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Pensare lo spazio urbano. Intrecci tra Italia e Francia nel Novecento
Un'interessante esplorazione su intrecci e contaminazioni che hanno riguardato nel Novecento Italia e Francia nell'ambito dei saperi diversamente costruiti intorno all'esplorazione delle città e dei territori. Il volume indaga esperienze e autori particolarmente significativi e propone alcuni sondaggi sulla fertilizzazione incrociata che si è andata dispiegando su processi di trasformazione urbana, su ricerche e strutture di diffusione degli studi. -
La ricostruzione di L'Aquila. Dal modello ai progetti
A dieci anni dal violento terremoto che ha colpito L'Aquila e il territorio montano abruzzese, è possibile misurare gli effetti della ricostruzione sul sistema insediativo e relazionarli con gli strumenti e gli obiettivi dichiarati dall'azione pubblica nel corso del tempo. La ricerca esplora il modello L'Aquila di ricostruzione ed espone alcune sperimentazioni polisemiche che interessano prevalentemente la città pubblica. L'analisi comparativa tra alcune recenti ricostruzioni avvia alcune riflessioni sulla presenza o meno di una idea di città che qualifica e tematizza l'impegno di riorganizzare l'insediamento urbano colpito dal sisma. In seguito, è esplorato il modello di ricostruzione L'Aquila con i suoi effetti sulla città. Si espongono infine alcune sperimentazioni progettuali polisemiche che riguardano la città pubblica, la ricostruzione sociale e la ridefinizione partecipata degli assetti urbanistici. Il volume è corredato da un video scaricabile gratuitamente dall'area Biblioteca multimediale del sito www.francoangeli.it o dal canale youtube della Franco Angeli edizioni. -
Case iraniane. Il valore del vuoto
Nelle città storiche dell'altopiano iranico il tessuto urbano si è costruito attorno al vuoto; quello delle moschee, dei caravanserragli, delle madrase, e quello - più minuto - dei patii delle case. Oggi, come del resto in molte altre realtà del mondo, nella costruzione delle città il riferimento a elementi della tradizione è stato abbandonato. Alcuni sostengono a causa di una troppo rapida modernizzazione dei luoghi dell'abitare. Obiettivo del volume è quello di ""incrociare gli sguardi"""" e mettere a confronto le idee, i punti di vista, le soluzioni progettuali di studiosi italiani e iraniani, di differente età e formazione, sulle possibilità di reintegrare nella forma della città contemporanea quei vuoti porosi che da un lato lasciavano respirare il tessuto urbano, dall'altro rappresentavano spazi di aggregazione sociale all'interno sia della casa che del tessuto edilizio. È possibile oggi reinterpretare quegli spazi vuoti, figure fondative dell'abitare, in chiave contemporanea senza sguardi retrò, facendo i conti con la questione della densità edilizia? È possibile oggi introdurre un certo grado di """"porosità"""" - memore di quei vuoti - all'interno dei nuovi complessi edilizi? Spazi aperti, spazi aperti-coperti, loggiati, giardini sospesi capaci di rompere la monotonia delle cellule abitative e in grado di favorire la circolazione dell'aria e la ventilazione. Quali possibili figurazioni di spazi vuoti possono ospitare la condizione contemporanea e favorire le interazioni sociali in una città in cui lo spazio pubblico dopo la Rivoluzione è percepito come ostile? Introduzione di Kamran Afshar Naderi."" -
Le buone pratiche nell'accoglienza dei minori non accompagnati in Italia. Sistemi di inclusione e fattori di resilienza
