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Di guerra e di noi
Vincitore del Premio John Fante Opera Prima 2021Raccontando gli anni del fascismo con un'epopea dove le storie dei personaggi dialogano magistralmente con la grande Storia, Marcello Dòmini segue le peripezie di due fratelli lungo ventotto anni, e segue, senza mai perderle di vista, le vite di tutti coloro che gli si muovono intorno. Il grande romanzo popolare di uno scrittore al suo esordio.rnrn«Gli fu improvvisamente chiaro cosa significava essere il maggiore: sarebbe stato lui a doversi prendere cura del fratello per il resto della vita, perché erano uniti da qualcosa che non si poteva spiegare ma che c'entrava col papà e la mamma, con l'amore, la famiglia, con tutti quelli che erano venuti prima di loro e tutti quelli che erano venuti prima di loro e tutti quelli che sarebbero seguiti poi.»rnrn«Di guerra e di noi» è la storia di due fratelli e copre l'arco di due guerre mondiali, correndo a perdifiato dal 1917 al 1945; comincia nelle campagne intorno a Bologna, e da lì non si sposta. Quando il marito non torna dalla Prima guerra mondiale, la madre dei due, ormai sola, è costretta a separarli. Il più grande, di nome Ricciotti, va a studiare in collegio a Bologna. Il più piccolo, Candido, rimane al mulino. Il collegio di Ricciotti è una scuola da ricchi, e la vita di Candido al mulino è una vita da poveri. Finiti gli anni avventurosi e duri del collegio, Ricciotti sarà segnalato per andare a lavorare nella neonata sede del Fascio di combattimento bolognese, dove incontrerà Leandro Arpinati, che diventerà suo mentore e amico. Candido resterà invece a lavorare nelle campagne frequentando sempre più quegli uomini e quelle donne che, col passare degli anni, andranno a formare le bande partigiane. Ricciotti però non è fascista, e Candido, d'altra parte, non è più di tanto interessato alla politica. Pensano entrambi a mandare avanti la famiglia, a proteggere la madre e i braccianti, pensano a correre dietro alle ragazze – donne avvolte di colori, nonostante partecipino e soffrano la guerra quanto gli uomini –, pensano a innamorarsi e poi sposarsi, e soprattutto a comportarsi bene quando molti intorno a loro, a causa della guerra, si comportano male. Come per Oskar Schindler, tuttavia, la grande occasione per trasformare la loro azienda agricola in un progetto onesto ma più ambizioso sarà proprio la guerra. Raccontando gli anni del fascismo con un'epopea dove le storie dei personaggi – mai del tutto innocenti, mai del tutto colpevoli – dialogano magistralmente con la grande Storia, Marcello Dòmini segue le peripezie dei due fratelli Chiusoli lungo ventotto anni, e segue, senza mai perderle di vista, le vite di tutti coloro che gli si muovono intorno – compagni di scuola, segretarie, squadristi, mogli, crocerossine, staffette partigiane... –, e lo fa rovesciando situazioni, svelando fondi segreti (dei muri e dei personaggi), collegando incontro a incontro, fatto a fatto, con una voce profonda, potente e in fondo scanzonata, perché è sempre la giovinezza a partire per la guerra. Il grande romanzo popolare di uno... -
Finta pelle
Saverio Fattori, dopo anni, torna sulla scena letteraria con un romanzo che risplende delle mille luci, mai tranquillizzanti eppure comuni, della provincia italiana, un romanzo duro e limpido, al tempo stesso attuale – tanto che pure le dipendenze fisiche passano attraverso uno smartphone – e classico – tanto che tutte le nostre dipendenze, anche quelle nuovissime, funzionano allo stesso modo.rnrnIn questo sito non sei nessuno, sei tutti, sei uno qualunque. Nel Fight Club per perdere la tua identità la regola era togliersi camicia e scarpe, figurarsi, qui devi toglierti pantaloni