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Cartoon Rock. Quando la musica si anima
Il brano Sugar, Sugar, nel 1969, ha scalato le classifiche internazionali. A cantarlo, The Archies, ossia una band “disegnata” – protagonista della serie animata The Archie Show – ma con voci e canzoni reali, pop. Un esempio del cosiddetto Cartoon Rock, che, di serie in serie, nei decenni, ha visto la musica “animarsi”, facendo ballare i più piccoli, ma attirando anche l’attenzione dei più grandi. Il legame tra animazione e musica, nel tempo, si è fatto sempre più stretto e, soprattutto, in molti casi, è diventato centrale nella costruzione di storie e personaggi. Il trend non è stato passeggero. Molti i successi. Prima, i Chipmunks. Poi, Gli Impossibili, le “incursioni” rock nei Flintstones e nei Jetsons, i Cattanooga Cats, Josie and the Pussycats, The Pebbles and Bamm-Bamm Show, Il clan di Charlie Chan, Butch Cassidy and the Sundance Kids, Jabber Jaw e così via. E non sono da trascurare esperimenti di band note in carne e ossa felici di “cartoonizzarsi”. Così, i Beatles nel lungometraggio animato Yellow Submarine. Molti grandi, negli anni, hanno scelto l’animazione per raccontarsi, dai Pink Floyd a Chage & Aska con On Your Mark, animato da Miyazaki. E ancora, progetti speciali, come Gorillaz e Hatsune Miku, senza tralasciare la trasformazione della regia dei lungometraggi animati, con sequenze sempre più spesso simili a quelle di veri e propri videoclip. -
Marilyn Manson. Indagine su un ex Anticristo
C’erano una volta gli anni Novanta e il loro cattivo per eccellenza: Marilyn Manson. L’Anticristo Superstar al centro di violente polemiche ma al contempo autore di dischi d’oro zeppi di brani scioccanti, videoclip come film horror in heavy rotation sui canali musicali e tour sold out. Dai primi passi segnati dai serial killer, dal disprezzo verso la società americana, provocazioni e distruzione di ogni tabù supportate adeguatamente dalla violenza delle note, il percorso musicale del Reverendo ha progressivamente assunto negli anni forme sonore più mature senza perdere lucidità di osservazione e dimenticare come far parlare di sé. Lontano dall’essere uno spauracchio, Marilyn Manson a fasi alterne ha saputo reinventarsi e superare i momenti delicati e ora, con l’ultimo we are chaos, si gode il plauso di critica e pubblico. Oltre il personaggio si cela un individuo complesso, pieno di sfaccettature mai considerate abbastanza che conosceremo in queste pagine, dove andremo oltre il clamore delle accuse per capire i veri significati dei suoi messaggi. Autore di poesie e racconti, giornalista musicale, attore e pittore, il mondo di Brian Warner riserva un viaggio in un mondo oscuro quanto affascinante. Dall’aspetto live ai celebri videoclip, passando per le tematiche delle canzoni e l’analisi dei concept album, senza dimenticare il lavoro sull’immagine e gli aspetti più controversi, Indagine su un ex Anticristo vuole tracciare un’analisi seria e accurata sulle diramazioni di un personaggio “vero”. Per un Anticristo che muore, c’è un artista da conoscere. -
Billie Eilish. Il mondo è un po' sfocato
Billie Eilish è una delle figure più popolari nel mondo della musica di oggi, ma è allo stesso tempo un personaggio complesso, provocatorio e controverso, difficile da capire solo con un’occhiata superficiale. Questo lavoro cerca di approfondire non solo la sua immagine, ma anche la sua arte, misurandone l’influenza sulla società e sulla cultura odierne e rintracciandone significati nascosti e reconditi. Per gli scettici, che in lei vedono un fenomeno superficiale, come per gli affezionati che vogliono saperne di più, ci sarà qui l’occasione di osservare un ritratto a tutto tondo dell’artista americana, arrivando così anche, per suo tramite, a cogliere molti aspetti di loro stessi e anche del mondo in cui vivono. Una parte biografica si intreccia a una parte analitica, per parlare a fan, ascoltatori casuali, studiosi o semplici lettori interessati a capire meglio Billie Eilish e tutto quel che ruota attorno al suo mondo. La sua storia, la sua musica, le sue canzoni, i suoi versi, i suoi concerti, i