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Il Sud deve morire. Esecutori, mandanti e complici di un delitto (quasi) perfetto
Per tanti politici il Mezzogiorno è soltanto un serbatoio elettorale, per parecchi nordisti un mercato da sfruttare, per alcuni imprenditori, sindacalisti e burocrati un bancomat a uso personale, per tutti i mafiosi un territorio da depredare, per certi antimafiosi un lavoro occasionale, per molti meridionali un luogo sul quale recriminare (e basta). Questi untori hanno avvelenato il Sud, riducendolo in coma profondo. Non paghi, speculano sulla sua agonia per costruire carriere, fortune e potere a danno di deboli, ingenui e onesti. Carlo Puca ha percorso da cronista tremila chilometri nel Mezzogiorno d'Italia. La sua indagine inizia con una ricognizione sui luoghi del delitto - da Lampedusa all'Aquila, passando per Papasidero, Viggiano, Barletta, Castel Volturno - per poi individuarne i mandanti, tracciare l'identikit degli esecutori e inchiodare i complici alle loro responsabilità. Un viaggio ""di fatica e di scoperte"""" che - confessa Puca - """"ha mutato la mia indole pacifica e fatalista"""". Un libro scritto """"con sentimento divenuto nel tempo risentimento"""", fino a quando le mille storie raccolte gli hanno palesato l'unica soluzione possibile: ammazzare """"una certa idea di Meridione"""" per trascinare nella tomba anche i vari """"dittatorelli"""" che deprimono la sua libertà. Cosicché il Sud possa finalmente sperare di rinascere nuovo e diverso."" -
Pasolini e la pedagogia
Pasolini sviluppò precocemente il suo interesse per l'educazione dell'individuo e della collettività, individuando in quell'impegno la ""missione"""" di civiltà della sua generazione e il mandato specifico dell'intellettuale. In un incandescente crogiuolo che fondeva la tensione etico-politica, la competenza culturale e la stessa pulsione erotica da sublimare in passione ascetica del dono maieutico, questo slancio pedagogico ebbe modo di esplicitarsi fin dagli anni friulani, quando egli animò originali pratiche di scuola alternativa e attiva, corredata anche da pionieristici esperimenti di animazione teatrale e corroborata da collaterali riflessioni teoriche. Ma anche dopo il 1949, con l'abbandono forzato dell'insegnamento a seguito dello scandalo di Ramuscello, il didatta Pasolini fu sempre in prima linea, nel fuoco di una militanza pedagogica tanto dolcemente amorosa verso il popolo e i suoi giovani figli da riscattare, quanto implacabilmente violenta contro la borghesia neocapitalistica, colpevole di aver imposto i suoi disvalori alienanti, e contro il popolo stesso che li ha accettati e si è pervertito in """"massa"""" indifferenziata di automi incattiviti, eterodiretti, immemori della storia e della tradizione. Sull' habitus pedagogico di Pasolini e sulla sua decisiva centralità si concentra dunque questo libro, che raccoglie i contributi prodotti a Casarsa nel novembre 2013 durante il convegno organizzato sull'argomento dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini."" -
Itinerari italo-greci in Sicilia. I monasteri basiliani
La millenaria storia del movimento cenobitico orientale in Italia meridionale è dall'XI secolo strettamente connessa alla conquista dei Normanni, testimoniata dalla presenza sul territorio calabro-siculo dei resti di alcune fondazioni o rifondazioni monastiche di rito greco da loro promosse, la cui genesi e il cui successivo sviluppo sono per lo più di difficile interpretazione. L'itinerario italo-greco del Valdemone - area nord-orientale della Sicilia di eccezionale valore paesaggistico - proposto in questo testo fa riferimento ai soli cinque monumenti chiesastici ancora leggibili nei loro caratteri originari. L'architettura è una delle testimonianze più significative della capacità dei Normanni di sincretizzare esperienze stilistiche e spirituali di provenienza diversa, dando vita a prodotti di altissima suggestione che trovano le espressioni più alte nel Duomo di Monreale, in quello di Cefalù e nella Cappella Palatina del palazzo reale di Palermo inseriti nell'""itinerario arabo-normanno"""" dichiarato nel 2015 """"Patrimonio Mondiale dell'Umanità"""". Come espressioni tangibili di strutture socio-territoriali sedimentate nei luoghi, gli itinerari culturali possono essere visti come chiave d'ingresso di una conoscenza contestuale specifica nell'evoluzione della società e dei territori. Introduzione di Davide Papotti."" -