e mutande. Non hanno importanza la classe sociale, la scolarità, i film che hai visto, i libri che hai letto. Devi combattere in un eterno presente con poche regole ma ben stabilite. È una guerra. Io non so vivere in tempo di pace. E questa era la mia guerra, Mi trovai subito a mio agio. Vale tutto quando non vale più nulla.rnrnIn queste pagine vivono un uomo e due donne. L'uomo è sopravvissuto agli anni Ottanta. È stato un eroinomane e adesso ha una nuova dipendenza: un sito di appuntamenti erotici. Tutte le sue dipendenze sono ironiche e, in fondo, grottesche. Le due donne lavorano entrambe in un'azienda che non è né grande né piccola, né buona né cattiva. Carla è operaia, Tiziana lavora in ufficio, e si sono sempre ignorate. L'uomo invece non ha nome, ma solo un nickname, e un messaggio: «Cerco una donna che come me è arrivata a fine corsa e vuole farsi un ultimo giro di giostra.» Al messaggio disperato, e avventuroso, risponde Tiziana, disposta ad accettare l'invito. Così si incontrano e parlano poco, fanno sesso, perché il corpo è l'ultima – e ormai l'unica – cosa che hanno da scambiare. Lui vive in una bolla autarchica che gli mangia l'esistenza; i ricordi si rincorrono, sono molti gli aneddoti che racconta, ma alcuni fatti li distorce, poi la memoria rimette le cose al giusto posto e il dolore si rinnova su un episodio che era stato rimosso: un fatto che non lo salva, ma almeno lo addolora. Tiziana non è sola, ha una famiglia, ma del marito si è accorta di non sapere proprio tutto (e in fondo sarebbe stato meglio non saperlo, fermarsi al Softair in tuta mimetica con gli amici durante il fine settimana). Carla è rimasta vedova, ma è curiosa e frequenta da molto tempo il sito di annunci erotici, così, quando capisce che Tiziana è entrata in questo nuovo mondo, desidera conoscerla meglio. Forse un po' di condivisione, alla fine, salva tutti. -
Io e Clarissa Dalloway. Nuova educazione sentimentale per ragazzi
Con tono cavalleresco e un linguaggio esatto e scanzonato, Francesco Pacifico ci racconta come e perché, nonostante quello che si possa pensare, Virginia Woolf è (anche) una scrittrice da uomini. Ci racconta quanto aver sposato una femminista gli ha cambiato la vita, dimostrando di non aver paura di Virginia Woolf.rnrnAndiamo a capo e vediamo Richard che già è tornato da Clarissa «con un cuscino e una trapunta» per proclamare: «Un'ora di riposo assoluto dopo pranzo». Ridicolo. Richard, il maschio alfa che ha vinto la battaglia per il cuore di Clarissa, è uno che torna dopo una scena del genere e dice: «Un'ora di riposo assoluto dopo pranzo». Forse il maschio alfa non esiste, c'è solo una lotteria truccata che regala soldi e proprietà immobiliari.rnrnEssere un giovane uomo sensibile cresciuto leggendo Stendhal ti rende un corteggiatore napoleonico, uno che dopo un sì cerca un altro sì, e poi ancora un altro, in una sorta di karma dell'assertività che – in fondo, ma pure in principio, come teorizza Francesco Pacifico – impedisce di avere una relazione. Un karma dell'assertività he impedisce di capire i no che di tanto in tanto tutti riceviamo nella vita. Leggendo La signora Dalloway, invece, si capisce come è possibile corteggiare una donna senza assediarla, e quanto si possa sinceramente ascoltare, senza fingere, e anche perché quei fiori che Clarissa Dalloway dice di voler comprare sono il simbolo, forse l'unico simbolo, della celebrazione della vita. -
La Prussia in viaggio. Dalle armi alle arti
