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Una leggenda del Titanic
"Una leggenda del Titanic"""" è un racconto lungo che mischia sapientemente il dato storico con quello fantastico, ricreando l'atmosfera tenebrosa in cui un Mefistofele decadente attenta alla virtù di un'innocente per i suoi scopi diabolici. Sorpresa e incredulità attraversano la folla accalcata sul molo di Southampton all'alba del 10 aprile 1912: il maestoso transatlantico pare non temere nulla, colossale e quasi sfrontato scivola con energia sulle scure acque dell'oceano. Fra i passeggeri, anche Carmelina Lococo, in arte Carmen Lokò, smaniosa di trovare affermazione sui palcoscenici scintillanti di una Brodway sognata e agognata da ogni soubrette della Vecchia Europa. Avvenente e scaltra, ma a volte ingenua come una ragazzetta di campagna quale è sotto il trucco e l'abbigliamento appariscente, sembrerebbe disposta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, se una sorta di 'angelo custode' emerso dal suo passato più recente non le mostrasse che nulla può intaccare la purezza del suo cuore." -
Sciamana
Velati, meandrici versi intarsiano il legno maturo; di vita, di terra, di cieli distanti, di ricordi perenni, di sussulti di amante, di strade percorse, di flebili speranze di pace. Parlano del tempo che scorre, del debole incanto della natura, che urla il suo posto. Gridano dal cuore frammenti d'amore per genti e destini, che scavano rughe profonde nei solchi lasciati dalla vita. Parlano di mare, di libertà, di passione, di tenero abbandono e di sfogo legittimo: di dolore. Affondano nel silenzio della solitudine, nella distrazione volubile, e divengono ombra, spettro, anima. Si ritagliano uno scenario malinconico, dipinto con pennelli a tinte naturali. Permeati di sensazioni sottili, di immagini rarefatte, di sonorità essenziali. Si cela nelle parole un canto smorzato, singhiozzato, a strati sovrapposto nelle peripezie del reale. -
Dalla marcia al marcio
Il grido di rabbia di chi vede attorno a sé una società fragile, votata alla mediocrità, al compromesso, alla disonestà, all'effimero, priva di valori tali da stringere in un unico nodo i cittadini della Nazione. Tutto ciò appare minare alla base la nostra stessa libertà, garantita a parole, ma troppo spesso negata nei fatti. Un libro forte, di denuncia, ma anche di speranza. Dalla corruzione e dalla decadenza ci si potrà salvare se si saprà riconoscere che esistono punti fermi, principi e valori non effimeri, sui quali riuscire a edificare un nuovo futuro. Un sogno? L'autrice stessa termina il libro con questa parola, ma solo coloro che sono capaci di sognare possono, forse, indicare una via nuova. -
Mondo sottospra
Popola questo libro un'umanità apparentemente comune e banale, messa sotto la lente da un linguaggio colloquiale ma deciso, incalzante, capace di rivelare l'essenza stessa di tale umanità. Il quadro che ne deriva è denso di fragilità, incoerenze, timori, velleità, piccoli egoismi, con una visione negativa del mondo, tra personaggi che vivono nel loro guscio e, quando si aprono all'esterno, offrono di sé un quadro decisamente desolante. L'autrice non giudica, se non indirettamente. Nessun personaggio è ortodosso, nonostante il lavoro che fa, sia egli impiegato, gestore di un'agenzia di viaggi, notaio, uomo politico, commerciante di frutta e verdura o perfino insospettabile serial killer. -
La polvere sul cucù
I racconti di questo libro tracciano il profilo di una comunità osservata con gli occhi di un giovane che scopre intorno a sé le dinamiche della vita, i capricci del destino, le risorse della volontà e delle passioni: una piccola comunità, dunque, che si anima di fatti e di momenti in cui ciascuno è messo alla prova del giudizio e della storia e nei quali gli individui - uomini e donne, vincitori e perdenti - trovano la verità del loro essere, la rivelazione che li fa crescere e i modi che consentono ai loro passi di restare sulla strada dei lunghi cammini. I racconti si avvalgono, peraltro, di un dettato narrativo esemplare, esposto agli impulsi di una parola che si impone con le sue energie memoriali e liriche e che riversa sulla pagina le sue molte giaciture, le sue espressività psicologiche e i suoi legami con i grandi fuochi che danno il diritto all'io di esprimere la propria individualità e le proprie insegne umane e ideali, ed anche la facoltà di ricomporre esistenze e di interloquire con esse, prima che tutto svapori lontano e si cancelli. -
