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Nessuno muore in sogno
All'ombra delle Dolomiti, affascinanti e gravide di mistero, Dekas e i suoi dovranno destreggiarsi tra insospettabili e soliti noti, trappole e depistaggi, femminicidi e maltrattamenti di minori, in una corsa contro il tempo per scongiurare un'altra, terribile violenza.«Più lasci che qualcuno si avvicini, più gli permetti di farti del male.»Bolzano, primavera 1999. Una ragazza viene trovata senza vita, riversa a pancia in giù sul divano, in un anonimo monolocale immerso nel bosco. E nuda, i capelli le sono stati tagliati di netto, e sul corpo ha strane cicatrici. Secondo il medico legale, è morta per soffocamento. Pochi giorni prima, una stimata dentista del posto era stata uccisa con le stesse modalità: il capoluogo altoatesino è forse minacciato da un serial killer? Il pubblico ministero Jakob Dekas è costretto a rientrare dalle ferie e a immergersi nel caso insieme alla collega Emma Blaas, al maresciallo Barra, agli altri membri della squadra investigativa e a un nuovo consulente: il capitano dei carabinieri Santo Malacarne, esperto di omicidi seriali. Ma le indagini si rivelano più difficili del previsto per il cinico e solitario pm, che della ragazza assassinata, Claudia Von Dellemann, è stato amante. La doppia vita della vittima, architetto di giorno ed escort di notte, accende i riflettori sul lato più oscuro della mondanità cittadina, svelando un intreccio di corruzione, giochi di potere, prostituzione e perversioni in cui vittime e carnefici si scambiano i ruoli, e niente è come sembra. -
L' orizzonte della scomparsa
«Sono sicura che un giorno dimenticheremo ogni dolore, che ogni colpa sarà perdonata, e tutto ciò che io e te ci chiederemo allora sarà: si può essere così felici? Si può avere così tanta gioia?»All'undicesimo piano di un grattacielo di Montreal, Christian, pianista talentuoso e tormentato, ha il televisore acceso su Mtv. Sullo schermo c'è Lana, una ragazza di Orlando capace di catalizzare le fantasie più indicibili di chi la osserva. Sta per incontrare il suo amore virtuale, Blaxon. Ma chi è veramente Blaxon? Questo personaggio misterioso e conturbante lega le vite di Christian e Lana giocando con i loro fantasmi più segreti nell'oscurità del web. Quando Blaxon scompare, Lana accetta di partecipare a un reality per modelle a Parigi, mentre Christian comincia a indagare su uno strano forum religioso che sembrerebbe collegare tutte le parti in causa. Dopo l' esordio con ""Corpi di Gloria"""", nel suo nuovo romanzo, tra David Lynch e Chuck Palahniuk, Giuliana Altamura sviluppa una riflessione iper-contemporanea sul virtuale, sul significato dell'arte e sulle inquietudini della realtà che stiamo vivendo, dominata dal desiderio di controllo e sempre più esposta al proprio lato oscuro."" -
Nel segno dei padri. La storia di Guglielmina e Peter
Una storia che può sembrare piccola e periferica, ma contiene in sé un messaggio universale.«Siamo come due bambini persi, diventati vecchi, che si incontrano dopo una lunga vita per riconciliarsi. Pur non avendo commesso niente che meriti una riconciliazione.»Guglielmina Roncigli è la figlia di Vittorio, uno dei quaranta civili fucilati nella rappresaglia che la Wehrmacht mise in atto a Gubbio, il 22 giugno 1944, dopo l'uccisione di un ufficiale medico tedesco, Kurt Staudacher, da parte di un gruppo di giovani armati dal GAP locale. Le polemiche, nella comunità, sulle responsabilità dell'eccidio - il fatto di sangue più grave in tutta l'Umbria nel periodo dell'occupazione - sono durate decenni. Peter Staudacher è figlio di Kurt. Guglielmina e Peter si incontrano - per caso, ma verrebbe da pensare: per destino - quasi