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I Malavoglia
Al centro della narrazione sta la ""Provvidenza"""", la barca più illustre della letteratura italiana, la più vecchia delle barche da pesca del villaggio. La vicenda ruota intorno alla sventura dei Malavoglia, innescata proprio dal naufragio della """"Provvidenza"""" carica di lupini presi a credito. Si snoda così tutta una trama straordinariamente complessa che non abbandona mai lo svolgersi doloroso del dramma. Il quale è una serie di rovesci, colpo su colpo contro i Malavoglia, ogni volta che a forza di rassegnazione e coraggio riescono a rialzarsi dal colpo precedente."" -
La paura e altri racconti di guerra
Negli anni immediatamente successivi alla Grande guerra, il conflitto appena concluso viene raccontato da tutti i maggiori scrittori italiani del tempo, chi in poesia e chi in prosa. Si tratta in gran parte di reduci e testimoni; per quanto possa sembrare strano, però, nessuno ha saputo narrare l'esperienza della trincea altrettanto bene di Federico De Roberto, che, ormai anziano, conobbe il fronte solo in maniera indiretta, in particolare nel celebre ""La paura"""" (1921). La montagna arida e brulla, un cecchino che abbatte a uno a uno gli uomini mandati a raggiungere uno strategico posto di guardia, il panico che si diffonde nella truppa, il senso di colpa del tenente a capo dei soldati: di rado la violenza della guerra è stata messa in scena con tanta esattezza. Completano il volume un saggio critico di Gabriele Pedullà, gli altri otto racconti di De Roberto sul Primo conflitto mondiale e - per la prima volta - tre racconti di argomento militare dati alle stampe tra il 1909 e il 1915."" -
Il trattato sulla tolleranza
Il 10 marzo 1762 il protestante Jean Calas viene giustiziato in una piazza di Tolosa, di fronte a una folla inferocita. L'accusa è quella di aver ucciso il figlio, sospettato di volersi convertire al cattolicesimo. Nonostante l'inconsistenza delle prove e l'arbitrarietà di un processo che risponde più alle storture del fanatismo religioso che al rigore della ragione e della giustizia, la supplica di Calas - che fin sul patibolo non cessa di protestare la propria innocenza - rimane inascoltata. Non da Voltaire, che impugna la penna contro questa palese ingiustizia. L'anno successivo viene pubblicato il breve e fulminante ""Trattato sulla tolleranza"""". Non solo Voltaire chiede la riabilitazione della memoria di un padre amorevole e di un uomo innocente: la sua invocazione assume i toni di un'accorata denuncia del fanatismo religioso e della superstizione, di un vibrante appello alla tolleranza e alla libertà di pensiero destinato a risuonare nei secoli a venire."" -
Casa Howard
"Casa Howard"""" (1910), l'opera più ambiziosa e matura di E.M. Forster, gravita intorno alla disputa per il possesso di una casa di campagna, fulcro sentimentale del romanzo. Attorno a Howards End si dispongono i contendenti, tutti schierati entro un'unica classe, la borghesia: le sorelle Schlegel, che rappresentano il mondo della cultura, quello di Ruskin e Beethoven, della lettura e della colta raffinatezza; i Bast, una giovane coppia impoverita del ceto impiegatizio; e la famiglia Wilcox, espressione della ricca middle class coloniale. Lo scontro, inevitabile, che ne deriva non soltanto rappresenta il conflitto tra diversi modi di intendere la vita e gli affetti, ma anche uno spaccato delle contraddizioni sociali e culturali dell'lnghilterra postvittoriana. Introduzione e prefazione di Silvano Sabbadini." -
Delitto e castigo
Pubblicato nel 1866, Delitto e castigo è il resoconto psicologico di un crimine. Raskol'nikov, povero studente di Pietroburgo, per emanciparsi da una miseria opprimente non esita a uccidere una vecchia usuraia e la sua incolpevole sorella, per poi derubarle. Il delitto ha un profondo valore simbolico: l'usuraia incarna l'iniquità del mondo e col suo gesto scellerato il giovane vuole mettere alla prova quella capacità di infrangere la legge che è propria dell'«uomo superiore», libero e svincolato da ogni morale. Ansia di sublime e fascino dell'abiezione, volontà di ferire e desiderio di espiare lacerano il cuore e la mente dell'omicida. Combattuto tra il ricordo ossessivo del misfatto e il timore angoscioso di venire scoperto, Raskol'nikov finisce col diventare l'implacabile giudice di sé stesso, fino alla catarsi finale: l'ammutolire della ragione, il palesarsi improvviso di una rivelazione che conduce ad accettare il castigo come destino. -