Nekropolis
Sembra che l'autore voglia invitare il lettore al suo gioco, grazie a un linguaggio insolito, spesso inattuale. Ne deriva un curioso spiazzamento, ostacolo continuo all'immedesimazione. I registri di tono e di lingua sono molteplici, c'è un linguaggio formale, articolato, con punte di arcaismo, che produce uno straniante effetto umoristico, e che è la cifra di tutto il libro. Straniante perché consente al lettore un punto di vista privilegiato, con il rifiuto, anzi l'impossibilità, di essere davvero partecipe della storia. Prevale una sorta di stupita curiosità intellettuale... E ciò garantisce la libertà del lettore. Un libro insolito, dunque, in cui il lettore non è accarezzato ma provocato. La sfida è aperta. Fino all'ultima pagina. In fondo, il protagonista dell'ultimo racconto non si chiama forse ""Unico""""?"" -
Poesia e amore
Poesia alta, quella che è andata ad ordinarsi nelle pagine di ""Poesia e Amore"""" del poeta Nicolae Dabija, e tradotte in italiano da Varvara-Valentina Corcodel. Poesia sospesa in una sorta di nobiltà luminosa, che cavalca l'immaginario dei cittadini di Moldova, e ne scalpella nomenclature dello spirito, anche attraverso reviviscenze celebranti il canto poetico che affonda nel mito e nel dramma storico definito dalla sorte di questo Popolo. Va da se, quindi, che i temi espressi, nell'interpretazione e lettura dei Moldavi, si dilatano sino ad assumerne il canto e la sofferenza che attraversa e denota l'umanità tutta e ne digitano la severità e la verità della storia che essa ha tessuto. Il Poeta, nel suo profanare i meandri dello spirito, s'insinua nei ripostigli più obsoleti con la sua mente, con la sua sorprendente sensibilità, con la sua percezione sensoriale, con l'essere integrale. Egli coglie il senso della realtà, che evoca nel verso, esaltandone la sua consistenza materiale e formale, fino a penetrarne la concretezza peculiare del suo esistere, il valore di cui gli stessi versi sono portatori, ed a definirne la seduzione esistenziale che emanano."" -
Duttile argilla
La lettura della silloge ci trasporta in un viaggio attraverso l'amore e il tempo, costanti dell'immaginario poetico, che attraverso la poesia vengono scandagliati e schiudono porte dalle quali filtra un sommerso che consente all'io lirico di individuare i suoi interlocutori privilegiati nella Natura e nella Donna, che sembrano a tratti sovrapporsi e identificarsi. -
La scimmietta Verina
Nella mente di ognuno vive il ricordo di una favola. Le immagini della fantasia sono i colori della vita: una storia, una favola, un'avventura. La grande vallata resta fissata nella mente di Verina per la sua bellezza, i suoi spazi immensi, per la sua magia. Ma la grande vallata è anche il luogo dei suoi affetti, quelli che porta nel cuore anche quando è lontana dal suo mondo. -
I vampiri della trignina. Fatti e misfatti degli autovelox in Italia
Il libro tratta degli strumenti di controllo elettronici della velocità sulle strade italiane e delle principali norme e disposizioni legislative in materia, come stabilite dal Codice della Strada. Presenta una panoramica a partire dagli Autovelox classici e primordiali e fino a ""Vergilius"""", l'ultimo ritrovato, un mix tra Autovelox e Tutor. La parte riguardante le disposizioni di legge e gli obblighi relativi a taratura e omologazione è anche un'esposizione critica dell'uso che di tali dispositivi viene fatto. Approfondendo le principali inchieste, da Sala Consilina a Riparbella, che certificano in misura maggiore l'abuso degli strumenti, si rilevano casi di diffusa illegittimità proprio da parte degli amministratori pubblici, non tanto interessati a questioni di sicurezza o prevenzione quanto a trasformarli in modalità di riscossione di """"gabelle"""" a uso esclusivo delle esigenze degli Enti locali."" -
Chiaro di fiore
Il libro è percorso da una tensione che attinge a territori e orizzonti lontani e ritrova nella memoria le radici della propria individualità, del proprio rapporto con il mondo, con persone, cose, eventi. La realtà incombe, impone inquietudini profonde, costringe a conoscere il dolore e la sofferenza, ma l'autrice trova la forza dell'impegno, della passione e con sguardo lucido ci conduce attraverso una profonda e coinvolgente esperienza di vita. La guida l'amore, la capacità di dar voce ai sentimenti, fino a trovare in sé la forza della speranza. Non una speranza basata sul nulla, ma sulla consapevolezza di possedere valori forti, che bontà e giustizia valgono ben più di ogni egoismo o vano interesse, nel cammino verso quella felicità che ci è stata destinata da Dio. -