suoi videoclip, persino i suoi diversi tagli di capelli, sono tutti elementi da indagare ed esaminare, come testi pronti a svelarci verità acute e spesso dolorose sui tempi che stiamo attraversando e su chi siamo come individui. Non c’è niente da perdere e c’è invece tutto da guadagnare nell’ascoltare e nel prestare attenzione a questa adolescente famosissima, perché lei si rende perfettamente conto dell’importanza, per milioni di fan, di ciò che dice e di ciò che fa. La responsabilità da lei investita nella creazione delle sue canzoni arriva fino a noi, che dobbiamo saperla cogliere. Una buona occasione, come altre, per imparare, scoprire, conoscere e confrontarci. Billie Eilish, che ci si creda o meno, è tutto questo e anche di più. -
Rock & gems. Un viaggio tra musica e pietre preziose
Cosa mai potrà legare uno zaffiro ai Led Zeppelin o una tormalina ai Beach Boys? Questo libro avvicinerà il lettore alla musica rock e al tempo stesso alla gemmologia. Quante volte si usa l’espressione “gemma musicale” o “quel cantante/band è il diamante della musica” o “diamante grezzo”? In questo piccolo manuale scoprirete cos’è davvero un diamante, un rubino e perché i Nirvana, i Led Zeppelin sono così “preziosi” per la storia della musica rock. La gemmologia è un ramo della mineralogia che studia le pietre preziose, come diamanti, ametiste, rubini e tutto quello che si può trovare in gioielleria. All’apparenza, quindi, la musica e le gemme non hanno nulla in comune, ma sfogliando le pagine di questo libro si potranno scoprire molte analogie, magari legate a delle antiche leggende, a titoli di canzoni, a luoghi o a emozioni. Si scopriranno le peculiarità dei vari minerali a uso gemmifero, con una semplice e chiara trattazione delle caratteristiche, dei luoghi di estrazione, degli usi, delle leggende o della storia che lega l’uomo a queste gemme fin dalla notte dei tempi. -
Ambulance songs. Non dimenticare le canzoni che ti hanno salvato la vita. Vol. 2
“Ambulance Songs 2” è il seguito collettivo di un inclassificabile atto d’amore nei confronti del potere salvifico delle canzoni, di quel libro-manifesto per un’erotica della musica in cui Luca Buonaguidi e Salvatore Setola sceglievano narrazioni inconsuete rispetto ai classici registri della critica, per raccontare di vite immerse nella musica. Un libro-blog che aveva in www.ambulancesongs.com un’estensione potenzialmente infinita, per chiunque volesse condividere con gli autori del libro lo stesso amore ma per altre canzoni. 2 anni, 200 contributi di quasi 150 musicofili e un centinaio di migliaia di visite dopo, oggi il blog si è trasformato in una casa per tutti quelli come noi. Una versione senza confini della stanzarifugio in cui ognuno è diventato un tutt’uno con le proprie canzoni, attraversando dolore, perdita, solitudine, nostalgia, follia, ribellione, amicizia, amore, euforia… ma anche momenti apparentemente banali, che restano attaccati alle canzoni come epifanie memorabili. Se il primo libro era un kit di pronto soccorso per musicofili in crisi di senso, e il blog era la stanza-rifugio che si riempiva, “Ambulance Songs 2” è l’antologia dei testi pubblicati sul blog: voci e storie condivise intorno alla musica, testimonianza di una commozione diffusa, di vita in vita, di canzone in canzone. Scritto dai lettori e curato dagli autori, con questo secondo capitolo, come cantava Nick Drake, “Now we rise / We are everywhere”. -
Giovani, musicanti e disoccupati. L'underground italico nel 2020
La pandemia che ha colpito il pianeta e i conseguenti lockdown hanno segnato in modo marcato la vita di molte persone. Per una certa categoria lavorativa, i musicanti della scena indipendente, è stato strano. Si sono trovati a suonare in una specie di gabbia, soli, ripresi dal telefonino. È stato un periodo duro, lontani dai palchi e dal pubblico, con dischi bloccati, spettacoli annullati e solo il web come vetrina. Un cambio radicale, anche se non del tutto nuovo. Nel senso che, da ormai un decennio o forse più, sembra essere il web a dettare le regole. Musica liquida, singoli a getto continuo invece dei vecchi buoni