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La squaw
The Squaw"" (pubblicato sulla rivista """"Holly Leaves the Christmas Number of The Illustrated Sporting and Dramatic News"""", London 1893) è un suggestivo racconto horror in cui Stoker si confronta con il mondo animale, un tema molto ricorrente nella sua produzione. Storia di vendette feline, strumenti di tortura e vecchi racconti di maledizioni indiane. Durante un viaggio di nozze a Norimberga, una giovane coppia di sposini si unisce a un turista americano. Alla fine del tour della città, visitano un castello medievale con una interessante attrazione turistica: una camera di tortura ben fornita..."" -
Trasparenze dell'anima
Coinvolta con ogni fibra del suo corpo, del cuore e della mente in una relazione con l'affascinante Giò, la protagonista del romanzo se ne lascia sommergere, smaniosa di potersi finalmente fidare e desiderosa di poter trattenere all'infinito quel momento in cui due sono uno. Due corpi, ma anche due anime e due cuori che battono insieme e insieme possono tutto. Affinità elettive dal primo sguardo. È proprio la complessità di una storia inattesa, trascinante, che sgretola tutte le sue sicurezze, a portare alla luce le debolezze di una personalità che solo la volontà ha reso forte e determinata. Il coraggio da solo non può sciogliere nodi stretti troppi anni prima, ma se non li può allentare li può affrontare, anche se solamente uno alla volta. Comincia così per lei la lenta ricostruzione di paure ed esperienze di una vita non facile, mentre Giò, con la disarmante facilità del maschio medio, tentenna e rimanda ogni decisione, nella spregiudicata certezza che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto. -
Il grande guerriero. Il figlio segreto di Alessandro VI
Una storia d'amore e d'avventura, ricca di colpi di scena, ambientata in un periodo storico assai tormentato, pieno di ambizioni, intrighi, guerre. Personaggi di umile origine, ricchi però di sentimento, si trovano a interagire con l'arroganza e la sopraffazione dei potenti, incarnati in primo luogo dalla potente e corrotta famiglia dei Borgia, soprattutto da Cesare, spirito ardente, avventuroso e spietato. A fronte di tutto ciò, anche tra nobili e potenti ci sarà qualcuno disposto ad aiutare i giovani protagonisti, affrontando avversità e peripezie, confidando sempre, però, nella forza della ragione, della verità e dell'amore. -
Gna corre lu tembe
Questo nuovo libro, che giunge dopo un lungo esercizio di Assetta nella pratica della scrittura e nella passione del dialetto, mette insieme gli aspetti più propri e più autentici di un sentimento del reale in cui il poeta vede specchiarsi e prendere consistenza sia i depositi tumultuosi della storia, del progresso civile e dei mutamenti sociali, sia i viaggi nelle grandi idealità, le escursioni nei princìpi che non vanno mai rinnegati, le traversate lente o burrascose nei territori dove ognuno semina e conserva i frutti di sé e delle proprie blandizie, i garbi e le lusinghe, le irritazioni e i rimbrotti che si accompagnano al nostro essere nel mondo, ai fogli del nostro quotidiano calendario di usi e di cammini. Nella raccolta prendono voce, così, e si depositano, il buono e il male che l'osservazione del poeta vede scorrere nei quadranti del vissuto, le cicatrici ancora infiammate di controversie e resistenze che hanno inciso l'anima, i segni distintivi riproposti al cuore e alla mente per sciogliere i passi e superare gli intoppi e le approssimazioni, i geli del compromesso, i contagi dell'incoerenza. -
Esperia, la rivolta
Il romanzo, rielaborando il mito dellernAmazzoni libiche, costruisce un mondornfantastico in cui Odio e Amore, Pace ernGuerra, Giustizia e Vendetta, si scontranorne si confondono.rnrnShana, giovane e bellissima sacerdotessa della Grande Madre e guida degli Afri, fugge davanti al carro di Awras che la insegue da presso. È così che si apre il romanzo, con una scena de "" La Caccia"""": un'usanza terribile praticata dai nobili di Menè che dai loro carri cacciano, nel vero senso della parola, gli Afri. Gli Afri sono un popolo pacifico che vive sull'isola di Espera, al centro del Lago Tritonide, uno specchio d' acqua situato lungo le catene dell' Atlante. I loro oppressori sono gli Atlantidei guidati dal governatore della città, Awras. Quest' ultimo è ossessionato dall' idea di rendere inoffensiva la minaccia rappresentata da Shana, da lui considerata come la incarnazione del desiderio di libertà di quel popolo. Awras pensa infatti che solo con il pugno di