelle ombre profonde che l’uomo, il marito, il padre hanno lasciato dietro di sé. Ma ora che Ottavio ha scelto di recitare in solitudine il suo ultimo atto, il confronto non può più essere rimandato. Sabrina Campolongo torna a raccontare la violenza e la dolcezza della famiglia, con una storia che parla di ferite, eredità e talento. -
Scritti dal carcere. Poesie e prose
Prefazione inedita di Gerry Adams.«La voce da un passato che non passa: è quella di Bobby Sands, che ci arriva da una cella del Maze, il carcere di massima sicurezza in Irlanda del Nord. Sono oltre 200 pagine, vergate in condizione impervie: testi tracciati segretamente su minuscoli pezzi di carta igienica e cartine di sigaretta, usando una ricarica di penna a biro che Sands teneva nascosta nel suo corpo» - Luigi Ippolito, La LetturarnrnA 39 anni dalla morte, per la prima volta in italiano tutte le poesie e le pagine di prosa inedite scritte da Bobby Sands durante la sua carcerazione nei Blocchi H di Long Kesh, in Irlanda del Nord, tra il 1976 e il 5 maggio 1981, quando morì dopo 66 giorni di sciopero della fame.rnOltre 90 pagine di versi (40 componimenti) e più di 50 pagine di brani in prosa che il rivoluzionario irlandese, morto a 27 anni in protesta contro il regime di detenzione imposto dal governo britannico, compose scrivendo su carta igienica e cartine di sigarette.rnL'amore per la libertà, l'attaccamento alla propria terra, il carisma, l'attenzione per i compagni, la passione per letteratura, storia e ornitologia: Bobby Sands rivela nei suoi testi non solo la tenacia di un ribelle acuto e inflessibile ma anche una straordinaria sensibilità umana e poetica, una capacità di trascendere e muoversi abilmente su diversi piani, oltre al senso morale altissimo che lo porterà in assoluta consapevolezza a scegliere di morire. -
La seconda occasione
Con questi tre racconti, e l’affilata potenza della sua prosa, Edith Wharton ci conduce nelle stanze più segrete del cuore di donne particolarmente coraggiose.rnLe prime due protagoniste hanno avuto il coraggio di fare quella scelta controcorrente e scandalosa a cui hanno rinunciato le eroine dei più famosi romanzi della scrittrice: far vincere l’impulso potente del sentimento sulle convenzioni sociali. Ora si trovano a convivere con le conseguenze della scelta.rnNell’ultimo racconto, si agita una domanda: cosa accadrebbe se non ci fosse castigo per aver seguito il proprio cuore? Se non ci fosse alcuna condanna, se non quella che le donne, da sole, si infliggono? La risposta è tutt’altro che scontata. -
Questo è domani. Gioventù, cultura e rabbia nel Regno Unito, 1956-1967
Il 1956 è un anno-chiave nella storia inglese: mentre la crisi di Suez porta alla definitiva perdita di potere del Regno Unito sullo scacchiere mondiale, l'invasione sovietica dell'Ungheria è motivo di ripensamento degli ideali marxisti da parte di chi già ipotizzava un socialismo all'inglese. Tre eventi, al cui centro si pongono i giovani, la gente comune e l'idea di una cultura ""ordinaria"""", fondata sul recupero dell'esistente, si segnalano: il primo programma del Free Cinema; il debutto del dramma Ricorda con rabbia, e la mostra This Is Tomorrow. Scopo di questo lavoro è dimostrare quanto questi avvenimenti del 1956 abbiano influenzato la scena culturale successiva – dagli angry young men alla new wave cinematografica alla pop art, dai Beatles alla swinging London – imponendo l'idea di una via britannica alla cultura, in grado di porsi come autentico """"modo di vita"""", oltre che corpus di lavoro intellettuale e immaginativo. Comune ai tre eventi è uno stesso proposito: """"porre l'arte in una prospettiva spazio-temporale che confida nel futuro per essere completata"""". Si tratta ora, a più di sessant'anni di distanza, di verificare come – se – quelle proposte sono state """"completate"""", osservandole da quell'allora lontanissimo futuro che oggi è il nostro presente."" -
La libertà all'improvviso