dischi. Spotify, YouTube, Facebook, Instagram, come nuovi padroni del vapore, canali obbligati, ma impoverenti da molti punti di vista. Proprio in questo periodo l’Alligatore, critico rock del web, ha voluto sentire alcuni di loro, musicanti indipendenti con i quali ha da anni una certa confidenza. Ne sono uscite chiacchierate a ruota libera, aneddoti, sfoghi, racconti di come passavano le giornate, tra figli da seguire, chat, dirette online… A fine libro una lunga intervista con Marino Severini dei Gang, che racconta cosa ha fatto in questo periodo. Il più grande degli indipendenti ha costruito il nuovo disco finanziandolo attraverso il crowdfunding, tra l’altro il più ricco crowdfunding della musica italiana di sempre. Segno che quando c’è qualcosa di autentico, genuino, si riescono a raggiungere traguardi importanti. Si riesce a usare il web e non a esserne usati. -
Perché non scendi? Baricco, Tornatore, Morricone e «La leggenda del pianista sull’oceano». Un viaggio tra letteratura, cinema e musica
“Novecento” è il pianista, “Novecento” è l’uomo, “Novecento” è il personaggio. Il film di Giuseppe Tornatore è un progetto di portata e ambizione non comuni per gli standard italiani, una produzione internazionale fisicamente imponente: 20 milioni di dollari investiti. La storia, basata sul monologo drammatico del romanziere Alessandro Baricco, racconta le vicende della vita di un bambino che, nato e abbandonato su un piroscafo transatlantico, viene cresciuto dall’equipaggio della nave. Senza mai mettere piede sulla terra ferma, in breve tempo diventa un musicista virtuoso la cui fama precede la sua storia. Gli scopi di questo lavoro sono due e non viaggiano paralleli. Il primo è quello di esporre e analizzare la struttura da un punto di vista tematico, come la solitudine e lo straniamento del musicista possano rappresentare l’isolamento di tutti gli uomini, i suoi aspetti epici: il mito di un pianista che vive la propria esistenza interamente sul transatlantico e quindi non ha nazionalità, documenti o identità. Il secondo è il rapporto tra il regista e il musicista: Tornatore e Morricone, la scelta dei brani e la genesi compositiva attorno alla colonna sonora del film. -
Tonight, tonight. La malinconia infinita degli Smashing Pumpkins
Aprile 1996. Gli Smashing Pumpkins pubblicano “Tonight, Tonight”, canzone che deflagra in radio e in TV, sancendo la definitiva consacrazione della band nell’olimpo del rock. L’album che la contiene, ""Mellon Collie and the infinite sadness"""", vende milioni di copie e diventa il """"The Wall"""" degli anni Novanta. In questo volume ripercorriamo la storia del gruppo dalla formazione alla pubblicazione di CYR (2020) con “Tonight, Tonight” come cuore pulsante, narrando l’immaginario, la musica, il testo e il videoclip di quel brano fino ai suoi lasciti nell’identità artistica attuale della band. Un viaggio per raccontare nel dettaglio il caleidoscopio dei sogni della canzone più celebre degli Smashing Pumpkins."" -
Rock'n'soul. Storie di musica e spiritualità
Le storie di vita di dieci star della musica si mescolano ai loro percorsi interiori e spirituali. Attraverso le esperienze di George Harrison, Patti Smith, Leonard Cohen, Joni Mitchell, Bob Dylan, Tori Amos, Yusuf / Cat Stevens, Sinéad O’Connor, Nick Cave e PJ Harvey, Rock’n’Soul racconta quanto e come l’arte sia mezzo di ascolto della dimensione meditativa e spirituale più profonda. L’ordine degli artisti e delle artiste all’interno del libro non è cronologico, ma pensato come un’alternanza di voci. Le biografie sono elaborate in funzione delle dinamiche e dei processi che portano dalla musica alla spiritualità e viceversa. Le inquietudini, i desideri, le insoddisfazioni, i traumi che spingono ognuno di questi artisti verso una ricerca interiore sempre più consapevole, sono strettamente connessi con le loro esperienze di vita. La musica crea un ponte tra dentro e fuori, e sembra essere l’unica forma d’arte in grado di racchiudere tutto, in modo spesso trascendente. -
1991. Il risveglio del rock. Brit pop, trip hop, crossover, grunge e altra musica eccitante