Cimbelino. Testo inglese a fronte
"Cimbelino"""", rappresentato in vita dell'autore ma pubblicato solo postumo nel 1623, è un dramma romanzesco che curiosamente combina un episodio di storia britannica all'epoca della dominazione romana con una novella del Decamerone. Protagonista del dramma è la bella e innocente figlia di Cimbelino, Imogene, che si trova al centro di una complessa rete di forze che vorrebbero imporle le nozze con il figlio della matrigna. Solo dopo un'innumerevole serie di equivoci, travestimenti e colpi di scena, Imogene riuscirà a riabbracciare il marito segreto Postumo, a ricongiungersi con il padre e a propiziare una nuova alleanza tra romani e britanni. Introduzione di Nemi D'Agostino." -
I doni della vita
A Saint-Elme, gli Hardelot svolgono da sempre il mestiere di cartai, di padre in figlio. Alla vigilia del matrimonio combinato per lui dalla famiglia e dello scatenarsi della drammatica sequela di guerre che sconvolgerà l'Europa del Novecento, Pierre, erede di nome e patrimonio, decide di voltare le spalle alla tradizione familiare e alle convenzioni sociali e di sposare la donna che ama, rivendicando per sé il ruolo di uomo libero e innamorato. Ultimo romanzo pubblicato in vita dell'autrice (1941) e laboratorio del suo capolavoro postumo, Suite francese, I doni della vita è un romanzo insieme familiare e corale, in cui la grande storia, che si ripete di guerra in guerra, costringe la vita quotidiana delle generazioni, delle famiglie, dei singoli a un confronto continuo con le tradizioni, i vincoli sociali, le miserie umane, gli affetti, i «beni di questo mondo». -
I ragazzi di via Pál
Tra le stradine del centro storico di Budapest, ce n'è una il cui nome nessuno potrà mai scordare: è la via Pàl, la via in cui la giovinezza dura in eterno. Sono i primi anni del Novecento: i magniloquenti palazzi asburgici sono poco distanti, come il lento e solenne scorrere del Danubio. Qui, in un lotto di terreno abbandonato e usato come deposito di legname, ha il suo quartier generale una banda di ragazzi del ginnasio, capitanata dal virile e leale Boka. Loro rivali giurati sono le Camicie Rosse, acquartierate nell'Orto Botanico e guidate dal temibile e fiero Feri Àts. Le due bande, organizzate come veri e propri eserciti, si contendono il controllo del territorio, oltre che la palma del più forte. Ma il mondo degli adulti, freddo e ostinato, detta legge: il campo di gioco viene occupato dalle costruzioni e la storia dei ragazzi di via Pàl ha la sua mesta e prosaica conclusione segnando la fine di un'età spensierata, piena di sogni e di generosi ideali. Prefazione di Giuseppe Maugeri. Età di lettura: da 10 anni. -
Canti pisani. Testo inglese a fronte
Frammentari e al tempo stesso grandiosamente unitari, ambiziosi al punto da far pensare a una modernaDivina commedia, i Cantos sono l'opera maggiore di Pound, la cui composizione ha occupato l'intera vita del poeta, dal 1925 al 1969. Di questo «flusso magmatico», di questo titanico sforzo di ricapitolare e interpretare poeticamente l'intera storia del mondo e della civiltà umana dalla guerra di Troia alla tragedia del secondo conflitto mondiale, fanno parte anche iCanti pisani, scritti durante la prigionia nel campo di concentramento di Coltano, presso Pisa, e pubblicati nel 1948. ICanti pisani conservano, scrive Giovanni Raboni nella prefazione, «non solo una propria inconfondibile identità, ma anche una propria specifica grandezza... una sorta di immediata e irrecusabile evidenza fisica». Prefazione di Giovanni Raboni. -
Tutte le poesie
Il volume raccoglie l'intera produzione di Giorgio Caproni, compreso ""Res Amissa"""", pubblicato postumo nel 1991. È dunque possibile cogliere nella sua interezza una delle più importanti voci poetiche del Novecento. Il dato essenziale della modernità di Giorgio Caproni è quella sua particolare musica cui si deve la naturalezza con cui il poeta passa, senza mutar tono, dal quotidiano all'astratto, dal colore al disegno, dal colloquiale all'epigrafico, dal domestico al metafisico. Temi preferiti da Caproni sono il viaggio, la frontiera, le terre di nessuno con i loro paesaggi solitari e le loro rare apparizioni e la caccia, ossessiva, a un'inafferrabile preda. Unico rifugio umano è proprio l'incerto confine tra il vero e l'immaginario, tra il certo e il possibile: anche l'assoluto, se esiste, abita nell'ambiguità. Introduzione di Stefano Verdino."" -
