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Stranieri di carta, stranieri di voce
Il volume raccoglie alcuni contributi ad un progetto di ricerca del Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale dell'Università di Siena, incentrato sul tema dell'incontro con l'altro e della percezione dello straniero secondo diverse ottiche disciplinari: letteraria, linguistica, geografica, storica. Il presupposto comune di questi saggi è che un tema vasto e complesso come quello delle dinamiche interculturali possa essere indagato produttivamente solo attraverso l'azione combinata di prospettive teoriche e metodi di indagine diversi e complementari: dallo studio degli stereotipi letterari o sociolinguistici a quello delle proiezioni culturali, dalla ricerca sul campo alle analisi sperimentali. La contaminazione tra metodi e campi di indagine diversi conferma che lo sguardo dello/sullo straniero è la prospettiva migliore per una riflessione identitaria attenta a non rimanere chiusa in se stessa, ma disponibile a cercare nella diversità culturale suggerimenti per ridefinirsi e rinnovarsi nella scoperta dell'altro. -
Terre e diritti civili nei comuni del parco naturale regionale dei Monti Lucretili
La materia di questo libro è solo apparentemente localistica: riguarda invece la 'difesa ambientale' del nostro Paese e il godimento collettivo dei 'beni comuni'. Il termine 'usi civici' non è altro che una sintesi terminologica delle diverse forme di godimento della terra, conosciute nel territorio italiano con nomi diversi e ricondotte ad unità dalla legge 16 giugno 1927. La ripresa di interesse attorno agli usi civici e alla proprietà collettiva, che risale all'entrata in vigore della legge n. 431 del 1985 (legge Galasso), ha segnato un'interessante riapertura del dibattito intorno alla materia. Il rapporto tra usi civici e ambiente è trasformato, con la citata legge Galasso, in 'beni culturali ed ambientali'. La destinazione ambientale ha ridato al bene civico una sua dignità, mentre la sua destinazione primaria - quella dell'uso zootecnico, agrario o promiscuo - ha perso importanza. Quindi la destinazione ambientale può recuperare la materia. Perché i patrimoni civici che si sono conservati nonostante le depauperazioni, sono molto consistenti. Essi possono ridiventare un luogo di esercizio della libertà comune, cioè un luogo dove non è possibile l'appropriazione individuale e di cui la comunità può godere liberamente. Prima l'oggetto del godimento era l'utilitas economica, la legna da raccogliere, la pecora da portare a pascere; oggi l'utilitas economica è del tutto marginale e la nuova utilitas diventa il godimento ambientale collettivo, cioè un luogo di riserva naturale che i cives possono utilizzare per la loro vita libera. -
Il paese di Moab nell'età del ferro
Il volume di Francesco M. Benedettucci sul paese di Moab nell'età del Ferro è il primo numero a carattere monografico dell'Atlante del Vicino Oriente antico, un nuovo progetto scientifico, didattico ed editoriale del Dipartimento di Scienze dell'Antichità al quale partecipano archeologi, storici e filologi orientalisti della Sapienza Università di Roma. Questa prima monografia segna allora l'inizio del nostro viaggio sul micro e sul macro-spazio delle culture orientali antiche, delle loro percezioni spaziali e temporali e dei nostri tentativi contemporanei di collocarle all'interno di categorie identitarie, territoriali. Un incipit che raccoglie le fonti archeologiche e i dati storici riferiti a Moab, e che introduce ancora il tema del rapporto tra ricostruzione del passato ed esegesi dell'Antico Testamento. Forse, contesto migliore per dare inizio ad una nuova serie di pubblicazioni della Facoltà di Lettere e Filosofia alla Sapienza non si sarebbe potuto trovare: il luogo e il tempo di questo volume sono il grande crogiolo di culture e popoli della Palestina, nella Transgiordania dell'età del Ferro, ed è allora come dire il luogo e il tempo da cui mosse l'archeologia biblica, qui intesa come disciplina ineludibile dell'Orientalistica. -
Roma e gli artisti stranieri. Integrazione, reti e identità (XVI-XX s.)
