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Miraggi italiani. Tony Ardizzone, Adria Bernardi, Paola Corso, Kenny Marotta
Emozioni, avventure della memoria e sogni lontani si addensano come in un miraggio nei racconti di Tony Ardizzone, Adria Bernardi, Paola Corso e Kenny Marotta. Il passato italiano sfuggente e remoto dei loro antenati si ricompone e si intreccia con il presente delle loro esistenze ormai molto americane in una trama sottile e fragile, che solo l'arte della narrazione può rendere leggibile. L'antologia presenta in traduzione italiana un viaggio tra le storie ascoltate, immaginate, ricostruite, dedotte, verificate o fantasticate delle generazioni precedenti degli italiani in America, storie la cui potenza è in grado di sovvertire le tradizionali trame del genere racconto per fare spazio all'elemento del meraviglioso, ma anche ai toni comici, ironici, satirici. Il filo rosso dell'italianità attraversa questi racconti che dai sobborghi settentrionali del lago Michigan alla primavera fredda di Chicago, dalla Virginia alle miniere tra New Mexico e Colorado, riflettono un'identità non sempre compatta, bensì dinamica e cangiante, caratterizzata da una profonda ricerca identitaria, cifra prima della scrittura moderna dalle radici antiche di questi narratori. -
Villa Wolkonsky. Storia della collezione di antichità
La Villa Wolkonsky, oggi residenza dell'Ambasciatore britannico a Roma, custodisce nel suo giardino una ricca collezione di marmi di età romana, patrimonio storico e artistico di valore. Grazie a recenti restauri è stato possibile documentare per la prima volta in modo completo l'intera raccolta di antichità e indagarne la storia, dalla formazione fino all'esposizione odierna. In questo volume si sono ripercorse le vicende stesse della Villa e dei suoi proprietari, in particolare i principi Wolkonsky, grandi amanti della cultura e figure centrali per la nascita e l'incremento della collezione a partire dai primi decenni dell'Ottocento. Attraverso lo studio di documentazione storica e di archivio è stato ricostruito ogni momento riguardante la raccolta e i marmi antichi, dalle provenienze archeologiche e collezionistiche, all'esposizione nel giardino romantico. La Villa fu luogo di incontro per scrittori, artisti e visitatori, di cui si sono riportati gli ammirati commenti e le descrizioni; fu anche investita dai lavori della fervente urbanizzazione postunitaria, durante i quali avvennero numerose scoperte archeologiche e il rinvenimento di vari reperti, in parte confluiti nella collezione stessa. Sede diplomatica prima tedesca, poi inglese, Villa Wolkonsky divenne luogo di rappresentanza, dove la collezione continua ad essere motivo di pregio. -
Decorare i palazzi da Raffaello a Zuccari. Ediz. a colori
Come l'architettura costruita o rinnovata del palazzo, la decorazione pittorica degli interni rispondeva ad un progetto di affermazione e di promozione del committente, ad un progetto di vita. Anche nella sua realizzazione il fattore tempo assumeva una importanza specifica, tanto più se interveniva una improvvisa accelerazione per scadenze connesse a nomine, matrimoni o arrivi importanti. La garanzia da parte degli artisti dei tempi di consegna dei lavori, dopo o insieme, da parte del committente, alle inclinazioni del gusto artistico, alle disponibilità finanziarie, ai rapporti, al contesto, era uno dei criteri che potevano orientare la scelta del pittore. Anche nel periodo qui preso in considerazione, si può in generale osservare che il registro per l'incarico era molto vario.Vi sono artisti di riconosciuto talento, incluso quello organizzativo, come Perino del Vaga,Taddeo Zuccari o Vasari, garanti non solo di alta qualità ma anche di rapidità di esecuzione. Ad una fascia decisamente inferiore appartengono i ""pratici"""", gli impresari-pittori, i direttori di cantiere come, ad esempio quell'Adriano Spineo che nel 1555-1556 riceve i pagamenti per il gruppo, composto da Taddeo Zuccari, Leonardo Cungi e Francesco da Siena, al lavoro nell'appartamento del cardinale Carafa nelTorrione dei PalazziVaticani. In Appendice: un censimento di 1.500 numeri tratto dai documenti di archivio (1540-1570) sul lavoro di pittori e stuccatori nei maggiori palazzi romani (collocazione e tipo di intervento, cronologia, compensi), a cura di Patrizia Di Benedetti e Alessandro Giammaria"" -
