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Vivere come persona. Umanesimo ed ecologia in medicina
Non credere a ""si dice, si fa"""". Quel """"si"""", uniformato da un collettivo esterno, vorrebbe che tu pensassi come vogliono altri. Il """"si"""" è privazione di qualsiasi libertà di espressione della tua persona. Guarda i fatti, capaci sempre di smentire le teorie. Non credere che la maggioranza sia sempre dalla parte della ragione. Pensa che per conoscere qualcosa c'è bisogno di qualcosa d'altro e che si può giungere alla vetta da più sentieri di pari dignità. Vivi il tuo prossimo come fine e osservalo come un'opera d'arte . Vivere l'altro è sapersi adattare, cambiando maschera che, in antico etrusco è """"persona"""". Cura il corpo rispettando la fisiologia, la mente imparando ogni giorno qualcosa di nuovo e lo spirito aiutando il tuo prossimo, facendo sempre il meglio di cui sei capace."" -
Scienza giuridica quattrocentesca
Il secolo XV, nella storia giuridica, occupa una posizione del tutto particolare. Fu il secolo che seguì la fioritura della grande scienza giuridica trecentesca e, al tempo stesso, il secolo dell'Umanesimo, della critica serrata condotta dai letterati umanisti alla scienza giuridica, della disputa delle arti. Tale combinazione di circostanze è all'origine di un diffuso pregiudizio storiografico secondo il quale i giuristi quattrocenteschi furono soltanto i prosecutori e, fondamentalmente, i ripetitori di una dottrina e di un metodo che attendevano di essere superati. Questo volume raccoglie i frutti di alcuni percorsi di ricerca, specificamente dedicati alla scienza giuridica del XV secolo, dai quali si spera possa emergere la peculiarità di una riflessione che svolse un ruolo fondamentale nel passaggio dalle opere della dottrina trecentesca alle novità del Cinquecento. -
Libertà religiosa e nazionalità in Francesco Ruffini con l'edizione di Sionismo e Società delle Nazioni (1919)
A un secolo esatto dalla sua pubblicazione vede nuovamente la luce Sionismo e Società delle Nazioni di Francesco Ruffini (1863- 1934), vivo documento di un momento cruciale della vita politica internazionale, all'indomani della Grande Guerra e mentre le potenze vincitrici ridefinivano il nuovo ordine mondiale nella Conferenza di Parigi. La causa dell'ebraismo mondiale appariva a Ruffini degna di essere assunta come una bandiera che teneva uniti insieme i due princìpi ai quali egli aveva dedicato la sua vita di studioso: il principio della libertà religiosa e il principio di nazionalità [...] spiritualista e libertaria, contro ogni tendenza nazionalistica e autoritaria. Giurista dalla forte componente storicistica, storico del diritto egli stesso e maestro nel diritto ecclesiastico, Ruffini non poteva che attingere alla migliore tradizione italiana [...] Queste basi scientifiche e culturali sono anche all'origine della sua avversione dichiarata per il nazionalismo di matrice germanica, dal quale Ruffini vede sorgere l'antisemitismo, cui sono dedicate in questo libro pagine illuminate e sferzanti, ricche di sorprendenti intuizioni. La riedizione del volume ad opera ad opera... -
Valfornace. Ediz. italiana e inglese
Il Comune di Valfornace, con una popolazione di 1.000 abitanti, è stato istituito il primo gennaio 2017 attraverso la fusione tra i comuni di Pievebovigliana e Fiordimonte, che si configurano come dei centri collinari in perfetto equilibrio con le campagne circostanti. Nel territorio di Valfornace, le ricche testimonianze di ogni epoca storica si confrontano con la bellezza di una natura incontaminata, in un delicato scenario di rara armonia, che dà vita ad un originale spazio ambientale. -
L' idealismo giuridico di Vittorio Frosini