Le opportunità culturali fornite da Roma caput mundi hanno attratto, come è noto, un flusso ininterrotto di ""artisti migranti"""" dal Rinascimento ai giorni nostri. Questo volume affronta il tema della migrazione da una prospettiva particolare, concentrandosi su casi di artisti - o gruppi di artisti - che si sono recati a Roma per poi rimanervi stabilmente. L'intento è quello di approfondire la comprensione del processo d'integrazione dell'artista straniero nell'ambiente locale, esplorando i modelli di migrazione e le dinamiche d'insediamento nella città papale, le esperienze parallele, complementari oppure contrastanti, di artisti che si sono via via trasformati da """"itineranti"""" a stabili """"immigrati""""."" -
Das Meer im Blick. Betrachtungen der performativen Künste und der Literatur
La collana Galatea raccoglie studi sulla storia, la letteratura e le arti dei paesi del Mediterraneo e dell'Europa centrale nell'ottica del confronto e dello scambio interculturale, dello sconfinamento, delle corrispondenze e divergenze, della circolazione delle idee. Esiste infatti, contrariamente ad una immagine troppo semplicistica e diffusa, un profondo legame storico e culturale tra Mitteleuropa e area mediterranea. -
Nuove scritture dall'Austria
"L'Austria di oggi si distingue in ambito letterario per la notevole produzione di opere da parte di giovani e giovanissimi autori. Sul fatto che la letteratura austriaca occupi un posto particolare nell'ambito della letteratura di lingua tedesca non vi sono dubbi dal punto di vista storico-culturale e storico-letterario. Nel dopoguerra anche scrittori come Ingeborg Bachmann e Thomas Bernhard si dichiararono appartenenti a una letteratura specificamente austriaca. Ma cosa contraddistingue questa specificità austriaca? Non sono tanto le particolarità tematiche o stilistiche quanto piuttosto il tono utilizzato, la spiccata consapevolezza della forma e della lingua, il giocare con le tradizioni e una pronunciata individualità. E non è un caso che la frase del cabarettista Karl Farkas, ripetutamente citata, sia oggi di nuovo diffusa: """"A dividere i tedeschi e gli austriaci è la loro lingua comune"""". Anche il presente volume si ricollega alla teoria della specificità austriaca. Nuove scritture dall'Austria raccoglie 15 voci del panorama letterario dell'Austria contemporanea..."""" (Dalla presentazione di Elke Atzler)" -
Visible/invisible. Incursioni nella narrativa italiana americana contemporanea
"Visible/Invisible"""" affronta la questione del segno etnico nei suoi diversi gradi di visibilità, come si manifesta nella letteratura italiana americana contemporanea. Muovendo da un'indagine teorica e critica, il volume insegue il fil rouge dell'italianità nella scrittura visibile di Sandra Gilbert, Maria Gillan, Lisa Ruffolo, come pure in quella fortemente invisibile di Mary Caponegro e Don DeLillo. Un'italianità dinamica, dialogica, contrattata sul campo delle ibridazioni passate e presentì che prefigurano quelle future. Un'italianità visibile e invisibile, mai identica a sé stessa, sempre viva e persistente tanto da riemergere dopo imprevisti salti temporali, in cui si avvicendano generazioni diverse che rielaborano, non di rado in modi sorprendenti, il proprio rapporto con le origini, come accade per Tony Ardizzone, Adria Bernardi e Paola Corso. Sugli snodi del tempo - """"those points where time stands still or from which it leaps ahead"""", per usare le parole di Ralph Ellison -, all'incrocio tra le storie di prima mano di quanti attraversano l'oceano in cerca di fortuna e quelle ricreate ad arte dai loro discendenti, si gioca la sfida degli studi italiani americani e l'avvincente partita dell'identità alla base del complesso discorso sulla letteratura degli americani di origine italiana, anche di quelli contemporanei. Presentazione di Fred Gardaphé." -
Intorno alla guerra: sguardi francesi