Vico Consorti 1902-1979. Sculture, monumenti, decorazioni, progetti. Ediz. illustrata
Il volume ripercorre criticamente l'intera attività dello scultore senese Vico Consorti, a partire dal cospicuo materiale documentario conservato nell'archivio dell'artista, recentemente donato al Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell'Università di Siena, arricchito ora da acquisizioni originali frutto di nuove ricerche in Italia e all'estero, da Siena a Roma, da Oropa a Bogotá. Quella di Consorti è una personalità artistica apparentemente lineare e aproblematica, la cui vicenda si svolge, per oltre cinquant'anni, all'insegna di una fedeltà al ""vero"""" e alla leggibilità dell'immagine che si iscrive entro i canoni di una mai contestata adesione alla continuità della tradizione. In realtà si tratta di un percorso creativo assai complesso da ricostruire e talvolta da interpretare, alla luce delle varie stagioni che videro Consorti impegnato in contesti storici, politici e culturali molto diversi e anche geograficamente assai distanti tra loro. Dopo la formazione senese negli anni Venti tra simbolismo e tardoliberty, Consorti raggiunge la maturità artistica nella Roma negli anni Trenta, decennio che lo vede coinvolto in diversi e importanti cantieri di regime nella capitale ma anche a Livorno, a Napoli e nella stessa Siena. Con il ritorno a Siena nel dopoguerra, ha inizio per Consorti la fortunata sequenza di significative commissioni d'arte sacra, che dopo la Porta della Riconoscenza nel Duomo senese trova con la Porta Santa per San Pietro in Vaticano la realizzazione più prestigiosa. Negli anni Cinquanta lo scultore trascorre un lungo periodo a Bogotá, dove raggiunge l'architetto Mazzoni per affiancarlo in una serie di lavori a carattere monumentale: un soggiorno problematico ma anche ricco di stimoli e opportunità. Nell'ultima fase di attività, rientrato definitivamente a Siena, Consorti non solo è l'artista di fiducia del conte Chigi Saracini, ma attraverso la sua scultura intrattiene anche un intenso dialogo con la città e le Contrade. È proprio in questa diversità di committenze e di condizioni lavorative, e di conseguenti esiti creativi, che la vicenda di Consorti appare emblematica della complessità del """"mestiere d'artista"""" nelle mutevoli stagioni dell'Italia novecentesca, dal ventennio fascista agli anni della ricostruzione e oltre. Saggi di Marcella Cattaneo, Davide Lacagnina, Marta Lonzi, Martina Marolda, Stefano Moscadelli, Francesca Petrucci, Luca Quattrocchi, Livia Spano."" -
Proust in progress 1971-2015. Ediz. italiana e francese
Coniugando la lezione della linguistica, della psicanalisi e della sociologia del sacro, Jacqueline Risset ci apre alla figura straordinariamente attuale di un Proust post-cristiano, convocandoci ad una lettura «iniziatica», in cui l'io narrante ci conduce al «cuore oscuro della verità», lungo i sentieri rivelatori di una «discesa agli inferi». Nel crogiolo della sua scrittura - afferma Yves Bonnefoy - ""À la recherche du temps perdu"""" raccoglie l'oro di istanti un tempo pienamente vissuti. Questo grande libro è, più esattamente, un poema in prosa, il più vasto che la storia delle lettere conosca. E Jacqueline Risset lo attesta, quando talora, tra questi saggi francesi e italiani raccolti qui per la prima volta, lo accosta alla """"Divina Commedia"""", il più grande poema in versi. """"Recherche e Commedia"""", due itinerari dell'anima di uguale vastità e sguardo, prendono allora a parlarsi da una riva all'altra del pensiero dell'Occidente."" -
Sistina e Cenacolo. Traduzione, citazioni e diffusione. Ediz. illustrata
