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Uno zero
Waldo, celebre regista con alle spalle una vita intensa e una carriera di successi e premi, per nulla rassegnato alla mortificazione di dover passare la vecchiaia da recluso in casa, è intossicato dal sospetto che la devota moglie Zee, ancora attraente e molto più giovane di lui, abbia un amante, Eddie: un giornalista cinematografico più sveglio che competente, un parassita annidatosi nelle loro esistenze con il pretesto di rendersi utile. Diventato voyeur della propria casa e della propria quotidianità, l'udito amplificato da un apparecchio e teso a interpretare qualunque fruscio, Waldo accumula con pazienza le prove del tradimento e medita una vendetta squisita. Kureishi punta il suo sguardo corrosivo sulla condizione umana, sulla percezione dell'inevitabile scorrere del tempo, sulla relazione di coppia messa alla prova dalla vita come dalla prospettiva della morte. Una commedia nera di sesso e perdono, rabbia e narcisismo, decadenza e consolazione. -
Il selvaggio
Messico profondo, anni Sessanta. Juan Guillermo aveva un fratello gemello, morto durante la gestazione, e lui sa di essere sopravvissuto solo grazie a un cesareo d’urgenza e molte trasfusioni. Quando il fratello maggiore Carlos viene ucciso e i loro genitori muoiono, lui cerca vendetta. Ma gli estremisti religiosi che hanno eliminato Carlos sono feroci e godono di protezioni illustri. Solo un amore immenso e struggente forse potrà salvare Juan Guillermo da questa spirale di morte. Ma il selvaggio è anche la storia di Amaruq, un ragazzo dal destino legato indissolubilmente a quello di un lupo che caccia e insegue nei boschi dello Yukon. Pagine potenti in cui risuonano echi di Melville, London, Shakespeare, Faulkner ma anche le note di Jimi Hendrix. -
Rosso mafia. La 'ndrangheta a Reggio Emilia
Il lato oscuro della provincia più rossa d'Italia.rnrn«E tu ricordati: il mondo si divide in due, ciò che è Calabria e ciò che lo diventerà.»rnrnEra la cosa più difficile da pensare, la mafia a Reggio Emilia. La mafia che nasce e prospera nell'abbandono, nel degrado, nella disoccupazione, e invece mette radici nella città simbolo della cura sociale, degli asili migliori al mondo, del vitalissimo modello di sviluppo emiliano. La mafia che al Nord trova spazio nella corruzione, nella finanza d'avventura e nell'individualismo, e invece attecchisce nella città del partito ""dalle mani pulite"""", dell'economia industriale e contadina, nella capitale della cooperazione. La mafia che trova spazio nelle società imbelli e irresponsabili, e invece sfonda nella città dei fratelli Cervi, delle lotte antifasciste, della solidarietà con ogni buona causa. Com'è stato possibile questo autentico rovesciamento del senso comune? Dove nasce questo paradosso della democrazia italiana? E come va rivista la nostra teoria del fenomeno mafioso? Il libro risponde a questi interrogativi ripercorrendo, tra affreschi storici e cronache esemplari, una vicenda semisecolare e cercando i passaggi chiave della grande anomalia."" -
Storia di Gali Gali
Un racconto di Claudio Magris sull’avventura del volo e sulla fatica di essere diversi. Una favola onesta, struggente pur senza zucchero, da leggere e rileggere e guardare e riguardare, come si fa coi bei libri fatti per durare.rnrnSardoni e frattaglie. Tutte le sere al tramonto, puntuale come un orologio, o come il sole, un gabbiano bianco cala ai piedi di un pino, dentro un giardino, vicino a una casa, dove un uomo – e il suo cane – lo aspettano. Lui si chiama Gali Gali, anzi, saranno gli altri a chiamarlo così; l'uomo – e il suo cane, Zivil – passano la serata con lui, gli offrono buon cibo, e lui qualche volta si ferma a dormire col cane, dentro la sua cuccia. È così semplice l'amicizia, a volte. Gali Gali è un gabbiano reale, leggero come una piuma e rapido come una freccia. Volare è la sua passione e il suo gioco. È altero e sprezzante, anche, e considera con distacco i volgari gabbiani grigi che invece di divertirsi a volare alto frugano nei rifiuti alla perenne ricerca di cibo. Se si è diversi non bisogna mescolarsi mai; così dicono del resto anche gli uomini. Ma poi un giorno Gali Gali, trascinato in un altrove ignoto dalla furia di una tempesta, incontra una gabbiana grigia. Finalmente la guarda, e la vede. E scopre che non è poi così diversa da lui. O forse è solo una storia, e dunque non è sicuro che sia vera. Come succede con tutte le storie, del resto. Se Jonathan Livingston è il gabbiano puro e idealista, se la buffa gabbianella di Sepulveda è figlia naturale di un branco di gatti, ecco qui un pennuto diverso, umano, si direbbe, nelle sue contraddizioni: desideroso di legami e insieme remoto, innamorato del volo ma pronto ad amare sulla terra. Isole, acque, cieli del Quarnaro prendono vita nel primo racconto illustrato di Claudio Magris, affidato agli appunti in acquerello di Alessandro Sanna. -