settantanni dopo. Si riconoscono. Si parlano. Si scrivono, a lungo. Né le colpe, né i meriti dei padri ricadono sui figli: ma Peter e Guglielmina capiscono che l'incontro, per quanto fortuito, ha lasciato in dono una responsabilità: la responsabilità di raccontare, di capire, di comprendere, di perdonare, di riconciliare.Ovunque un conflitto lascia ferite e macerie; e oggi più che mai c'è bisogno di un esempio come quello di Peter e Guglielmina, che hanno avuto la forza, la tenacia, la capacità di guardare oltre il muro. Le tracce del loro percorso dovrebbero guidarci nelle infinite incertezze del nostro presente. -
Più che l'amore. Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio
Fra Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio fu vero amore? La più autorevole biografa del Vate rivela i sorprendenti retroscena del controverso legame«Narrata e rinarrata da oltre un secolo, la leggenda dei divi amanti era un castello di carte destinato a crollare.»Venezia 1894. Trentasei anni lei, trentuno lui. Un incontro fortuito, quello tra Eleonora Duse e Gabriele d'Annunzio, che segna l'inizio di una storia lunga un decennio. Un breve tratto nell'arco di una vita, ma per entrambi capitale. Gabriele offrirà alla sua musa una serie di capolavori; Eleonora li metterà in scena. Nasce con questo giuramento il motto araldico della coppia: «More than love». Lui, infatti, è perentorio: esige «più che l'amore». Lei lo corrisponde a oltranza, recitando un trasporto da Baccante orgiastica: «Vorrei potermi disfare tutta! Tutto donare di me, e dissolvermi». Al banco di prova, però, la verità sarà un'altra. Occorreranno anni prima che d'Annunzio prenda atto che l'attrice simula un consenso che si guarda bene dall'accordargli. In questo libro Annamaria Andreoli mette in discussione la vulgata, confermata da oltre un secolo, che dipinge la Duse come sottomessa al Vate. Se corrispondono al vero passione, tradimenti e umiliazioni, sono da ribaltare i ruoli: fu lui la vittima e lei il carnefice. È quanto emerge dai numerosi documenti, sottoposti a nuovo esame con un'avvertenza: a varare la favola dei divi amanti fu Gabriele, maestro nel creare leggende. La personalità carismatica di una donna ben lontana dai cliché dell'epoca e lo sfolgorio di una società europea in cui il teatro e la cultura italiana erano protagonisti sono i cardini di una vicenda che non smette di affascinare. -
Gioiello & jewellery. Ediz. italiana e inglese
"Non esiste «il» gioiello, universale e assoluto, ma molteplici concezioni di gioiello, legate al tempo, alla cultura, al gusto, in sintesi: alla storia dell'uomo."""" (Alba Cappellieri, Direttore del Museo del Gioiello)" -
Poesie. Testo francese a fronte
«... O donna, m'ucciderebbe un bacio Se bellezza non fosse morte...»Questa nuova traduzione accetta la sfida di restituire, nella massima fedeltà possibile, il metro e il ritmo della poesia di Mallarmé, sfuggendo alle due tentazioni più frequenti: semplificare il linguaggio mallarmeano smussandone le ambiguità sintattiche, o impreziosirlo tramite un lessico più sofisticato di quello originale. L’autorevole introduzione e lo scrupoloso commento, primo in Italia dopo cinquant’anni, offrono le indicazioni indispensabili, sul piano filologico ed ermeneutico, per orientarsi nel mistero di un’opera che ha cambiato la storia della poesia europea. -
Lettera di Lord Chandos e altri scritti. Testo tedesco a fronte