Il 1991 è un anno eccezionale per il rock. Come in presenza di una congiunzione astrale, molti artisti pubblicano album che sarebbero divenuti seminali mentre altri iniziano il loro percorso per porre le basi di quello che passerà alla storia come un intero decennio, gli anni Novanta, musicalmente guidato dalle chitarre elettriche e in generale da una spiccata sensibilità rock. Mentre il metal è al suo punto più alto di diffusione, la parola chiave diventa “contaminazione”: funky e house meticciano il rock sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, e nascono e si consolidano veri e propri movimenti che avrebbero lasciato il segno, tra cui il trip hop a Bristol e il grunge a Seattle, oltre a infiniti rivoli di altri generi in fieri. Soprattutto accade un fatto straordinario: anche a seguito della crisi economica delle etichette indipendenti, diverse band alternative firmano contratti con le major e, per questa via, il mercato discografico che conta diventa terra di conquista di musica “altra”. Nel momento in cui molti “vecchi” del rock esauriscono la loro ispirazione e spinta innovativa, si affaccia una nuova generazione sconvolta e cambiata dalla Guerra del Golfo e quindi obbligata, per la prima volta, a fare i conti con la propria perdita dell’innocenza in un mondo post-ideologico. Questo libro è la storia di quella rivoluzione in musica. -
L'arte di sfasciare le chitarre. Rock e filosofia
Il rock e la filosofia hanno molte più cose in comune di quelle che potete immaginare. Sono infatti entrambi tentativi di conoscere e approfondire il reale senza accontentarsi di ciò che ci viene detto essere giusto e sbagliato, e quindi armi per mettere in discussione lo stato delle cose o, detto in altra maniera, strumenti per “ampliare il fronte del possibile”, ovvero addentrarsi nella conoscenza di noi stessi e del mondo oltre i miseri spazi concessi dai ritmi delle nostre giornate. “L’arte di sfasciare le chitarre” parla proprio di questo, partendo dalla nascita del movimento rock come esperienza “tragica” e “diabolica”, sulla scorta di interpretazioni del mondo di pensatori come Schopenhauer, Nietzsche e Colli, per arrivare alle connessioni fra filosofi e rockstar (Eraclito e Jimi Hendrix, Platone e i Doors, Diogene e Iggy Pop, Schopenhauer e i Nirvana, Nietzsche e i Queen), dal rock che si mette a fare filosofia, una filosofia che spacca i timpani (con David Bowie, Clash, Joy Division, John Lennon), fino alla ribellione iconica dell’atto/rito di sfasciare gli strumenti musicali come manifestazione plastica della rottura filosofica del rock con la narrazione dominante. Un testo suggestivo per amanti del rock che vogliono approfondirne la filosofia e per amanti della filosofia che già sapevano di quanto questa fosse rock, ma ovviamente anche per chi ama sia il rock sia la filosofia, che in queste pagine troverà raccontato – con amore – il loro intimo legame. -
Ennio Morricone. Un ritratto
Aver perduto Ennio Morricone significa aver perso uno dei titani della storia della musica, italiana e mondiale. Lasciandoci, il Maestro ha portato via con sé una sensibilità di cui era davvero uno degli ultimi autentici depositari. Nato musicalmente nella classe di Goffredo Petrassi, Morricone esplorò ampliamente i linguaggi dell’avanguardia musicale, visitando persino Darmstadt e incontrando i post-weberniani e l’alea di John Cage. Questi i motivi alla base della sua insanabile ricerca e sperimentazione musicale, che si coniugano con le esigenze della musica applicata e della musica popolare, che sono i mondi sonori che l’hanno definito presso il grande pubblico: una miscela, probabilmente, irripetuta. L’incontro col pubblico e l’urgenza comunicativa erano quindi al centro della sua attività compositiva, ma questo non lo ha mai costretto a rinunciare a un continuo percorso di esplorazione che, in fondo, non mirava ad altro se non all’essenza stessa della musica, al suo significato: sarà per questa continua tensione alla musica assoluta che le sue colonne sonore sono state capaci di valicare il grande schermo, diventando in fondo la colonna sonora della vita di chiunque abbia amato la sua musica. -
S.A.L.M.O. Riconosci il nome?