Come sopravvivere alla Chiesa cattolica e non perdere la fede
Un manuale tattico e leggero per chi non sente più battere il cuore quando si parla di Chiesa cattolica.rnrn«Nell'ultima celebre intervista a pochi giorni dalla morte il cardinal Martini diceva che la chiesa ""è rimasta indietro di duecento anni"""" e poi si chiedeva: """"Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio?"""" Il libro di Alberto Porro scuote le coscienze, combatte la paura, infonde coraggio. E lo fa sempre nel modo più efficace: con il sorriso e la simpatia» – Vito MancusornrnOggi la Chiesa cattolica mette a dura prova i suoi fedeli. I momenti della vita di un cristiano più o meno praticante – andare a messa la domenica, sposarsi in chiesa, battezzare i figli, mandarli al catechismo, fare la carità e via dicendo – si sono trasformati in situazioni pericolose: il rischio è che ripetitività, abitudine, indifferenza, egoismo, tutto il contrario di una nuova umanità che avrebbe dovuto cambiare il mondo, facciano vacillare anche la fede più granitica. Per questo motivo Alberto Porro ha confezionato un manuale sagace a uso e consumo di chi non sente più battere il cuore per la grande famiglia cattolica: una raccolta di consigli pratici per imparare a difendersi dalle insidie di una certa Chiesa, che in teoria sta dalla tua parte ma in pratica ti tollera a malapena, e per sopravvivere con leggerezza all'impatto."" -
La carezza della memoria
«Io vivo di ricordi, perché sono l'unica prova che ho vissuto e che non sono solo esistito. Il ricordo è sempre un conforto, una certezza, l'illusione di una vita che continua. Nessuno te lo puà rubare, non può essere inquinato o manipolato. È il tuo film più vero, più autentico. Il film della tua vita.»Fotografie. Nascoste dentro cassetti, infilate nelle pagine di vecchi libri, ammucchiate alla rinfusa in uno scatolone. La memoria è una scatola. Aprirla, guardare, ricordare, raccontare: è il disordine delle immagini dal passato ad accendere la narrazione di Carlo Verdone. Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo: dal legame col padre ai momenti preziosi condivisi con i figli Giulia e Paolo, dai primi viaggi alla scoperta del mondo alle trasferte di lavoro, dalle amicizie romane a un delicato amore di gioventù. Ovunque, sempre, il gusto per l'osservazione della commedia umana, l'attenzione agli altri – come sono, come parlano, come si muovono – che nutre la creazione dei personaggi cinematografici, e uno sguardo acuto, partecipe, a tratti impietoso a tratti melanconico su Roma, sulla sua gente, sul mondo. Leggendo queste pagine si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni, ugualmente illuminate dallo sguardo dell'artista e dell'uomo. -
Scritti di filosofia e religione 1792-1806. Testo tedesco a fronte
«Vi è certamente un momento della vita in cui io posso, con sforzo sincero, sperare con maggiore probabilità di prima di aver trovato una pertinente verità, e questo momento è adesso» - Il valore della vitarnI testi presentati in questo volume documentano il percorso intellettuale e religioso del giovane Schleiermacher dalle prime prove filosofiche agli anni della maturità. Nati dal cuore dell’epoca dei lumi, i Discorsi sulla religione e i Monologhi contribuirono, insieme ai libri pubblicati negli stessi anni da Fichte, Schelling e Hegel, a decretarne il tramonto. A monte della loro stesura sta un ampio spettro di riferimenti che dall’etica aristotelica rimanda alle metafisiche di Spinoza e di Leibniz e investe criticamente le opere consacrate da Kant alla morale. In concordia discors con la cerchia romantica, Schleiermacher poneva al centro della sua meditazione il sentimento dell’infinito e la libertà. Per la sua concezione anticonvenzionale della fede entrava così in sospetto d’eresia presso le gerarchie della chiesa riformata, mentre l’«alto senato dei conservatori» non esitava a tacciare di irrazionalismo la sua opera. Invero, il suo pensiero giovanile culminava in un’etica positiva e pluralistica orientata al bene supremo della socialità come sfera di approfondimento, non di soppressione, dell’individualità. In questo senso Schleiermacher intendeva levare lo sguardo dalla pianura del presente e si considerava un cittadino profetico del mondo futuro. -
Teologia platonica. Testo greco a fronte. Nuova ediz.