Fra tutti i temi inerenti all'esperienza umana, quello della guerra è fra i più trattati dalla letteratura, fino a costituire, come accade per il cinema, una sorta di genere. Forse principalmente per la sua cruciale, perdurante attualità in tutte le epoche. Ma anche in virtù della sua complessità, che ne fa un oggetto di rappresentazione fitto di implicazioni, tanto sul versante temporale che spaziale. La guerra traccia una linea divisoria tra un prima, un durante e un dopo, donde la pertinenza di opere dedicate all'approssimarsi di un conflitto, la frequenza dominante di quelle che mostrano il fenomeno bellico in pieno svolgimento, la ricorrenza di testi e narrazioni riguardanti i problemi dei reduci e più in generale le conseguenze. E questa cronologia è possibile percorrerla tutta in una stessa opera, o traversarla parzialmente, includendo un prima e un durante, o un durante e un dopo, se non addirittura un prima e un dopo. Peraltro la durata di un conflitto rischia talvolta di essere difficile da delimitare nei suoi confini, anche a seconda della sua natura e dell'epoca in cui esso si svolge: proprio la sua collocazione nella diacronia storica ne determina la fisionomia peculiare. Ma dipende poi dalla strategia dell'artista che intenda rappresentarla di sceglierne aspetti e prospettive da mettere in rilievo. -
Il cristallo nella lavina. Hans Sahl
Questo studio di Nadia Centorbi sviluppa un'indagine sulla figura e l'opera di Hans Sahl nel contesto del suo tempo, con focus specifico rivolto alla questione ebraica - di cui si tratta nella prima parte del libro - sulla quale la ricerca scientifica non ha mai offerto sufficiente chiarezza; e poi all'esilio europeo dello scrittore (1933-1941), che invece occupa la seconda parte di questa ricerca. L'intarsio tra vita e opera è imprescindibile per un autore come Sahl, che fu acuto e attivo testimone del suo tempo ma anche cristallo tra i cristalli nella lavina della storia. -
Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX. Guida breve. Ediz. illustrata
Il villino Boncompagni Ludovisi, progettato nel 1901 da Giovanni Battista Giovenale (1849-1934), è un particolare esempio di architettura eclettica, espressione del gusto definito 'barocchetto romano' di inizio Novecento a cui si mescolano elementi Liberty. Edificato su incarico del principe Luigi Boncompagni Ludovisi, divenne dimora di un ramo della famiglia nobiliare. Nel 1995 divenne Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX, per dare compiuta attuazione alle volontà testamentarie della principessa Alice Blanceflor de Bildt e porre in rilievo l'arte decorativa dal 1900 al 1950. Il museo espone in maniera permanente gli arredi originali (poltrone, sedie, consolle di gusto rocaille, secretaire, vasi e suppellettili) e, a rotazione, le raccolte di oggetti d'arte decorativa, abiti e accessori di moda donati o acquistati al Museo. -
Immagini e identità urbane tra modernità e postmodernità
Il volume raccoglie una serie di articoli dedicati all'analisi sociopolitica e all'immaginario letterario dello spazio urbano, da quello metropolitano a quello periferico delle ""piccole città"""". I singoli casi e testi sono il punto di partenza per riflessioni in chiave comparata sull'organizzazione e rappresentazione della città moderna e contemporanea vista nella sua multidimensionalità. I processi di modernizzazione, il rapporto con la tradizione, le sfide e le ansie della globalizzazione, l'adattamento ai cambiamenti politici, le relazioni tra centro e periferia sono tra i principali temi toccati."" -
Forse potevo. Versi e testi scelti
"Sebbene Francesco sia conosciuto soprattutto per la sua capacità di trasformare materiali di poco pregio, o addirittura di scarto, in vere e proprie composizioni pittoriche, in sculture e oggetti di varia natura, questo volume è principalmente consacrato alla sua produzione poetici. Anche in questo campo Francesco spazia su una gamma variegata di tematiche: dalla poesia lirica alla satira politica, dalla denuncia sociale all'introspezione e alla messa a nudo della propria fragilità di fronte alla società e alla natura, non senza fare, di tanto in tanto, un'incursione sul terreno dell'autoironia. Quest'ultima è proprio la chiave di lettura che abbiamo scelto per dare un titolo a questa raccolta...""""" -
Paola di Cori. Una inesauribile curiosità intellettuale