Mona Desforêt ha la grazia e la giovinezza delle fate. In Indocina tutti gli occhi sono per lei. Nel frattempo il paese sta bruciando, preso tra l'occupazione giapponese, le infamie e l'ascesa del Viet Minh. Così, insieme alla figlia Lucie e al marito, un ufficiale di alto rango coinvolto con il regime di Pétain, fugge in Nuova Caledonia. Nella nuova destinazione, a Nouméa, i giorni sono scanditi da monotonia, ordinario razzismo e nuoto in laguna. Lucie sta crescendo e Mona vive di sogni e immaginazione fino al giorno in cui incappa nella lettura de ""Il secondo sesso di Simone de Beauvoir"""". È la nascita di una coscienza, l'inizio della libertà. Tornata in Francia da donna divorziata e indipendente, Mona introduce la figlia alle lotte femministe e alla guerra per la liberazione anticoloniale dei popoli. Da questo momento in poi, Lucie coltiva un solo sogno: andare a Cuba. Non sa ancora che lì incontrerà un certo Fidel Castro..."" -
Il nemico non è. I cantautori, la guerra e il conflitto sociale
Durante il lungo Sessantotto l’onda della protesta irrora la canzone di poetiche di caratura dirompente: le parole diventano cronaca e poesia dal teatro della storia. Per la gioventù movimentista degli anni Settanta le prove tecniche di rivoluzione passano anche dalle ballate dei cantautori che risuonano dagli stereo, dalle piazze, come nelle aule delle università occupate. La loro contiguità con il tema della guerra e del conflitto sociale è l’argomento specifico di questo libro, nel suo doppio declinarsi argomentativo di lotta combattuta tra nazioni, e di lotta instaurata tra Sistema e individuo. Il nemico non è (da un verso di una canzone di Enzo Jannacci) ha intenti scopertamente politici, a sostegno di due tesi: la prima riguarda lo statuto sociale assunto dalla canzone d’autore negli anni Settanta; la seconda inerisce al conflitto Stato-individuo. Un conflitto oggi taciuto e a quel tempo persino rappresentato/cantato. Di questa azione coercitiva ha sempre fatto le spese il cittadino comune. Militare in divisa o burattino senza fili che sia. -
Pancine fantastiche
“Tribù” di madri legate a valori differenti da quelli della società corrente: gruppi chiusi, nei quali si entra solo tramite la raccomandazione di altre madri. Sono i gruppi delle Pancine, svelati dal blogger Vincenzo Maisto. In questo breve saggio cerchiamo di individuare, negli infiniti racconti delle pancine, la nascita, nelle pieghe di internet, di queste tribù premoderne nelle quali il ruolo della donna nella società contemporanea è condannato, per tornare ad una nozione di famiglia e di relazioni coniugali improntate a logiche sovversive, almeno per il moderno pensare. A Maisto il merito di averle scoperte, additandole come un fenomeno di spassosa comicità. Questo breve lavoro, grazie alla profilazione di quarantadue Pancine, è anch'esso sovversivo: le Pancine non sono solo manifestazioni di culture marginali, arcaiche ma donne di ogni status sociale e culturale. È un libro divertente che non vuole suscitare risate. Perché, come confermato nella postfazione dai dottori Paolo Francesco Peloso e Giuseppina Romeo “il fenomeno delle mamme pancine rappresenta, pur nella sua estremizzazione, alcune delle caratteristiche presenti nei vissuti relativi alla maternità culturalmente diffusi”. -
Cinque cerchi di separazione. Storie di barriere di genere infrante nello sport. Nuova ediz.
Come nella politica, nell’arte, nel costume e in qualunque altro ambito, sono gli uomini ad aver scritto la storia; le donne restano in secondo piano, la loro è un’assenza rumorosa, quasi scontata. Prima escluse, poi fatte entrare dalla porta di servizio, poi pagate meno per fare le stesse cose, e ancora esigua minoranza nelle sedi in cui si prendono le decisioni, per entrare nel mondo dello sport le donne devono superare ogni genere di resistenze. L’autore mostra come la discriminazione sia un concetto storicamente determinato e veicoli una rilevante differenza d’approccio: “quando è principalmente la linea della classe sociale di appartenenza a determinare l’inclusività, quella del genere non risulta altrettanto escludente.” Lo sport si è mostrato classista (e razzista) prima che sessista. -
Perché Sanremo è Sanremo. Da «Grazie dei fior» a «Me ne frego». Storia del Festival più amato dagli italiani. Nuova ediz.