Sovvertendo gli schemi delle dottrine positiviste ed analitiche, Vittorio Frosini (1922-2001) affermava che il diritto è un'attività poetica. Egli scriveva che il futuro della civiltà non può essere disgiunto dalla «naturalità dell'esperienza giuridica» e da «un'immagine originaria e autentica dell'uomo». Esortava i giuristi del nuovo secolo ad essere «vigili», a mantenere viva la scintilla della «coscienza giuridica» e a rivolgere «lo sguardo interiore» «là dove brilla la stella della giustizia». -
Orvieto
"Luigi Fumi (Orvieto, 1849-1934), prefetto dell’Archivio storico municipale di Orvieto, archivista a Siena e a Roma, nonché direttore degli Archivi di Stato di Mantova, Milano e Lucca, fu anche uno studioso della storia dell’Umbria e in particolar modo della sua città natale. Questo suo libro sulla storia di Orvieto, pubblicato nel 1891 riguarda un centro abitato inserito in uno spazio territoriale, come quello umbro, caratterizzato dalla presenza di un fitto reticolo di città di piccole e medie dimensioni. La riproposizione di questo testo avviene sulla scia di un nuovo percorso storiografico che, rispetto alle indagini condotte in Italia alla fine del XX secolo, viene incontro alla sempre più pressante esigenza di procedere verso una più accurata analisi dei percorsi di trasformazione e sviluppo dei centri più piccoli della provincia italiana, capace di superare il localismo e il municipalismo."""" (dall’Introduzione di Augusto Ciuffetti)" -
La cucina degli angeli
«Prenderci cura della nostra alimentazione equivale a prenderci cura della salute del nostro fisico e del nostro spirito, ma per gioire delle delizie della tavola degli angeli dobbiamo affidarci al famoso buon senso e alla moderazione. Il piatto non deve essere mai troppo pieno quando viene servito, né lo stomaco troppo sazio quando ci alziamo da tavola. Già Paracelso, medico e alchimista svizzero, forse illuminato dal suo angelo custode, aveva affermato nel XVI secolo il principio: ""È la dose che fa il veleno"""".» (Alex Revelli Sorini e Susanna Cutini) (Gastrosofi Università San Raffaele RM)"" -
I ceri di Gubbio. Saggio storico-culturale su una festa folclorica
L’editore II Formichiere ha pensato di ristampare questa opera ormai introvabile della grande antropologa Anita Seppilli, già pubblicata nel 1972 negli Annali della Facoltà di Lettere dell’Università di Perugia, in quanto, a quasi mezzo secolo dalla sua uscita, a tutt'oggi rimane il testo più completo che analizza, a partire dalle fonti documentarie, un fenomeno del tutto unico quale la Festa dei Ceri. Ogni anno, il 15 di maggio, la città di Gubbio con tutta la sua popolazione, segue ed esegue un rituale collettivo dove elementi di origine assai diversa, con significati complessi, si amalgamano in un tutt’uno particolarmente originale. Tutti coloro che assistono anche solo una volta alla Festa (e alla Corsa), non possono fare a meno di cogliere, nell’euforia collettiva, nei rituali, nelle cerimonie, qualcosa che va al di là del semplice folclore locale e che affonda le proprie radici in un passato secolare che lo studio della Seppilli ci aiuta a decifrare. -
Doctor G. Raccontini di viaggio
Ventinove racconti di viaggio intorno al nostro pianeta. -
L' orzo discepolo e altri racconti
È una memoria che si dilata e si ramifica fino a diventare una vera e propria storia, che si dipana sulla specificità di una famiglia atipica, non unica, ma assolutamente rara per il tempo in cui le vicende si svolgono. E rare sono le esperienze fatte dal protagonista che si racconta in prima persona, sono sue ma divengono esemplari, in parte condivise da un universo umano che, come quello dei soggetti della narrazione, ha vissuto esperienze analoghe, ha goduto di felicità parallele e sofferto dolori fisici e spirituali paragonabili, realizzandosi in una pienezza di cui non tutti hanno potuto beneficiare. -
Maestranze straniere nel cantiere della cattedrale di Orvieto tra Trecento e Quattrocento
