Sfoglia il Catalogo feltrinelli044
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8041-8060 di 10000 Articoli:
-
Giorgio Manganelli e il viaggio
Dalla giornata di studi ""Giorgio Manganelli e il viaggio"""" organizzata dall'Università di Macerata nel 2015, prende le mosse un volume che esplora le prospettive letterarie e narrative alla base dei numerosi viaggi compiuti da Manganelli nel corso della sua lunga carriera di narratore. La costruzione del percorso fisico sulle fondamenta della peregrinazione intellettuale, sia essa interiore, catabatica, acronica o impossibile, può indifferentemente svilupparsi come variante del reportage giornalistico, prassi di ricerca filologica, o vero e proprio modello di conoscenza del mondo, anche di quell'universo interiore funestato da nevrosi che trovano requie proprio grazie al viaggio. Ogni immersione nella lettura di Giorgio Manganelli comporta un sintomo, una certa vertigine provocata dalle parole con cui lo scrittore, solito esprimersi tramite sostituzioni e digressioni, insistenze sulle soglie e i mondi liminali, scardinamenti e ridefinizioni, ellissi e iperboli funamboliche, racconta i propri viaggi. In questa esplorazione, immagini metaforiche come """"fascinazione dell'ossimoro"""", """"scrittura cicatricosa"""", """"robustezza dei contrari"""", oltre a tentare di definire lo stile di Manganelli, sono coordinate da considerare per ben riposizionarsi sulla mappa geografica del grande scrittore milanese. Saggi di Sara Bonfili, Gianni Cimador, Lietta Manganelli, Andrea Rondini, Alessandro Trebbi, Marcello Verdenelli, Giampaolo Vincenzi."" -
Tradurre l'Europa. Jaqueline Risset da «Tel quel» ai Novissimo a Dante a Machiavelli
Sin dagli esordi, e per oltre mezzo secolo, l'opera di Jacqueline Risset manifesta una stretta e intima relazione tra scrittura creativa e traduzione. In virtù dei poeti tradotti, dell'eco che dal laboratorio della traduttrice rimane impresso nella scrittura originale della poetessa e in forza della riflessione teorica da cui nasce e cui da vita, Jacqueline Risset s'inserisce a pieno titolo nella grande famiglia dei poeti-traduttori europei che, nel corso dei secoli, hanno scritto, e tradotto, contribuendo alla formazione di una tradizione letteraria sovranazionale. La sua poesia, le riletture di Dante, Machiavelli, Ponge, Lalla Romano, Esteban (per non citare quelle dei suoi 'altri' amori letterari e poetici, Leopardi, Apollinaire, Baudelaire, Rimbaud, Bonnefoy, Zanzotto, Belli...), e un forte pensiero libero, muovono un'onda vitale che ci avvicina, per fare un esempio, a un Dante inedito, ""scrittore"""" e, per i francofoni, fino a ieri lontano. Jacqueline Risset «senza sacrificare fedeltà, ritmo e poesia, libera, ormai per sempre, chi traduce, dalla prigione dei versi». Premessa di Umberto Todini."" -
Viaggi letterari
Il viaggiatore è un creatore, un poeta nel senso etimologico della parola. Egli sa di avere un compito: arrivare attraverso i suoi viaggi a una percezione amplificata della propria mappa interiore. E solo a questo punto, condividendola col racconto, averne più chiari i contorni. Contributi di Giovanna Angeli, Francesca Balestra, Maurizio Bettini, Daniela Brogi, Stefano Carrai, Riccardo Castellana, Alberto Castoldi, Rocco Coronato, Maria Rita Digilio, Alex R. Falzon, Roberto Francavilla, Marina Galletti, Clemens Härle, Andrea Landolfi, Annamaria Laserra, Valerio Magrelli, Guido Mazzoni, Antonio Melis, Giovanna Mochi, Talia Pecker Berio, Pierluigi Pellini, Marzia Pieri, Antonio Prete, Gianfranco Rubino, Anna Maria Scaiola, Anne Schoysman, Francesco Spandri, Patrizio Tucci, Roberto Venuti, Enrico Zanini. -
Bernini tradotto. La fortuna attraverso le stampe del tempo (1620-1720). Ediz. a colori