“Anche noi abbiamo il nostro richiamo militare obbligatorio. Possiamo non aver cantato mai, neppure sotto la doccia. Possiamo non amare le canzoni, ma quando la Patria canora ci richiama in questo periodo dell’anno, tutti davanti al televisore per il Festival di Sanremo. Ubbidiamo lamentandoci come sotto la naja.” Beniamino Placido, La Repubblica, 24 febbraio 1993. Nel racconto di settanta edizioni di un Festival cominciato il 29 gennaio del 1951, e capace di registrare nell’ultima edizione ancora il 54,78% di share televisivo, si ripercorre l’evoluzione (o involuzione?) del costume e del gusto del nostro Paese. -
Docherty. Nuova ediz.
Il figlio più giovane di Tam Docherty – Conn – nasce alla fine del 1903 in una piccola cittadina di minatori della Scozia occidentale. Al momento della nascita, Tam promette a se stesso di fare di tutto affinché la vita non inghiottisca il suo ragazzo a spizzichi e bocconi così come è accaduto a lui. Coraggioso e al tempo stesso indagatore, Tam Docherty si rivela un leader dotato di una forza imperturbabile, è un punto di riferimento della cittadina mineraria in cui vive con la moglie Jenny e i figli Mick, Angus, Kathleen e Conn. Fulcro del romanzo è il racconto dell'epico sciopero del 1926 dei minatori a cui aderirono altre categorie di lavoratori dando così il loro sostegno politico. A detta dello stesso autore, a sua volta figlio di minatori, Docherty è una dichiarazione d'affetto verso gli uomini e le donne che si sono battuti e hanno perso. Una dichiarazione onesta e sincera che nel romanzo assume la forza narrativa tipica dei grandi classici. -
Il parlamentare. Un'autobiografia
"Il parlamentare"""" è considerato il primo romanzo politico in lingua inglese ed è un capolavoro di arguzia, una critica devastante dell'autonomia politica di fronte agli interessi del mondo economico e l'interesse personale. Il Protagonista è uno scozzese appena tornato dall'India che acquista un seggio in un quartiere marcio. Questo romanzo è uno studio sulla corruzione del parlamento inglese pre-riforma (1832) che sorprende per la sua attualità... John Galt ha la capacità di mostrare quale sia la vera funzione di un parlamento, al di là delle dichiarazioni di facciata della retorica democratica." -
Tatty. Un'infanzia dublinese
"Tatty"""" racconta la storia di una ragazzina di Dublino che lotta per sopravvivere e crescere in una famiglia disfunzionale. Da quando la bambina ha quattro anni, fino ai suoi quattordici anni, la voce di Tatty evolve insieme alla sua percezione di quel che le accade intorno, permettendoci di entrare nei suoi pensieri e di osservare insieme a lei la fragilità della vita, ciò che gli adulti possono farsi l'un l'altro, e soprattutto ciò che possono fare ai figli. Tatty vive in una casa ordinaria insieme al padre, alla madre e ai fratelli tra le quali Deirdre. Ma nella casa aleggia anche un'altra presenza che Tatty sente, più che vedere: il conflitto tra i genitori e la crescente dipendenza dall'alcol. Ambientato a Dublino tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, Tatty è una cronaca del suo tempo. Il risultato è un romanzo sconcertante che continua ad accompagnare il lettore anche dopo molto tempo che ha richiuso il libro." -
I milanesi uccidono a luglio
In una Milano nel pieno del boom economico degli anni '60, Federico Colombo, detto Fred, si trova improvvisamente coinvolto in un caso intricato, dai palazzi del potere ai bar malfamati, dai salotti di lusso alle trattorie, dalle ville dei potenti ai bordelli più o meno nascosti, alla ricerca del rampollo di una delle più importanti famiglie italiane sparito misteriosamente e di documenti preziosi rubati. Mentre una scia di sangue sembra accompagnare queste misteriose sparizioni; ad aiutarlo, oltre ad alcuni ex-colleghi, anche vecchie conoscenze della “mala”, improbabili cronisti di “nera”, e una miriade di altri personaggi, fino al finale a sorpresa. -