«Tutto ciò di cui io abbia memoria, tutto quel che viene sfiorato dai miei più confusi pensieri mi sembra essere qualcosa.»rnrnUn giovane Lord, giunto a età matura, convinto che le parole non bastino a esprimere il suo più intimo vissuto, decide di abbandonare l’attività letteraria, si ritira in un decoroso silenzio,rnsi rassegna a una vita apparentemente priva di slanci intellettuali, cercando con evidenti difficoltà di incarnare il ruolo di marito e di padre. La vicenda posta al centro di questa «novella epistolare» (Magris) potrebbe apparire perfino banale: un consueto percorso di maturazione, inevitabilmente costellato di illusioni perduterne rinunce. Non fosse che il grigiore della vita è a tratti interrotto da attimi di gioia insperata. Non fosse che in quegli istanti felici tutto sembra riacquistare un senso. Non fosse che, nel volgere di poche pagine, Hofmannsthal è riuscito a mostrare quanto sia fragile, mutevole e tuttavia irrinunciabile il rapporto tra l’uomo e la letteratura. La riflessione sul linguaggio è dunque solo uno dei molti temi toccati nel testo: nelle esperienze del protagonista viene a essere condensata quella moderna rivoluzione del pensiero che ha reso la possibilità di leggere il mondo attraverso la ricerca di inattese analogie qualcosa di eccentrico, confinandola nell’ambito della follia o della poesia. Gli altri due testi qui raccolti, scritti a distanza di pochi mesi dalla Lettera, ne completano la riflessione, indagando da punti di vista opposti e complementari la relazione tra l’uomo, il mondo e la letteratura. -
Da una modernità all'altra. Tra Baudelaire e Sartre
Da Baudelaire a Sartre, un viaggio nella modernità che ci aiuta a capire il nostro presente.rnrn«Ogni ermeneutica è comprensione di se stessi passando attraverso la comprensione dell'altro»: questa citazione di Paul Ricoeur sintetizza il carattere di un libro che interroga una fase della nostra modernità a cavallo tra Otto e Novecento. Baudelaire la teorizza e ne fa materia poetica; Sartre decide che è arrivato il momento di relegarla al passato e di ridefinire i fondamenti di una letteratura dei ""tempi moderni"""" a partire dal principio di responsabilità. Esprimono, l'uno e l'altro, la più radicale coscienza di una frattura storica alle loro spalle, ma anche di una irrisolta contrapposizione fra estraneità e presenza nella storia. Si dispiega in questo arco di tempo una letteratura del rifiuto di una società dominata dalle leggi del profitto, del mercato e delle banche che non risparmiano neanche la creazione artistica. Una letteratura dello smarrimento della meta e di ogni centro, cosicché al vettore temporale si sostituisce la ripetizione con il corollario di un inesauribile desiderio di evasione, all'itinerario il vagare: metafore di un inquietante interrogativo sulla propria identità e consistenza. Una letteratura della perdita dell'unità e del naufragio del senso. Una letteratura della malinconia, dunque, e dell'inquietudine, del vano inseguimento di un oggetto assente."" -
In questo mezzo sonno. Vittorio Sereni, la poesia e i dintorni
Il libro esamina nella loro completezza e complessità la figura e l'opera di Vittorio Sereni (Luino 1913-Milano 1983), poeta, critico e traduttore, articolandosi in tre sezioni che indagano la sua personalità. Questa ricca monografia, che racchiude venti contributi scritti da venti studiosi, approfondisce gli stretti rapporti tra i suoi scritti in prosa e le sue poesie, gli influssi e gli echi di autori precedenti e i contatti con quelli a lui contemporanei, e contiene anche contributi di ermeneutica e notazioni stilistiche e linguistiche, approfondimenti lessicali e indagini sui temi dominanti dell'opera sereniana. Scritti di: Laura Barile, Giorgio Baroni, Alberto Cadioli, Giovanna Cordibella, Marco Corsi, Cesare De Michelis, Sandro de Nobile, Martina Di Nardo, Elisa Donzelli, Andrea Gialloreto, Stefano Giovannuzzi, Alfredo Luzi, Paola Montefoschi, Uberto Motta, Lorenzo Peri, Antonio Pietropaoli, Giancarlo Quiriconi, Silvio Ramat, Dario Tomasello, Stefano Verdino. -