La Prussia è stata fino a oggi patrimonio di pochi. Un mondo del quale, dopo la seconda guerra mondiale, non è rimasta traccia sulla carta geopolitica d'Europa. L'urgenza di fare i conti con una esperienza che ha devastato, ma anche formato, la coscienza collettiva del nostro tempo ha comportato che si sia comunicata essenzialmente la dimensione politica della Prussia, una realtà ingombrante, giudicata, bollata, condannata, prima ancora che dagli uomini, dalla Storia. Eppure, la Prussia di Federico il Grande e di Theodor Fontane, di Schinkel e di Kant, di Moses Mendelssohn e di Menzel, la Prussia del xviii e del xix secolo, merita anche altre narrazioni, che raccontino un universo ricco di cultura, di pensiero, di arte - e non soltanto di esercito. La Prussia ha parlato, nei secoli, linguaggi plurimi; è stata luogo di vastissimi aggregati di sapere; centro propulsore di quella che, con sfumature sempre nuove, dal Settecento in avanti, è stata la modernità. -
Ephemera. Scrapbooks, fan mail e diari delle spettatrici nell'Italia del regime
Nel corso del ventennio fascista la vita delle donne italiane è tesa tra modernizzazione e restrizioni autoritarie, tra antiche repressioni e nuove opportunità culturali e sociali. Come si inserisce, in questa dialettica, l'esperienza del cinema? Il volume cerca risposte scavando nei diari delle ragazze dell'epoca, negli scrapbook delle spettatrici, nelle missive inviate alle rubriche di posta dei periodici cinematografici o alle star dell'epoca, così esplorando la vasta e misconosciuta gamma degli «ephemera», documenti legati alla vita quotidiana, effimeri perché spesso destinati all'oblio, oggi rivalutati in quanto fonti preziose per la storia culturale e materiale. Attraverso una ricerca originale che ha esplorato archivi, collezioni private, fondi mai prima interrogati, questo libro cerca di ricostruire il ruolo complesso svolto dal cinema nella vita delle donne, alla luce del grande schermo e all'ombra del fascismo, e al contempo di riflettere sugli strumenti interpretativi e teorici più utili alla ricerca. Il volume raccoglie i contributi di: Maria Ida Bernabei, Laura Busetta, Paolo Caneppele, Lucia Cardone, Mariapia Comand, Raffaele De Berti, Simone Dotto, Andrea Mariani, Sara Martin, Elena Mosconi, Sara Pesce, Augusto Sainati, Chiara Tognolotti, Federico Vitella, Martina Zanco. -
I bambini di Asperger. La scoperta dell'autismo nella Vienna nazista
Il nome di Asperger è ormai diffuso e ampiamente utilizzato nella nostra vita quotidiana. Tuttavia nessuno si domanda mai chi fosse l'uomo dietro la diagnosi che lo ha reso celebre. Da madre costretta a farvi fronte, Edith Sheffer ha voluto scoprire le origini di quella diagnosi e, con gli strumenti della storica, ha scelto di ripercorrere la vicenda personale e professionale di Asperger nella Vienna a cavallo tra gli anni trenta e quaranta. Quanto emerso dalle testimonianze e dai documenti getta nuova luce sulla figura del medico austriaco. Mentre il regime nazista selezionava cavie per i suoi esperimenti in base a criteri razziali, politici e religiosi, bersaglio degli psichiatri erano in particolare i bambini classificati come «asociali». Tra questi, Asperger e i suoi colleghi decidevano quali vite fossero «indegne di essere vissute» e disponevano il trasferimento dei piccoli pazienti allo Spiegelgrund, la clinica teatro di uno spietato programma di eutanasia infantile. Dopo la guerra, la diagnosi di «psicopatia autistica» di Asperger cadde nell'oblio fino a quando, nel 1981, venne divulgata da una psichiatra inglese. Con stile narrativo e una solida catena di argomentazioni, l'autrice spinge il lettore a riflettere sul modo in cui le società valutano ed etichettano coloro che vengono classificati come disabili. Mettendo in prospettiva gli eventi storici, Sheffer dà nuovo impulso al dibattito e pone interrogativi non meno inquietanti delle storie che racconta: in che misura una diagnosi è il prodotto di una determinata società? Come è stato possibile che quella formulata da Asperger nel solco degli ideali nazisti di conformità e spirito comunitario abbia incontrato il favore della società individualista di fine Novecento? -