"... parlare di Paola solamente come accademica, equivarrebbe a farle un torto: è stata sì una ricercatrice, una docente universitaria, ma il suo rapporto con le istituzioni della cultura era più complesso. Lo dimostra la sua incessante ricerca di spazi di confronto e di dialogo al di fuori dalle gerarchie universitarie, anche quelle fondate su una presunta 'autorevolezza' dei propri membri, spesso ultimo rifugio dell'autoritarismo da cui il suo pensiero rifuggiva. Paola è stata piuttosto una grande animatrice culturale dei luoghi che ha frequentato..."""". (Roberta Mocerino)" -
Joseph Anton Koch nel 250º anniversario della nascita. Catalogo della mostra (Olevano Romano, 27 luglio-4 novembre 2018)
"Immediata e spontanea l'empatia di Koch con l'arroccato borgo degli Equi dove egli innalza la natura del luogo a categoria sacrale ed eroica che non è quella di Hackert, prodotto dell'illuminismo pittorico, né quella di Turner troppo anticipatrice per i tempi. Con Olevano e la sua gente si avvera l'epifania dell'arte di Koch favorita dalla sintonia con le comuni origini, la sposa olevanese, l'indole morale: una pastorale olevanese a prezioso suggello di un'arte, a suo modo, unica ed originale. Ad Olevano Koch rinnova l'incontro con la natura che aveva segnato i primordi della sua esistenza ma qui muta il contesto naturale, qui il dialogo si compie e si fa più serrato fino a proporsi quale dimora privilegiata dei propri miti, dei propri sogni. Ad Olevano, rustico autentico luogo dell'anima, Joseph Anton Koch darà l'avvio ad una piccola repubblica dell'arte dove tuttora, in virtù delle iniziative di un nucleo di cittadini illuminati che si riconoscono nel segno dell'AMO, aleggia lo spirito e il messaggio che hanno motivato nei secoli la presenza costante e numerosa di artisti, tedeschi in prima linea"""". Contributi di: Alberto Barsi, Silvano De Giusti, Pier Andrea De Rosa, Jörg Garms, Kira Kofoed, Marco Lodoli, Serafino Mampieri, Claudia Nordhoff, Domenico Riccardi, Valentina Rocchi." -
Le collezioni degli artisti in Italia. Trasformazioni e continuità di un fenomeno sociale dal Cinquecento al Settecento
Un aspetto tra i più affascinanti del collezionismo in età moderna riguarda le raccolte assemblate da artisti. L'analisi di varie tipologie di fonti e in particolare la consultazione degli inventari permette di osservare da un punto di vista privilegiato la personalità e il ruolo sociale del collezionista, risultando di grande interesse nel caso in cui il creatore della raccolta sia un artista. Nelle abitazioni, nelle botteghe e negli studi si incontrano, insieme ai beni attinenti alla pratica del mestiere, opere esposte seguendo validi criteri di allestimento, oltre a pezzi d'antichità e oggetti di varia natura. Non sempre si tratta di un'accumulazione arbitraria, ma generalmente il possesso di queste opere riflette una precisa volontà collezionistica, frutto di orgoglio personale, di pura speculazione commerciale o del desiderio di collocarsi a un livello più alto nella scala sociale. Il volume intende affrontare i molti aspetti di un tema delicato e problematico e fornire l'occasione di un valido confronto tra epoche e contesti cittadini diversi dal punto di vista sociale. -
La copia pittorica a Napoli tra '500 e '600. Produzione, collezionismo, esportazione
«Il progetto Copimonarch, pensato e diretto da David Garda Cueto, si è posto l'obiettivo di studiare il fenomeno della copia pittorica nell'ambito vasto e complesso delle tante realtà territoriali riunite dalla monarchia ispanica, tra il XVI e il XIX secolo. Sono i secoli che vedono l'emergere della figura dell'artista come creatore e il perfezionamento e la diffusione dei mezzi di riproduzione meccanica, i secoli in cui si passa dalla affermazione del concetto di ""imitazione"""" come base dell'operare artistico, a quelli in cui si fa strada l'esaltazione del genio creativo individuale. Studiare il fenomeno delle copie in prospettiva diacronica, come raramente è stato fatto, permette di osservare da una angolazione inedita l'evolversi di questi processi. Nel contesto """"imperiale"""" della monarchia ispanica dei secoli XVI-XVIII, individuato come campo della ricerca del progetto, la copia ha poi un significato speciale: lo sviluppo della pratica del collezionismo, che già sul finire del XV secolo si andava affermando come modello di comportamento proprio dei signori, dei dotti e degli uomini di gusto, nel corso del Cinquecento e poi nel Seicento porta ad una notevole