Alla luce del mito. Guardare il mondo con altri occhi
Una visione del mondo incentrata sul mito per rifondare la civiltà con mente eroica.«Due vite scorrono in noi parallele: la vita piccola, chiusa nella gabbia dei giorni e dell'ego, e la vita grande, che splende nel mito.»Il mito è il racconto sorgivo sulla nascita della vita, del pensiero e del mondo, che si esprime nella parola e nel silenzio, nell'arte e nella preghiera, nel gioco, nel canto e nella poesia elementare della vita. Non è verità né illusione, abita su un altro piano: è ordine nella bellezza. Sul mito si fondano la storia, la politica, perfino il cinema e la pubblicità; mitico è l'amore e così l'infanzia. Quando però i miti sono negati, crescono al loro posto idoli e surrogati, come quelli che ci circondano oggi. In questo libro Marcello Veneziani si propone di recuperare la dimensione autentica del mito per porlo al centro dell'esistenza e rispondere così a un desiderio profondo e diffuso di «vita superiore». Dopo la disfatta di religione e filosofia, per compensare lo strapotere della scienza e contendere la sovranità alla tecnica e alla finanza, non resta che affidarsi al «mitopensiero». Senza miti, infatti, la vita non è affatto più libera, più autonoma, più razionale; solo più povera, più insensata, più labile. All'uomo di oggi - scrive Veneziani - «il mito non offre profitti ma fondamenti, non assicura vantaggi ma significati. Dona bellezza, irraggia gli eventi e illumina i volti». -
Impero e rivoluzione. Russia 1917-2017
Un'analisi storico-critica per comprendere un drammatico passato che si proietta in un problematico presente.«La Rivoluzione d'Ottobre fu l'inizio del più radicale e duraturo rivolgimento ideo-politico e socioculturale dall'alto che si conosca.»Il 1917 è stato un anno cruciale tanto per la Russia, dove la rivoluzione ha posto fine a un impero secolare e ha dato vita a un ordine nuovo, quanto per l'Europa e per il mondo, su cui gli eventi russi hanno avuto decisive ripercussioni. Tutto il XX secolo è stato dominato dalla presenza del sistema statale nato dalla rivoluzione, l'Unione Sovietica, la cui scomparsa nel 1991 ha chiuso un ciclo storico. La Russia attuale, erede di quel passato, ha intrapreso un nuovo sviluppo in un mutato contesto internazionale. A cent'anni di distanza dalla Rivoluzione d'Ottobre si avverte il bisogno di ripensare una cosi radicale esperienza, inquadrandola in una riflessione globale sul significato di quelle trasformazioni e sui loro esiti. In questo libro Vittorio Strada, fra i massimi esperti del mondo russo, sulla base di una documentazione spesso sconosciuta, presenta una nuova visione dell'intero processo storico sovietico sullo sfondo del plurisecolare passato zarista e nella prospettiva della Russia post-sovietica. Emergono elementi in grado di gettare luce sui fenomeni attuali e sulle loro manifestazioni più inquietanti, come il risveglio di un nazionalismo in realtà mai sopito, la ripresa del «culto» di Ivan il Terribile e di Stalin, l'insistenza sui «valori tradizionali» che si traduce in intolleranza verso le minoranze. In appendice il saggio ""Una città fatale"""" offre un'immagine del tutto inattesa di Costantinopoli."" -
Il vittorioso. Confessioni del direttore che ha inventato il gioco delle copie