In che modo i mezzi di traduzione visiva e riproduzione seriale hanno alimentato e trasformato il mito de L'Ultima cena di Leonardo in Santa Maria delle Grazie e gli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo? Partendo da questa domanda il volume offre un'approfondita indagine storico-critica comparativa circa l'utilizzo della stampa, della fotografia, del mezzo cinematografico, di quello televisivo, del web, del re-enactement performativo e della realtà aumentata, come tecniche e strumenti che hanno modificato e ampliato la conoscenza di due opere celeberrime dell'arte italiana tramite diversificate forme di derivazione. In particolare vengono studiate le potenzialità visive e narrative dell'immagine in movimento, considerando sempre il suo rapporto con l'originale che produce altre forme d'arte. Il volume raccoglie saggi critici di studiosi di varie discipline, un omaggio a Leo Steinberg con un testo inedito sulla Creazione di Adamo, riccamente illustrato dalle immagini tratte dalla collezione dello storico dell'arte scomparso nel 2011 e un catalogo ragionato dei materiali audiovisivi prodotti dal secolo XX ad oggi sul Cenacolo e sugli affreschi michelangioleschi della Sistina. Introduzioni di Barbara Jatta, Gianni Canova, Paolo Giovannetti. Saggi e contributi di: Maria Francesca Bonetti, Tommaso Casini, Silvia Cecchini, Gianluigi Colalucci, Irene Sofia Comi, Nino Criscenti, Daniele Di Cola, Paola Di Giammaria, Rosanna Di Pinto, Alberto Fabbiano, Giovanni Fiorentino, Francesco Galluzzi, Virginia Lupo, Pierandrea Villa. -
Intersezioni. Ricerche di storia. Disegno e restauro dell'architettura
Il volume raccoglie le ricerche presentate nei seminari organizzati fra il 2017 e il 2019 presso il Dottorato in Storia, Disegno e Restauro dell'Architettura di 'Sapienza' Università di Roma e ripercorre le tematiche approfondite nel corso di undici sessioni, relative a connotazioni e attributi dell'architettura (Proporzione, forma e struttura; Architettura, forma e funzione; Compiuto e incompiuto in architettura), contesti cronologici specifici (Novecento: progetto e cantiere; Architettura romana fra centro e periferia dell'Impero), dialettica teoretica endogena o esogena (Architettura e città; Architettura e arti visive), argomenti di dibattito attuali (Rappresentazione, costruzione e trasformazione della città; Superfici: materia e immagine; Architettura e concorsi; Effimero - e immateriale - in architettura). Le singole sezioni sono costituite da saggi afferenti ai settori scientifici della storia, del disegno, del restauro e della progettazione architettonica; sono inoltre concluse da riflessioni sintetiche, che sottolineano i nessi fra ricerche eterogenee per argomenti, approcci, metodi e finalità allo scopo di evidenziare le intersezioni disciplinari fra i contributi e favorire, più in generale, una positiva contaminazione tra ambiti distinti in relazione a temi comuni. -
Palazzo Spada e i pavimenti del seicento a Roma. Ediz. illustrata
Questo libro, che raccoglie gli interventi di una giornata di studio tenutasi a Palazzo Spada, fa il punto delle conoscenze su una componente dell'architettura tanto importante quanto negletta, incentrandosi sui temi dell'ideazione e dell'esecuzione dei pavimenti della Roma barocca proprio a partire dalla sede del convegno. Fabbrica tra le più significative, sia per la decorazione originaria che per le trasformazioni intercorse nella prima metà del XVII secolo, Palazzo Spada presenta, infatti, un'ampia casistica di pavimentazioni in cotto, i cui princìpi, nonché i partiti decorativi e gli esecutori, sono qui indagati a fondo. Partendo da questo esempio di residenza cardinalizia, il libro offre aperture tematiche sui cantieri pavimentali e sulle tecniche in uso nei palazzi romani tra XVI e XVII secolo, nonché sui pavimenti lapidei delle chiese, che si configurano in modo sempre più deciso come attivo commento degli spazi interni, in un serrato confronto fra tradizioni di varie provenienze storiche e geografiche. -
Quarantadue scrittrici e scrittori dell'Austria di oggi