Ferro e sangue. Le inchieste di Annika Bengtzon. Vol. 11
Tra un passato che ritorna minaccioso e un presente carico di tensione, l'irriducibile reporter Annika Bengtzon si ritrova coinvolta in un'indagine che la costringe a un duro confronto con la famiglia e con se stessa, obbligandola ad affrontare una volta per tutte le conseguenze del drammatico gesto compiuto in gioventù che ha sconvolto la sua vita.rnrn«""Ferro e sangue"""" è l'ultimo libro della serie, quello in cui Annika fa i conti con il suo primo caso e, finalmente, con se stessa» – Corriere della SerarnrnSono passati quindici anni da quando Annika Bengtzon ha messo la sua prima firma sulla Stampa della sera, con tanto di foto accanto all'articolo sull'omicidio di Josefin Liljeberg, la ragazza che lavorava al club Studio Sex; una morte di cui nessuno è ancora ufficialmente responsabile. Sempre in prima linea nella ricerca della verità, Annika da allora non ha mai smesso di scrivere di casi irrisolti, mossa dall'ostinazione che la spinge a esporsi a qualsiasi rischio in nome di un radicato senso della giustizia. Ma ora che la vita comincia a funzionare, il suo mondo così faticosamente conquistato rischia di crollare. Non solo ci sono progetti per smantellare la testata per cui lavora ma, in aggiunta, la sorella Birgitta, dopo averle inviato una serie di messaggi inquietanti, è scomparsa. Tra un passato che ritorna minaccioso e un presente carico di tensione, l'irriducibile reporter della Stampa della sera si ritrova coinvolta in un'indagine che la costringe a un duro confronto con la famiglia e con se stessa, obbligandola ad affrontare una volta per tutte le conseguenze del drammatico gesto compiuto in gioventù che ha sconvolto la sua vita. Un'inchiesta, l'ultima, dove ritornano con forza i temi a lei più cari: l'amore per il giornalismo, la lotta in difesa delle donne, la solidarietà verso la parte debole della società."" -
«Pietro Pictore Arretino». Una parola complice per l'arte del Rinascimento. Ediz. illustrata
«Prosegue, con questo volume, la tradizione di studi e ricerca dedicata alla cultura umanistica, che sin dalla sua costituzione nel 1954 è nel novero delle attività primarie del nostro Istituto di Storia dell'Arte. Vi trova posto, con viva soddisfazione, la pubblicazione degli atti del convegno internazionale di studi ""Pietro pictore Arretino"""". Una parola complice per l'arte del Rinascimento, svoltosi nell'autunno del 2018 presso la Fondazione Giorgio Cini e promosso in collaborazione con l'Università degli Studi di Roma """"La Sapienza"""", l'Università degli Studi Roma Tre, l'Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, KNIR - Koninklijk Nederlands Instituut te Rome e il Comitato per l'Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Aretino. In previsione della mostra fiorentina dedicata a Pietro Aretino e l'arte del Rinascimento presso le Gallerie degli Uffizi - la prima in assoluto intitolata al poliedrico letterato toscano - si è voluto dare avvio a una riflessione sulla competenza artistica dello scrittore, sui suoi rapporti con gli artisti, sull'incidenza della sua parola nella messa a punto del lessico artistico rinascimentale. sembrato importante che tale riflessione trovasse luogo a Venezia, città alla quale Pietro è stato profondamente legato e dove - grazie alla sua funzione di mediatore con i protagonisti della vita religiosa, culturale e politica, quali cardinali, diplomatici e letterati - ebbe modo di offrire il proprio singolare contributo alla renovatio grittiana. Ripercorrendo i