Chi è davvero Vittorio Feltri, in assoluto il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé? In che modo riuscì a raddoppiare le vendite del ""Giornale"""" dopo che Indro Montanelli l'aveva lasciato nel 1994? E perché trascorsi tre anni se ne andò a sua volta sbattendo la porta? Qual è il motivo per cui nel 2009 vi è ritornato? Ha applicato una ricetta segreta per salvare testate in crisi, come """"L'Europeo"""" e """"L'Indipendente"""", o per imporne di nuove in edicola, come """"Libero""""? C'era un unico modo per rispondere a questi e a molti altri interrogativi: costringerlo a raccontarsi nel suo stile scabro e privo di infingimenti. È quanto ha cercato di fare Stefano Lorenzetto, che di Feltri è stato vicedirettore vicario al """"Giornale"""". Ne è uscito un dialogo serrato, ricco di particolari inediti, in cui il giornalista svela i retroscena delle sue campagne di stampa (da Affittopoli ai casi Boffo e Fini-Tulliani), narra splendori e miserie del """"Corriere della Sera"""", distilla giudizi su politici e colleghi, parla dei giornalisti che ha amato di più (da Nino Nutrizio, che lo assunse alla """"Notte"""", a Oriana Fallaci, che una notte si fece viva con lui dall'aldilà). E soprattutto si mette a nudo, svelando i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue idiosincrasie, i suoi affetti privati."" -
Le forme della bellezza. Viaggio nell'arte del bendessere
Se oggi domina una bellezza «di superficie», effimera, incapace di appagare i bisogni profondi dell’uomo, la proposta per superare questa impasse è di legare il bello al bendessere, la nuova disciplina di cui Andreoli è ideatore e fautore, che si propone di migliorare l’esistenza dell’uomo, l’«essere-bene».rnrnLa bellezza non è soltanto un concetto astratto. Appartiene a ciascuno di noi e si esprime ogni giorno nel modo in cui adorniamo il nostro corpo ma anche nei comportamenti che mettiamo in atto nella vita di relazione, nei gesti, nelle parole. Vittorino Andreoli ci accompagna in un percorso di definizione della bellezza che va oltre i criteri dominanti, arrivando a comprendere persino il brutto. Una fantastica galleria di pensieri in dialogo con una selezione di opere, attraverso cui il grande psichiatra narra l’esperienza del bello in tutte le sue manifestazioni: il creato, la ragione, il sacro, i sentimenti, i pensieri e gli atteggiamenti come la discrezione, l’eleganza, il mistero. Dallo sguardo al sorriso, dalle mani al «territorio dell’eros», questo viaggio alla scoperta della bellezza che è in noi svela le mille sfumature di una realtà in continuo divenire, dai primi «moti creativi» delle pitture rupestri allo sguardo enigmatico della Gioconda, fino alla vibrante sensualità delle Madonne che allattano. Se oggi domina una bellezza «di superficie», effimera, incapace di appagare i bisogni profondi dell’uomo, la proposta per superare questa impasse è di legare il bello al bendessere, la nuova disciplina di cui Andreoli è ideatore e fautore, che si propone di migliorare l’esistenza dell’uomo, l’«essere-bene». -
Luigi Barzini. Una storia italiana
Una vicenda umana e professionale emblematica dello spirito di avventura e delle debolezze di un popolornrn«Energico, immediato. Stava tra il telegramma e la storia: lo stile del giornalista perfetto» - Giuseppe PrezzolinirnrnProfessionista straordinario, da corrispondente per il «Corriere della Sera» Luigi Barzini ha raccontato i principali eventi del suo tempo: il volo dei fratelli Wright, il raid Pechino-Parigi del 1907, la rivolta dei Boxer in Cina, il fronte libico, la guerra civile in Messico. rnAntieroe per cultura, egli rappresenta anche, nei suoi pregi e difetti, la media borghesia italiana che al crollo dello Stato liberale si consegna al fascismo e fiancheggia la dittatura. La sua storia attraversa l’esperienza di Salò e l’immediato dopoguerra, restituendoci uno spaccato dell’Italia, prima liberale e poi fascista. In queste pagine a metà tra il saggio e il romanzo, Simona Colarizi ricostruisce gli ultimi tre giorni di vita di Barzini prima della tragica fine, tutt’oggi avvolta