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Mombello. Un'inchiesta teatrale, uno spettacolo, un viaggio
Da quando in Italia i manicomi sono stati chiusi, i complessi che non sono stati riconvertiti in ospedali o in luoghi di cultura sono stati lasciati cadere a pezzi oppure, in molti casi, sono stati oggetto di speculazione edilizia. Questo libro parla dell'ex ospedale psichiatrico provinciale Antonini di Limbiate, del progetto Voci da dentro, nato per raccontarne la storia, dello spettacolo teatrale Mombello, che ne è scaturito, e del viaggio Case Matte, alla ricerca di realtà omologhe sul territorio nazionale. È un diario, un manuale d'istruzioni, una guida al viaggio. L'idea di mantenere viva la memoria di quanto accaduto nei manicomi nasce dall'urgenza di non dimenticare che negli ottantotto ospedali psichiatrici italiani sono state rinchiuse centinaia di migliaia di persone, talvolta per una vita intera. Teatro Periferico, partendo da ricordi individuali, ricostruisce una memoria collettiva, con lo scopo non solo di riportare alla luce quelle vite disperse, ma di trasformare questa presa di coscienza in un'azione inclusiva. Perché, se il manicomio inteso come istituzione totale è un capitolo chiuso, il ""pensiero manicomiale"""" continua a vivere nella testa delle persone."" -
Tortura. Una pratica indicibile
Questo libro porta l'attenzione sulla tortura come pratica politica attraverso la quale anche gli Stati democratici, Italia compresa, esercitano il loro potere affermando il monopolio della violenza nella loro relazione con i cittadini. Una rapida ricognizione degli eventi di tortura accertati in Italia in diversi contesti fa emergere come il ricorso a questa pratica sia diventato possibile, accettabile, ordinario. Sono alcuni soggetti sociali, ritenuti torturabili senza suscitare indignazione a divenire di volta in volta bersaglio di questa violenza specifica che soltanto agenti addestrati e autorizzati possono esercitare. L'istituzione di corpi speciali in patria come la partecipazione alle aggressioni belliche all'estero consentirà agli Stati di diritto di spettacolarizzare in questo modo il loro potere e garantirlo, esattamente come facevano i sovrani di un tempo e come fanno le dittature nostre contemporanee. -
Boccadaride
Una storia di solitudine, narrata in prima persona, che ci porta nell'immediato dopoguerra, percorrendo i passi dello sradicamento dalla campagna, dei legami famigliari e con la terra d'origine. ""Le ferie e le feste comandate continuavo a trascorrerle lassù, portandomi appresso le due facce presenti in me. Quella diurna, o comunque ufficiale, fatta di lavoro e casa e quasi nulla più; e quella clandestina, notturna se si vuole, ma non necessariamente, in cui c'era più spazio per i sentimenti, per me stesso. La prima corrisponde a come gli altri mi vedono, o meglio, come avevo voluto che mi vedessero; la seconda non è poi così diversa dall'altra, è solo più vera. Potrebbero coesistere, anzi potrebbero essere una cosa sola. Ma non l'ho mai voluto"""". """"Il sole ha cominciato a illuminare la valle che si estende tra il Catria e l'Acuto. Poi è salito, lentamente ma inesorabilmente, ad ampliare sempre più lo spazio illuminato, finché non me lo sono trovato proprio di fronte, come se, idealmente, mi stesse baciando. In quell'istante ho avvertito dell'umido sulle guance. Il sole mi ha fatto bocca da ride. Ho ricambiato""""."" -
Dal ghetto del paradiso. La pedagogia sociale antidiscriminatoria di Fabrizio De André
La nostra società non se la passa così bene dal punto di vista relazionale e umano, ha bisogno di rinforzi utopistici da reinventare, di nuovi orizzonti da immaginare e per cui camminare, di sentieri luminosi da ritrovare insieme alle grandi ombre che li accompagnano inevitabilmente. Mi auguro sempre che in ogni famiglia e in ogni scuola si ascoltino ""i segni"""" lasciati da Fabrizio De André, auspico che docenti ed educatori lungimiranti possano accompagnare e supportare le nuove generazioni alla ricerca delle sue tracce; sperando che la bellezza della sua musica e delle sue parole possa nutrire le coscienze e lo spirito del mio tempo e dei più giovani, lasciati in pasto a un mondo molto virtuale. Nel cuore e nella mente credo che la poesia e la musica possano tornare a corroborare le anime con tracce di libertà e autenticità, senza le quali non esiste felicità alcuna."" -
Sbarre sul mare. Una fuga ventuno poesie una luna nuova