Lo si sente in radio, lo si vede in televisione, è nei pezzi dei vostri rapper preferiti, riempie gli stadi. Classe 1984, nato e cresciuto a Olbia, Sardegna, Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, è riuscito, in solamente dieci anni, a diventare una vera e propria icona musicale del nostro paese, uno dei giganti del genere che ha cresciuto una generazione. Dalle prime rime a soli tredici anni, ai demo album da indipendente, ai live nei locali di Olbia, alla fondazione del collettivo nonché etichetta discografica della Machete Records, al tour europeo, Salmo è emerso nell’era dei forum online e di MySpace riuscendo a portare il suo talento oltre l’isola, costruendosi un’elaborata immagine e incarnando, in maniera del tutto pionieristica, le caratteristiche di una generazione di “musicisti tuttofare” che sboccerà anni più tardi, occupandosi in prima persona di ogni aspetto della sua musica, dalla scrittura alla produzione, dalla promozione alla distribuzione, alla realizzazione dei videoclip. Questo libro punta a raccontare la carriera del camaleontico artista olbiese, ripercorrendone le tappe fondamentali e cercando di approfondire, analizzando versi, strofe e interviste, le ragioni che gli hanno concesso di raggiungere le vette più alte della musica italiana, innovando completamente e conquistando lo “stupido gioco del rap”. -
Sulle mie tracce
Una vita vissuta due volte. Perché c’è un prima e un dopo nella storia di Fabrizio Simoncioni, per tutti solo “Simoncia”, musicista e cantante prima, poi apprezzatissimo sound engineer, un talento del mixer, scelto da artisti italiani e internazionali per la realizzazione dei propri album. È il 1984, non ha neanche venti anni, quando è vittima di un gravissimo incidente che lo costringe a uno stop forzato nella carriera artistica, ma questo non gli impedisce di restare nel campo musicale in qualità di ingegnere del suono. È proprio dal letto d’ospedale, durante il ricovero, che inizia a studiare fisica, acustica e le altre materie necessarie per svolgere questa professione. La sua carriera passa attraverso collaborazioni illustri, con i più famosi artisti italiani: da Ligabue ai Litfiba, da Edoardo Bennato a Gianluca Grignani, ai Negrita, Carmen Consoli, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Gianna Nannini. Mette lo zampino, anzi il mixer, pure in uno dei singoli più venduti degli anni Novanta, “Il mio nome è mai più”. Ah, e c’è pure una nomination ai Latin Grammy con artisti d’oltreoceano… -
Il jazz e gli animi. 100 anni di musicisti, tendenze, strumenti, novità
Continua quella che è ormai definibile come “Enciclopedia tematica in progress”: dopo Il jazz-film, Il jazz e le arti, Il jazz e le idee, Il jazz e le cose, ecco un testo sullo spirito di questa musica attraverso i personaggi che, lungo un secolo, hanno caratterizzato un sound unico al mondo. I tanti animi del jazz diventano via via, nel corso della Storia, animo blues, hot, swing, bebop, cool, hard bop, soul, free, trasformandosi in autentici linguaggi musicali autonomi. Sono animi che si legano visceralmente agli strumenti musicali (sax, tromba, pianoforte, chitarra, contrabbasso, batteria). Animi cosmopoliti e multietnici (afroamerican, afrobritish, european) che dagli Stati Uniti partono in missione per continenti, tornando culturalmente felici e arricchiti. Animi vogliosi di confrontarsi con altri suoni (pop, rock, entertainment), intrecciando fusioni, contaminazioni, ibridazioni con molte esperienze giovanili. Animi trasversali a epoche diverse in un cammino spaziotemporale tanto audace quanto insidioso (contemporary, future-rétro). Animi in rapporto spesso delicato con lo show business (PollWinners, in/out). Animi che vanno oltre il fare, osservando e ascoltando il jazz dall’altra parte della barricata (storico, jazzofilo, critico, giovane, ascolto). Insomma, tanti animi sensibili, giovani, aperti, curiosi, in grado di cogliere la novità e la bellezza e rielaborarle in melodie e ritmi che da sempre muovono focosi sentimenti, qui discussi e raccontati coinvolgendo non solo persone, ma anche luoghi, canzoni, dischi, eventi, amenità, imprevisti. -