Il sistema di accoglienza dei minori stranieri soli in Italia si è fatto carico negli ultimi anni di una quota consistente di ragazzi con caratteristiche specifiche rispetto agli altri Paesi europei, soprattutto per quanto riguarda l'età e dunque il tempo di permanenza nel sistema stesso. Si tratta infatti per lo più di minori maschi, con età assai vicina ai 18 anni e quindi con la necessità di essere accompagnati velocemente ad acquisire le competenze necessarie per una vita indipendente e per una soddisfacente inclusione sociale. Il volume intende analizzare come, seppure in una situazione per molti versi emergenziale, siano stati attivati nel Nord come nel Sud Italia servizi, iniziative, progetti che possono essere qualificati come buone pratiche, ossia come prassi operative efficienti, efficaci, innovative, dotate di coerenza interna ed esterna, sviluppate in un'ottica interculturale. Esse sono considerate buone perché ""personalizzano"""" l'intervento, mettendo al centro il singolo minore, del quale si riconoscono resilienza e potenzialità e al quale si chiede di cooperare in maniera proattiva nel costruire le proprie chance di vita. Le pratiche descritte, infine, si caratterizzano per un forte radicamento sui territori locali, dove sono state create partnership fra enti pubblici, privati profit e non profit che hanno consentito di mettere insieme le risorse necessarie per rispondere in maniera creativa a un fenomeno estremamente complesso."" -
Il sardo parlato a Cagliari. Una ricerca sociofonetica
Il volume presenta una ricerca sociofonetica sul sardo parlato a Cagliari, che come molti dialetti urbani è a rischio di estinzione. La ricerca empirica si basa su dati di parlato spontaneo, che sono stati raccolti a Cagliari tramite interviste etnografiche. L'auspicio di questo lavoro è di contribuire a una maggiore conoscenza di questa varietà, in relazione all'uso che ne fanno i parlanti. -
Il loto e la spada. Il pensiero di Aurobindo Ghose e la sua ricezione in Occidente
La vicenda biografica e spirituale del filosofo bengalese Aurobindo Ghose (1872-1950) ha diviso tanto gli studiosi che si sono confrontati con il suo pensiero quanto il più vasto pubblico di ricercatori che ha guardato al millenario deposito orientale per ritrovare una dimensione spirituale in cui riconoscersi. Sottoposto a priori alle più rigide critiche dottrinali o entusiasticamente accettato come un moderno profeta hindu, Aurobindo deve essere considerato come una figura paradigmatica nella difficile transizione tra il lungo capitolo coloniale e la successiva indipendenza indiana, rappresentando una delle più intense voci alternative alla non-violenza del Mahatma Gandhi. Le ragioni di questa duplicità sono da ricercarsi nella sintesi tra cultura occidentale e tradizione religiosa indiana su cui il pensatore bengalese ha edificato la propria peculiare dottrina dello yoga integrale. La sua opera legge il corso della storia come il divenire di un organismo vivo e consapevole, cercando le regioni comuni tra il monismo metafisico dell'advaita vedanta e l'assenso occidentale al realismo scientifico. Politicamente, Aurobindo è stato da alcuni considerato come uno dei più luminosi combattenti per l'indipendenza indiana, da altri un estremista facinoroso che non ha esitato a ricorrere alla violenza per contrastare l'egemonia britannica. Sulla base di un'attenta analisi testuale dell'imponente opera letteraria del filosofo bengalese e attraverso il confronto con quelle figure occidentali che hanno diversamente interpretato il dettato tradizionale (Guénon, Evola, Steiner e Scaligero), il volume suggerisce una linea d'indagine che non riduce il senso dell'opera aurobindiana alle categorie intellettuali dell'Oriente o dell'Occidente, ma ne segue la caratteristica identità senza sacrificarla in un'ortodossia in cui il filosofo non si è mai pienamente riconosciuto. -
Destination Management (R)evolution. Il Trentino come laboratorio di innovazione turistica (2002-2020)