I racconti poetici qui proposti mettono a nudo alcuni subdoli dispositivi della realtà attuale. Fra tutti, il ruolo che le multinazionali del farmaco, alleate con il sistema psicoterapeutico privato, assumono nella promozione del consumo farmacologico di massa. Non è più lo psichiatra che cura i pazienti, consumatori chimici senza pari. Ridotto a mero applicatore di protocolli diagnostici e terapeutici elaborati altrove, rinuncia insensibilmente alla propria libertà, in cambio di nulla. Parallelamente il paziente, immagine speculare del suo perplesso terapeuta, combatte senza risparmio per conquistare un vissuto di veridicità che si basi su una congettura centrale indiscutibile, da preservare in ogni caso. Impermeabile a una realtà per lui deleteria, non delira perché ragiona male, ma perché intuisce che la ragione serve la vita, non la morte. In questa opaca situazione, la poesia si eleva quale linguaggio capace di esprimerne il dolore e rintracciarvi frammenti sparsi di verità dimenticate. -
Dal cubo bianco al cubo nomade. Pratiche di decostruzione dell'istituzione museale
Questo libro porta l'attenzione sulle principali trasformazioni museologiche avvenute nel corso XX secolo, e sulle tendenze che negli ultimi decenni hanno contribuito a decostruire la convinzione che l'arte abbia bisogno necessariamente di un luogo in cui dimorare. Vuole quindi essere una riflessione sull'identità e sulla validità del museo oggi e nel farlo intende tracciare una panoramica delle istituzioni museali nate o che stanno nascendo per le quali il contenitore conta più del contenuto, o meglio il cui contenitore è diventato esso stesso contenuto. Dedica grande attenzione alle recenti istanze critiche nei confronti dei luoghi istituzionali e deputati del mondo dell'arte, ascrivibili a una attuale critica istituzionale. Per le nuove idee di museo, nel dettaglio vengono analizzate tre esperienze, tutte romane, che si pongono al di fuori delle pratiche istituzionali o istituzionalizzate sia in senso fisico, sia per intenti: il Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, città meticcia di Giorgio De Finis, il Museo all'aria aperta di Fausto Delle Chiaie e il Museo dell'arte contemporanea italiana in esilio di Cesare Pietroiusti. -
Il sonno dei papaveri
Questo lavoro di Renzo è un libro pieno di fiori: fiori per ogni stagione, per ogni speranza, per ogni nome che diamo al dolore; le poesie di Renzo sono tutte molto brevi, perché i suoi occhi sono sempre pieni di nuvole che si muovono troppo in fretta, così lui scrive i pensieri sui primi fogli che gli vengono a tiro, poi li ammucchia sul comodino in una pila che casca ineluttabilmente ai piedi del letto, in un lago di parole sparse sul pavimento. È lì che le raccolgo, ricostruendo in fretta quella risma di fogli, che infilo dentro il primo sacchetto di plastica che trovo. Per non perdere quelle parole, che so che mi terranno sospeso a mezz'aria, sul filo di un ricordo, di un'ombra del passato, di un pezzo del mio cuore che ho perduto e ritrovato mille volte. (dall'introduzione di Alessandro Malaffo) -
Zlocini. Kosovo, il silenzio e la memoria
Un viaggio nel Kosovo, a ridosso dei bombardamenti del 1999, per ricordare i crimini che vi si sono consumati, sotto i nostri occhi indifferenti. Il traffico di organi, quello della droga, la tratta degli esseri umani, gli scomparsi, le torture. La dimensione letteraria non toglie nulla alla realtà e ci interroga sul nostro paese, geograficamente e politicamente coinvolto, su questo commercio che passa attraverso il sequestro e l'omicidio di persone alle quali gli organi vengono espiantati. Un crimine che si aggiunge a quelli ""ordinari"""", come la costrizione a lasciare la propria casa, il proprio lavoro, la propria terra, mentre la Nato si espande verso Est impiantando nuove basi militari. Le storie di Jovan, di Milan, di Dragan, di Dejan, di Srdjan, i loro cuori, ci accompagnano in un viaggio che vuole essere occasione per accorciare la distanza tra noi e i crimini di cui siamo complici."" -
La società artificiale. Miti e derive dell'impero virtuale