dal mistero. Non semplicemente le vicende del cronista, ma anche dell’uomo nei suoi affetti privati: l’amore per la moglie e i figli, il senso di colpa per la fine del terzogenito, morto a Mauthausen. Al grande innovatore del giornalismo italiano fa da contraltare un uomo paradossalmente fragile, insicuro, tanto da incarnare secondo l’autrice «il prototipo del conformista moraviano». Il controverso rapporto con le élite, la fascinazione per il potere, la cocente delusione nei confronti della politica sono tratti che possono dirci molto sulla nostra identità di oggi. «La storia si ripete – scrive Colarizi – anche se non è mai identica a se stessa; in ogni tempo rotture più o meno traumatiche nei sistemi politici nascono dal malessere di una parte della popolazione che si sente esclusa dalla cittadinanza o percepisce quanto siano inadeguate le classi dirigenti a rappresentare le rivendicazioni e a soddisfare le aspettative dei cittadini». -
La Francia in nero. Storia dell'estrema destra dalla Rivoluzione a Marine Le Pen
Le vicende della destra più longeva d'Europa, alle radici di un exploit che ha ragioni profonde e dei suoi riflessi sul panorama italiano.«Per capire il ritorno dei nazionalismi bisogna raccontarne la storia dalle origini, la reazione alla Rivoluzione francese. Si scoprirà che l'estrema destra ha lo stesso nemico della sinistra: la modernità capitalistica.»Dopo la crisi del 2008, e più di recente con la Brexit e con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, spira nel mondo un vento favorevole a movimenti sbrigativamente catalogati come «populisti». Tra questi, il Front national è senza dubbio il più robusto e vicino al potere in un paese chiave del mondo. Non a caso. Di tutte le destre storiche, quella francese può infatti vantare una continuità senza eguali. Tanto che – sostiene Marco Gervasoni – «non è Marine Le Pen ad aver imitato i populisti europei, semmai è il contrario». Per capire la cultura politica di cui il lepenismo è l’erede occorre risalire al 1789, l’anno cruciale da cui tutto prende avvio. Dalla Rivoluzione francese, la «matrice della politica contemporanea» che definisce il senso degli schieramenti, si dipana il filo rosso che porta da Napoleone III alla «destra rivoluzionaria» del 1914, con l’ondata di antisemitismo e nazionalismo, dal fascismo francese al collaborazionismo, dalle epurazioni alla guerra d’Algeria, dalla Nouvelle Droite alla nascita del lepenismo, fino alla sua crisi apparente e alla rinascita. Una storia indispensabile per cogliere gli elementi che hanno reso il volto della destra francese il più noto sulla scena internazionale e rispondere a molti interrogativi. Uno su tutti: può un simile modello nazional-populista manifestarsi in una versione italiana? -
Nudi come siamo stati
Nudi come siamo stati è tre romanzi in uno: la storia di un giovane sordo a se stesso che impara ad ascoltarsi; la storia di un bambino che perde la felicità e la scambia con uno strano cinismo; la storia di un uomo per il quale tutto è compiuto, e morire è come centrare il bersaglio di un’esistenza. rnrn""Disegna il tuo nemico."""" Feci il mio ritratto. """"Troppo facile. Un altro nemico."""" Disegnai mio padre.rnrnAll’inizio ci sono due bambini, in Provenza, che corrono, metà per gioco e metà no: Bastien, il fratello maggiore, e Arsène, il minore. Bastien da questa corsa rimarrà segnato per la vita, e Arsène non riuscirà mai a perdonarselo.rnMolti anni dopo, a Viadana, un paesino in provincia di Mantova, un giovane pittore, Severo, chiede a un affermatissimo pittore francese, Arsène, di accettarlo come suo allievo. Perché Arsène ora vive lì, tra argini e nebbie? Che cos’ha “visto” in Severo, al punto di decidere di prendere su di sé, letteralmente, il suo male? Sono due misteri che solo una morte svelerà parzialmente.rnNudi come siamo stati è tre romanzi in uno: la storia di un giovane sordo a se stesso che impara ad ascoltarsi; la storia di un bambino che perde la felicità e la scambia con uno strano cinismo; la storia di un uomo per il quale tutto è compiuto, e morire è come centrare il bersaglio di un’esistenza. Tre storie narrate con una scrittura mirabile nel rappresentare corpi, gesti e paesaggi, sempre esatta ed evocativa."" -