Questo volume intende colmare una vistosa lacuna nell'ambito degli studi berniniani e offrire un contributo inedito alla definizione critica della figura dominante del Barocco romano. Molto si è scritto su Gian Lorenzo Bernini, ma alla fama di questo artista non hanno contribuito solo le penne dei suoi sostenitori e detrattori, ma anche la circolazione delle stampe coeve, una sorta di ""istantanee del passato"""" in grado di raggiungere «le più lontane nazioni»: incisori italiani e stranieri si sono confrontati con le opere del maestro, dando alla luce un gran numero di riproduzioni che le botteghe calcografiche romane, spesso in competizione tra loro, producevano con ritmi serrati per soddisfare le richieste di un vasto pubblico. La fortuna grafica delle opere del Bernini è documentata dall'ampio catalogo, che conta oltre cinquecento incisioni: una sorta di """"Galleria Berniniana"""", circoscritta agli anni in cui l'artista è ancora in vita e ai decenni successivi. Il volume Bernini tradotto costituisce un repertorio insostituibile rivolto a tutti gli studiosi del Barocco e del suo più grande interprete. Presentazione di Tommaso Montanari e prefazione di Barbara Jatta."" -
Il disegno dal vero come pratica storica e sapere contemporaneo. L'Accademia à l'Académie. Ediz. illustrata
Presentazione di Mario Alì. -
Accademia, accademie ricerca, trasmissione e creazione artistica nei secoli XIX-XXI. Ediz. a colori
"Nell'ambito delle doverose celebrazioni per i 350 anni dalla fondazione dell'Accademia di Francia a Roma, che hanno visto coinvolte tanto l'Accademia di San Luca quanto Villa Medici, presso le cui sale monumentali è stata allestita la grande mostra curata da Jerome Délaplanche e voluta dalla Direttrice Muriel Mayette-Holz, anche l'Accademia di Belle Arti di Roma ha voluto contribuire al giusto omaggio allestendo un'esposizione che sottolineasse la ricchezza dei contatti e degli scambi dei quasi cento anni che vanno dal 1874 al 1970. La mostra, infatti, documenta il passaggio della nostra istituzione romana dall'Istituto di Belle Arti, nel terzo quarto dell'Ottocento, alla nascita dell'Accademia di Belle Arti di Roma nel 1923, fino agli anni Settanta del secolo scorso. Il filo conduttore di questo percorso è la figura umana, dagli studi anatomici e da quelli sul modello vivente - che caratterizzano la tradizione accademica occidentale, icasticamente rappresentata dal decorticato di Houdon - fino alla sua progressiva smaterializzazione sancita dalla totale assenza nella rappresentazione artistica"""". Tiziana D'Acchille Direttrice dell'Accademia di Belle Arti di Roma" -
Rezzoriana. Saggi e note su Gregor von Rezzori
In questo volume l'autore ha raccolto i saggi, le postfazioni, le note, gli interventi dedicati, nel corso di quasi trent'anni, alla figura e all'opera di Gregor von Rezzori (1914-1998), il grande scrittore mitteleuropeo di cui è stato, non solo in Italia, uno degli interpreti più attenti e fedeli - come traduttore, come curatore del lascito, come studioso e, non da ultimo, come amico. Divisi in varie sezioni, gli scritti sono stati ordinati cronologicamente mantenendone il più possibile inalterate le caratteristiche formali, diverse a seconda degli anni, dei contesti, delle occasioni. Conclude il volume una articolata bibliografia, aggiornata ai primi mesi del 2017, che ambisce a rappresentare in maniera (quasi) esaustiva lo stato attuale della ormai composita e agguerrita ""Rezzori-Forschung"""" internazionale."" -
Generi letterari e costruzione di una lingua comune tra Cinque e Seicento
Che cosa tiene insieme le “cicalate” con le “prediche”, un oscuro dialogo rinascimentale con i rimaneggiamenti teatrali secenteschi? La precisa coscienza metalinguistica dei loro compositori, in un ""secolo"""", cioè il Cinque-Seicento, in cui tutto, o quasi, sembra ruotare attorno alla questione della lingua. Quella qui indagata, attraverso alcuni suoi generi significativi anche se tuttora poco studiati, è un'epoca attraversata da sguardi in avanti e all'indietro, da fervide polemiche tra fautori del modello fiorentino e anticruscanti, tra nostalgici dell'aureo Trecento boccacciano e petrarchesco (nella codificazione bembiana) e propugnatori del naturalismo della lingua parlata a Firenze nel Cinquecento, tra gli affezionati a un modello linguistico unificante e gli estimatori della diversità e del plurilinguismo. I saggi sono di Raphael Merida, Federica Rando, Fabio Ruggiano, giovani studiosi del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM) dell'Università di Messina."" -
Amerigo Vespucci e l'annuncio del nuovo mondo