Questo libro s'interessa delle implicazioni sociali dei nuovi strumenti digitali e del significato concreto che nella vita di relazione quotidiana, nella politica, negli stati di coscienza e nel mondo del lavoro espressioni come big data, profilazione predittiva, intelligenza artificiale, cloud, robot umanoidi, internet delle cose, vengono realmente a configurare. Più in generale questa esplorazione cerca di mostrare come ""progresso sociale"""" e """"tecnologie digitali"""" non siano affatto sinonimi. E anzi, come queste ultime innervino l'architettura di classe capitalistica invadendo e aggredendo dall'interno lo spazio vitale essenziale delle relazioni umane. Ben oltre la società industriale, la società dello spettacolo e la modernità liquida, la società artificiale ci mette dunque di fronte al germe accattivante e vorace di un nuovo totalitarismo. Un totalitarismo tecnologico che, a differenza di quelli ideologici del Novecento, invade e colonizza il luogo più """"sacro"""" e fondamentale della libertà. D'altra parte, una matura consapevolezza di questa estrema deriva può essere anche il punto di partenza per un'ulteriore rimessa in discussione delle classi sociali e del destino di specie."" -
Funamboli sulla strada. L'infanzia che resiste a Città del Guatemala
Città del Guatemala. Venti giovani raccontano in prima persona la loro vita in strada e l'ostinata lotta per uscirne. Rifiutati dalle famiglie, o in fuga dalla violenza che li minaccia tra le mura di casa, si trovano in tenerissima età a fare i conti con il freddo, con lo sguardo ostile della gente e con una libertà difficile da gestire. Storie di droga, agguati, stupri, omicidi. Ma anche di amicizia, orgoglio, speranza per un futuro luminoso e per un mondo diverso. Cambiare vita è un'impresa quasi impossibile: i giovani di strada camminano in equilibrio su una fune, sono protagonisti di un continuo cadere e rialzarsi. Dipendenza, mancanza di autostima e solitudine tornano ad afferrare anche il più abile dei funamboli. L'unica soluzione è fare fronte comune, organizzandosi nel Movimento dei Giovani di Strada del Guatemala (Mojoca), di cui fanno parte i protagonisti di questo libro. A raccogliere le testimonianze è un educatore della provincia milanese, che nell'ambito di un viaggio intorno al mondo durato due anni ha trascorso alcuni mesi con i giovani del Mojoca. Brevi racconti della sua esperienza nel Guatemala accompagnano il lettore nel contesto e introducono i personaggi. -
Mai. L'ergastolo nella vita quotidiana
"L'assenza di un fine pena certo può essere considerato il primo basilare dispositivo su cui si fonda l'istituto dell'ergastolo, ed è questa durata infinita della pena che la rende specifica nella sua quotidiana esecuzione. Si potrebbe dire che se con la pena di morte lo Stato toglie la vita a una persona, con l'ergastolo se la prende"""". Così Nicola Valentino introduce alla lettura di questo libro nel quale Annino Mele racconta l'esperienza quotidiana del carcere, vissuta da un uomo il cui fine pena è fissato al 99/99/9999. Mai. Una narrazione che svela senza reticenze il falso mito della funzione rieducatrice del carcere e quello della presunta virtualità dell'ergastolo nel sistema penale e giudiziario attuale. Come se questa pena non fosse realmente scontata dagli ergastolani. Un libro che descrive i dispositivi del carcere, le sue banali violenze quotidiane (che si possono tradurre in un dispetto o in un suicidio), i suoi misteri irrisolti (come l'epidemia di febbre Q nel carcere del Bassone e le voci che sotto a quelle fondamenta sia stata sepolta la diossina di Seveso). L'interrogativo che questo libro vuole porre è se non sia giunto il momento di abolire la pena dell'ergastolo." -
Le istituzioni dell'agonia. Ergastolo e pena di morte
Nel mondo, una parte dell'umanità vive una condizione di agonia, non a causa di una malattia terminale, ma perché viene ridotta in agonia attraverso due istituti dei sistemi penali che sono la pena di morte e l'ergastolo. Di queste pene capitali è qui delineata la sostanziale similitudine, attraversando le esperienze delle persone nei bracci della morte e di quelle condannate ""fino alla morte del reo"""". Le 1677 persone attualmente all'ergastolo in Italia costituiscono una presenza luttuosa per quelle porzioni di società che non vogliono che una persona possa essere condannata fino alla morte. Vestire il lutto per l'esistenza di una morte sociale da pena capitale può costituire un modo per rendere palese ciò che viene celato istituzionalmente e culturalmente giustificato attraverso la mostrificazione dei condannati. È sollecitato anche uno spostamento lessicale rispetto all'uso di parole che celano la crudezza della condizione. Solo l'abolizione dell'ergastolo e l'attestarsi del sistema penale sulle pene temporali che già esistono può rimettere in gioco parole abusate come il termine speranza. La sua simbologia può avere senso solo se è scritta in sentenza una data di fine pena."" -
Il richiamo della piangente. Le Terre Libere