Tra il 2017 e il 2019 il Forum Austriaco di Cultura Roma pubblica per la prima volta in traduzione italiana tre volumi a presentare un ampio spettro della letteratura austriaca contemporanea. Sono state selezionate le voci di 42 autrici e autori da avvicinare ai lettori italiani. Ricevono così la parola numerosi esordienti, come anche diversi rinomati esponenti della letteratura austriaca e vincitori di importanti premi letterari del mondo di lingua tedesca. Il genere letterario dei testi spazia dal romanzo al saggio, e attraverso il teatro e la poesia giunge fino alla slam poetry . Il confanetto contiene 3 volumi: 1. Nuove scritture dall'Austria; 2. E poi il silenzio. Nuovi voci della letteratura austriaca; 3. 6+7x5=13. 13 autori per 5 generi della letteratura austriaca contemporanea. L'opera, a suo modo unica in Italia, costituisce un panorama pressoché completo dei giovani autori della letteratura austriaca contemporanea. Testi di Thomas Arzt, Anna Baar, Bettina Balàka, Theodora Bauer, Birgit Birnbacher, Dimitré Dinev, Irene Diwiak, Erwin Einzinger, Laura Freudenthaler, Barbara Frischmuth, Valerie Fritsch, Susanne Gregor, Maja Haderlap, Lydia Haider, Ludwig Hartinger, Elias Hirschl, Paulus Hochgatterer, Alois Hotschnig, Anna Kim, Elke Laznia, Florjan Lipus, Agnes Maier, Mieze Medusa, Karin Peschka, Hans Platzgumer, Robert Prosser, Irene Prugger, Kathrin Röggla, Carolina Schutti, Clemens J. Setz, Lisa Spalt, Thomas Stangl, Michael Stavaricc?, Gerhild Steinbuch, Christoph Steiner, Daniela Strigl, Henrik Szanto, Armin Thurnher, Anja Utler, Anna Weidenholzer, Daniel Wisser, Daniel Zipfel. -
La consolazione della chimera. Parole e immagini negli autografi di Boezio
Molti pensano che il libro sia solo il contenitore di un testo di cui non si deve perdere neppure una lettera cancellata. Ma il libro non è solo il testo: è il con-testo, la linfa vitale che fa sbocciare le parole, vestendole di luce, di colori, di ombre. Senza il con-testo il testo è un'immagine sfocata. Da più di 150 anni studiosi di ogni genere si sono chiesti invano se nel codice palinsesto della Biblioteca Capitolare di Verona XL (38), di difficile lettura, ci fossero i frammenti di un'opera perduta di Boezio, la traduzione degli Elementi di Euclide. La soluzione era lì, davanti agli occhi, come nella Lettera rubata di Poe. Il nome di Boezio non era nel testo quasi illeggibile: era nei margini ben visibili del testo, pieni di disegni, di macchie fatte ad arte in cui affiorano profili. Era nei calligrammi, negli anagrammi, nei monogrammi disseminati sulla pergamena, sotto i ritratti del filosofo, della moglie Rusticiana, del suocero Simmaco, del re Teodorico. In prigione, aspettando la morte, per reagire alla melanconia, il filosofo aveva riempito i pochi libri che aveva in mano di annotazioni e di figure che rivelano le sue ossessioni, accompagnate da sigle e abbreviazioni del suo nome. Si può dire che attraverso i suoi disegni Boezio ha visualizzato i suoi pensieri e le sue emozioni. E questo rispecchiamento delle idee nelle figure, simile a un sogno, ci fa conoscere il volto segreto di un autore più complesso ed ambiguo di ciò che si potrebbe credere. -
Oltre il patto autobiografico. Da Barthes a Coetzee
Autobiografie al presente, in terza persona, anonime, fantastico-grottesche, autodenigratorie; e ancora: otobiografie, altrobiografie, autofinzioni, biografie e interviste fittizie. Sono solo alcune delle forme che eccedono la celebre teorizzazione di Philippe Lejeune, che con Il Patto autobiografico (1975) ha rifondato gli autobiographical studies; forme che costringono a estendere via via le definizioni e gli spazi letterari delle scritture della vita. Partendo da una ricognizione storiografica sull'impatto del post-strutturalismo (in particolare di Roland Barthes, Jacques Derrida e Paul De Man) sull'autobiografia contemporanea, Lucia Fiorella prende in esame questi casi-limite a livello sia teorico sia critico, illustrando gli aspetti sperimentali delle opere di grandi innovatori del genere, soprattutto J.M. Coetzee, ma anche di artisti come Emilio Isgrò e Christoph Schlingensief. -
François Spierre. Un incisore lorenese nella Roma barocca. Ediz. illustrata