La «Teologia Platonica» di Proclo rappresenta la ""summa"""" metafisico-teologica della riflessione neoplatonica. All'interno di questa monumentale opera, i miti del paganesimo greco e delle tradizioni misteriche sono intrecciati, in modo sistematico e attraverso una complessa interpretazione simbolico-allegorica, con l'esegesi filosofica neoplatonica della teologia divinamente ispirata di Platone, che agli occhi di Proclo è in grado di rivelarci i segreti della natura divina che permea l'intera realtà. Il Tutto, nelle sue diverse articolazioni, è concepito infatti come una serie di livelli di divinità assiologicamente ordinate sulla base del loro grado di trascendenza. Il fondamento assolutamente originario di questa struttura perfetta e intrinsecamente divinizzata, sulla scorta dell'insegnamento platonico, è identificato con l'Uno-Bene, inteso come l'Assoluto e il Primo Dio, in virtù del quale esiste ogni entità divina. Il contatto con il Primo Dio, attraverso un'ineffabile unione mistica, rappresenta la meta suprema alla quale il filosofo-teologo deve aspirare. È proprio nell'assoluta trascendenza del Principio al di là del Tutto che l'unità armonica del reale ha il suo incomprensibile, paradossale e divino cominciamento.rnPer chi avesse una precedente versione dell'opera: è presente una nuova introduzione del curatore Michele Abbate e si tratta di una traduzione completamente rivista."" -
Walden
Una riflessione sul rapporto tra l'uomo e la natura, sul senso della vita e l'importanza della scrittura come atto d'amore nei confronti del mondo.rnrnPubblicato nel 1854 dal filosofo, scrittore e poeta Henry David Thoreau, «Walden» è il classico fondativo di una letteratura ecologista oggi più che mai importante e urgente. Thoreau racconta l'esperienza di due anni di isolamento in una capanna sulle rive del lago del Massachusetts: una sorta di diario della vita nei boschi nel pieno della cavalcata trionfale del modernismo negli Stati Uniti. Una scelta consapevolmente provocatoria in un'epoca in cui decrescita e frugalità erano idee quasi disobbedienti rispetto all'«American dream». Ma questo libro è molto di più: è una riflessione sul rapporto tra l'uomo e la natura, sul senso della vita e l'importanza della scrittura come atto d'amore nei confronti del mondo. -
Planimetria di una famiglia felice
L'esordio nella narrativa di Lia Piano è sorprendente per la sicurezza con cui mescola memoria e invenzione, evitando ogni facile nostalgia attraverso la leggerezza.rnrnLa maestra mi aveva spiegato che i libri sono stati un tempo alberi, che la cellulosa proviene dal legno. Anche questo non era del tutto vero: i libri erano ancora alberi, e dove li posavi mettevano le radici. Se c'erano i libri significava che quella era casa. Finalmente ci eravamo fermati.rnrnIl babbo sa disegnare il mondo, sfida la forza di gravità e costruisce una barca a vela nel seminterrato. La mamma è bellissima, ha i tacchi alti e ancor più alte pile di libri intorno a sé. Maria, la bambinaia, parla in calabrese stretto, non sa leggere e ha un cuore più grande dell'enorme giardino che circonda la casa. I ragazzi sono tre: Marco, alle prese coi primi turbamenti della pubertà, Gioele, afflitto da un'incoercibile balbuzie e da una pericolosa passione per la chimica, e la Nana, che dal basso dei suoi sei anni osserva e racconta. E poi c'è lei: la villa abbarbicata sulla collina sopra Genova dove la famiglia è appena approdata per provare, forse, a diventare normale. Certo, bisognerebbe disperdere la folla di animali di ogni tipo che ritengono di aver diritto di cittadinanza tra quelle mura. Chiudere le porte per impedire che il vento circoli senza tregua per le stanze. Evitare di dormire tutti per terra in salotto solo per godere della luna