temi affrontati in occasione delle giornate veneziane, gli interventi sono qui raccolti con taglio interdisciplinare, in quattro sezioni dedicate rispettivamente agli anni della formazione tra Perugia e Roma; al periodo del `triumvirato' veneziano, con gli amici Tiziano e Sansovino; all'analisi della produzione ecfrastica, e infine, al ruolo nell'ambito della critica d'arte. L'esito a stampa del presente volume, che auspichiamo possa rappresentare uno strumento valido e aggiornato nel campo degli studi aretiniani, si deve soprattutto all'impegno dei curatori Anna Bisceglia, Matteo Ceriana e Paolo Procaccioli, che con competenza hanno seguito la costruzione del progetto editoriale e ai quali va il nostro più sentito ringraziamento.» (Dall'Introduzione di Luca Massimo Barbero)"" -
Blue tango. La serie di Radeschi. Vol. 2
In una Milano autunnale, allagata dai temporali, il giovane cronista di nera Enrico Radeschi, freelance e hacker, si ritrova nel mezzo di una doppia inchiesta riguardante un serial killer che uccide giovani prostitute nei loro appartamenti e un misterioso suicidio-omicidio nella metropolitana, su cui incombe l'ombra del terrorismo e di un traffico internazionale di droga. Grazie all'amicizia che lo lega al vicequestore Loris Sebastiani, Radeschi comincerà a seguire entrambe le vicende per conto di un importante quotidiano milanese. Le sue conoscenze informatiche, insieme al fiuto giornalistico e a molta spregiudicatezza, saranno messe al servizio della polizia per arrivare alla risoluzione dei due casi. -
Il segreto tra di noi
La storia corale di tre donne piene di passione e di coraggio, custodi di un terribile, intimo segreto intorno al quale l'autore ricrea un mondo di perduta innocenza.rnrn«Meticoloso, maieutico, mimetico, Farinetti oscilla fra il pennello e il bisturi, dando forma a un piccolo mondo antico che ha il respiro di un secolo e di una dinastia» – Bruno Quaranta, La StamparnrnUna cascina delle Alte Langhe piemontesi, un bosco, pascoli, piccoli paesi sparsi sulle colline. La casa si chiama il Valèt, è della stessa famiglia contadina da almeno un secolo, protetta da tre sorelle che il piccolo Giovanni chiama «le mie mame». Questo è il loro romanzo, la storia corale di tre donne piene di passione e di coraggio, Lena, Carla e Anna, custodi del terribile, intimo segreto intorno al quale l'autore ricrea un mondo di perduta innocenza. Con un impeccabile ingranaggio narrativo che conduce il lettore indietro e avanti nel tempo, Farinetti racconta il Novecento che, anche se ripreso da un'ottica marginale, illumina a tratti i grandi eventi della nostra storia. Il fascismo, la lotta partigiana, il timido benessere del dopoguerra, in un'alternanza di momenti dolorosi o comici che è propria di ogni memoria familiare. Un ""giallo dell'anima"""" racchiuso in un sortilegio che avvolge il Valèt e le sue indimenticabili figure."" -
Scarpe italiane
Un romanzo intenso sulla forza dei sentimenti e dell'amore che rinasce, dove il protagonista, che a molti critici ha ricordato Wallander, è alle prese con una caccia che non dà tregua. Ma, questa volta, la caccia non è all'assassino.rnrn«Un puzzle dell'anima, con l'esito di un giallo psicologico» – Leonetta Bentivoglio, la RepubblicarnrnFredrik Welin si ritira in una piccola isola al largo della costa orientale della Svezia. C'è un mistero nella sua vita, «una catastrofe» che l'ha spinto a cercare la solitudine e a creare una barriera tra sé e il mondo. Ma un mattino, quasi un miraggio, lo raggiunge una donna amata in gioventù che lui abbandonò senza spiegazioni. È Harriet: ora è malata e vuole che Fredrik mantenga un'antica promessa. -
Stivali di gomma svedesi