Il cavo dell'onda
Quando l'amore non sboccia e rimane idealizzato, entrano in gioco le paure. In questo romanzo, Alice Rivaz ne mostra le ombre lunghe e non esita ad esplorare le situazioni comiche, felici o tragiche che ne derivano. Opera della maturità artistica, ""Il cavo dell'onda"""", seguito di """"Come la sabbia"""" (1946), è stato pubblicata solo ventuno anni dopo, come se Alice Rivaz avesse voluto prendersi il tempo e la distanza necessari per comprendere la situazione dell'Europa prebellica. Le sue profonde analisi delle aspirazioni e degli errori dei protagonisti possano essere letti indipendentemente dal romanzo che lo precede. Soprattutto se piacciono i contrasti creati dalla neve in primavera."" -
L'uomo nel mezzo
Alla vigilia dei quarant’anni Luca è un uomo sicuro di sé: piacevole, benvoluto, attraente. Ha un lavoro che lo appassiona nel mondo dell’arte. Una vita ricca di interessi e amici. Nessun rimorso, nessun rimpianto. E allora, chi gli ha spedito quella maglietta color salmone? E perché un tale evento all’apparenza innocuo, si sviluppa inesorabile in una persecuzione inquietante? Mentre cerca di venire a capo di questo mistero, Luca si muove in una Milano contemporanea e fremente, che gli appare sempre più torbida e oscura. È evidente che qualcuno lo ha preso di mira, ma chi può essere? Un antico amore, un rivale in affari? Riuscirà a fermarlo e a riprendere il controllo della sua vita? -
Storia della paternità
L’uomo è sempre stato padre? Qual è l’origine dei tabù dei nostri giorni? Jacques Dupuis, storico, geografo, etnologo e antropologo, ci racconta la nascita della presa di coscienza della paternità. Attraverso testimonianze letterarie, archeologiche ed etnologiche, Dupuis delinea l’esistenza di una “Età aurea” della condizione femminile in cui la Donna, ritenuta unica genitrice, era investita della massima considerazione in tutte le sfere del vivere sociale. Con la scoperta del ruolo attivo svolto dall’uomo nella procreazione e con l’avvento della “Età degli Eroi”, conseguente all’epoca delle guerre, ha inizio la rivoluzione patrilineare. La coscienza della paternità dà all’atto sessuale una nuova connotazione morale alla completa libertà sessuale, caratteristica dell’epoca precedente, subentra il timore di quei tabù, quali l’incesto, la prostituzione, l’omosessualità, che tuttora esistono nelle società contemporanee. Forte dello studio delle mitologie antiche e delle testimonianze fornitegli dall’etnologia, Dupuis data la scoperta della paternità attorno al V millennio. Questa datazione gli consente di elaborare una cronologia della nascita e dell’evoluzione del gruppo sociale definito “famiglia”; Dupuis si pone quindi in contrasto con le tematiche dell’antropologia fissista, propugnatrice del concetto di flusso cronologico. -
L'alba sepolta
Davide è bello, bellissimo, un’opera d’arte. Ha diciannove anni e il mondo è suo. A scuola lo conoscono tutti, i compagni di squadra lo applaudono, le ragazze se lo contendono, ignare dell’amaro finale che le attende. Dentro casa, però, è un’altra storia: il padre, cardiologo e ricercatore di fama, è spesso in viaggio e perennemente evasivo, tanto che il giovane, per uscire dall’ombra, è deciso a diventare anch’egli medico, aiutato dall’amico fraterno Giulio con cui condivide tale ambizione. Ma l’incontro con la sfuggente Karin, immune al suo fascino, lo condurrà in un’inaspettata quanto ripida discesa nei bassifondi dell’anima, faccia a faccia con il drammatico vuoto che da sempre lo attanaglia. Lì ad attenderlo, sepolta nel mare calmo di memorie ormai vaghissime, l’ultima alba della sua vita precedente, quando gli altri, ancora, non se n’erano andati.