L'autore afferma di aver 'costruito' questa biografia di Amerigo Vespucci sulla ragionata e ragionevole convinzione che tutto ciò che il navigatore fiorentino ci ha tramandato in manoscritto o a stampa sia veritiero e genuino. Tale convinzione, estesa agli scritti di Cristoforo Colombo, ha permesso di intendere in modo limpido altri straordinari risultati di quella grande stagione di epiche esplorazioni. Non sono stati soltanto viaggi verso terre lontane e sconosciute, ma anche viaggi nel tempo. Amerigo e altri protagonisti di quell'epoca ci narrano di avere incontrato donne e uomini che non usavano abiti e utilizzavano strumenti e armi di pietra levigata. Narrano di genti che si combattevano crudelmente ma vivevano e si cibavano di quello che offriva una terra incontaminata. Di tutto ciò l'autore, tenendo a freno la tentazione di scrivere un'opera di tono epico, compone un sobrio e rigoroso resoconto storico. -
Goffredo Gaeta. Arte sacra a Rimini. Opere in Santa Maria «Mater Ecclesiae». Ediz. a colori
Costruita a partire dal 1969-70 con progetto dell'ingegner Giorgio Della Biancia su commissione del vescovo Emilio Biancheri, la chiesa di Santa Maria ""Mater Ecclesiae"""" sorge nel moderno quartiere Villaggio 1° Maggio di Rimini. Le opere d'arte sacra e liturgica realizzate da Goffredo Gaeta (Faenza 1937) hanno impegnato l'artista per oltre un decennio, dal 2007 al 2018, e comprendono una scultura in bronzo, sei vetrate figurate ed altrettante composizioni ceramiche: creazioni che hanno sensibilmente contribuito a connotare l'impianto estetico e l'atmosfera emozionale all'interno dell'edificio."" -
Giorgio Manganelli «Verbapoiete». Glossario completo delle invenzioni lessicali
Tra le componenti della ricca e complessa prosa di Giorgio Manganelli un ruolo di primo piano è senza dubbio assunto dalla compagine dei neologismi d'autore. Allo scopo di far luce su tale aspetto, si allestisce un glossario completo delle invenzioni lessicali rintracciabili nell'intera opera pubblicata in volume (senza escludere le raccolte epistolari, che offrono materiale interessante); per ognuna di esse, si costruisce una voce lessicografica, completa di contesti ed etimologia. L'inventività lessicale attivissima sin da ""Hilarotragoedia"""" non è solo un riflesso del gusto per una prosa espressivista, ma appare strettamente legata alle esigenze di una rappresentazione di quelle """"cose che non esistono"""" centrali nelle opere manganelliane. """"Una parola non designa cose nuove che noi scopriamo esistenti, ma allucina la loro esistenza"""": scorrendo il glossario, si potrà verificare come questa affermazione dell'autore sia un'efficace chiave interpretativa per la sua peculiarissima scrittura."" -
All'ombra delle piramidi. La mastaba del dignitario Nefer
La collezione Barracco, sapientemente raccolta per formare un ""museo della scultura antica comparata"""", comprende opere d'arte egizia, assira, fenicia, cipriota, etrusca, greca e romana, fino a qualche esemplare di arte medievale. Per quanto riguarda l'arte egizia, alla quale Barracco dedicò la maggiore attenzione, la collezione comprende notevolissimi frammenti di scultura funeraria, come appunto la Mastaba del dignitario Nefer."" -
L' Austria e il Mediterraneo. Peregrinazioni e sconfinamenti tra realtà e immaginario
Il Mediterraneo, come luogo mitopoietico e di indagine esistenziale e storica, è stato e continua ad essere per tanti autrici e autori austriaci un punto di riferimento costante che coinvolge l'interazione tra memoria individuale e collettiva, la percezione della realtà e la sua rappresentazione, la propria posizione in un mondo dai confini mobili. L'elemento estetico si intreccia con quello sociale e psicologico, intorno ai motivi del viaggio, della fuga, dei movimenti di andata/ritomo, della ricerca e intermediazione, della dialettica tra mare e terraferma. Le quattro sezioni in cui è suddiviso il volume rappresentano in questo senso le diverse stazioni di una ""navigazione"""" che dalle Alpi e dalle pianure dell'Europa centrale arriva agli estremi confini del bacino Mediterraneo e persino oltre. Le corrispondenze e le differenze di approcci dei contributi qui raccolti, che riguardano, tra gli altri, Bachmann, Bernhard, Kafka, Zweig, Musil, Jelinek, suggeriscono un'idea mobile e aperta di Europa e di letteratura."" -