Poesie. Testo tedesco a fronte
Bertolt Brecht non è stato solo uno dei più importanti uomini di teatro del Novecento, ma anche uno dei massimi lirici di lingua tedesca: lo dimostrano sia le poesie politiche sia - su un versante più privato e personale - i versi d'amore o esplicitamente erotici. Quest'antologia è opera di un traduttore non occasionale, Gabriele Mucchi, pittore, architetto e designer che del poeta fu amico personale. Una selezione che comprende sia poesie famose sia componimenti spesso rimasti ignoti a causa dell'accanimento della censura. Ci sono poesie erotiche, che la pruderie dei curatori ha atteso quasi trent'anni prima di rendere pubbliche, ma c'è anche la splendida Ricordo di Marie A., che merita un posto accanto ai classici della delusione e della nostalgia amorosa di tutti i tempi. Oggi, ormai archiviati i furori ideologici del secolo breve, possiamo ammirare la limpidissima vena lirica di uno scrittore universalmente noto soprattutto per il suo acceso impegno politico. Prefazione di Cesare Cases. -
Foglie d'erba
La pubblicazione della prima edizione di ""Foglie d'erba"""", nel 1855, ebbe un effetto dirompente sul panorama letterario mondiale: per la prima volta compariva sulle scene un «nuovo bardo» – come ebbe a definirlo H.D. Thoreau – che segnava l'inizio di una rivoluzione nella poesia americana. Nella loro straordinaria intensità i versi di Walt Whitman, qui tradotti e selezionati da Roberto Mussapi, poeta e traduttore di poeti, raggiungono un profondo, commosso misticismo: non un misticismo religioso e inerte, ma un canto vitale intriso di energia – proprio come i fili d'erba che dalla terra spuntano e traggono nutrimento – che abbraccia in tutta la sua forza il cosmo, l'esplodere dell'eros, la morte e la vita, vissute e raccontate nella loro immediatezza."" -
Mastro don Gesualdo
Seconda opera del progettato ciclo dei ""Vinti"""", dopo i """"Malavoglia"""", """"Mastro don Gesualdo"""" è un romanzo di costume. La parabola di Gesualdo Motta che da """"mastro"""" (muratore) diventa """"don"""" (ricco borghese) descrive il fallimento di una vita tutta dedita al culto della """"roba"""", ma completamente aliena da affetti genuini e sinceri. Nel sovrapporsi chiassoso di voci che incrinano ogni valore sociale Verga sembra aver individuato il ritmo espressivo di un'umanità condizionata dal denaro e condannata alla solitudine. È una condizione di cui i personaggi non hanno coscienza, e questo fa di """"Mastro-don Gesualdo"""" il primo romanzo italiano dell'alienazione borghese."" -
Lettera al padre
"Carissimo padre, recentemente mi hai chiesto per quale motivo sostengo di avere paura di te. Come al solito, non ho saputo darti una risposta..."""" Con queste parole si apre la lettera che Franz Kafka scrisse a suo padre, Hermann Kafka, nel novembre del 1919. L'affidò alla madre Julie, nella speranza che queste pagine, così sentite, profonde e strazianti, potessero donare nuova vita a una relazione consumata da anni di incomprensioni, liti e pesanti silenzi: un rapporto contraddittorio, che condizionò pesantemente la formazione e l'opera letteraria del giovane Kafka, tra ammirazione e repulsione, paura e amore, rispetto e disprezzo. Ma a nulla valse quest'ultimo, disperato tentativo: la madre Julie, forse consapevole dell'inutilità del gesto del figlio, restituì la lettera, che non fu mai letta, al mittente. Fu pubblicata, postuma, nel 1952, non più documento personale ma parte dell'opera letteraria di uno dei più grandi scrittori della modernità." -
Il ballo
Antoinette ha appena compiuto quattordici anni. Sogna di partecipare al grande ballo che i suoi genitori, i Kampf, stanno organizzando per far mostra con tutta Parigi della loro fortuna, recentemente conquistata a prezzo di duri sacrifici. Ma Rosine, la madre di Antoinette, è talmente determinata a guadagnare prestigio e accettazione sociale da non rendersi conto di quanto sia bruciante il desiderio della figlia: non solo le impedisce di partecipare al ballo, ma le confisca la sua stanza da letto e la confina in uno sgabuzzino. La vendetta di Antoinette è terribile come solo può esserlo quella di una bambina alle soglie dell'età adulta, ancora inconsapevole degli equilibri del mondo: un gesto spietato e spiazzante che finirà per rivelare il vero volto delle persone che le stanno intorno. ""Il ballo"""" (1929) è uno dei primi racconti di Irene Némirovsky: nel difficile rapporto tra madre e figlia traspare in filigrana uno dei grandi nodi irrisolti della storia personale dell'autrice, che tornerà a riecheggiare nelle opere della maturità."" -