ferro si può governare un impero vasto come quello di Atlantide e Shana, che prega incessantemente la Dea affinché le indichi la strada per liberare la sua gente, è una delle sue principali oppositrici. L' altra è Hermia, la stessa moglie del governatore, che pensa che le azioni del marito possano provocare un rivolta mettendo in pericolo i suoi figli. Alle sue proteste Awras risponderà con il solo rimedio che conosce, la violenza. Intorno a loro agiscono altri personaggi: il protettivo Mhemba, il disperato Dalmar, la premurosa Hadrina e l' innamorato Baldax...e poi ci sono le Hamaxhoni, bellissime, ma più letali del più feroce degli assassini. Il loro ingresso altererà tutti gli equilibri, anche quelli interni agli stessi personaggi.Questo romanzo, pur essendo in alcune parti crudo, come lo sono l'oppressione e la guerra, ha paradossalmente al centro l'amore declinato in vari modi. Per fare solo qualche esempio, quello di una guida per il suo popolo, quello di una madre per i suoi figli, quello ritenuto impossibile, quello creduto perduto e ritrovato, e quello che supera la dimensione meramente individuale, per la giustizia e la libertà. Inoltre, rielaborando l'antico mito delle Amazzoni libiche di Diodoro Siculo, questo Fantasy ha il merito di recuperare la tradizione."" -
Un giornalista in cerca di novità
Cosa accadrebbe se un personaggio incontrasse uno scrittore? Quale strano e enigmatico intreccio potrebbe legarli in una dimensione quasi surreale? Calamis, giornalista trentenne, fallito e squattrinato suo malgrado, conosce fortunosamente in un bar Folias, un'anziana scrittrice. In un'atmosfera da romanzo gotico moderno, assecondando le pieghe fantasiose e arcane della follia e della scrittura, i due si raccontano, si attraggono, si scelgono. Folias - donna fantasma, dietro alla quale sapientemente Silvana Cellucci adombra e nasconde se stessa - è alla disperata, spasmodica ricerca di un protagonista per il suo nuovo romanzo. L'amore che unisce ogni scrittore alle sue creature letterarie ha un che di ossessivo in Folias, fascinata ancora dalle vicende di padre Adrian, personaggio principale del penultimo romanzo della Cellucci. L'incipit costituisce l'architrave narrativo di Un giornalista in cerca di novità: Folias e Calamis non potranno esistere l'uno senza l'altro come la follia creatrice, e non distruttrice, non può fare a meno della scrittura. -
Il manoscritto del dottor Bonich
Insospettati orizzonti spirituali si svelano agli occhi dei lettori del documento autografo trovato in circostanze drammatiche. Quale mondo di profonda cultura, di alti sentimenti, di ardite e tragiche avventure dello spirito era quello dell'enigmatico scienziato e filosofo Alessandro Bonich, di cui la giovane nipote Vittoria tenta disperatamente di risolvere il mistero! Riuscirà la nostra eroina a dissipare la foschia che avvolge il destino della sua famiglia e a preparare, così, ad essa un più sereno avvenire? -
L' amore che si dona
Leggere le poesie di Antonio Spadano, significa immergersi nella dimensione dei sentimenti, nella sfera dell'anima e dei caldi batticuori e nelle pregnanze ideali e spirituali, che rendono turgidi, appunto, i sogni, gaie e carezzevoli le vicende delle attese e delle emozioni. Tutta la fisionomia del poeta, infatti, trova conferma e si ribadisce in questa sua misura di afflati, in queste sue personali enunciazioni d'umanità e in questi suoi appassionati confronti ed accessi con cui, peraltro, egli aduna e rassoda, colma e svuota le strettoie e gli slarghi che da ultimo fanno il destino di un uomo, la vicenda di una compiuta e quotidiana esistenza. Ecco, allora, l'attenzione costante alla biografia, all'esperienza delle certezze e delle sconfitte, alla prova del dubbio e al sentimento che delinea i contorni e gli itinerari dei giorni e delle stagioni e che si traducono, senza volerlo, nei colori o nei grigi della vita. -
La imagen es poesía-L'immagine è poesia
Fedele a un dettato semplice e quotidiano, ma non dimesso o elementare, col passo leggero del poeta che va sillabando stupito le meraviglie della natura e del creato, Flora Amelia Suárez Cárdenas ci consegna quest'ultima prova di scrittura dal titolo ""L'Immagine è poesia"""", canto lieve di stagioni, lune e mare, tramonti, vento e nuvole. La poesia dell'autrice è un tentativo di squarciare il velo che è sulle cose, di ridonarle al lettore nella loro autentica, squisita, primigenia bellezza, con l'ardimentosa grazia di chi chiama e nomina gli elementi naturali sottraendoli alla retorica delle abusate consuetudini. Flora Amelia si ritaglia all'interno della vita e della scrittura un punto di vista personale sì, ma generoso e condivisibile: spazio franco e sereno di respiri e di mare, che ammicca a una sorta di gioioso e rinnovato francescanesimo della parola."" -