piena attraverso le vetrate... O forse è proprio questa la planimetria di una famiglia felice? Aprire questo romanzo è come entrare nella grande casa dove è possibile un'infanzia incantata. Poi l'incanto finisce, tutti lo sappiamo: ma qualcuno ha il dono di rimanere in contatto profondo con quella prima luce. L'esordio nella narrativa di Lia Piano è sorprendente proprio per la sicurezza con cui mescola memoria e invenzione, evitando ogni facile nostalgia attraverso la leggerezza. Lo humour che percorre queste pagine è come un gas sottile, che circonda anche le cose difficili e le solleva dal pavimento e dal cuore, per farle volare in una dimensione dove sorridere, e sorridere di sé, è salvifico e magicamente contagioso. -
Paura di volare
Pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nel 1973, ""Paura di volare"""" ha destato da subito scalpore, alimentando le fantasie dei lettori e infiammando il dibattito sul sesso e le donne. rnrn“‘È solo una fantasia,’ avrebbe probabilmente detto Bennett. Ma io do un po’ più di importanza alla fantasia. Siamo quello che sogniamo. Siamo quello che sogniamo a occhi aperti. Perché il sesso è tutto nella testa.”rnrnJohn Updike ha scritto che Isadora Wing """"riserva al corpo maschile più parole gentili di ogni altro autore dai tempi di Fanny Hill"""". Il racconto esuberante e sincero delle avventure, e disavventure, sessuali di Isadora, con le sue osservazioni penetranti su matrimonio, maternità e ambizione, continua oggi a provocare e ispirare, restando un'icona della scoperta di sé e dell'emancipazione femminile."" -
Le particelle elementari
Uno sguardo disincantato sul corpo agonizzante della civiltà occidentale che ricorda scrittori d'oltreoceano come DeLillo, Carver, D.F. Wallace e T.C. Boyle.rnrn“Coppia e famiglia rappresentavano l’ultima isola di comunismo primitivo in seno alla società liberale. La liberazione sessuale ebbe come effetto la distruzione di queste comunità intermedie, le ultime a separare l’individuo dal mercato.”rnrnMichel Djerzinski e Bruno Clément sono fratellastri e sembrano essere accomunati unicamente dall'abbandono della madre. Michel è uno scienziato dedito alla biologia molecolare e vicino al Nobel. Un uomo che ha dedicato la sua esistenza agli studi scientifici che lo hanno portato all'isolamento e all'impermeabilità a qualunque emozione. Il suo sogno è riuscire a clonare gli esseri umani così da poter garantire a essi una vita perfetta. Bruno è un insegnante, attirato dal sesso in modo morboso, costretto dalla malattia a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche. Sia la morbosità patologica di Bruno sia l'asettica razionalità di Michel sono il risultato dell'ambiente che li circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso in cui i desideri sembrano scaturire dagli spot pubblicitari. Nella descrizione di questo quadro apocalittico, nell'aridità di questa umanità scarnificata si intravedono scenari futuri dai risvolti inquietanti -
Il Budda delle periferie
«Così cominciò la nostra relazione sessuale. E io ne rimasi completamente sconvolto; non avevo mai provato prima sensazioni ed emozioni così forti. Avrei voluto gridare a tutti che si poteva vivere perennemente con un fuoco liquido nelle vene.»rnrn«Praticamente, si tratta di un compleanno di quelli importanti. Sono passati venticinque anni da quando la comparsa sulla scena letteraria del romanzo che avete tra le mani ha rovesciato un bel po' di preconcetti. Cinque lustri sono trascorsi da quando Hanif Kureishi, già candidato all'Oscar per la sceneggiatura di ""My Beautiful Laundrette"""", ci ha fatto conoscere e praticamente regalato il suo protagonista Karim, diciassettenne, ribelle, spiritoso, mezzo indiano e mezzo no, e """"vero inglese, più o