I filosofi antichi nell'arte italiana del Seicento. Stile, iconografia, contesti
A partire dai pionieristici interventi di Werner Weisbach, Delphine Fitz Darby, Albert Blankert e Oreste Ferrari il tema dell'iconografia dei filosofi antichi nel XVII secolo ha ottenuto una progressiva messa a fuoco. In anni più recenti gli studi su molti pittori attivi in età barocca hanno rivolto nuova attenzione sull'argomento, ponendo in luce lo sviluppo del tema iconografico nell'opera di ciascuno di essi (si vedano soprattutto i casi di Salvator Rosa, Jusepe de Ribera, Luca Giordano, Pietro Testa, Giovanni Benedetto Castiglione, Pietro della Vecchia). Da tempo, tuttavia, la storiografia ha avvertito la necessità di una discussione di più schietta natura interdisciplinare. Accanto a nuove proposte attributive, il volume riflette sugli sviluppi di questo filone iconografico in alcuni dei maggiori centri italiani, tenendo conto anche di quanto andava svolgendosi in altri Paesi europei. La pluralità delle tematiche e la conseguente pluralità di approcci metodologici produce nuove aperture a confronti e visioni ampie e stimolanti. Nel volume, infatti, molteplici sono le questioni affrontate: dal rapporto tra iconografia dei filosofi antichi nel XVII secolo e modelli antichi, medievali e rinascimentali, sino al collezionismo e alla storia sociale di committenti ed artisti. L'analisi ravvicinata di alcune iconografie - Socrate, Democrito, Epicuro, Esopo, Cicerone - e la ricostruzione dei contenti per i quali le opere furono create ha fatto emergere notevoli novità. Il libro contribuisce alla conoscenza del fitto intreccio tra la produzione di opere raffiguranti filosofi antichi con le scelte culturali dei committenti nel più ampio contesto del dibattito filosofico e scientifico seicentesco. -
Il segno inciso nell'arte contemporanea
Il volume raccoglie una serie di saggi riguardanti vari aspetti dell'incisione contemporanea (soprattutto della xilografia) scritti da artisti e critici e originariamente pronunciati in occasione della tavola rotonda ""Il segno inciso nell'arte contemporanea"""" tenutasi al Museo Laboratorio di Arte Contemporanea de """"La Sapienza"""" nel novembre del 2015. L'iniziativa, sostenuta dall'Accademia di Belle Arti di Roma, si è svolta mentre al Museo era ancora allestita la mostra """"Finis Terrae"""", dedicata alle incisioni di Marina Bindella; l'artista ha avuto una parte decisiva nella realizzazione dell'incontro. Gli aspetti affrontati vanno dalle testimonianze dirette di incisori praticanti, a quelle degli stampatori e dei titolari di private press italiane, ai contributi riguardanti il mercato dell'incisione contemporanea, alla storia dell'incisione. Il libro raccoglie infine il resoconto dei laboratori didattici con gli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Roma e de """"La Sapienza"""", e con un gruppo di persone ipovedenti, tenutisi all'università in coincidenza con la mostra personale di Marina Bindella. Storici dell'arte, curatori, conservatori, stampatori, artisti e incisori si confrontano in questo volume sulla collocazione odierna della xilografia e della grafica in generale, con l'intento di uscire dagli specialismi di settore per riconsiderarle all'interno dell'arte contemporanea. Gli autori e le autrici dei testi sono: Christiane Baumgartner, Gabriella Bernardini, Marina Bindella, Romolo Bulla, Alessandro Corubolo, Tiziana D'Acchille, Franco Fanelli, Sara Fiorelli, Arianna Mercanti, Alida Moltedo, Cristina Piciacchia, Marina Righetti, Ilaria Schiaffini, Guido Strazza e Claudio Zambianchi."" -
Visioni asburgiche del Mediterraneo. La Sicilia nell'equilibrio metternichiano (1812-1824)