La notte ovale
La poesia di Claudio Spinosa offre al lettore la possibilità di compiere un cammino di condivisione e di conoscenza. -
Il destino dei pesci
Dobbiamo anzitutto chiarire al lettore che questo è un libro ""sociale"""", nel senso che affronta principalmente (ma non solo) le condizioni di esistenza dell'essere umano ai nostri anni. La """"visione"""" di Mollica è certamente assai critica (pessimista?): da una parte le organizzazioni del potere (politiche, finanziarie, industriali, mass-mediali) sono riuscite alla lunga a opprimere i popoli, sino a dar vita a una """"forma totale di fascismo"""", ovvero alla perfetta omologazione al sistema. È il """"nuovo totalitarismo"""" che si ammanta di (falsa) democrazia. Pare risentire, in chiave nuova, alcuni cavalli di battaglia di Pierpaolo Pasolini (cui, non a caso, il Nostro dedica una poesia) e le tesi dei sociologi della scuola di Francoforte - da Adorno a Marcuse (chi non ricorda L'uomo a una dimensione?). Tale è l'oppressione sociale che ormai domina l'indifferenza, la mancanza di reazione degli oppressi."" -
Derive
Farsi trascinare dalla deriva del tempo, dal trascorrere inesorabile dei giorni, che si susseguono, simili all'alternarsi di porti e approdi. Il tipo di deriva cui fa riferimento l'autore è un abbandonarsi alle acque di un eterno viaggio senza fine e senza soste, senza mete concrete o definitive. Testi poetici che segnalano il proprio percorso esperienziale e svariate tappe della vita, talvolta simili ad altre, talvolta nuove e particolari. Un Ulisse senza Itaca e l'Io protagonista delle liriche dalla libera versificazione. Renato Greco riconferma in questo volume (e non ultimo, come egli stesso afferma introducendo alla lettura) l'amore e la fascinazione subita del tema/metafora del viaggio. -
Rigopiano. La terra e la neve
Perché un libro su Rigopiano? Che cosa ha spinto i 37 autori presenti in questa piccola raccolta di testi, a mettere a nudo le emozioni più intime che hanno provocato in loro i tragici eventi del 18 gennaio 2017? Ognuno ha voluto ""parlarne"""" e ne sono scaturiti 37 scritti, in poesia o in prosa, secondo il genere letterario preferito da ciascuno. Nella postfazione, in particolare, partendo dal temperamento degli abruzzesi, vengono tracciate, sinteticamente, le conseguenze psicologiche di un evento traumatico e le possibilità di percorsi per l'elaborazione, in questo come in altri eventi simili. Il ricavato dalle vendite sarà destinato a scopi benefici."" -
Vorrei potertelo dire
Pigra, in sovrappeso e senza un briciolo di autostima, Ada a ventitré anni è diventata il bozzolo della persona che avrebbe potuto essere. Del tutto impreparata ad affrontare il mondo, subisce la perdita della madre. A due anni dalla scomparsa della figura materna, senza alcun preavviso, Ada inizia l'elaborazione del lutto. Si tratta di una vera e propria avventura nella quale il dolore spinge la protagonista verso una metamorfosi. Ada inizia così a scrivere un diario e a correre intorno al lago di Varese. La corsa e la scrittura l'aiuteranno a scoprire sé stessa e la vita. L'autrice è dotata di uno stile ironico, semplice e diretto. Ne risulta un libro di facile lettura che ricorda alle persone di qualsiasi età una semplice verità: una trasformazione è sempre possibile, ma a piccoli passi e senza dover attendere il momento ideale, il look adeguato o la congiunzione astrale perfetta. -
Avanzi di brace
Questa nuova silloge di versi di Marcello Ariano anzitutto conferma lo spessore letterario della ricerca intessuta dall'autore ormai da molti anni. S'avverte immediatamente che l'humus da cui deriva il mondo poetico di Ariano è senza dubbio di taglio classico, sia per la tenuta stilistica complessiva del testo (che dà l'idea di una precisa architettura del pensiero), sia per i costanti riferimenti al latino e al greco (soprattutto in ""Liceo Fiani"""") oppure alle figurazioni del mito. È poesia sapienziale, dunque, nella linea della più alta lezione novecentesca (dal secondo Ungaretti a Quasimodo). Poesia colta che si raggruma attorno a dei """"nuclei"""" fondamentali: anzitutto la riflessione attorno al tempo, che tutto travolge e pone lentamente nell'oblio. Un libro che si fa leggere d'un fiato che ci lascia un'eco di memoria e di tenerezza."" -