Percorso dalla straziante bellezza di un paesaggio crepuscolare, questo romanzo è un'elegia alla vecchiaia e un inno alla vita che continua.rnrn«Un Robinson Crusoe alle prese con la vecchiaia e una Twin Peaks nordica dove ciascuno nasconde un segreto» – la RepubblicarnrnIn una notte d'autunno, Fredrik Welin si sveglia colpito da un bagliore improvviso: la sua casa sul Baltico sta bruciando. Prima di fuggire, Welin riesce a infilarsi un paio di stivali di gomma che calzano entrambi il piede sinistro. A settant'anni, oltre a quegli stivali, una roulotte e una piccola barca, non gli è rimasto più nulla. Tormentato da dubbi e rimorsi, sente di trovarsi sulla soglia di un confine umano, parte del gruppo di persone che si stanno allontanando dalla vita. Mentre l'inverno avvolge l'arcipelago al largo di Stoccolma, si continua a indagare sulle cause di un disastro che non rimarrà isolato. E il fuoco che torna a divampare sembra voler illuminare un buio per qualcuno insostenibile. -
Viaggiatori di nuvole
Una movimentata vicenda di avventure e di visioni, in cui i personaggi si alternano come in una grande giostra, umili e sapienti, astuti e crudeli, sullo sfondo di un'epoca in cui soffia il vento delle invenzioni e giungono gli echi delle scoperte geografiche.rnrn«Si sente un'allure ariostesca. A donne, cavalier, armi, amori, s'aggiunge qui un altro motore della storia: i libri» – Ferdinando Camon, Tuttolibri – La Stampa rnrnÈ l'autunno del 1499 quando il giovane Zosimo Aleppo, stampatore d'origine ebraica, lascia Venezia. Lo scopo del viaggio è trovare le pergamene che un misterioso ragazzo, da tutti chiamato chierico Pettirosso, si porta dietro nelle bisacce. Corrono tante voci sul conto di queste carte: profezie, rivelazioni, memorie... Zosimo le cerca per città e campagne, cammina dentro le nebbie e nella neve, si innamora di una donna che ha la pelle color d'ambra e gli occhi di una gatta. E la sua missione finisce per diventare l'inseguimento di un'ombra, un'ossessione vagabonda. -
La gente che sta bene
In una Milano canicolare, popolata da un'umanità alla ricerca disperata di un modo per stare a galla o quantomeno di un parcheggio vicino al ristorante, Federico Baccomo allestisce una commedia caustica e brillante, per raccontare con spietata ironia il ghigno di un uomo che, pagina dopo pagina, ha sempre meno motivi per ridere.rnrn«""La gente che sta bene"""" non delude chi ha amato """"Studio illegale"""", anzi, conferma uno strabordante talento per la satira sociale più caustica» – Federico Chiara, VoguernrnChiedete a un uomo qualunque il segreto del suo successo. Molto probabilmente vi risponderà: «Quale successo?» Non l'avvocato Giuseppe Ilario Sobreroni. Nessuna crisi, nessuna precarietà per lui, Giuseppe ce l'ha fatta: ha una famiglia ideale, un solido conto in banca, una carriera in ascesa, degli amici a cui farlo sapere. Ma, proprio quando un'intervista in uscita sulla principale rivista di settore e l'invito al più esclusivo dei ricevimenti sono lì a decretare il suo personale trionfo, quel mondo così perfetto mostra tutte le sue crepe e, pezzo dopo pezzo, comincia a franare. Sprezzante e narcisista, Giuseppe non ha intenzione di cedere e rinunciare alla sua fetta di paradiso. A volte, però, tenersi stretto il proprio posto sulla vetta può richiedere molto più di un po' di ambizione e qualche riga sul curriculum."" -
Anatomia della malinconia