Allievo a Parigi dei fratelli de Poilly ed erede a Roma del ruolo che era stato di Claude Mellan, François Spierre (Nancy, 1639 - Roma, 1681), finissimo ""incisore di traduzione"""", svolse per oltre un ventennio, in perfetta intesa coi maestri del primo Barocco - da Pietro da Cortona a Gian Lorenzo Bernini - un compito fondamentale nella diffusione di invenzioni grafiche che una singolare sfortuna postuma non gli ha invece ancora riconosciuto. Impegnato in imprese collettive come l'ambizioso progetto editoriale dedicato agli affreschi di Pietro da Cortona in Palazzo Pitti, che lo vide collaborare con Cornelis Bloemaert, fu poi tra i massimi traduttori dei capolavori di Correggio, Domenichino e Ciro Ferri in una Roma divenuta alla metà del Seicento capitale artistica vivacemente internazionale. Ma il campo in cui eccelse fu quello dell'illustrazione libraria, con splendidi frontespizi o tavole per volumi prestigiosi, eseguite su disegno dei più autorevoli artisti coevi, sebbene la sua vera vocazione fosse incidere proprie creazioni, spinto da quello che Francesco Baldinucci, stendendone la biografia nel 1686, definì un «acceso desiderio d'inventare». Attraverso un'ampia disamina critica e la ricostruzione del catalogo ragionato della sua imponente produzione incisoria il volume dà conto dell'evolversi della vicenda artistica di Spierre, rivelandocelo un caso esemplare delle inesauribili capacità divulgative insite nelle stampe nell'intreccio tra editoria calcografica, propaganda, committenza e mercato nella Roma cosmopolita del secondo Seicento."" -
Palombara Sabina. 250 anni di ricerca anagrafico-genealogica (1698-1948)
«Mentre leggevo con molta attenzione e interesse il bel lavoro di Angelo Benedetti Palombara Sabina. 250 anni di ricerca anagrafico-genealogica mi ha tenuto compagnia, quasi assediando la mente, ""l'Ulivò"""", l'ulivo che con la sua imponente presenza porta graffiata nella sua """"carne"""" la storia di Palombara. Si trova poco distante dal cimitero di Palombara stessa, una collocazione simbolica per descrivere la vita e la morte, il presente, il passato e il futuro di intere generazioni. Questo ulivo testimone secolare, come ogni albero che sopravvive alle sferzate del tempo, lo deve al fatto che ha delle radici profonde, forti, spesso ignorate perché interrate, ma che da sole spiegano la sua longevità. Ebbene, Angelo con questa sua opera preziosa di cesellatore accurato, minuzioso e paziente ha saputo fare emergere l'Ulivò anagrafico-genealogico della sua Palombara, andando in profondità, a quelle radici che hanno permesso ai Palombaresi di scrivere e sottoscrivere la propria storia secolare» (dalla Presentazione di don Bruno Marchetti)."" -
Distretto X. Sguardi plurali sui musei: riflessioni sulle identità di genere. Ediz. illustrata
Distretto X nasce come una sfida, con l'obiettivo di coinvolgere la comunità LGBTQIA+ e la realtà del territorio di Porta Venezia nella creazione di nuovi significati e di nuove letture sul tema dell'identità di genere. Il progetto vuole rispondere alle istanze contemporanee che, come espresso nella Convezione di Faro, devono riconoscere una responsabilità individuale e collettiva nei confronti dell'eredità culturale e, in linea di quando definito da ICOM, il museo è un'istituzione permanente al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell'uomo e del suo ambiente. La risposta alle tante domande è avvenuta grazie all'incontro e allo scambio con le tantissime realtà presenti sul territorio milanese: ognuna ha fornito una parte della risposta. Distretto X è stato un quadro dipinto a più mani nel quale il potere è racchiuso nel processo. Il concetto chiave sotteso nell'azione è quello del dono e della condivisione, ai partecipanti agli incontri è stato chiesto di riflettere su un'opera scelta e di condividere una personale narrazione partendo da una riflessione di genere nata da un'emozione, un sentimento, una sensazione scaturita dall'incontro con l'opera. Condividere un proprio pensiero e renderlo fruibile è stato un dono volto alla creazione di nuovi significati che possano arricchire e moltiplicare le letture esperienziali delle opere o dell'esperienza delle fruizioni. -
La chiesa dei santi Sebastiano e Rocco in San Vito Roma. Viaggio dalla feudalità al Regno d'Italia. Ediz. illustrata