Voci per una enciclopedia della musica. Vol. 2
Il successo incontrato dalla pubblicazione delle ""Voci per una Enciclopedia della musica"""" di Adriano Glans, anche presso un pubblico di non """"addetti ai lavori"""", ha incoraggiato la pubblicazione di questo secondo volume che riunisce altre 24 voci ritrovate nell'archivio dell'insigne musicologo italo-belga scomparso nel 2011. Negli ultimi anni della sua vita, infatti, l'autore aveva dato inizio a un ambizioso progetto rimasto incompiuto: una Enciclopedia della musica e dei musicisti completamente redatta da lui solo. Si deve alla curatela di Sandro Naglia, interprete musicale e saggista da tempo impegnato nello spoglio degli inediti di Glans, la pubblicazione di queste voci, molte delle quali appaiono già perfettamente concluse ed esaustive."" -
Le aritmie del cuore
"Le aritmie del cuore"""" è un volume che raccoglie poesie inedite o edite in plaquettes, antologie e riviste, che mostrano l'ininterrotto itinerario dell'Autore attraverso gli anni (la sua prima opera risale al 1969). In questo libro la passione per la poesia si coniuga alla sacralità dell'amicizia, il fuoco dell'amore allo sguardo ora realistico (nella primissima parte) ora incantato sulla realtà. E poi poesie di viaggio, sogni e riflessioni attorno alla straordinaria esperienza del vivere umano, la malinconia del tempo che fugge. Un libro che punta le sue carte sull'assoluta sincerità di accenti, sulla più disarmata autenticità." -
Il bacio
Alberto non condivide il materialismo dilagante, vi si oppone andando contro corrente, seguendo una strada difficile e tortuosa, un sentiero in cui crede. Credente e praticante, religioso e spirituale, seguace di una regola, i punti fermi della sua vita interiore vengono fatti traballare da Alessandra, figlia dei tempi moderni, sensuale e poco incline all'introspezione, ancorché mistica. Unione spinosa, forse come molte, che con il tempo sanno appianare diversità e sciogliersi in una sorta di comunione familiare, che farebbe ""loro"""" le istanze da cui muovevano singolarmente prima di essere coppia. È una sfida continua, lacerante e a volte inconcludente, resa più rigida mano a mano che le convinzioni di Alberto trovano riscontro in ciò che forse da tempo cercava, la rassicurazione che un credente non segue le mode, non sottopone i suoi principi al vaglio delle tendenze."" -
Al di là del mare
Non ci sono rumori in questa raccolta, non suoni discordanti, grida, ma un lento, sicuro guardare oltre il chiuso del buio e il gelo del cuore. L'occhio sicuro del poeta scorge tracce di bellezza nel fragore della vita quotidiana. Incontri mancati, persone intraviste o conosciute e poi passate via, profumi, suoni, parole! Nessun vuoto lamento, però, ma la sottile malinconia di chi accoglie in sé ogni singolo momento dell'esistenza, positivo o negativo che sia, e offre versi ricchi di sentimento, di sensibilità, di vita. Un libro da leggere con l'atteggiamento di chi vuole farsi compagno del poeta nell'accidentato cammino della vita. Un libro da rileggere per condividere uno sguardo coraggioso e non banale sulle cose del mondo. -
La case che nen ze chiude
L'uso del dialetto, in questo volume arca di Vito Moretti, mira ad agevolare il riconoscimento della realtà e la sua restituzione agli spazi più intimi, nei quali il tempo e le ragioni individuali si fanno vita, esistenza quotidiana, itinerario da percorrere in solitudine o con quanti si abbia d'intorno. L'orizzonte di riferimento è quello della piccola comunità di San Vito Chietino, con la sua parlata e con le sue risorse espressive, ma il poeta allarga via via il suo sguardo fino a declinare sulla pagina gli interrogativi, le inquietudini, gli snodi culturali e morali che sono della sua stessa età e della sua complessa generazione, sicché i testi si propongono anche come testimonianza della coscienza contemporanea, della quale Moretti sa cogliere illusioni e disincanti, speranze e sconfitte. Si tratta, dunque, di una poesia che, pur sollecita ai rigori della registrazione filologica, vuole essere anzitutto una ricerca di identità. -
E perché dovrei pentirmi?