«Tutto ciò che gli uomini fanno: i loro desideri e timori, nell'ira e nel piacere, gioie, fantasticherie, son la materia della mia fatica.»rnrnL'opera di Robert Burton è una grande summa barocca, un ineguagliato affresco enciclopedico di ciò che è stato detto e scritto sulla malinconia, a cominciare dagli autori più antichi. Di The Anatomy of Melancholy è stata tradotta l'introduzione: sintesi programmatica che l'autore firma con lo pseudonimo di Democrito junior. Di Democrito Burton vuole conservare il riso, il disincanto, la superiorità della distanza, il disprezzo accusatorio per la generale follia del mondo. La malinconia, in questo testo, è una malattia universale e l'angoscia esistenziale del malinconico diventa l'emblema della condizione umana: l'anatomia della malinconia è dunque anatomia dell'uomo e anatomia del mondo. -
L' alternativa impossibile. L'idea socialdemocratica di Antonio Cariglia tra Italia e Europa negli anni della «prima» Repubblica
Antonio Cariglia (1924-2010) è stato un protagonista di primo piano della lunga e travagliata storia del socialismo democratico italiano. Dopo aver svolto una intensa attività sindacale, per molti anni fu l'unico rappresentante italiano al Bureau dell'Internazionale socialista (dove si spese, prima, per l'ingresso dei socialisti italiani e, più tardi, del PDS). Lunga fu anche la sua attività di deputato e senatore in Italia e di eletto al Parlamento europeo, e decisivo fu, in non pochi frangenti, il suo ruolo di dirigente politico del PSDI: strenuo assertore della riconciliazione fra le forze divise del socialismo italiano, a lui si deve l'invenzione, nel 1966, della ""bicicletta"""", il simbolo dell'unificazione socialista che diede vita alla breve esperienza del psu, partito di cui fu vicesegretario. Operò per il rientro di Giuseppe Saragat nelle dinamiche interne del PSDI dopo il settennato al Quirinale. Assunse la guida politica e morale di un sole nascente travolto dagli scandali, lacerato da interminabili lotte intestine, nel disperato tentativo di salvarlo dall'estinzione mentre crollava la """"Repubblica dei partiti"""". Legato indissolubilmente a Saragat, sin dall'esperienza fondativa di Palazzo Barberini, Cariglia espresse con chiarezza e perseguì con coerenza, senza soluzione di continuità, la sua idea socialdemocratica e riformista di cui questo libro traccia la traiettoria: riunire tutte le forze del socialismo italiano in una """"Casa comune"""" e costruire una grande forza socialista, democratica e laica di alternativa in grado di """"sbloccare"""" un sistema politico forgiato, dal 1948, sull'asse DC-PCI. Convinto del fatto che, dopo il 1989, i comunisti potessero finalmente avviarsi sulla strada della socialdemocrazia, Cariglia tentò sino all'ultimo di convincere Craxi e il psi a costruire un fronte socialdemocratico e laico, sperimentato con successo in diverse realtà dell'Europa occidentale e mai in Italia. Perché, secondo l'ultimo timoniere del piccolo e sinistrato PSDI, rendere possibile quell'alternativa avrebbe non solo permesso di aprire al cambiamento, ma fors'anche di evitare il collasso della """"prima"""" Repubblica."" -
Organizzazione e società. Innovare le organizzazioni dell'Italia che vogliamo
Questo libro è un'autobiografia scientifica e professionale di Federico Butera, una storia animata dalla passione e dal rigore di cercare forme nuove di organizzazione che creino valore economico e sociale e assicurino libertà e benessere alle persone. Racconta progetti e scoperte, propone concetti, grammatiche, sintassi, metodi lungo il non concluso allontanamento dai modelli burocratici e gerarchici del taylor-fordismo. Un percorso che, dalle isole dell'Olivetti, dalla Ricerca e sviluppo della Honeywell-Bull, dal Nuovo Treno Medio della Dalmine, si è sviluppato poi attraverso la progettazione dell'Agenzia delle Entrate, del customer care della Omnitel-Vodafone, dell'organizzazione degli Uffici Giudiziari della Lombardia e di innumerevoli altre realtà. Strumento interdisciplinare per gli studiosi e gli studenti di scienze dell'organizzazione, è un testo per i manager