Nell'epoca precedente e successiva al Congresso di Vienna l'Impero d'Austria fu tra i principali artefici del nuovo equilibrio europeo, compresa la dimensione mediterranea. Il volume trae spunto dalle vicende politiche e diplomatiche relative alla Sicilia di quegli anni per affrontare, sulla scorta di un ricco apparato documentario di fonte austriaca, il progetto, coltivato dalla casa asburgica e soprattutto dal principe Metternich, di affermare un ruolo di potenza euro-mediterranea. La questione siciliana tra il 1812 e il 1824 risulta infatti un elemento non secondario nella visione e negli atteggiamenti delle élìtes asburgiche in merito all'intesa con la Gran Bretagna, alle forme del predominio in Italia e alla tutela contrastata nei confronti del Regno delle Due Sicilie. La diplomazia viennese, pur senza riuscire a porvi rimedio comprese ben presto che i limiti del governo del Regno borbonico e la sua divisione in due nazioni poco amalgamate avrebbero potuto costituire il punto debole del sistema egemonico austriaco nella penisola italiana. La tematica costituzionale, il tipo di forma monarchica prediletta e i moti del 1820-21 diventano in tale contesto la chiave di lettura della continua oscillazione tra riformismo e repressione che accompagna il passaggio dall'età napoleonica all'età della ""restaurazione""""."" -
Madame Crollerò. Ediz. a colori
"Il suono di una voce che legge o racconta una fiaba, definisce uno spazio ideale, uno spazio interno, l'intimità. Attraverso la voce si manifesta anche la realtà dell'altro: il tono, il timbro, le diverse flessioni della voce svelano, a poco a poco, la complessità e la meraviglia della vita emotiva, tutti i segreti dei sentimenti.""""" -
Un formidabile appetito. Corporeità e cibo nell'opera di Thomas Mann
Nell'opera manniana il dato meticolosamente realistico si mescola sempre con quello simbolico. Questo vale anche per le rappresentazioni dell'ambito alimentare e per la riflessione sul corpo, costantemente mediate dalle convenzioni della società borghese. Nei suoi romanzi è possibile rilevare con particolare chiarezza l'opposizione fra natura e cultura, fra l'animalità emergente nello svolgere la funzione vitale di alimentarsi e il controllo del comportamento tramite le buone maniere. Questo volume intende indagare il ruolo delle moltissime rappresentazioni di atti alimentari nell'opera di Thomas Mann, e insieme interrogarsi sulla riflessione dello scrittore a proposito della corporeità e della 'vita'. -
Roma nel primo Seicento. Una città moderna nella veduta di Matthäus Greuter. Ediz. illustrata
Conservata nell'unica copia intera del suo primo stato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la veduta assonometrica dall'alsaziano Matthäus Greuter è un documento essenziale quanto poco noto per comprendere il profondo rinnovamento che Roma stava vivendo in quegli anni. Frutto di competenze enciclopediche e scientifiche d'avanguardia, l'incisione ci mostra in atto una notevole crescita urbana guidata da esperti Maestri di Strada e competenti amministratori, complementare alle rilevanti imprese architettoniche volute da papa Paolo V Borghese, dove Santa Maria Maggiore, il Quirinale, San Pietro, divengono i capisaldi di un sistema di connessioni su cui si sarebbe impostata per tutto il Seicento la Roma barocca. Gli studi qui presentati offrono un articolato quadro in cui il documento cartografico, analizzato nei suoi molteplici aspetti, e la storia urbana, approfondita in buona parte su fonti documentarie inedite, si danno man forte a vicenda, riportando in evidenza una congiuntura storica rimasta a lungo in una zona d'ombra. -
La forza del nome. Identità politica e mobilitazione popolare nella Roma tardorepubblicana
Roma, estate del 100 a.C: una folla in delirio irrompe nel carcere dove è trattenuto un tale che si professa figlio di Tiberio Gracco, il tribuno martire ammazzato trentanni prima. Liberato a forza, il sedicente Gracco è accompagnato a casa da una massa festante, che presto lo eleggerà tribuno. Roma, autunno del 45 a.C: nel parco di Trastevere dove Cesare ha organizzato la grande manifestazione per celebrare il suo rientro vittorioso dalle guerre civili, una folla immensa si accalca entusiasta sotto al palco dove tra omaggi e applausi si esibisce al pubblico un individuo che si professa nipote di Gaio Mario, il salvatore di Roma che il senato condannò all'onta dell'esilio. Come spiegare questi scenari di mobilitazione popolare? Davvero la credula plebs, come la stigmatizzavano le fonti antiche, si lasciava semplicemente sedurre e imbrogliare da impostori e arrivisti? O era la memoria traumatica evocata da questi nomi a stimolare emotivamente migliaia di cittadini e a spingerli per strada, per affermare se stessi e la propria identità politica?