Micah è cresciuto con l'idea che i Signori degli spettri siano malvagi. Quando il dono si risveglia in lui, si trova in bilico tra la luce e l'ombra, a causa di una natura che non riesce a comprendere né ad accettare. In un clima di tensioni tra i diversi popoli che abitano le Terre Libere, accecati dalle superstizioni e dalla crescente intolleranza, il risveglio di un antagonista ritenuto sconfitto lo costringe a schierarsi. Il percorso che intraprende, insieme a giovani di altri popoli, è costellato di eventi e segreti che mettono in dubbio fiducia e lealtà. Larissa e Leanne, amiche d'infanzia di Runendan, la dimora dei maghi, incaricate di svolgere differenti missioni, si lanciano in una corsa contro il tempo per proteggere le Terre Libere e il loro ordine dalle minacce incombenti. Le loro scelte, e quelle dei loro improbabili compagni di viaggio, hanno il potere di ristabilire l'equilibrio quanto di distruggerlo. In fondo, è solo una questione di prospettiva. -
Le nuvole
"Il treno delle nuvole è un posto dove far correre i pensieri senza imbrigliarli troppo, io ogni tanto lo prendo per scrivere delle storie, giocare con le parole senza paura di essere scoperto, e magari inventare qualche finale rassicurante per fare pace col mondo. Una delle cose che dicono spesso di noi matti è che abbiamo la testa tra le nuvole. Così quando vidi comparire Matt e Stig sul mio treno non fui particolarmente sorpreso. Questo genere di viaggi dispensa solitamente parecchia inquietudine, ma se c'è una cosa che si può dire con certezza è che noi il prezzo del biglietto lo paghiamo, eccome. Perché ci portiamo sempre dietro un pezzo mancante, chi la voce, chi l'udito, chi un sogno, ed è questa mancanza a rendere imperdonabili le nostre emozioni"""". Poiché l'imprevisto può trasformare chiunque in un """"diverso"""", Matt e Stig, accomunati da diverse disabilità, ci parlano di noi. Una storia scritta sul treno delle nuvole per aiutarci a cogliere la sociogenesi della """"malattia mentale"""" e riflettere sulla risposta sociale alla diversità. Introduzione di Nando Tonon." -
Gramsci e il Risorgimento
L'analisi gramsciana va alla ricerca dei diversi fattori che hanno contribuito, tutti insieme, a determinare, nella seconda metà dell'Ottocento, il Risorgimento italiano come ""un processo storico complesso e contraddittorio, che risulta integrale in tutti i suoi elementi antitetici"""". Gramsci riconosce, nel cosiddetto """"potere d'attrazione"""" dei moderati sui democratici, un'accorta """"egemonia"""", per la quale muove critiche al Partito d'Azione per non avere saputo opporre, all'omogeneità spontanea dei gruppi moderati, l'organizzazione di un grande movimento popolare di massa. La soluzione nazionale unitaria avrebbe realizzato, secondo la visione gramsciana, un'iniziale promozione e modernizzazione del paese, ma avrebbe portato alla deteriore prassi del """"trasformismo"""" in termini di metodologia procedurale per conservare nel tempo, il più a lungo possibile, il potere delle classi borghesi moderate. L'unità nazionale, inoltre, non risolve la """"questione meridionale"""", che resterà """"uno squilibrio e una contraddizione che erano nati dall'incapacità delle forze dirigenti risorgimentali di affrontare e risolvere la questione contadina""""."" -
La tenacia e il destino. Storia di una donna che non si arrende
Questo libro propone un testo autobiografico a carattere diaristico scritto dall'autrice per prendersi cura di sé, in un momento difficile del suo cammino. L'esperienza di una donna due volte orfana che costruisce il suo percorso di vita, affrontando strada facendo gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione del suo destino. Un'occasione per riflettere su quanto sia fragile la vita, sempre in bilico sulle corde del caso e delle nostre scelte. Ma anche un invito a guardare con attenzione alle dinamiche sociali - qui sono richiamate quelle della metà degli anni sessanta nella provincia piemontese - e alle risorse a cui ciascuno può attingere per mettere un po' di ""ordine dentro di sé"""". La scrittura è corredata da brevi brani poetici e alcuni disegni tracciati dall'autrice."" -
2113 RM. Storia di due operatrici di call center