Jim Morrison e lo sciamanesimo
Siamo nella seconda metà degli anni Sessanta: il mondo musicale si ferma a osservare un giovane che si muove sul palco come un Dio e canta come un dannato. Si chiama James Douglas Morrison. Qualcuno lo definisce ""sciamano"""", per le sue danze sfrenate e i viaggi che evoca al pubblico con la voce e le maracas. Diventa presto un trascinatore carismatico. Per spiegare ciò cui ha dato vita Jim Morrison, questo saggio si avvale dell'antropologia e della storia per analizzare le sfaccettature di una personalità che racchiude in sé i miti indiani, atavici, e le leggende spirituali del mondo """"altro"""". Nelle notti di Los Angeles nasce un mito che diventa emblema di una generazione, portavoce di un mondo che cambia a ritmo di beat e rock'n'roll. Come un documentario fotografico degli anni Sessanta, il libro descrive un quadro storico e culturale che ha aperto le menti a nuove visioni, con la Beat Generation, la New Age e il Festival di Woodstock. Attraverso un approccio velatamente tecnico cerca di far luce sulla figura dello sciamano, al fine di poter comprendere meglio i punti in comune con Jim Morrison. Quando Jim sceglie di fare musica con i Doors regala alla storia del rock le sue migliori performance """"sciamaniche"""", quelle che ancora oggi, a mezzo secolo dalla scomparsa, ipnotizzano milioni di fan."" -
Paul Motian. L'arte zen di suonare la batteria
Paul Motian è stato un batterista unico e atipico. Ha attraversato da protagonista tutte le stagioni del jazz al fianco di musicisti quali Bill Evans, Keith Jarrett, Paul Bley, Gary Peacock, Charlie Haden, Lee Konitz, Joe Lovano, Bill Frisell, Tim Berne. Negli ultimi anni di carriera ha vestito i panni del talent scout portando alla ribalta musicisti come Chris Potter, Joshua Redman, Steve Cardenas, Jakob Bro, Kurt Rosenwinkel. L'obiettivo di questo libro è analizzare e descrivere lo stile di Motian, tanto dietro i tamburi quanto in sede compositiva, ma anche il pensiero musicale, le influenze e le particolarità della sua musica che continua a esercitare su di noi un fascino mistico, ineffabile. Il primo capitolo contiene una breve biografia del batterista americano di origini armene, dall'apprendistato musicale nell'esercito americano al successo trovato come sideman del pianista Bill Evans; il secondo è incentrato sull'analisi estetico-musicale di alcune fatiche discografiche motianiane; il terzo cerca di descriverne la musica da una prospettiva più filosofica, rintracciando, nella sua essenza e nel suo spirito, molte analogie con la millenaria tradizione zen; nell'ultimo capitolo viene invece lasciata la parola ad alcuni musicisti italiani che hanno diviso col batterista il palcoscenico e preziosi momenti di vita vissuta al fianco di questo guru del jazz. -
Ghost notes. Racconti di musica perduta
Dischi postumi, brani incompiuti, misteriose sparizioni, ambiziosi progetti mai portati a termine: il grande libro della musica è pieno di pagine mai completate. Preziosi racconti sonori andati perduti per volontà di un destino imperscrutabile, di coincidenze sorprendenti, o a volte persino per una ferrea decisione degli stessi autori. Dalla reunion impossibile dei Beatles, avvenuta a quattordici anni dalla morte di John Lennon per mezzo di un vecchio nastro, all'incredibile esperimento tentato dai Pink Floyd, quello di registrare un intero album senza utilizzare strumenti musicali; dal genio insospettabile di Vittorio Camardese, misconosciuto