"La grande Storia passa attraverso le piccole storie di ognuno di noi. Anche i Beni culturali non sfuggono a questa legge universale: palazzi, castelli, chiese, musei, biblioteche, archivi... È questa la prospettiva scelta dagli autori del libro, Guido Trinchieri e Cinzia Di Fazio, e che è dedicato alla Chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco a San Vito Romano, splendido borgo adagiato sui Monti Prenestini, nella Diocesi suburbicaria di Palestrina. Un luogo di culto che ha visto legato il suo nome soprattutto alla famiglia dei marchesi Theodoli e alla comunità religiosa dei Carmelitani. Percorrendo più di tre secoli di Storia, dal Rinascimento all'Unità d'Italia, questo saggio ci coinvolge in un viaggio straordinario e spesso tormentato, passando tra grandi eventi e piccole curiosità, intricate vicende socio-politiche e trascinanti manifestazioni della religiosità popolare. Un viaggio che tocca la creatività artistica (soffermandosi in particolare sull'età barocca e sull'ambiente berniniano), i rapporti - a volte cordiali, più spesso conflittuali - tra sfera pubblica e sfera ecclesiastica, preziose testimonianze, predicazioni edificanti, eventi considerati miracolosi dal popolo. Una ricerca attenta e approfondita che sottolinea l'importanza decisiva del nostro immenso patrimonio culturale e che si abbevera sempre alle fonti documentarie disponibili e consultabili. Nella Chiesa sanvitese intitolata ai Santi Sebastiano e Rocco spiccano opere d'arte, decorazioni raffinate, preziose reliquie: vi si respira l'alito della Storia. Le pagine del libro hanno catturato questo alito con il magistero della parola che strappa la Storia alla smemoratezza collettiva"""". (Gianni Maritati) Nota introduttiva di Gianni Maritati e Presentazione di Donatella Fiorani." -
Roma 1629. Una microstoria dell'arte. Ediz. a colori
Il volume è un esperimento metodologico, che vuole provare ad applicare alla storia dell'arte i notevoli progressi acquisiti nel campo della microstoria. Ciascuno degli undici saggi raccolti in questo libro tratta di una vicenda culturale o artistica avvenuta a Roma nel 1629. Tutt'altro che un anno straordinario nella storia della città papale, il 1629 ci mostra infatti il ""business as usual"""" nella vita artistica dell'Urbe. La scelta di un quadro geografico e cronologico limitato, d'altronde, offre l'opportunità di mettere a fuoco i dettagli delle singole vicissitudini. Inoltre, letti insieme, i saggi dipingono un'immagine pluriforme della vita culturale della Roma moderna. Essi consentono infatti di incontrare gli attori principali della vita romana nel 1629 (dai Barberini e Cassiano dal Pozzo a Sandrart e Giulio Mancini), così come di comprendere le dinamiche delle reti familiari, sociali (i Bentvueghels) e professionali (l'Accademia di San Luca) e di aprire una finestra di ricerca sulle pratiche della vita quotidiana nell'atelier (Antonio Bosio davanti alla sua scrivania e la dimora-museo di Filippo Napoletano), nei cantieri (Ciampelli nella Fabbrica di San Pietro e Valentin a palazzo Barberini) e nella strada (Duquesnoy che studia le antichità o i fiorentini che celebrano un loro nuovo santo)."" -
L'immagine alla lettera. La letteratura illustrata e il caso Balzac
Pochi lettori sanno, o ricordano, che alcune delle edizioni originali, e un considerevole numero di riedizioni, delle opere di Balzac contenevano delle illustrazioni. La stessa prima edizione de ""La Comédie humaine"""" era stata pensata da subito in forma di libro illustrato dove i più celebri illustratori del momento – tra cui Honoré Daumier, Henry Monnier e Paul Gavarni – erano stati chiamati a dare un volto ai personaggi del grande scrittore. Eppure, ad oggi non esiste una monografia, né in italiano né in francese, dedicata a questo aspetto della produzione balzachiana. Il libro vuole quindi colmare questo vuoto e dare una visione d'insieme alle edizioni illustrate delle opere di Balzac, mettendo in primo piano una riflessione sulla relazione tra testo e immagine. L'analisi condotta sul caso Balzac è infatti un modo di ripensare il rapporto tra parola e immagine, di proporre nuovi strumenti critici e metodologici per un'interpretazione del libro illustrato come frutto di questa ibridazione tra i due linguaggi, dove l'illustrazione non è solo l'ornamento estetico ma un vero e proprio testo """"parallelo"""" che contribuisce alla costruzione del senso narrativo. Grazie al suo essere un punto di convergenza di discipline diverse, critica letteraria, studi culturali e visuali e la storia del libro, l'illustrazione tocca diversi ambiti e potrebbe aprire a nuove prospettive critiche e teoriche interdisciplinari. Il libro illustrato si iscrive nel quadro di una rinnovata attenzione alla """"materialità della letteratura"""", che ripone la questione dei supporti soprattutto alla luce dell'avvento del digitale."" -