Il libro analizza la governance turistica del Trentino e le azioni che hanno consentito di organizzare un'architettura molto capillare sui diversi territori necessaria per progettare e continuamente innovare l'esperienza del turista. Siamo da tempo usciti da una fase di improvvisazione e di sviluppo ""naturale"""", per entrare in un contesto nel quale il fenomeno turistico è diventato strutturale e ciò indica la necessità di un salto di maturazione nelle politiche per consentire di posizionare il turismo nelle agende strategiche e nei processi di pianificazione territoriale. Il caso Trentino è la dimostrazione di come sia importante sviluppare, diffondere e applicare conoscenza e metodo per una costante evoluzione del turismo in termini di governance, qualità, innovazione dei modelli organizzativi e di gestione del territorio e di comunicazione ai mercati, da estendere al Paese intero."" -
Ambiguità, conformismo e adattamento alla violenza sociale
All'inizio degli anni Settanta Silvia Amati Sas ha cominciato ad occuparsi in modo pionieristico della cura psicoanalitica di persone provenienti dai Paesi latino-americani vittime di violenza sociale, soprattutto di donne segnate dall'esperienza della tortura morale e materiale. Partendo dal pensiero di Bleger e specificamente dal concetto di “ambiguità”, l'autrice ha ipotizzato che qualunque realtà possa arrivare a sembrarci familiare e rassicurante, anche quando non lo è affatto. Ha definito questa malleabilità psichica, sempre presente in ogni soggetto, “adattarsi a qualsiasi cosa”. Il libro raccoglie una serie di scritti dalla fine degli anni Settanta ai giorni nostri che toccano i temi più cari all'autrice: il rapporto tra la violenza sociale e l'impegno etico della psicoanalisi, la funzione della preoccupazione per l'altro da proteggere quale meccanismo di sopravvivenza psichica, l'emergere della vergogna all'interno della relazione terapeutica intesa come segnale del recupero del conflitto intrapsichico. Le dinamiche descritte costituiscono un punto di riferimento chiarificatore non solo per tanti altri traumatismi legati a situazioni violente devastanti per il soggetto che le subisce, ma mettono anche in evidenza il rischio oggi molto attuale di una deriva individuale e sociale nell'adattarsi a qualunque forma di violenza con cui si ha a che fare rendendola ovvia. Il mantenere un costante impegno etico per l'autrice non si pone mai come modalità esterna alla dialettica della cura, ma è un tutt'uno con essa, assumendo una funzione strutturale e strutturante. Prefazione di Anna Ferruta e introduzione di Federico Porozziello. -
Genere e media: non solo immagini
Il volume presenta i nuovi orientamenti di indagine dell'Unità di ricerca GEMMA (GEnder and Media MAtters) istituita presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza-Università di Roma. All'origine di GEMMA è la consapevolezza della crescente complessità del nesso 'genere e media' nella società contemporanea, in cui si osserva e si sperimenta sia una profonda trasformazione dello scenario mediale, sia una diffusa problematizzazione dell'assunto a lungo indiscusso del 'binarismo di genere'. Nonostante i mezzi di comunicazione abbiano esercitato da sempre una funzione di rappresentazione delle identità di genere, lungo un intervallo compreso tra gli estremi della messa in scena e quelli della stereotipizzazione, oggi l'espansione del contesto mediale e la sua declinazione contemporaneamente individuale e di massa implicano l'elaborazione di nuove prospettive di studio e di ricerca. Il libro intende fornire una pluralità di spunti di riflessione, riconducibili a piattaforme e a pratiche comunicative differenti: dalla televisione alla pubblicità, dalla comunicazione pubblica ai consumi culturali, fino alla rete, ai social media e ai social network sites, i diversi contributi qui raccolti mettono a fuoco le forme di agency dispiegate da individui, gruppi e istituzioni nei processi di creazione, diffusione e consumo di immagini di genere nei testi mediali. Il primario intento di lettura e interpretazione del presente, perseguito dal gruppo di ricerca, non esclude l'esercizio di uno sguardo retrospettivo; così come l'adesione a prospettive e strumenti dei feminist media studies non preclude il ricorso agli apporti fruttuosi della sociologia. -
L' Italia policentrica. Il fermento delle città intermedie