Intoccabili. Un medico italiano nella più grande epidemia di Ebola nella storia
Il 26 dicembre 2013 un bambino di due anni si ammala a Meliandou, un remoto villaggio della Guinea. Inizia così la più grave epidemia di Ebola mai affrontata dall’umanità.«I loro occhi hanno sfidato la più grave epidemia di Ebola della storia. Le loro parole raccontano quello che nessun altro sa.»Roberto, un medico italiano, decide di partire per una missione con Medici Senza Frontiere che lo metterà di fronte a orrori che non avrebbe mai immaginato, a scontrarsi con difficoltà e scelte di cui porterà il peso per tutta la vita. Intoccabili è l’emozionante testimonianza di un operatore umanitario che, insieme a tanti colleghi, ha deciso di mettersi tra l’Ebola e le sue vittime. Una storia vera, inaspettata e unica, un viaggio in un inferno dal quale nessuno è uscito indenne. Nemmeno quelli che ce l’hanno fatta. -
Una infanzia siberiana
Una storia fantastica di vita vissuta, una Russia fiabesca nella realtà staliniana, una ragazza in un mondo tra Asia ed EuropaLa Russia che vive in questo libro singolare e inatteso è quella dell’estremo oriente siberiano, una Russia sconosciuta, mai entrata nella letteratura. Se questo è lo spazio sconfinato del libro, il tempo della sua narrazione non è meno ricco di interesse: gli anni cupi e clamorosi del trionfo del potere staliniano. In questo spazio-tempo, tra popolazioni autoctone di varie etnie (tungusi, ghiliaki, nanai), contadini deportati dopo la collettivizzazione delle campagne (i kulaki) e un variopinto campionario di nazionalità (coreani, cinesi, tatari, polacchi), nella comunità russa cresce una bambina dotata di una sensibilità che le permette di cogliere non solo i dettagli, ma l’anima stessa della realtà che la circonda, e di una capacità di trarre dall’aspra esperienza quotidiana l’energia di sviluppo della sua personalità. La sua infanzia e adolescenza si svolgono tra natura e storia: la natura è quella selvatica della taiga siberiana, nel cui mondo severo eppure fascinoso essa è immersa come una sua parte, e la storia è quella che si va facendo lontano, a Mosca, e i suoi echi arrivano drammaticamente fino a quello sperduto villaggio in terra asiatica. Oltre alla visione analitica, quasi da naturalista, del regno vegetale e animale, e alla sottigliezza con cui sono percepiti i segni del regime politico del paese, affascina nel libro la sequela di destini umani che di volta in volta entrano nella narrazione. La miniera d’oro, in cui suo padre lavora e vive con la famiglia, diventa un punto eccentrico rivelatore di una immensa realtà. In una appendice di Una infanzia siberiana lo scenario muta radicalmente, diventa italiano e l’autrice racconta gli straordinari incontri con personaggi come Palmiro Togliatti e Karol Wojtyla e letterati come Sergio Solmi e Franco Fortini, oltre che con uno scrittore sovietico “stalinista”, autore di un romanzo che fece scandalo e del quale anch’essa è protagonista. -
La volpe. Testo inglese a fronte