Le parole amorose: Mandragola, Clizia, Morgante
Il volume muove dall'analisi del linguaggio equivoco della Mandragola (con la spiegazione di passi spesso fraintesi o non pienamente intesi e lo svelamento, accanto all'omosessualità di Nicia, della predilezione di Lucrezia per la sodomia) all'interpretazione dell'opera in chiave autobiografica, come commedia del sesso sterile e risposta dell'autore al processo per sodomia fattogli intentare dagli ottimati fiorentini. In contrasto con la consuetudine vulgata di contrapporre Mandragola e Clizia, si fanno emergere le numerose analogie tra le due commedie e vi si riconosce un'identica impostazione di fondo, basata sulla rappresentazione da parte di Machiavelli di sé stesso in veste di personaggio, in polemica contro i propri concittadini e la loro visione delle cose. Ciò non esclude l'accentuarsi del pessimismo nella Clizia, autentico trionfo della fortuna e dell'irrazionalità e messa in scena da parte dell'autore della propria sconfitta politica e amorosa. Attraverso un serrato confronto con l'archetipo della Casina plautina e una puntuale analisi di passaggi del testo abitualmente trascurati, Boggione sconfessa le tradizionali letture dell'opera come commedia moralistica e classicistica, per indicarvi la più acre irrisione dei valori della società cinquecentesca, compreso quell'onore ancora salvato nella Mandragola. Chiude il volume la spiegazione di alcune espressioni oscene del Morgante di Pulci. -
I sette savi del bosco di bambù. Personalità eccentriche nella Cina medievale. Testo cinese a fronte
I Sette Savi, e lo spirito anticonformista da questi incarnato, hanno affascinato intere generazioni giungendo sino in Giappone, dove, a partire dall'VIII secolo, troviamo poeti che li citano nelle loro opere o si ispirano a loro. In epoche più recenti, in particolare agli inizi del XX secolo, le personalità dei Sette furono rilette in chiave moderna da quegli intellettuali, tra i quali spiccava Lu Xun (1881-1936) - uno dei più influenti scrittori dell'epoca -, che promuovevano un rinnovamento sociale per la Cina moderna. Questi intellettuali videro nei racconti riguardanti i Savi e nelle loro opere l'immagine di uno spirito ribelle ancora attuale che si scagliava contro tradizionalismo e ipocrisia morale. Tutt'oggi i Sette Savi del Bosco di Bambù sono tra i personaggi più famosi della Cina pre-moderna. -
Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia. Catalogo della mostra (Venezia, 19 marzo 2015-19 giugno 2016). Ediz. illustrata
Il catalogo della mostra dedicata ad Aldo Manuzio a cinquecento anni dalla sua scomparsa è un omaggio al più famoso stampatore della storia dell'editoria. Racconta come il libro cambiò il mondo, e come e perché questo cambiamento avvenne a Venezia, città cosmopolita e porta fra oriente e occidente. Ma sarà soprattutto un viaggio nel mondo della cultura e delle arti a Venezia tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, in una stagione cruciale che vede protagonisti pittori come Bellini, Carpaccio e il più giovane Giorgione (con l'esordio del suo allievo Tiziano), illustri artisti stranieri in visita come Albrecht Dürer, intellettuali di respiro europeo come Erasmo da Rotterdam. -
Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim. Catalogo della mostra (Firenze, 19 marzo-24 luglio 2016). Ediz. illustrata
Il catalogo raccoglie oltre 100 capolavori dell'arte europea e americana tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento, in un percorso che ricostruisce rapporti e relazioni tra le due sponde dell'Oceano, nel segno delle figure dei collezionisti americani Peggy e Solomon Guggenheim, e racconta la nascita delle neoavanguardie del secondo dopoguerra in un fitto e costante dialogo tra artisti europei e americani. Si realizza un eccezionale confronto tra opere fondamentali di maestri europei dell'arte moderna come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray e Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, insieme a Jackson Pollock, Marc Rothko, Wilhelm de Kooning, Alexander Calder, Roy Lichtenstein, Cy Twombly. -