I cambiamenti demografici, istituzionali ed economici stanno ridisegnando le dinamiche sociali e spingono verso una nuova stagione di politiche territoriali da cui partire per interpretare nuove geografie. Come le città intermedie si attrezzano rispetto alle sfide prodotte da tali processi? Quali traiettorie perseguono e quali sistemi di governance stanno costruendo? Il volume descrive il profilo di dieci città intermedie - Ascoli Piceno, Benevento, Cosenza, Foligno, Lecce, Parma, Pordenone, Ragusa, Rieti e Varese -, che stanno sperimentando forme inedite nelle politiche di sviluppo locale. La costituzione delle città metropolitane ha aperto un nuovo scenario nell'organizzazione dei territori e ha generato interrogativi sulle aree non metropolitane, sulle città di medie dimensioni o, come si definiscono in questo volume, città intermedie: luoghi ricchi di patrimonio culturale, sociale e produttivo. Un universo segnato da profondi mutamenti e processi plurali di sviluppo, entro una cornice che ingloba una cultura dell'innovazione e investe i sistemi di vita individuali e collettivi in un quadro di scarse risorse. I cambiamenti demografici, istituzionali ed economici stanno ridisegnando le dinamiche sociali e spingono verso una nuova stagione di politiche territoriali da cui partire per interpretare nuove geografie. Come le città intermedie si attrezzano rispetto alle sfide prodotte da tali processi? Quali opportunità hanno per svolgere un ruolo propulsivo per lo sviluppo del Paese? Alla luce dei cambiamenti intervenuti con le recenti riforme istituzionali, quali traiettorie perseguono e quali sistemi di governance stanno costruendo? Il volume offre un quadro articolato di riflessioni e descrive il profilo di dieci città - Ascoli Piceno, Benevento, Cosenza, Foligno, Lecce, Parma, Pordenone, Ragusa, Rieti e Varese - selezionate tra le altre città intermedie, individuate in base alla dimensione demografica, all'offerta di servizi, alla attrattività turistica e alla vocazione manifatturiera. Città che stanno sperimentando forme inedite nelle politiche di sviluppo locale. I temi messi in campo riguardano i modelli e le strategie di governance, l'Agenda Digitale e l'e-government, il sistema del welfare locale e dell'offerta culturale, l'Agenda Urbana e, non da ultimo, la realtà produttiva e quella delle emergenti startup innovative. Una rappresentazione basata sugli esiti di un confronto che gli autori del volume hanno avuto con alcune figure apicali del mondo istituzionale e del Terzo Settore, del mondo economico-imprenditoriale e della cultura. -
Xavier Tilliette inedito
Il volume è dedicato alla figura e all'opera di Xavier Tilliette (1921-2018), teologo e filosofo, letterato, particolarmente distintosi nell'ambito della cultura contemporanea con i suoi studi su Maurice Blondel, l'idealismo tedesco e la fenomenologia. Allievo di Jean Wahl e di Vladimir Jankélévitch, nel 1938 è entrato nella Compagnia di Gesù. A Parigi, ha insegnato presso l'Institut Catholique e il Centre Sèvres; a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana e la Pontifica Università Lateranense. Tra gli autori preferiti da Tilliette, sono da ricordare soprattutto Blondel e Schelling. Non vanno trascurati Husserl e Merleau-Ponty. L'autobiografia inedita di Tilliette, inserita integralmente in questo volume, consente per la prima volta di ricostruire l'iter formativo dell'uomo di fede e del filosofo. -
Interferenze digitali. Prospettive sociologiche su tecnologie, biomedicina e identità di genere