crescita della domanda di dipinti e di oggetti d'arte. In Italia i funzionari spagnoli, forti della nuova posizione politica e sociale conquistata, acquisiscono volentieri opere dei paesi tradizionalmente riconosciuti come leader della creazione artistica, le Fiandre e l'Italia: originali, certo, ma in alternativa a questi anche copie. Sono poi le copie pittoriche a garantire la conoscenza delle immagini dei sovrani e, per le famiglie più importanti, che spesso si allargano e si diramano su una dimensione continentale, quella dei parenti lontani, così come sono spesso copie pittoriche a permettere, insieme alle stampe, la diffusione di culti legati a singole immagini, sopratutto della Vergine, ma anche la diffusione delle """"vere effigie"""" dei nuovi santi dell'età della controriforma. Napoli ha un ruolo non secondario in questi processi, un ruolo che le relazioni nel corso del seminario si sono proposte, se non di esaminare in dettaglio, almeno di scandagliare in diverse direzioni."""" (dalla prefazione)"" -
Pro bono urbis. Un progetto di riforma urbana per la Roma di Innocenzo X
Il codice ""Varia consilia pro bono urbis Romae"""" della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, di cui si propone la prima edizione integrale, è una straordinaria fonte inedita per la storia di Roma in età barocca. Databile allo scadere del pontificato di Innocenzo X Pamphilj (1644-1655), il manoscritto presenta un piano di riforma urbana volto ad abbellire la città di Roma, un piano finanziario per rimediare all'indebitamento dello Stato Pontificio, e un regesto degli eventi più significativi tra il 1648 e il 1655. Di eccezionale interesse sono le molte proposte che anticipano i principali piani attuati dalla politica urbana di Alessandro VII (1655-1667) e dai papi di fine Seicento. Sorprendente la collocazione ideologico-religiosa dell'estensore del manoscritto — il cui volto rimane ancora ignoto — apertamente schierato a favore del giansenismo e di istanze politico-sociali che matureranno solo molti decenni più tardi nell'entourage di Clemente XII Corsini (1730-1740)."" -
Le miniere dei monti della Tolfa. Notizie istoriche sullo scoprimento della miniera di allume e di altri minerali avvenuto nei Monti della Tolfa coll'aggiunta di alcuni cenni geognostici ove quel...
"In occasione della visita di Gregorio XVI avvenuta il 21 maggio 1835 il Priore del Comune, volendo porre sotto gli occhi del S. Padre qualche notizia, richiese a uno studente dell'Università di Roma un manoscritto nel quale aveva principiato a riunire le notizie relative alle miniere di allume e all'origine del paese di Allumiere"""". (Teodolfo Mertel, memorie inedite)" -
E poi il silenzio. Nuove voci della letteratura austriaca
Questo libro presenta ai lettori italiani sedici testi della più recente letteratura austriaca, privilegiando autori ventenni e trentenni - soprattutto donne - e attingendo a romanzi d'esordio usciti negli ultimi tre-quattro anni. Una ""new wave austriaca"""" (De Villa) di cui si mostrano temi e linguaggi rappresentativi, dai registri neoclassici alla cultura pop: una letteratura caratterizzata da una grande pluralità e internazionalità che è in gran parte un'eredità dello """"Stato dei molti popoli"""" asburgico col suo legame con l'Europa centro-orientale e balcanica da cui provengono non pochi autori. Relazioni di coppia instabili e volatili, il fenomeno della migrazione, il rapporto con la memoria storica, la finezza di indagine psicologica che è un contrassegno di tutta la letteratura austriaca, spesso declinato nel registro dell'ironia."" -
Ulivi in fiamme
Nel romanzo ""Ulivi in fiamme"""" Alexander Sacher-Masoch (pronipote del più famoso Lcopold) rielabora le proprie esperienze di profugo austriaco nella Jugoslavia, in seguito invasa da tedeschi e italiani durante la seconda guerra mondiale. Scritto nel 1943 durante la permanenza dell'autore sull'isola di Korcula (Curzola), e poi rielaborato nel dopoguerra, il romanzo fu pubblicato solo nel 1956 e riedito nel 1994. La sua originalità risiede nel fatto di trattare un argomento poco indagato dalla letteratura e dalla storia, l'occupazione della costa dalmata da parte delle truppe italiane e il rapporto con la popolazione locale e i profughi.""