Quaderni della procuratoria. Arte, storia, restauri della basilica di San Marco a Venezia (2015). Ediz. illustrata. Vol. 10
Questo decimo ""Quaderno"""" della Procuratoria di San Marco, l'ultimo della prima serie , dopo avere affrontato tanti temi riguardanti marmi, cappelle, mosaici, sculture, opere d'arte poco note o da poco restaurate, è dedicato al cuore stesso della basilica di San Marco, il ciborio. Tema importante e difficile: l'altare maggiore con le quattro colonne istoriate e il loro magico intreccio di scene che sorreggono il """"cielo"""" in marmo verde e le sei statue che lo sovrastano. E ancora una volta, preziose e inedite sono le novità che vengono sottoposte alla riflessione dei lettori, con saggi di Thomas Weigel, Anne Markham Schulz, Maria Da Villa Urbani, Ettore Vio, Antonella Fumo e Lorenzo Lazzarini."" -
Le due stagioni
Le stagioni che danno il titolo a quest'opera di Paolo Barbaro non sono solo quelle del tempo, ma anche - e soprattutto - quelle dell'anima, del corpo, della vita. Nella prima parte del dittico, Dario, assicuratore quarantenne con moglie e figli, insegue il desiderio e l'ardore perduti lasciandosi rapire da Bruna, che due pomeriggi a settimana, dopo il lavoro, lo aspetta nella casa di Sant'Elena, a Venezia. Nel susseguirsi della dolce monotonia amorosa, basterà però un piccolo cambiamento a spezzare l'incantesimo dell'idillio. Nella seconda parte, il protagonista ormai anziano, che la malattia costringe a un'immobilità sempre più definitiva, osserva il mondo dal suo ultimo riparo nella città lagunare: la casa. È una cronaca della fine, un consapevole e sereno accomiatarsi dalla realtà che lo circonda, mentre la sua realtà si riduce sempre più a una stanza, alla voce della moglie, al saluto di un amico, ai vividi ricordi che tornano a fargli visita da un passato lontano. Nel dipanarsi di queste ondate di racconti e memorie, Venezia si manifesta ancora una volta come vera, vitale protagonista. Con ponti, canali, campielli, giardini segreti e terrazze sul mare, ordisce trame e incrocia destini, favorendo incontri, spaesamenti, addii. L'acqua alta si fa allegoria della fine che incombe, anche se pagina dopo pagina è un'altra metafora - di speranza - a imporsi. Nel suo invecchiare, l'uomo somiglia infatti a quella Sant'Elena tra le cui calli Dario rincorre una passione che credeva perduta. -
Le donne della Principal
Da oltre un secolo una dinastia di donne è alla guida della Principal, la più illustre tenuta vinicola di Pous, un paese sepolto tra le montagne nel cuore dell'Abadia, dove si produce un vino che è tra i migliori di Spagna. Portano tutte lo stesso nome - Maria detta la Vecchia, Maria detta la Signora, Maria Costa - e negli anni hanno salvato le loro vigne dalla piaga della fillossera, sono uscite indenni dai sanguinosi scontri che hanno lacerato il loro paese e hanno consolidato e fatto prosperare gli affari dell'azienda di famiglia. Nella storia della Principal c'è però una macchia. Nell'estate del 1936, davanti all'ingresso della grande casa tra i vigneti viene trovato il cadavere martoriato di un uomo, probabilmente - si dice - l'ennesima vittima di uno dei tanti regolamenti di conti che infiammano la regione alla vigilia della guerra civile. Ma è davvero così? Dopo qualche anno, un poliziotto riapre il caso. Affidandosi ai metodi appresi alla scuola di polizia repubblicana, e a quelli imparati dai buoni romanzi polizieschi, è deciso a scoprire cosa accadde in quegli anni inquieti e a trovare il colpevole di un omicidio che in qualche modo la storia ha insabbiato. Scavare nei segreti di una delle famiglie più influenti e rispettate della regione non è semplice, ma i ricordi di un'altra donna, ora vecchissima, che con devozione ha servito ben tre generazioni alla Principal, lo aiuteranno a ricostruire un'ingarbugliata storia di laceranti passioni e lotte di potere. -