Con l'introduzione di dispositivi biomedici sempre più performanti e personalizzati, come muta la relazione tra gli individui e la loro salute? E come cambiano il sapere e le narrazioni di salute impiegando una prospettiva di genere? Il libro cerca di rispondere a queste e altre domande, raccogliendo i contributi di giovani sociologhe italiane che avanzano, attraverso diverse esperienze di ricerca, nuove prospettive intersezionali a partire da fondamenti e innovazioni concettuali proposte dalla sociologia della salute e dagli science and technology studies. Le riflessioni, distribuite nei vari capitoli, si concentrano su tre aspetti. Anzitutto l'utilizzo di nuove tecnologie per la salute e per la ricerca biomedica, che alimenta un approccio sociomateriale, evidenziando il cambiamento che queste comportano in ottiche di una nuova concettualizzazione, visualizzazione e impiego del corpo umano. Viene altresì discusso l'approccio digitale al benessere e alla malattia, in cui convergono un potenziamento nel ruolo del cittadino/paziente, nonché un supporto all'operato di medici e professionisti sanitari; il tutto marcato da nuove logiche di sorveglianza e controllo sui dati. Infine si propone la prospettiva di genere quale fil rouge in merito alle forme di riproduzione, soggettivazione del vissuto di malattia e nella narrazione biografica. -
Vaccinare i bambini tra obbligo e persuasione: tre secoli di controversie. Il caso dell'Italia
La storia completa e mai raccontata di tre secoli di controversie: dalle prime resistenze degli antinoculisti nell'Italia del '700 alle proteste degli antivaccinisti nell'Italia dell'obbligo vaccinale. Il difficile cammino di uno dei pilastri della sanità pubblica preventiva, tra paura, scetticismo, diffidenza e pregiudizi. L'""esitazione vaccinale"""" del nostro tempo rappresenta solo l'ultimo capitolo di una storia che nel nostro Paese ha assunto caratteri particolari, attraversando momenti di eclissi e di slancio nei diversi periodi storici e nei vari ordinamenti politico-istituzionali, dall'Italia liberale all'Italia repubblicana, passando per il fascismo. Ricostruire tre secoli di controversie offre infinite suggestioni e consente di evitare un'ingannevole attualizzazione e di individuare l'ininterrotta presenza di un nemico secolare: la paura. Tra preoccupazioni logiche e ansie irrazionali, essa rappresenta ancora uno dei maggiori ostacoli all'accettazione dei vaccini e alla prevenzione di malattie, delle quali le ultime generazioni di genitori non hanno memoria, faticando perciò a bilanciare benefici e potenziali danni. Con la paura, nonostante i progressi della vaccinologia e lo sviluppo di vaccini più sicuri ed efficaci, sono ancora costretti a confrontarsi - oggi come nel primo '800 - operatori sanitari, scienziati e autorità. Per vincerla, quella paura, occorre separare realtà e mito e far sì che al ritmo accelerato dello sviluppo dei vaccini corrisponda quello dell'investimento di risorse umane e finanziarie necessarie a monitorarli e studiarne la sicurezza. Solo così sarà possibile non disperdere la fiducia nel valore sociale di una pratica che rappresenta uno dei maggiori successi della storia nel campo della salute pubblica."" -
Vivere il mondo. Sentieri di educazione alla cittadinanza, dalla partecipazione all'educazione economica
L'educazione finanziaria e lo sviluppo sostenibile rappresentano due opportunità di crescita per la comunità, prospettiva che necessita l'azione di tutte le agenzie educative per diffondere l'approccio all'economia sostenibile in un'ottica di cittadinanza attiva e consapevole, al fine di costruire un valido progetto di vita ispirato ai valori di sviluppo sostenibile e globale fissati dall'Agenda 2030 dell'ONU. Seguendo le indicazioni pedagogiche dell'UNESCO (2014), nella società ogni persona dovrebbe essere in grado di partecipare in modo attivo, costruttivo ed efficace alla vita sociale e professionale. Per educare a vivere il mondo nella società contemporanea, alle diverse forme di vita e di relazioni, occorre definirne il contesto. Ciascuno è parte della società in quanto cittadino, ovvero, secondo la definizione del Consiglio d'Europa, ""a person co-existing in a society"""" (O'Shea, 2003). La consapevolezza economica e finanziaria si pone come componente basilare per la pianificazione e visione del futuro, rendendo il soggetto capace di decidere con cognizione e pianificazione e quindi di vivere meglio