meno"""" come lui stesso dice. """"Il Budda delle periferie"""", romanzo d'esordio, racconto di formazione quasi picaresco, documento sociale e politico, e praticamente essenziale abbecedario della cultura pop-rock, con la sua irriverenza e la sua sfrontatezza continua da allora a incantarci. Pochissimi romanzi – con la lettura dei quali siamo in qualche modo diventati diversi e probabilmente migliori – hanno questo potere, di conservare intatta la loro forza e la loro magia nel tempo. Se non lo avete ancora fatto, seguite le avventure e i pensieri di questo ragazzo, che vi trascineranno in un mondo che non conoscete né vi aspettate. Se lo avete già letto, incrociando di nuovo queste righe scoprirete che Karim ha ancora la scandalosa e spregiudicata libertà di allora, e che voi stessi siete cambiati, ma siete ancora quelli che eravate, """"più o meno"""".»"" -
Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo
«La civiltà sovietica... Mi affretto a registrarne le tracce. Volti conosciuti. Pongo loro delle domande, ma non sul socialismo, bensì sull’amore, la gelosia, l’infanzia, la vecchiaia. Sulla musica, i balli, le pettinature... Sui mille e mille dettagli di una vita che non c’è più.»rnrn«Per me non è tanto importante che tu scriva quello che ti ho raccontato, ma che andando via ti volti a guardare la mia casetta, e non una ma due volte». Così si è rivolta a Svetlana Aleksievic, congedandosi da lei, una contadina bielorussa. La speranza di avere affidato il racconto della propria vita a qualcuno capace di vero ascolto non poteva essere meglio riposta. Far raccontare a donne e uomini, protagonisti, vittime e carnefici, il dramma corale delle ""piccole persone"""" coinvolte dalla Grande Utopia comunista è il cuore del lavoro letterario dell'autrice e questo libro, sullo sfondo della grande tragedia collettiva legata al crollo dell'Unione Sovietica e della tormentosa e problematica nascita di una nuova Russia, costituisce il coronamento ideale di un lavoro di trent'anni. Qui sono decine i protagonisti-narratori che raccontano cos'è stata l'epocale svolta tuttora in atto: contadini, operai, studenti, intellettuali, nonché misconosciuti eroi sovietici i quali non sanno rassegnarsi al tramonto degli ideali e a un'esistenza che esclude i deboli e gli ultimi. È uno spaccato della tramontata civiltà sovietica, quasi un'enciclopedia dei sogni dell'uomo rosso, fecondata dal dono che ha l'autrice di saper penetrare l'anima di coloro che hanno vissuto quell'epoca anche esaltante e stentano oggi ad adattarsi a un """"tempo di seconda mano""""."" -
Il conformista
Pubblicato nel 1951, questo romanzo è il ritratto di un personaggio e di un atteggiamento morale caratteristici del nostro tempo: il conformista e il conformismo. Marcello Clerici è l'emblema dell'eroe contemporaneo secondo Alberto Moravia: è l'uomo che vuole confondersi, essere uguale a tutti proprio perché fin da ragazzo si sente diverso e teme il giudizio altrui. «Il conformista» è la storia del viaggio di nozze a Parigi di Michele con la moglie Giulia e di un delitto di stato, la biografia di un uomo ossessionato dall'integrazione nella società e insieme la descrizione di un'epoca, quella del ventennio fascista. Ma in tutti i tempi l'ingresso in società comporta un prezzo molto alto da pagare, soprattutto in termini di libertà individuale. Nell'affrontare il grande tema del rapporto tra uomo e società questo romanzo si propone come uno dei lavori più coraggiosi e attuali dello scrittore romano. -
La mascherata