Lo splendido violino verde
"Lo splendido violino verde"""" è la raccolta della piena maturità di Ripellino, pubblicata con Einaudi nel 1976, due anni prima della morte prematura. Concepito sotto forma di un diario in cui «si riflette, associandosi ai crucci privati, il malessere, l'inclemenza dell'epoca», il libro orchestra i principali Leitmotive dello scrittore siciliano: la teatralità dell'esistenza, la poesia come talismano per 'tenere a bada' la morte, la «buffoneria del dolore». Il commento che accompagna i testi, grazie anche alla consultazione delle agende manoscritte di Ripellino, tenta di districare il fitto tessuto di rimandi e citazioni, che sconfinano nelle arti più disparate, dalla pittura di Chagall all'opera lirica di Donizetti, dal teatro di C?echov e Brecht, filtrato attraverso le regie strehleriane, fino al cinema di Keaton, Chaplin e Fassbinder. Alternando slanci di gioia a note di profondo dolore e giocando sul labile confine tra arte e vita, Ripellino intesse una poesia capace di trasformarsi essa stessa in spettacolo e di rifrangere, come un prisma, i raggi del suo sconfinato orizzonte culturale in un «ribaldo trappolío di colori». Con due scritti di Corrado Bologna e Alessandro Fo." -
La scrittura necessaria. Il diario di guerra di Fausta Cialente
Il volume propone una lettura critica del Diario di guerra (1941-1947) di Fausta Cialente, custodito presso il Centro per gli studi sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell'Università di Pavia. La scrittura necessaria restituisce la storia degli anni di militanza antifascista di Cialente in Egitto, con la sua collaborazione alle trasmissioni italiane di Radio Cairo e la fondazione del giornale «Fronte Unito», diventato per un breve periodo «Il Mattino della Domenica». La scrittura diaristica diventa per Cialente un esercizio formale in funzione della sua attività politica, un eccezionale momento di confronto con il proprio immaginario e con l'organizzazione ""consapevole"""" della memoria."" -
Stregonerie e vari capricci. Da Salvator Rosa a Giacomo Dal Po. Ediz. a colori
Il volume, catalogo dell'omonima mostra che si inaugura il 27 marzo 2021 a Palazzo San Gervasio (PZ), intende focalizzare l'attenzione su uno dei filoni più controversi e al contempo attraenti della cultura figurativa napoletana del Sei-Settecento, ben rappresentato nelle opere della raccolta Camillo d'Errico e in stretto dialogo con alcuni dipinti della collezione della Fondazione De Vito. Un genere, quello della pittura eccentrica e del dissenso, che come è noto non disdegnò soggetti macabri e toni narrativi inquietanti, temi fantastici o legati alla letteratura e al teatro, che accomunò i percorsi di spiriti irrequieti come Salvator Rosa (1615-1673), Micco Spadaro (1609- 1675), Giovan Battista Spinelli (1613-1658) e Giacomo Del Po (1654-1726) e che vede spesso una profonda sintonia delle opere anche sul piano propriamente formale, in quelle che già Bernardo De Dominici (1683-1759) definiva ""composizioni con figurine picciole e toccate mirabilmente con belle tinte"""". Dopo aver sedotto i contemporanei, tale filone ha d'altronde continuato sino ai nostri giorni a fare breccia nella sensibilità e nel gusto dei collezionisti. Omaggiando, nel titolo, un brano ormai celebre della biografia dedicata a Rosa da Bernardo De Dominici, il volume intende radunare in tutto una decina di tele, affiancando opere che ormai hanno alle spalle una lunga vicenda critica, come il Paesaggio di Rosa, i due Baccanali e la Circe di Del Po, o i tre capolavori di Spadaro, a pezzi decisamente meno noti come il Carro del battaglino di Andrea Vaccaro o la conturbante Donna con bambino di Spinelli. Tutti i dipinti della collezione della Fondazione De Vito vengono presentati al pubblico per la prima volta.""