attraverso una solida progettazione esistenziale. Così interpretata, la financial literacy è cruciale di conseguenza per ogni Paese: spetta alle scuole e ai docenti, alle scienze umane e in particolare, a quelle dell'educazione, fornire una buona dotazione di queste competenze. La Pedagogia in questo contesto è chiamata al difficile compito di educare a costruire una solida progettazione esistenziale per la formazione della persona. Porre l'educazione finanziaria e l'approccio all'economia sostenibile, indispensabili alla crescita dell'intera comunità, come prioritarie in un'ottica di cittadinanza attiva e consapevole, consentirà a tutti e a ciascuno di costruire un progetto di vita ispirato ai valori di sviluppo sostenibile e globale fissati dall'Agenda 2030 dell'ONU."" -
A partire dai punti di forza. Popular culture, eterogeneità, educazione
La diversità è spesso vista come problematica e ne vengono enfatizzate principalmente criticità e punti di debolezza. Questo volume intende evidenziare invece l'importanza di muovere dai punti di forza che in contesti ad alta eterogeneità possono emergere. E cerca di farlo focalizzandosi anche su una particolare dimensione - quella della popular culture contemporanea - che, soprattutto se guardiamo alle fasce più giovani, pare poter emergere oggi come centrale nei processi di apprendimento e socializzazione, anche nei contesti educativi ad alta complessità ed eterogeneità socioculturale. Scopo dell'opera è fornire a insegnanti ed educatori che operano in ambiti segnati da forte eterogeneità chiavi di lettura e strumenti che possano aiutarli a capovolgere lo sguardo troppo spesso negativo con il quale ci si avvicina a tali contesti, per riuscire invece a cogliere e valorizzare, anche sulla base di pratiche condivise riconducibili alla popular culture, quei punti di forza a partire dai quali è possibile, appunto, progettare e realizzare ambienti e percorsi educativi che provino a essere davvero equi e inclusivi. -
Dal locale al globale e ritorno. Nuovi paradigmi e nuovi modelli di azione
Il volume si inserisce nel dibattito su un tipico dualismo sociologico, quello tra globale e locale, per approdare ai modelli alternativi di sviluppo che caratterizzano le società contemporanee. Tenendo in buon conto le circolarità tra teoria e prassi, il testo raccoglie alcuni percorsi di riflessione teorica e di indagine sociale, esito di un seminario di studio italo-brasiliano svoltosi presso l'Università del Molise. L'esito di tutto questo è il cercare di definire il ""posto"""" dell'attore sociale (locale) nel processo di sviluppo della società come motore di un cambiamento perennemente in divenire e che non può più prescindere dalla ri-comprensione nel locale dei mondi-della-vita, sempre più pericolanti in ragione di una individualizzazione sempre più sprovvista di ancoraggi nel reale."" -
Alberto Sartoris attraverso «Gli elementi dell'architettura funzionale». Genesi e fortuna critica di un libro
Alberto Sartoris (1901-1998) architetto, teorico e critico dell'architettura italo-svizzero pubblica, nell'aprile del 1932, il libro che lo ha reso celebre in tutto il mondo, Gli elementi dell'architettura funzionale. Sintesi panoramica dell'architettura moderna, edito da Ulrico Hoepli. Destinato a diventare un classico della letteratura architettonica, il libro di Sartoris viene considerato dalla critica dell'epoca come un imprescindibile strumento di formazione per intere generazioni di studiosi ed architetti, soprattutto grazie al potenziale comunicativo offerto dalla struttura dell'apparato iconografico pubblicato. Il presente volume, oltre ad indagare la genesi che ha portato alla pubblicazione dell'opera di Sartoris, vuole comprendere il suo articolato processo di realizzazione ed approfondire le vicende legate alle ragioni del suo successo attraverso gli effetti in termini di ricezione che Gli elementi, nelle sue tre edizioni, ha esercitato fra i lettori di tutto il mondo. Incrociando