2113 RM è il numero di matricola di Serena Gentili, il codice che contrassegna il suo badge in Almaviva Contact. Prima di essere un numero, Serena è una persona, una donna con alle spalle un matrimonio fallito, madre di una vivace adolescente. Sul posto di lavoro vive il dramma dell'apertura di una procedura di licenziamento collettivo. Determinata e ironica, si batterà per i principi in cui crede. Non piegherà la testa tollerando la riduzione di salario e il controllo ad personam. Incorrerà in un inevitabile licenziamento, con l'intento di preservare la propria dignità, per costruire un domani migliore per le nuove generazioni. Contemporaneamente, dall'altra parte dell'Adriatico, a Tirana, la ventenne Jetmira associa l'assunzione al call center Albacall all'idea di libertà da un patriarcato secolare. Spostarsi dalla campagna per andare a lavorare in città, significa per lei emanciparsi, vivere ""all'occidentale"""". Serena e Jetmira attraversano fasi di età diverse, provengono da culture differenti, ma subiscono entrambe la discriminazione dell'essere donne. Le due protagoniste sono inconsapevolmente le opposte facce della stessa medaglia: quella della delocalizzazione del lavoro."" -
Il mito dell'identità. Apologia della dissociazione
Questo libro propone una lettura non patologica della dissociazione identitaria, che viene presentata da molte angolazioni disciplinari come un comportamento universale e ordinario. Patrick Boumard colloca in questa prospettiva generale e con un taglio micro-sociologico l'analisi dell'esperienza pedagogica.?Insegnanti ed educatori si trovano molto spesso di fronte a comportamenti di allievi che potrebbero dirsi ""dissociati"""" (distrazione, chiacchiericcio, ecc) ma che non presentano alcuna patologia. Rifiutando di racchiuderli nelle etichette della """"devianza"""", Boumard mostra come queste pratiche siano al contrario strategie di sopravvivenza o vere e proprie risorse. Georges Lapassade propone uno sguardo antropologico sulla dissociazione e illustra, discutendo molte pratiche sciamaniche, la loro analogia con le fenomenologie dissociative degli Stati Modificati di Coscienza messi in luce da Mesmer e Puységur nel XVIII secolo. Michel Lobrot infine propone una teoria della coscienza in termini psicologici e argomenta la tesi secondo cui la dissociazione psicologica, ben lungi dall'essere un fenomeno straordinario, è il regime normale della nostra vita psichica, il nostro pane quotidiano."" -
La resistenza. Nella poesia nera femminile brasiliana contemporanea
Il ""razzismo alla brasiliana"""" è un fenomeno di pregiudizio strutturato nei confronti degli afrodiscendenti che popolano il Brasile, provocato dagli influssi dell'antico schiavismo sull'attuale economia capitalista dipendente. In questo contesto, le donne nere si vedono vittime di un doppio pregiudizio, etnico e di genere, che le opprime cumulativamente e le relega alla base della piramide sociale: se, a partire dagli anni settanta del Novecento, prendono piede i movimenti afrobrasiliano e femminista, le donne nere non riescono a beneficiare dei passi avanti effettuati né dalla minoranza femminile, all'interno della quale sono vittime di razzismo, né da quella nera, in cui sono comunque declassificate perché donne. Gli avvicendamenti sociali si riflettono nelle produzioni culturali, come la letteratura. Si fa allora urgente la necessità di esplicitare un genere letterario che sia espressivamente afrobrasiliano e femminile, per praticare la resistenza sociale, culturale e politica della donna nera brasiliana: il mezzo che si dimostrerà più adatto a tale scopo comunicativo sarà la poesia."" -
E adesso parliamo noi. Terapia al bisogno per i pregiudizi
In un contesto sociale nel quale la psichiatria si legittima attraverso i professionisti e la clinica, si sta perdendo di vista il sapere di chi vive il disagio. Invece di spegnere chimicamente le voci, questo testo le libera in un gioco sociale che invita al rinnovamento culturale e istituzionale. Con questo lavoro si riporta l'attenzione su quello che è in gioco nelle donne e negli uomini che attraversano le strutture della salute mentale, e si propongono dei riferimenti per nuovi modelli di ruolo possibili, adeguati a una società più inclusiva. Il linguaggio diretto, semplice e figurativo, vuole valorizzare le emozioni, in modo che chiunque vi si possa riconoscere, trasmettendo un sapere che ci auguriamo possa diventare strumento di accompagnamento: ogni storia, che sia espressa in parole autobiografiche o trasfigurata nei linguaggi della poesia, del racconto, della fantascienza, induce chi la incontra a rivolgere lo sguardo su di sé e invita a cogliere nei propri atti e pensieri quegli indizi che affratellano con chi narra. In questo modo gli autori, da persone che vivono il disagio, diventano promotori di cultura, riappropriandosi del loro diritto alla cittadinanza attiva.