La rimozione. Storia di Giuseppe Tavecchio, vittima dimenticata degli anni di piombo
Nel marzo del 1972, un pomeriggio di sabato, Giuseppe Tavecchio, milanese, sessant'anni, pensionato, se ne esce a fare una commissione. A Milano è una giornata di scontri violentissimi tra i manifestanti dell'ultrasinistra e la polizia, con disordini che si protraggono per ore e devastazioni diffuse, incluso l'incendio di alcuni locali della sede del ""Corriere della Sera"""" in via Solferino. Tavecchio passa dal centro durante una pausa dei tumulti; quando, alle cinque e dieci, insieme ad altri pedoni attraversa piazza della Scala, pare un momento di calma. Se non fosse che all'improvviso, senza alcuna ragione comprensibile, da una camionetta della polizia partono alcuni lacrimogeni verso quel gruppetto di persone inermi. Un candelotto, sparato ad altezza d'uomo, raggiunge al collo Tavecchio, che morirà tre giorni dopo senza aver ripreso conoscenza. È una vicenda tragica, che tutti dovremmo conoscere e ricordare. E invece no; perché uno che muore in questo modo non trova nessuno che abbia interesse a perpetuarne la memoria: ovviamente non lo Stato, che, per averne causato la morte, vuole soprattutto farlo dimenticare; non la politica, perché - se i militanti caduti negli scontri si onorano continuamente nel ricordo - sui passanti ammazzati per sbaglio, inutili alla causa, si sorvola con elegante indifferenza; e non i media, visto che un morto così fa ben poca notizia. Sicché ancora oggi il nome di Tavecchio è pressoché assente nelle cronache di quei giorni, comprese quelle in rete..."" -
Giganti. Italiani seri nel Paese del blablà
C'erano una volta i giganti, personalità di spicco nelle quali specchiarsi, esempi da seguire. Ma oggi? L'Italia sembra un Paese popolato più da pigmei che da watussi, dove un giovanotto dalla lingua lunga e dalle ambizioni smisurate, cresciuto alla scuola di Mike Bongiorno e divenuto presidente del Consiglio senza passare dalle urne, ha eretto a forma di governo lo storytelling (vulgo, blablà) e non si vergogna a farsi dare ogni giorno del ""cazzaro"""" da """"Dagospia"""". Solo nella Repubblica delle chiacchiere poteva essere scambiato per evento del secolo quel pacchiano Lunapark delle Nazioni che è stato chiamato Expo. Demoralizzato dal deprimente spettacolo, l'autore è andato in cerca ancora una volta di personaggi comuni di eccezionale valore: l'imprenditore che assume i malati di cancro, la mamma della ragazza morta suicida che ha già aiutato 60.000 genitori cui è toccato il dramma di seppellire i loro figli, la cieca diventata nonna di 15.123 nipoti che dovevano essere abortiti, il manager che soccorre i cinesi detenuti nei laogai, il pittore privo di braccia che ha mantenuto la famiglia usando solo la propria bocca, la """"povera allegra"""" che dal 2001 non tocca un soldo, il dottor Schweitzer delle Ande, il chirurgo dei casi impossibili, il crociato dei borghi abbandonati, il giardiniere che non si arrende mai, l'operaio che ha salvato i bilanci della Fiat..."" -
Generali in history. Tales from the archive. Ediz. illustrata
Il fiuto per gli affari e l'anima cosmopolita di un gruppo di abili imprenditori, la grande preparazione tecnica e l'impegno pubblico di valenti capi azienda, un'idea geniale o una felice intuizione, storie piccole e grandi, come l'incendio del teatro La Fenice, un insolito assicuratore di nome Kafka, la spedizione di Umberto Nobile al polo nord, il lancio di un missile: questi e molti altri gli argomenti trattati, che testimoniano l'originario spirito pionieristico e di adattamento di Assicurazioni Generali alle contingenze politiche e di mercato. La pubblicazione nasce dalla volontà di valorizzare il prezioso patrimonio documentale dell'Archivio storico Assicurazioni Generali: un archivio che permette di ricostruire lo sviluppo di un grande istituto assicurativo, internazionale fin dalle origini, e di raccontare due secoli di