Un ridente e all'apparenza tranquillo paese del Sud Tirolo è testimone del dramma che sconvolge la vita di Klaus Oberhofer, maturo professore di musica. Respinto dalla bella Margit poiché succube di una madre autoritaria, s'innamora di Lenke, ragazza di vita, ungherese. Per riscattarsi agli occhi del padre, la giovane donna è all'affannosa ricerca di un raro e antico gioiello indebitamente sottratto a nonna Judit, discendente del popolo Rom. In Francia sembra che l'insolita coppia abbia perso ogni traccia della collana di perle barocche, divenuta leggendaria nell'Europa orientale prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. A Rimini, dove Klaus vede il mare per la prima volta, Lenke gli confessa di non amarlo. Incurante d'infrangergli il cuore, parte alla volta di Chiesina di Po. In quel lembo nebbioso di terra emiliana, vive Victor Blandeburgh, ultimo discendente di una nobile casata moldava, custode di occulti segreti. Forse anche della misteriosa collana di perle barocche... -
Brividi
La grande filosofa tedesca Hannah Arendt ha parlato della banalità del male, la stessa che emerge in questi sei racconti, sebbene non trasposta nella grandezza tragica della Storia, ma nelle storie piccole del nostro vivere quotidiano, con personaggi grotteschi e tragicomici. Ci sono i poveri di spirito, le zitelle avvilite dalla routine delle catene familiari, la giovane scrittrice pronta a tutto per il successo, il ragazzo innamorato e disilluso, i carcerati che vivono con l'unico scopo della vendetta, la ragazza drogata che, sperando di avvalersi della forza cinica di un killer di professione a supporto della propria fragilità, lo scopre ancor più debole di lei. Per tutti c'è un finale di delitti, messi nel conto ordinario di vite banali, paradossalmente possibili e perfino inevitabili. -
Racconti dell'isola
Sospesi nello splendore di un'estate incantata, questi dieci racconti, dalla struttura circolare, disegnano in realtà dieci quadri che compongono un unico affresco i cui personaggi si ripetono attraverso l'intero arco narrativo. Tra ambienti domestici e momenti di vita quotidiana, essi vivono e agiscono alimentando quell'universo mitico dell'infanzia che feconda la fantasia del bambino protagonista e gli permette, attraverso le sue prime ricognizioni, di tracciare le coordinate di un pensiero creativo e di uno slancio vitale. Un unico mare è il tempo, ma due mari distinti per quest'isola-spazio della fabula: un mare del passato, un mare del futuro. Tra questi s'apre l'isola-memoria, con i suoi piccoli e grandi avvenimenti e, soprattutto, con la luce sospesa dei sogni, dei desideri, della conoscenza primaria. -
L' avvicendamento
Da Roma San Marino, con qualche incursione nella Romagna di Santarcangelo, ancora una volta non sono le risposte il fine dell'intreccio, ma le domande, i dubbi esistenziali e dunque privi di soluzione. Luca Anselmi non sa quale sia il mistero da risolvere, se le ragioni dietro la morte di Fulvio o quelle che lo spingono inevitabilmente a cercare dentro la vita del fratello le ragioni della propria. Riconoscersi in lui sembra diventare allora l'unica possibilità per ricomporla, procedendo in una direzione che mai avrebbe immaginato di prendere e che, già se lo aspetta, non sarà definitiva. Si conclude con ""L'avvicendamento"""" il ciclo degli opposti, dei doppi, dell'identificazione di un proprio io immaginario iniziata con """"Affinità assassine"""". Luca Anselmi riscopre nella perdita il valore del distacco definitivo, lacerante eppure necessario per prendere coscienza della propria mortale natura. La discesa nei suoi Inferi si avvale di accessi nascosti, immagini surreali generate dalla follia di Fulvio, davanti a cui non vuole arrendersi.""