privati e pubblici e un'ispirazione per i policy maker per intervenire sulle emergenze economiche e sociali del Paese generate da organizzazioni inefficaci, inefficienti, corrotte. Focus del volume è il futuro della società italiana di organizzazioni che cambiano. L'innovazione e la rigenerazione organizzativa non sono l'""intendenza che seguirà"""" l'economia e la politica, ma un autonomo campo di azione culturale, scientifico e politico per affrontare la crisi italiana e per progettare la quarta rivoluzione industriale. Il libro contiene la proposta di un'Italy by Design fatta di culture, programmi e azioni condivise per pianificare, progettare, sviluppare insieme tecnologie, organizzazioni, lavoro. Le postfazioni di studiosi di riferimento delle scienze organizzative aprono un dibattito sul futuro delle scienze e delle pratiche organizzative: Sebastiano Bagnara, Emilio Bartezzaghi, Patrizio Bianchi, Giovanni Costa, Giorgio De Michelis, Gianfranco Dioguardi, Alfonso Fuggetta, Marcello Martinez, Paolo Perulli, Gianfranco Rebora, Alessandro Sinatra, Michele Tiraboschi."" -
Potere e giustizia nel Veneto di Radetzky. La Commissione militare in Este (1850-1854)
Lo studio di un originale organismo giudiziario pensato e voluto dal feldmaresciallo Radetzky all'indomani del biennio rivoluzionario del 1848-1849 per reprimere un allarmante fenomeno di azioni predatorie (furti violenti e rapine) in Bassa Padovana e in Polesine, nel quadro di una più ampia e inconsueta strategia politica avallata da Vienna per la gestione dei rapporti con i notabilati e con le comunità del Veneto asburgico. Una ricerca che indaga nello specifico quali furono le origini della Commissione militare in Este, che tipo di procedura adottò, come fu percepita la sua azione dalle realtà che ne vennero investite, in che modo tale attività fu rappresentata dai protagonisti della stessa, dalla storiografia coeva e dalla successiva e, infine, quali reazioni suscitò da parte delle comunità medesime. Un viaggio attraverso un'istituzione simbolo del potere e della giustizia del Veneto austriaco di Radetzky e di Francesco Giuseppe. -
La credibilità politica. Radici, forme, prospettive di un concetto inattuale
Tutti la cercano. Molti ne lamentano l'assenza. È la credibilità, cardine della vita politica e dell'ordinamento democratico tanto decantato quanto trascurato. Cos'è la credibilità? Chi è credibile e perché? Quali sono le radici e le forme della credibilità politica? Come circola all'interno della società? A quali rischi è soggetta e quali patologie ne derivano? A che cosa si può fare appello per restituire credibilità alla politica? Attraverso questo percorso gli autori intendono riaffermare la sua centralità nella teoria e nelle pratiche politiche, poiché di credibilità, sebbene in forme originali e con fondamenti nuovi, le società democratiche hanno quanto mai bisogno, soprattutto oggi. -
Il corpo e lo sguardo. L'attore nel cinema della modernità
Recitare, nel cinema della modernità, non significa più soltanto imitare gesti e movenze di un personaggio immaginario, ma anche esibire davanti alla cinepresa l'opacità di un corpo che spesso vive la propria vita, e non quella del personaggio. I cineasti analizzati in questo libro - da Rossellini a Cassavetes, da Antonioni a Godard, da Wenders ad Akerman - non rinunciano a raccontare delle storie, ma fanno in modo che queste risultino la secrezione dei personaggi, e non il contrario. Gli attori, a loro volta - è il caso di Delphine Seyrig, Jean-Pierre Léaud, Marcello Mastroianni e molti altri -, si offrono allo sguardo della cinepresa come materiali da modellare, portando alla finzione la loro verità e interrogandosi sulla natura ambigua del loro dispositivo.