Tra il Trecento e il Quattrocento arrivano a Orvieto numerosi stranieri oltremontani nell'ambito del fenomeno della mobilità sociale e dell'immigrazione da Oltralpe che interessa l'Italia del periodo. Si tratta di tedeschi, slavi, ungari, bretoni, dei quali solo alcuni sono noti alla storiografia, che sono accolti in città e trovano occupazione come capomastri, mastri e semplici operai nelle attività in corso per la cattedrale in costruzione, confermando quel carattere ""cosmopolita"""" che il cantiere ha avuto fin dall'inizio. Tra i nomi noti alla storiografia figurano gli artisti; Rainaldino di Francia, Pietro di Giovanni da Friburgo, Gualterio di Giovanni da Monaco, per il resto si tratta di maestranze sconosciute. Alcuni personaggi si stabiliscono a Orvieto, altri restano per il tempo del lavoro, soprattutto i tagliatori di pietre nelle cave. I registri contabili o Camerari conservati nell'archivio dell'Opera del Duomo hanno permesso di conoscere i loro nomi, fornendo al tempo stesso abbondanti informazioni circa il numero, le provenienze, le mansioni svolte, come si può leggere nell'ampia Appendice che raccoglie il repertorio dei documenti censiti."" -
Vita volant, scripta manent. Vicende criminali nella letteratura di piazza tra Cinquecento e Ottocento
Sommario: Premessa; Genitori e figli; Normalità domestica; Un tema che non conosce crisi: marito vecchio; I terzi ""incomodi""""; Amori """"impossibili""""; Amori incestuosi; Tragedie domestiche; Veleni e fatture; I soldi non bastano mai; Nota finale: miracoli e delitti."" -
Perduti nel tempo. Castelli in rovina della Valnerina
Con questo volume inizia la pubblicazione dedicata a tutti quei castelli, rocche e fortilizi vari che, non svolgendo più le funzioni per le quali sono stati costruiti, sono andati parzialmente distrutti e riconquistati dalla natura. In questo primo volume vengono risvegliati dall'oblio ben ventitré manufatti che, grazie al lavoro degli Autori, ora possono essere riscoperti e visitati in un ambiente naturale sempre più incontaminato dalla presenza umana. Un viaggio nella memoria e alla scoperta dei perché delle nostre esistenze. Rocca Accarina, Castello di Monte Albano, Castello di Melace, Castello di Petano, Castello di Rogoveto, Rocca di Lorino, Rocca di Matterella, Rocca di Precetto, Castello di Umbriano, Rocca di Borcino, Castello vecchio di Ceselli, Castello di Lapparino, Rocche di Ancaiano, Pozzano, Castelvecchio, Castello di Scopelleto, Rocca Elsa, Castello di Grotti, Castello di Geppa, Rocca Agelli, Rocca Alberici, Castello di Jugo, Castello di Aquilaia. -
L' uccisione di Luigi Trastulli: Terni, 17 marzo 1949. La memoria e l'evento
«Il saggio di Portelli pone due temi di interesse permanente. Il primo è di carattere sociale e politico e riguarda il tema della città operaia e della fabbrica. Il secondo è di carattere metodologico e riguarda il ruolo e l'oggetto della storia orale. Per lo studioso ""Più ancora dell'evento in quanto tale, il fatto storico rilevante qui è la memoria stessa"""", che diviene origine degli apparati simbolici che fondano l'identità culturale di un gruppo sociale. In ciò consiste la sua attualità controcorrente che ne fa un testo la cui lettura e rilettura offre molteplici spunti di riflessione sul passato, ma soprattutto sul presente. Riproporlo vuol essere un contributo alla comprensione di una realtà specifica e articolata come è quella di una città industriale e operaia uscendo dai topos che hanno imperversato negli anni passati che vanno dal teorema della fine della città-fabbrica alla stanca riproposizione della mitologia di una classe operaia che è profondamente cambiata e largamente non studiata. Insomma """"L'uccisione di Luigi Trastulli"""" continua a essere un punto di partenza ed è questo un buon motivo per riproporlo ai lettori.» (dalla Presentazione di Renato Covino)"" -
Mia vita
Diversi anni prima della stagione dei sonetti romaneschi, in un periodo poco noto e difficilmente precisabile della sua vita, un giovane Belli aveva iniziato a scrivere la propria autobiografia. È la prosa nota come ""Mia vita"""", un testo di straordinario valore testimoniale e notevole rilievo letterario, costruito intrecciando abilmente vicende private e avvenimenti storici. Il volume che qui si offre, curato da Davide Pettinicchio, in una nuova edizione è corredato di un articolato commento storico-letterario e di un apparato critico vòlto a esplorare gli intricati procedimenti correttori che interessano l'opera."" -