Pubblicato nel 1941 e prontamente sequestrato dal regime fascista, ""La mascherata"""", il cui protagonista è un dittatore, è uno dei romanzi più originali e apertamente provocatori di Moravia. Apologo satirico scritto con uno stile narrativo tutto azione, rapido e serrato, poggia su una trama politica in cui si intrecciano le vicende dell'amore del generale Tereso Arango e di Fausta e altre storie di rivalità e potere. Scritto nel 1935 dopo un viaggio in Messico, """"La mascherata"""" si avvale di uno scenario da America latina, ma esprime tutte le ambiguità di un'epoca in cui le prospettive politiche si affermavano nelle dittature di Mussolini, di Hitler, di Stalin o nelle democrazie imperialiste e colonialiste francesi e inglesi."" -
L' uomo che guarda
L'esistenza quotidiana scorre ripetitiva e abitudinaria per Dodo, un bell'uomo sui 35 anni, ex sessantottino, per suo padre, un anziano ""barone"""" universitario, per Silvia, moglie di Dodo, di ambigua e sfuggente sensualità. Sulla loro vita, sui loro complessi, passa lo sguardo attento e impietoso di Dodo attore prima che spettatore di se stesso. Spinto dall'imperativo intellettuale di osservare per conoscere, Dodo spia ciò che accade con lo sguardo gelido dello scienziato che segue le trasformazioni della materia. Così questo """"indifferente"""" degli anni '80, ossessionato dal nucleare, assediato dall'Eros e dalle sue perversioni, osserva la realtà con distacco, selezionando ciò che accade con la mente e rifiutandolo con i sentimenti."" -
L' attenzione
Scritto nel 1965, cinque anni dopo La noia, L'attenzione continua il discorso cominciato nell'opera precedente riprendendone il tema di fondo: l'inautenticità della realtà. La struttura dell'opera è quella del romanzo nel romanzo, e la storia narra di uno scrittore e del romanzo che sta scrivendo, di cui è egli stesso il protagonista. Il centro della vicenda è un rapporto incestuoso, o che potrebbe divenire tale, tra padre e figliastra. Il padre vive in prima persona la tentazione di infrangere il tabù più profondo, mentre lo scrittore si pone come lucido osservatore della tentazione stessa. Ma quando l'uomo si accinge a rivedere il diario che dovrebbe costituire la base del romanzo, si accorge di quanto poco esso rispecchi la realtà che avrebbe voluto riprodurre. È quasi tentato di rinunciare all'opera quando si rende conto che il diario steso è già un romanzo, non solo ""per i pochi avvenimenti accaduti, ma anche e soprattutto per quelli che non erano accaduti affatto e che aveva sognato o inventato""""."" -
La vita interiore
Desideria, giovane, bella e spietata, figlia adottiva di Viola, ricchissima e corrotta, confessa al narratore, che la incalza e la induce a una chiarezza estrema, una vita di ribellione alla propria famiglia, alla propria classe, alla società che l’ha generata. Spinta dalla Voce interiore, dallo spirito di rivolta, non esita di fronte alla prostituzione, all’orgia, alla trama di un sequestro, a una rapina, all’incesto. La vita interiore è stato definito “il romanzo più terribile” di Moravia: sette anni di lavoro, sette stesure, lo sconvolgente ritratto di una borghesia che sembra capace soltanto di far male e farsi male. -
Ho sognato di vivere! Poesie giovanili
Scritte tra il 1950 e il 1958, custodite tra i documenti di famiglia, riportate alla luce dal nipote Stefano De Mattia, le poesie giovanili di Carmelo Bene ci offrono l'occasione preziosa di incontrare di nuovo un artista unico e indimenticabile. Sono testimonianze di una voce che vibra e canta l'adolescenza e la scoperta, pagine di un diario intimo in cui amore, solitudine, desiderio di fuga e d'indipendenza si mescolano con il racconto del mondo osservato e il paesaggio là fuori riverbera e riflette quello interiore, evocando, come scrive Filippo Timi nell'introduzione, ""una sconfinatezza selvaggia, una foresta di costellazioni, nebulose e vie lattee, un universo in continua espansione"""". Con una nota di Stefano De Mattia. Introduzione Filippo Timi.""