Un’Inghilterra rurale, impoverita e demoralizzata dalla guerra; due donne - due amiche, Banford e March - che con fatica, coraggio e non poche frustrazioni cercano di ricostruire un loro spazio autosufficiente, di affetti e di relativa sicurezza, rilevando una vecchia masseria a cui dedicano cure costanti e appassionate; una volpe che più volte di notte, astuta e maligna, irrompe dal folto del bosco facendo razzia nel pollaio; e una imperscrutabile, magnetica attrazione di March verso questo animale bello, infido e vitale che sembra guardarla nel profondo, conoscerla e sfidarla. Finché una sera, astuto e sensuale come la volpe, un giovane soldato irrompe, anche lui dal folto del bosco, a turbare quel delicato equilibrio e sconvolgere quel progetto di vita, dando vita a un ambiguo triangolo in cui si scontrano, sordi e dolenti, sentimenti di potere e desiderio, ansie di sopraffazione e moti di tenerezza, solitudini e fragilità, inquietudini e gelosie; una tensione che raggiunge punte tragiche e poi si stempera malinconicamente in un finale aperto e amaro, tipicamente lawrenciano, che sa di sconfitta e di paura: del futuro, dei propri desideri, di nuovi progetti di vita. A raccontarci tutto questo è un linguaggio del corpo denso e pulsante, in cui sguardi e voci e odori attraversano le parole e la storia, intricandosi nel vento e nella notte, e nel canto ammaliante di una volpe dal pelo lucente. -
Lazarillo de Tormes
Questa edizione consegna al lettore italiano una nuova traduzione dell’opera vicina allo stile colloquiale e altamente ironico che caratterizza il capolavoro cinquecentescornrn«Il romanzo moderno non nasce con il Chisciotte bensì con un libricino delizioso, intelligentissimo e divertentissimo, pubblicato cinquant'anni prima: il Lazarillo de Tormes» - Javier CercasrnrnA metà Cinquecento, Lazzaro del Tormes, un banditore di vini dell’illustre città di Toledo, sollecitato da «Vossignoria» che vuole essere ragguagliato dettagliatamente sul «caso» (il ménage à trois di cui in città si sparla, e che coinvolge il protagonista, sua moglie e l’arciprete di San Salvador), scrive una lettera, nella quale il racconto della sua vita, oltre a dar conto del «caso», serve a «mostrare quanta virtù ci sia nel sapersi gli uomini elevare, essendo di bassa condizione, e nel lasciarsi cadere, essendo nati in alto, quanto vizio». Romanzo autobiografico e di formazione, l’epistola faceta di Lazzaro è un capolavoro di stile ironico, di cui il protagonista, adulto e narratore, si serve per suggerire una feroce denuncia della società spagnola dell’epoca, fondata su un sistema di valori (etici, religiosi, sociali e ideologici) che, nel corso della narrazione, subisce uno spietato smascheramento e un radicale sovvertimento. Il lettore comprende presto che, dietro al nome di Lazzaro, non può che esserci un autore di grande cultura e di formazione umanistica, forse proprio dell’ambiente clericale, e che l’anonimato è d’obbligo per una scrittura così irriverente e moderna contro i cardini della cultura della sua epoca.rnrnQuesta edizione consegna al lettore italiano una nuova traduzione dell’opera vicina allo stile colloquiale e altamente ironico che caratterizza il capolavoro cinquecentesco. Il libro è accompagnato da un ampio commento che chiarisce, per la prima volta in Italia, tutti i rimandi culturali e il complesso sistema simbolico che si dispiega nell’apparente semplicità della lettera anonima. L’esemplare introduzione di uno dei massimi studiosi del tema offre un percorso di lettura completo, erudito, ma di facile accesso, per comprendere da una prospettiva contemporanea la potenza espressiva e la bellezza estetica dell’opera su cui è fondato il modello picaresco europeo. L’edizione spagnola è stata realizzata direttamente a partire dalle stampe antiche conservate, e propone un nuovo testo critico basato su rigorosi criteri filologici.