fonti archivistiche inedite, questo volume vuole inoltre approfondire le attività mirate all'affermazione della fama abilmente costruita da Sartoris nell'arco di circa un trentennio e venutasi a creare a seguito della costruzione di una fitta rete di contatti e di relazioni sociali. Attraverso la pubblicazione de Gli elementi, Sartoris inizia a definire una specifica iconografia legata alla sua figura che lo accompagnerà nel corso di tutta la sua carriera: con il suo libro, egli ha avuto infatti il merito di cristallizzare la cultura architettonica dell'epoca, attraverso la diffusione mirata e capillare a livello internazionale delle sue imprese editoriali. -
Centro e periferie dell'alfabetizzazione in età postunitaria
Questo volume indaga, dal punto di vista della didattica dell'italiano, dei suoi metodi e dei suoi strumenti, tre realtà dell'alfabetizzazione per diverse ragioni periferiche: gli istituti infantili o asili, le scuole per i sordomuti e le scuole carcerarie. Le loro peculiarità, illustrate nel loro evolversi tra secondo Ottocento e primo ventennio del Novecento, sono raffrontate con la coeva modellizzazione dell'italiano propagata da un campione di grammatiche per le scuole elementari, ritenute idonee dal Ministero della Pubblica Istruzione per il metodo e per il modello linguistico codificato. -
Il cerchio magico. Infanzia, poetica e gioco come ghirlanda dell'educazione
Il cerchio magico è l'espressione utilizzata da Huizinga nel suo celebre ""Homo ludens"""" per designare l'ambito del gioco e del giocare. È metafora di uno spazio di trasformazione dell'esperienza, di un processo di sua elaborazione in forma rappresentata, elaborata, pensata, raccontata, descritta, narrata, giocata, spiegata. Come nel gioco, anche nell'educazione, così nella dimensione poetica ogni elemento è connotato da un effetto di raddoppiamento, perché presenta al contempo caratteri reali e di finzione. Si tratta di istanze che tendono verso un altrove, sono alla base di una insoddisfazione per il presente e mostrano la tensione verso un futuro possibile. In questo senso gli assi del volume sono descritti nella loro relazione con questa alterità: l'educazione è un setting di sperimentazione della vita e spazio della sua elaborazione; l'infanzia è la stagione simbolica dell'esistenza, che mostra in nuce il processo germinativo dello sviluppo; la poetica è l'aurora delle cose e il loro raddoppiamento in immagine-parola; il gioco è l'imitazione della realtà e la sua continua ricreazione. Nel testo, la ghirlanda è intreccio di infanzia, poetica e gioco, ed emblema di un progetto educativo orientato dalla speranza (Freire, Durand, Bloch), come condizione materiale e simbolica per un progetto di uomo nuovo e di mondo nuovo."" -
Freedom management. Organizzazioni centrate sulla libertà dell'individuo
Siamo circondati da organizzazioni che non amiamo e che sostengono costi crescenti per attrarci, coinvolgerci e renderci produttivi. Mentre sempre più persone decidono di farne a meno e creano le loro imprese, che a loro volta non sfuggono al medesimo destino non appena hanno successo, come le difficoltà di icone come Google o Facebook ci rivelano. Questo circolo vizioso va interrotto e questo libro propone una strada possibile di trasformazione a chi sa guardare lontano. La prospettiva è quella di costruire organizzazioni che ruotano attorno alla libertà delle persone e che ottengono il beneficio di quella motivazione intrinseca che nasce dal fare quello che comprendiamo e in cui crediamo. Proprio in questi mesi di smart working diffuso e poco strutturato, migliaia di persone hanno lavorato e si sono formate senza un controllo continuo delle organizzazioni, ma seguendo il loro senso di appartenenza e la loro curiosità. Oggi parliamo di purpose e di condivisione, il prossimo decennio sarà caratterizzato dalla sfida del senso per ognuno di noi dell'investimento dell'unica risorsa che non possiamo ripristinare: il nostro tempo.