storia, italiana e mondiale. L'impianto dei libri, uno dedicato all'Ottocento e uno al Novecento, si basa su schede documenti e schede uomini in stretta relazione, incentrate su particolari vicende e personaggi della compagnia, partendo dai più significativi documenti conservati presso l'Archivio aziendale. Profili storici generali e una rassegna di brevi notizie sulle varie epoche aiutano a inquadrare le schede nel panorama economico-politico di riferimento. I volumi sono corredati da un ricco apparato iconografico e comprendono specifici saggi, dedicati per esempio all'evoluzione del marchio e della pubblicità, oltre a un indice complessivo di tutte le cariche direttive nei primi centocinquant'anni di vita, dal 1831 al 1982. Potranno interessare agli specialisti ma anche ai lettori curiosi e appassionati di storia, economia, politica e cultura. -
Rubens. Adorazione dei pastori. Ediz. illustrata
L'Adorazione dei pastori di Rubens è un'opera grandiosa, dipinta a lume notturno, che racchiude in sé quelle prerogative che raramente ritroviamo unite e che rendono eccezionale un dipinto. La grande tela celebra uno dei momenti più alti e suggestivi della Natività, con una composizione densa di bagliori in cui si stagliano la figura monumentale della Vergine, chinata leggermente verso il Bambino e quelle dei pastori, poderosi come sculture classiche. Il Bambino irradia una luce abbagliante e chiarissima che investe l'intera rappresentazione. I modelli del mondo classico, fonte di ispirazione per la creatività di Rubens, sono reinventati in una nuova e personalissima interpretazione. Alla eccezionalità delle sue prerogative esecutive il dipinto aggiunge un carisma particolare e una capacità di commuovere ancora intatta. Conclusivo dell'esperienza italiana dell'artista ne riassume tutta la portata e nel contempo anticipa la produzione successiva, gettando le basi per la grandiosità della maniera barocca. -
Da Lotto a Caravaggio. La collezione e le ricerche di Roberto Longhi. Catalogo della mostra (Novara, 10 aprile-20 luglio 2016). Ediz. illustrata
La mostra e il suo catalogo illustrano la collezione e le ricerche di Roberto Longhi attraverso una selezione di dipinti facenti parte della sua raccolta, a cui si aggiungono opere provenienti da alcuni fra i maggiori musei italiani. Nel percorso espositivo, oltre ai capolavori di Lorenzo Lotto e del Caravaggio, spiccano quelli di artisti quali Dosso Dossi, Carlo Saraceni, Valentin de Boulogne, Jusepe de Ribera, Mattia Preti. -
Roma. The Ruyi
Ancora una volta sulle tracce de Ruyi, per conoscere tutti i segreti della città eterna. Il Ruyi è giunto a Roma molti secoli fa e da allora la città porta su di sé i segni di questo passaggio: pare che nel corso dei secoli il Ruyi sia passato di mano in mano, di sotterfugio in sotterfugio da un luogo all'altro; pontefici e artisti, negromanti e prostitute, governanti e gente del popolo hanno conosciuto la storia di questo potente oggetto, occultandolo ogni volta in un nascondiglio diverso. Carlo Dolfin, il vecchio professore che a Venezia è venuto a conoscenza della faccenda, lascia ancora i suoi appunti a disposizione di chi voglia mettersi sulle tracce del magico oggetto prima che cada in mani sbagliate Sessanta racconti su sessanta luoghi di Roma, i luoghi legati alle vicende più affascinanti e originali della città. Al centro della storia universale, Roma racconta infinite storie di imperatori, papi, artisti, statue parlanti, maghi e altri ancora. Attraverso le vicende dei Borgia e le disavventure di Virgilio Mago, passando dal Colosseo, da Trastevere o da molti altri luoghi, scoprirai i segreti della città caput mundi. -
Verona. Amor
Eros, il dio dell'amore, è stato cacciato dall'Olimpo e ha scelto Verona come sua nuova patria. Nel suo esilio, ha portato con sé i suoi due magici strumenti, l'arco e le frecce, capaci di far scoccare la scintilla d'amore. È forse per questo che la più celebre tragedia d'amore della storia si svolse qui? C'è un legame tra la storia di Romeo e Giulietta e la presenza del dio alato? Perché l'ultimo discendente della famiglia Capuleti ha bisogno del tuo aiuto? Trentacinque racconti per trentacinque luoghi nelle città degli innamorati. Questa guida svela i retroscena del dramma d'amore di Romeo e Giulietta e le vicende di Alboino e Rosmunda, racconta i segreti del più bello tra i teatri romani o la divertente storia del pellegrino Bertoldo. Per le vie e le piazze più suggestive di Verona si nasconde il segreto di Amor. -