Artù lo sfortunello
Della cucciolata di Miciatta, la gatta di zio Carlo, solo Artù rimane a far compagnia alla mamma, ormai anziana. L'arrivo della bestiola fa la felicità di Filippo, nipotino di Carlo e Lidia, che vive nella villetta accanto, vicino a sua cugina Letizia, l'altra nipotina della coppia, una bimba viziata e prepotente quanto Filippo è educato e tollerante. Artù e Filippo diventano in breve ottimi amici, ma questo a Letizia garba poco... I suoi dispetti e le bugie che racconta per farsi perdonare tutto metteranno in seria difficoltà il gattino, anche se la tenacia e il buon cuore di Filippo avranno la meglio. Dopo molte peripezie e colpi di scena, la fortuna toccherà solo a chi è nel giusto, anche se tutti - proprio tutti - vivranno infine felici e contenti! Età di lettura: da 6 anni. -
La scacchiera, il teatro, la luna e le bombe (in una goccia d'inchiostro)
"La scacchiera, il teatro, la luna e le bombe"""" è una di quelle storie che appassionano il lettore fin da subito, che fanno amare il protagonista, che quando finisci di leggerle hai il sorriso in bocca e pensi che ancora possa esserci del buono al mondo. Al centro della vicenda Alfiero, giovane di sani principi, che via via avrà a che fare con una scacchiera, con il teatro, con la luna e con le bombe; un giovane con un amore da conquistare e i sogni ancora tutti da realizzare. Davanti ai suoi occhi passano alcuni tra i principali momenti che hanno caratterizzato la storia italiana a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, periodo in cui la vicenda è ambientata; ecco lo sbarco dell'uomo sulla luna dalla diretta di Tito Stagno, ecco la strage di Piazza Fontana appresa dai giornali." -
Delizie in punta di penna
Un odore, a volte soltanto un rumore basta, e affiorano i ricordi, memorie di un passato più o meno recente. Un dolce comune e forse noioso per quante volte lo abbiamo mangiato la mattina a colazione, eppure indivisibile da quel periodo a cui noi, inconsciamente, siamo legati. Un ingrediente semplice, la sua forma e il suo colore ci riportano di prepotenza immagini di volti ed episodi mai dimenticati. Il cibo è memoria, è tradizione, è parte di noi anche nella costruzione della nostra crescita, fa di noi le persone che siamo. La cena del ritorno dopo un'assenza prolungata, la zuppa leggera quando stiamo male, i dolci delle feste comandate e della tradizione, la torta di compleanno sono tutte tappe di un cammino con al centro il cibo, la sua preparazione e il suo consumo conviviale. Siamo quello che mangiamo, ma anche come cuciniamo e con chi ci sediamo a tavola. Questo è il filo che unisce i racconti di questa antologia, dove momenti ed eventi sono irrimediabilmente legati all'arte culinaria. -
La pupa di pezza
In piena epoca fascista, spinta dal bisogno di contribuire alle parche entrate familiari, la giovane Gina va a servizio in casa del podestà. Rassicurata dalla presenza di donna Lucrezia, moglie dell'autorità cittadina e madre di un debosciato imbelle di nome Benito, la diciottenne florida è un bocconcino che quest'ultimo non si lascia scappare. La violenza è totale, e come tale viene vissuta con la vergogna che tutto il paese non manca di sottolineare. Il frutto di quell'atto arido e brutale non tarda a manifestarsi. Rosalba, il cui nome vuole essere simbolo di una rinascita, pagherà fin da subito il torto subito dalla madre, che la madre stessa vorrà raddrizzare pur soffrendone indicibilmente. ""La pupa di pezza"""" è il racconto di valori tramandati e mantenuti per cinque generazioni, e oltre, da un continente all'altro, per dimostrare che l'amore vero è anche privazione, è dare agli altri per un fine più importante."" -
Il rogo di Praga e altri racconti
Nella scrittura narrativa di Gino Di Tizio prende corpo e si fa orizzonte di osservazione un mondo contemporaneo abitato da tipi umani che si concedono ai loro eroismi e ai loro peccati, alle opportunità d'una scelta e agli accomodi di un destino di sofferenza e di disagio. Si tratta di un'osservazione oggettiva, ma leggera, lieve, garbata allo stesso tempo, perché l'autore riconosce nei fatti del mondo la misura di un'umanità che - malgrado il dolore - tenta di rimanere ancorata alla parte migliore di sé e della propria natura. Attraverso questi suoi personaggi, Gino Di Tizio preferisce infatti parlare di creature autentiche, di quelle ordinarie ""rivelazioni"""" che appartengono (anche quando sembrano altro) ai modi dell'esistenza e alle problematiche più del vissuto che dei copioni e delle recite.""