Amleto. Testo inglese a fronte
Poche opere al mondo hanno interessato e continuano a interessare pubblico e studiosi come l'Amleto. Molti sono i versi citati da questa tragedia, molte le scene memorabili. Si può ben dire che la figura del protagonista, con l'abissale densità dei suoi spessori umani e della sua problematica psicologica e morale, sia una delle più alte creazioni del teatro. Nei suoi astratti furori, nella purezza arrogante, nella furia misogina, nell'idealismo puritano Amleto anticipa una sindrome tipica della cultura europea moderna: la crisi esistenziale. Introduzione, prefazione, traduzione e note di Nemi D'Agostino. -
Macbeth. Testo inglese a fronte
Come i grandi criminali, Macbeth è al di là dell'odio. Ha il potere di lusinga, d'inganno, di sommovimento e di fascino della dea Persuasione; è uomo di egoismo, di passione, di vanità, di desiderio: facendo leva sulla sua smodata tracotanza il fato lo ha sollevato sul palco tragico dei re, ma solo per trarlo in inganno, per dargli la vittoria e poi togliergli subito tutto. Simbolo della condizione umana, Macbeth è inumano e troppo umano, un essere pieno della malinconia dell'età non più guidata dagli dei e della delusione dell'uomo d'azione che raggiunge i suoi traguardi e ne vede il vuoto, il prezzo esoso, e coglie una delle tante facce del vero: la vita come assurdo. Introduzione, prefazione, traduzione e note di Nemi D'Agostino. -
Sogno d'una notte di mezza estate. Testo inglese a fronte
Piccolo dramma che - come ha scritto Croce - ""sembra nato da un sorriso tanto è delicato, sottile, aereo"""", è uno dei testi shakespeariani più frequentemente rappresentati. Il tema è l'amore, con le sue zone buie e le sue armonie conquistate faticosamente. Perfetta e poetica fusione tra il mondo fantastico delle allegorie rinascimentali e quello amoroso dei romanzi cavallereschi, ha una struttura complessa - sono quattro gli intrecci che si dipanano nei suoi cinque atti - e una stupefacente ricchezza di significazioni e interne implicazioni. I movimenti e le passioni degli innamorati che vi agiscono si avviluppano in nodi assurdi e si dipanano d'incanto, disegnando gli arabeschi d'un """"sogno"""" apparentemente insensato, in realtà governato dal capriccio d'Amore. Introduzione di Nemi D'Agostino."" -
Poesie
Nato in esilio da una grecità decadente, cresciuto nel cuore dell'Europa, Costantino Kavafis, come l'argentino Borges e il portoghese Pessoa, è un poeta di periferia. Meglio: un poeta di periferie. Non religiose, sociali o culturali, ma umane e individuali: la tragedia di avere un'inclinazione e un desiderio al tempo stesso insopprimibili e destinati alla sconfitta, dà in lui origine a una poesia singolarmente quieta, serena, teneramente ironica. Componimenti brevi, vivide evocazioni di scene e momenti di tono sensuale e intimo, schizzi appena abbozzati e al tempo stesso raffinatissimi, sono la cifra inconfondibile di una delle voci liriche più originali del Novecento. Quest'antologia raccoglie le più belle poesie di Kavafis in itinerari tematici, facendone i capitoli di un romanzo esistenziale profondamente segnato dalla dimensione del tragico ma allo stesso tempo ironico, e, proprio per questo, particolarmente vicino alla sensibilità contemporanea. -
Le 95 tesi
Le 95 tesi di Lutero sono uno dei testi fondamentali della cristianità. Dalla loro affissione al portale della cattedrale di Wittenberg, il 31 ottobre 1517, prende le mosse il distacco dalla chiesa di Roma e, di fatto, l'inizio della Riforma religiosa luterana. In aperta polemica con la pratica delle indulgenze e delle opere devote largamente accolta e caldeggiata dalla chiesa cattolica, Lutero - riprendendo il dettato delle lettere paoline - sostiene che l'unica via per la salvezza dell'uomo sia la grazia divina. A cinque secoli di distanza il lettore troverà in queste parole l'eco di una frattura che ancora oggi segna l'identità europea. Introduzione di Domenico Segna.