Stile sobrio. Breve storia di un'utile virtù
"Sofisticata sobrietà"""", """"sobrietà aggressiva"""", """"dittatura sobria"""": gli ossimori si sprecano. Ma cos'è la """"sobrietà sobria""""? Manlio Brusatin si interroga su quella che, pur considerata """"la virtù del giorno dopo"""", è stata nel tempo riconosciuta come necessaria. Questo libro ne racconta le vicende fino ai giorni nostri e al ritorno dell'uomo sobrio, """"l'artigiano di sé"""" che sa creare indifferentemente con le mani o con la """"scatola magica del Maker 3D"""". Le origini di questa """"utile virtù"""" sono qui individuate nella """"Vita sobria"""" di Alvise Cornaro (1558), in cui si spiega come prolungare l'esistenza con una dieta che diventa anche condotta morale: uno """"stile"""" poi bollato da Nietzsche come il contrario del superuomo. Dal cibo all'abito, dalla dimora ai colori, il saggio si sviluppa in un eccentrico dialogo fra parole e immagini, in cui si incontrano personaggi di ogni genere: da Diogene, che vive in un orcio, a san Girolamo, che si ritira in una grotta e inventa la preghiera della sobrietà, da Robinson Crusoe a Napoleone, da Canova a Van Gogh, la cui sedia di paglia nella camera di Arles interpreta lo spazio sobrio del """"riposo dell'immaginazione"""". Un raffinato percorso alla ricerca del senso naturale di una virtù." -
Il golem
«Ed ecco che può giungere un'ora d'inquietudine, più grande ancora del dolore, e io, o voi, o chiunque per la strada...invece di sfiorare il mondo appena appena, solleverà la mano intera, con tutte le sue dita. Che succederà allora? reb Basevi?»Pubblicato a New York nel 1921, il dramma poetico in otto quadri ""Der goylem"""" è fra le opere memorabili della letteratura yiddish. Fu messo in scena la prima volta in ebraico, a Mosca nel 1925, dal teatro Habima, di cui diventò presto, e rimane tuttora, uno dei cavalli di battaglia. La regia era di Boris Versilov, che due anni dopo ne diresse la prima messa in scena in yiddish. L'opera si ispira all'antico mito dell'automa-Messia. In epoca tarda la creazione del Golem viene attribuita al rabbino di Praga Yehuda Löw ben Betsalel (Poznan, 1520 - Praga, 1609), detto il Maharal. Se però nella tradizione ebraica il Messia è sempre pronto a intervenire, nel dramma di Leivick il fantoccio di argilla non può mai essere pronto, cerca di ritrarsi dal suo compito, si rifiuta di vivere; con disperazione di bambino implora il suo creatore di lasciarlo fra le tenebre del non-essere. Nel """"Golem"""" non trovano una risposta univoca i grandi temi da esso sollevati. Non sappiamo se l'esistenza del Golem sia considerata frutto della volontà divina o solo della hybris prometeica del Maharal; non conosciamo il significato della redenzione, non ci vengono fornite né una giustificazione né una condanna univoca dell'uso della violenza. Ma risaltano, in questo dramma tutto al maschile (come sostanzialmente maschile è la cultura ebraica tradizionale), l'immagine del rapporto fra il rabbino e il Golem, al contempo padre-figlio, Dio-essere umano, e la creaturalità smarrita, desiderante e priva di conforto del goffo pupazzo, vero emblema dell'uomo moderno."" -
L' architettura del paesaggio italiano. Ediz. illustrata
Perché il paesaggio italiano è ancora lo splendore che tutto il mondo ci invidiaUscito nel 1968 a distanza di cinquant'anni il volume - oggi in una nuova edizione rinnovata e corretta - riferisce sul perché della permanenza della bellezza e sull'equilibrio dei paesaggi passati, presenti e futuri, dato che i processi reali di riproduzione delle risorse comportano evidenti responsabilità culturali e istituzionali di piano e di progetto, oggi nel nostro paese palesemente trascurate.