radiologo lucano capace di rivoluzionare senza accorgersene la storia della chitarra, al singolo capolavoro degli Steely Dan cancellato per errore, che riaffiora forse dopo quarant'anni su una strana audiocassetta ritrovata per caso; dal mistero dell'ultimo disco di Lucio Battisti, immerso nel più ostinato riserbo dei suoi eredi, all'assurda vicenda del contrabbassista Henry Grimes, svanito da un giorno all'altro e riapparso improvvisamente dopo trentacinque anni. In bilico fra mito e studio di registrazione, un viaggio impossibile alla scoperta di tutto ciò che sarebbe potuto essere e non è stato. ""Ghost Notes"""" è anche un podcast, disponibile su Spotify, Spreaker e le altre principali piattaforme di streaming."" -
Gli anni 2000 in 100 canzoni
Che musica ascoltavamo negli anni Duemila, il primo decennio del Terzo Millennio? Se dovessimo raccontarlo a qualcuno che viene dal passato, o dal futuro, che cosa diremmo? Se volessimo dare un’impressione di quell’epoca tramite le canzoni che erano nelle orecchie di tutti, se volessimo spiegare l’importanza di brani, autori, hit e generi, da dove dovremmo partire? Queste e altre sono le domande alle quali cerchiamo di rispondere con questo volume. Un excursus in un decennio musicale intenso e fondamentale, che ospita una serie di eventi la cui influenza si può sentire ancora oggi. Dalla definitiva affermazione del rap come genere conquista-classifiche alla nascita dell’indie per come lo definiamo oggi, fino alla trasformazione dell’industria musicale passando per social e YouTube. E ancora: la nostalgia vaga per un passato ritenuto migliore, il timore post-9/11 per un futuro incerto, una crisi di valori che porta una generazione di musicisti in tutte le direzioni e in nessuna al tempo stesso. Le 100 canzoni scelte raccontano, tra le righe o anche in superficie, tutto questo e anche di più. Viaggiamo tra i generi, da artisti che ricorderete come se fosse ieri a nomi che erano andati completamente perduti nella memoria. Riscoprirete canzoni della cui importanza magari non siete mai stati al corrente, altre le risentirete dopo quindici o vent’anni con orecchie completamente diverse. E in qualche modo ritroverete anche del vostro, perché non possiamo guardare al passato senza ritrovarvi anche noi stessi. -
Nevermind: The Bollocks
Trent’anni fa, da Seattle arrivava a tutto il mondo un altro suono che parlava in un’altra maniera, ad altra gente: era il 24 settembre del 1991, “the year punk broke”. E il mondo della musica non ha mai superato questo trauma. Ancora oggi si parla e si scrive di Nevermind, il disco che tutti hanno amato e tutti hanno capito, stregati dal biondo eterno adolescente Kurt Cobain. Anche dopo così tanto tempo, allontanarsi e guardare senza occhi lucidi quello che rimane di nevermind è un’impresa quasi impossibile. Però vale la pena tentare, togliere la patina luccicante che ricopre uno dei dischi più importanti della storia, per riportarlo alla sua forma originaria. Ritornare al nastro del master e ascoltarlo prima che possano farlo i Nirvana stessi; prima che possa farlo Kurt. I soldi, la fama, le copertine delle riviste notoriamente danno alla testa: ai Nirvana non è mancato nulla di tutto questo. Per ascoltare Nevermind come non siamo mai riusciti ad ascoltarlo, quindi, è necessario ripercorrere il susseguirsi di idee che hanno animato la band più esplosiva della scena di Seattle, tra quello che hanno detto prima di essere sommersi dai fan e quello che hanno lasciato intendere. Senza appiattirsi sulla biografia e senza lanciarsi in interpretazioni testuali non richieste, riordinare i fili che legano Kurt Cobain, la sua città natale, i deodoranti per ascelle, l’Inghilterra, Krist Novoselic, i Melvins, il litio, Dave Grohl… Per poi mettersi le cuffie e scombinarli ancora una volta.