Svuotare la mente. Un diario contro Facebook. Edizione sovversiva
Una graffiante critica nei confronti di una multinazionale che ci succhia l'intelligenza. -
Bastia anni Trenta. I vicoli, le botteghe e il commercio, gli opifici
Un tuffo nel passato attraverso le immagini. -
Hegel e il pensiero nazionale dello Stato di potenza in Germania. Un contributo alla storia dello spirito pubblico
Un secolo dopo la sua pubblicazione in Germania è edito in traduzione italiana il primo libro del giurista tedesco Hermann Heller. Nel 1921 Heller dava alle stampe la sua monografia su Hegel e il pensiero nazionale dello Stato come potenza. L'opera contiene le prime riflessioni di uno tra i più lucidi interpreti dell'epoca di Weimar (1919-1933). Tra le sue pagine si trova una veemente critica dello Stato come potenza espansionistica, ma anche e soprattutto il senso di una radicale insoddisfazione per la scienza politica e giuridica del Novecento, con le sue aspirazioni a subordinare il diritto alla potenza dello Stato che si andava profilando nei convulsi anni di Weimar. Il libro di Hermann Heller apre così una fondamentale prospettiva sull'esperienza weimariana, idonea ad arricchire il panorama culturale tanto dello storico e del filosofo quanto del giurista. I gravi problemi affrontati da Heller sono infatti radicati in un passato che ci è vicino e che è vivo nel presente. -
La storia rovesciata. La guerra partigiana della brigata garibaldina «Antonio Gramsci» nella primavera del 1944
C'è anche a Terni chi prova a ""rovesciare"""" la storia. I partigiani diventano assassini, i fascisti vittime, la Resistenza un evento ininfluente in cui si sfogano istinti feroci e vendette. Abbiamo conosciuto molti degli uomini che oggi vengono descritti come assassini, cupi stalinisti, antidemocratici, prevaricatori e violenti: ne abbiamo raccolto i ricordi, le delusioni, i dubbi, la disperata paura di essere dimenticati, il timore che le loro sofferenze e le loro idee fossero trascinate nel flusso della storia e destinate all'oblio. Sono stati, questi uomini, un pezzo importante della nostra educazione sentimentale e un veicolo fondamentale per capire una città complessa come Terni. Non siamo disposti ad accettare che la loro vicenda sia descritta come una storia criminale. Sono morti e non possono rispondere. Spetta a quanti continuano a considerarsi loro amici e compagni difenderne le motivazioni ideali e l'onore."" -
La cucina di Dante e Boccaccio. Saggio storico e ricette ritrovate
In questo testo, grazie ad un approccio multidisciplinare, gli autori Alex Revelli Sorini, Susanna Cutini, Francesco Vittorio Rebuffo e lo chef Shady Hasbun hanno cercato di classificare lo stile alimentare di Dante e Boccaccio. Le indicazioni rintracciate nelle opere dei due poeti e la relazione che essi avevano con il cibo potrebbe essere definita come: meditativa per Dante e conviviale per Boccaccio. Analizzando la Commedia lo stretto rapporto tra cibo e meditazione si trova nelle citazioni alimentari, soprattutto simboliche. Scorrendo il Decameron il grande valore della convivialità è legato all'antropologia, alla vita economica e sociale, al galateo, alla cultura materiale, alle prescrizioni della dieta e della medicina, alla ricchezza e alla miseria. Le ricette che troverete nella seconda parte del volume sono state rielaborate prendendo spunto dai primi manoscritti italiani di cucina del XIV sec. Questi libri esprimono una cultura già definibile come italiana, pur muovendosi in una logica più ampia, il modello suggerito non è di tipo locale bensì internazionale, una sorta di ""koiné"""" con molti punti in comune e ricette ricorrenti nelle varie aree d'Europa.""